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Autore: sayan_s_moon    06/05/2022    4 recensioni
Edward ha abbandonato Bella nel bosco, solita storia vero?
Ma cosa succederebbe se, prima di andarsene, esaudisse il desiderio più grande di Bella? I nomi Renesmee ed EJ vi dicono nulla?
Bella è cresciuta ed ha fatto carriera, crescendo i suoi due figli con il solo aiuto di Jacob.
Dopo quasi 8 anni di tranquillità, il passato bussa alla sua porta. Cosa succederà?
*****Se siete curiosi, date un'occhiata e sentitevi liberi di recensire*****
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clan Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
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LO SO! Sono sparita per 11 mesi.
Sono stati mesi intensi e non sempre belli purtroppo. Ho cambiato due città, due lavori, ho avuto un lutto in famiglia, mi sono operata, non ho più un compagno ed ora sono in isolamento causa Covid. 
La prima parte di questo capitolo l'ho scritta mesi fa, ma poi mi ero bloccata incapace di mettere insieme due parole. Questo è risultato. Di sicuro me lo aspettavo diverso, ma vedremo cosa partorirà la mia mente per il prossimo capitolo.
Un bacio e buona lettura!


Nonostante il Signor Robin fosse andato via già da un pezzo, l’atmosfera, già precaria, era diventata ancora più strana. Avevo evitato con cura di incrociare lo sguardo con Edward, non che mi avesse richiesto un tale sforzo visto che lui era altrettanto impegnato ad ignorarmi. Ovviamente, qualche occhiata di sfuggita me l’ero concessa, giusto per tastare un po’ il suo umore. Mi era bastato osservare la mascella contratta e lo sguardo nero come la pece per confermare il mio pensiero, era infuriato. Mi crogiolai come una sciocca al pensiero che fosse gelosia, ma chi volevo prendere in giro? Lui non era geloso di me perché provava qualche sentimento per me, era solo possessivo come quelli della sua specie. In fin dei conti, non ero stata il suo giocattolo?
Una mano bollente si posò sulla mia spalla, infondendomi un calore familiare. Voltai leggermente il capo e sorrisi al mio amico licantropo, ogni volta che se ne andava e ci lasciava qua a Seattle era una stretta al cuore.
“Bells, è ora” mi disse dolcemente.
“Lo so Jake, i giorni assieme sono volati. Fa buon viaggio, salutami Sue e gli altri” gli risposi mesta, abbracciandolo velocemente ma con affetto. Lui ricambiò la stretta e andò da Nessi ed EJ a salutarli, gli occhi lucidi della mia piccolina mi fecero venire il magone. Mi sentivo in colpa ad essere l’unica figura di riferimento per i miei bambini, soffrivano ogni volta che Jacob se ne andava via ma non potevamo fare altrimenti. Ormai la nostra casa e la nostra vita erano a Seattle, tornare a Forks era troppo doloroso e pieno di ricordi che non volevo rivivere.
Guardai il cielo, ormai il sole stava tramontando e cominciava ad essere fresco, almeno per me.
“Ragazzi, andiamo dentro che si è fatto tardi” richiamai i bambini, rientrando in casa. Non aspettai nessuno, salii in camera mia a prendere una vecchia felpa. Mi sentivo mentalmente stanca, nonostante la giornata fosse passata tutto sommato bene mi sentivo emotivamente prosciugata. Quando chiusi l’armadio e mi voltai verso la porta, sussultai portandomi una mano al cuore per lo spavento. Maledetto udito scadente da umana.
“Mi hai fatto prendere un colpo! Non ti avevo sentito”
“Lo so, scusami Bella. Non ti volevo spaventare…possiamo parlare?”
Alzai il sopracciglio destro, scettica che volesse parlare con me proprio ora. Non avevamo mai parlato in realtà, ci eravamo scambiati solo saluti di circostanza.
“Certo Jasper, che volevi dirmi?” gli chiesi sedendomi sul bordo del letto ed invitandolo a fare altrettanto. Mi sentivo un po’ a disagio a dire il vero, ma apprezzai molto il fatto che non usasse il suo potere per cambiare il mio umore. Non volevo essere più manipolata da nessuno e in nessun modo.
“Prima di tutto, volevo scusarmi per…per quello che è successo otto anni fa…è stata solo colpa mia e del mio poco autocontrollo, non avrei mai voluto che succedesse e non passa giorno che non mi senta in colpa per quello che ho fatto e che sarebbe potuto succedere. Volevo che lo sapessi”
“Oh, ma Jasper! Non è stata colpa tua! Semmai della mia incapacità di non farmi male e soprattutto di tuo fratello che preso dalle sue manie di protettore mi ha scaraventato addosso ad una credenza di cristalli” esclamai contrariata dal suo addossarsi la colpa di tutto.
“Ma Bella…” tentò di dire, ma lo interruppi.
“Sono fermamente convinta che per un taglio così microscopico saresti stato in grado di controllarti, avevo ed ho piena fiducia nel vostro autocontrollo e tentativo di essere più umani possibili” gli dissi prendendo cautamente la sua mano gelida nella mia, dandogli il tempo di ritirarsi eventualmente ma non lo fece.
“Non lo so Bella…” disse incerto.
“Lo so io e tanto basta, nessuno mi avrebbe fatto del male; quindi, accantoniamo questa cosa. Accetto le tue scuse, anche se non erano necessarie” gli spiegai dolcemente, in fondo ero sincera quando dicevo di non avercela con lui. Come poteva non vederlo anche lui? La situazione era precipitata nel momento in cui suo fratello mi aveva lanciato via facendomi urtare la credenza di Esme. Non l’avevo capito subito, purtroppo per natura tendo sempre a rimuovere il più possibile i ricordi spiacevoli, ma poi rimettendo insieme i ricordi avevo capito qual era la dinamica esatta degli eventi. Ancora una volta era la mania di controllo di lui e la sua poca fiducia in me e negli altri che aveva creato quell’incidente.
“Va bene Bella…facciamo che ti credo e passiamo oltre” mi rispose dubbioso, sondando le mie emozioni.
“Hai detto bene” gli risposi alzandomi. Non volevo essere scortese, ma volevo che tutte le creature sovrannaturali se ne andassero da casa mia. Era stata una giornata molto intensa. Lui capì l’antifona e si alzò, quando arrivò alla porta esitò e si voltò di nuovo verso di me, in difficoltà come se cercasse le parole giuste da dirmi.
“Non sta a me dirlo o usare i miei poteri per mettermi in mezzo alle persone, ma quando si tratta di Edward e di te mi sento in dovere di mettere a frutto le mie capacità…penso che tra di voi ci siano dei problemi di comunicazione…”
Alzai il sopracciglio scettica, secondo lui era problemi di comunicazioni? Ero già sulla difensiva, ma lui mi anticipò.
“Non intendevo quello…” sbuffò frustrato perché non trovava le parole, gli feci cenno con la mano di andare avanti. Tanto vale sentire cosa avesse da dire, ai Cullen piaceva dire la loro su tutto e non sarebbe mai cambiato.
“Tra di voi ci sono un sacco di questioni irrisolte, mi sembra ovvio. E non ti fidi di lui…”
“Giustamente aggiungerei” lo interruppi bruscamente, lui riprese a parlare subito dopo.
 “In fondo è un adolescente centenario, ma rimane pur sempre un ragazzo inesperto quando si parla di instaurare una relazione seria. So come ti senti, anche se non voglio io percepisco tutto. Non leggerò nel pensiero, ma posso intuire quello che ti affligge e mi dispiace davvero Bella che tu ti senta così male. Non sta a me confidarti cosa sento in lui, ma lo farò lo stesso perché se solo voi due riuscite a comunicare in maniera trasparente molte delle tue insicurezze sparirebbero”
“Basta Jasper! Non ho bisogno di un altro paladino che si erge impavido in sua difesa! Lui mi ha abbandonata! Anzi, prima mi ha scopato facendomi credere di amarmi e poi si è volatilizzato! Lo sapete cosa ho passato? No ovviamente, non ne avete idea! Mi sono ritrovata a 18 anni, incinta di un vampiro senza sapere se sarei sopravvissuta abbastanza a lungo per partorire” gli urlai addosso, ormai l’argine della mia diga emotiva era andato in frantumi. Non riuscivo più a tenermi dentro quello che provavo, e leggevo sul suo viso i segni del dolore che provavo io. Bene, era giusto che qualcun altro avesse un assaggio di quello che avevo patito no?
“E voglia parlare di quella psicopatica di Victoria?”
Lui sgranò gli occhi, confermandomi che se ne erano dimenticati.
“Ecco, sapete non è mica sparita dalla circolazione perché siete andati via voi. È venuta a cercarmi qualche mese dopo e se non sono morta è solo merito di Jake!”
“Bella mi dispiace, non ne avevamo idea” mi rispose mortificato.
“Certo che no, come potevate” ribattei sarcastica. Vidi il riflesso della mia furia allo specchio, chi stavo diventando? Tutta quella rabbia non mi apparteneva.
“Il punto è che niente di quello che direte potrà colmare la distanza che ci separa adesso, non sempre i rapporti si possono aggiustare. Non potrei mai fare affidamento su di lui”
“Lo so Bella…Dio…vorrei solo che per un secondo tu potessi usare il mio potere!” esclamò esasperato passandosi una mano tra i capelli leonini.
“Lui ti ama Bella, di un amore profondo ed indissolubile. E sì, se ne è andato ma non per mancanza di amore. È stato stupido? Ovviamente sì. Poteva fare l’uomo e rimanere al tuo fianco per affrontare le difficoltà? Sì anche in questo caso. È un ragazzo, inesperto, che ama follemente una donna che non è della sua specie e non sa come comportarsi. Si sente in difetto ogni secondo della sua vita, specialmente ora che ti ha visto donna. Prima avevate la stessa età, invece vederti così donna madre lavoratrice gli ha fatto realizzare che tu cresci maturi ti realizzi e lui no. Lui sarà sempre così come lo vedi e se potesse, credimi, farebbe di tutto per essere umano come te e accompagnarti per sempre. Ama i vostri figli e ama te. Se tu glielo chiedessi, ti trasformerebbe qui ed ora perché a dare ascolto a quella parte di lui che ti voleva lasciare umana ci ha rimesso te e la vostra vita assieme. Ed è veramente geloso, non perché noi vampiri siamo possessivi per natura, ma lo è perché ti ama e ha una paura fottuta che tu scelga quel Signor Robin o un altro uomo. Perché lui non si sente un uomo, ma un ragazzino e pensa che tu non lo vorresti mai come compagno di vita. È divorato dal senso di colpa e lo sarà per il resto dell’eternità, e questo nessuno potrà cambiarlo. Dovrà imparare a convivere con le conseguenze delle sue scelte passate”
Finì il suo monologo con il fiatone, strano per un vampiro che non deve neanche respirare.
Mi sedetti a peso morto sul letto, presi un cuscino e me lo premetti sul viso. Urlai con tutta la forza che avevo. Scoppiai a piangere.
“Perché non mi lasciate in pace? Perché mi torturi così” scoppiai a piangere a dirotto. Una piccola parte di me sapeva che di sotto ci ascoltavano e non avrei voluto che i miei figli sentissero quello spettacolo pietoso, ma non potevo più gestire tutto. Era al di fuori delle mie capacità.
“Bella, non volevo farti stare peggio… ma credo che sentirlo dire da me sia diverso, puoi non credermi. A te la scelta se credermi o meno”
“Basta…lasciatemi tutti in pace” lo pregai esausta, raggomitolandomi sotto le coperte. Volevo solo sparire e non risvegliarmi più.
“Chiedi a Rosalie se può mettere a dormire i gemelli, non voglio che si preoccupino più di quanto non lo sono già”
Non dissi niente altro e Jasper finalmente se ne andò dalla mia stanza.
Che serata di merda.
  
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