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Autore: Justice Gundam    17/05/2022    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Cinque anni dopo un tragico incendio e una serie di brutali omicidi, gli abitanti di Sandpoint attendono con ansia il Festival della Coda di Rondine per commemorare la consacrazione del nuovo tempio della città. Al culmine della cerimonia, il disastro colpisce! Nei giorni seguenti, un'ombra sinistra si posa su Sandpoint. Voci di eserciti di goblin e di altri mostri hanno messo in allarme la popolazione. Cinque giovani e promettenti avventurieri dovranno affrontare la crescente minaccia di un impero dimenticato, i cui crudeli e dispotici governanti potrebbero non essere morti come tutti pensano...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

Risposte alle recensioni!

 

Farkas - Ciao! Tranquillo, so bene cosa voglia dire non avere tempo...

Mi dispiace, anch'io penso che i lupi siano bistrattati... del resto, nel gioco i barghest assomigliano a dei lupi, e volevo tenermi fedele all'ambientazione.

Hai ragione a dire che Tup, a modo suo, è stato un'eroe. Dopotutto, se i nostri sono riusciti ad eliminare Malfeshnekor, è stato anche merito suo! Grazie mille per la recensione... in effetti, ho cercato di far durare un po' più a lungo lo scontro con Malfeshnekor, ma non era mai stata mia intenzione che durasse più di un capitolo.  Comunque grazie ancora, e alla prossima!

 

LIBRO 1 - L'ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 26 – Ritorno alla normalità

 

oooooooooo 

 

"Bontà divina... pensare che si trattava di un barghest!" affermò Quink, massaggiandosi la fronte come se avesse avuto un feroce mal di testa.

Il saggio di Sandpoint aveva appena ricevuto un aggiornamento di quello che era successo nella catacombe di Collecardo. Certamente, era stato scioccante per lui veder tornare gli avventurieri malconci ed esausti, e per giunta con il corpo senza vita di uno dei soldati. Il racconto di quanto era successo, poi, era stato quasi incredibile - pensare che una simile minaccia era nascosta così vicino a Sandpoint e alle città di Varisia, e ancora non se ne erano accorti...

"Sì... non ci aspettavamo di trovarci di fronte un avversario simile... sinceramente, ce la siamo cavata per poco." rispose Jolan, strizzando un occhio e facendo una smorfia di dolore. Misia aveva fatto quello che poteva per medicargli il braccio rotto, immobilizzandolo con due pezzi di legno e poi legandolo al collo di Jolan con un bendaggio stretto. Anche gli altri avventurieri apparivano malconci, per quanto Eli e Misia stessero meglio, non essendo state nel pieno della battaglia.

"Brutta bestia quello..." rispose Tup massaggiandosi la testa. "Domattina Tup sentire questo!"

"Ma se non altro... siamo riusciti a farlo fuori. Lui e quel Ripnugget..." affermò Yan. "Quindi... credo che adesso possiamo dire con certezza che la minaccia dei goblin di Collecardo è sventata per sempre. E tu, Tup... non devi più preoccuparti che cerchino di insidiare il tuo posto. Adesso... credo proprio che possiamo dire che questo problema è risolto definitivamente."

Fu Lucendi a dare voce ai suoi dubbi in proposito. "Per adesso, senza dubbio..." rispose la giovane, tenendosi vicina allo zio. "Ma... il fatto che sia stato scoperto un luogo di culto demoniaco in questo posto, e che tra l'altro sia collegato agli antichi Signori delle Rune di Thassilon... questo sicuramente darà da pensare a molti. In questo posto abbiamo sicuramente trovato un bel po' di reperti interessanti e di scoperte allarmanti... e dovremo organizzare altre spedizioni per scoprire quanto più possibile."

"Sicuramente, ci troviamo di fronte ad una fonte di informazioni sul passato di Varisia... quale non abbiamo praticamente mai visto prima." rispose Mersoolian. Il mezzelfo dalla pelle scura stava guardando con aria assorta alcune piastrine di ceramica sulle quali erano incisi dei segni nell'antico alfabeto Thassiloniano... e visto l'interesse di Eli per tale ritrovamento, ne consegnò qualcuna anche a lei.  "Guardate... abbiamo trovato queste tessere sulle quali c'è scritto qualcosa di interessante... almeno per chi sia capace di leggere il Thassiloniano."

"Che cosa dicono?" si chiese Eli, cominciando a leggerne una con avidità. Misia e Yan si sporsero per dare un'occhiata alle tessere e per sentire quello che la loro compagna di squadra aveva da dire. "Hmm... vediamo un po'... il tempo ha fatto sbiadire questi messaggi, ma credo di riuscire ancora a leggere qualcosa. Vediamo un po'... Signore delle Rune... Ira... Nocticula... luogo di venerazione... no... aspetta un momento, questo non ha molto senso..."

"Nocticula? E chi sarebbe?" chiese Yan incuriosito. Notò che Nualia sembrava aver drizzato le orecchie nel sentire quel nome, e si chiese se per caso non si trattasse di qualche altro essere soprannaturale con cui la sua vecchia amica era entrata in contatto...

Fu Misia a dare la risposta. "Beh... non posso dire di sapere molto." affermò la femmina di gnomo. "Ma ho sentito già questo nome. Nocticula è uno dei tanti principi demoniaci dell'Abisso, assieme a gente come Deskari, Baphomet, Shax, Pazuzu, eccetera. Per l'esattezza, Nocticula dovrebbe essere la regina delle succubi, i demoni della seduzione e della lussuria."

"E cosa c'entra Nocticula con Thassilon?" chiese Reji. "Era un altro dei principi demoniaci che venivano venerati in certe zone di Thassilon?"

Brodert Quink si sfregò il mento mentre dava un'occhiata attenta alle tesserine. "Beh, forse qualcuno di voi lo sapeva già, ma la venerazione dei demoni dell'Abisso non era esattamente una pratica sconosciuta tra i Signori delle Rune. Ci sono delle testimonianze, molto vaghe purtroppo, che fosse in voga fin dall'inizio del loro dominio. E questa potrebbe essere una prova importante... Anche se Nocticula non mi suona esattamente come il tipo di principessa demoniaca a cui un Signore delle Rune dell'Avarizia o dell'Ira sarebbe interessato. Se si trattasse di un Signore delle Rune della Lussuria, d'altro canto... ma credo che sia ancora presto per discuterne. Certo... se trovassimo qualche conferma del suo culto da queste parti, potrebbe voler dire molto."

Lucendi sorrise lievemente e scosse la testa. Quando suo zio cominciava a fare ipotesi sui reperti recuperati, chi lo fermava più? Poi, la giovane fissò con espressione dubbiosa una delle tessere e cercò di leggerne il contenuto.  "Hmm... non credo che la mia conoscenza di Thassiloniano sia pari alla tua, zio... ma ho l'impressione che qui ci sia un passaggio interessante. Credo che parli... del Sihedron." affermò la giovane.

Inutile dirlo, Mersoolian non perde tempo a dare un'occhiata. "Il Sihedron? E dice qualcosa di particolare?" chiese il mezzelfo dalla pelle scura.

Lucendi scosse la testa. "Non proprio... dice semplicemente che il Sihedron fu spezzato in sette frammenti quando i Signori delle Rune usurparono il potere del Primo Re Xin, e ognuno di loro prese il frammento che corrispondeva alla sua, per così dire, specialità." rispose. "Credo che se riuscissimo a decifrare qualcos'altro, si potrebbe scoprire qualcosa di molto interessante."

"In tal caso, cerchiamo di portare a Sandpoint quanto più possibile dei reperti che troviamo qui... e non dimentichiamoci di accordare una giusta parte anche ai goblin che hanno collaborato con noi!" affermò il professor Quink. "E ovviamente, ci sarà una giusta ricompensa anche per tutti quelli che hanno dato una mano a questa spedizione. Dobbiamo a voi se adesso Sandpoint è davvero al sicuro."

"Vi ringraziamo per la considerazione. Devo ammettere che nemmeno io immaginavo che quell'attacco iniziale dei goblin potesse nascondere un piano come questo." disse Shalelu sgranchendosi una spalla. "Ma vi consiglio di non abbassare la guardia. Chiamatelo il mio sesto senso di cacciatrice, chiamatela esperienza, ma ho l'impressione che Sandpoint non sia ancora del tutto fuori pericolo."

Tutti restarono in silenzio, osservando l'elfa cacciatrice con serietà. Una cosa sicura era che tutti rispettavano l'esperienza e l'abilità di Shalelu, e tutti davano alle sue parole il giusto peso.

"Detto questo, spero di non avervi allarmato." disse infine Shalelu. "Dico solo che è giusto stare comunque in guardia. Per adesso... abbiamo ragione di pensare che abbiamo rimosso un grande pericolo dalla nostra regione."

"Allora, torniamo pure a Sandpoint, e diamo la notizia che la situazione è sotto controllo." disse Yan passandosi una mano sulla fronte. "E poi, dopo esserci presi un po' di riposo, decideremo su quale sarà la nostra prossima mossa, che ne dite?"

Mentre tutti i membri del gruppo annuivano con entusiasmo, Nualia sospirò e si mise in disparte, passandosi la mano rimasta normale tra i capelli. Ancora non se la sentiva di tornare a Sandpoint... e allo stesso tempo, sentiva che presto o tardi avrebbe dovuto farlo. Sarebbe stato un momento cruciale per lei. Il momento in cui avrebbe dovvuto finalmente decidersi a gettarsi alle spalle il rancore una volta per tutte... ma ancora non pensava di essere pronta.

"Nualia?" chiese Yan, accorgendosi che la sua amica d'infanzia era rimasta in disparte. Non che se la sentisse di biasimarla, in fondo. E non poteva biasimare la gente di Sandpoint per il fatto che molto probabilmente si sentivano anche loro a disagio accanto alla donna che aveva complottato la fine della loro città. C'erano ancora molti passi da fare prima di giungere ad una riconciliazione, e il ragazzo aveva l'impressione che i dubbi e le inimicizie non sarebbero mai svaniti del tutto. Del resto, riflettè, era anche giusto che fosse così. Agli occhi di molti di Sandpoint, Nualia sarebbe probabilmente rimasta sempre la criminale che li aveva minacciati di morte.

"Nualia, tutto a posto?" chiese il ragazzo, avvicinandosi infine a lei e appoggiandole una mano sulla spalla. "Non sei ferita gravemente, vero?"

"No... sto abbastanza bene, credo..." disse la aasimar. Si massaggiò il braccio rimasto normale, e il suo sguardo indugiò sulla pelle rossastra e dall'aspetto innaturale che ricopriva il suo arto demoniaco. Anche questo le ricordava che, comunque fosse andata, non avrebbe potuto sfuggire al suo passato. "Adesso... torniamo a Sandpoint, immagino."

"Come ho detto, non sei obbligata a venire con noi, se non te la senti." rispose Yan. "Però, almeno per questa volta, avrei bisogno di andare anch'io. Per far vedere ai cittadini che anch'io mi interesso alla loro sorte. E poi, anche i miei compagni avranno bisogno della mia presenza."

Nualia non disse nulla, continuando a guardarsi il braccio mutato. Poteva immaginare che questo voleva dire che avrebbe dovuto lasciarla sola, almeno per un po'... e questo non le faceva molto piacere. D'altro canto... anche lei si stava rendendo conto che non poteva approfittare della disponibilità del suo amico. Per quanto la cosa fosse un po' difficile per lei... forse era il caso di lasciargli un po' di tempo con i suoi compagni, e non imporgli la sua presenza. Dopotutto, Nualia si fidava di lui... e lui non l'avrebbe mai tradita... vero?

"Sì... capisco cosa vuoi dire..." rispose lei, cercando di misurare bene le parole e di non farsi trascinare dalla premura. "Hai... hai ragione, Yan. Io... ancora non me la sento di ritornare a Sandpoint. Vorrà dire... che mi accamperò fuori, come abbiamo fatto finora. E... non ti preoccupare, me la caverò. In qualche modo..."

"Hey, Nualia?" chiese Reji, cogliendo di sorpresa i due amici d'infanzia. La aasimar dai capelli bianchi si voltò verso la ragazzina Tian, che si mise a posto i capelli con un gesto e si schiarì la voce. "Resto io con te finchè Yan e gli altri sono a Sandpoint. Non pretendo di sostituire Yan, ma sono la persona che meglio lo conosce in questo gruppo di avventurieri."

"Hm?" L'espressione normalmente cupa di Nualia si ammorbidì e si trasformò in una di curiosità e stupore. "Come mai questa richiesta, all'improvviso?"

"Sinceramente, nemmeno io mi aspettavo che ti saresti offerta, Reji." affermò Yan, anche se tra sè cominciava ad avere qualche idea su quale potesse essere il motivo - voleva tenere d'occhio Nualia nel caso non le venisse in mente di fuggire o rivoltarsi contro di loro? Non poteva biasimare i suoi compagni di gruppo per il fatto che volessero essere sicuri... comunque, decise di non dire nulla a riguardo e assecondò l'idea della sua compagna di viaggio. "Ma... va bene. In fondo, mi sembra una buona idea. Nualia, tu cerca di andare d'accordo con Reji, okay? Ho viaggiato con lei per molto tempo, e siamo grandi amici. Puoi fidarti di lei."

Nualia continuò a guardare dubbiosa la ragazzina Tian mentre quest'ultima teneva un pugno chiuso davanti al viso, lo copriva con l'altra mano aperta e faceva un breve inchino, per poi rivolgerle un sorriso accomodante. La ex-sacerdotessa di Lamashtu appariva sospettosa, forse convidendo l'idea che Yan si era fatto... ma decise che non le sarebbe convenuto fare polemica, e decise di accettare, senza tanto entusiasmo. Del resto, Yan sembrava essere d'accordo, e lei stessa si era ripromessa di non pesargli oltre un certo punto...

"Fai quello che vuoi." disse Nualia rivolta alla monaca. Quest'ultima fece un cenno con la testa, e Yan si sentì già un po' sollevato. Chissà, forse questa sarebbe stata un'opportunità per la sua amica d'infanzia di farsi delle nuove conoscenze, e magari, chissà, anche uscire da quella bolla di rancore e diffidenza che aveva costruito tutt'attorno a sè.

Un passo alla volta...

 

oooooooooo

 

Il ritorno della spedizione dai dungeon di Collecardo era stata accolta con entusiasmo dalla cittadina. Anche se alcuni dei cittadini erano, comprensibilmente, ancora un po' nervosi all'idea che ci fossero ancora goblin in circolazione, era stata Shalelu (in quello che lei aveva definito un momento di rammollimento verso i goblin) ad assicurare che le tribù, sotto la guida di Tup e del druido Gogmurt, non avrebbero più fatto del male alla gente di Varisia e avrebbero anzi cercato man mano di integrarsi con le comunità di umani e semiumani.

L'idea non era andata subito a genio a tutti, considerata la storica inimicizia tra umani e goblin. Tuttavia, la prospettiva di non dover più temere di essere attaccati da una intera coalizione di tribù di goblin era sembrata comunque allettante, e la maggior parte dei residenti di Sandpoint si era detta disposta a fare almeno un tentativo di mettere da parte i rancori.

I giorni successivi avevano visto un graduale ritorno alla normalità nella comunità di Sandpoint. Ora che il pericolo dei cultisti di Collecardo era stato sventato, lo stato di tensione era man mano venuto meno, e la città tornava ai suoi ritmi normali. Dal punto di vista degli avventurieri, questo era un momento ideale per riposarsi, riorganizzarsi e rinnovare il loro equipaggiamento. Nel caso di Jolan, questo voleva dire anche curarsi il braccio rotto, cosa per cui Misia era stata più che disposta a dare una mano...

"Okay, Jolan, così dovrebbe andare bene." disse la femmina di gnomo, dopo aver finito di lanciare un incantesimo di cura sul braccio della guida halfling. "Allora, dimmi come va. Riesci a muovere bene le dita?"

Jolan provò a muovere prima il pollice, poi tutte le altre dita della mano assieme per vedere se il gesto gli provocava ancora dolore. Per fortuna, sembrava che le ossa si fossero saldate abbastanza a forza di incantesimi curativi. Quando Jolan provò a stringere il pugno, sentì soltanto un lieve dolore che si diffondeva lungo l'avambraccio e sul gomito, e tirò un sospiro prima di sistemarsi la fascia che teneva il braccio ferito appeso al collo.

"Grazie, Misia. Adesso mi sento decisamente meglio. Non mi fa neanche più tanto male." disse l'halfling. "Credo che se va avanti così, tra qualche giorno il mio braccio sarà come nuovo."

"Hey, non sei tu a decidere quando il tuo braccio guarisce!" lo prese il giro amichevolmente la biondina. "Prima di tutto bisogna vedere se... oops!" L'ultima esclamazione fu dovuta al fatto che, una volta di più, i poteri di oracolo di Misia avevano fatto i capricci e le avevano fatto volare via dalle mani quello che stava portando, facendo cadere a terra fasciature e stecche. "Ah... ehm... chiedo scusa, Jolan. Non credevo che sarebbe accaduto proprio adesso..."

"Hehee... tranquilla, Misia, so che non lo fai apposta." disse Jolan. Si chinò per dare una mano alla sua compagna a raccogliere ciò che le era caduto, anche se con un braccio inutilizzabile non era molto efficiente. Dopo qualche attimo passato in silenzio, concentrato sul lavoro che stava facendo, l'halfling si schiarì la voce e cercò di pensare a qualcosa da dire. Magari qualcosa che non riguardasse il loro lavoro di avventurieri. Ora che finalmente potevano prendersi un po' di riposo, Jolan sperava di poter rilassarsi un po' e non pensare ai problemi che avevano afflitto la sua città fino a pochi giorni prima. Detto questo... come fare ad iniziare una conversazione con Misia? Anche lei sembrava un po' impacciata, in questo senso...

"Misia? Posso farti una domanda?" chiese infine Jolan. Non era sicuro che si sarebbe trattato di una buona idea per fare un po' di conversazione, ma non ci perdeva nulla a provarci. "Se non è troppo personale, si intende."

La biondina mise a posto le fasciature che le erano rimaste e rivolse la sua attenzione all'halfling. "Sì... certo, dimmi pure, Jolan. Di che si tratta?" chiese. Si rimproverò di non avere avuto lei tutta questa iniziativa. Com'era che durante le loro spedizioni era pronta ad affidare la sua vita a Jolan, e adesso, durante un periodo di pace, si sentiva così imbarazzata?

La guida halfling sorrise lievemente. "Quello che volevo chiedere... com'è che vi siete incontrate, tu e la tua amica Eli? A quanto ho avuto modo di sentire, lei è una promettente allieva di un'accademia di magia di Magnimar." affermò. "Anche tu frequenti la stessa accademia?"

"Sì... in effetti siamo allieve di una scuola di un certo livello, se mi è permesso dirlo." rispose Misia con fare sicuro. "Hai mai sentito parlare dell'accademia chiamata Roccia dei Profeti?"

La Roccia dei Profeti! Ma certo! Ecco un nome con il quale Jolan aveva una certa familiarità! "Aaaah, certamente! Non è una scuola molto grande, in effetti, ma la sua reputazione la precede!" esclamò. "So che lì addestrano sia maghi che oracoli."

"Proprio così! In effetti, la Roccia dei Profeti è specializzata in magie di abiurazione e divinazione, ma tratta tutte le branche della magia." affermò la femmina di gnomo. "Insegnano ad usare le arti magiche per risolvere misteri e proteggere la vita, come faceva un tempo lo spirito della Fonte dei Profeti."

Ecco, questo era un nome che Jolan non aveva quasi mai sentito prima d'allora. Per quanto ne sapeva, si trattava di una fonte magica dove dimora uno spirito elementale dell'acqua noto per i suoi poteri divinatori... ma a parte questo, non sapeva molto delle origini dell'accademia da cui venivano Misia ed Eli. "Interessante... E quando siete arrivate qui a Sandpoint, ne avete trovati, di misteri da svelare!"

"In effetti... non ce lo aspettavamo neanche!" rispose Misia con una breve risata imbarazzata. "Ehm... ma non parliamo di queste cose! Oggi è una giornata di riposo. Ehm... comunque, se per qualche motivo dovessimo visitare Magnimar, per me sarebbe un piacere farti vedere la nostra città... e magari anche la nostra accademia! Che ne dici? Ti sembra una buona idea?"

"Se ci fosse l'occasione, mi piacerebbe molto!" rispose rapidamente l'halfling, contento di aver finalmente avviato la conversazione. "Comunque... per i prossimi giorni, che programmi avete, tu ed Eli? Immagino che adesso non manchi molto prima che torniate a Magnimar."

Misia sembrò pensare un po' su, prima di dare una risposta. "Per la verità, non ne siamo proprio sicure." affermò. "In effetti, abbiamo fatto quello per cui siamo venute, ma credo che adesso resteremo comunque qui, almeno per un po'. L'accademia ci ha lasciato un tempo abbastanza ampio per fare quello che dobbiamo, e credo anche che Eli voglia approfondire certi argomenti."

"Aaaah, capisco. Immagino che adesso sia a parlare con il professor Quink riguardo quello che abbiamo scoperto lì a Collecardo..." rispose Jolan. "Spero che riusciate a trovare qualcosa di interessante da portare ai vostri colleghi a Magnimar."

"Hehee... conoscendo Eli, sono sicura che riuscirà a portare alla luce qualcosa di clamoroso!" rispose allegramente Misia. "E Yan e Nualia? Come vanno le cose?"

"Nualia... è ancora all'accampamento. Reji è con lei e continua a sorvegliarla, per massima sicurezza." affermò Jolan. "Ti dirò la verità, sono un po' combattuto in questa storia. Anch'io sono contento che Nualia abbia avuto un'altra possibilità, e che possa scontare i suoi errori. Ma spero che Yan non sia troppo ottimista. Se Nualia dovesse avere una ricaduta, per così dire... per lui sarebbe un colpo duro. Ho paura che non sarebbe in grado di combattere con lei."

"Per il momento, però, Nualia mi sembra sincera." commentò Misia con fiducia. "Mi rendo conto che è ancora presto, e che non si cambia da un giorno all'altro, ma l'affetto che lei prova per Yan è una cosa che è rimasta costante nel tempo. Io voglio credere che questo possa essere un punto di partenza."

Jolan annuì lentamente. "Già... immagino che anche tu abbia la tua parte di ragione. Volevo solo dire di non essere frettolosi e di restare in guardia." commentò. "Detto questo... che ne dici se andiamo a fare un giro di pattuglia assieme? Magari lungo il fiume. Ho sentito dire che il cammino offre uno spettacolo rilassante."

La femmina di gnomo soffocò una risatina. Aveva l'impressione che Jolan stesse cercando una scusa per farsi dare un appuntamento da lei... e lei non vedeva motivo per dirgli di no. Dopotutto, adesso che avevano un po' di tempo libero, tanto valeva sfruttarlo al meglio...

"Va bene. Facciamoci pure questo giro!" rispose Misia, offrendo gentilmente la mano a Jolan affinchè lui la prendesse. L'halfling colse l'occasione e tenne la mano delicata della biondina con la sua mano forte e già callosa. Poi, dopo essersi scambiati un cenno di assenso, si diressero verso il fiume che passava accanto a Sandpoint, contenti di potersi godere un pomeriggio tranquillo...

 

oooooooooo

 

La definizione che Eli Clerks, maga mezzelfa, cittadina di Magnimar, appassionata di storia di Varisia e orgogliosa allieva della Roccia dei Profeti, aveva di un "pomeriggio tranquillo" era alquanto diversa dalla definizione che molte persone avevano dello stesso termine. In quel momento, il relax consisteva nel decifrare una stele trovata durante l'esplorazione di Collecardo, con Lucendi e Mersoolian a farle da supporto. La nipote del professor Quink e il mezzelfo dalla pelle scura condividevano l'entusiasmo di Eli per la storia antica, e si stavano rivelando dei validi aiutanti nel tradurre le iscrizioni sulle targhette ritrovate nelle catacombe.

"Allora, vediamo un po'... qui ci sono delle rune che non conosco, sinceramente." disse la ragazza con gli occhiali, notando al lume di una candela alcune differenze fondamentali tra i grafemi che stava esaminando. "Mersoolian, tu hai qualcosa che possa dare una mano?"

"Aspetti, signorina Clerks. Credo di avere l'incantesimo giusto per questi casi. Un incantesimo Comprensione dei Linguaggi." rispose Mersoolian. Passò lentamente la mano sopra la stele, sui punti in cui lo scritto si faceva più astruso, e intonò una breve litania magica. Un lieve bagliore bianco si accese sulle rune che il giovane mezzelfo voleva tradurre, e l'energia magica infuse la sua mente in modo che potesse, almeno temporaneamente, comprendere quello che leggeva. "Ottimo, ottimo... adesso direi che il significato mi è più chiaro. Lucendi, tesoro, potresti gentilmente trascrivere quello che leggo?"

"Sono già pronta, Mer." rispose la giovane, già pronta con un taccuino sul quale annotare tutto quello che avessero scoperto nel corso dei loro studi.

Il mezzelfo dalla pelle scura annuì gentilmente e cominciò a leggere le rune. "Allora... vediamo un po'... questo grafema vuol dire 'luogo di convivio e di conoscenza'. Mette assieme le caratteristiche di 'sala da pranzo' e 'biblioteca'... quindi immagino che si stia parlando di un simposio, o cose del genere." commentò. "Poi, quest'altro... 'ospite'... 'omaggio'... 'sangue di Jotunn'... hmm... questa parola mi è nuova, sinceramente."

"Jotunn è un'antica espressione con la quale si indicano i giganti." Eli intervenne. "E stando alle testimonianze che ci sono pervenute... i giganti rappresentavano una gran parte dei servitori dei Signori delle Rune e dei loro luogotenenti. Quindi... forse si riferisce al fatto che i rappresentanti delle tribù di giganti di Thassilon rendevano onore ai Signori delle Rune? Dovremmo tradurre qualcosa di più per esserne sicuri, ma credo che sia una possibilità da non scartare."

"In effetti, avrebbe senso." rispose Lucendi. La giovane interruppe solo per un attimo la sua attività di trascrittura per esprimere la sua opinione. "Tuttavia, se la traduzione è corretta, la parola 'ospite' mi dà da pensare. Questa parola implica un livello di autorità e di rispetto che contrasta con la definizione di servitori."

"Giusto... forse è meglio cercare di tradurre le altre parti, e vedere che cosa dicono." affermò Mersoolian...

Seduto alla sua scrivania, con davanti a sè un grande tomo dalle pagine ingiallite che leggeva al lume di una piccola luce magica, il professor Quink guardò con orgoglio i tre giovani che si affaccendavano sulla traduzione delle tavole incise. Magari avesse incontrato più studenti volonterosi come loro, quando insegnava a Janderhoff... magari adesso certe sue teorie sarebbero state prese sul serio, e Varisia sarebbe un po' più preparata al periodo di caos e disordine che forse era già cominciato. L'anziano insegnante aveva la netta sensazione che quei ritrovamenti, e i recenti problemi di Sandpoint, non fossero altro che l'inizio di un nuovo periodo di grandi sconvolgimenti, e sperava con tutto il suo cuore che quei ragazzi non ne sarebbero rimasti travolti. Per quanto distante potesse sembrare, il passato di Varisia continuava ad incombere...

 

oooooooooo

 

Yan prese un bel respiro e tese la corda dell'arco. prese la mira per un attimo, e poi scoccò la freccia, mandandola a piantarsi nel bersaglio, sorprendentemente vicino al centro.

"Hm. Non male come tiro. Ma si può fare di meglio. Ricorda che quando ti ritroverai sotto pressione, durante un vero combattimento, non avrai il lusso di poter prendere la mira e scagliare la freccia con tutta calma." disse Shalelu. Per dare a Yan una dimostrazione, l'elfa prese il suo arco e incoccò rapidamente una freccia, per poi scagliarla nel centro del bersaglio con precisione stupefacente, senza neanche avere bisogno di tanto tempo per mirare. "Vedi? Certamente l'arco è un'arma letale e potente, ma occorre molto addestramento. Non è come una balestra, che richiede soltanto di premere un grilletto."

"Me ne rendo conto... è per questo che volevo prendere un po' di lezioni da te." disse il ragazzo. Decise di fare un altro tentativo e provò di nuovo a prendere di mira lo stesso bersaglio, questa volta senza perdere tanto tempo a prendere la mira, ma i risultati non furono troppo incoraggianti - la freccia di Yan si piantò vicino a quella precedente, senza avvicinarsi al centro del bersaglio.

"No, no... questo colpo è stato troppo frettoloso." lo corresse Shalelu. "Okay, forse ti ho dato un'impressione sbagliata, e me ne scuso. Comunque, per adesso la cosa più importante è che tu migliori la mira. Poi, quando ti sentirai più sicuro della tua abilità nel tiro, potrai concentrarti sulla velocità. E a questo proposito..."

"Hm? C'è qualche problema, signorina Shalelu?" chiese il ragazzo, mentre guardava la sua insegnante di tiro con l'arco che raggiungeva un tavolo vicino e andava a prendere un grosso arco dall'aspetto minaccioso, fatto in una strana commistione di legno ed osso. Yan aveva l'impressione di aver già visto quell'arco da qualche parte, anche se non era sicuro di dove, esattamente...

Shalelu prese l'arco più grande e lo porse a Yan. "Ecco. Credo che questo potrebbe esserti più utile. Questo arco, se non altro, ti permetterà di andare a segno più spesso." disse con un mezzo sorriso. "Prendilo pure. Te lo cedo volentieri."

Il ragazzo guardò stupito e lusingato l'arco che Shalelu gli stava praticamente donando e se lo rigirò tra le mani. Era un arco pesante ma ben bilanciato, e la sua struttura, grazie anche alla qualità dei materiali e della corda, permetteva di scagliare frecce con più potenza e maggiore precisione. Yan non si sarebbe stupito se qualcuno gli avesse detto che era incantato. "Ah... signorina Shalelu, ma questo arco... non è per caso..." cominciò a dire.

"L'arco di Bruthazmus, dici?" chiese conferma la cacciatrice elfa, non nascondendo un moto di orgoglio al pensiero di aver finalmente abbattuto il suo arcinemico. "Sì, è proprio quello. Gliel'ho preso dopo la nostra prima incursione a Collecardo, dopo averlo sconfitto."

"Allora penso sarebbe più giusto che lo tenesse lei, signorina Shalelu. Dopotutto, è un suo trofeo." rispose il giovane, sentendosi un po' imbarazzato.

Tuttavia, Shalelu non sembrava interessata a queste considerazioni. "Ti ringrazio per la tua premura, Yan... ma se devo essere sincera, non mi interessano questi... trofei. So di aver abbattuto Bruthazmus, e questo per me è sufficiente. Tra l'altro, è un tipo di arco che io non saprei sfruttare al meglio. E' basato più sulla forza fisica di chi lo usa, che non sulla sua agilità, e io non possiedo la forza necessaria ad usarlo come si deve. Tu, invece, penso che possa farne miglior uso. Quindi non ti preoccupare per me... e usa questo arco per proteggere meglio i tuoi compagni, okay? Io... a questo punto ho abbastanza soldi da comprare per conto mio un arco migliore."

Yan guardò con attenzione l'arco che fino a poco tempo fa era appartenuto all'arcinemico di Shalelu. Faceva un certo effetto pensare che adesso era Shalelu stessa che glielo stava donando senza tanti problemi. "Beh... visto che insiste, signorina Shalelu... la ringrazio per la premura. Visto che lei pensa che io saprò usare meglio quest'arma, farò in modo di non deluderla."

L'elfa sorrise e fece un cenno di assenso, poi diede un'occhiata ai bersagli riempiti di frecce. "Bene... credo che per adesso abbiamo fatto abbastanza. Prendiamoci un po' di pausa... e magari andiamo a vedere se hanno trovato i proprietari di Shadowmist? Credo che a quest'ora dovrebbero essersi fatti vivi... se sono ancora vivi."

Yan disse di sì con la testa. "Sì, mi sembra una buona idea." rispose, ricordando lo stallone che aveva recuperato da Collecardo. "E comunque, spero che abbia trovato dei buoni padroni..."

 

oooooooooo

 

"Mi dispiace... temo che non sia arrivato nessuno a reclamare il cavallo." rispose il responsabile dello stabbio, guardando verso il maestoso stallone nero e grigio che stava trottando all'interno di un grande recinto, cercando do sfogare almeno un po' dell'energia che lo pervadeva.

Yan sbattè gli occhi stupito. "Come? Dite... dire sul serio? Non è proprio venuto nessuno a reclamare Shadowmist?" chiese il ragazzo, per poi sospirare e massaggiarsi la fronte con una mano. "Immagino che i suoi padroni, dopo l'attacco di quei goblin, abbiano deciso di restare alla larga da Sandpoint. Non posso biasimarli... ma allora, come ci comportiamo? Shadowmist non può restare qui, un animale così bello e possente dovrebbe avere un proprietario che si prenda cura di lui."

"Non vorrebbe prendersene cura lei, signore?" chiese lo stalliere, un uomo sulla trentina che mostrava sul viso e sulle braccia i segni di una vita passata all'aria aperta, a badare agli animali. "Lei è un avventuriero, in fondo. Un destriero come questo vi servirà per i vostri spostamenti. E poi, lei mi dà l'impressione di una persona che ci sa fare, con i cavalli."

Nel suo recinto, Shadowmist emise un nitrito e uno sbuffo, guardò verso Yan e sferzò l'aria con la coda, come se volesse dire qualcosa al ragazzo. Colto di sorpresa dalla richiesta dello stalliere, Yan si fermò a pensarci su per qualche istante. L'idea non era male. Il giovane si era già un po' affezionato allo stallone, e non poteva negare che avere un cavallo per viaggiare più rapidamente avrebbe potuto essere molto utile. L'unica cosa che lo faceva esitare era il fatto che gli dava quasi l'impressione di impossessarsi di un animale prezioso che non era mai stato suo.

"Hmm... siamo sicuri che sia legale? Voglio dire, questo cavallo è molto bello, e sicuramente è un'ottima cavalcatura. Ma mi sembra quasi di approfittarne." rispose infine. Si avvicinò al recinto, e vide Shadowmist che gli si avvicinava e nitriva incuriosito. Con un gesto affettuoso, Yan accarezzò il possente destriero su un fianco, ammirandone la muscolatura e il manto dal colore spettacolare. Ora che era stato ripulito e sfamato, il cavallo sembrava ancora più spettacolare.

Shalelu alzò le spalle. "Come hai detto tu, Yan, sarebbe un peccato che Shadowmist rimanga da solo, senza un proprietario che si prenda cura di lui." disse l'elfa cacciatrice. "Perchè non potresti essere tu quella persona? Mi sembra che Shadowmist si fidi di te e di Misia più di chiunque altro. Il che è naturale, visto che siete stati voi a liberarlo."     

Shadowmist sbuffò e mosse qualche passo attorno a quel punto. Yan, da parte sua, si sfregò la fronte e prese in considerazione l'idea di Shalelu. Perchè no? In fondo, aveva l'impressione che anche a Shadowmist l'idea non sarebbe dispiaciuta...

 

oooooooooo

 

Nualia dovette ammettere a sè stessa che aveva perso la cognizione del tempo. Il cielo era ancora chiaro quando lei e Reji si erano messe sedute lì, su un soffice tappeto erboso ai piedi di un grande albero dalle larghe fronde che le proteggeva almeno un po' dai raggi del sole ardente. Erano rimaste in silenzio, sedute assieme, con Reji che manteneva quella sua espressione tranquilla e controllata. Ogni tanto, Reji le faceva un cenno o le rivolgeva brevemente la parola, e Nualia rispondeva in maniera succinta, ancora a disagio nel sostenere una conversazione con lei.

Ma Reji non sembrava per nulla risentita. Dopo essersi scambiate due parole, la monaca riprendeva a meditare, stando seduta al suo posto, a gambe incrociate, con quell'espressione serena che Nualia quasi le invidiava.

Nualia doveva ammettere che all'inizio le era piaciuto quel silenzio. Non sentiva ancora di avere abbastanza in comune con i compagni di Yan per avvicinarsi a loro. E non pensava neanche che ne avrebbe sentito il bisogno, se non quel tanto che serviva per collaborare. In effetti, per il momento, i progetti di Nualia si limitavano a: restare con il suo amico d'infanzia e cercare di pensare a cosa fare della sua vita.

Ma in quel momento, il silenzio che era calato le riusciva pesante e quasi opprimente. Anche se Yan non era lì, Nualia sentiva il bisogno di parlare. Quella ragazzina Tian era stata gentile con lei, in fondo...

Nualia cercò di organizzarsi il discorso... ma prima ancora di aprire bocca, si bloccava per la sua insicurezza. Non era sicura di come aprire una conversazione, di cosa avrebbe potuto dire a quella sua ex-nemica per cercare almeno un po' di contatto. Dopo essere vissuta nel rancore per tanto tempo, ed essere stata niente più che il capo di un gruppo di cultisti demoniaci per diversi anni, le abilità sociali tendono a declinare...

 "Maledizione... se solo Yan fosse qui, forse avrei un'idea di cosa fare... o dire... ma è inutile lamentarsene, devo cercare di cavarmela da sola..." pensò la aasimar. Finalmente, decise di prendere in mano la situazione e si schiarì la voce.

"Reji...?" chiese infine.

Come se da un momento all'altro aspettasse l'intervento di Nualia, Reji aprì un occhio, restando in posizione di meditazione con le gambe incrociate e le mani congiunte davanti a sè. "Sì? C'è qualcosa che vorresti chiedere?"

Nualia sospirò e si sfregò la fronte. "Senti... da quanto tempo tu e Yan viaggiate assieme?" chiese infine, sperando che almeno questo potesse dare inizio ad una conversazione decente. "E poi... perchè te ne stai qui con me? Non hai cose più interessanti da fare, lì a Sandpoint?"

Reji non rispose subito. Per un po' di tempo restò ferma al suo posto, a pensare ad una risposta da dare. "Io e Yan? Da quasi un anno, ormai." rispose. "Certo, ci sono stati periodi in cui ci fermavamo da qualche parte, e facevamo qualche lavoro per guadagnarci un po' di soldi, ma a parte questo... siamo sempre stati in viaggio per Varisia."

Un viaggio per Varisia, eh? Nualia aveva viaggiato anche lei... ma nel suo caso, era soltanto per reclutare altri come lei che potessero darle una mano nella sua vendetta. Non si era mai preoccupata di guardarsi attorno, di cogliere quello che il mondo attorno a lei le offriva...

Più ci pensava, più si rendeva conto di quanto il suo desiderio di rivalsa l'avesse accecata. Ancora una volta, si stava convincendo che non era stato soltanto il suo retaggio celestiale ad aver provocato i suoi problemi...

"E... per quanto riguarda stare con me, lo fai perchè vuoi tenermi d'occhio, giusto?" continuò Nualia, ora un po' più sicura. "Non posso biasimarvi. Non posso certo pretendere che vi fidiate di me."

Reji sbattè gli occhi, un po' indecisa su cosa dire... poi alzò le spalle e decise di essere chiara. "Non possiamo certo dire che ci fidiamo di te al cento per cento, Nualia." affermò, senza tuttavia voler dare l'impressione di puntarle il dito contro. "Possiamo capire il motivo per cui hai desiderato vendicarti. E' giusto che tu ti sia sentita oppressa, e posso comprendere il tuo rancore... ma quando cerchi di fare del male a persone che non c'entrano niente per dare sfogo alla tua rabbia... non potevamo permetterti di farlo."

"E ciò nonostante, non avete voluto uccidermi. Me, Tsuto, Lyrie... Orik si è persino convinto a passare dalla vostra parte." continuò Nualia. "Sarebbe stato molto più rapido e più facile farci fuori, no?"

"Forse. Ma non è così che noi facciamo le cose." rispose Reji. "E poi... solo perchè non approvo quello che hai fatto, non significa che non mi piacerebbe se la tua vita andasse un po' meglio. Ma sarai tu a dovertelo meritare, Nualia. Io, Yan e gli altri... possiamo solo cercare di indicarti la strada. Anche se... per quanto mi riguarda, ho l'impressione che tu sia sulla buona strada."

La aasimar sospirò e fece nuovamente vagare il suo sguardo sul terreno, restando in silenzio. Non poteva certo dire di essere cambiata più di tanto, da un giorno all'altro... anche adesso, doveva ammettere che era principalmente per Yan che aveva deciso di rinunciare alla sua vendetta contro Sandpoint. E ciò nonostante... le parole di Reji stavano cominciando a far muovere qualcosa in lei. Non era solo Yan ad avere fiducia in lei... anche se tuttora non le importava granchè del destino che avrebbe avuto Sandpoint, stava cominciando a rendersi conto che c'era anche qualcun altro disposto ad aiutarla. Nualia non si sentiva ancora pronta ad affidarsi del tutto alla speranza, non così presto...

...eppure, adesso cominciava a cambiare qualcosa.

"Reji? Grazie per la fiducia..." disse infine Nualia, prima che la ragazzina potesse rimettersi a meditare. "E... visto che ci troviamo... mi racconteresti qualcosa dei viaggi che avete fatto... tu e Yan?"

La ragazza più giovane sembrò quasi illuminarsi in viso. Questa sì che era una cosa che le piaceva! "Con piacere! Allora, vuoi sentire di quel drago nero a cui siamo sfuggiti? O magari di quel viaggetto che abbiamo fatto vicino a Numeria? Ooooh, lì ne abbiamo viste di tutti i colori..."

Per la prima volta dopo tanto tempo, Nualia fece un'espressione interrogativa e sbattè gli occhi, mentre Reji cominciava a sciorinare i luoghi più disparati che le venissero in mente...

 

           

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CONTINUA...       

 

 

 

  
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