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Autore: _Layel_    08/05/2022    1 recensioni
“Bakugou Katsuki sapeva di avere innumerevoli qualità e di primeggiare in ognuna di queste. Specialmente, Katsuki era un attento osservatore. Notava particolari nelle parole e nei comportamenti delle persone che gli permettevano di leggere qualcuno nel lasso di tempo che il suo pugno impiegava per schiantarsi sulla loro faccia.”
Aka: 3 volte in cui Bakugou nota qualcosa prima degli altri e 1 in cui è qualcun altro ad aprirgli gli occhi.
[kiribaku] [izuocha menzionata] [+un’altissima dose di Shonsou Hitoshi]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Hitoshi Shinso, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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1

Quando i tuoi compagni sono disgustosi e tu vuoi solo cenare in pace…

Bakugou Katsuki sapeva di avere innumerevoli qualità e di primeggiare in ognuna di queste. Specialmente, Katsuki era un attento osservatore. Notava particolari nelle parole e nei comportamenti delle persone che gli permettevano leggere qualcuno nel lasso di tempo che il suo pugno impiegava per schiantarsi sulla loro faccia.

 

Questo si era rivelato molto utile in combattimento, ma incredibilmente frustrante in qualsiasi altra situazione. Perché? Semplice, i suoi compagni di classe erano degli idioti che non vedevano a un palmo dal loro naso.

 

Conficcò con forza il coltello nel peperone che stava tagliando, assalendolo come se l’ortaggio avesse offeso lui e tutta la sua famiglia. I forti colpi della lama sul tagliere di legno dovevano servire da insonorizzanti: se Katsuki avesse dovuto ascoltare anche solo un altro minuto della conversazione tra i due nerd in soggiorno si sarebbe fatto esplodere le orecchie.

 

Quel pomeriggio Katsuki aveva saltato la cena: durante fondamenti dell’eroismo un paio di gocce dell’acido di Mina gli erano finite sul braccio e, anche se aveva insistito più volte che stava bene, grazie tante, All Might aveva insistito che si facesse controllare da Recovery Girl. Ciò che gli aveva fatto saltare la cena e la ragione per cui stava cucinando del ramen alle otto e trenta di sera però non era stato il viaggio in infermeria. No, quello era durato dieci minuti al massimo, perché Katsuki stava bene. A trattenerlo fu il fortuito incontro con il Preside Nezu che gli offrì tè, biscotti e parlò per tre cazzo di ore

 

Quindi ora Katsuki era bloccato nella cucina del dormitorio a cucinare ramen con avanzi trovati in frigo e ad ascoltare Deku e Kirby che si facevano venire costanti attacchi di cuore a vicenda. Che poi, si fossero limitati ad essere disgustosamente ciechi nella sala comune a Katsuki non sarebbe importato più di tanto, ma succedeva di continuo. In classe, durante gli allenamenti, a pranzo, a cena, sempre. Katsuki aveva una gran voglia di tirargli il tagliere, peperoni e coltello compresi, ma avrebbe rinunciato a un ingrediente fondamentale del suo piatto già povero e non avrebbe perso un’importante fonte di nutrimento per quegli idioti.

 

Prima che Katsuki commettesse duplice omicidio, Kirishima entrò nella sala comune e salutò Deku e Faccia Tonda allegramente. Poi vide Katsuki e fece un grande sorriso. Si sporse per vedere cosa stesse facendo e mormorò pensieroso. “Sai, Baku, credo che sia già morto.” 

 

Katsuki affettò ancora più aggressivamente. “È una pianta, idiota.”

 

“Credo che anche le piante muoiano… tipo in inverno?” Kirishima rubò un pezzo di peperone e se lo ficcò in bocca, crudo.

 

Katsuki interruppe l’assalto per spingere via il disgustoso intruso. “Che cazzo di problemi hai?”

 

Kirishima doveva trovare divertente avere la sua sanità mentale messa in discussione, perché scoppiò a ridere. Rideva spesso quando Katsuki era nei paraggi e lui non aveva la più pallida idea del perché. Katsuki era naturalmente bravo in tutto ciò in cui si cimentava ma poteva tranquillamente ammettere con se stesso che nella comicità non era proprio il migliore. Ok, era sicuramente meglio di Deku, ma quella era una verità applicabile a tutto, perciò non contava.

 

Kirishima tornò al suo fianco mentre iniziava a cuocere i noodles. “Ti dà fastidio aver rotto la routine?” 

 

“Certo, se ti fa tacere.”

 

“No, seriamente. Domani possiamo svegliarci alle sei e allenarci in palestra, così guadagni un’ora di sonno e ci alleniamo nel combattimento.” 

 

Katsuki considerò l’idea. Sarebbe andato a letto più tardi del solito visto che il suo orario era passato da ben dieci minuti e doveva ancora iniziare a mangiare: un’ora di sonno in più non avrebbe guastato. Poi era diverten- era produttivo allenarsi con Kirishima, i loro Quirk combaciavano perfettamente. “D’accordo, ma se sei in ritardo ti faccio saltare in aria.”

 

Kirishima ridacchiò di nuovo, “Lo farai comunque.”

 

Rimasero in silenzio finchè Katsuki non terminò di cucinare il ramen e si sedette sul bancone della cucina per mangiare. Se la vecchia strega lo avesse visto gli avrebbe tirato uno scappellotto da farlo volare sul divano, ma il tavolo nel salotto era troppo vicino alle chiacchiere imbarazzate di Nerd1 e Nerd2 e Katsuki preferiva tenersi la cena nello stomaco, grazie tante.

 

“Non sono incazzato per quello.” Sbuffò Katsuki mentre si ficcava i noodles fumanti in bocca e fissava con astio il divano e i suoi occupanti. Kirishima seguì il suo sguardo e poi lo guardò con un’espressione strana.

 

“Sei… geloso?”

 

Katsuki si strozzò con uno spaghetto, “Cazzo, no! Sono irritanti!”

 

“Io li trovo carini.”

 

“Si girano intorno dall’inizio della scuola, tutti sanno che per qualche cazzo di motivo si piacciono e continuano a fare i verginelli imbarazzati! Come fa a non irritarti!”

 

Kirishima gli rispose con un sopracciglio alzato e un sorrisetto, “Baku, anche tu sei vergine.”

 

“Che cazzo centra!” Katsuki gli diede un calcio nel fianco e Kirishima si piegò in due dalle risate. E forse anche dal calcio. Katsuki sperò che così piegato non vedesse che aveva le orecchie e il collo tanto rossi da fare a gara con i suoi capelli. “Sto dicendo che si piacciono e sono gli unici troppo stupidi per capirlo!”

 

“Baku, ahaha-” il bastardo stava ancora ridendo, “Non urlare!”

 

“Io urlo quanto cazzo mi pare!” Si alzò dal bancone e si diresse di gran carriera fino al soggiorno, dove i due amici erano in silenzio da un po’, più rossi di quanto potesse essere salutare. “Ehi, Deku! Sai cosa? Kirby qui ha una cotta per te! E sai un’altra cosa? Anche tu hai una cotta per lei! Hah! Nerd del cazzo.” 

 

Midoriya e Uraraka lo guardarono a bocca aperta, si scambiarono un veloce sguardo, arrossirono di più, e tornarono a fissare Katsuki. Lui sorrise vittorioso, girò sui tacchi e se ne andò in camera, ramen e tutto. La risata di Kirishima, così come le sue scuse alla coppia, fu l’ultima cosa che sentì prima di sbattere la porta.

 

+

 

Il problema con l’agire d’impulso era che non si potevano considerare per bene le conseguenze. Katsuki era seduto sull’erba e guardava accigliato la nuova coppia che passava il pomeriggio di sole in giardino in modo disgustosamente dolce. Era da due settimane che non facevano altro e la classe, se prima li trovava carini, ora ne era esasperata tanto quanto lui. E, apparentemente, non solo la loro classe.

 

Shinsou Hitoshi si appoggiò al tronco dell’albero sotto cui era seduto e sospirò tanto profondamente che fece scappare un pezzetto della sua anima. “È veramente deprimente.”

 

“Fa venir voglia di vomitare.”

 

“Ho sentito che è stata colpa tua.”

 

“Non ho fatto un cazzo di niente.”

 

Shinsou prese un sorso del caffè in lattina che teneva in mano, “Se urlargli in faccia che erano innamorati conta come niente.”

 

Katsuki sbuffò, “Colpa mia se loro sono scemi e io avevo ragione?”

 

“Oh, è totalmente colpa tua. Ci avrebbero impiegato anni ad arrivarci per conto loro.”

 

Katsuki si alzò da terra, i palmi delle mani che scoppiettavano. “Prova a ripeterlo brutto-” Il suo corpo si immobilizzò e una pesante nebbia gli avvolse il cervello. L’Ipnotizza Scemi stava ghignando. 

 

“Vai da Uraraka e Midoriya e congratulati per la loro relazione.” Rifletté per un attimo e poi sghignazzò tra sè e sè. “E poi balla la macarena.”

 

Katsuki non aveva mai voluto uccidere qualcuno così tanto. Mentre il suo corpo si incamminava verso la coppietta felice il bastardo gli gridò dietro, “Impara a pensare prima di parlare!”





______

Note: Beh, inizialmente doveva essere una one-shot in cui compariva solo il secondo capitolo, ma non mi convinceva, quindi si è evoluta in questa strana raccolta lol

Il prossimo capitolo sarà un po’ più serio, ma non troppo non preoccupatevi ;)

   
 
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