Giochi di Ruolo > Vampiri: la masquerade
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Autore: Vincentpoe    11/05/2022    2 recensioni
Mentre cercano di recuperare un ghoul ventrue con delle preziose informazioni su dove si trovi August Morìn, Edward, Irina e Ameliè si imbattono in un gruppo di cacciatori di vampiri, capitanati da una fanatica lupina di nome Vassilissa. Dopo essergli sfuggiti per un pelo, Edward decide di dare personalmente la caccia alla creatura, per vendicare le decine di vampiri caduti. Vassilissa potrà anche trasfomrarsi in un licantropo, ma Edward può diventare qualcosa di ancora peggiore
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
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PROLOGO

-vai più veloce Ivan- urlai, e il ghoul di Irina accelerò, sfiorando i 150 km orari, ma il licantropo non accennava a demordere, e con tre rapidi balzi si avvicinò a otto metri da noi.

La missione era semplice: recuperare Nikita Pushnoj un ghoul dei Ventrue, da una setta di cacciatori di vampiri; la resistenza era stata minima, salvo lo scoprire che quei bastardi avevano ricostruito la mia macchina solare (con cui mi avevano scarnificato parte del volto) e che chi li guidava non fosse un umano, ma proprio per niente.

Mi affacciai al finestrino con la mitragliatrice in mano, mentre quella cosa guadagnava terreno.

-sparagli cazzo- urlò Irina. Certo, e con cosa? Le avrei voluto dire. Sparai sconsolato una raffica di proiettili contro la bestia, ma questi rimbalzarono sul pelo come mosche su un parabrezza.

Non avevamo le armi adatte per questo tipo di avversario almeno che... Guardai Amelie, terrorizzata accanto a me, aveva tutta bigiotteria senza valore, ma Irina no, aveva una collana, un bracciale e degli orecchini... in argento.

-i gioielli_ dissi a Irina tendendo la mano. Lei all'inizio mi guardò stranita, poi capì cosa avevo in mente e mi passo orecchini, collana e bracciale. Presi il fucile a pompa che avevo sottratto ai soldati, ci buttai dentro gli orecchini, sbriciolai collana e bracciale, e misi anche quelli nella canna del fucile. Il licantropo si era fatto ancora pi vicino, stava a cinque metri... troppo distante considerata la rosa ad espansione che si sarebbe formata, dovevo aspettare-

cinque metri.

Quattro metri, e potevo sentire il suo ringhio vibrarmi nelle orecchie...

tre metri.... ORA. Premetti il grilletto e centinaia di piccoli frammenti in argento vennero esplosi dalla canna del fucile, per colpire in faccia la Lupina, ella emise un ruggito e rovinò sull'asfalto, facendo il rumore di un carrarmato che era appena stato abbattuto, per poi schiantarsi sul guardrail e finire giù nel fossato.... l'avevamo seminata, per ora. Un messaggio mi arrivò al telefono, era di Irina, con il costo di tutti i gioielli che avevo usato. Sospirai; quello doveva essere stato il proiettile più costoso della storia.


CACCIA APERTA.

Questa non era una mia idea, era chiaro. Attaccare Vassilissa nell'ultimo dei suoi rifugi non poteva essere una mia idea (c'era lo zampino di Creeepsley, sicuro), ma l'avevo proposta a Listratof e lui ne era stato entusiasta: niente poteva aiutare il nostr clan come ammazzare un predatore di vampiri e vantarcene con l'arcivescovo.

Sospirai in silenzio, non dovevo mostrare debolezza di fronte a Korakov e i suoi due ghoul; con questo vampiro ci avevo conversato poco, ma sapevo che sotto l'abito da uomo di affari si nascondeva un abominio con gravi problemi di sesso e della gestione della rabbia; mi sarebbe stato utile.

Questa volta ero venuto preparato, aprì il bagagliaio e ne tirai fuori un fucile a pompa e una mitragliatrice, caricati con proiettili di finissimo argento.

-ricordate, i proiettili di argento teneteli per Vassilissa, contro i suoi uomini limitatevi alle pistole- dissi ai tre

-mmm, un licantropo femmina- sorrise Korakov in maniera lasciva, -chissà se potrò divertirmi un po' con lei prima di ammazzarla-.

Il rifugio dei cacciatori si trovava in un condominio della periferia di Mosca, molti probabilmente erano abusivi lì dentro, quindi sarebbe stato più facile giustificare una sparatoria, magari dipingendola come uno scontro fra gang.

Davanti alla porta attivai gli occhi del caos, la disciplina dei Malkavian: il mondo si trasformò in una visione da incubo, e a l posto del palazzo si trovava un enorme torre-labirinto per criceti, piena di moscerini impegnati elle cose più disparate: mangiare, guardare la televisione, sesso drogarsi; ma ad attirare la mia attenzione furono quattro formiche guerriere, al quarto piano, intente ad armeggiare con qualcosa di meccanico.

La visione ebbe termine, mi ritrovai sulla strada, davanti al portone.

-quarto piano- dissi. Scassinare l'entrata fu semplice (i ghoul di Korakow dovevano aver lavorato nel vecchio kgb), e salimmo le scale

-Eddie- disse una voce nella mie testa.

-sta zitto Creepsley- bisbigliai.

-ora d'aria- ribatte la voce.

Arrivammo alla porta, anche senza auspex si poteva carpire la tensione oltre la porta, sapevano che saremmo arrivati.

Feci cenno agli altri di tenersi pronti, presi la pistola e con un calcio sfondai la porta;in poco meno di due secondi cadde una tempesta di piombo; questi non erano normali delinquenti, ma soldati addestrati. Uno dei ghoul di Korakov centro in pieno petto uno dei soldati, per ritrovarsi poi una pallottola in mezzo alla croce degli occhi, e il suo sangue mi fini sul volto. Io sparavo, ma i soldati avevano come copertura il ripiano della cucina, e uno riuscì a colpirmi al fianco e al braccio. I proiettili,il sangue sul mio volto... è troppo!

Un'ombra comparve nel corridoio....

-fammi uscire Edward...fammi uscire-

-it's showtime- replicai.

Corsi dentro la stanza, mentre i tre soldati mi scaricavano addosso il caricatore, saltai sul ripiano e feci scomparire con u colpo di pistola la faccia di uno dei tre lacchè. Quello più vicino provò a disarmarmi con una presa, ma non è una grande idea andare corpo a corpo con un vampiro, e on uno strattone li ruppì un polso, e mi avventai sul suo collo, ma questo aveva ancora energie e riuscì a schivare le mie zanne, che morsero l'aria; io li presi la nuca e mandai a schiantare la sua faccia contro il ripiano in marmo della cucina, che si frantumò, così come il naso del mortale. L'ultimo soldato provò a spararmi, ma fui più veloce e con due colpi di pistola distrussi le sue mani; mi avventai su di lui.

-dov'è Vassilissa?, chi vi ha dato i progetti del macchinario?-chiesi.

-fottiti, succhiasangue- e della saliva umana mi colpì la fronte; Beh, se hai tanta voglia di sputare, lascia che ti aiuti: gli afferrai la mandibola, e cominciai a tirare, scardinando le giunture, lacerando i legamenti e allungando i muscoli a livello innaturale. Il poveraccio svenne dal dolore (che checca), e lo finì succhiando il suo dolce sangue, che mi richiuse i fori di proiettile.

-Wow, non sei uno che va tanto per il sottile, Edward- disse Korakov, mentre con un piede controllava se il suo ghoul fosse vivo.

-persona sbagliata Korakov.-grugnì e mi misi a cercare nella stanza.

-o è vero scusa, tu sei Creepsley, sei quello interessante fra i due- replicò il vampiro, mentre schiacciava la testa dell'allora un tempo suo ghoul riducendola in poltiglia.

Nella stanza accanto la trovai, il mio apparecchio, in fase di costruzione. “Questi stronzi avevano rubato la nostra tecnologia” ,mollai un pugno sul telaio della macchina, che si incrinò; di Vassilissa, nessuna traccia. Raccolsi i documenti relativi ai loro spostamenti, i progetti del mio apparecchio, e feci un bake up dei loro computer, poi cosparsi il posto di benzina. Feci arrivare la miccia infiammabile fino al corridoio, e le diedi fuoco.

-mmm, cosi rischi di dare fuoco a tutto il palazzo- puntualizzò Korakow.

-e ti sembra che me ne freghi qualcosa?- ringhiai

certo che no, te l'ho detto, ti reputo quello interessante, sai io e te potremo fare grandi cose...-continuò ma io smisi di ascoltarlo, benchè la missione avesse avuto successo, non ero riuscito a placare lamia ossessione: non avevo ucciso Vassilissa.

Davanti alla macchina mi fermai, qualcosa non andava: poca resistenza al covo, Vassilissa mancante, i soldati armati solo di pistole e non di paletti...

mi misi a guardare Korakov e mi accorsi di una cosa: i suoi occhiali riflettevano tre figure...ma noi eravamo in due.

La terza figura era di una donna con un sorriso crudele stampato sul volto, due occhi azzurri freddi come il ghiaccio, incorniciati da un velo da suora.

no... non siamo noi ad aver teso una trappola a Vassilissa... è lei ad aver teso una trappola a noi.

Mi girai e sparai nel punto dove sapevo ci fosse la gamba; la rosa di proiettili dilaniò la pelle della monaca, che ruggì. Prima che potessi sparare un secondo colpo l'ultimo dei ghoul di Korakov si ritrovò con un secondo sorriso cremisi sulla gola, e cadde a terra stecchito.

Io e Korakov ci buttammo in macchina e partimmo a tutto gas, mentre la figura della monaca veniva sostituita da una grottesca caricatura di lupo a due zampe, che cominciò ad inseguirci.

-stavolta non ti lancerò un paio di orecchini, puttana lupina-, sfondai il parabrezza posteriore e iniziai a far piovere una tempesta di argento: i proiettili si andarono a conficcare nel ventre, nel bacino e nel muso di Vassilissa, che ruggì, ma continuò furiosa l'inseguimento. Sparai un'altra scarica di proiettili,che colpirono il femore e il ginocchio sinistro della bestia, che iniziò a zoppicare, perdendo terreno. Quando arrivò la terza scarica di proiettili forse la lupina capiì che non era la serata adatta, e batte in ritirata... ma io non le avevo dato il permesso di andarsene dalla festa.

-inchioda, Korakov- urlai,ma quell'idiota preso dal panico continuava a fuggire, portandomi lontano dalla mia preda.

Aprì la portiera e mi buttai fuori dalla macchina in corsa, nella neve; un essere umano si sarebbe ritrovato con tutte le ossa spezzate, ma a me rovinò solamente le camicia. Mi rimisi in piedi, pompai il sangue vampirico nelle mie gambe, e cominciai a corrergli dietro, scaricandogli la mitragliatrice. Ora la preda era diventata predatore.

I palazzi intorno a noi sfrecciavano indietro, e l'aria sembrava piegarsi al nostro passaggio; come un pazzo continuavo a sparare alla bestia, che cominciò a balzare per portarsi più lontano; decisi di passare all'artiglieria pesante: presi il fucile e le piantai una rosa di pallettoni argentati nella schiena. La creatura ruggì e crollò sull' asfalto, ora era alla mia mercé.

-Creepsley...- bisbigliò una voce.

-Stai zitto- ringhiai, e balzai al collo del licantropo. Avevo bevuto tanti tipi di sangue, uomini donne bambini, vergini, ma niente era più inebriante del sangue di licantropo; sentivo la mia gola bruciare, e un fremito mi percorse tutto il corpo.

-Creepsley, uccidila subito- disse Edward

-chiudi il becco smidollato- ringhiai mentre continuavo a succhiare avidamente il sangue della Lupina-.

-no, attento, si rialza- rispose Edward.

-cosa..?-.

Vassilissa si rialzò di colpo, mi staccò dal suo collo e ringhiò furiosa.

-uh oh...-

Sentimmo le fauci del licantropo chiudersi sulla nostra coscia e sbranarla; in un secondo la nostra gamba destra venne amputata, cadde a terra e si dissolse in cenere. Io urlai, anche se non ero ancora nel controllo del nostro corpo; io urlavo, Creepsley rideva euforico.

Il licantropo mi lasciò cadere e con le ultime forze si trascinò sui frammenti di parabrezza della macchina: la sua forma iniziò a diventare vacua, poi nebulosa, e infine sparì dietro al riflesso.

Io ero steso nella neve, urlavo dal dolore, e nella mia testa Creepsley rideva di gusto; era sempre felice quando soffrivo. Korakov arrivò di corsa, mi guardo, a metà tra l'incredulo e lo spaventato e disse – ne ho vista di gente pazza nella mia non vita amico, ma tu li batti tutti-

-non sono io il pazzo...- dissi, e svenni dal dolore.

   
 
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