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Autore: Challenger    11/05/2022    0 recensioni
Lettera ad una figlia mai nata
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cara Vittoria, ti scrivo questa mia perché, purtroppo, è l’unico modo in cui posso parlarti. Sai, fin da ragazzina, ho sempre desiderato una famiglia mia, ma le circostanze della vita mi hanno portata su un’altra strada. Sognavo spesso il mio futuro, l’avevo programmato fino all’ultimo dettaglio, invece le cose hanno preso una piega completamente diversa. Dovetti prendere quella lista perfettamente organizzata e strapparla in mille piccolissimi coriandoli, ormai non serviva più. Tutti i miei progetti erano andati in fumo e non sapevo come rimediare, facevo un errore dopo l’altro. Dopo aver commesso tanti sbagli capisci che ad un certo punto devi fermarti a riflettere, ed è quello che ho fatto: ho preso la decisione di accettare il mio destino e ricordare a me stessa che la mia vita era finita, avevo perso tutte le occasioni, fuggite via come un treno in corsa. Sarebbe stato totalmente inutile rincorrere qualcosa che non avrei mai avuto, anche se lo avessi voluto con tutte le mie forze, e per quanto ci provassi, quei sogni non si sarebbero mai realizzati. Il futuro che avevo sognato si era trasformato nel mio incubo peggiore: la solitudine. Con il passare degli anni c’è stato chi mi ha abbandonata, e chi ho allontanato, perché ero stanca delle continue bugie, non ero più disposta a credere nelle favole. La realtà era una sola e dovevo conviverci. Tu, mia cara Vittoria, sei sempre al centro dei miei pensieri, anche se questo mi fa un gran male, perché vorrei fossi qui accanto a me, su questo immenso mondo. Se avessi te, non temerei nulla, perché in fondo, sei sempre stata tu l’unica cosa che volevo dalla vita. Posso sinceramente dire che di tutto il resto non mi importava, non avevo bisogno di una carriera, ne di soldi o notorietà, ma mi sarei accontenta di un lavoro semplice, qualche amico sincero, un brav’uomo e dei figli da amare. Non volevo nulla di più. Volevo amare ed essere amata, tutto qui. Invece non ho avuto nulla di tutto ciò, ma va bene così, qualcuno dovrà pur far parte di quella che io chiamo “serie B”; una categoria che serve a quelli di “serie A” per sentirsi migliori, dei vincenti. Non so, magari se avessi avuto dei genitori più incoraggianti e meno competizioni in famiglia, forse anch’io avrei potuto aspirare alla serie A, chissà! Ma la storia non si fa con i se e con i ma, mia dolce Vittoria. Tu sicuramente saresti stata il mio riscatto! Tu, cuore mio, saresti appartenuta alla squadra dei vincenti! Sì, perché tu, a differenza mia, saresti stata bellissima, intelligente e dal cuore buono. Io ho avvelenato il mio a causa delle tante arrabbiature e delusioni che ho avuto, il tuo sarebbe rimasto candido come la neve fresca, puro come un giglio. Saresti nata dall’amore che io e tuo padre provavamo l’uno per l’altra, e io saresti stata una mamma che ama veramente sua figlia. Ti dico questo perché la maggior parte delle madri ama i propri figli in modo normale, come ogni madre farebbe, ma ce ne sono alcune che amano veramente i figli, che non si limitano a dare regole o una carezza di tanto in tanto, ma che condividono appassionatamente la vita dei propri figli, che riesco a creare un legame ancor più speciale del classico amore materno, è un rapporto che va al di là del semplice voler bene. Ti avrei protetta da tutto e tutti, ti avrei seguita passo passo nella tua crescita. Avremmo giocato insieme con le bambole, ti avrei portata al parco, inventato mille giochi… ti avrei trasmesso l’amore per la cultura e ogni forma d’arte, comprato libri ed insegnato ad amare lo studio, che è la più grande forma di potere. Ti avrei spinta verso la curiosità, perché attraverso quella non si smette mai di imparare! Da adolescente ti avrei dato consigli sui ragazzi, sulla moda… su come essere te stessa e rispettare il tuo essere donna, ad esserne fiera! E gridare a tutto il mondo i tuoi diritti, a difenderli qualora qualcuno li minacciasse! Avrei incoraggiato tutte le tue inclinazioni, spingendoti a far emergere la tua personalità, poiché ognuno di noi è diverso dall’altro, ognuno ha il proprio talento, ognuno è speciale a modo suo! Tu non ti saresti mai confusa con la massa! Tu saresti stata una grande! Avresti raggiunto tutti i tuoi obiettivi perché saresti stata una tipa tosta! Ce l’avresti fatta senza l’aiuto di nessuno! Poi un giorno saresti tornata a casa dandomi la notizia delle tue nozze… saremmo andate insieme a cercare l’abito perfetto. Sarei stata la persona più felice e orgogliosa del mondo nel vedere la mia bambina realizzata in tutti i campi; tu saresti riuscita in tutto quello in cui io ho fallito… Il tuo nome dice tutto: Vittoria. Ti avrei dato questo nome perché tu, nella vita, avresti già vinto. Purtroppo, invece, mi ritrovo qui, su questo tavolo sgangherato, a versare lacrime amare su un foglio bianco, durante un temporale, e con la pioggia e il vento che si riversano sulla mia finestra, a scrivere una lettera ad una figlia mai nata… Spero, mia cara Vittoria, che tu viva, nel mondo che ho creato per te, una vita felice e piena, poiché non sei destinata a calpestare questa stessa terra dove ormai si trascina stancamente — e con molta nostalgia di te — tua madre.
   
 
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