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Autore: SkyDream    15/05/2022    2 recensioni
[Post time-skip][SakuAtsu]
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«Sei mai stato innamorato?».
Kiyoomi si sarebbe aspettato una domanda completamente idiota, tipo “Cosa vuoi per colazione domani?” oppure “Mi dona più la camicia bianca o quella nera?”.
Invece no. Decisamente inaspettata.
«Siamo già una coppia, Miya, nel caso in cui tu abbia battuto la testa e te lo fossi dimenticato. Puoi tornare a dormire sonni sereni, buonanotte.» [...]
«Intendo prima di adesso».
Cala il silenzio, un silenzio un po’ pesante in cui Omi non sa che dire. Non vorrebbe riaprire gli occhi, anzi, si pente di avergli dato corda fin da subito.
«Si.» mormora senza girarsi, il cuore gli salta un battito.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ Sei mai stato innamorato? ~
[SakuAtsu]


«Omi?».
«Mhh-».
«Omi, sei sveglio?».
Alza gli occhi al cielo, sospira pesantemente – sa che non se lo scollerà facilmente – e si ruota sul fianco opposto.
Atsumu Miya è seduto a gambe incrociate sul suo letto, la maglietta che utilizza come pigiama – la stessa che ha comprato all’ultimo concerto della sua band preferita – gli sta un po’ larga e gli dona stranamente un’aria da bambino indifeso.
Inoltre, Atsumu Miya gli sta rivolgendo uno sguardo imbarazzato, ha una guancia rossa – forse per il cuscino su cui doveva dormire fino a poco prima – e soprattutto ha lo sguardo di uno che non vuole mollare la presa.
«Si può sapere perché non dormi? Hai mal di pancia?».
Omi gli rivolge uno sguardo scocciato, sa perfettamente che il suo ragazzo sta benissimo. Se avesse avuto un dolore qualsiasi, avrebbe preferito morire in silenzio piuttosto che farlo preoccupare.
«Ho una domanda da farti.» La voce di Atsumu è decisa nonostante si sforzi di non parlare con un tono troppo alto.
«Una domanda che devi farmi necessariamente ora?» Omi sblocca il telefono che tiene sul comodino e guarda l’orario: «Alle tre del mattino?!».
Atsumu annuisce, le labbra si piegano in uno di quei suoi sorrisetti sfottò.
Falsissimi. Quelli che usa quando deve nascondere qualche insicurezza.
«Sei mai stato innamorato?».
Kiyoomi si sarebbe aspettato una domanda completamente idiota, tipo “Cosa vuoi per colazione domani?” oppure “Mi dona più la camicia bianca o quella nera?”.
Invece no. Decisamente inaspettata.
«Siamo già una coppia, Miya, nel caso in cui tu abbia battuto la testa e te lo fossi dimenticato. Puoi tornare a dormire sonni sereni, buonanotte.» Omi schiva la domanda – con grande maestria, se lo riconosce da solo – e torna sul fianco opposto con gli occhi chiusi, certo che la risposta lo abbia rasserenato abbastanza.
A torto.
«Intendo prima di adesso».
Cala il silenzio, un silenzio un po’ pesante in cui Omi non sa che dire. Non vorrebbe riaprire gli occhi, anzi, si pente di avergli dato corda fin da subito.
«Si.» mormora senza girarsi, il cuore gli salta un battito.
Atsumu era già stato innamorato, o meglio, ha avuto delle cotte prima di lui. Non sapeva nemmeno di essere bisessuale prima di lui, aveva avuto solo ragazze.
Molte ragazze, per inciso.
Ma ad Omi non fregava più di tanto. Cioè, gli fregava in comode rate, la sua era una gelosia che compariva solo quando vi era realmente bisogno.
Quando aveva dubbi gli bastava portarlo sotto la doccia e baciarlo, il modo in cui Atsumu lo stringeva in un gesto ormai automatico bastava per fargli ritrovare la sicurezza.
«Si?».
«Si».
«Non me ne hai mai parlato!» la voce si incrina, Kiyoomi se lo immagina con gli occhi spalancati sotto quel ciuffo spettinato – troppo lungo! Gli aveva detto di tagliarlo!
«Non credo sia importante. Perché questa domanda?».
«Perché mi sono reso conto che non conosco questa parte del tuo passato. Per favore, Omi…» Atsumu gli poggia una mano sul bicipite e il suo ragazzo si volta, gli occhi scuri e assonnati di Kiyoomi cercano i suoi e li trovano lucidi, forse di sonno o di preoccupazione.
Atsumu cambia così tanto tra le mura domestiche, anzi, è cambiato così tanto da quando sta con lui.
Adesso non lascia più le tazzine di caffè nel lavandino e, più in generale, non fa scoppiare la moka tra i muri di casa. La lavatrice non allaga più il bagno e dal frigorifero non escono zombie di muffa.
Se la merita una risposta, in fondo.
«Un ragazzo, al liceo.» Kiyoomi studia gli effetti di quelle parole, Atsumu lo invoglia ad andare avanti.
«Chi er-, cioè, perché tu-?».
«Sono riuscito a leggerlo e credo che lui se ne sia accorto».
Atsumu inarca un sopracciglio, in realtà inarca tutto il capo.
«Che significa che sei riuscito a leggerlo?».
Omi si sposta un riccio scuro dalla fronte e vede brillare l’anello che porta al dito, poggia il braccio sulla sua testa e ci pensa un po’ prima di rispondere.
«Era una persona parecchio insicura ma lo nascondeva, era abbastanza abile a nasconderlo. In realtà ad un occhio esterno era praticamente insopportabile, infatti aveva problemi con alcuni compagni di classe, per fortuna molti altri lo sostenevano. Io me ne sono accorto e credo che lui abbia colto qualcosa perché si comportava in modo differente con me».
Atsumu stringe i pugni, sente qualcosa rotolare dentro lo stomaco e giurerebbe di aver sentito la nausea salire.
Eh, decisamente è lui il geloso della coppia. Senza rate, tutto l’anno.
«Cosa ha fatto?».
«Mi parlava normalmente, chiedeva la mia opinione ma non invadeva mai i miei spazi.» Kiyoomi chiude gli occhi e sorride appena. «E una volta abbiamo passato la notte insieme e credo sia stata la notte più incredibile di quegli anni, ho riso tantissimo».
Atsumu perde il fiato, sente il cuore fermarsi un attimo e il sangue defluire come se stesse andando in emorragia.
Kiyoomi non ne parlava affatto in modo distaccato e poi, insomma, una notte insieme? Quando avevano fatto l’amore la prima volta gli aveva giurato che non era stato mai con nessuno. Gli aveva mentito? Omi era capace di mentire?!
«Peccato fosse un completo imbecille.» Aggiunse Omi, poi, riaprendo gli occhi e voltandosi verso il suo ragazzo.
«Perché si è lasciato scappare te? Si, è vero, però ne sono contento, no?» Atsumu si sforza di sorridere. In fondo non dovrebbe fregargliene più di tanto, si parla del passato.
Kiyoomi Sakusa è il suo ragazzo adesso! Stanno insieme, si amano e convivono. Perché essere gelosi di qualcuno che forse non vede da anni?
«No, era un completo imbecille per altri motivi. Tra cui la sua insicurezza del tutto infondata. Ero sicuro sarebbe diventato una stella della pallavolo».
Tutte le belle parole incoraggianti che Atsumu stava propinando a se stesso cadono in pezzi.
«Non solo, anche adesso è una persona che vale la pena di scoprire».
Mille pezzi. Centinaia di migliaia di pezzi.
«Kiyoomi, perché non me ne hai mai parlato?» La voce di Atsumu è incrinata, trattiene il fiato e si muove il meno possibile su quel letto dove – forse – avrebbe fatto meglio a dormire piuttosto che pensare.
«Perchè quella notte passata insieme a lui mi sono accorto che qualcosa non andava. Che provavo qualcosa, ma mi sono ripromesso di non parlarne mai a nessuno e così non l’ho fatto» Omi gli rivolge un piccolo sorriso e Atsumu si sente solo morire un po’ di più.
«Cosa è successo? Quella notte intendo, tu e lui…».
«Eravamo ad un ritiro ad Osaka. Lui mi ha trovato da solo in palestra mentre provavo le diagonali, avevo da poco imparato degli esercizi nuovi con i polsi e volevo vedere i risultati. Lui si è proposto di alzare per me, tanto non riusciva a prendere sonno e così abbiamo passato tutta la notte in palestra. Si sono fatte quasi le quattro del mattino, eravamo stanchissimi e siamo stati fortunati a non essere scoperti dai nostri allenatori, ci avrebbero fatto una bella strigliata. E’ stato divertente».
Kiyoomi sente la mano fredda di Atsumu sulla sua, trema. Ha gli occhi spalancati e sembra stia cercando qualcosa nella sua memoria.
«Non te lo ricordi sul serio?» Kiyoomi si siede al suo fianco e cerca di ancorare il suo sguardo. «Ehi, Atsumu? Ci sei?».
«Io… io non… come ho fatto a dimenticarlo?».
«E’ stato parecchio tempo fa e hai una memoria pessima. Ed eri un imbecille, quindi non mi stupisco».
«Tu al liceo, io ti piacevo al liceo?» Atsumu finalmente sembra tornare con i piedi per terra e sente le guance andare a fuoco. «Veramente?!».
«Eri un completo idiota, Miya, non darmi prova di quanto tu lo sia tutt’ora».
Atsumu però non sembra ascoltarlo, semplicemente gli salta addosso e lo bacia. Omi ride sentendo le sue labbra fredde, segno di quanto si fosse davvero spaventato, ma non può fare a meno di baciarle ancora e ancora.
Atsumu, dal canto suo, quando sente il suo ragazzo ridere perde ogni freno inibitore. Gli infila le dita tra i capelli e lo fa stendere sulle lenzuola ancorandolo al letto.
Con l’ennesimo bacio lo costringe ad aprire la bocca e la esplora con la propria lingua, si scontra con la sua e lo sente sussultare. Lo sente mentre gli morde il labbro inferiore con un piccolo gemito.
«Non mi sono accorto di niente in quegli anni!» sospira allontanandosi appena, ma mai troppo, dal suo viso.
«Il mio intento era quello. Sapevo di non essere ricambiato e non volevo problemi».
«Ti sei tenuto tutto dentro per anni?» Atsumu gli stringe ancora i riccioli tra le dita.
«Sei stato tu poi a fare il primo passo quando sono entrato nei MSBY!» Omi gli prende il viso tra le mani e lo guarda fisso negli occhi. «Era un segno, un fottutissimo segno di quanto tu non abbia motivo di essere geloso».
Atsumu rimane incantato davanti quel viso candido che cozza tremendamente con le labbra rosse e gonfie di baci.
E allora lo bacia ancora e ancora. Poi smette, ma solo per permettergli di gemere.
Sente il cuore che sta per balzare via dal petto, corre veloce e non accenna a calmarsi.
Kiyoomi è tutto il suo mondo e anche lui lo è per il suo ragazzo, da molto più tempo di quanto credesse.
   
 
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