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Autore: Harry Fine    15/05/2022    2 recensioni
Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Alistair Therin, Custode, Morrigan, Nuovo personaggio, Zevran Arainai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Micah aveva una gran voglia di spaccare qualcosa. Preferibilmente la testa di quella cretina ingrata di Isolde. Non pensava che al mondo esistesse qualcuno che potesse farla infuriare quanto sua madre, ma la Pietra sembrava intenzionata a prenderla per il culo fino alla fine dei suoi giorni. 

Dopo tutto quello che avevano sopportato, i cultisti pazzi, il gelo, l'alto Drago e le prove assurde per recuperare quelle fottute Ceneri, quella cretina si era messa a dire che era tutto merito del Creatore se quella cariatide di suo marito si era svegliato. 
Appena li avevano visti arrivare al villaggio, era giunta una scorta di soldati per portarli al palazzo il prima possibile. Lì, si erano recati nella stanza dell’Arle, dove dei guaritori gli avevano fatto ingerire le Ceneri. Dopo nemmeno mezzo secondo quello si era svegliato e sua moglie si era messa ad osannare il cielo e li aveva sbattuti tutti fuori per stare col marito. 


《Che ci troverà in una simile sciacquetta…》 Commentò a denti stretti. 
Runaan grugnì, d'accordo con lei. Anche lui non aveva apprezzato il sentirsi dire che era stato tutto merito del Creatore se Arle Eamon era vivo, aveva delle cicatrici nuove che dimostravano il contrario e tutti loro avevano rischiato di morire. Nemmeno Morrigan e Sten erano sembrati entusiasti, non che fosse una sorpresa, ma se persino Leliana, la gentile, devota e tranquilla Leliana, aveva storto la bocca quando l’arlessa li aveva declassati a fattorini, allora era chiaro che nessuno aveva apprezzato. 


La nana emise uno sbuffo, levandosi alcune treccine sfatte dalla fronte. Non doveva aspettarsi altro da un gruppo di nobili impomatati. L'unica nota positiva di quel viaggio, era stato l’arrivo di Shale, la compagna di viaggio più improbabile che si potesse immaginare. 
Si girò a guardarla, immobile contro il muro, accanto a Sten: un gigantesco golem di pietra che superava i due metri, con arti più grossi di lei e ricoperta di Cristalli variopinti che scintillavano minacciosi. Ancora non credeva di avere davanti un simile costrutto. Quelli come lei erano stati l’arma migliore dell’impero nanico… finché non era andato tutto a puttane. 
Ovviamente, quando quel mercante dall'accento assurdo le aveva dato il bastone del controllo, si era aspettata di avere un di maggiordomo di pietra ai suoi ordini, però quel Golem non solo pensava di testa propria, aveva anche una buona dose di sarcasmo, commenti saccenti da fare e una gran voglia di schiacciare qualsiasi avversario le si ponesse davanti. 

Certo, essere chiamata “cosetta molliccia” non era il massimo e in un altro momento ne avrebbe volentieri dette un paio a quell'ammasso di sassi e acidità, ma dopo averla vista ridurre in poltiglia prole oscura con i suoi pugni aveva deciso di stare zitta per una volta. 
Soprattutto perché a tutti loro era andata molto bene: trovare un vero Golem ancora “vivo” dopo tutti i guai di cui si erano dovuti occupare a Honneleath era stata quasi una benedizione. 


Emise un altro sbuffo solo a pensarci. Non aveva mai maledetto tanto gli Antenati in vita sua: quel dannato villaggio non solo era in mezzo al nulla, ma ovviamente era anche pieno di Prole Oscura e loro avevano dovuto occuparsene anche se erano ancora esausti ed Iselen non aveva accennato a svegliarsi per tutto il tempo. 
Le cose avevano iniziato ad andare meglio quando avevano trovato il capo del villaggio, un eretico abile abbastanza da tenere fuori la prole oscura che aveva accettato di aiutare il custode e dare loro la vera parola di attivazione. Peccato che in cambio aveva voluto che salvassero sua figlia, che stava giocando niente meno che con un demone del desiderio travestito da gatto. 
Non era stato un avversario così abile, molto meno di quelli che aveva visto al Circolo, quindi tirare fuori la ragazzina era stato anche più facile del previsto. Peccato che lei si fosse dovuta subire le loro continue chiacchiere per ore mentre cercavano un modo per risolvere gli enigmi che sigillavano la stanza e aiutare quella mocciosa. 
Appoggiò la testa contro il muro, ancora parecchio nervosa e pure stanca. Aveva bisogno di una birra. O forse di qualcosa di più forte. 

Almeno, dopo essersi assicurato delle condizioni di sua figlia, il mago non solo si era deciso a dare loro la vera parola di attivazione per Shale, ma aveva anche aiutato Iselen, che era finalmente riuscito a svegliarsi Grazie ai suoi Incantesimi di guarigione, anche se sembrava ancora frastornato. 

Si girò a guardare il mago: la sua espressione era seria e composta, anche se continuava a guardare l'entrata delle segrete, chiaro segno che non vedeva l'ora di andare a parlare con il suo amico Jowan, ancora chiuso là sotto. Un atteggiamento normale per lui insomma. 
Inoltre aveva camminato senza lamentarsi per tutto il viaggio, però aveva gli occhi cerchiati, le pupille dilatate e il suo istinto le diceva che anche se cercava di mostrarsi saldo, non stava poi così bene. 


Cazzo, si disse ghignando. Si era proprio rammollita se stava a preoccuparsi per la salute di un tipo che poteva guarire chiunque con uno schiocco di dita. Solo che non potè avvicinarsi o dirgli niente, perché la porta si spalancò ed Isolde e Bann Teagan vennero avanti, lei che ancora si asciugava le lacrime mentre stringeva il braccio di un altro uomo, di sicuro l'arle. 
Ormai aveva superato la mezza età da un pezzo, come attestavano i capelli e la barba di colore grigio ferri, le ricordava gli anziani modellatori, i custodi dei ricordi di Orzammar che aveva visto di sfuggita durante i suoi lavori nel distretto dei Diamanti, ma i suoi occhi azzurri brillavano di vitalità, a differenza dei loro, e aveva un sorriso stampato in faccia. 

《Sono loro, mia cara?》 Domandò alla moglie. 
Lei annuì. 《Si, amore mio. Questi coraggiosi custodi e i loro amici ci hanno aiutati a salvare te e Connor. Il Creatore ci ha davvero benedetti mandandoli qui.》 

L'uomo rivolse a tutti loro un sorriso, voltandosi verso Iselen e Runaan. 《Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per noi. Mi dispiace che abbiate corso tanti pericoli. Spero che il colpevole sia già stato punito.》 
Micah notò chiaramente Teagan e Isolde rivolgere uno sguardo timoroso verso Iselen, che stava rivolgendo loro la più gelida delle sue occhiatacce. 

《Ci sono molte cose di cui ancora non sei al corrente, Fratello. Tutto questo non è accaduto per caso. È stato Loghain a escogitare tutto questo. Ha abbandonato Cailan ad Ostagar e ha impedito agli Orlesiani di aiutarci con la prole oscura. Ha persino messo una taglia sulla testa dei custodi e il mago del sangue che ti ha avvelenato è stato inviato qui dai suoi uomini Affinché tu non potessi ostacolarlo.》 
L'uomo emise un sospiro, mentre stringeva i pugni con forza. 《Rowan si rivolterebbe nella tomba se lo venisse a sapere. Non posso credere che il migliore amico di mia sorella e di mio cognato possa aver fatto una cosa simile. Se solo me ne fossi accorto…》 

《Nessuno avrebbe potuto saperlo Eamon. Lo conosciamo da quando eravamo bambini e Non sappiamo nemmeno perché si stia comportando così.》 Lo consolò suo fratello. 《Non puoi fartene una colpa. Appena Alistair e Lady Cousland faranno ritorno, discuteremo come spodestare Loghain.》 
Il più anziano annuì, rivolgendosi poi a tutti loro. 《Nel frattempo siete i benvenuti nel castello. Ma, se preferite, potete recarvi alla taverna.》 


**

 
Il fatto che tutti quanti si fossero recati alla taverna era chiaro segno che nessuno avesse intenzione di stare vicino ad Isolde, Micah aveva faticato a non scoppiare a ridere, ma soprattutto che avevano bisogno di una bella bevuta per distendere i nervi. 
La nana di sicuro si sentiva molto meglio in quel momento. Era seduta coi piedi sul tavolo, il suo boccale era pieno fino all'orlo e si stava ampiamente godendo il gusto frizzante e speziato della birra pregiata che ora poteva permettersi a litri. Niente a che fare con la schifezza di licheni che lei e Leske dovevano bere giù al Tapster ad Orzammar. 

Ripensare al suo amico però le fece sentire un colpo di nostalgia. Era sicura che lui avrebbe adorato il liquore della superficie e ci sarebbe rimasto secco se avesse visto quanti soldi era riuscita a fare in poche settimane. Chissà come stava. Si era già fatto ammazzare per la sua bocca larga? Oppure stava facendo del suo meglio per risalire le schiere del Karta sotto un nuovo capo? E Rica? Come stava lei? Era riuscita a trovare un nobile a cui dare un figlio? Era finalmente fuori da quel buco del culo di casa loro? 
Bevette un altro sorso, sentendo le bollicine frizzarle sulla lingua, ma poi quattro ombre si proiettarono sul tavolo, distraendola dai suoi pensieri. 


《Possiamo sederci?》 Domandò Iselen, Invel al fianco e Runaan e Zevran poco dietro di lui. 
La nana indicò le sedie davanti a lei Con il suo solito ghigno storto. 《Siediti salroka. Se ben ricordo, io ti devo ancora una birra e voglio vedere se voi elfi mingherlini riuscite a reggere qualcosa di più forte di un bicchiere di latte.》 

《Dovresti provare il Brandy di Antiva prima di giudicare, mia piccola amica. Ti assicuro che dopo il primo sorso, tutto il tuo mondo cambia.》 Ghignò l'antivano, accomodandosi con eleganza. 
《Sentirmi chiamare “mingherlino” da una nana. Il colmo.》 Ridacchiò il Dalish, sedendosi e ordinando della birra, mentre Iselen prendeva posto con fin troppa attenzione, mettendo il bastone sotto il tavolo. 

La senzacasta si accigliò. Era chiaro che qualcosa non andava in lui. Sembrava esausto e più di una volta Invel lo aveva aiutato a sostenersi mentre camminava. E anadava così da quando si era risvegliato.
Ormai ne era sicura ed era certa che anche gli altri due elfi lo avessero notato, ma ormai conoscevano il mago: era testardo quanto un Gurn. Non avrebbe mai ammesso si essere in difficoltà. 
《Hai intenzione di andare a parlare con Jowan?》 Domandò infatti, cambiando argomento. 
Il più giovane sbuffò. 《Si, anche se non so cosa dirgli. Sono ancora arrabbiato con lui, ma saperlo vivo è un sollievo. Vorrei solo che quella dannata iniziata non lo avesse coinvolto nella sua follia e se potessi gelerei Isolde per quello che gli ha fatto. E so già che convincere lei, Bann Teagan e Arle Eamon a lasciarlo andare sarà un'impresa.》 Commentò, mentre tante scintille di magia azzurra danzavano attorno a lui. 

Il mago rivolse loro uno sguardo seccato, mentre Invel abbassava il grosso capo peloso, ma Zevran gli mise una mano sulla spalla. 《Non temere, mio bel custode. Dopo aver fatto fuori un Alto Drago, sono sicuro che te la caverai. E poi, se ti servisse qualcuno bravo con le mani ad aiutarti...》 Propose ammiccante. 
《Zev, ma non ti arrendi mai.》 Rise la nana, scolandosi il resto della birra e ruttando soddisfatta 
《Non so di cosa parli, amica mia. La mia proposta era assolutamente innocente.》 Ghignò l'assassino, bevendo a sua volta lunghi sorsi.

Il mago gli rivolse uno sguardo grato, anche se sapeva che non sarebbe stato tanto facile. L’Arle sapeva che Jowan era il maleficar responsabile del suo avvelenamento. Ci sarebbe voluto un miracolo per impedirgli di spedire il suo amico alla gogna. 
Prese in mano il proprio boccale, cercando di scacciare quei pensieri, e bevette un sorso di birra, sentendola glaciale sulla lingua. Troppo glaciale. 
Lo abbassò, guardandosi la mano e notando un lieve strato di brina sul manico. Da quando si era svegliato si sentiva strano. Spesso gli si affacciavano nella mente pensieri ed emozioni senza senso e sentiva la sua magia che tentava di sfuggire al suo controllo. Non voleva gelare la bevanda, eppure lo aveva fatto. Non gli succedeva da quando era un bambino. E quando dormiva… i suoi incubi erano stati i peggiori di tutta la sua vita. Erano troppo… reali. 
Non era abituato a sentirsi così. Calma e autocontrollo erano le sue armi migliori, solo grazie ad esse aveva sopportato il Circolo e i templari. Mantenere il sangue freddo era una delle qualità di cui andava fiero. Perderla in questa maniera, sentire tutte quelle emozioni senza poterci fare nulla… era orribile. 
Aveva letto cosa poteva fare il Lyrium nel caso fosse entrato nel flusso sanguigno, e I sintomi erano simili. Temeva che questa condizione potesse essere incurabile. Raffreddare qualcosa era una sciocchezza, ma che sarebbe successo se avesse perso il controllo mentre combatteva o guariva qualcuno? 

Però la risata sguaiata di Micah lo distrasse, mentre la Nana rideva in faccia a Zevran. 《Amico, stavolta sei quasi riuscito a strappare un sorriso al nostro gelido secchione. Mi complimento, fai progressi.》 
L'antivano per tutta risposta ghignò con aria di chi la sapeva lunga. 《Che posso dirti, mia rumorosa amica, il mio fascino colpisce tutti.》 

《Aye, e intanto è stato il nostro Runaan a vedere me, Morrigan, Leliana e Aida con solo la biancheria intima addosso.》 Replicò la nana con aria sorniona. 
Al mago andò di traverso la birra che stava bevendo. Non era facile sorprenderlo, specie dopo aver affrontato un Alto Drago e aver trovato un'urna sacra che avrebbe dovuto essere solo una favola, ma stavolta ci erano proprio riusciti. 《Ugh...Tu hai visto che cosa!?》 Chiese tossendo. 


L'elfo Dalish si concentrò sul proprio boccale come se fosse la cosa più interessante del mondo, le orecchie paonazze. 《Era l'ultima prova per trovare quel dannato vaso. C'era un muro di fuoco che poteva essere passato solo “spogliandoci dei beni terreni” e quindi siamo stati costretti a restare in mutande. Non c'è stato altro!》 
《Come no! Avreste dovuto vedere che occhiate eloquenti gli stava lanciando una certa strega di nostra conoscenza. Quando ti deciderai a farle visita? Una scopata ti aiuterebbe a rilassarti.》 Continuò Micah, che ovviamente se la stava spassando. 

Le orecchie di Runaan arrossirono ancora di più e Zevran assunse un’espressione comicamente oltraggiata. 《Avete organizzato una tale meraviglia per gli occhi e non mi avete invitato? Pensavo fossimo amici!》 
A quel punto scoppiarono a ridere tutti e quattro, persino Invel iniziò a scodinzolare e abbaiare allegro, ignorando gli sguardi seccati o confusi degli altri avventori. Dopo tutto quello che avevano dovuto combattere nelle ultime settimane… poter parlare, bere e ridere in questa maniera, come se fossero gente normale che non doveva preoccuparsi per le sorti del paese, sembrava un vero lusso. 
Micah di sicuro non si era aspettata di trovarsi così bene in superficie, e non avrebbe mai pensato di combattere un flagello insieme a una banda simile o di fidarsi di loro e guardare loro le spalle, eppure con loro si sentiva accettata. Il suo tatuaggio non la rendeva diversa. Era persino felice che i due custodi andassero di nuovo d’accordo, visto che ultimamente parevano distanti. Di solito se ne sarebbe fregata. 


《Sappi che questa me la pagherai, Micah.》 Disse Runaan, bevendo altra birra. 
《Si si, voglio proprio vedere. Intanto sei l'unico qui a conoscere cosa porto sotto i vestiti.》 Lo canzonò lei divertita, facendogli sbuffare una seconda risata. Non sapeva se la birra gli avesse dato alla testa, però non lo aveva mai visto così rilassato. Ordinò un altro giro per tutti loro, almeno si era tolto dalla faccia quel cipiglio torvo. 

Iselen li osservò per un attimo, alzandosi. 《Io credo che andrò.》 
《Vai a trovare il tuo amico?》 Domandò Zevran. 

Il mago annuì, finendo il suo boccale. 《Tergiversare non serve a nulla. Prima o poi dovremo parlare. Voglio che sappia che tengo ancora a lui, nonostante quello che fatto e quanto mi ha fatto arrabbiare. E devo tirarlo fuori da lì. Però… grazie. Da tanto che non passavo una bella serata.》 
Svanì tra la folla subito dopo, recuperando il bastone magico da sotto il tavolo e uscendo dalla porta poco dopo accompagnato dal suo fedele mabari. 


《Chissà se il suo “caro amico” è anche qualcosa di più.》 Commentò ad alta voce l'antivano, guardandolo allontanarsi, mentre Micah e Runaan gli rivolgevano uno sguardo divertito. 
《Tranquillo, L'abbiamo visto. Non è il tipo di Iselen. Non credo sappia nemmeno delle sue preferenze.》 Si limitò a dire la nana con una risata, ripensando alla faccia di Jowan. Non sembrava molto perspicace. 

《Già, hai campo libero. Ma stai attento a come lo tratti. Potrebbe decidere di congelarti le palle se lo facessi arrabbiare.》 Riflettè ad alta voce il custode. 
《Quella, mio caro amico, sarebbe una perdita enorme per il mondo intero.》 Ribattè l'assassino. 


Il Dalish stava per dirgli che aveva un ego grosso come un aravel, ma venne interrotto quando Morrigan si avvicinò al loro tavolo, molti avventori che giravano la testa davanti alla sua figura sinuosa. Peccato che il suo sguardo, normalmente sicuro e malizioso, in quel momento era serio, troppo serio. 
《Runaan, ho bisogno di parlarti. È importante.》 
I tre si scambiarono uno sguardo confuso, ma il Dalish si alzò e la seguì fuori dalla taverna fare troppe storie. 
《Come crescono in fretta di questi tempi.》 Disse Zevran, finendo il suo boccale. 


** 


I sotterranei del castello erano identici a come Iselen li aveva visti l'ultima volta: bui, umidi e pieni di muffa. Il guaritore emise un verso di disgusto: quel posto era insalubre, non adatto a qualcuno che aveva subito delle torture. Se Jowan avesse ancora avuto delle ferite aperte, sarebbe stato un miracolo se non avessero già fatto infezione. 
Passò davanti alle varie celle vuote per raggiungere quella del suo amico, Invel sempre accanto per dargli coraggio. Le guardie lo avevano guardato male quando aveva chiesto di scendere laggiù, ma non si erano opposte per fortuna. 


Quando si affacciò da dietro le sbarre, vide che Jowan stava cercando di scaldarsi con le braccia, le vesti troppo leggere e logore, però appena lo vide si illuminò. 《Iselen! Sei qui!》 Esclamò, avvicinandosi. Aveva grosse ombre nere sotto gli occhi e le guance scavate. Questo e il pallore facevano capire che era mal nutrito ed esausto, ma non sembrava malato. Il suo sguardo era vigile e la fronte asciutta.
《Si Jowan, come stai?》 

《Beh… potrebbe andare meglio. Ma almeno l'arlessa ha smesso di torturarmi. Vorrei soltanto avere un libro per distrarmi. Quaggiù ci si annoia in fretta.》 Disse, tentando di fare dell'ironia. 《Specialmente da quando hanno messo quella nuova serratura.》 Concluse, indicando il lucchetto che bloccava la porta della cella. 
Una grossa runa di Lyrium scintillava azzurra su di esso, chiaramente fatta dai templari per neutralizzare qualsiasi magia che avesse cercato di aprire la porta. 
La toccò delicatamente con un dito e subito sentì una sensazione di nausea alla bocca dello stomaco. 
《Questa è una barbaria.》 Sibilò fra i denti. 

《C’è di peggio. Una delle guardie che l’ha montata ha minacciato di tagliarmi le mani se avessi provato a fare qualcosa prima che loro avessero finito.》 
Il più giovane assottigliò gli occhi, un lampo azzurro riflesso in essi, già pronto a chiedere chi era e a fargli una visita, ma il moro si avvicinò di più alle sbarre. 
《Dimmi, siete riusciti a sistemare il disastro che ho combinato? L'Arle è vivo?》 
 《Non ti preoccupare. Abbiamo trovato le Ceneri e Arle Eamon è sveglio. È stato difficile, ma ci siamo riusciti finalmente.》 Rispose l'elfo, addolcendo il tono 

《Questo è un sollievo. Non volevo che morisse per colpa mia.》 Rispose il moro, abbassando gli occhi. 《Ascolta Iselen… a me dispiace da morire. Per tutto quanto. So che te l'ho già detto e che non hai ragioni per perdonarmi, ma ti giuro che non volevo che accadesse Tutto ciò. Volevo solo andarmene e non sprecare l'occasione che mi avevate dato. Se avessi saputo che la mia stupidità avrebbe causato tutto questo...》 
《Non tutto è stato colpa tua.》 Rispose Iselen con lo stesso tono morbido, ma lui scosse la testa. 
《Si invece. Neria è venuta qui prima di tornare al Circolo. Mi ha detto di Solona. Creatore, se solo ti avessi dato retta e vi avessi chiesto di fuggire insieme le cose sarebbero state diverse. Sono stato un vero idiota. Tu non dovresti rischiare la vita come custode grigio se non avessi cercato di aiutarmi, Redcliffe non avrebbe perso così tanta brava gente e la nostra amica sarebbe viva. E se ripenso a Lily…》 


Una scarica di rabbia infiammò la mente dell'elfo al ricordo di quella stupida. Non sapeva se era il lyrium o se quei sentimenti fossero davvero suoi, ma sentire il suo nome lo disgustava. Se solo non fosse entrata nelle loro vite.... Forse l'iniziata non poteva sapere cosa sarebbe accaduto, lei non poteva sapere che Gregoir li avrebbe scoperti, ma se non avesse usato Jowan per scappare dalla Chiesa forse lui e le loro amiche sarebbero fuggiti insieme al momento giusto, approfittando della follia di Uldred. Forse Solona sarebbe sopravvissuta. 
Sentì il velo cantare nelle sue orecchie. Una scarica di magia sfuggì al suo controllo e una coltre di ghiaccio ricoprì i muri, facendo reagire dolorosamente le Rune della cella, e Persino Invel guaì per lo spavento 

《Ha avuto solo ciò che si meritava.》 
Jowan lo guardò intimorito. 《Come puoi dire questo? Cosa ti è successo Iselen? Aenoar è un posto orribile, ci finisce la feccia peggiore e lei non è…》 

Lo strato di ghiaccio si espanse anche di più sul pavimento e le pareti attorno all'elfo, le rune di lyrium che brillavano con forza, mentre lui si mordeva l'interno della guancia per costringere la sua magia a tornare sotto il suo controllo, ma continuando a sentire la magia scorrere man mano che la sua rabbia cresceva. 《Jowan, lei ti ha ingannato, ti ha usato e ti ha tradito appena ha visto un po' di magia del sangue! Non so come la vedi tu, ma il modo in cui ti ha trattato è più che sufficiente per spedirla lì A marcire. Non voleva più essere limitata dai suoi voti, ma era troppo incapace per farcela da sola e ha messo te di mezzo. Al contrario di Solona, ha meritato la sua sorte.》 Disse, ora gelido e tagliente. Faceva paura. 
Il suo amico abbassò gli occhi con aria contrita. 《Se davvero la pensi così, Perché continui a venire qui a farmi visita, Iselen? È chiaro che sei arrabbiato con me, probabilmente mi disprezzi ormai, e ne capisco benissimo il motivo, quindi perché…?》 

L'altro mago cercò di calmarsi, prendendo un respiro profondo e impedendo al ghiaccio di crescere oltre. 《Jowan, io sono arrabbiato. Tu non ti sei fidato di me: potevi dirmi di essere un mago del sangue, potevi parlare con noi quando hai scoperto cosa Gregoir voleva farti e lasciare quella stupida a sé stessa. Noi ci siamo sempre stati per te, fin da quando eravamo bambini e invece hai mentito a tutti noi e questo fa male. Perché forse avremmo potuto sopravvivere tutti se fossimo fuggiti insieme! 》 Ad ogni parola, il moro sembrava rimpicciolire. Si era ripetuto Quelle frasi decine di volte nella testa in quelle settimane. Ma sentire Iselen dirgliele in faccia con così tanto dolore non faceva altro che farlo sentire un verme. 
《Però… non significa che abbia smesso di volerti bene o che non farò del mio meglio per tirarti fuori di qui. Non permetterò che ti mandino al patibolo o al Circolo.》 Terminò l'elfo, cogliendolo di sorpresa. 

Jowan sbarrò gli occhi. 《Vuoi farmi uscire? Sai benissimo che l'Arle non mi lascerà mai andare dopo quello che ho fatto alla sua famiglia. E poi… anche se ci riuscissi, pensi davvero che i tuoi compagni mi accetterebbero? Voi state cercando di perseguire un obiettivo nobile e io sono…》 
《Runaan si fida di me, come Micah, Leliana, Zevran e Morrigan, e la cosa è reciproca. Tutti loro sanno benissimo quanto i tuoi poteri potrebbero esserci utili contro la prole oscura. Rispetto molto Wynne come maga e guaritrice, anche lei è una buona amica, ma è incatenata alle leggi del Circolo. Non può vedere che alla fine la magia è pericolosa quanto chi la usa. E se lei o qualcun altro avrà problemi, beh, non mi interessa. Hai aiutato a salvare Connor e stai cercando di espiare i tuoi errori. Inoltre, alcuni di noi non sono qui per puro altruismo o amor di patria.》 

Una piccola speranza parve accendersi sul volto del moro, tanto che tentò di allungare le dita pallide oltre le sbarre per prendere le sue più scure. 《Pensi davvero che potrei andare…?》 
《Non ho intenzione di lasciarti quaggiù. Di questo puoi stare certo. E fino ad allora tornerò a trovarti, te lo prometto.》 Disse, stringendo la presa e alzandosi in piedi, per poi allontanarsi con un sospiro. 
Invel gli colpì dolcemente una gamba con la testa e il suo padrone sorrise, grattandolo dietro le orecchie e ricevendo una leccata felice. 《Spero anche io che vada tutto bene Invel. Non sai quanto.》 


** 


Runaan stava osservando attentamente Morrigan, cercando di capire cosa stesse succedendo. La strega non aveva il suo solito atteggiamento sicuro, e da quando la conosceva era stata così seria solo durante la battaglia contro l'alto Drago. 
La maga però non disse una parola finché non raggiunsero il mulino e gli fece segno di entrare. La neve scendeva copiosa ormai da due giorni e il tetto di paglia stava scricchiolando sotto il peso. 

《Morrigan, mi spieghi che cosa sta succedendo?》 
La ragazza si girò verso di lui, le labbra strette in una linea sottile. Le dita affusolate stavano stritolando il grimorio nero che le aveva dato. 《Come ben sai, è da settimane che studio questo libro che tu mi hai permesso di consultare. Ho memorizzato ogni singola parola, ogni segreto che poteva offrirmi. Questo era il mio obiettivo. Volevo scoprire i segreti che mia madre mi ha celato per anni, ma adesso che ho scoperto tutto… quasi vorrei non averlo mai aperto.》 

L'elfo alzò un sopracciglio. Una simile dichiarazione non se la sarebbe mai aspettato da lei, che metteva la conoscenza e il potere sopra ogni cosa.《Morrigan, che cosa hai scoperto? Hai un'aria sconvolta.》 
《Sconvolta? Si, immagino sia la parola giusta.》 Rispose lei, sedendosi e aprendo il libro. La pagina elencava le indicazioni per un rituale complesso, non aveva mai visto nulla del genere nel Clan. 


La ragazza esalò un pesante respiro. 《Tu conosci la leggenda della donna chiamata Flemeth giusto?》 
《Si. Presso il mio popolo è nota come Asha’bellanar, la donna dai molti anni. Si racconta che sia una maga antica e potente, che può offrire doni o vendette a chiunque la diverta o la offenda.》
 
La strega annuì. 《Esatto, questa è la storia che ho sempre sentito anche io, eppure ricordo un tempo in cui Flemeth era più giovane. Aveva capelli neri simili ai miei, lucidi e fluenti, ed era bella. Mi sono sempre chiesta come fosse possibile che tutti la conoscessero come una vecchia, così come mi sono sempre chiesta come mai, nonostante le leggende raccontino delle sue tante figlie, io non ne abbia mai conosciuta una. E ora l’ho scoperto. Tutte loro sono Flemeth. Tutte loro sono diventate dei nuovi contenitori per il suo spirito, per permetterle di vivere attraverso i secoli.》 
Runaan batté le palpebre, paralizzato dalla sorpresa. 《Come?》. Una cosa del genere era… davvero possibile? Lui non era un mago, ma neanche tra le più antiche conoscenze del suo popolo aveva mai sentito che un corpo potesse essere “preso”. Se non fosse stato per l’espressione di Morrigan, avrebbe pensato che lo stesse prendendo per i fondelli. 

lei gli fece vedere meglio la pagina. 《Questo libro contiene molti incantesimi terribili… ma questa è una magia antica, potente e pericolosa, probabilmente la più importante di tutto il volume e penso che nemmeno il Tevinter sia a conoscenza di simili rituali. Descrive nei dettagli in che modo un'anima possa essere… trasferita in un altro corpo. Un corpo idoneo, quello di un consanguineo. Come il mio.》 
Il Dalish era certo di aver visto un tremito di paura negli occhi d'oro della maga, e doveva ammettere di essere rimasto scioccato anche lui. 《Fenehidis. Perché dovrebbe fare questo? Ogni leggenda ritrae Asha’bellanar come immortale. Nessuno ricorda più quanto è nata, e il mio popolo la conosce fin dai tempi di Aralthan. Com'è possibile che il suo corpo possa invecchiare se…?!》

Morrigan scosse la testa.《Io ho sempre sospettato che lei non fosse del tutto umana. Non so se sia opera di un demone o di magia proibita, ma credo che solo la sua anima sia immortale. Il suo corpo è umano: sanguina, può essere ferito e, come dici tu, invecchia. Se lei non… non lo cambiasse, alla fine si ridurrebbe ad un guscio immobile e decrepito. Perciò, per perseguire i suoi scopi, qualunque essi siano, ha bisogno di corpi nuovi. E usa le sue figlie per averli.》 
Anche se la corvina tentava ancora di darsi un tono, di mantenere il suo solito tono calmo, poteva sentire il panico nella sua voce. Non credeva che l'avrebbe mai vista così vulnerabile. Ma sapeva benissimo che lei non avrebbe mai accettato compassione o pietà. 
Si concentrò dunque sul capire meglio quello che la ragazza aveva in mente per uscire da quella situazione. 《C'è una cosa che ancora non capisco. Se questo è davvero quello che ha in mente di farti, per quale motivo ti avrebbe inviata con me? Sei una maga potentissima e sai cavartela da sola, ma poteva davvero permettersi di correre il rischio che tu morissi combattendo contro la prole oscura?》 

La strega si strinse nelle spalle. 《È probabile che in quell'eventualità avrebbe cresciuto un'altra figlia. Ma qui c'è scritto che più grandi sono i poteri del nuovo corpo e meno ci metterà Flemeth ad… assestarsi in esso. Forse mi ha mandato con te per questo. O forse… voleva allestire tutto approfittando della mia assenza, cosa altamente probabile, conoscendola.》 Disse, la voce colorata dal suo solito sarcasmo, ma ormai marchiata da una chiara nota di panico. 
Il Dalish rimase immobile, spostando gli occhi verdi dal suo volto alla pagina del rituale. Nella sua mente c'era solo molta confusione . 《Io… non sapevo nemmeno che una magia del genere esistesse. Ma dobbiamo fare qualcosa.》 
Non sapeva se tutto quello che Morrigan aveva letto fosse la verità, se fosse davvero quello il modo in cui Asha’bellanar si manteneva in vita, ma non poteva accettare una cosa simile. E non solo perché sapeva che si erano avvicinati così tanto. 
L’aveva sempre ammirata per la sua indipendenza, per la sua capacità di affrontare ogni sfida da sola, rimanendo in controllo, sicura di sé e non mostrando mai debolezza, ma adesso Gli stava chiedendo di aiutarla. Glielo stava chiedendo sul serio, e la paura che aveva visto nel suo sguardo era reale. 


Il volto della maga si rilassò in un’espressione grata appena lo sentì, per poi tornare alla sua solita aria pronta a tutto. 《Concordo. Ed è per questo che mi sono rivolta a te. Non ti farei mai questa richiesta se non mi fidassi e non fossi assolutamente sicura delle tue capacità.》 Disse, mettendo una mano sulla sua. 《Ho bisogno che tu uccida Flemeth per me. Non sarò mai al sicuro da lei, finchè trarrà respiro.》 
Runaan annuì, aveva immaginato che sarebbero arrivati ad una conclusione simile, però poteva sentire comunque il cuore pulsare dal nervoso. Asha’bellanar era una degli dei del suo popolo, una maga in grado di diventare un alto drago: Combatterla, ucciderla… stava davvero pensando di fare una cosa del genere? E solo perché non voleva che Morrigan corresse quel rischio!? Il se stesso di otto mesi prima probabilmente gli avrebbe sputato in un occhio se lo avesse visto. Fare una cosa del genere per un’umana… sarebbe stata una blasfemia per qualsiasi Dalish eppure lui ci stava pensando. Stava meditando di tradire il Popolo. 


 《Sarà terribilmente difficile Sconfiggerla.》 Commentò, cercando di scacciare quel pensiero. Non si faceva illusioni, una maga tanto potente sarebbe stata un'avversaria terrificante. E pensare di affrontare un altro lucertolone sputafuoco non lo entusiasmava 
《Su questo non ci sono dubbi. Hai già visto mia madre nella sua forma draconica. Assunte quelle vesti, è molto più potente di qualsiasi alto Drago in circolazione. E lei purtroppo non è una semplice bestia che agisce d'istinto. È malauguratamente piena di risorse. Avrai bisogno di aiuto e io non potrò venire con te. Se lo facesse, potrebbe possedere il mio corpo in punto di morte. E so che è un’attrice abbastanza abile da ingannare chiunque.》 

Il biondo annuì, osservandola attentamente. 《C'è qualcos’altro non è vero? Mi rendo conto che quello che hai scoperto ti preoccupa, ma sembra che abbia per la mente altri piani.》 
Il suo sorriso malizioso tornò a increspare le sue labbra. 《Mi conosci troppo bene ormai, non so dire se sia un bene o un male. Però hai ragione. C'è dell'altro.》 Disse, mostrandogli di nuovo il grimorio. 《Questo libro contiene molti segreti, ma non tutti. Flemeth possiede un altro libro simile, pieno di conoscenza che potrebbe portarmi a una svolta. E io non posso lasciare che mi sfugga. Perciò, ti chiedo di prenderlo appena mia madre sarà morta. Ti assicuro che qualsiasi cosa dovessi scoprire, la metterò a tua disposizione contro il Flagello. Inoltre, squame e ossa di drago sono perfette per creare armi ed armature.》 

Runaan si fece sfuggire un verso di disgusto. 《Mi stai dicendo che ti andrebbe bene se indossassi la pelle di tua madre?》 
La strega si fece scappare un ghigno divertito. 《Avrebbe un che di ironico, non trovi? Ma, parlando seriamente… ti ringrazio. So che ti sto chiedendo molto, so quanto tieni alle tradizioni dei Dalish e capirò se non vorrai aiutarmi, ma come ti ho detto, non te lo avrei chiesto se non fossi sicura di potermi fidare di te e delle tue abilità. Anzi… non ne avrei mai parlato se non mi avessi dimostrato più volte di essere degno di essere considerato sul mio stesso livello. Non era una cosa che mi sarei mai aspettata.》 Disse, alzandosi e dirigendosi verso la porta. 《E comunque…》 Aggiunse prima di uscire, puntandogli addosso gli occhi d'oro. 《La mia offerta di quella notte è sempre valida.》 


Il biondo la guardò uscire, pensieroso e anche spaventato. Fenehidis lasa, che cazzo di situazione. Stava scegliendo tra la sua cultura e l'incolumità di quella ragazza tanto misteriosa. Aveva tra le mani il destino di Morrigan, così come la scelta di sapere a chi era più fedele, se ai Dalish o ai suoi nuovi compagni. Avrebbe voluto avere la Guardiana o Ashalle al suo fianco, aveva bisogno di un consiglio, perché un vero Dalish non avrebbe mai fatto una cosa simile, eppure lui ci stava già riflettendo 


Morrigan, Iselen, Sten, Micah, Wynne, Leliana e persino Alistair e tutti gli altri per lui stavano diventando come un clan. Anzi, lo erano già. Erano di famiglia. Una famiglia nuova, che andava protetta. Anche a costo di tradire le sue origini? Stava zominciando a pensare di si.


Quasi gli venne da ridere mentre questi pensieri gli riempivano la testa. Si buttò sul letto: era incredibile come tutto fosse cambiato nel giro di pochi mesi. Persino lui non si riconosceva più. 


** 


Leliana stava chiamando Aida da almeno un'ora. Dopo che si erano allontanati tutti dal palazzo, l'aveva vista scendere a valle, ma poi era come svanita nel nulla e lei non aveva idea di dove fosse. 
L'aveva cercata ovunque, anche nelle stanze della Locanda, nel caso avesse cercato un posto per dormire, ma non aveva trovato niente e stava iniziando a preoccuparsi. 
Avevano parlato spesso dopo aver lasciato la foresta, ma da quando avevano lasciato Haven, non le aveva più rivolto la parola e a volte le era sembrato che evitasse il suo sguardo e non capiva perchè. Persino mentre lottavano a Honneleath non l'aveva guardata dopo aver ucciso un emissario insieme a Sten 

Si scostò i capelli dal viso, cercando di riflettere, ma poi sentì un colpo tremendo sul terreno e una risata roboante e soddisfatta si diffuse nell'aria. 
Si girò e vide Shale guardare con soddisfazione una macchia rossa di sangue e piume sul terreno, chiaramente una delle sue ultime vittime pennute, per poi sollevare lo sguardo verso un altro gruppo di piccioni come a sfidarli a posarsi vicino a lei. 
Il Qunari stava osservando quel bizzarro spettacolo da sotto la tettoia, un’espressione quasi divertita dipinta sul volto solitamente di marmo. Sembrava di buon umore. 

《Sten! Shale! Avete un secondo? Devo parlarvi.》 
《Cosa desidera la cosetta molliccia?》 Domandò il Golem, dall'alto della sua enorme stazza mentre si avvicinava, la voce ruvida come roccia sbriciolata. 

《Stavo cercando Aida. Sapete dov'è andata?》 
《No. Kadan mi stava illustrando il modo migliore per eliminare nemici non letali, ma fastidiosi.》 Rispose laconico il Qunari e alla ragazza ridacchiò annuendo. 
Il Golem stava viaggiando con loro da poco, eppure aveva legato moltissimo con Sten: era l'unica a Parte Runaan, Aura e Invel in grado di fargli spiccicare più di qualche parola per volta. E lui sembrava insolitamente curioso riguardo la buffa, seppur comprensibile, avversione che Shale nutriva per ogni tipo di uccello. La scenata che aveva fatto la prima volta che aveva visto un piccione era stata uno spettacolo assurdo e al contempo esilarante. 


《Io ho visto la cosetta molliccia dagli occhi diversi.》 Rispose Shale senza smettere di fissare i piccioni. 《È andata verso il bosco. Chissà come mai, a voi cosetti mollicci ci vuole poco per ammalarsi.》 
《Grazie mille!》 Esultò Leliana, dirigendosi a passo spedito verso gli alberi. 

Non era un bosco molto grande o fitto, perciò non ci volle troppo tempo per individuare l'elfa, seduta all'ombra di una grande quercia, incurante del freddo. 
Teneva il suo arco tra le mani e sembrava persa nei pensieri, ma si girò verso di lei appena sentì i suoi passi sulle foglie, le orecchie e il naso che fremevano. 
Si rilassò un po’ quando la vide, ma il suo volto rimase scuro. 《Che cosa ci fai qui, Leliana?》 
《Ti stavo cercando. Da giorni mi sembra che tu non stia bene e che mi stia evitando. Se ho fatto qualcosa per farti arrabbiare me ne scuso, ma non capisco cosa possa essere.》 


L'elfa scosse la testa. 《No, la colpa è mia. Tutto quello che mi è accaduto da quando ho lasciato l'enclave mi sembra ancora un sogno. Ma non lo è. E stare al villaggio non mi aiuta. Dopo Vaughan, mi sento soffocare in mezzo agli umani, pensa dormire in un palazzo o in una Locanda che ne è strapiena.》 
《Però mi è parso che fossi a disagio da prima di arrivare qui.》 Rispose la ragazza avvicinandosi. 

Aida distolse lo sguardo. Quella conversazione era l’ultima cosa che voleva fare. 《Mi sento confusa. Da quando abbiamo lasciato la foresta, ho continuato a chiedermi cosa sono diventata. Perché davvero, non so più chi sono o dovrei essere.》 
Leliana si sedette accanto a lei. 《Cosa ti turba così tanto? Ti ho sempre vista molto decisa nelle scelte.》 


L’elfa non rispose e la rossa intrecciò le dita. 《Quello spirito ha detto che ti senti in colpa per quanto è accaduto a Shianni, che non sei riuscita a salvarla. Ha a che fare con quello?》 
Aida si voltò. L'orlesiana sapeva capirla meglio di quanto lei capisse se stessa. Non sapeva se le desse fastidio o meno. 《In parte. Fino a quel giorno, sapevo bene come sarebbe stata la mia vita. Mi sarei sposata, avrei avuto una famiglia, mi sarei impegnata per mantenerla e sarei invecchiata tranquillamente circondata dai miei cari. Questo avevo in mente quando è arrivato il momento di prendere marito. Lui era un buon partito: bello, gentile e con un ottimo lavoro. Io Avevo addosso l’abito di mia madre, volevo che lei fosse vicina in quel momento. Pensavo di poter avere una vita serena e reso felice mio padre come era riuscita a fare lei. Ma poi Vaughan e i suoi scagnozzi sono arrivati, ci hanno prese e portate a palazzo per… e solo mio cugino Soris e Nelaros sono venuti ad aiutarci.》 Sentiva il groppo alla gola al solo parlarne. 《Io… io non volevo ucciderlo. Tutta la mia vita l'ho passata a controllare la mia rabbia e a nascondere il fatto di saper combattere, ho sempre cercato di stare lontana dai guai, ma quando ho visto come avevano ridotto mia cugina e le altre… ho perso la testa. E tutti i miei progetti e sforzi sono svaniti. L'ho strangolato con il mio arco, e ne ho gioito. Sentirlo morire è stato bello per me! Dopo sono stata presa dal panico, ma solo perché lui era il figlio dell’Arle. Se fosse stato chiunque altro non mi sarei sentita in colpa. E quando sono fuggita, quando ho detto addio a tutti, sentivo dolore a lasciare la mia famiglia, avevo paura di ciò che mi sarebbe successo, ma una parte di me si sentiva più felice che mai. Avevo gettato via tutto quello per cui avevo lavorato, eppure mi sentivo viva come mai prima. Una cosa da pazzi, lo so.》 


La rossa le mise una mano sulla spalla. 《Non sei pazza, Aida. Dopo tutti gli anni che hai passato a nascondere chi sei, è una cosa normale. E grazie a questo Hai salvato tua cugina e le tue amiche.》 
《Ma da quel momento mi sono chiesta quanto della vera me stessa io abbia celato. Nella foresta, prima della Maledizione, mi sentivo fiera di me. Ogni fibra del mio corpo si eccitava quando cacciavo. E amo ancora quella sensazione! Mi sentivo come i Dalish, forte e libera. Un paio di volte ho persino fantasticato sul trovarli sul serio e unirmi a loro. Volevo una vita lontana dagli umani e dal loro disprezzo. Ma dopo essere stata morsa, dopo aver visto che cosa aveva fatto Zathrian e parlato con Runaan, mi sono accorta che non avrei mai potuto essere una di loro. E questo mi ha confusa. Ormai non posso più tornare all’enclave e sopportare di essere trattata come sporcizia, ma sono ancora troppo attaccata a quella vita per poter essere come una “vera elfa libera”. Ho cercato di rendermi utile venendo con voi, ho pensato che forse avrei potuto capire cosa fare di me stessa, magari avrei trovato un modo di fare del bene, ma poi tu sei stata ferita da quel drago. Non sono in grado di proteggere nulla.》 Abbassò gli occhi. 

《Questo non è vero. Sei una ragazza che ha dovuto affrontare molto dolore e che fare scelte difficili Ma penso che queste scelte ti renderanno migliore. Il Creatore ti ha messa su questa strada perché ha dei piani per te. Salvare Shianni, lasciare la tua casa, la Maledizione e anche unirti a noi… tutte questo fa parte del Suo disegno.》 Disse la rossa convinta. 
《Certe volte vorrei che ci desse dei segni meno criptiche se devo essere sincera.》 Commentò Aida alzando gli occhi al cielo. Quello che era successo nella foresta continuava a tormentarla ogni notte. Brecilian e il castello di Denerim popolavano i suoi incubi con cadaveri riccamente vestiti o ricoperti di pelliccia e alberi enormi pronti a intrappolarla. 
Rabbrividì al solo pensiero, accarezzandosi istintivamente l'occhio dorato. Tutto il dolore e la paura che aveva provato in quei luoghi, il fatto di possedere ancora i sensi del Lupo e i suoi istinti… come poteva tutto ciò essere volontà del Creatore? 

La rossa ridacchiò. 《In effetti. Ma una mia carissima amica, madre Dorothea, diceva che il Creatore può solo darci degli indizi, ma spetta a noi mortali coglierli. E aveva ragione. È anche per questo che quando il Creatore mi ha inviato quella visione ho scelto di lasciare il monastero e partire con Iselen, Runaan e gli altri per aiutarli contro il Flagello.》 
L'altra alzò un sopracciglio. Runaan le aveva parlato della Visione che Leliana aveva avuto, quella che coinvolgeva il Flagello, però non aveva mai voluto indagare più a fondo. 《Hai davvero scelto di imbarcarti in un'impresa suicida per una visione? Di lasciare la tua casa per un sogno?》 

Leliana annuì. 《So che tanti altri prima di me hanno detto cose simili e che molti di loro erano dei folli, ma io sono certa che ci sia un motivo se quel sogno ha fatto visita proprio a me. E inoltre… anche se fosse stato tutto nella mia testa, non credo che potrei pentirmi di aver scelto di partire. Sto aiutando una causa importante, sono riuscita a proteggere degli innocenti e ho conosciuto persone come te.》 
L'altra arrossì, mordendosi poi il labbro. 《Pensi davvero che tutto questo sia la Volontà del Creatore? Perché Ti stavo per attaccare in quelle rovine, e non sono riuscita a proteggerti contro quel maledetto Drago. E da come parli, hai sofferto anche tu in passato. Come riesci ad avere tanta fede? Non sei spaventata da me? Al posto tuo, non mi avvicinerei nemmeno. E soprattutto… non hai paura di morire contro la prole oscura?》 


Leliana sospirò. 《Ho commesso molti errori prima di entrare nella Chiesa. Una persona che amavo mi ha tradita diversi anni fa e pensavo di aver perso tutto per colpa sua. Ero persa, volevo vendetta, ma quell'amica di cui ti ho parlato mi ha aiutato a capire che tutto quello che avevo passato aveva uno scopo, che i miei errori non mi avrebbero definita per sempre e che il Creatore mi amava. Lei mi ha ridato speranza, mi ha aiutata a trovare una luce tra le ombre. Tu sei confusa come lo ero io a quei tempi e non posso giudicarti per questo. Inoltre, nelle rovine ti sei fermata quando hai capito che era la Maledizione a controllarti e mi hai aiutata dopo che il drago mi aveva ferita. Tutto questo dimostra che, anche se tu la pensi diversamente, sei una persona buona: per questo non ti temo. Inoltre, sono convinta che capirai chi vuoi essere: hai solo bisogno di tempo. Io mi fido di te. E se avrai bisogno di aiuto, se continuassi a sentirti persa, io sarò lì per aiutarti.》 Disse con sorriso dolce. 
L'elfa la guardò, davvero sorpresa. 《Io… Grazie, Leliana. Non so cosa dire.》 Eccetto i suoi genitori, non aveva mai conosciuto una persona così disposta ad aiutarla. E probabilmente lei era la prima a capirla così bene da quando sua madre non c'era più 

《Beh, potresti dirmi di sì quando ti proporrò una serata di relax insieme.》 Sorrise la rossa sibillina. 
《Cosa?》 Domandò l'elfa confusa. 

Il sorriso dell'altra si fece sornione. 《So che non ti piace il castello, ma hanno delle vasche da bagno magnifiche e tutto quello che serve per goderselo. Un bagno caldo serve proprio dopo tutto quel freddo》 
Aida esitò davanti ai suoi occhi scintillanti. 《Ehm… Leliana io non so se sono…》 

《Avanti. Se bellissima, io ucciderei per avere una vita sottile come la tua, ma credo che staresti anche meglio con qualche cura in più. E poi… ci meritiamo una serata di relax dopo tutte quelle lotte. Potremmo persino provare a scegliere qualche bel vestito per te, e magari delle scarpe abbinate! Saresti magnifica!》 Rispose l'orlesiana, facendola arrossire ancora di più. 
Non passava una “serata tra donne” da quando lei, Shianni e le loro amiche trascorrevano la notte insieme da bambine e nell'enclave non aveva tempo per preoccuparsi troppo di capelli e trucco, nessuno era abbastanza ricco da potersi permettere certe frivolezze, però l'idea di una vasca da bagno piena di acqua calda la tentava. E poi… l’espressione eccitata di Leliana era difficile da rifiutare. 
《E va bene. Ma non mi metterò fango o cetrioli in faccia.》 Le disse, un leggero sorriso a mostrare i denti affilati, ricordando tutte le follie che certe nobili si mettevano in faccia per farsi belle. 
La rossa annuì divertita e la aiutò a rialzarsi. 
   
 
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