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Autore: Milkyna    29/04/2022    0 recensioni
Questo AU prende forma dopo gli avvenimenti del film. Cosmos, ex fidanzata di Discord, rapisce Fluttershy e obbliga le creature a lei più care ad un assurdo gioco che rischia di mettere a repentaglio la vita sul pianeta Equus. Il motivo? La gelosia verso la pegaso gialla, naturalmente!
Il personaggio di Cosmos appartiene ai fumetti di MLP.
Genere: Angst, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Discord, Fluttershy, Le sei protagoniste, Spike
Note: Movieverse, Soulmate!AU | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Aveva appena salutato Discord.

Quel pomeriggio aveva avuto un tea party con l’amico nel suo reame, ma subito dopo essere stata teletrasportata nel suo cottage, una strana forza magnetica l’aveva attratta all’interno della casetta, e senza alcun preavviso degli artigli azzurri, lucenti come l’argento più fino, l’avevano afferrata per intero. Cos’era? Un drago, un umbrum? Si era addormentata all’improvviso e stava sognando?

“Che delusione, la nuova prediletta di Discord è una specie di principessina dai capelli fluenti… Davvero sconcertante…”

Era una voce femminile, bassa e profonda come quella di Chrysalis, con un riverbero diverso, quasi demoniaco.

Fluttershy lottò per liberarsi da quella presa.

“Dimenati finché ti pare, farfallina, ora andiamo a trovare Discord, ti va?”

Corna di capra, curvate all’indietro. Il volto di un feroce felino tigrato, gli occhi guizzanti da predatore. Il cappuccio del cobra, gli artigli del rapace, le costole segnate dalle stesse zebrature del volto, gli zoccoli equini e la coda lunga e forte come una frusta. A vederla, Cosmos poteva essere scambiata per un altro esemplare di draconequus, ma non era così. Non era originaria di Equus, il pianeta di Equestria, era un’aliena, una Cosmica.

Ora i suoi denti da squalo erano ben in mostra, sottolineati da un sorriso crudele, mentre esibiva Fluttershy in una gabbia da canarini.

“Come stai, tesoruccio? Ti sono mancata? Direi di no, a giudicare dall’usignola contenuta in questa gabbia…”

Il tono di Cosmos era virato velocemente dalla dolcezza mielosa a una sotterranea minaccia, come se avesse voluto uccidere Fluttershy immediatamente.

“Pensavo di non rivederti mai più…” ringhiò Discord, cupo.

Cosmos rise, chiudendosi la bocca con la zampa, e le sue pupille verticali si focalizzarono su di lui con un’espressione folle.

“Pensavi male, sciocchino. Per essere lo Spirito del Caos e della Disarmonia sei piuttosto prevedibile…”

Il suo atteggiamento divertito cambiò all’improvviso, e la demone artigliò Fluttershy, facendola uscire dalla gabbia per uccelli. Quest’ultima cadde con un fragore metallico spaventoso e si dissolse in una nuvoletta rosa.

Cosmos aveva puntato un artiglio alla giugulare della pony, e questa sudava freddo.

“Dimmi, che cos’ha questa sgualdrinella che io non ho? Forse qualche decina di migliaia di anni in meno? O sono forse i crini lucenti? O ti sei stancato delle bellezze ribelli e ti sei dato alle principessine tutte composte e gentili?”

Discord non sapeva assolutamente che cosa ribattere, Cosmos era forse l’unico essere in tutto l’Universo capace di rubargli parole e pensieri.

Una cosa, però, era certa: lei era vile, senza freni, ed avrebbe ucciso Fluttershy se l’avesse lasciata fare.

Con uno schiocco di dita, quindi, fece apparire un vassoio con una teiera di fine porcellana decorata e un paio di tazzine.

“Latte di ranuncolo. Ti ricordi? Era il tuo preferito, qui su Equus…”

Quel semplice gesto fece andare l’essere cosmico in brodo di giuggiole: smise di essere ostile e cambiò atteggiamento una terza volta, legandosi Fluttershy alla zampa destra con una pesante palla di piombo. Sul suo volto ora c’era la stessa gioia di Pinkie Pie alle feste di compleanno.

“Te ne sei ricordato, che sollievo!”

“E’ passato solo un millennio, mica un milione di anni!”

Cosmos ridacchiò come una puledrina alla prima cotta.

Discord si passò la coda sulla fronte, pulendola dal sudore che aveva cominciato ad imperlarla, dopodiché decise di agire mentre la sua ex fidanzata era impegnata a bere il latte. Con la punta della coda, aprì un piccolo squarcio dimensionale e fece schioccare tra di loro le punte irregolari della stessa, come fossero dita.

“Mi stai ascoltando, tesoro? Ti stavo raccontando di quando ho staccato la testa a quell’alieno del pianeta Xesos…”

“S-Sì, molto interessante, cara…”

“Davvero? E dire che il cosmo è così dannatamente banale… Solo sassi, polveri e alieni stupidi! Uffa!”

Ora Cosmos appariva una puledrina di dieci anni costretta a una razione extra di compiti a casa…

“Passami la torta sul davanzale, Spike!”

Il drago diciassettenne aveva trascorso il pomeriggio a casa della giumenta bionda, ad aiutarla in mansioni quali dar da mangiare ai maiali e impastare con lei i dolci. Gli piacevano quelle mansioni, si rilassava e aveva modo di gustare l’ottima cucina degli Apple.

Spike stava quasi per agguantarla, quando questa si mise a parlare:

“Non c’è tempo per cucinare, bisogna andare!”

“Er… Aj, da quando sei capace di far parlare le tue torte?” esclamò il drago, sgomento.

“Grazie per il complimento, Spike, ma ora passami la torta per favore, devo decorarla!” gli urlò la giumenta dalla dispensa appena fuori dalla cucina. Non aveva sentito nulla.

La torta si mise a saltellare, proprio mentre Applejack rientrava in cucina.

La cowgirl e la sua creazione rimasero immobili, una di fianco all’altra.

Poi la torta aprì la sua grande bocca, e risucchiò i due amici in un vortice potente, che fece cadere per terra qualche pentolino appeso ad asciugare.

“Applejack! Spike! Va tutto bene in cucina?” urlò Granny Smith dal salotto.

Nessuna risposta.

Pinkie Pie era andata nel Nostro Villaggio ad animare una festa assieme a Party Favor.

“Miss Pinkie, io vorrei un dromedario!”

“Va benissimo, Flaky, ma chiamami solo Pinkie!”

La giumenta rosa aveva afferrato un palloncino rosso dalla forma allungata, ci aveva soffiato dentro e aveva armeggiato fino a formare la caratteristica gobba sulla schiena. La piccola puledra era felicissima.

“Sei bravissima, un talento puro!” l’aveva omaggiata Party, facendola arrossire.

“Anche tu non sei male!” aveva risposto lei, con un occhiolino.

“Ma che carini! Basta con i convenevoli, dirigetevi subito a Chaosville!” urlò la pompetta per gonfiare i palloncini, rimbalzando da una parte all’altra del pavimento del locale dov’era in corso la festa.

“Wow, siete anche dei maghi!” esclamò Hoofy Cuddles, un piccolo unicorno.

“Non siamo stati noi!” gli rispose Party Favor, poco prima di essere inalato, assieme all’amica, dalla pompetta.

Nel frattempo, Rainbow Dash stava discutendo con i draghi delle Terre omonime.

“Non competerò con chi non può neppure tuffarsi nella lava senza finire arrosto!” sbuffò Garble, snobbando la pegaso.

“Oh, quindi i draghi fanno così quando hanno paura? Voltano le spalle e incrociano le braccia?” lo canzonò Rainbow, sorridendo sorniona.

Toccare l’ego smisurato di Garble era il modo migliore di ottenere la sua attenzione.

“Due giri della morte. Vediamo chi li fa più in fretta!” sibilò il rettile.

“Contaci!”

Proprio mentre stavano per mettersi in posizione di partenza, una rupe rocciosa si animò, assumendo occhi e bocca mostruosi.

“GRUOOOOH! RAINBOW DASH! E TU, SALAMANDRA ROSSA! ANDATE A CHAOSVILLE!”

“Salamandra a chi?!” si offese Garble.

“Ma chi è questo mostro?”

Rainbow e Garble provarono a scappare dalla rupe in movimento, ma fu impossibile, e questa se li divorò in un sol boccone. Gli amici del drago rosso rimasero immobili, attoniti, finché Clump non irruppe in una domanda:

“Quello non è un altro cugino di Crackle, vero?”

Rarity era andata a trovare la sua amica Strawberry Sunrise.

La sarta era brava anche nella cura personale, per cui aveva lavato i capelli della pegaso e li stava risciacquando accuratamente.

“Sul serio, Rare, non capisco come tu faccia ad andare d’accordo con quella villana. Parla sempre senza ragionare!”

Si stava rivolgendo ad Applejack, con la quale aveva avuto uno screzio su mele e fragole.

“Oh, Applejack è meglio di quanto possa sembrare. Certo, la sua onestà alcune volte passa per maleducazione, ma è una brava ragazza.”

“Ah.” mormorò Strawberry, con una smorfia di fastidio.

La pegaso chiuse gli occhi per rilassarsi, quando il pettine rosa posto sulla mensola della specchiera prese la forma della cowgirl nominata in miniatura.

“Ehi, Rarity! E tu, smorfiosa riccioluta! C’è un emergenza, seguitemi!”

“Co-Co-Cosa?” borbottò Rarity, con il labbro tremulo.

“Sei venuta qui a tormentarmi?” s’irritò la pegaso, senza considerare il fatto che quella Applejack fosse grande quanto un Breezie.

“Sì!” rispose la falsa Applejack, prima di trasformare Rarity e Strawberry in mele con un tocco del suo minuscolo zoccolo. Fatto ciò, prese le dimensioni reali della cowgirl e si mangiò le mele in un sol boccone.

Twilight Sparkle si era recata a Hippogriffia assieme a Princess Celestia e Princess Luna, in visita a Queen Novo, vecchia amica della principessa solare.

Mentre le due sorelle stavano parlando con la sovrana degli Ippogrifi, la corona sulla testa di Twilight si animò all’improvviso.

“EHI! TESTA DI SECCHIONA! E’ ORA DI ANDARE!”

“Eh?!”

La voce, aspra e sgraziata, era risuonata nell’elegante stanza del castello, ma quando le tre sovrane si erano voltate verso l’alicorno lilla la corona non era più animata. Queen Novo, fra l’altro, osservava la ragazza con un cipiglio severo. Ancora non l’aveva del tutto perdonata per aver tentato di rubare la sua perla magica.

“Ehm… scusate.” disse soltanto, prima di correre in un’altra stanza. Celestia, Luna e Novo si guardarono senza capire.

Twilight, nel frattempo, stava cercando di togliersi la corona senza riuscirci.

“Ma che scherzo è?” si domandava.

“Non è uno scherzo, stupida, è un’emergenza!”

“Gnnnnn!”

Twilight tirava, ma la corona sembrava attaccata con la colla più forte di tutto il mondo.

“Uhm… Twilight? Sei tu?”

“Skystar! Potresti aiutarmi a togliermi la corona, per favore?”

“Ma certo!”

L’Ippogrifo color crema si mise a tirare anche lei con energia, ma senza successo.

“Urgh! Ma perché non si toglie?”

“Iiih!”

“AAAAH!”

Le due principesse vennero entrambe risucchiate dal vortice creato all’interno della corona. Quando queste furono scomparse, il turbine emise un rutto e la corona restò inerme sul pavimento di alabastro.

“Twilight?”

Celestia era entrata nell’arioso salone, ma aveva trovato solo il suo regale gioiello.

Lo raccolse, guardando sua sorella con aria preoccupata.

Quando Applejack riaprì gli occhi, una forte fitta alla testa le diede la nausea.

“Ouh…”

Si toccò la fronte, notando qualcosa di insolito…

Non era un foruncolo, né un bernoccolo… Era un corno!

La cowgirl entrò nel panico e cacciò un urlo.

“Ma che fieno!”

“Non urlare, è già tutto così spaventoso!”

“Huh?!”

Accanto a lei, c’era Pinkie, con la criniera stranamente allisciata. Aveva i lacrimoni agli occhi e la guardava come se fosse sul punto di avere una crisi di nervi.

“Pinkie! Dove siamo?”

“Rarity! Sei tu?”

“No, Spike, sono Applejack!” rispose istintivamente la giumenta arancione, colpita da quella strana domanda. La risposta stava nella sua voce, modulata e zuccherina come quella della sarta.

Allungò gli arti superiori e vide che erano grigio perla.

La realizzazione la gettò nel panico.

Si era trasformata in Rarity! Che ne era stato di quella vera? Doveva scoprirlo.

Cominciò così a chiamarla a gran voce:

“RARITY! RARITY! RARITY, DOVE SEI?”

“Qui, Applejack! Nei tuoi panni!” le aveva risposto la ragazza, che effettivamente aveva le sembianze di Applejack, solo con i caratteristici riccioli dell’unicorno e gli occhi color zaffiro.

Quanto alla vera Aj, aveva l’aspetto di Rarity con i capelli raccolti in una coda liscia, e gli occhi smeraldo.

Spike guardava entrambe le giumente, sconcertato.

Una aveva l’aspetto della pony dei suoi sogni, ma l’anima di Applejack, l’altra il contrario.

“Ma si può sapere cosa sta succedendo?” domandò ancora la ragazza delle mele.

“Questo vorrei saperlo anch’io! Perché siamo in questo strano spazio fluttuante e perché Rarity ha il tuo sgradevole aspetto?” ringhiò Strawberry Sunrise, per nulla spaventata da quella situazione anomala.

“Sono io quello con l’aspetto sgradevole!” proruppe una voce irritata. Apparteneva ad un pegaso mai visto prima, rosso scuro con il ventre giallo chiaro, i crini arancioni in piedi, alcune penne delle ali color giallo scuro, gli occhi con la sclera giallina, le iridi viola e alcune lentiggini rosate.

“Tu chi sei?” gli domandò Rarity.

“Err- E’ Garble!”

La voce, ben conosciuta, apparteneva ad una dragonessa dall’aria fiera e il fisico snello, dalle squame color del cielo e l’inconfondibile cresta d’arcobaleno.

“R-Rainbow?!”

Erano tutti increduli. Cosa stava succedendo?

“Dov’è finita Twilight? E Party? Perché oggi gira tutto male?”

Pinkie stava versando fiumi di lacrime, e in quel momento apparvero sia Discord che Cosmos, la quale teneva Fluttershy nuovamente in gabbia.

Dalle gole degli amici emersero rantoli di orrore.

“Fluttershy!”

“Brutto mostro!”

“Discord, vuoi spiegarci?”

A quel punto, Cosmos si tramutò in fenice e propagò una potente ondata di fuoco nell’aria, cosa che fece ammutolire tutti i presenti.

“SILENZIO! Creature patetiche e chiassose! Vi trovate a Chaosville, il vicinato di questo essere altrettanto patetico! Adesso giochiamo un po’, vi va? Scombino un po’ le carte nel vostro noiosissimo pianeta e se alla fine riuscirete a ritrovarvi vi ricompenserò facendovi fare da damigelle al mio matrimonio con Discord! Che ne dite, proposta divertente, eh?”

Nessuno osò fiatare ulteriormente. Ci sarebbe stato il tempo delle spiegazioni, ma non lì e non in quel momento.

Fluttershy era intrappolata, e Discord era impossibilitato a ribellarsi, pena l’uccisione della sua migliore amica.

Non si sapeva che fine avesse fatto Twilight, e anche la principessa Skystar era dispersa.

Era una situazione disperata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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