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Autore: mikchan    02/05/2022    2 recensioni
Lan WangJi affronta la sua punizione e ricorda.
Trentatré colpi. Per la sua setta erano il prezzo da pagare per gli uomini che aveva ferito. Per Lan WangJi rappresentavano i ricordi di una vita e i rimpianti che custodiva nel cuore. Un colpo per ogni momento felice, un colpo per ogni momento in cui avrebbe potuto cambiare le cose. Un colpo per ogni volta che aveva esitato, per ogni volta che si era fatto frenare dal suo orgoglio, dalla sua visione limitata della realtà, dalle sue convinzioni. Un colpo per ogni volta che si era lasciato scappare dalla punta delle dita la possibilità di salvarlo.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Halp, sono caduta in un nuovo fandom!
Premesse necessarie:
-la storia riprende sia la novel, che il drama che alcuni elementi dell'anime. Ho fatto un po' un mix degli elementi che più mi sono piaciuti o che mi servivano a seconda delle scene.
-ho letto la novel in inglese e visto il drama/anime sottotitolato in inglese, quindi non ho idea di quali siano i nomi in italiano dei vari luoghi. Alcuni li ho tradotti un po' alla lettera, altri li ho lasciati in inglese perché la versione italiana faceva abbastanza ridere. Se non si capisce qualcosa fatemi sapere! Also, dei pochi dialoghi alcuni sono presi dal drama, altri sono di mia invenzione.
-ho indicato la coppia nelle note, ma in realtà l'intera fic è dal punto di Lan WangJi. Inizialmente doveva essere un qualcosa più generale, poi mi sono lasciata prendere la mano ed è diventato un retelling dal suo punto di vista. Ops...
-come dicevo sopra, la storia è dal punto di vista di WangJi e mi rendo conto che alcuni punti possano sembrare un po' OOC, ma penso siano giustificati perché siamo abituati a vederlo solo dall'esterno, senza molti spunti su cosa possa veramente passargli per la testa. Questa è la mia versione dei fatti, spero di essere stata il più fedele possibile al personaggio e al suo sviluppo.
-l'aspetto della punizione è inserito solo per dare un ritmo alla storia, non c'è niente di grafico
-disponibile una traduzione in inglese (by me lol)  HERE
-preparate un fazzolettino, sorry...

TRENTATRE FRUSTATE, TRENTATRE RICORDI, TRENTATRE RIMPIANTI

Lan WangJi si era chiesto spesso, nei mesi passati, qual era stato il punto di non ritorno. Quali erano stati gli errori, da parte di tutti? Cosa avrebbero potuto fare per evitare il peggio? E, soprattutto, cosa avrebbe dovuto fare lui per evitare di perdere una delle persone più importanti della sua vita?

C'erano probabilmente mille risposte, mille diversi modi in cui avrebbe potuto cambiare il corso della storia. Ma era facile, col senno di poi, pensare a quali parole avrebbe potuto dire per evitare di vedere la tragedia svolgersi di fronte ai suoi occhi impotenti.

Meno facile era sapere di dover convivere con sé stesso e con il proprio senso di colpa, con la consapevolezza di non avere fatto abbastanza, di non essere stato abbastanza. Con la consapevolezza di essere stato, volente o meno, complice.

Zio, ti prego. Ripensaci”.

La voce spezzata di suo fratello lo riscosse dai suoi pensieri. Era inginocchiato nel cortile principale di Cloud Recesses, le mani sulle cosce e la schiena nuda e rigida. Aveva perso il conto di quanto tempo fosse passato da quando era stato trascinato via dai Burial Mounds e costretto a lasciarsi alle spalle un Wei Wuxian ferito nel corpo e nell'anima. Aveva lottato con tutto sé stesso, incurante del fatto che i suoi contendenti fossero parte della sua stessa setta, ma non era stato abbastanza.

Aveva anche perso il conto del tempo che aveva passato nella tradizionale posizione di penitenza di fronte a suo zio e al consiglio dei Saggi Lan, impegnati in un'animata discussione su quanto fosse stato una delusione, su come si fosse lasciato trascinare dal nemico, su come avesse violato un numero inimmaginabile di regole. A WangJi non importava delle loro opinioni, non quando quelle regole su cui aveva forgiato la sua vita non gli avevano impedito di fare degli sbagli. Aveva imparato a sue spese, dopotutto, che la realtà non è bianca o nera e che non basta affidarsi solo a dei rigidi dettami per evitare di perdere la retta via.

Gli importava però dell'opinione di suo fratello, che mai aveva visto indossare un'espressione tanto addolorata e spaventata. Una parte non ancora distrutta del suo cuore si strinse in una morsa nel realizzare che il suo Xiongzhang, la sua ancora, il suo unico confessore stesse piangendo per lui.

Lan Qiren sembrò non sentire nemmeno la supplica del nipote, lo sguardo fisso sul più giovane. C'era rabbia, nella sua espressione, una rabbia che WangJi non aveva mai visto diretta a lui e non poté fare a meno di rabbrividire. Era stato davvero una delusione, per tutti.

Ti penti, WangJi?”.

WangJi non rispose. Non ce n'era bisogno, il suo sguardo per una volta parlava abbastanza per lui. No, non si sarebbe pentito. No, non avrebbe rinnegato l'unica cosa giusta che aveva fatto nei mesi, forse negli anni precedenti. No, non avrebbe mai più tradito i suoi stessi sentimenti.

Trentatré frustate. Una per ogni discepolo Lan che hai ferito stasera”.

Zio, ti prego!”.

Ti penti, WangJi?”.

Silenzio. WangJi chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Era pronto a qualunque punizione, non si sarebbe tirato indietro di fronte alle proprie responsabilità. Allo stesso modo, non aveva alcuna intenzione di mentire. No, non si sarebbe pentito.

Molto bene. Iniziate”.

WangJi prese un altro respiro, concentrandosi sulla propria energia spirituale e iniziando a meditare. Sapeva che non avrebbe retto a lungo, ma aveva tutte le intenzioni di resistere il più possibile.

Trentatré colpi. Per la sua setta erano il prezzo da pagare per gli uomini che aveva ferito. Per Lan WangJi rappresentavano i ricordi di una vita e i rimpianti che custodiva nel cuore. Un colpo per ogni momento felice, un colpo per ogni momento in cui avrebbe potuto cambiare le cose. Un colpo per ogni volta che aveva esitato, per ogni volta che si era fatto frenare dal suo orgoglio, dalla sua visione limitata della realtà, dalle sue convinzioni. Un colpo per ogni volta che si era lasciato scappare dalla punta delle dita la possibilità di salvarlo.

Uno”.

Il loro primo incontro. Come poteva dimenticare quel momento, come poteva dimenticare quello strano sfarfallio che il suo cuore aveva fatto quando aveva sentito per la prima volta la risata cristallina di Wei Wuxian? Ricordava come se fosse ieri la confusione di fronte a quelle emozioni così strane. Irritazione, un pochino di rabbia forse per tale noncuranza delle regole, decisamente un pizzico di curiosità -come poteva esistere una persona così libera, senza catene, così tremendamente diversa da tutto ciò che aveva sempre ritenuto corretto?

Malgrado il dolore acuto che si dilagava lungo tutta la schiena al primo colpo, WangJi si ritrovò a sorridere.

Due.

Se doveva essere sincero con sé stesso, ma mai lo avrebbe ammesso ad alta voce, quei primi mesi passati tra il desiderio di ignorare quell'insopportabile ragazzino e la curiosità di scoprire cosa significassero quelle emozioni che le sue risate gli procuravano erano stati senza paragoni i momenti più felici della sua vita. Non che non fosse stato felice prima, amava suo fratello con tutto il suo cuore e rispettava suo zio con riverenza, ma per la prima volta in sedici anni di vita aveva aperto gli occhi su qualcosa di diverso e di tremendamente affascinante.

Che trovasse affascinante la libertà di Wei Wuxian o Wei Wuxian stesso, beh quello era un dettaglio che non aveva intenzione di rivelare.

Tre.

Zio!”.

La voce di suo fratello gli fece aprire appena le palpebre e un altro ricordo si sovrappose al dolore della frusta spirituale che era stata scelta come oggetto per la sua punizione. Lan Xichen era sempre stata l'unica persona in grado di leggere davvero le sue espressioni, in grado di capire cosa voleva dire anche quando non riusciva a trovare le parole per esprimersi. Ed era stato il primo -e forse l'unico- ad accorgersi delle occhiate che sempre più spesso WangJi si trovava a lanciare a Wei Wuxian e alla sua cerchia di amici.

In un primo momento aveva provato solo fastidio nel vederli ridere senza restrizioni, così incuranti delle regole del luogo che li stava ospitando. Ma era bastata una frase -”se vuoi puoi unirti a loro, WangJi. Sono sicuro che a Wei Wuxian farebbe piacere”- per mettere in dubbio quella certezza.

E forse avrebbe dovuto ascoltare quel consiglio, forse avrebbe dovuto mettere da parte il suo orgoglio. Cosa sarebbe cambiato se fossero diventati davvero amici?

Quattro.

La missione alla città di Caiyi e la successiva scoperta del Waterborne Abyss era stata la prima vera occasione in cui aveva assistito alle capacità di Wei Wuxian come cultore. Il suo modo di pensare e di agire andava contro tutto quello che Lan WangJi aveva sempre studiato, eppure le sue azioni erano efficaci e svelte. Per la prima volta WangJi era arrivato a chiedersi se non ci fosse davvero altro, al di fuori degli insegnamenti della sua setta, non per forza qualcosa di migliore, ma forse qualcosa di diverso.

Quell'esperienza era stata anche l'occasione per vedere con i suoi quella che Jiang Wanyin definiva “la stupida necessità di fare l'eroe” del fratello. Si era buttato senza esitazioni per salvare un discepolo che nemmeno conosceva. Non aveva pensato alle regole, o a quale sarebbe potuta essere la soluzione migliore, aveva solamente pensato a salvare una vita.

All'epoca aveva negato qualunque tipo di amicizia, ma se fosse potuto tornare indietro avrebbe afferrato quella mano senza esitazioni.

Cinque.

Col senno di poi, WangJi si era chiesto spesso quando esattamente la sua opinione su Wei Wuxian fosse cambiata. Dopo interminabili notti passate a rimuginarci sopra, era arrivato alla conclusione che non c'era mai stato nulla da cambiare. Quella che all'inizio era stata irritazione per un comportamento sregolato era stata presto sovrastata dall'innegabile curiosità di scoprire fino a che punto quel discepolo era disposto ad arrivare.

Passare dai pensieri all'azione era stato molto più facile di quanto si fosse immaginato. Si stupiva ancora di quanto poco avesse pensato alle regole quando aveva accettato di bere con Wei Wuxian, ritrovandosi la mattina seguente a chiedersi se per caso non fosse impazzito. Accettare la punizione corporale era stato altrettanto facile, venire a patti con il perché si fosse trovato in una tale situazione un po' meno. Dover accettare di avere agito nel pieno delle sue facoltà mentali -all'inizio, per lo meno-, consapevole delle conseguenze. Dover accettare di averlo fatto solo per soddisfare l'egoistico desiderio di poter vedere Wei Wuxian sorridere, semplicemente per quello.

E se il suo cuore aveva perso qualche battito quando si era accorto del fatto che Wei Wuxian fosse diventato Wei Ying, nella sua mente quanto sulla punta delle sue labbra, ancora una volta era un segreto che non aveva intenzione di rivelare a nessuno.

Sei.

Onestamente non sapeva cosa suo fratello avesse avuto in mente quando aveva consigliato a Wei Ying di raggiungerlo alla Pozza Ghiacciata. Non che a WangJi dispiacesse la sua compagnia, anche se non lo avrebbe mai ammesso.

E l'ultima cosa che si era aspettata da quel pomeriggio infinito era di essere trascinato in una grotta sotterranea e incontrare una dei pilastri della sua setta . C'erano state rivelazioni sorprendenti e spaventose ed era diventato chiaro che la loro vita sarebbe cambiata drasticamente nei mesi successivi.

Ma una parte della mente di WangJi non si era mai staccata dal fatto che il suo nastro -quel nastro sacro che rappresentava il controllo e che poteva essere toccato solo dai familiari più stretti- era rimasto avvolto per tutto il tempo al polso di Wei Ying. Consciamente sapeva che non aveva avuto altra scelta e che non significava nulla più della necessità di evitare che il giovane cultore venisse ucciso sotto i suoi occhi. Lo sapeva, eppure non era riuscito a non pensare a ciò che poteva implicare.

Quanto si pentiva di non essere stato sincero all'epoca.

Sette.

La tradizione di liberare nel cielo le lanterne era sempre stato uno dei suoi momenti preferiti. Quell'anno si era ritrovato a combattere con sé stesso e con i suoi desideri più profondi, consapevole che non sarebbero mai stati condivisi. Aveva osservato Wei Wuxian decorare la sua lanterna, aveva cercato di nascondere quanto avrebbe voluto osservarlo ridere così liberamente per sempre. Sapeva che non sarebbero durati molto, quei momenti insieme, e questo lo spaventava. Cosa avrebbe fatto della sua vita senza Wei Ying? Sarebbe mai riuscito a ritornare alla sua routine quotidiana sapendo che al di fuori esisteva un mondo così brillante?

Soffocando un gemito di dolore WangJi si chiese cosa sarebbe successo se fosse stato sincero fin da subito. Con sé stesso, con Wei Ying. Sarebbe cambiato qualcosa? Wei Ying si sarebbe fidato di lui? Sarebbe riuscito a fermare la catastrofe che si sarebbe compiuta negli anni successivi?

Otto.

I mesi seguenti erano un turbinio di ricordi confusi nella sua memoria. Wei Wuxian era stato cacciato da Cloud Recesses, il matrimonio della sorella era stato annullato e in qualche modo le relazioni tra le varie sette avevano iniziato a cambiare. Era ovvio che l'equilibrio che li teneva legati era molto delicato e nessuno era intenzionato a spezzarlo, consapevoli delle conseguenze che avrebbero dovuto affrontare.

Per quanto la situazione fosse fragile, Lan WangJi aveva gioito internamente all'annuncio dell'annuale Battuta di Caccia, organizzata per quell'anno dai Wen. Non aveva mai adorato quel tipo di incontri, preferendo cacciare in solitaria o in compagnia dei discepoli della sua setta. Eppure non era riuscito a nascondere l'eccitazione -agli occhi di suo fratello, per lo meno- e aveva dovuto richiamare a sé tutta la sua concentrazione per non rompere il suo controllo quando aveva sentito rimbombare la risata familiare di Wei Ying.

Di tutto si era aspettato da quell'incontro, tranne che il sentire il suo nastro sfilarsi dai suoi capelli e rimanere per la seconda volta tra le dita della stessa persona. Sapeva che era stato un incidente, sapeva che non significava nulla -era abbastanza certo che l'altro non ne conoscesse nemmeno il completo significato, per quanto potesse valere. Lo sapeva e solo grazie a uno sforzo inumano era riuscito a nascondere l'imbarazzo dietro alla rabbia. Aveva ignorato le parole confortevoli di suo fratello, stringendo con forza il nastro immacolato e cercando di convincere sé stesso -e il suo cuore- che non doveva farsi speranze. Non doveva e non poteva.

Nove.

Come anticipato dall'immortale Lan Yi la situazione era degenerata in fretta. Wen Rouhan aveva deciso di smetterla di nascondersi dietro alle apparenze e aveva dato sfogo a tutta la sua forza, travolgendo il mondo come un uragano. Uno dei primi obiettivi era stato proprio Cloud Recesses e se chiudeva gli occhi WangJi poteva ancora vedere le fiamme avvolgere i luoghi che aveva sempre considerato la propria casa. La crudeltà dei Wen aveva distrutto edifici e vite, lasciandosi alle spalle desolazione e dolore.

Uno dei molti rimpianti di WangJi legato proprio alla distruzioni della sua setta. Non era stato abbastanza forte per salvarla, non era stato abbastanza svelto per evitare che tutto potesse prendere fuoco. Non era riuscito ad evitare che suo padre e suo zio, insieme a centinaia di discepoli, finissero coinvolti e aveva dovuto accettare la scomparsa di suo fratello.

Per la prima volta da mesi Lan WangJi aveva rilegato Wei Ying e i suoi sentimenti in un angolo, concentrandosi solo sul cercare di salvare il più possibile. Poco importava se doveva combattere con una gamba rotta, non avrebbe permesso ulteriori perdite.

Dieci.

Per questo motivo non aveva protestato quando i Wen avevano ordinato a ogni setta di mandare dei discepoli per “indottrinarli”. Aveva indossato la sua solita maschera di ghiaccio per coprire il turbinio di emozioni che si portava nel petto e si era presentato al cospetto di Wen Chao.

L'emozione di rivedere Wei Ying, malgrado i disastrosi eventi dei mesi precedenti, non era stata così travolgente, quanto più un balsamo che aveva calmato il suo spirito. Era stato l'unico a chiedergli come stesse, l'unico a interessarsi del destino della sua setta, l'unico a preoccuparsi del suo benessere. Lan WangJi non aveva trovato le parole per mostrare quanto fosse grato di quelle attenzioni e come al suo solito si era rinchiuso nel suo guscio. Non era mai stato così infuriato per la sua incapacità di dire un semplice “grazie” quando necessario.

Undici.

Se WangJi non era in grado di esprimersi a parole, poteva farlo utilizzando i gesti. Non si era tirato indietro nel raggiungere Wei Ying per distrarre quell'enorme tartaruga assassina e non si era pentito di essere rimasto incastrato in quella grotta insieme a lui. Certo, forse sarebbe sopravvissuto anche senza le continue battute del suo compagno, ma per lo meno aveva qualcosa che lo poteva distrarre dal dolore sordo alla gamba.

In quella cava aveva avuto l'occasione di lasciare cadere un pezzo della sua maschera, ingoiando qualunque imbarazzo e ritrovandosi a piangere. Poteva contare sulla punta delle dita le volte in cui si era lasciato travolgere dalle emozioni, ma in quel momento, in una situazione di vita e di morte e in compagnia della persona che era stata l'artefice di tante di quelle stesse emozioni, aveva sfogato tutte le sue lacrime. Lacrime per la sua setta e la sua famiglia, lacrime per suo padre, la cui morte aveva pesato più di quanto avesse potuto immaginare malgrado il loro rapporto così lontano. Lacrime per quella situazione ingiusta e crudele che stava trascinando l'intero mondo in una guerra. Lacrime per quei sentimenti che palesemente non erano condivisi e che non poteva fare altro se non sotterrare nel suo cuore.

Dodici.

Lan WangJi aveva composto WangXian poche settimane dopo aver conosciuto Wei Ying. Non aveva ben chiaro in mente quando quella melodia aveva preso vita, ma era stato decisamente il momento catartico grazie al quale aveva realizzato e accettato i suoi sentimenti.

Dopo avere ucciso la tartaruga si era ritrovato tra le braccia un Wei Ying ferito e debole, in una condizione ben peggiore di quanto avesse immaginato. Non sapeva quanto tempo avrebbero potuto resistere così, con le loro energie spirituali ormai al minimo e poteva solo sperare che Jiang Wanyin stesse tornando con i rinforzi. Non poteva fare molto per aiutare l'altro e quando si era trovato di fronte a quella richiesta -”cantami qualcosa, Lan Zhan”- non aveva esitato un attimo.

Tredici.

Anche se era vietato spettegolare a Cloud Recesses, notizie del mondo esterno arrivavano a Gusu con estrema facilità. Era venuto a conoscenza dell'attacco a Lotus Pier, della morte del leader Jiang e della scomparsa di Wei Ying e di Jiang Wanyin. Aveva sperato con tutto il cuore che si fossero salvati entrambi e che fossero nascosti da qualche parte.

Lan WangJi strinse i pugni sulle cosce all'ennesimo colpo, aggrottando le sopracciglia nello sforzo di mantenere il controllo sulla sua concentrazione. Il dolore fisico era nulla al confronto di quello che aveva provato quando erano arrivate voci che Wei Wuxian era scomparso nel nulla. All'epoca aveva seguito Jiang Wanyin senza esitazioni, consapevole che era l'unica persona altrettanto interessata a ritrovare Wei Ying, possibilmente vivo.

Non era proprio un'alleanza, non erano amici, ma avevano lo stesso obiettivo. WangJi non aveva potuto fare a meno di domandarsi cosa fosse successo tra i due fratelli per portare Jiang Wanyin a voltare le spalle solo qualche mese dopo. Era stato così disperato in quella missione di salvataggio, come aveva potuto abbandonarlo?

Quattordici.

Durante quei tre mesi le preparazioni per la cosiddetta “Sunshot Campaign” avevano tenuto WangJi abbastanza impegnato da non perdere la ragione. Tre mesi di paura e agitazione, tre mesi in cui i suoi pensieri erano costantemente divisi tra la volontà di aiutare la sua setta e la disperata necessità di ritrovare Wei Ying.

Jiang Wanyin non era la compagnia migliore -non che WangJi fosse l'uomo più divertente sulla terra, quindi non aveva nulla di cui potersi lamentare- ma era efficiente e scaltro. E soprattutto conosceva Wei Ying. “Mio fratello è un idiota, ma non sparirebbe mai così senza motivo”. WangJi non sapeva perché fosse così ostinato, ma era segretamente grato della sua testardaggine. Era quello che gli serviva per mantenere viva la speranza.

Di nuovo, malgrado avesse avuto poche alternative in quella situazione, Lan WangJi si era chiesto spesso cosa avrebbe potuto fare per evitare quello sviluppo di eventi. Ma come avrebbe potuto abbandonare la sua setta nel momento del bisogno? Come avrebbe potuto salvare entrambi? Erano domande a cui non avrebbe mai trovato risposta.

Quindici.

Realizzare che Wei Ying era vivo era stata una ventata di sollievo e una secchiata d'acqua fredda allo stesso tempo. Era chiaro che fosse successo qualcosa e non solo per quanto sembrasse più flebile in quegli abiti scuri e nemmeno per le occhiaie scure. Il suo sguardo nascondeva qualcosa e anche la sua risata era diversa.

Uno degli insegnamenti fondamentali della sua setta era “non associarsi con il maligno” e Lan WangJi era cresciuto sentendosi ripetere che qualunque tipo di coltivazione che deviasse dall'energia spirituale e dalla spada fosse sbagliata. Nel disperato tentativo di dare un senso a quello che stava vedendo -la comparsa dei due ghoul, la tortura di Wen Chao e Wen Zhuliu e la strana foschia nera che comprimeva l'intera stanza- WangJi si ritrovò a realizzare che gli importava poco del fatto che quel tipo di coltivazione potesse essere sbagliata. L'unico pensiero che gli vorticava in mente era “Wei Ying sta bene?”.

Sedici.

Torna a Gusu con me”.

WangJi si lasciò scappare un gemito di dolore all'ennesimo colpo e al ricordo di quelle parole. Più di tutto aveva fatto male l'espressione arrabbiata e sospettosa di Wei Ying. WangJi aveva cercato di spiegarsi, aveva cercato di fargli capire quanto la strada che aveva scelto fosse pericolosa per il suo benessere. Non era mai stato bravo con le parole e in quel momento aveva odiato come la sua bocca non riuscisse a ripetere i suoi stessi pensieri. Voglio proteggerti. Non voglio che tu soffra. Voglio aiutarti. Ti amo.

E invece tutto quello che era riuscito ad articolare erano state quelle parole, che avevano avuto però l'effetto contrario. Wei Ying si era allontanato, disdegnando il suo aiuto e interpretando la sua offerta di aiuto come la sola volontà di seguire le regole alla lettera.

Mai come quel giorno WangJi aveva odiato la sua incapacità di esprimersi. Mai come quel giorno si era pentito di non essersi sforzato di più. Di nuovo, quanto sarebbe cambiato il futuro se fosse riuscito a fare capire a Wei Ying le sue vere intenzioni?

Diciassette.

Le settimane successive erano trascorse nell'euforia della preparazione per l'attacco finale. Aveva accolto il ritorno di suo fratello a braccia aperte, anche se aveva storto il naso di fronte alla presenza della misteriosa spia dentro a Nightless City. Era sempre più preoccupato per Wei Ying, ma non era nella situazione adatta per potergli dare tutte le attenzioni che avrebbe voluto.

Più di tutto, era preoccupato dei bisbigli che sentiva volare nell'accampamento. WangJi non era stato l'unico ad accorgersi che il suo nuovo tipo di coltivazione era fin troppo legato al risentimento. Il tabù che l'intero mondo dei cultori aveva sempre associato con quell'energia aveva portato molti a guardare con sospetto il giovane. Era strano, dopotutto, vedere un così tale talento abbandonare la strada corretta e nessuno -tanto meno WangJi- riusciva a capirne il motivo.

Spesso Lan WangJi lo aveva osservato da lontano, chiedendosi come molti il motivo per cui non utilizzasse più Suibian. Lo aveva osservato preoccupato ogni volta che notava una smorfia palesarsi sul suo volto, ogni volta che lo vedeva suonare Chenqing, ogni volta che il suo sguardo si perdeva nel vuoto, come se la sua mente fosse da qualche altra parte.

WangJi voleva aiutarlo, voleva sollevare quel peso dalle sue spalle, voleva dimostrargli di essere un suo alleato -un amico, addirittura- ma in nessun modo riusciva ad articolare quei pensieri in parole concrete.

Non aveva mai capito, nemmeno negli anni successivi, i motivi per i quali Wei Ying si fosse avvicinato a quel tipo di coltivazione. Lo aveva accettato in quanto parte della persona che amava, ma non era mai riuscito ad arrivare in fondo a quella verità. E forse quello era il motivo per il quale non era riuscito a salvarlo da sé stesso, alla fine.

Diciotto.

Wei Ying aveva mostrato le sue nuove abilità più di una volta prima della battaglia finale, assicurando a tutti di essere perfettamente in grado di gestire quei poteri. Solo all’ultimo momento, nel bel mezzo della battaglia finale a Nightless City, avevano tutti compreso il motivo di una tale sicurezza. C’era paura, forse un briciolo di curiosità negli occhi della folla che aveva osservato Wei Ying utilizzare un miserioso pezzo di pietra per sollevare un’armata di cadaveri viventi come loro improvvisi alleati. 

La battaglia era stata sanguinosa e lunga, ma l'unica preoccupazione di WangJi era stata quella di proteggere Wei Ying. Se non poteva aiutarlo a liberarsi da quel tipo di coltivazione, almeno avrebbe fatto di tutto per mantenerlo in vita. Era abbastanza, giusto?

Eppure, malgrado la vittoria, Lan WangJi non riusciva a togliersi quel gusto amaro dalla bocca. Erano cambiate così tante cose in pochi anni, così tanti erano morti. Cosa c'era da festeggiare? Ma poi aveva guardato Wei Ying, le labbra sporche di sangue piegate in un mezzo sorriso così simile a quello di cui si era innamorato, e aveva pensato che, forse, c'era ancora qualcosa per cui valeva la pena essere felici.

Diciannove.

WangJi aveva sempre cercato di evitare le occasioni ufficiali il più possibile, ma non aveva potuto sottrarsi dal banchetto preparato dopo la vittoria. Ripetendosi che era sbagliato parlare male degli altri aveva evitato di esprimere il suo dissenso di fronte all'improvviso coinvolgimento dei Jin, che avevano passato la battaglia il più lontano possibile dalle prime linee del fronte.

Seduto a fianco del fratello, il suo sguardo era stato fisso su Wei Wuxian per l'intera serata. Aveva seguito con crescente sconforto la discussione sul matrimonio tra Lady Jiang e Jin Zixuan -come se fosse qualcosa di cui parlare in una tale occasione!- e aveva osservato in silenzio l'uscita di scena di Wei Ying.

Il resto del banchetto l'aveva passato utilizzando tutto il suo controllo per evitare di alzarsi e seguirlo fuori da quella sala così opprimente. Cosa sarebbe successo se l'avesse fatto? Le cose sarebbero andate diversamente se fin dall'inizio avesse appoggiato Wei Ying, oppure era destino?

Venti.

Zio, ti prego. Basta”.

WangJi. Ti penti?”.

Di nuovo, silenzio. WangJi era fin troppo concentrato nell'evitare di crollare a terra per riuscire a rispondere, ma probabilmente non lo avrebbe fatto comunque. Con la schiena in fiamme e il cuore stretto in una morsa ancora più dolorosa, Lan WangJi rimase immobile, gli occhi chiusi e i pugni stretti sulle cosce.

Continuate”.

Un altro colpo, un altro ricordo.

Non ci era voluto molto a Lan Xichen per convincere WangJi a partecipare alla battuta di caccia a Phoenix Mountain. Nei mesi precedenti aveva pensato spesso a Wei Ying, ma con la ricostruzione di Cloud Recesses aveva avuto poche opportunità per viaggiare fino a Yunmeng.

Poterlo finalmente vedere, in sella al suo cavallo e a fianco del fratello, con quel perenne sorriso sulle labbra, era stato sufficiente per dimenticare tutti i motivi per i quali sarebbe voluto rimanere nelle sue stanze a meditare.

Avrebbe voluto dire che la distanza aveva acquietato i suoi sentimenti, ma era un discepolo del clan Lan e non poteva mentire. Non che fosse stato possibile, con il cuore che batteva all'impazzata e le dita strette intorno alle briglie del proprio cavallo. Se Lan Xichen si era accorto dei due respiri profondi che aveva dovuto prendere per evitare di cadere, fece sicuramente finta di non avere visto nulla.

Ventuno.

WangJi aveva spesso pensato a quella giornata. A tutto il dramma con i Jin, certo, ma soprattutto a Wei Ying. A come si era riempito di orgoglio quando aveva centrato i cinque bersagli in un solo colpo e bendato, così sicuro di sé, così simile al ragazzino del quale si era infatuato.

Per la prima volta -nella realtà, per lo meno, in quanto ciò che accadeva nei sogni era destinato a rimanere lì- WangJi era stato travolto dal desiderio. La sua setta aveva regole ben precise sulle relazioni, ma per qualche motivo quando Wei Ying era coinvolto nessuna di esse sembrava avere più molta importanza. WangJi avrebbe voluto dire di essere stato in pieno possesso delle sue facoltà mentali, ma la realtà era che quando lo aveva visto su quel tronco, i capelli svolazzanti e l'espressione serena come non la vedeva da anni, non era riuscito a trattenersi.

Il suo primo bacio. Non importava quanto dolore stesse provando in quel momento, il solo ricordo di quel momento fu sufficiente per scaldargli il cuore e allo stesso tempo stringerglielo in una morsa d'acciaio. Era stato un codardo, ne era consapevole. E di nuovo poteva solo passare ore a immaginare come avrebbe reagito Wei Ying se avesse avuto il coraggio di sfilargli quella benda dagli occhi.

WangJi dubitava che avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti, ma per una piccola parte voleva credere che le cose sarebbero andate diversamente se fosse stato sincero.

Ventidue.

Per quanto avesse sperato di evitarlo, WangJi non aveva potuto che osservare l'ennesima catastrofe accadere di fronte ai suoi occhi. Anche se ad essere onesti a quel punto non era più certo di essere impotente, quanto più di volerlo essere. Sapeva che il trattamento contro i Wen era sbagliato, sapeva che andava contro tutti i principi della sua setta, eppure era rimasto in silenzio. Complice.

Wei Ying era stato l'unico a comportarsi da vero cultore. Si era messo dalla parte dei più deboli e aveva combattuto per la giustizia. Ed era diventato il nemico. Anche dopo tutti quegli anni WangJi non riusciva a comprendere come il resto delle sette avesse potuto essere così cieco. Ma, alla fine, non lo era stato anche la sua? Non aveva lui stesso chiuso gli occhi e fatto finta di non vedere?

Wei Ying era stato così coraggioso e potente. E forse le sue modalità di richiedere dove fossero tenuti i Wen non erano state le più diplomatiche -ricordare a tutti di essere senza paragoni il più forte non era la via migliore per evitare spargimenti di sangue- ma di certo erano state le più oneste. Wei Ying lo era sempre stato, onesto. Con sé stesso, con gli altri. Così onesto nei confronti dei suoi valori, così affascinante nella sua testardaggine.

WangJi aveva desiderato avere il suo stesso coraggio.

Ventitré.

Non sapeva esattamente cosa fosse andato a fare fino al sentiero di Qiongqi. Voleva fermare Wei Ying? Voleva combattere contro di lui? Aveva davvero ucciso tutte quelle persone? Perché? Come? Perché aveva la sensazione di essere di fronte a un bivio? Perché il confine tra il giusto e lo sbagliato sembravano così confusi, ultimamente?

Sotto la pioggia scosciante il volto pallido di Wei Ying era sembrato ancora più spettrale. Ancora una volta, WangJi non era stato in grado di fargli capire quanto volesse proteggerlo. Ancora una volta, si era lasciato sfuggire tra le dita la possibilità di cambiare le cose.

Se te ne vai ora abbandonerai davvero gli insegnamenti classici e l'ortodossia. Non potrai più tornare indietro”.

L'ennesimo colpo si sovrappose al ricordo di quelle parole e WangJi non riuscì a trattenere un urlo. Con tutta sincerità, non avrebbe saputo decidere se il dolore più acuto fosse quello alla schiena o al suo interno.

Ventiquattro.

Partecipare alla conferenza il giorno successivo era stato difficile. Rimanere indifferente di fronte agli insulti gratuiti e alle bugie aveva richiesto tutto il suo controllo. Era ridicolo come quelle persone potessero cambiare nemico così facilmente, come se necessitassero semplicemente di qualcuno da biasimare per tutti i mali.

Aveva stretto tra le dita Bichen nel disperato tentativo di ricordare a sé stesso che le azioni, tanto quanto le parole, avevano conseguenze. E la sua posta in gioco non coinvolgeva solo sé stesso. Ma poi MianMian si era alzata, sola di fronte a quel gruppo di uomini senza scrupoli, e aveva cercato di farli ragionare. Non aveva funzionato, ovviamente, e WangJi aveva desiderato poterla affiancare, poter urlare al mondo fino a battere un po' di ragione in quelle teste vuote.

Ma WangJi non era libero di agire senza pensare. WangJi aveva la sua setta, la sua famiglia. Poteva lasciarsi tutto alle spalle e seguire il suo cuore? Sapeva, dentro di sé, qual era la scelta giusta, ma questo non la rendeva altrettanto facile.

Hanguang-jun”, lo aveva salutato la giovane donna appena fuori dalla sala, inchinandosi con rispetto. WangJi aveva ricambiato il saluto.

Se vuoi continuare a coltivare, la mia setta è pronta ad accoglierti”, le disse con sincerità. E sapeva che suo fratello non avrebbe avuto nulla da ridire.

Ti ringrazio, Hanguang-jun”.

Non c'era stato bisogno di altre parole. Non si conoscevano personalmente, ma entrambi avevano riconosciuto la verità dietro alle bugie. Era imbarazzante realizzare come i potenti stessero usando la stessa tattica, individuando un nemico comune e mettendolo alla gogna.

WangJi si era chiesto se tutto quello seguiva davvero gli insegnamenti della sua setta, se l'essere diversi poteva giustificare tutto quell'odio. Non era certo di volere ricevere una risposta a quella domanda.

Venticinque.

Non era stato facile ottenere il permesso di partecipare alla caccia a Yiling. Probabilmente suo zio lo avrebbe punito, ma ogni preoccupazione era scomparsa quando aveva sentito quella voce tra la folla.

Lan Zhan!”.

Oh, quanto era stato difficile mantenere un'espressione neutrale. Quanto avrebbe voluto dimenticare tutti gli insegnamenti, lasciarsi alle spalle tutte le responsabilità, ignorare la sua stessa famiglia. Quanto avrebbe voluto poter abbracciare Wei Ying in quel momento e fare finta che tutto quello che era successo negli anni precedenti fosse stato solo un sogno. WangJi non aveva mai desiderato qualcosa in quella maniera così travolgente e solo la presenza del bambino -Wen Yuan, la nuova fonte di tutti i suoi nuovi sogni in cui poteva avere una famiglia- era riuscita a tenere a bada quell'ondata di emozioni.

WangJi non sapeva quanto a lungo avrebbe resistito. Si era ripromesso di tenere nascosti i suoi sentimenti, aveva fatto di tutto per auto convincersi che quel bacio rubato era abbastanza, di non avere bisogno di altro. Ma rivedere Wei Ying dopo mesi, potersi perdere nella sua risata e farsi avvolgere dalla sua parlantina aveva messo in dubbio quella stessa promessa.

Ne era valsa la pena?

Ventisei.

WangJi aveva sentito molte storie sui Burial Mounds, su come erano stati creati e su quanto fossero pericolosi con tutto quel risentimento che nessuno riusciva a controllare. Si era chiesto come degli esseri umani potessero vivere in un tale luogo, in mezzo agli alberi morti e avvolti dagli strilli disperati di quelle anime che affollavano la montagna.

Solo quando aveva finalmente messo piede nel piccolo accampamento dei Wen si era reso conto di cosa significasse essere veramente disperati. E si era anche accorto che non c'era nessuna armata di morti viventi, ma solo vecchi, feriti e addirittura un bambino. Non si era mai sentito così male in tutta la sua vita come di fronte agli occhi spaventati di quelle persone inermi. Come poteva definirsi un cultore?

Quelle immagini si erano marchiate a sangue nella sua memoria e nulla, nemmeno la rabbia di suo zio o la punizione che aveva portato a termine, avrebbero potuto cancellarle dalla sua mente.

Per la prima volta WangJi aveva visto in prima persona come non esistesse solo il bianco e il nero nella realtà, come giusto e sbagliato fossero concetti che andavano al di là di semplici azioni. Si era trovato a combattere da un lato di quella battaglia senza nemmeno realizzare che stava aiutando a uccidere degli innocenti. E il fatto che non avesse il loro sangue sulle sue mani non lo rendeva meno complice.

Meritava quella punizione, ma per ragioni totalmente diverse da quelle di suo zio.

Ventisette

Wei Ying avrebbe adorato sua sorella. Quello era l'unico pensiero intorno al quale aveva deciso di concentrarsi. Jiang Yanli era una sposa radiosa ed era esattamente come Wei Ying avrebbe voluto vederla il giorno del suo matrimonio.

Avrebbe dovuto essere lì. Lui, più di chiunque altro tra quegli invitati, aveva il diritto di prendere per mano la sorella e gioire per quell'evento. Eppure non c'era, perché nessuno avrebbe mai invitato Wei Wuxian a un matrimonio, a prescindere dai legami di sangue.

Era tutto così ingiusto che Lan WangJi dovette nuovamente richiamare a sé tutta la sua concentrazione per non scoppiare a piangere. Come potevano quelle persone ridere, bere e mangiare nella stessa sala in cui avevano dichiarato guerra a uno di loro, solo pochi mesi prima? Come poteva Jiang Wanyin rimanere a fianco della sorella, come se il fratello non fosse seppellito in una montagna di morti e disperazione? Non si era mai sentito così impotente, malgrado tutto quello che era in grado di fare.

Era solo uno spettatore con le mani legate dietro la schiena e la bocca cucita. Non poteva parlare e non poteva muoversi. Quella punizione, quei colpi inesorabili che avevano reso la sua schiena un inferno di dolore, erano il risultato della sua scelta di non fare niente.

Ventotto.

Quando un messaggio dei Jin aveva annunciato la nascita di Jin Rulan e aveva invitato i Due Gemelli di Giada ai festeggiamenti, Lan WangJi aveva pensato nuovamente a Wei Ying. Nei mesi passati aveva cercato in mille modi di trovare una soluzione, un compromesso, ma nessuna di quelle idee era mai uscita dalle sue labbra. Non era più tornato ai Burial Mounds e si era rinchiuso a Cloud Recesses.

Ovviamente Wei Ying non era stato invitato, ma dallo sguardo della sorella, al momento dei saluti, aveva compreso di non essere l'unico a pensare che ci fosse qualcuno di importante che mancava a quella celebrazione.

Sarebbe finita così, si era chiesto sulla via di ritorno per Gusu. Wei Wuxian sarebbe sempre rimasto il nemico numero uno del mondo dei cultori? Non c'era margine di cambiamento, di dialogo? Non c'era davvero niente che si poteva fare?

Ventinove.

La risposta a quelle domande era arrivata solo qualche mese dopo, con una puntualità quasi sospettosa. Quale occasione migliore se non la celebrazione dei cento giorni di Jin Rulan per mettere in cattiva luce Wei Wuxian?

Ma Lan WangJi non pensava male delle persone, o per lo meno non lo faceva apertamente. Aveva ascoltato la descrizione dell'accaduto con sorpresa e incredulità, sforzandosi per non scoppiare a ridere di fronte alle bugie così palesi che i Jin stavano dipingendo. Eppure erano bugie così simili alla verità che nessuno le aveva messe in dubbio. Anche suo fratello, malgrado le sue suppliche -“Xiongzhang, ti prego...- si era unito alla massa. Avevano condannato Wei Ying, desiderosi di vendetta, senza sentire la sua versione dei fatti, senza farsi domande sul come o sul perché. Nessuno si era impegnato a fare finta che stessero davvero combattendo per una qualche sorta di giustizia.

E allora Lan WangJi si era chiesto quale fosse il suo limite. Fino a che punto sarebbe riuscito a rimanere a guardare?

Trenta.

Lan WangJi aveva ormai perso il controllo del suo corpo. Non era più inginocchiato composto, i colpi avevano piegato la sua posizione fino a farlo accasciare su sé stesso, i pugni ancora stretti sulle cosce. Il dolore era abbagliante e non era certo di quanto fosse più consapevole di ciò che lo circondava. Sentiva la voce secca di suo zio contare ogni numero senza esitazione, sentiva le suppliche di suo fratello, che in un momento durante la punizione era caduto in ginocchio a poca distanza da lui. Non percepiva nulla a parte il fuoco sulla sua schiena e la morsa intorno al suo cuore.

Si chiese se quello si avvicinasse al dolore che Wei Ying aveva provato nel realizzare che i Wen si erano sacrificati per lui -un sacrificio inutile, perché tutti sapevano che non si sarebbero fermati a loro. Si chiese se si era sentito altrettanto impotente e altrettanto sconvolto.

Lan WangJi non aveva nient'altro se non quel dolore e il ricordo dell'uomo che aveva amato con tutto sé stesso. Urlò di nuovo, perdendo il respiro al pensiero che non avrebbe mai più potuto vederlo.

Trentuno.

Lan WangJi riteneva ridicolo come le maggiori sette si fossero ritrovate di nuovo a Nightless City per celebrare la loro vittoria. Era qualcosa di cui essere fieri, l'avere ucciso degli innocenti? Era qualcosa da celebrare, la fine di un intero clan? Era questo, che li rendeva speciali?

Qualunque domanda si era persa nell'aria quando si era trovato faccia a faccia con Wei Wuxian, uno scontro che nessuno dei due avrebbe mai voluto prendesse piede. E se WangJi voleva solo porre fine a quella pazzia e trovare una soluzione razionale, era diventato presto evidente che nessuno fosse disposto ad accettare una fine pacifica.

Con la mente offuscata dal dolore, WangJi si chiese quale fosse stato il vero punto di non ritorno. La morte della sorella, decisamente, ma c'era stato qualcos'altro che aveva scosso Wei Ying al punto da perdere il controllo.

WangJi aveva fatto appena in tempo a salvarlo dalle orde di cadaveri viventi che sembravano più interessate a riversare il proprio risentimento contro la persona che li aveva richiamati in vita. Con l'ultimo briciolo di forza e lucidità aveva preso l'unica decisione di cui non si sarebbe mai pentito. Aveva sollevato il corpo inerme di Wei Ying e, una volta salito su Bichen, si era lasciato alle spalle quel luogo di morte e dolore. Si era alleato con il male, così avevano detto i Saggi, ma a lui non importava. Voleva salvare Wei Ying. Doveva salvarlo. Ed era disposto a tutto per farlo.

Trentadue.

Era stato l'istinto che l'aveva portato a volare fino ai Burial Mounds. Aveva bisogno di un posto dove poter proteggere Wei Ying e sé stesso e Cloud Recesses, per quanto fosse la sua casa, era quanto di più lontano dall'esserlo per la persona che voleva salvare.

Wei Ying non era sembrato molto contento della sua presenza e aveva cercato di cacciarlo più volte, ma WangJi l'aveva ignorato. Fin troppe volte si era convinto di non potere fare nulla, di non avere altre alternative. Non avrebbe più commesso lo stesso sbaglio.

Non si era aspettato il gruppo di discepoli Lan, guidati da suo zio, e soprattutto non si era aspettato di essere sconfitto così facilmente. Certo, era ferito e stanco, ma era un cultore, era Hanguang-jun, finivano davvero lì le sue capacità? Qual'era l'utilità di quel titolo se non riusciva nemmeno a proteggere la persona che amava?

Trentatré.

Forse non era veramente degno di quel titolo. Aveva permesso che lo portassero via, aveva lasciato Wei Ying da solo. Ferito e in balia del risentimento. Come poteva vivere con sé stesso?

Spero la punizione abbia fatto effetto, WangJi”. La voce rauca di suo zio penetrò nella nebbia che offuscava il suo cervello. Registrò solo dopo qualche momento che i colpi erano finiti, eppure il dolore al centro dei suo petto non era ancora diminuito.

No”. Non seppe dire dove trovò la forza per formulare quella sillaba, ma per una volta ritenne necessario esprimere a voce i suoi pensieri. No, non aveva fatto effetto, per lo meno non l'effetto desiderato. Non aveva nulla di cui pentirsi nei confronti della sua setta, c'era solo una persona che meritava le sue scusa.

E mentre percepiva la sua coscienza scivolare via, sentì la necessità di mettere in chiaro anche quello. “Mi dispiace... Wei Ying”.

Spero tu possa perdonarmi.






  
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