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Autore: ArrowVI    28/04/2022    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 13-9: Allenamento [2-2]



 


Passarono almeno due ore dall'inizio del suo allenamento, e finalmente il ragazzo s'inginocchiò nel terreno non riuscendo più a reggersi in piedi.
Nonostante avesse già fatto passi da gigante, secondo Vermilion, continuare a usare le fiamme di uno Spirito così potente senza aver avuto la possibilità di allenarsi lentamente, come fece lei, cominciò ben presto a mettere sotto stress il suo corpo e le sue riserve di energia. 


Sospirando, Vermilion gli chiese di rialzarsi in piedi.


<< Non abbiamo ancora finito. >>
Gli disse, incrociando le braccia davanti al petto e fissando il ragazzo davanti a se con uno sguardo autoritario.
Michael non ricambiò lo sguardo: ansimando continuò a fissare il terreno, sudando e respirando con fatica. Era finalmente riuscito a evocare Phoenix senza problemi, e a lanciare qualche incantesimo di fila, tra quelli che Vermilion gli mostrò. Ciononostante poteva sentire la stanchezza pesare sulle sue gambe e sul suo petto, una stanchezza che mai prima di quel momento sentì prima.


<< Devi solamente abituarti alle fiamme di Phoenix. >>
Continuò la ragazza.

<< Più le userai, più il tuo corpo si abituerà a quel calore e a lanciare più incantesimi di fila. >>
Continuò, sbuffando.

<< Non ho idea di quanto tempo abbiamo a disposizione, quindi dobbiamo fare un allenamento intensivo e accelerato. Capisco sia stancante, ma ti assicuro che sia assolutamente privo di rischi. >>
Concluse subito dopo.

Michael, parlando a singhiozzi, sollevò finalmente lo sguardo.

<< Non posso... Riposarmi per dieci minuti? >>
Implorò. 

<< Per favore? >>
Aggiunse subito dopo.
Davanti a quella richiesta, Vermilion sospirò.
Sapeva che un allenamento così intensivo e accelerato avrebbe messo il suo corpo sotto stress, specialmente per qualcuno che mai, prima di quel momento, fu in grado di usare la magia.

<< Potrai riposarti quando avremo finito. Altre due ore, penso, e sarai in grado di usare almeno quattro incantesimi di fila. Non è molto, ma è un inizio. >>
Davanti a quella richiesta, Michael impallidì di colpo.

<< Altre due ore?! >>
Esclamò, incredulo, sospirando con la stessa intensità di un ruggito.

<< Sto per morire- >>
Singhiozzò subito dopo, sull'orlo della disperazione.

Ridacchiando davanti a quell'affermazione, Vermilion decise di girare il coltello nella piaga.

<< Non preoccuparti: Phoenix ti curerà, in caso. >>
Rispose la ragazza, divertita, al quale seguì una reazione disperata del ragazzino davanti a se.


In quell'istante Neptune attirò rapidamente l'attenzione di Vermilion, che rispose alle sue parole con uno sguardo ancora una volta serio e autoritario.
Non sapeva ancora se poteva fidarsi ciecamente di quella persona, dopotutto. Nonostante Xernes disse che non stesse mentendo, in quel momento, cosa sarebbe successo se avesse cambiato idea da un momento all'altro?
Xernes può solo leggere le bugie, ma non sa cosa qualcuno può fare nel futuro.


<< Vede, maestra, non voglio interrompere la sua lezione, ma... >>
Disse Neptune, con un tono divertito.

<< ...Insomma, dovrei dargli qualche indicazione anche io, non pensi? Te lo sei cucinato per due ore, che ne dici se ora gli do qualche dritta io? >>
Le domandò subito dopo.


Sbuffando, Vermilion accettò quella sua richiesta.
Michael doveva inevitabilmente provare a lavorare anche sui suoi poteri da mezzo demone, e Vermilion non poteva impedirgli di esplorare quella parte di se.

Davanti al suo sguardo confuso e infastidito, il primo compito che Neptune diede a Michael, non appena la ragazza gli passò il testimone, fu quello di andare a "mangiare qualcosa".
Iris continuò a seguirli a ruota, in silenzio ed evitando di dare nell'occhio.



Quando Tesla riaprì gli occhi, realizzò di essersi svegliato all'interno dell'infermeria. 
Un dottore che non conosceva fu la prima persona a realizzare che avesse ripreso i sensi.

<< Non muoverti troppo, ragazzo! >>
Esclamò l'uomo, correndo verso di lui e facendogli cenno di restare fermo.

Tesla si guardò intorno per un istante, poi non appena si sedette sul letto, la sua testa cominciò a girare come un mappamondo.

<< Cerca di rilassarti e rimani sdraiato. Hai bisogno ancora di un po' di riposo, non devi sforzarti. >>
Disse l'uomo.
Tesla ringhiò dalla rabbia, ma decise di seguire le sue indicazioni.
Quando la sua vista cominciò finalmente a tornare normale, si guardò intorno.

Vide Xane intento a parlare con Jessica. 
Seryu non era nella stanza e notò che anche Mikoto ed Helena fossero sveglie.

<< Cosa è successo mentre ho perso i sensi? >>
Domandò, attirando l'attenzione dei presenti.

<< Lo scontro si è concluso. >>
Gli rispose Xane.
Poi gli raccontò di tutto quello che accadde. 


La scoperta che Arthur fosse morto colse il ragazzo completamente alla sprovvista.
Nonostante non lo conoscesse di persona, sapeva che suo fratello portava grande rispetto per quel soldato. Nikola più volte disse di essere il "rivale di Arthur" e che si allenava duramente per riuscire a sorpassarlo.
Sicuramente, quella notizia lo avrebbe traumatizzato.
Le altre notizie non furono da meno, e anche lui necessitò di qualche minuto per conto suo per riuscire a elaborare tutte le informazioni che Xane gli rivelò.


Nel mentre, Jessica si guardò intorno, realizzando finalmente che Seryu non si trovasse più all'interno della stanza.
Confusa, chiese ai presenti se l'avessero visto, ma nessuno di loro seppe darle alcuna risposta.



Fin da quando lo scontro si concluse, una infinità di pensieri continuarono a riecheggiare nella mente di Seryu.
Dubbi, preoccupazioni e domande alle quali non riuscì a trovare alcuna risposta. Quando vide Xernes ed Ehra lasciare l'infermeria, si domandò cosa fosse così importante da obbligare il Gran Generale a lasciare la stanza per parlarne in privato insieme a quella donna.
Sapeva che non avrebbe dovuto seguirli, e che se fosse stato scoperto avrebbe potuto correre dei rischi... Ma, dopo ciò che accadde con Lilith, doveva sapere se quei suoi dubbi fossero, o meno, privi di fondamenta. Senza farsi notare dai presenti, Seryu attivò rapidamente la sua aura per lasciare la stanza indisturbato.



Subito dopo aver lasciato l'infermeria, Xernes si diresse nei suoi uffici accompagnato da Ehra.
Aveva ancora qualche domanda da farle, e doveva ottenere quelle risposte. Ne valeva della sicurezza della nazione, e della riuscita del suo piano.
Non appena chiuse la porta del suo ufficio, dopo essersi assicurato che fossero soli, si diresse verso la porta finestra dell'ufficio. Diede le spalle a Ehra, fissando l'orizzonte davanti a se con uno sguardo pieno di preoccupazione e dubbi.


<< Ehra, ho intenzione di essere il più diretto possibile. >>
Disse l'uomo, senza voltarsi verso di lei.

<< E' palese, ormai, che tu non sia originaria di Gaia. Quindi, mi chiedo, quali sono le tue origini? >>
Le domandò.
Ehra sembrò confusa da quella domanda. 

<<  E' questo ciò di cui voleva parlarmi? >>
Xernes non sembrò sorpreso da quella domanda.

<< No, ma è solo la prima di alcune domande che vorrei farti. >>
Le rispose, facendole poi cenno di cominciare a parlare.

<< Vuole la versione breve, o quella dettagliata? >>
Davanti a quella domanda, Xernes scelse la versione dettagliata.


In quell'istante, Ehra cominciò il suo racconto.
Rivelò all'uomo le sue origini, che fosse una donna proveniente da un mondo completamente differente da Gaia, un mondo dove la magia era un qualcosa che ogni essere vivente, e non, possedeva dentro di se. 
Gli raccontò del titolo di Sacerdotessa che venne dato a lei e a sua sorella, e di quello che accadde dopo.

<< Perché ti sei improvvisamente fermata? Cosa è successo dopo che tua sorella ha lasciato la stanza e come si connette alla tua presenza qui? >>
Domandò Xernes, quando Ehra cadde in un improvviso silenzio.

La donna sospirò. Quei ricordi, per lei, erano molto dolorosi.

<< Freyja pensò che l'avessi tradita. Quando lasciò la stanza, all'inizio non riuscii a pensare a nulla. >>
Riprese, Ehra, il suo racconto.


"Avrei dovuto seguirla? Avrei dovuto ignorare quelle sue parole profane? Avrei dovuto parlarne con le altre Sacerdotesse? 
Non so per quanto tempo rimasi li, da sola, a fissare il vuoto facendomi quelle domande. So solo che quando mi decisi a rincorrerla, fu ormai troppo tardi.

Quando raggiunsi le sue stanze, non feci in tempo a fermarla.
<< Lo vedrai, sorella. >>
Mi disse.
Davanti a lei c'era un enorme portale vorticoso viola, una frattura nella realtà aperta grazie al potere di una Pietra Filosofale che le avrebbe permesso di viaggiare tra mondi diversi. 

<< I divini cadranno. >>

Quelle furono le sue ultime parole. Non so cosa fece cambiare così improvvisamente mia sorella, un tempo dolce e spensierata. Non so cosa accadde che la spinse a tradire in quel modo il ruolo che ci venne consegnato dalle Sacerdotesse.
L'unica cosa che so è che, invece di avvertire i miei superiori, saltai anche io dentro quel portale... E, senza una Pietra Filosofale in mio possesso, non fui in grado di seguirla, dentro la frattura.

Quando riaprii gli occhi, mi ritrovai in un luogo che non conoscevo.
Vidi alberi dalla forma strana e piante che non riuscii a riconoscere... Gli umani parlavano una lingua che non fui in grado di comprendere.
All'inizio pensai di essere finita da qualche altra parte, ma che fossi comunque nel mio mondo... Non ci misi molto a realizzare che così non fosse.


"Devo trovarla!"
 A quel tempo, era solo quello il mio scopo, quindi decisi di creare una Pietra Filosofale per provare a rincorrerla.
Mi domandai per quale motivo gli umani in questo mondo usassero incantesimi, ma non ci pensai molto. "Deve essere qualche genere di usanza.", provai a convincermi fosse così, ignorando la realtà che ben presto avrebbe mandato in frantumi ogni mia convinzione.

Mi feci aiutare da quegli umani per creare una Pietra... Senza sapere che questo mondo non fosse abbastanza connesso con la magia per sostenere un oggetto magico come quello.
Quando realizzai che sarebbe andato fuori controllo, fu ormai troppo tardi... Bastò un istante e tutta l'essenza magica di quel villaggio venne risucchiata dentro la Pietra Filosofale, e i suoi abitanti perirono senza neanche realizzare cosa fosse successo.
Distruggere la Pietra non bastò a salvarli. Da quel giorno mi chiamarono "Strega"... Onestamente, come potrei biasimarli?

Dopo il racconto di Iris, ho capito per quale motivo gli umani usino delle incantazioni, per lanciare incantesimi: la Magia non è nata su Gaia, è stata importata. Furono i Demoni a insegnare agli umani come usare la magia, quindi gli umani qui non crearono mai quella connessione con la magia come accadde nella mia terra.
Posso dire che ultimamente dei nuovi prodigi stanno nascendo in tutta Gaia... Giovani in grado di usare nuovi tipi di magia senza recitare alcun incantesimo, e questo mi rende felice.

Nonostante la magia sia stata introdotta prima del suo tempo, gli umani stanno cominciando a connettersi con essa. Nel giro di qualche dozzina di anni, suppongo che non ci sarà più alcuna necessità di usare gli incantesimi, e che tutti gli umani avranno queste "Unicità" di cui si parla ultimamente."
Davanti a quel racconto, Xernes non riuscì a dire molto.
Una domanda, però, gli venne spontanea.

"Tua sorella dove si trova, allora?"
A quella domanda, Ehra non seppe rispondere.
L'unica supposizione che riuscì a fare, è che fosse finita da qualche altra parte. Girò Gaia per secoli, senza trovarla. Era impossibile, ormai, che Freyja si trovasse qui. Rincorrerla era, inoltre, impossibile: senza sapere dove fosse diretta, avrebbe dovuto creare migliaia di Pietre Filosofali, viaggiando da un mondo all'altro alla ricerca di una sorella che probabilmente non sarebbe mai riuscita a trovare. Fu quello il motivo per cui Ehra non provò di nuovo a creare una Pietra. Rincorrere Freyja era praticamente impossibile: poteva solo sperare che avesse trovato qualche altro scopo che l'avesse riportata con i piedi per terra... Quella era la sua unica speranza.


Fu in quell'istante che Xernes fece la sua seconda domanda.

<< Il Grail... Dove si trova? >>
Ancora una volta quelle parole.
Ehra non gli rispose: disse che non poteva rivelarlo, ma Xernes insistette.
Il Grail era l'arma su cui Avalon lavorò per centinaia di anni, perderla così improvvisamente sarebbe stato un grosso problema per l'intera nazione. Le ricordò che Arthur avrebbe sconfitto Belzebub, se fosse stato in possesso del Grail, e che fosse compito suo proteggere la nazione al posto suo. 
Quel loro segreto, avrebbe potuto distruggere l'intera Avalon.


Ciononostante, Ehra esitò.
Non sapeva cosa sarebbe successo se avesse rivelato il nome della persona in possesso del Grail.
Xernes sapeva quali fossero le sue preoccupazioni, sospirò, posando finalmente il suo sguardo sulla donna.

<< Hai paura che strappi il Grail con la forza dal figlio di Arthur? >>
Le domandò.
Con riluttanza, Ehra confermò che fosse esattamente quella la sua preoccupazione.

<< Fare una cosa del genere, significherebbe uccidere quella creatura. Sarò pure un militare, ma non sono un mostro. >>
Disse alla donna.

<< Hai la mia parola, Ehra: non ho intenzione di torcere un singolo capello al figlio di Arthur. Ma devo sapere se possiamo usare il breve tempo a nostra disposizione per allenare il vostro figlio, in caso possa rivelarsi utile. >>
A Ehra quelle parole non piacquero per nulla.

<< Non voglio che diventi un'arma per Avalon. >>
Quella risposta fece sospirare il Gran Generale.
Si sedette sulla sua sedia, appoggiandosi alla scrivania e massaggiandosi la fronte. Sapeva che non ci fosse molto tempo a disposizione: con la scomparsa di Arthur e l'assenza di Merlin e del suo gruppo, doveva usare ogni cosa in suo possesso per riuscire ad assicurare la sopravvivenza della sua gente.

<< Ehra. >>
Le disse, mostrandole uno sguardo preoccupato per la prima volta in vita sua.

<< Se non ci aiuti, anche il vostro figlio potrebbe morire. Non sappiamo cosa succederà contro Amon, e dobbiamo usare tutte le risorse a nostra disposizione per sopravvivere. Il Grail potrebbe essere l'arma più importante in nostro possesso, senza la quale l'intera nazione potrebbe crollare. >>
Continuò subito dopo, mentre la donna evitò il suo sguardo.

<< Comprendo le tue preoccupazioni, ma vuoi rischiare di sacrificare tutti noi per proteggere una sola persona che potrebbe comunque finire vittima della furia di quel mostro, quando potrebbe aiutarci a sconfiggerlo? >>
Ehra non gli rispose.
Singhiozzò, realizzando che nessuna delle due opzioni fosse qualcosa che avesse intenzione di fare.







Poi, crollò.
Il segreto che decise di tenere per tutto quel tempo, venne finalmente alla luce.

<< Jessica Rosefield. E' lei la ragazza in possesso del Grail. E' lei la figlia di Arthur. >>


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Fine del capitolo 13-9 e, con esso, di questo volume! Alla prossima con l'inizio del Volume 14, e il backstory di Jessica!

 

   
 
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