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Autore: Lita_85    19/05/2022    3 recensioni
SEQUEL DI "OGNI PARTE DI TE"
Dario e Anita, ormai felicemente fidanzati, vivono il loro amore come in una favola. Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando il passato di entrambi si ripresenta stravolgendo il presente, proprio durante i preparativi per il loro matrimonio. Gli equivoci divertenti e i malintesi dettati dalla gelosia saranno all'ordine del giorno, e metteranno a dura prova i futuri sposi. Riusciranno Dario e Anita a lasciarsi tutto alle spalle e arrivare indenni alla tanto attesa data delle nozze?
* Opera registrata su Patamù*
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Era successo.
Era successo quello che temevo e che avevo cercato in tutti i modi di evitare. 

Ero stata una vera stupida a credere che le cose si sarebbero sistemate da sole o che Edoardo si sarebbe dissolto nell'aria non appena quel maledetto progetto si fosse compiuto. 

Avevo rovinato tutto con le mie stesse mani. 

E adesso, la mia mente viaggiava a duecento chilometri orari senza sosta. 

Avvolsi le braccia attorno alle gambe, nella vana speranza di dare un po' di conforto a quel corpo che non la smetteva di tremare. Con gli occhi consumati dalle lacrime, fissai un punto indefinito del pavimento ricordando, ancora una volta, tutto di quella scena: I suoi occhi, il suo profumo e i suoni che ci circondavano. Compreso Edoardo che non faceva altro che ridersela sotto i baffi, ricordandomi quanto io fossi stupida.

Avevo acconsentito a quel pranzo insieme, solo perché lui, con uno stratagemma, mi aveva convinta a farlo. Aveva promesso che si sarebbe impegnato, e che avremmo finito addirittura entro quella sera stessa il progetto.

Povera stupida.

Non avevo fatto altro che darmi la zappa sui piedi senza saperlo e minando il rapporto con Dario. 

Non sapevo cosa gli fosse passato per la testa in quel momento, ma di certo, quella visione avrebbe fatto ammattire chiunque. Anche la sottoscritta. Molte volte, durante l'anno appena passato, avevamo incontrato la famosa Paola, l'unica che aveva avuto una specie di rapporto con Dario e la cui presenza mi dava sui nervi. Lei, pur essendo sempre cordiale con noi e mai fuori posto, innescava in me scenari di sesso sfrenato facendomi ingelosire all'istante. 

Insieme a quei pensieri deliranti, dentro la mia mente si faceva spazio anche la paura per una sua possibile scappatella. 

Sarebbe andato con qualcuna? 
Mi avrebbe tradito senza farmi spiegare la situazione? 

No, lui non era così, lui non l'avrebbe mai fatto. Almeno era quello che mi ripetevo tra i singhiozzi e le lacrime.

No, lui non era così.



                                ***


Ero di nuovo senza meta.
Ero di nuovo in balia della disperazione e dei miei demoni. 
Ero di nuovo attanagliato della rabbia e delle tempie che mi pulsavano. 
Ero nuovamente da solo.

Il tutto, mentre percorrevo le vie di Milano tra il traffico e le mie imprecazioni. 

Non potevo credere a quello che si era svolto nelle ore precedenti. Ero ancora tramortito, non riuscivo a comprendere cosa avessi visto precisamente. Anita ed Edoardo che allegramente si stavano dirigendo verso una meta sconosciuta a mia insaputa. 

Ma cosa cazzo significava? 

Non lo sapevo. E poi ci pensavo e più non capivo.

Perché mi aveva nascosto tutto? Che ci faceva lui con lei?

Stanco e sopraffatto dai brutti pensieri, decisi di andare dall'unica persona che in quel momento poteva aiutarmi: Saverio.

Saverio aprì subito la porta riportandomi alla realtà. Fu in quel momento che ricordai i loro impegni e al fatto che forse sarei stato di troppo.

« Hey, ma che succede? », chiese Saverio spostandosi verso destra dandomi modo di entrare a casa sua.

« Ho litigato con Anita…  », riposi a testa bassa mentre mi dirigevo verso il divano, buttandomi di peso su di esso.

« Hai litigato con Anita? », replicò lui chiudendosi la porta alle spalle.

Dal suo abbigliamento casalingo, capii che avevo davvero rotto le uova nel paniere.

« Scusami, se sono piombato qui da te senza avvisarti, ma non sapevo dove andare…  »

« Hey, ma lo sai che non devi farti mai di questi problemi con me… e poi abbiamo già dato con Ginevra! », affermò ridendo facendomi l'occhiolino.

« Beh, allora, posso stare tranquillo! » 

« Direi proprio di sì!  Piuttosto, dimmi cosa è successo… »

« In realtà oggi è stata una giornata catastrofica… », dissi portandomi le mani in faccia addossandomi allo schienale. 

« Mi vuoi dire cosa è successo?! »

« Tanto per cominciare, mia madre si è presentata allo studio con la ferma intenzione di fare pace e parlare con Anita… »

«  Quella donna è… pazza! Ovviamente senza offesa! », affermò Saverio portando le mani avanti. 

« Nessuna offesa, anche perché penso di aver ereditato la sua pazzia… » 

« Tu, non sei come lei… »

« Beh, chiedilo a Mirko che ho lasciato allo studio come uno stoccafisso durante una frattura importante! Oppure ad Anita… anche se questa volta è stata lei a farla grossa… »

« Cioè? »

« Dopo il piacevole incontro con mia madre, ero fuori di me, quindi sono andato dall'unica persona che poteva sostenermi in quel momento… solo che, la persona in questione, si è fatta trovare con il suo ex mentre passeggiavano allegramente fuori dall'agenzia… »

« Edoardo?! »

« È l'unico ex esistente… fai tu… », affermai guardandolo quasi divertito. 

« Cazzo! E cosa ci faceva con lui?! »

« Non lo so… non lo so, perché non ho voluto ascoltare neanche una parola da lei… l'ho aggredita e basta… »

« Certo, trovarla con il suo ex non è il massimo… »

« Che succede? », si palesò con l'asciugamano in testa Ginevra sedendosi sul bracciolo del divano. 

« Ha trovato Anita con il suo ex… »

« Ma chi?! Edoardo?! »

« Vedo che lo ricordate tutti bene… »

« Ma non è possibile! Sicuro che fosse lui? Ma lei che ti ha detto?! »

« Non le ho dato diritto di replica… sono come impazzito… »

« Sono sicura che ci sia una spiegazione a tutto questo! Non è possibile che lei scorazzi in giro con quello stronzo così! Mi rifiuto di crederlo! »

« Che ti piaccia o no è quello che è successo… »

« Dario », disse calma Ginevra prima di sedersi accanto a me. « So che tutto questo ha dell'incredibile, e che Anita ha stupito anche me, ma non devi credere che lei voglia stare con lui o che ti abbia nascosto la cosa perché vuole tradirti… State per sposarvi e potreste essere genitori da un momento all'altro- 

« Non è incinta… », dissi subito alzandomi in piedi. « Potrebbe essere anche una benedizione per quanto ne so… »

« Adesso smettila! », esclamò Ginevra alzandosi in piedi. « Stai esagerando! Lei era felicissima quando ne parlavamo ieri sera! Aveva gli occhi che le brillavano! Ti ama tanto, lo so per certo! Vai a casa a chiarire con lei! Starà soffrendo come un cane… »

« Lei sta soffrendo come un cane?! Lei? E a me non pensi? Tu non sai cosa significa essere traditi così! » 

« Io non credo che lei ti abbia tradito io- »

« Qua non si parla solo di una cosa carnale Ginevra! Qua si parla di rispetto, sincerità e cosa più importante la fiducia! Come posso fidarmi di lei dopo che mi ha nascosto una cosa del genere a prescindere da tutto?! », sbraitai senza volerlo voltandomi verso la porta lasciando Ginevra e Saverio impietriti. Un silenzio tombale calò nella stanza, dandomi la conferma che cercavo. « Bene, vedo che non avete altro da aggiungere… », dissi dirigendomi verso la porta. 

Presi la maniglia tra le mani quando sentii la voce di Saverio chiamarmi.

« Dario… »

« Scusate tanto il disturbo… », sospirai chiedendomi la porta alle spalle. Non c'era molto da fare. Dovevo tornare a casa e capire bene cosa era realmente successo o sarei impazzito del tutto.


Mi soffermai per qualche secondo davanti alla porta di casa cercando quella forza che mi aveva spinto fino a lì. Avrei incontrato nuovamente i suoi occhi, quegli occhi che amavo tanto e che in quel momento temevo. 

Aprii la porta lanciando le chiavi nello svuota tasche accorgendomi che Anita era seduta sul pavimento dove l'avevo lasciata. Il mio cuore si fermò nell'istante in cui i nostri occhi si incrociano. Le sue iridi coperte da quell'alone di tristezza e consumati dalle lacrime, sembrarono accendersi per qualche secondo. Si alzò subito in piedi facendo solo pochi passi, per poi fermarsi notando il mio irrigidimento. 


« Dove sei stato?... », chiese stringendo le braccia al petto come a proteggersi da quello che le stavo per dire.

« Se pensi che sia stato a puttane ti sbagli di grosso… », risposi mettendo le mani in tasca. « Ho perso quella buona abitudine da quando ti conosco… », cercai ancora una volta di punzecchiarla. Mi sentivo ferito oltremodo.

« Non l'ho  mai pensato… ero preoccupata per te… »

« Quando stavi con Edoardo non mi sei sembrata preoccupata… anzi… mi sembravi abbastanza a tuo agio… quasi come ai vecchi tempi quando ti scopava… »

« Non dire così, ti prego… »

« Magari ci hai fatto anche un pensierino! »

« No!  Non potrei mai fare simili pensieri su di lui! Lasciami spiegare… ti prego… »

« Prego, sono tutto orecchi… », risposi incrociando le braccia anch'io.

« La società dove lavora Edoardo si è affidata a noi per creare una pubblicità per il lancio della loro ultima automobile, non sapevo che fosse lui l'ingegnere fino ad una settimana fa… »

« Quindi è stato a quel punto che hai perso un battito per me, giusto? », chiesi avvicinandomi al solito mobiletto degli alcolici con fare beffardo.

« Io… ho avuto paura… paura che tu avresti reagito male e avresti dato di matto… »

« Ah, capisco, quindi sarebbe colpa mia? », sorrisi scuotendo il capo. « È sempre colpa mia… »

« No, non lo è! Io non volevo litigare dopo quello che era successo con tua madre! Non volevo litigare in quel modo! »

« Quindi hai pensato bene di omettere questo piccolo particolare per una settimana… », affermai facendo dei piccoli passi verso di lei con il bicchiere piano di Chivas. « E chissà per quanto tempo ancora se non ti avessi scoperta… »

« No, non è vero! Stamattina ho tentato di dirtelo… ma poi dovevi sentire Mirko e mi è mancato di nuovo il coraggio… »

« Hai visto che è colpa mia? », ribattei buttando giù un bel sorso di liquido marrone dirigendomi poi verso la camera da letto.

« No, non lo è! È colpa mia! »

« Sai perché mi trovavo dalle tue parti? », domanda voltandomi nuovamente verso di lei. « Perché avevo bisogno della mia ragazza, avevo bisogno di sentirmi al sicuro tra le tue braccia dopo aver incontrato mia madre allo studio… »

« È venuta tua madre? »

« Si, ma non è questo il punto! », esclamai di nuovo inferocito sbattendo il bicchiere sul tavolo. « Il punto è che ero venuto da te per avere il tuo conforto e il tuo amore… e invece ho solo ricevuto un pugno in pieno stomaco! Dov'è il rispetto Anita! Dov'è quell'amore che dici di provare per me, quando poi hai paura delle mie reazioni! Dov'è la fiducia?! », le chiesi avvicinandomi a lei trovando nuovamente i suoi occhi pieni di lacrime. « Come immaginavo, non sai nemmeno dove sta di casa… », dissi affranto girando nuovamente i tacchi verso la camera da letto.

« Dario! Ti prego perdonami! », la sentii gridare mentre entravo in camera da letto sbattendo i pugni sulla porta. 

Appena fui dentro iniziai a spogliarmi imprecando ad ogni azione. Sicuramente una doccia avrebbe giovato al mio stato alterato e avrebbe fatto scivolare un po' di merda che mi sentivo addosso.


                              ***

Tornai a singhiozzare.
Tornai a tremare.
Tornai a maledire ogni mia mossa.

Era davvero rovinato tutto? Era finito tutto per colpa di Edoardo? 

Aveva ragione. Avevo minato la sua fiducia.

Decisi di seguirlo in camera da letto, scoprendo poi, dallo scrosciare dell'acqua, che si era infilato dentro la doccia. 
Entrai in punta di piedi osservando la sua sagoma attraverso il vetro semi appannato.
La sua fronte appoggiata alle piastrelle facevano sì che l'acqua scrosciante gli cadesse sulla nuca per poi scivolare via.
Le braccia rigide lungo i fianchi, mostravano le sue vene contratte esprimendo tutto il suo malessere. Passai per il box doccia aperto, attirando la sua attenzione. Mi avvicinai a lui sfiorandogli la scapola destra risalendo lungo la spalla cercando di farlo voltare nella mia direzione. Sospirò stringendo ulteriormente i pugni, girandosi poco per volta verso di me.
I suoi occhi glaciali, mi inchiodarono sul posto facendomi deglutire a fatica quel poco di saliva che avevo in bocca. Mi scrutò cercando di capire dove io volessi arrivare non distogliendo lo sguardo dal mio. L'acqua calda che attraversava il suo mento, ricaddeva sul mio braccio provocandomi la pelle d'oca. Dopo un'infinità di minuti passati ad osservarlo, spostai la mano destra che stazionava ancora sul suo braccio, sul suo torace ascoltando il suo cuore che correva all'impazzata. Poi, con dolcezza, la strisciai lungo il suo collo arrivando sulle sue labbra toccandole delicatamente. Il calore del suo respiro invase le mie dita facendomi vibrare il cuore.

 Il mio cuore era solo suo e di nessun'altro.

Mi alzai leggermente sulle punte cercando di baciarlo, quando lui si voltò dall'altra parte evitandomi.   

« No… », disse con voce roca rimanendo in quella posizione.

« Dario… », singhiozzai cercando di trattenere nuovamente le lacrime.

« Non questa volta… », disse calmo oltrepassandomi uscendo definitivamente dalla doccia.

Rimasi per alcuni istanti con gli occhi sbarrati mentre l'acqua calda adesso colpiva me. Strizzai gli occhi in una smorfia di dolore trattenendo il respiro. Sentii come se mi avesse strappato il cuore di netto. Sentii come se la felicità mi stesse sfuggendo dalle mani. Quella felicità che avevamo costruito con il nostro amore giorno dopo giorno. 

Mi lasciai cadere cadere sulle piastrelle di un bianco candido abbassando il capo, così che l'acqua cambiò percorso scendendo tra le mie spalle. Strinsi a me le braccia come a volermi proteggere da quel quel dolore che cresceva sempre di più. Poi, sopraffatta dal dolore, portai la mano destra alla bocca, cercando di non gridare. Avrei voluto gridare quanto lo amavo, avrei voluto gridare il suo nome così che potesse tornare da me, avrei voluto gridare per non sentirmi così sola e disperata. Ma non feci nulla di tutto questo. Iniziai a piangere stringendo tra le mani la camicetta che portavo come a voler alleviare il dolore che stavo provando. Mi sentii impazzire.

Un dolore che se non fermato mi avrebbe portato sicuramente alla pazzia.


Note: Capitolo Diciannove. Buon pomeriggio ♥️ e bentrovati. Secondo Round di questo litigio. Dario è fuori di sé e sembra aver perso la fiducia in Anita. Quest'ultima sembra essere distrutta da tutta la situazione riuscirà a riconquistare Dario che sembra davvero incazzato nero? Adesso non ci rimane da scoprire come si comporterà adesso Edoardo e la madre di Dario. Molte di voi non credono alla sua buona fede della dolce mammina 🤣❤️ Chissà se nasconde davvero qualcosa… 🤔 Grazie sempre a chi mi segue! E alla prossima ♥️
   
 
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