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Autore: mortifero    13/05/2022    1 recensioni
Jerry vuole portare la famiglia in giro con il suo camper nuovo di zecca. Summer nota che fra Rick e Morty qualcosa non va. [Aged up!characters]
«C’era stata una domanda, a cui Morty aveva risposto “no”. Una scelta forse univoca, o magari per entrambi. Rick si era lamentato della facile mutabilità delle decisioni del moro, di quanto nelle mani di Morty avessero vita precaria. Il “no" del giovane adulto probabilmente era stato anche dato all’ultimo minuto, quando tutto ormai era alla fine, il termine di una cerimonia pratica, cogliendo impreparato perfino Rick. La questione deve essere stata difficile da masticare, soprattutto per lo scienziato, e rimasta indigesta per entrambi. Bloccata sullo stomaco come il tacchino crudo di Jerry a Ringraziamento, era un rimasuglio fastidioso nella loro relazione.»
Genere: Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Beth Sanchez, Jerry Smith, Morty Smith, Rick Sanchez, Summer Smith
Note: AU | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Healthy and Romantic Relationship'
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Capitolo Cinque: L'eccezione



«Resta qui, non mi sparirai

Guarda come, quante volte mi hai ferita già».



Il Texas era uno Stato particolare per la famiglia Sánchez - Smith. Non ci avevano mai messo piede, a parte Rick, ma aveva il suo valore simbolico di origine, come il primo capitolo di un libro, l'incipit di una favolaccia.


Era lì che il folle scienziato, che prima infestava la loro casa, era cresciuto con la sua famiglia, di cui non faceva mai menzione, ma Summer era arrivata a capire che il rapporto che il nonno aveva con il proprio padre non era dei migliori, e di sua madre nemmeno un accenno tra le sue parole. Come se non gli importasse, come se temesse di sporcare il suo nome con le proprie labbra. La rossa però aveva scovato una vecchia foto di famiglia, dove Rick era fin troppo piccolo anche per essere considerato un adolescente, e al suo fianco una coppia sorrideva appena, insieme ad altri ragazzi che sì, loro potevano essere considerati dei teenager (i suoi fratelli?). Suo padre era alto e robusto, dall'aria fiera e gli immancabili baffi chevron quasi a coprirgli le labbra. Chi poteva immaginarsi che dietro al suo aspetto si nascondessero vedute limitate e un cieco orgoglio per lo Stato del Messico? E il suo nome? Ignoto, proprio come era sconosciuto quello della donna affianco a lui, che a prima vista Summer non poté fare a meno di confrontarla con Frida Kahlo, con l'unica differenza che i lineamenti del suo viso erano molto più morbidi rispetto a quelli della ormai defunta pittrice. Il vestiario e la treccia ai capelli erano molti simili e Summer era sicura che, se la foto non fosse stata in bianco a nero, i suoi vivaci colori avrebbero rubato la scena a chiunque altro nella foto. Non sorrideva, però, e questo non dava giustizia alla gioia del suo abito. Quasi come se fosse stanca, stanca del suo matrimonio, dell'uomo al suo fianco, e forse Summer aveva fumato un po' troppo, ma le parve di vedere nel suo sguardo la delusione trattenuta in un sospiro ancora non completato. Delusione per sé e per chi le stava intorno, perché incapace di poter dare ai suoi figli di meglio, un padre che non fosse manesco e col vizio di sottovalutare tutti intorno a lui. Gli altri ragazzini erano sorridenti, come se niente li tangesse, magari inconsapevoli di qualunque cosa succedesse intorno a loro, dolci e ignari di come il male si nascondesse anche nelle piccole cose. E Summer come aveva fatto a riconoscere nonno Rick? Dall'iconico monociglio, ovviamente, già presente a quell'età come un marchio di fabbrica, e a giudicare dalla sua espressione imbronciata, lui no, non aveva la minima voglia di farsi immortalare in uno scatto quel giorno.



Il piccolo Rick non avrebbe mai potuto immaginare che avrebbe rimpianto quell'istante.






Appena mise piede al di fuori del camper, Summer capì che quella mattina sarebbe stata differente. Non sapeva come, né perché, ma quel dì sarebbe stato il completo opposto dei precedenti. Questa consapevolezza la accompagnava ad ogni passo, una pulsione che partiva dai nervi e guidava il muscolo nel movimento, infondendo nelle fibre, in ogni parte di lei, l'annunciazione di un cambiamento. Ma cosa era diverso quel giorno? Summer non seppe rispondersi su due piedi, e con una domanda in testa continuò il suo cammino, mentre gli uccelli lanciavano lunghi fischi a tagliare il cielo con le sue soffici nuvole. Un azzurro pieno si posava su lei e la sua famiglia, mentre i raggi del sole prendevano a schiaffi la loro pelle fino a farla piangere, nel ritmo di una giornata afosa.



Jerry li aveva voluti portare in una tavola calda che aveva trovato su TripAdvisor. Il lavativo che era in lui si era limitato a scegliere il posto con più recensioni positive, ma che per ironia della sorte si trovava al polo opposto da dove avevano potuto parcheggiare il camper. Il sole in Texas era torrido, Summer si sentiva sciogliere come un ghiacciolo sull'asfalto, ed era stanca di camminare. Si stava chiedendo come mai e soprattutto chi avesse potuto solo credere che seguire le direttive di Jerry fosse una buona idea. A giudicare dagli sguardi contrariati e i volti resi paonazzi dal caldo, se lo stava chiedendo tutto il resto della famiglia.


"Jerry, sei sicuro che stiamo facendo la strada giusta?", aveva chiosato Beth, asciugandosi la fronte madida di sudore.


L'uomo la prese sul personale. "Certo, Beth, per chi m'hai preso? Per uno stupido che non sa nemmeno usare Google Maps?".


"Vuoi davvero sentire la mia risposta?".


Summer mormorò: "Da futuro avvocato, posso consigliarvi che è meglio non fare domande se non volete davvero sentire la risposta".


Rick allo stesso momento trasalì, insofferente e pieno fino all'orlo dell'atteggiamento del proprio genero. Interruppe la conversazione, sbraitando: "Gesù Cristo, J-Jerry, s-stiamo girando in tondo da tre ore! Ho-ho- avrò visto quel maledettissimo negozio dell'usato — Morty, smettila di sbavare davanti la vetrina, col cazzo che ti compro i volumi di Berserkl'avrò visto trenta volte in cinque minuti!".



Jerry, ferito nell'orgoglio, replicò: "Sei meglio tu, allora, eh?" ("Sì", fu la risposta di Rick), e non si limitò solo a quella domanda, ma iniziò anche una patetica imitazione di suo suocero. "Guardatemi, sono Rick Sánchez, sono il dio dell'universo, e tutti fanno schifo in confronto a me!".



Sia a Summer che a Morty non avrebbe dato tanto fastidio essere in realtà adottati o il frutto di un tradimento — avrebbero capito la loro madre in quel caso.



"Ti rode perché è vero". Rick sorrideva, vittorioso e sfacciato, si faceva beffe delle lagne di suo suocero.



"Allora perché non ci guidi tu?". Jerry mise il broncio.



"Se proprio insisti...". Il sorriso di Rick, seppur sembrasse impossibile, crebbe a dismisura. Si allontanò da Morty, e si fece strada fino ad arrivare a capo della fila. Si scontrò spalla a spalla con Jerry, e gli dedicò uno sguardo di sufficienza. "E sfoga i tuoi complessi di inferiorità su qualcun altro", disse, la voce bassa e lugubre. Non era proprio il momento adatto per sopportare l'indole fastidiosa di Jerry. Non lo era mai, soprattutto dopo maggio.



"Me li hai fatti venire tu i complessi!".



Beth si schiaffò una mano in viso, imbarazzata da suo marito.



Rick fece spallucce, e bevve un sorso dalla sua fiaschetta. "Seh, seh, qualunque cosa ti faccia dormire bene la notte".



Anche Morty superò Summer, per arrivare dietro le spalle di Rick, e poi al suo fianco, un'idea chiara in mente. "C- he- Rick?".



"Che c'è? Non chiederò scusa a quel patetico surrogato di padre che ti ritrovi".



"Non volevo chiederti questo". Rick non gli rispose, e Morty titubante decise di continuare. "Non si può fare proprio nulla per Berserk?".






Arrivarono da Shoney’s. Il che, tutto sommato, non era poi così imprevedibile. Si trattava del locale preferito di Rick, si sapeva, e chissà, forse lo scienziato aveva scoperto il suo amore per le tavole calde negli anni più vivaci dell'adolescenza, quando usciva a divertirsi con gli amici, o durante la calorosa infanzia, dove si passava più tempo con la propria famiglia. Summer poteva solo ipotizzare.



Ci misero poco tempo, o almeno meno di quanto ne avrebbero impiegato per andare nella tavola calda proposta da Jerry. Sorprendentemente trovarono subito posto, e presto un cameriere andò a prendere le loro ordinazioni. Scelsero tutti pancetta e pancake con sciroppo d'acero, tranne Jerry, che optò per il miele, ma con il solo scopo di ribadire ogni cinque minuti che quello che facevano le sue api era nettamente migliore. Il clima tra tutti loro rimaneva calmo, o il massimo a cui potevano aspirare vicino all'ideale di tranquillità.

Summer si lasciò andare nell'introspezione. Non era qualcosa che voleva propriamente fare, ma osservare Morty intestardito con Rick, oppure Beth e Jerry bisticciare per un motivo futile, faceva vagare la sua mente in una miriade di pensieri, che culminavano sempre nella realizzazione di essere investita dalla solitudine, che nessuno era lì per lei anche solo per discutere in malo modo. E toccava che delegasse i suoi bisogni a qualcuno di momentaneo.

Non che vedesse qualcuno con cui sfogarsi.

Parlare dei propri sentimenti in famiglia, mostrarsi vulnerabili, avere il coraggio di mostrare il proprio cuore, poi, era considerato lagnarsi. Morty era un lagnone, e suo padre dopo di lui era addirittura il re dei lagnoni. Bambini ingenui e deboli, che aprivano bocca credendo che le loro emozioni potessero contare qualcosa, essere meritevoli di venire ascoltate. Emozioni che sarebbero state masticate come Big Babol, fino a far male le guance e finché non fossero diventate poltiglia da giocare con le dita, o bolle da far scoppiare a proprio piacimento. Morty, però, checché ne avesse detto Rick, (anche se le sue motivazioni si limitavano al semplice ferire, ed egli fosse conscio di aver sparato una cazzata enorme) non era minimamente simile a suo padre.



Morty amava, incondizionatamente, nel pieno spirito dell'agape.



Rick e Summer non potevano dire di averlo capito fino in fondo. La sua più grande vittoria era stata il mai essersi piegato al male che gli veniva inflitto ogni giorno. Era stupido, un idealista ingenuo, ma avrebbe continuato ad amare il mondo che a sua volta amava prenderlo a pesci in faccia. Era il loro completo opposto. Morty aveva visto con i propri occhi il male che l’intero universo era capace di infliggergli. Summer era sicura che, appena gli si chiudevano le palpebre, si risvegliavano nella sua mente i mille modi in cui chiunque avesse ucciso la sua anima, il cadavere del sognatore bambino che era un tempo, e di cui conservava ancora il cuore.

Ma almeno Morty aveva Rick, e Rick aveva Morty — avevano ricevuto il dono della presenza stabile di un altro e quei due disgraziati lo trattavano come se fosse il peggiore degli insulti. Si conoscevano, nel senso più antico e legato alla fisicità del verbo. Summer chi conosceva? Chi aveva come amicizia fidata? Nessuno, ecco chi.

Osservava ogni cosa con una minuzia ossessiva, connotazione che non le piaceva, seppur sapesse di verità, di maledizione congenita - Summer sapeva di non essere l’unica con manie ossessive e di controllo in famiglia.

Ossessione verso se stessa e gli altri, come un narcisismo latente, ammaliato dalla sua persona e con la dipendenza egoistica di attenzioni continue, ma Summer non credeva di avere basi conoscitive così avanzate per l'autodiagnosi di tale disturbo.



Non era poi come se in quel momento non le stessero dando attenzioni, ma non poteva dire che le stesse gradendo.



I volti dei suoi genitori erano di un rosso teso e sudato mentre facevano domande come "New York?" e "Sei sicura sicura, tesoro?".



"Sì, mi hanno già offerto un tirocinio in uno studio legale importante". Summer si chiuse, incrociando le braccia con stizza. "Faccio più successo di quanto voi abbiate mai fatto alla mia età, e questo vi rode".



Il colpo avvelenato andò a segno, scatenò delle reazioni, ma la rossa si interessò ad altro.



Summer vide Morty sussurrare nell'orecchio di Rick, forse con un tono troppo elevato, perché lei riuscì a sentirlo stesso, e le si spiegarono le labbra a vederlo, il ricordo del vecchio equilibrio. La risposta smorzata di Rick, col suo borbottio e la sua scrollata di spalle, fece cadere a terra il suo umore, impedendole di spiccare il volo nel suo cielo di ricordi. Summer non sorrise più. La realtà era una brutta bestia.



"Tu lo sapevi, Rick?".



"Chissene".



Si erano seduti vicini, però, e Summer lo aveva notato in un misto di stupore e orgoglio. Il suo piano, nonostante tutto, li aveva costretti a fare un passo avanti, e forse non era solo merito suo. Loro volevano fare un passo avanti, rinunciare alla loro situazione di stallo. Continuavano a scambiarsi monosillabi, più che parole, e Summer fu colpita da una realizzazione: tra loro due non si respirava più la stessa tensione di prima. Avevano litigato, prendendosi a morsi con le parole, affondando i canini sulla carne tenera e fresca del cuore, a giudicare dalla sensibilità (più o meno velata) con cui reagivano.


Ecco perché quell'aria bizzarra, quella mattina, era così facile da intuire!


Rick e Morty non erano più in guerra, ma a fatica cercavano una ricongiunzione.

La passione per la propria convinzione e l'impeto nato dalla furia che accendeva le battaglie li aveva conquistati, fino a diluire pian piano, rendendo le loro posizioni più labili, gli armamenti più ingombranti. Summer li aveva visti litigare — quando vivevano tutti insieme, si facevano la guerra ogni giorno, per Dio! — e finivano così, sempre, a dimenticarsi del perché provassero così tanto astio, incapaci di stare lontani troppo a lungo.



Modera i termini, siamo noi che ti paghiamo il college!”. Beth si era subito scaldata, irata come non mai alle parole di sua figlia, che le rivolse di nuovo tutte le sue attenzioni. Convenì pure la rossa che effettivamente quello di cui stava parlando sua madre era un privilegio. Nella mente di Summer si figurò l’immagine di un post su Facebook di Beth, la foto in un locale con l'hashtag “fondo per il college di Morty”.



Summer non era di certo tipo da rimanere senza parole. “Non dovrai più farlo, mi pagheranno!”.



Non ci hai nemmeno chiesto il permesso”.



Beth ignorò l'esistenza del marito, e continuò a rivolgersi a sua figlia, con fare proibitivo. “Ah, quindi la tua paga basterà a ripagare il debito studentesco?”.



Dovevi chiedere…”, Jerry tentennava, guardandosi intorno, affievolendo sempre di più il tono di voce. Nessuno lo stava ascoltando!



Guarda che non è male come inizio!”.



Il permesso! Non…la mia autorità di padre… qualcuno mi sente?”. Jerry sembrava sperduto come un cucciolo abbandonato. Un'occasione troppo ghiotta per Rick per lasciarsela scappare. “Primo strike, Jerry”, gli rise dietro.



Ti sto ignorando”, Summer fulminò suo padre con lo sguardo, poi toccò a sua madre. “Perchè non vuoi essere felice per me? Ti rode davvero così tanto?”.



Ma New York è così lontano, tesoro…”



Morty si lasciò andare a un pensiero innocente trasmesso ad alta voce. “Però quando Rick mi portava dall’altro capo della galassia tu non battevi ciglio…". Il suo tono di voce non annullò l’accusa, e non silenziò nemmeno l’offesa.



Rick si sentì in dovere di intervenire. “Io-io non ti ho mai portato dall’altro capo della galassia, M-moURGHty. Se ci capissi qualcosa, lo sapresti. Un po’ a est, un po’ a ovest, ma mai al polo opposto. Lì non c’è nulla, solo stupide nebulose del cazzo”.



I-il discorso non cambia”.



Lo sguardo di Beth si ammorbidì mentre si voltava verso suo figlio, quasi come se fosse capace di provare un senso di colpa. “Morty, sai che non è vero…”.



E New York non è lontano come lo spazio, per Summer sarà anche una bella esperienza. Poi fa sempre bene avercela lontano!”, Morty scherzò, e Summer da brava sorella maggiore non si mancò di fargli ricordare quale fosse il suo posto: gli diede una gomitata sul fianco, ma entrambi si scambiarono un sorrisetto complice.



Sì, Beth, lasciala andare! Cosa credi che potrà trovare ancora nel Michigan? Difenderà la vecchietta che porta il cibo da casa negli stadi di baseball?”, Rick si afflosciò sulla poltrona della tavola calda, spossato dalla conversazione come se fosse stato solo un suo peso per tutto il tempo. Summer si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo. Che narcisista melodrammatico! Non che le sue affermazioni fossero del tutto corrette, poi.

Era anche vero che circolava voce di un singolare Signore della droga del Michigan, di cui nessuno conosceva il volto, ma tutti erano alle sue calcagna… Sarebbe stato certo un bel mistero, scoprire la sua identità. La cronaca nera aveva annunciato l'aumento di morte per overdose, e tutte le indagini sulla criminalità organizzata avevano ricondotto la gestione dei traffici illegali di droga a una sola persona, il cui nome rimaneva un mistero. Alla procura erano noti una serie di pseudonimi, e un identikit facciale piuttosto scarno, che però faceva intuire che si trattasse di un unico individuo. Niente dava le basi per portare sotto processo qualcuno. Veniva quindi soprannominato Signore, perché come una divinità, non aveva problemi nel togliere la vita, e aveva il monopolio di ogni commercio. Essere il procuratore distrettuale o l'avvocato difensore in un processo talmente ecclatante le avrebbe procurato prestigio. Molto prestigio. Magari l'unica cosa che l'avrebbe tenuta ancorata nel Michigan, ma non così convincente. Non le piaceva l'idea di mettersi contro un membro della mala così potente.



Morty nel frattempo annuì, in accordo con le posizioni di Rick. "Anche per lui è un'idea stupenda!".



Rick gli ruggì contro come un leone arrabbiato, voltandosi di scatto. "Ehi, stronzetto, non hai ancora diritto di fare le mie feci!".



"Veci!"



"E che ho detto io?".






Morty aveva sempre avuto un problema con i bagni pubblici, mai menzionato a nessuno, eccetto Rick che, secondo le teorie dell'intera famiglia, forse ne era anche l'artefice. Quando Beth asserì che sarebbe stato meglio usufruire dei servizi igienici della tavola calda, perchè il cammino di ritorno verso il camper sarebbe stato lungo, sembrò fosse stata appena dichiarata una condanna a morte. Summer aveva visto suo fratello sbiancare, e assumere un umore cadaverico al viso. Diventò subito nervoso, grattandosi la nuca con insistenza, e guardandosi intorno con fare evasivo, come se da un momento all'altro potesse prendere e scappare. Non poteva farlo, la realizzazione gli prosciugò ogni fantasia, colpendolo quando smise di graffiare la sua pelle, ormai livida, e un debole sospiro gli allargò il petto e lo rimpicciolì; uscì da lui come una dichiarazione di resa all'inevitabile.



"Cacchio!". L'imprecazione di Rick attirò l'attenzione di Summer, e scoprì che anche lui aveva cercato in maniera ossessiva qualcosa, probabilmente la sparaporte, magari per portare Morty lontano da lì; una mano ancora dentro il camice da laboratorio, l'irritazione per l'opportunità mancata.



Summer pensò fosse solo una coincidenza, perché infondo ci potevano essere una miriade di motivi, di possibilità, Rick non stava cercando la sparaporte, ma la sua fiaschetta, il che aveva più senso, e che dopotutto lui se ne fregasse davvero poco di chiunque intorno a lui, chissene se Morty venisse mangiato vivo dai suoi stessi traumi.



Allora perché Rick tergiversava? Nella zona in comune del bagno pubblico, mentre lei si guardava allo specchio per rifarsi il trucco colato, e Morty era dietro la porta del bagno maschile a fare i suoi bisogni, lo scienziato era occupato a lavarsi le mani. Nulla di strano, o magari lo sarebbe stato per la Summer di qualche anno fa, incapace di pensare che suo nonno non fosse completamente estraneo al concetto di igiene o pulito, ma qualcosa non tornava. Rick ci stava mettendo troppo tempo. Era certosino nei movimenti, eppure talmente distaccato dall'azione, come se non gli interessasse, come se stesse pensando ad altro. Era estremamente lento, e nemmeno una minuziosità ossessiva avrebbe giustificato la sua flemma.



Mentre spazzolava le ciglia con lo scovolino del mascara, guardò per un po' suo nonno, ancora intento a fare chissà cosa nel lavabo. Solo lì potè notare che Rick stava battendo i piedi con impazienza, e che si era sporcata una palpebra. Dopo aver inumidito con le labbra un cotton fioc per rimediare all'errore fatto, prese parola: "Sono ore che ti lavi le mani, hai già ucciso i batteri. È inutile che continui".



"A parte le tue scarse conoscenze sulla vita batteri," Rick era pronto a sorvolare sulla questione, ma Summer avrebbe messo la mano sul fuoco e giurato che una parte di lui avrebbe amato gongolare nell'infastidirla con parole del rango di «tensioattivo». "È utile quanto il tuo mettere il mascara anche se non hai ciglia? S-su cosa lo staresti applicando, esattamente? Sull'aria?".



Summer provò a farsi scivolare addosso l'argomento. "Simpatico", mormorò sarcastica, prendendo dal suo beauty un lucidalabbra arancione. Era il colore dell'estate.



"Io lo dico per te, Sum-Sum. E quelle tinte calde non stanno affatto bene su una ragazza pallida come te. Che cosa sei? Una primavera accesa? Cosa — cosa decreta la nuova costituzione di questa nuova merdata giovanile, eh, l'armocromia?".



Rick aveva superato il limite.



"Ridillo e ti uccido", Summer scattò, puntandogli il lucidalabbra a mo' di trinciante, come se fosse pronta ad accoltellarlo.



L'uomo scrollò le spalle, sospirando, teatrale come non mai. "Come siamo sensibili stamattina!".



"Parliamo di sensibilità? Io non sto aspettando che Morty abbia un attacco di panico così sono giustificata ad andare a coccolarlo". Colpì il punto giusto, perché Rick perse subito la sua patina di indifferenza, diventato presto irato.



"Ma che cazzo dici! Da quando in qua lo coccolo?"



Summer aveva pronte sulla punta della lingua più di mille motivi per giustificare la propria affermazione, già a partire da come Rick non provasse nemmeno più a nascondere chi fosse il suo preferito in famiglia, però l'universo amava aiutare i peggiori, per questo all'improvviso, Morty uscì dall'area privata dei servizi igienici. Aveva l’aria un po' sfatta, ma appena guardò davanti a sé si illuminò. Nei suoi occhi nasceva la comprensione di un messaggio implicito, nel dispiegarsi delle labbra l'accoglienza di cure saggiamente occultate. Si avvicinò a Rick, pronto a sussurrargli qualcosa. "Sto bene", fece, e Summer riuscì a sentirlo. "Non ho pianto questa volta".



Rick annuì, "No, non l'hai fatto", e se fosse stato fiero dei progressi di Morty, lo nascose molto bene.



NdA

Nell’asilo in cui facevo stage un bambino aveva già il monociglio, e immagino fosse così anche per Rick, lmao. Morty invece è un weeb che ama Berserk e che non ha superato Re Gommosello – povero, non se lo meritava proprio. E potete immaginare che la versione indemoniata di Griffith non sia il suo personaggio prefy di Berserk. Questo capitolo è più un insieme di sottotrame comiche che un vero capitolo, lasciamo perdere. Volevo creare un piccolo momento di stacco dai loro litigi, perché alla lunga poteva diventare un po’ stancante quindi eccoci qua! Ho tolto un po’ di scene di introspezione per Summer, e la maggior parte avevano SumRick e SumMorty vibes, ship niente male, ma non le mie preferite, lol.

Il titolo del capitolo è ripreso dalla canzone di Madame, colonna sonora della serie Bang Bang Baby su Prime Video, che consiglio vivamente.

Vi spammo ancora il mio canale telegram e potete già preordinare il mio libro !

Grazie mille per l’attenzione!

A presto!





   
 
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