Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: LondonRiver16    15/05/2022    0 recensioni
“Ho solo cercato di proteggere delle vite innocenti, quel giorno” fremetti, ancora nudo dalla cintola in su, ancora scosso per una punizione che ormai mi era entrata sottopelle e sarebbe sempre stata parte di me. “Un amore.”
La sua esitazione durò solo un battito di ciglia.
“Erano le vite sbagliate. Un amore sbagliato” decretò lapidario. “Tu fai parte di una famiglia privilegiata, Arlen. Questo comporta sacrifici. Comporta non poter scegliere chi amare. Ti rendi conto di quanto sia grave ciò che è successo? Questo tipo di scosse politiche può risolversi in un’onda come in un maremoto. Se vogliamo che l’Accademia e assieme a lei l’intero Continente rimanga stabile, questi errori da principianti non possono e non devono essere commessi. Un abbaglio può costarci ogni cosa.”
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IV. Uno scontro ad armi impari

 

Ebbi appena il tempo di notare quanto sconsolato apparisse Kenneth di fronte all’affermazione di nostro padre prima di ritrovarmi Devin a pochi passi, con gli occhi cobalto brillanti d’eccitazione e un mezzo sorrisetto salito a deformargli il volto. Era quella spavalderia a far invaghire di lui le persone, ne ero sempre stato certo.

Deglutii, rendendomi conto che era da qualche tempo che non mi misuravo con lui e, soprattutto, che non avevo apportato migliorie rilevanti alla mia tecnica dall’ultima sconfitta. Non mi restava che stringere saldamente i pugni per concentrarmi e affrontare la sfida a mente aperta, dimenticandomi di quanto fossero esigue le mie possibilità di vittoria.

Credi di riuscire a non tremare, fratellino?” sghignazzò lui sottovoce, cominciando a girarmi attorno come un predatore con la sua vittima. “Non vorrei deconcentrarmi a causa di una fanciulla delicata come te.”

La voce di mio padre, posizionatosi a una ventina di metri per avere una visuale globale della situazione, mi destò dallo stato di trance.

Non stare inchiodato a terra come un monaco, Arlen! Devi muoverti!”

Fa paura, pensai di mio fratello, mentre cominciavo a seguire la sincronia dei suoi passi. Riesce a farmi scordare anche le regole basilari del combattimento.

Allora, non dici niente?” mi stuzzicò ancora Devin. “Mi costringi a fare il primo passo!”

Dal nulla si portò di fianco a me con un salto, mi diede una spinta poderosa con l’intento di farmi perdere l’equilibrio e tentò di colpirmi al viso caricando con tutta la forza che aveva nel braccio. Ma all’ultimo momento riuscii a riprendermi e a bloccargli la mano sotto il mio braccio sinistro, passando in posizione di vantaggio.

Mio fratello fece in tempo a rivolgermi un sorrisetto tra il sorpreso e il compiaciuto prima che io, approfittando della situazione, incastrassi la mia gamba destra sotto la sua e facessi leva per farlo stramazzare a terra.

Crogiolandomi in un orgoglio che mi era sconosciuto, ascoltai con soddisfazione il suo lamento mentre cadeva sulla schiena e mi limitai a osservarlo mentre si rialzava di colpo, mostrandomi più benevolo del necessario. Quindi riprendemmo a camminare in cerchio, orientando i nostri movimenti in base a quelli dell’altro come in una precisa danza tradizionale.

Quindi non sei una totale perdita di tempo e denaro per questa accademia” valutò Devin, mentre solo una mezza smorfia sul suo volto affilato faceva trasparire il dolore alla schiena.

Miglioro con la fatica ed evito la presunzione” replicai, alzando un sopracciglio.

Fa lo stesso. Se pensi che accetterò di farmi sconfiggere da un verginello, hai preso un abbaglio.”

È una mia impressione o dai troppa aria alla bocca, fratello? Ero venuto qui per una sfida.”

Giusto” sghignazzò lui. “Bando alla conversazione e passiamo ai fatti.”

Con un grido scattò nuovamente verso di me, ingaggiando uno scontro faccia a faccia per mirare alle mie spalle e gettarmi a terra, ma ormai i miei sensi erano avvolti dall’adrenalina scatenata dal primo attacco e la mia reazione non tardò. Gli impedii di arrivare al risultato che desiderava afferrandolo a mia volta per le spalle e lottai per resistere alla sua forza.

Dopo qualche secondo Devin optò per liberarsi dalla mia presa e scivolò via dalle mie mani con maestria, abbassandosi per poi tentare di demolirmi mirando alle gambe. Lo evitai per un pelo con un salto all’indietro. Mio fratello non perse tempo e tentò d’infrangere la mia strategia di difesa con un attacco frontale, tirandomi un calcio che non mi colpì dritto al ventre solo grazie alla prontezza dei miei riflessi. Riuscì comunque a farmi indietreggiare di parecchi metri.

Studiammo ognuno il respiro accelerato dell’altro, con le tempie velate di sudore e i muscoli febbricitanti mentre riprendevamo a girare in cerchio. Kenneth e nostro padre non erano che macchie scure ai confini del nostro verde campo di battaglia, ormai, e li notavamo appena ogni volta che entravano nel nostro campo visivo.

Possibile che combattere contro di te sia sempre una caccia al topo?” soffiò Devin senza perdere la concentrazione e passandosi la lingua sulle labbra bagnate di sale.

Mi stupii del suo tono, non più canzonatorio bensì adirato dal mio comportamento, dal mio continuo difendermi.

Sei un aspirante cavaliere, un futuro capitano, discendente di grandi guerrieri” proruppe ad alta voce, facendomi sussultare. “Come pretendi di avere la mia stima se il tuo destreggiarti in combattimento è più adatto a un ballo in maschera che a una battaglia?”

Non ti permetto di…” ringhiai.

Dimostramelo in campo, le tue parole sono aria!”

In un battito di ciglia mi fu di nuovo addosso e le mie braccia riuscirono a malapena a trattenerlo come avevano fatto poco prima, mentre lui pigiava contro le mie spalle per piegarmi, lasciando i nostri volti tanto vicini l’uno all’altro che potevo specchiarmi nei suoi occhi cobalto come lui poteva contare le pagliuzze dorate nei miei, sentire il tremore delle mie mani e lo sforzo che impregnava il mio essere.

Vuoi rimanere per sempre solo il figlio minore, Arlen?” mi sussurrò, e forse per la prima volta in mesi colsi nella sua voce qualcosa di simile all’interessamento per ciò che provavo. “Essere considerato il perdente, il fallito della famiglia, è questo ciò che vuoi?”

La mia risposta fu immediata e feci attenzione ad esprimerla in un linguaggio che Devin avrebbe compreso senza difficoltà. Imprimendo nelle gambe tutto il vigore che possedevo, costrinsi mio fratello a indietreggiare quel tanto da fargli perdere l’equilibrio e precipitare all’indietro con la goffaggine di un bambino.

Dal basso mi concesse un sorriso soddisfatto che io ricambiai, malgrado tutto riconoscente di essere stato messo alla prova.

Un inizio discreto, apprendista. Ma ora basta giocare.”

Con una capriola fu di nuovo in piedi davanti a me e cominciò a tartassarmi con affondi molto più frequenti e rapidi dei precedenti, tanto che a un certo punto sentii i muscoli delle braccia cigolare per il dolore e fui costretto a rallentare il ritmo della mia difesa, rendendo il compito di Devin fin troppo facile.

Mi distrasse con un altro paio di tentativi di colpirmi al volto prima di roteare il corpo a sufficienza da riuscire a colpirmi appena sopra il fianco con un tallone. Fu il suo ultimo colpo, abbastanza ben assestato da strapparmi un gemito di dolore, togliermi il fiato e farmi battere a terra col sedere.

Quando alzai lo sguardo Devin era , con il viso illuminato dalla gioia della vittoria, e impiegò una frazione di secondo a bloccarmi sul prato, sedendomisi sopra con una mano impegnata a tenermi i polsi legati assieme e le dita dell’altra strette attorno alla mia gola.

Hai vinto” mi complimentai con un ghigno, stando al gioco.

Sì, ma non ti ho stracciato. E questo rende te una macchia sul poema che un giorno canterà le mie gesta gloriosescherzò lui, calandosi alla perfezione nel personaggio.

Capisco” finsi di considerare. “In effetti è un problema non da poco.”

Pensavo di risolverlo immolando il tuo corpo agli Dei. Cosa ne pensi?”

Che ne sarebbero deliziati. Ti devo inoltre far notare che un fratello in meno fa sempre comodo, sia in camera da letto che ai pasti.”

Devin ridacchiò, mi liberò e fece per tendermi una mano per trascinarmi di nuovo in piedi con lui. Fu allora che un inaspettato avversario gli venne addosso senza preavviso, colpendolo al fianco abbastanza forte da farlo rotolare nell’erba a due passi da me.

Solo voltandoci riconoscemmo nostro padre, che si affrettò a raddrizzare il busto per dedicarsi a trapassare mio fratello con lo sguardo.

Che cosa credevi di fare questa volta, Devin?” indagò, con l’aria di chi sta sforzandosi di mantenere un tono ragionevole.

Io e Devin ci scambiammo uno sguardo spaesato.

Che cosa ho fatto…?”

Non cercare d’imbrogliarmi! Anche se ero lontano qualche metro ho visto benissimo che non stavi lasciando la gola di tuo fratello, quindi non provare a negarlo” abbaiò nostro padre, avvicinandosi a lui tanto da fondere il proprio sguardo furente con il suo.

Pensate che gli avrei fatto del male?” sussurrò Devin, spalancando gli occhi.

Padre, ciò che dite non ha senso” intervenni, incredulo che l’uomo che tanto ammiravo potesse essere arrivato a supposizioni tanto estreme nei confronti di uno dei propri figli. “Stavamo solo scherzando, a combattimento concluso.”

Tu non difenderlo!” mi ammonì però lui levando una mano, ma senza distogliere lo sguardo dall’espressione ferita di Devin. “Sono stato in guerra, gli occhi di chi ha voglia di uccidere li ho visti tante volte.”

Padre!” protestai ad alta voce, scioccato, ma oramai Devin aveva incassato il colpo con nient’altro che un sussulto.

Abbassò il capo fin quasi ad appoggiare il mento sul petto e strinse a pugno le mani che avevano iniziato a tremare. Dalla sua collera nacque una voce profonda e quasi priva di note incerte, una delle voci più false che avessi mai sentito in vita mia, e tutto per celare a nostro padre il dolore arrivato a corrodere un poco di più l’affetto che li legava. Lentamente, si rimise in piedi.

Solo perché si tratta di me, non è vero? Alzò di nuovo la testa per affrontare il delirio negli occhi dell’uomo. “Non ne ho mai capito il motivo, ma so che se fosse stato Arlen a mirare alla mia gola, o Kenneth, probabilmente vi sareste limitato a lodarli per la loro abilità nel neutralizzare l’avversario. A loro non avreste fatto questa scenata. Vi sareste complimentato con loro anche se avessero portato a termine lo scontro, togliendomi la vita. Chissà quante lodi, quanti premi avreste destinato a chi vi avesse liberato del vostro peso, del figlio sbagliat-…”

Il frustino da equitazione che nostro padre si era sfilato dalla cinta prima che uno di noi potesse notarlo mise fine alla questione, zittendo Devin e lasciandogli un graffio sanguinante sulla guancia sinistra.

Vidi gli occhi del mio gemello annebbiarsi, la sua ribellione ingobbirsi di fronte al potere indiscusso di nostro padre, e saltai in piedi per andargli incontro.

La notte precedente, Lord Morven aveva detto che erano state poche le volte in cui aveva alzato le mani sui suoi figli. La verità era che il suo concetto di “poco” era discutibile e, inoltre, non vi era dubbio che Devin fosse il più abile nel provocarlo al punto da estorcergli di mano quel tipo di correzione.

Devin… è colpa mia” mormorai nel vano tentativo di essergli d’aiuto.

Aver osato parlare in quel modo a un tuo superiore comporterà delle conseguenze” intervenne nostro padre con voce atona, riponendo la verga. “Sarò costretto a chiedere al tuo maestro d’armi d’intervenire nella tua istruzione quotidiana. Non posso starti dietro tutto il tempo, Devin, e tu devi imparare a rispettare la gerarchia. Devi crescere.”

Perché invece non mi cacciate dall’Accademia?” bisbigliò Devin, pur con la voce rotta. “Risolvereste ogni vostro problema.”

Si voltò di scatto e, una volta divincolatosi dalla presa leggera della mano che gli avevo posato sulla spalla, corse via. Sfrecciò oltre lo spiazzo dell’altopiano che avevamo adibito a campo di addestramento e in direzione del punto in cui il sentiero del ritorno lasciava la radura per lasciarsi fagocitare nuovamente dal bosco, in discesa. Feci per corrergli dietro, ben conscio che se avessi perso un altro secondo sarebbe diventato impossibile raggiungerlo, ma una voce mi bloccò.

Lascialo andare” sospirò mio padre e, anche se percepivo il suo rammarico, il suo tono suonò autoritario. “Torna ad allenarti assieme a Kenneth, veloce.”

Cosicché quando mi girai verso l’imbocco del sentiero Devin era già scomparso, lasciandomi con nient’altro che un lacerante senso di colpa a invadermi il petto. Non riuscivo a togliermi dalla testa l’idea che avrei potuto fare di più per evitare quella piega degli eventi.

Non lo vedemmo più per l’intera giornata di allenamento. Anche una volta tornati a casa, nel tardo pomeriggio, non lo trovammo ad aspettarci al maniero. Mentre nostro padre dava a me e a Kenneth il permesso di ritirarci per lavarci, cambiarci d’abito e riposarci prima del pasto serale, vidi il suo umore incupire ancora più di quanto non fosse accaduto sull’Altopiano degli Olmi.

 

Quando, poco prima del crepuscolo, lord Morven rientrò nella camera matrimoniale, sua moglie sedeva accanto al fuoco che crepitava nel caminetto, intenta a ornare l’orlo di un abito che presto sarebbe stato di Cora.

Sto crescendo degli stupidi ostinati” dichiarò l’uomo, chiudendosi alle spalle la pesante porta di legno massiccio prima di appoggiarvi la schiena con un sospiro e darle una debole testata disperata mentre alzava gli occhi al soffitto.

Sempre grata di essere colei – l’unica – a cui il sommo comandante dell’Accademia mostrava tali debolezze, Esyld sorrise mentre si apprestava a interrompere il lavoro di ricamo laddove le sarebbe stato facile riprenderlo in un altro momento.

Non mi sembra affatto che i nostri figli corrispondano a questa descrizione. Non tutti, perlomeno, e nessuno di loro per tutto il tempo” osservò con garbo, infilando l’ago in un punto nascosto della stoffa color rubino in modo che non rischiasse di muoversi da lì né di rovinare il disegno.

Se stai parlando di Arlen, siamo perfettamente d’accordo. Quel ragazzo, che gli Dei lo abbiano in gloria. È l’unico che mi aiuti a tenere a bada la sensazione di aver proprio sbagliato tutto, come padre, fin dall’inizio” riprese a sfogarsi lord Morven, chinandosi per liberarsi delle scarpe usate durante l’escursione. “Ma se almeno lui si è salvato, allora com’è che quegli altri due sono una continua fonte di problemi? Sarebbero i migliori cadetti che abbiamo, in maniera indiscussa, se solo possedessero anche solo un briciolo del buonsenso di Arlen.”

Una volta abbandonato il vestito sullo sgabello, Esyld raggiunse il marito dall’altro lato della stanza e allungò le braccia per accarezzargli le spalle con l’intento di tranquillizzarlo.

Non stavo parlando solo di Arlen” protestò divertita, con un sorriso pacato. “Quei tre hanno caratteri diversi, lo sai bene, e proprio per questo si compensano tra di loro. E questo non può essere altro che un bene, no? Non pensi davvero che Kenneth e Devin siano degli stupidi.”

La rinuncia di lord Morven ad agitarsi sul posto e il suo conseguente sospiro rassegnato sembrarono chiari segni di ammissione agli occhi di entrambi i coniugi.

Se solo facessero gioco di squadra, invece di scannarsi a ogni occasione per il primato” desiderò l’uomo, sottraendosi al tocco della moglie per lasciarsi cadere a sedere sul proprio lato del letto e sorreggersi la testa con una mano. “Se solo Devin non fosse una freccia vagante.”

Ah, eccolo, il nocciolo di ogni tuo cruccio” commentò Esyld, sull’onda di un’amara vittoria. Un istante dopo, si accomodò vicino al marito per poter carpire con dolcezza qualche informazione in più: “Cos’è successo ancora?”

Che cosa vuoi che sia successo? Quel ragazzino è sempre uguale a se stesso. La sua solita boria, la sconsideratezza e la riottosità che ha ereditato pari pari da…”

Un bussare rapido e deciso alla porta lo interruppe. Vista l’evidente urgenza, il signore del maniero alzò la voce per permettere all’ambasciatore di entrare e un istante più tardi una delle guardie che si alternavano all’ingresso si affacciò sulla soglia con aria costernata.

Perdoni l’intrusione, mio signore, ma è arrivato un messaggero.”

Con Esyld immobile al proprio fianco, lord Morven alzò un sopracciglio e si fece attento.

Notizie gravi?”

Dovevano esserlo, o non lo avrebbero disturbato con tanta solerzia.

Dice di essere autorizzato a conferire solamente con voi. Mi sono permesso di disturbarvi perché viene dal Regno del Sud, mio signore. Nello specifico, dal villaggio di Faverby.”

Quel nome scosse di dosso ogni residua particella di frustrazione dal corpo di lord Morven, che si erse in piedi all’istante.

Fatelo accomodare. Ditegli che lo riceverò immediatamente.”

 

Durante il bagno, mentre mi toglievo di dosso la polvere e la stanchezza della giornata di addestramento, mi crogiolai nella speranza di ritrovare Devin nella nostra stanza non appena fossimo tornati. Non vedevo l’ora di parlargli per chiarire, perché si sfogasse, ma il mio infantile desiderio venne, com’era prevedibile, disilluso.

Kenneth dovette leggere lo sconforto nei miei occhi non appena varcai la soglia della camera in cui dormivamo, perché mi rivolse un sorriso fugace mentre s’infilava i sandali di vimini che usavamo solo fra le mura domestiche.

Stai tranquillo” cercò di consolarmi. “Tornerà non appena comprenderà i suoi errori, come fa sempre, e allora non ci sarà più niente da dire.”

Ma non ha nessuna colpa” asserii, legandomi i capelli in una coda bassa che mi lasciai cadere lungo la schiena. “Non ha fatto nulla per meritarsi la collera di nostro padre. In effetti, ancora non capisco cosa sia preso, a nostro padre.”

Kenneth respirò a fondo e si passò una mano tra i capelli rossi ancora umidi, chiudendo le palpebre.

Ciò che penso io è che nostro padre non dovrebbe sorprendersi se ogni tanto Devin si dimostra più ostinato e sfrontato sia di te che di me, considerato il trattamento che gli riserva.”

Per qualche attimo m’incantai a osservare la tinta turchese del cielo dalla finestra, assorto. Poi, senza dire niente, mi voltai per dirigermi a grandi falcate verso l’uscita.

Dove vai?” mi frenò mio fratello.

Non è ovvio? A cercarlo.”

Kenneth parve disorientato.

Tra poco si cena.”

Vai senza di me, ne farò a meno. Non posso mangiare con questo senso di colpa.”

Senza attendere un’altra replica, uscii dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle. Attraversai in fretta il corridoio e stavo per correre giù dalle scale quando il visino rabbuiato di Cora, incorniciato dai capelli neri raccolti in una treccia, mi si parò davanti.

Con una candela in mano per illuminare il cammino davanti a sé, mi parve uno spettro senza dimora, incapace di rispondere al sorriso che le rivolsi in automatico.

Lui e Devin hanno litigato, vero?” esordì prima ancora che potessi salutarla.

Come lo sai?” le domandai, carezzandole una guancia pallida per assicurarmi che stesse bene.

Nostro padre ha un’aura negativa, questa sera, e le sue parole bruciano” fu l’unica delucidazione che mi offrì. Detto ciò, mi scrutò a lungo con quei suoi occhi color del ghiaccio ingigantiti dall’apprensione. “Se trovi Devin… se ha bisogno di me, digli che io ci sono.”

Sa bene che può sempre contare sul tuo talento di Guaritrice.”

Lei abbassò lo sguardo, come vergognandosi: “Non si tratta solo di quello, io… vorrei che mi parlasse di più, che si confidasse con me. Ma spesso, ultimamente, mi sembra che non si fidi.”

Colpito come sempre dalla sua sensibilità, le lasciai un bacio soffice sulla guancia, tentando di consolarla con un altro sorriso.

Conta su di me.”

Il brillare della fiducia nel suo sguardo mi rinvigorì e una volta uscito di casa cominciai la mia ricerca con rinnovata speranza, senza avere idea di come quella notte avrebbe cambiato tutto.

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: LondonRiver16