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Autore: mortifero    11/05/2022    1 recensioni
[CONTENT WARNING: viene trattato il tema del suicidio| probabilmente ambientato dopo la quinta stagione]
«E se mi uccidessi?», la voce ovattata di Morty fa sussultare il cuore di Rick, che affonda in un dispiegamento sottile e teso delle labbra. I piedi sono incollati a terra, lo stomaco pesante come se fosse imbottito da mille pietre. È stoico nell'aspetto, rigido fuori e tumultuoso all'interno. La debole domanda di Morty è abbastanza per congelare il sangue nelle vene, carpire un gemito di dolore sommesso e ampliare la ricerca di un calore, colmato con un sorso di brandy custodito vicino al petto.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Morty Smith, Rick Sanchez, Summer Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Origliare



Bisbigli dietro una porta semiaperta attirano l'attenzione di passi maturi, che si fanno più ponderati, leggeri, lenti. Non si sente più il rumore delle suole sul legno, le orecchie tese, allungate verso le voci. Summer e Morty sono in quei rari momenti in cui vanno d'accordo, e si ritirano nella stanza di uno dei due a parlottare di Dio sa solo che cosa, per questo Rick si ferma ogni volta ad origliare.

«E se mi uccidessi?», la voce ovattata di Morty fa sussultare il cuore di Rick, che affonda in un dispiegamento sottile e teso delle labbra. I piedi sono incollati a terra, lo stomaco pesante come se fosse imbottito da mille pietre. È stoico nell'aspetto, rigido fuori e tumultuoso all'interno. La debole domanda di Morty è abbastanza per congelare il sangue nelle vene, carpire un gemito di dolore sommesso e ampliare la ricerca di un calore, colmato con un sorso di brandy custodito vicino al petto.

«Ti libererebbe da ogni tuo problema?». Summer rimane impassibile, perché è una Sánchez nelle viscere, ma pian piano confuta il pensiero di suo fratello.

«Mi libererebbe da me stesso. Penso sia la stessa cosa, non ti pare?».

Rick serra la mascella: Morty è così stupido. Un vero coglione, a sperare che... a credere di poter... nessun pensiero completo sfiora la mente dell'uomo - solo un turbine di frasi che si intrecciano e aggrovigliano, come i fili delle luci di Natale. Rick non ha mai disprezzato così tanto i concetti di privazione, assenza e morte. A dire il vero l'ha fatto, lo fa ancora, ma a Diane ci pensa fin troppo spesso.

«E le persone che ti vogliono bene? Non pensi a loro?».

«Le persone che mi vogliono bene?», Morty gracchia, ripetendo le parole con disprezzo. Come se non ci credesse, come se Summer lo avesse appena insultato. Alle orecchie di Rick ha lo stesso suono di una cristalliera che si distrugge all'improvviso, tutte le schegge che partono in aria e si disperdono - affondano nella pelle e liberano il sangue.

Summer rincara la dose: «Come puoi essere così egoista?». Abbandona la sua espressione statuaria, ma nessuna emozione diventa personale.

Morty ride, ma non nel modo in cui a Rick piace. Non è quel suono che gli fa spiegare le giovani labbra, dove le guance mutano in morbide pesche, e addolcisce lo sguardo, no. Niente di tutto ciò. L'adolescente fa un verso secco, che scivola via in uno sbuffo. Maledetto il giorno in cui quel marmocchio ha imparato ad essere impertinente. «Egoista? Io? Sono l'unico a curarmi di tutti voi, eppure mi ripagate trattandomi come se fossi il più imbecille dell'universo. Mi vedete come fastidioso, e come pensate che non possa accadere che io inizi a dare fastidio anche a me stesso?».

Summer trasale rumorosamente. «Mancheresti a mamma e papà», fa una breve pausa. Deglutisce, e usa la sua carta finale: «A Rick, anche».

Morty non risponde subito, e Rick è in equilibrio con un piede sul filo del rasoio. Aspetta il verdetto finale, modulando il respiro e assottigliando lo sguardo. «A lui non interessa» è l'ardua sentenza.

E si allontana, perché Morty ha ragione: a lui non frega niente - ha volutamente perso l'equilibrio, ed è caduto nel buio. Si è perso.



La mattina seguente Rick è un relitto, una balenottera spiaggiata a cui sono stati anestetizzati i sensi. Gli occhi pungono, bruciano, sono fin troppo secchi. La gola gli sembra morta, ma la stanza gira abbastanza da fargli venir voglia di rigettare ogni sostanza solida che ha ingerito. E fosse solo quello, il problema! Lo stomaco gli si stringe, perché sa fin troppo bene dove si trova. È un brutto vizio che si deve togliere, quello di ritrovarsi nella stanza di suo nipote, ma Rick è sempre volubile con Morty — per Morty. Non si sente affatto bene.

È tutta colpa di quella giovane mano vicino alla sua rugosa guancia, del piccolo polso che gli ricorda un cuore che ogni tanto vuole smettere di battere.


NdA

Sarò veloce. Sì, è l’ennesima OS (o flash?) per non far aspettare i lettori di Let The Sunshine In (e se fate parte di questi, sul mio canale telegram ci sono dei mini-spoilerini. Dateci un’occhiata!). Non ho ancora aggiornato per mancanza di tempo e ispirazione (mi vengono in mente solo OS, figuratevi!), rip. Sì, il fandom di RnM su efp è la mia pattumiera, dove pubblico tutte le mie ff. E sì, ho scritto questa ff rifacendomi alle vecchie challenge “trova una parola a caso sul dizionario e scrivici qualcosa sopra” - solitamente è una drabble, ma sorvoliamo. Immaginate già la parola che mi è uscita: origliare! Probabilmente è ambientata dopo la quinta stagione - prima non riuscirei ad immaginarmi un Morty così sassy, e depresso lmao. Scrivendola ho pensato all'ultimo episodio della seconda stagione, dove Rick ascolta la sua famiglia parlare di lui. Non è propriamente una rickorty, ma potete immaginarlo se vi va. 

Momento SPAM: il mio libro è pre ordinabile su Amazon, basta che clicchiate qui!

Per il resto è tutto, alla prossima!




   
 
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