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Autore: ciabysan    06/09/2009    2 recensioni
Secondo tassello della serie "Storie Vere Di Fantasmi" che raccoglie avvenimenti VERI sul mondo degli spiriti avvenuti a me (come Cemetery Girl) o amici e parenti. Potete credere quello che volete, ma queste storie sono vere e prova dell'esistenza degli spiriti. Questo secondo racconto tratta un avvenimento molto strano accaduto a mia nonna che un giorno si trovo faccia a faccia con una telefonata molto inquietante...
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Phonecall From The Dead

Phonecall From The Dead

 

Con il ciclo “vere storie di fantasmi” racconto storie che dovrebbero essere vere,

raccontate a me dai miei parenti o amici. Storie che hanno vissuto

sulla loro pelle. Che ci crediate o no, queste storie sono tutte vere. La prima, “Cemetery

Ghost” mi è accaduta in prima persona. “Phonecall From The Dead” racconta

Un avvenimento paranormale avvenuto a mia nonna…

Di una cosa sono sicuro: i fantasmi esistono.

 

Le mani candide e rugose di mia nonna accarezzavano la pasta dei ravioli. Lei era scettica nei confronti di ciò che veniva confezionato nei supermercati e, avendo un passato da pasticciera, si preparava da sola la pasta per cucinare i suoi gustosi primi piatti. La televisione era accesa in salotto, ma i suoi sensi non la seguivano. Era accesa per compagnia ,per creare la giusta atmosfera di pace familiare all’interno di quella casa. All’improvviso il telefono verde sull’ingresso cominciò a squillare.

“Un attimo!” gridò Elvira pulendosi le mani infarinate, facendole scorrere sotto l’acqua. Chiuse il rubinetto e le scosse , mentre il telefono continuava a squillare.

 

Driin, driiin, driin…

 

“Arrivo …Arrivo”

 

Driin…driiin…driiin…

 

“Eccomi…sono quI!” disse, alzando la cornetta e portandosela all’orecchio destro.

“Pronto?”
Partirono come dei sospiri e poi delle interferenze, come se fossero frequenze radio disturbate.

“Pronto? Chi parla? Chi parla?” chiese mia nonna con insistenza “Fanculo!” urlò poi quando le onde radio cominciarono a farsi ancora più disturbanti, riappendendo con forza. Ma neanche il tempo di tornare dai suoi ravioli fatti in casa che un altro squillo la fece sussultare. Avvicinò la mano alla cornetta, la pose sull’orecchio destro e rispose: “Pronto? Chi parla?” e tra quel miscuglio di voci, rumori distorti e rumore bianco riusciva chiaramente a percepire le parole di quello che , una volta, era suo marito, morto anni prima.


“Veglierò…su…di…te…”

E cadde la linea. Il cuore di Elvira fece un capitombolo nell’abisso più recondito del suo corpo, quando voltandosi vide chiaramente l’immagine del nonno davanti a sé, davanti alla porta del bagno, che sorrideva.

Elvira volle raggiungere quella figura, ma più si avvicinava e più quella si distruggeva a pezzi, si dissolveva pezzo dopo pezzo, come un puzzle.

Quando ormai il suo braccio stave per toccare quella che poteva essere un’allucinazione, la persona che tanto amava scomparve del tutto.

 

 

  
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