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Autore: _Layel_    08/05/2022    1 recensioni
“Bakugou Katsuki sapeva di avere innumerevoli qualità e di primeggiare in ognuna di queste. Specialmente, Katsuki era un attento osservatore. Notava particolari nelle parole e nei comportamenti delle persone che gli permettevano di leggere qualcuno nel lasso di tempo che il suo pugno impiegava per schiantarsi sulla loro faccia.”
Aka: 3 volte in cui Bakugou nota qualcosa prima degli altri e 1 in cui è qualcun altro ad aprirgli gli occhi.
[kiribaku] [izuocha menzionata] [+un’altissima dose di Shonsou Hitoshi]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Hitoshi Shinso, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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4

Quando un tuo conoscente ha dormito due ore ma è comunque più sveglio di te…



Bakugou Katsuki era un attento osservatore e aveva un talento nel leggere le persone. Ma, per quanto ci provasse, non capiva quale fosse il problema di Kirishima. Era da giorni che lo evitava e, quando era obbligato a rivolgergli la parola, era distante e freddo. Katsuki non aveva idea di cosa fosse cambiato, ma odiava essere trattato in quel modo e aveva tutta l'intenzione di trovare una soluzione.

 

Quindi andò dall'unica altra persona che tollerava al di fuori di Kirishima: Shinsou Hitoshi.

 

Lo trovò sul tetto della scuola - che la maggior parte degli studenti evitava a causa del vento freddo - mentre beveva un cartoncino di latte con la schiena appoggiata alla ringhiera. “Ehi Dynamo. Pensavo odiassi il freddo.”

 

Katsuki grugnì in risposta mentre si stringeva nella giacca dell’uniforme. “Devo chiederti una roba.”

 

“Wow. Ok. Ti avviso che non sono abbastanza coerente per offrire supporto emotivo.”

 

Katsuki sbuffò divertito, “E quando lo sei, sottospecie di panda mannaro.”

 

Shinsou scoppiò a ridere, la sua era una risata corta, secca e molto rara. Katsuki si sentì fin troppo orgoglioso di averla causata. “Panda mannaro?”

 

“Le tue occhiaie fanno paura-”

 

“Vero.”

 

“E stai sveglio di notte.”

 

“Vero anche questo. Perciò… mi chiamerai “Panda” d’ora in poi? Questo è il soprannome su cui ti sei deciso?”

 

“Vaffanculo.” Disse senza cattiveria. Il problema, per Katsuki, era che trovava Hypno Boy divertente. Chiariamoci, era un bastardo sarcastico che si divertiva a far incazzare Katsuki, ma quel bisticciare bonario era a tratti divertente.

 

Dall’incidente del libro si erano ritrovati a parlare molto più spesso di prima: si incontravano al mattino presto in palestra, Katsuki che si era appena svegliato e Shinsou che doveva ancora andare a dormire, e si allenavano quasi pigramente nel corpo a corpo, nessuno dei due abbastanza sveglio per metterci troppo cuore. (Questo Katsuki lo avrebbe negato fino alla tomba, lui dava sempre il massimo). Ogni tanto si scambiavano una parola nei corridoi o si rifugiavano sul tetto per ricaricare le rispettive batterie sociali. Da quando Kirishima aveva preso a ignorarlo, Katsuki passava molto più tempo con Shinsou.

 

“Sai che ha Capelli di Merda?”

 

“Kirishima?” Chiese Shinsou con un sopracciglio alzato. Katsuki rispose con un secco cenno del capo. “Perché chiedi a me? Non sei tu quello che ci sta insieme?”

 

“Non più. Apparentemente.” 

 

“Oh. Ti ha lasciato?”

 

Katsuki lo fissò confuso per un minuto di troppo ed eloquentemente rispose, “Huh?!”

 

“Kirishima.” Shinsou provò a chiarificare ma fallì miseramente perché Katsuki continuò a ricordare un pomerania che, starnutendo troppo forte, avesse dato una testata al muro. “Tu e Kirishima non state insieme? Tipo fidanzati?”

 

“Che- No, non… Io non, Noi siamo… No.” Katsuki si sentì arrossire e sperò che Shinsou pensasse fosse per il freddo.

 

“Ok… quindi il problema è?”

 

“Il bastardo mi evita! E non so neanche perchè!”

 

Shinsou annuì pensieroso, “Hai provato a parlargli?”

 

“Certo, credi che sia scemo?!”

 

“Non lo credo. Lo so. Gliel’hai chiesto in modo diretto? E civile?”

 

Katsuki si limitò a lanciargli un'occhiataccia e ad alzare il colletto della giacca.

 

“Beh, ecco la tua risposta. Chiedigli gentilmente qual è il problema. Sono sicuro che risolverete.” Prese un lungo sorso dal suo latte, facendo più rumore possibile perché sapeva che faceva imbestielire Katsuki, e tornò a fissare il cielo.

 

Katsuki sbuffò, “Bene. Non buttarti giù.” Girò sui tacchi e prese la porta che portava di sotto. Appena prima che si chiudesse Shinsou gli urlò dietro un: “Non cadere dalle scale!”

 

+

 

Quando Katsuki entrò nella sala comune Kirishima, Deku e Faccia Tonda erano occupati in una, probabilmente noiosa, conversazione sugli esami di fine anno. Katsuki, che i piccioncini avevano già messo di cattivo umore, si avvicinò velocemente al divano, afferrò Kirishima per un braccio e gli urlò contro in un modo tutt’altro che civile, “Parliamo! Adesso!” E lo trascinò verso l’ascensore.

 

Un silenzio imbarazzato si distese su di loro. Kirishima aprì la bocca in diverse occasioni per dire qualcosa, ma la richiuse ogni volta senza parlare. Non si dissero nulla finché non arrivarono alla camera di Katsuki e lui ebbe chiuso la porta. Solo quando Kirishima fece per sedersi sul letto Katsuki si accorse che gli stava ancora tenendo il braccio. Lo mollò velocemente.

 

“Ehm… tutto bene?” Kirishima continuava a muovere le gambe, chiaramente a disagio.

 

Katsuki lo guardò accigliato, “Perché mi eviti?”

 

Kirishima si strinse nelle spalle e si strofinò il collo, “Uhm, non… Pensavo che avresti voluto un po’ di spazio.”

 

“Beh, certo. Ma non da te.”

 

“Eh?” Chiese con un volume di voce leggermente troppo alto.

 

“Nel senso…” Katsuki inciampò sulle parole. Era così che si sentiva quello stupido Nerd quando parlava con Faccia Tonda? “Perché… perché lo pensi?”

 

“Sai ora che… uhm, ora che stai con Shinsou magari volevi più spazio.” Si strinse nelle spalle, quasi rassegnato. Katsuki non pensava di averlo mai visto così. “O una cosa del genere.”

 

Stop. Riavvolgi. Riavvia. “Che cazzo stai dicendo?” 

 

Kirishima si alzò dal letto fissando il pavimento, “Ascolta Bakugou, so che noi siamo amici ma, nel senso, se io fossi Shinsou non credo che sarei felice se-”

 

“Stai zitto.” Kirishima interruppe immediatamente il suo balbettare, “Chi cazzo ti ha detto che sto con quel bastardo?”

 

“Uhm, beh è ovvio? Passate molto tempo insieme…”

 

“Cazzate, gli parlo tipo una volta alla settimana. E quel tizio mi fa schifo, hai visto quanto caffè beve?”

 

“... non state insieme?”

 

“Ma va! In che cazzo di lingua devo dirtelo.”

 

Kirishima lo fissò ad occhi sgranati e chiese come se stesse cercando una conferma, “Quindi sono qui perché…”

 

“Perché continui ad evitarmi! Mi da fastidio non averti tra i piedi.” Katsuki si sarebbe vergognato dell’ammissione se il viso di Kirishima non si fosse illuminato più dell’albero di Natale che stava nella sala comune. In meno di due secondi si ritrovò un entusiasta Kirishima tra le braccia, il volto premuto sul suo collo e un sorriso sulle labbra.

 

“Anche tu mi sei mancato.”

 

Katsuki non ricambiò l’abbraccio ma lasciò che Kirishima lo stritolasse quanto voleva, un privilegio concesso solo a lui (e ad Eri quando gli si appiccicava alla gamba, ma quello è un'altro discorso). Quando si separarono Katsuki ebbe l’improvvisa necessità di dire qualcosa, qualsiasi cosa, quindi sputò fuori la prima cosa che gli venne in mente. “Sai Shinsou pensava che ci fossimo lasciati o robe simili.”

 

“Ah. Beh, non stiamo insieme… ” Kirishima lo stava fissando intensamente e Katsuki si rese conto di quanto fosse vicino. I suoi occhi erano sempre stati così rossi o il cervello di Katsuki aveva appena completato un aggiornamento?

 

“No.” Sussurrò perché gli era impensabile alzare il volume di voce sopra il bisbiglio. Kirishima deglutì e per una frazione di secondo il suo sguardo si posò sulle labbra di Katsuki.

 

“Vorresti…?” Prima che potesse finire Katsuki lo aveva afferrato per il collo della maglia. Ora il suo cervello era sicuramente da riavviare, perché non aveva la più pallida idea di cosa stesse facendo. Inspirò profondamente, come se si preparasse per un tuffo, e lo baciò.

 

Fu estremamente veloce. Giusto uno sfiorarsi di labbra, ma quando si allontanò Katsuki era senza fiato e il cuore gli batteva a mille. Aveva le mani talmente sudate che avrebbe potuto far saltare in aria tutto il dormitorio. In assenza di direttive dal suo cervello, che era ancora offline, tentò di allontanare Kirishima senza lasciar andare la sua maglietta, risultando in una strana spinta a metà. Kirishima non ci badò perché a quanto pare era tanto funzionante quanto Katsuki.

 

Fu, però, il primo a riacquistare piena capacità motoria. Portò entrambe le mani sul volto di Katsuki e lo baciò di nuovo. Il bacio durò più a lungo e Katsuki lo trovò un po’ strano perché Kirishima non la smetteva di sorridere. Era uno strano che gli piaceva, però. Si separarono e Kirishima ridacchiò in modo adorabile. (Katsuki non lo aveva pensato, non c’erano prove). “Baku, ti va di allenarci insieme domani mattina?”

 

Katsuki provò a guardarlo male ma non gli riuscì molto bene perché stava sorridendo. “Che schifo di appuntamento è?”

 

Kirishima rise, “Uno che ti piacerà. Possiamo anche fermarci a fare colazione, dopo!”

 

“Uff, d’accordo.” E visto che poteva, gli diede un altro bacio. Sta storia del baciare non era tanto disgustosa quanto Katsuki se l’era immaginata. Poi un pensiero orribile gli passò la mente e questa volta fece una vera smorfia.

 

“Che c’è?” Chiese Kirishima molto più preoccupato di quanto doveva essere.

 

“Quel Panda Mannaro del cazzo aveva ragione.” 

 

“Pfftt- panda mannaro!” Kirishima scoppiò a ridere e il cuore di Katsuki saltò un paio di battiti. 

 

Cazzo, ora doveva anche ringraziare quel bastardo.




______

Note: Vostro onore, l’amicizia tra Shinsou e Bakugou è qualcosa di essenziale e bellissimo. Non ho niente da aggiungere.

   
 
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