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Autore: Anown    21/05/2022    0 recensioni
A causa della visita alla sua scuola di alcuni rumorosi studenti provenienti da una specie di scuola per geni detta "Vetta della Speranza" Morishige si rintana nell'aula del club di teatro sperando di evitare interazioni sociali con quegli sconosciuti curiosi.
Ma il povero ragazzo si rende conto che il suo problema non sono gli sconosciuti strani, ma direttamente gli esseri umani. Unica eccezione; Mayu! E forse un suo compagno di classe.
La storia è concentrata principalmente su Morishige, il suo rapporto con Mayu e alcuni suoi problemi personali. Il contesto è una Kisaragi Academy in cui nessuno è venuto a contatto con il rituale di Sachiko.
Ma vi sono interazioni e scenette con alcuni personaggi di Danganronpa V3
Spero che la storia possa piacervi e possa essere comprensibile anche per chi non conosce i personaggi di Danganronpa.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mayu Suzumoto, Sakutaro Morishige
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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A causa delle sue quasi inesistenti abilità sociali che lo facevano apparire freddo e taciturno, il suo sembrare invisibile quando si trattava di festeggiamenti e il suo modo rigido di portare la divisa scolastica, molti studenti avevano classificato Morishige Sakutaro nella categoria secchione amante delle regole e della scuola.
“Persone prive di abilità deduttive a cui basta vedere un paio di occhiali per farsi diverse idee sulla personalità del loro portatore... Adolescenti schiavi degli stereotipi convinti di essere dei ribelli che pensano fuori dagli schemi...” pensò stressato mentre stava rintanato nell'aula vuota del club di teatro per sfuggire agli invadenti studenti in visita da una specie di scuola per geni dai talenti a volte inutili, detta “Picco della speranza”
Quei tizi rumorosi stavano riuscendo a rendergli la giornata scolastica ancora più stressante. Perchè sì, la verità era che Morishige detestava la scuola.
Quando i suoi compagni lo etichettavano come studente perfettino non lo facevano per male. Ansi, avevano anche una specie di strano rispetto per lui, ma lo stavano fraintendendo completamente. Anni prima aveva anche rischiato di perdere l'anno a causa delle assenze.
“Del resto se gli adulti sono i primi privi di elasticità come posso aspettarmi della maturità dagli adolescenti? Al tempo era, sopratutto, una questione di salute e la mia media era ok, quindi che senso aveva cercare di bocciarmi? Per la maggior parte, i professori sono persone inutilmente rigide per cui le apparenze contano molto più della sostanza...”
Mal sopportava l'autorità, indipendentemente dal fatto che si trattasse di insegnati o coetanei che si credevano chissà chi. C'era da dire che Morishige stesso non faceva molto per far conoscere i suoi veri sentimenti sulla scuola o su qualunque altro argomento.
“Anche quando agisco in modo incoerente rispetto ai loro stereotipi, se ne scordano quasi subito per raddrizzare l'immagine che hanno di me. Sarebbe inutile...” inoltre lui stesso tendeva a volte ad assecondare le aspettative altrui. Non sapeva nemmeno perchè lo facesse, era un meccanismo automatico. “Non è così importante, se non mi piacciono le interazioni sociali, perchè dovrei farmi conoscere meglio? Non mi interessa cosa pensino di me e avere una maschera rispettabile è un vantaggio, giusto? Se mi stavo lamentando è perchè... ah, mi sento stressato...”
Paradossalmente aveva l'impressione che Kishinuma Yoshiki avesse afferrato la sua personalità quando il biondino aveva scherzato con Mayu sul fatto che Morishige sarebbe stato perfetto per il ruolo dello stregone malvagio. Morishige non ne andava fiero, ma sentiva che in qualche modo si sarebbe sentito a suo agio in quei panni. Così, contro ogni previsione di Kishinuma che si aspettava qualche occhiataccia demoniaca, Morishige aveva sorriso alla sua battuta, anche se dopo aveva assunto un tono di voce un po' inquietante per prenderlo in giro. “Del resto se vuole che sia uno stregone malvagio, devo recitarlo bene.” pensò divertito.
Teoricamente non avevano dei caratteri molto compatibili, ma Morishige sentiva di poterlo apprezzare a volte. Non era così in confidenza da riuscire sinceramente a definirlo suo amico, ma in qualche strana maniera poteva essere affidabile. Si sentiva tranquillo quando lo lasciava in compagnia della sua Mayu.
Una volta il biondino l'aveva accompagnato a casa dopo avergli accidentalmente rotto gli occhiali facendolo cadere. Kishinuma era molto imbarazzato nel camminare a braccetto, Morishige non ne capiva il motivo visto che si trattava di una causa di forza maggiore “Quel ragazzo sa essere davvero poco pragmatico!” ma dopo dei primi minuti goffi e fastidiosi in cui il compagno aveva rischiato di farlo cadere e sbattere, si era sentito abbastanza divertito dalle reazioni del ragazzo. Che quella fosse la sensazione che si poteva provare nell'avere un amico maschio su cui contare?
“Ma non penso l'approverei come fidanzato di Mayu.” Morishige preferiva non pensare al nefasto giorno in cui la sua piccola, ma splendente, Mayu gli avrebbe presentato il suo ragazzo e nemmeno a quando avrebbe partecipato al suo matrimonio, anche se sarebbe stata adorabile in abito da sposa. “Preferirei non pensarci, però ci sto pensando comunque...”
Stranamente, nonostante non fosse molto avvezzo ai bambini, o agli esseri umani in generale, l'idea di badare alla prole della ragazza non gli dispiaceva invece. Si vedeva bene in quel ruolo.
Poi cancellò tutto dalla sua testa. Anche se Mayu gli aveva detto che anche a lei non sarebbe dispiaciuto andare a studiare all'estero, Morishige non sapeva per quanto tempo le loro strade sarebbero rimaste collegate. Non si era mai sentito particolarmente attaccato ad un altro essere umano, ma anche se aveva accettato che prima o poi sarebbe successo e preferiva non ingannarsi a riguardo, non gli piaceva tenere presente che si sarebbe dovuto separare dalla sua prima amica e musa ispiratrice.
Morishige sentì la maniglia della porta abbassarsi, peggiorando la sua ansia. Poteva trattarsi di qualche membro del club di teatro, forse di Mayu, ma poteva essere anche uno degli inquietanti e rumorosi studenti dall'altra scuola.
Morishige vide spuntare un ragazzetto pallidissimo più o meno dell'altezza di Mayu, quindi sul metro e cinquantacinque. Aveva i capelli scuri e ondulati che non scendevano sotto le spalle e dei grandi occhi viola che si guardavano intorno. Portava degli indumenti strani, sembravano stracci bianchi tagliati male e cuciti insieme con fili e pezzi di ferro. Al collo teneva una bandana con un motivo a scacchi.
-Questo è il club di teatro... benvenuto, ma apprezzerei che te ne andassi.- gli disse in tono calmo Morishige. Il ragazzino lo ignorò e si mise a saltellare in giro controllando e toccando tutto ciò che vedeva, sopratutto i costumi.
-Ehi!- Morishige provò a richiamarlo, ma lo spiritello fastidioso continua a far finta di non vederlo. -Adesso basta!- spazientendosi si vide costretto a mettere il nano al muro. -Degli studenti ci hanno lavorato a quei costumi! Non mi importa se la tua è una scuola di geni indisciplinati e hai coltivato un qualche senso di superiorità! Mi aspetto un minimo di rispetto, è chiaro?- non ne era sicuro, ma forse avrebbe dovuto agire in modo meno aggressivo. Si sentiva facilitato nell'imporsi a causa dalla statura e l'apparente debolezza dell'altro ragazzo? Odiava chi si comportava come se tutto gli appartenesse? Si era affezionato al club di teatro e voleva proteggerlo sopratutto in quanto club di Mayu? Lei lo vedeva come un fratello più grande e Morishige si era sentito per la prima volta a suo agio in un ruolo sociale in vita sua. Proteggere il luogo preferito della ragazza, oltre ad essere nei suoi interessi, era un suo dovere e un modo per ripagarla! Senza di lei si sarebbe sentito come un pezzo di legno alla deriva in un mare agitato.
Morishige non esitò nemmeno quando vide gli occhi del pestifero ragazzino riempirsi di lacrime di coccodrillo. -Accidenti! Lo so che stai mentendo, finiscila!- gli disse severo senza smettere di guardarlo.
Come se le lacrime non ci fossero mai state, il ragazzino vestito di bianco mutò la sua espressione affranta in una annoiata. -Ah, non posso nemmeno divertirmi un po'...- poi assottigliò lo sguardo e gli sorrise maliziosamente riuscendo a metterlo a disagio. -Tu però mi piaci! Con questo tuo lato inaspettatamente intimidatorio saresti un ottimo membro della mia organizzazione malvagia segreta, sai? Allora... Uhm... com'è che devo chiamarti?-
Morishige non rispose e si allontanò un po'.
-Io sono Ouma Kokichi, piacere di conoscerti.- disse per primo il mostriciattolo con un tono socievole ed educato.
Morishige non si fidava molto, ma sospirò e decise di presentarsi. -Morishige Sakutaro...-
-E' particolare! Mi piace Morishige-chan!- Ouma rise.
Se già Morishige non sentiva particolare simpatia per la creatura, quel “Morishige-chan” peggiorava la situazione. “Vuole darsi un tono più infantile?” si chiese cercando di decifrare le sue intenzioni “Si sta prendendo troppe confidenze... Mi ricorda un'altra persona...” Morishige ricordò suo malgrado un inquietante e prepotente ragazzo di un'altra scuola che l'aveva preso in simpatia dopo averlo osservato in una giornata in cui si erano conosciuti in modo estremamente casuale.
-Allora Morishige-chan, parlami un po' di te e della tua scuola! Sai, la mia è un po' particolare... come hai detto tu, gli studenti sono leggermente indisciplinati... abbiamo abilità molto diverse gli uni dagli altri e non facciamo lezione in modo normale quindi sarei un po' curioso di sapere come funziona da voi...-
-Non sembri davvero interessato.- sentenziò Morishige con fare diffidente.
-Hai ragione.- confermò Ouma facendo spallucce. -Era per rompere il ghiaccio. Preferisci fare qualche gioco magari? Così per passare il tempo.- continuò il ragazzetto avanzando verso di lui.
Morishige si trattenne dalla tentazione di indietreggiare. -Preferirei di gran lunga che te ne andassi visto il tuo atteggiamento di poco fa nei confronti dei vestiti e dell'aula.-
-Oh...- mormorò Ouma con aria triste. -Mi sa che abbiamo cominciato con il piede sbagliato, peccato...- il ragazzo sembrava aver accettato di andarsene, ma Morishige evitò di tirare un sospiro di sollievo troppo presto e notò che Ouma con disinvoltura stava cercando di portarsi via un vestito.
-Razza di cleptomane! Fermo!- scattò per bloccargli la via d'uscita. “Quando diavolo l'ha preso?! Non me ne sono minimamente accorto...”
-E daiiii! Prestameloooo!- cantilenò Ouma.
-Scordatelo! Ridammelo!-
-Ah? Vuoi indossarlo tu? Non è della tua misura, sono sicuro che potresti trovarne uno più adatto.- disse sventolando la refurtiva, un vestito da donna bordò con dei disegni in oro, maniche a sbuffo e merletti.
Morishige sbiancò. Si sentiva come se dovesse crollare da un momento all'altro. Una volta lui e Kishinuma per una scommessa persa avevano dovuto portare degli indumenti femminili. La scelta era fra un abito da sposa e un completo da maid con le orecchie da gatto e inizialmente Morishige aveva preferito l'abito da sposa che nonostante esponesse molta più pelle di quello da maid gli era sembrato concettualmente più dignitoso, ma Shinozaki Sachiko, tirannica vincitrice della scommessa aveva insistito perchè portasse il costume da maid che a detta sua gli si addiceva di più e dopo era successo qualcosa di molto strano.
Si era ritrovato a riferirsi ossessivamente a Kishinuma chiamandolo “Mia Signora” con una voce in falsetto eccessivamente entusiasta e a dirgli cose imbarazzanti dichiarando di meritare qualche punizione corporale. Non era sicuro del perchè fosse successo. Era entrato troppo nel personaggio? Era davvero talmente represso che il suo subconscio aveva approfittando dell'occasione per sfogarsi tramite quella performance angosciantemente imbarazzante e sopra le righe?
Sapeva solo che mentre Kishinuma dopo una prima reazione stranita l'aveva presa a ridere, Mayu sembrava traumatizzata dalla scenetta e lui si era sentito morire. Aveva avuto un attacco di panico che l'aveva reso ancora più imbarazzante ed era stato assente per diversi giorni prima di avere il coraggio di farsi vedere di nuovo a scuola. Mayu e Kishinuma erano stati d'accordo nel dire che aveva un pessimo modo di gestire lo stress, ma avevano fatto del loro meglio per farlo sentire a suo agio al rientro a scuola.
“Come se anche Kishinuma non fosse morto di imbarazzo davanti la sua amata rappresentante di classe! Però in effetti l'ha gestita meglio di me...” se pensava al modo in cui aveva cercato di aiutarlo si sentiva morto e senza dignità. Il biondino era molto più affidabile di lui. Mayu aveva sbagliato fratello!
Morishige si rese conto di essere seduto, vide una piccola mano bianca sulla sua spalla.
-Ti sei ripreso?- chiese Ouma con tono calmo. Morishige annuì debolmente... forse quella momentanea debolezza era una fortuna visto che gli permetteva di non avere le forze di sentirsi troppo in imbarazzo.
-Ok.- Ouma sorrise guardandolo con una specie di apprensione. -Ora... me lo presti o no il vestito?- riprese a chiedere deciso. -Sono stato bravo e non ho approfittato del tuo quasi svenimento per rubarlo, no? Dai! Voglio solo farmi vedere da un ragazzo della mia classe per vedere la sua reazione... poi lo restituisco!-
-Non mi interessa!- sbottò Morishige.
-Oh... hai qualcosa contro gli uomini che si vestono da donna?-
-No...- sospirò “Purchè non si tratti di me che perdo il controllo e comincio a sembrare un pervertito masochista... Cosa che non sono!” -Da un punto di vista antropologico e nell'ambito del teatro, l'uomo che si veste da donna non è per forza qualcosa di perverso, ma...-
-Lo sai che diversi uomini che provano ribrezzo per l'idea di un uomo vestito da donna in realtà potrebbero esserne attratti? Per il bene della scienza non sei curioso di vedermi e scoprire se puoi rientrare in questa casistica?- sussurrò Ouma con un sorrisetto. -Magari lasciarti un po' andare e verificare le tue paure potrebbe farti sentire meglio.- suggerì assumendo un tono più maturo.
-Non è questo il mio problema!- Morishige era sempre più spazientito, ma metaforicamente con le mani legate. Cercando di riprendere l'abito con la forza rischiava di danneggiarlo.
All'improvviso la porta si aprì. -Oh, Ouma! Quindi eri qui! Gonta temeva ti fossi perso!- disse con respiro affannato un ragazzo estremamente alto, muscoloso, scalzo e dai capelli castani lunghissimi e ondulati.
-Gonta! Capiti a proposito! Volevo provarmi questo vestito, ma il cavalier guardiano del club non me lo permette!-
-Ouma, p-perchè dovresti portare u-un vestito come quello?!-
-Lo faccio per te, ovviamente.- disse Ouma con naturalezza.
-C-come? P-per G-Gonta?!- balbettò il ragazzone piuttosto spiazzato.
Ouma sorrise gentilmente. -Vuoi diventare un gentiluomo, giusto? Ti verrà sicuramente meglio se ti alleni con una lady a tua disposizione.- disse indicandosi con fare compiaciuto.
Gli occhi di Gonta si illuminarono. -D-davvero? Diventeresti una lady per il bene di Gonta?-
Ouma annuì. L'altro continuò: -Q-quindi sei realmente amico di Gonta? Gli altri si sbagliano quando dicono che cerchi solo di raggirare Gonta!- il ragazzo aveva gli occhi colmi di commozione.
“No Gonta! Conosco Ouma da neanche un'ora, ma non ci cascare! Scommetto che si sta solo divertendo alle tue spalle!” pensò Morishige per antipatia, ma decise di non esprimersi ad alta voce e si limitò a sfogarsi fra sé e sé per non intromettersi sgarbatamente in un rapporto che non conosceva e non lo riguardava.
-Oh... non capisco davvero perchè mi sia fatto questa fama sinistra in classe.- sospirò Ouma con tono apparentemente triste.
“Ah, già! Chissà perchè! Non me lo spiego proprio!” Morishige continuò a prenderlo in giro mentalmente per scaricare la frustrazione. Ouma si voltò verso di lui con un sorrisetto come se fosse capace di leggergli in mente.
Poi il ragazzetto tornò a guardare Gonta -Inoltre, magari se impari a considerarmi come una lady, smetterai di mettermi degli insetti addosso...- suggerì con aria passivo-aggressiva.
Gonta si rabbuiò in modo inquietante e la cosa mise in allerta Morishige.
-Ouma... vuoi dire che non hai ancora imparato ad amare gli insetti?-
Sembrava impossibile, ma Ouma divenne ancora più pallido e per un attimo sembrò davvero nel panico. -A-adoro gli insetti.- balbettò mentendo palesemente. -M-ma... Ma sono una persona delicata e riservata che vuole i suoi spazi e una sua intimità, quindi, per quanto possano essere creature assolutamente amabili, preferisco non avere degli insetti che mi camminano addosso.- disse riacquistando un tono calmo. -Quindi impara a trattarmi con più riguardo e delicatezza.-
-Mi spiace, Gonta non voleva essere rude... ma agli insetti piaci così tanto...- disse il ragazzo grattandosi il capo.
Ma nonostante l'apparenza bonaria, Morishige lo trovava prepotente. “A me non piacciono i rettili, Mayu li adora, ma non mi ha mai sommerso di lucertole per farmi un dispetto o per spingermi ad amarle! Il tipo di rapporto che hanno questi due tizi strani mi sfugge...”
Gonta sembrava pensieroso. -Non è rude da parte di Gonta, essere curioso di vederti con quel vestito da signorina?-
-Oh? Beh, è una mia idea. Perchè dovrebbe essere rude nei miei confronti?-
Gonta si convinse e si rivolse a Morishige -Signor cavalier guardiano! Per favore, faccia indossare il vestito ad Ouma!- lo pregò.
-Io...-
-Per favore Morishige-chan!-
-Sentite, “no” significa no!-
La porta del club si aprì di nuovo. -Shige-nii, mi hanno detto che sono entrate delle persone strane, va tutto bene?- gli chiese Mayu con apprensione.
Morishige era grato di vederla, ma anche un po' imbarazzato pensando che probabilmente la ragazza era lì perchè preoccupata dal fatto che lui potesse sentirsi a disagio con degli estranei. Nessuno probabilmente l'avrebbe definito timido, all'esterno sembrava più che altro facilmente irritabile, ma indipendentemente dalle definizioni, che non fosse a suo agio era vero e Mayu lo capiva molto bene.
-Cosa sta succedendo qui?- chiese la ragazzina rivolgendosi agli intrusi improvvisando un tono autorevole e una postura severa.
Morishige sorrise dolcemente, incantato dall'interpretazione. Ma Mayu, vedendolo con la coda dell'occhio, perse compostezza per un attimo e sentì il suo battito cardiaco accelerare.
Ouma sorrise come se ci avesse fatto caso e cominciò a saltellarle attorno avanzando le sue richieste sul vestito mentre Gonta si inginocchiò ai suoi piedi.
Morishige si frappose fra loro e la ragazza istintivamente. -La state intimidendo.- li rimproverò.
Ma Mayu alle sue spalle rise facendolo sussultare. -E' tutto a posto, Shige-nii.- disse passandogli davanti e dando un occhiata ad Ouma. Gli toccò le spalle e i fianchi come per misurarlo. Il ragazzino fece un saltello all'indietro un po' stupito.
-Ok, puoi provare il vestito, ma qui sotto la mia supervisione.- disse la ragazza rivolgendosi ad Ouma dolcemente come se stesse trattando con un bambino. Ancora una volta, Morishige non potè fare a meno di ammirarla, trasmetteva sicurezza e calore.
-Ho diciassette anni. Sarei un tuo senpai, sai?- la informò Ouma con un tono calmo ma un'espressione divertita, come se volesse stupirla e osservare la sua reazione.
Mayu si stranì solo un attimo -E' un po' difficile considerarti un senpai se ti comporti come un bambino.-
-Beh, suppongo tu abbia ragione.- Ouma concordò pacificamente.

Ouma si era appuntato i capelli con una rosa di stoffa gialla e aveva fatto un giro su sé stesso facendo svolazzare e gonfiare la gonna. -Allora, Gonta, sono una lady credibile?- chiese con entusiasmo. Il ragazzo annuì energicamente. Poi Ouma corse verso Morishige e Mayu.
-Shige-chan, Shige-chan! Che ne pensi?!- disse esibendosi nuovamente in una giravolta concludendo in una posa drammatica facendo danzare le ampie maniche.
Morishige era rimasto troppo turbato dall'essere chiamato “Shige-chan” per rispondere e per un attimo Mayu diede l'impressione che le fosse andato di traverso qualcosa.
Ouma continuò per qualche secondo a stare eccessivamente vicino a Morishige mentre Mayu cercava di nascondere il suo fastidio. Poi il ragazzetto dagli occhi viola si congedò da entrambi con un ghigno e una riverenza tornando da Gonta che li osservava incuriosito.
-Emh... Shige-nii...- mormò Mayu un po' intimidita. -Non pensi che a Kishinuma potrebbe dare fastidio?-
-Non mi sembra si sia mai interessato al club di teatro... perchè, voleva entrare?- l'idea gli suonava strana e un po' buffa, ma non conosceva abbastanza Kishinuma per poterlo stabilire.
-Non intendo quello...- bisbigliò Mayu apparentemente infastidita. -Senti... Non ci trovo niente di male se ti piacciono i ragazzi, sarò sempre dalla tua parte, ma la tua propensione a tenere un piede in più scarpe non mi sembra corretta.-
-Eh... Io cosa?-
-Tranquillo, non l'ho detto a nessuno, ma ti ho visto mentre tu e Kishinuma tornavate a casa tutti a-a-abbracciati...- disse balbettando come se stesse ricordando qualcosa di traumatico e doloroso. -Ho visto anche quell'inquietante ragazzo alto di un'altra scuola con la camicia eccessivamente aperta che si comportava in modo troppo amichevole nei tuoi confronti... e non mi è sembrato che tu lo respingessi. Non ci pensi ai miei... eh, ai sentimenti del povero Kishinuma? E-e ora c'è questo ragazzo! Lo conosci da oggi ma già ti lasci chiamare da lui S-Shige-chan... A-a-a.... Ah, voglio stare dalla tua parte, sul serio, m-ma perchè ti comporti come una ragazza facile e adultera?- balbettò mantenendo un tono basso, ma sconvolto.
Morishige si ricordò della battuta che gli fece Kishinuma dopo averlo aiutato a nascondersi da quella creatura molesta di Kizami “Con la tua abilità di cadere addosso ai ragazzi dando il via situazioni equivoche, potresti essere la protagonista imbranata di qualche young adult romance!” Morishige aveva insistito che gli era successo solo due volte, una con lui, l'altra con Kizami e che non aveva la minima idea di cosa Kishinuma intendesse per situazioni “equivoche” e continuava a non capirlo.
Ora che era Mayu a parlarne e fraintendere tutto, Morishige rischiava di scoppiare in una risata isterica da un momento all'altro, ma si impegnò con tutto sé stesso per evitare.
Ouma sospese quella che apparentemente era una lezione di danza con Gonta per lanciare un'occhiata a Morishige come se avesse avvertito il suo umore.
“Quello là è un telepate o cosa?! Forse non mi sono trattenuto bene e ho emesso qualche sospiro di troppo? Dannazione...”
Nel mentre Mayu continuava a fissarlo attendendo qualche giustificazione.
-Ascolta Mayu, non ho la minima idea del perchè Kizami sembri avermi preso in simpatia e del perchè abbia parlato di una qualche connessione fra noi o qualcosa del genere. Ma non penso proprio di interessargli in quel senso. A giudicare dai suoi strani discorsi temo più che altro che mi veda come il potenziale partner di qualche crimine.-
Mayu voleva credergli, ma continuava ad essere un po' sospettosa.
-Per quanto riguarda Kishinuma, mi stava solo aiutando a tornare a casa dopo avermi rotto gli occhiali. Non abbiamo alcun tipo di relazione segreta.-
-Ed era davvero necessario aggrapparti a lui come un koala? Sembravate molto intimi.-
Morishige ci pensò. Senza occhiali era indifeso, ma magari era stato davvero eccessivo. Forse una parte di lui si era divertita a giocare con l'imbarazzo di Kishinuma? Non aveva mai fatto troppo caso a quella parte di sé. Voleva ignorarla e fingere che non esistesse.
-Inoltre...- continuò Mayu. -Non potevi chiedergli di andarmi a chiamare? Avrei potuto portarti io a casa così... no?- disse un po' imbarazzata.
-Beh... è stato Kishinuma a rompermi gli occhiali. In quel momento ho pensato fosse la scelta più pratica e sensata rivolgermi a lui. Magari sarebbe risultato imbarazzante tornare a casa in quel modo visto che siamo un ragazzo e una ragazza. E la tua statura poteva dare qualche problema.-
“Non portando gli occhiali non dovrei giudicare, ma è davvero convinto che fosse necessario stargli appiccicato? Non è che voleva una scusa per toccarlo il più possibile?” più Mayu ci pensava, più era di pessimo umore. -Se non ti sei fatto problemi con lui, non vedo perchè dovevi fartene con me...- mormorò.
-Mayu, va tutto bene? Non prendertela, ovviamente preferisco passare il tempo con te che con Kishinuma o chiunque altro. Sei... la mia persona preferita possiamo dire.- sorrise e le carezzò la testa.
Per un attimo Mayu si rilassò al contatto, poi si rabbuiò mentre continuava a sorridere nervosamente “Molto fraterno...” era rassegnata “Mi vedi proprio come una sorella, eh? Forse dovrei prendere l'iniziativa? L-l'iniziativa per cosa? E-e... e in che modo?! Forse solo di fronte ad un pericolo mortale riuscirei a confessargli i miei sentimenti... m-ma vorrei riuscirci prima di arrivare ad una situazione tanto drammatica, di essere morta, o peggio... invitata al suo matrimonio!”
-Sei arrossata.- commentò Morishige toccandole innocentemente la guancia mentre cercava mentalmente una soluzione al malessere di Mayu.
-Shige-chan, con le ragazze sei il peggiore!- esclamò Ouma.
Morishige cercò di non scomporsi, ma lo guardò storto. -Mayu, per quanto riguarda quel tipo, giuro che non gli ho dato nessun tipo di confidenza. È lui che fa tutto da solo.- mormorò cupamente.
-O-ok, tranquillo, ti credo. È stato solo un malinteso.-
La porta si aprì di nuovo e Morishige sbiancò quando vide entrare un altro tizio dall'aria stranissima. Era alto e slanciato, dai capelli lunghi e scuri e portava una specie di mascherina nera che si estendeva coprendogli il collo oltre che parte del volto. Era dotata cerniera in corrispondenza della bocca.
In sua compagnia c'era anche un ragazzo di altezza medio bassa, dai capelli scuri, le ciglia lunghe e un cappello scuro con visiera nonostante fossero al chiuso. Quest'ultimo parlò. -Ouma, Gonta! Ecco dove vi eravate cacciati! Dobbiamo tornare a... O-Ouma cosa diavolo stai indossando?!-
Il pallido viso di Ouma si illuminò in modo inusualmente sincero. -Mio adorato Saihara-chan! Era proprio da te che volevo farmi vedere!- rise.
-Uh... non lo avevi fatto per Gonta?- chiese Gonta un po' confuso.
-Oh, bene... un altro che tiene il piede in più scarpe...- commentò fra sé e sé Mayu.
-Mentivo.- disse Ouma facendo spallucce -O forse no? Chissà!- poi tornò ad osservare Saihara con un sorrisetto. -Allora, come sto?- chiese scoprendo leggermente le caviglie forse in un tentativo di provocazione che avrebbe fatto più effetto se si fossero trovati un secolo indietro nel tempo.
-E-e io che ne so?!- esclamò confuso Saihara mentre il ragazzo alto con la maschera produceva un'inquietante risatina che suonava tipo “kukuku...”
-N-no, Ouma! Non devi alzare così la gonna! Una lady dovrebbe essere meno maliziosa!- disse Gonta agitato.
-Eeeh? Ma io ho caaaaldo.- disse Ouma innocentemente mentre si faceva aria muovendo la gonna.
Il mostriciattolo dagli occhi viola corse via inseguito da Gonta che voleva impedirgli di continuare ad agire da lady svergognata prossima alla rovina.
-Vi prometto che recupereremo il vestito sano e salvo...- sussurrò Saihara intimidito.
-Altrimenti lo ripagherete.- affermò severo Morishige.
Saihara annuì inquieto e inseguì i due compari.
-Mi scuso per il comportamento dei miei compagni.- disse con tono molto calmo il ragazzo con la maschera. -Sono Shinguchi Korekiyo, lieto di conoscervi, ma suppongo di dovervi lasciare di già...-
Morishige annuì, nonostante i modi apparentemente pacati di Shinguchi, continuava a non fidarsi. Anche Kizami aveva dei modi molto pacati almeno in apparenza.
-Shige-nii, ora che se ne vanno sarai più tranquillo, immagino.- disse Mayu prendendogli la mano per rassicurarlo.
-Non c'era bisogno di preoccuparsi per me.- rispose un po' inquieto, ma le sorrise. Poi si accorse di aver abbassato la guardia troppo presto quando vide gli occhi affilati e gialli di Shinguchi spalancarsi.
Istintivamente Morishige nascose Mayu dietro di sé mentre l'inquietante ragazzo si avvicinava velocemente a loro e cercava di guardare in viso sia Morishige che Mayu.
-E' amore?- sussurrò Shinguchi. -E... Ho sentito bene, hai detto “Shige-nii”?- con uno strano entusiasmo, Shinguchi unì le mani di entrambi i ragazzi. -Approvo la vostra unione...- disse con un tono inquietantemente estatico. -Non importa cosa dice la società, siete una coppia sublime! E vi capisco... anche io amo con tutto il cuore la mia adorata sorella...-
-E-e c'è stato un malinteso!- disse timidamente Mayu -Lui non è davvero mio...-
-Oh! Il trucco dei fratelli non di sangue? Come siete fortunati! Potete approfondire il vostro rapporto carnale senza temere di generare della prole difettosa!- disse Shinguchi ancora estasiato.
Morishige gli diede un calcio sulla coscia, poi cadde perchè non era un tipo atletico, ma si rialzò riducendo al minimo i lamenti e coprì le orecchie di Maryu prima che Shinguchi potesse dire altre stranezze.
Il ragazzo scoppiò a ridere. -Che reazione adorabile! Ciò che sfida la moralità umana suscita sempre delle reazioni forti e avverse. Grazie per aver scoperto così sinceramente le tue insicurezze, è un onore che tu le abbia volute mostrare ad uno sconosciuto come il sottoscritto.- poi lasciò l'aula come se niente fosse.
Morishige rimase immobile qualche secondo. Poi urlò per sfogare tutto lo stress accumulato. Esausto si accovacciò a terra e aspettò che la palpebra smettesse di pulsargli mentre Mayu gli accarezzava la schiena. “Anche quando finisco per rompermi, lei mi apprezza comunque...” osservò. Nonostante la sensazione di inadeguatezza, il comportamento di Mayu gli impediva di spezzarsi del tutto o forse era moderatamente calmo solo perchè era troppo stanco e passato un po' di tempo la situazione gli sarebbe tornata in mente facendogli venire voglia di fare harakiri con un coltello da cucina.
-Tranquillo, Shige-nii, ora è tutto a posto. Abbiamo avuto un po' di incontri strani oggi, eh?-
Morishige dopo un sospiro pesante si rialzò.
-Shige-nii... giusto per ipotesi...- cominciò Mayu con tono titubante. -Troveresti così terribile se fossimo... fidanzati o qualcosa del genere?- poi si pentì. -I-intendo... N-non siamo davvero fratelli! P-però sembravi scosso quando quel tizio ci ha visti come coppia...- si ri-pentì.
Precisazione o meno, chiedersi il perchè di quella domanda lo metteva a disagio. “Forse si sente come se la trovassi sgradevole?” -Conosci i miei sentimenti...- le disse.
Mayu annuì. “Quelli di qualcuno che si crede un giovane adulto che percepisce la sua amicizia con una ragazzina come un rapporto platonico fra fratello e sorella? In realtà sono nata almeno un mese prima di te...” le era d'intralcio in quel momento, ma non odiava quella parte di lui, anzi, la faceva sentire al sicuro. “A se volte sei buffo, ma giochi spesso a fare l'adulto e ti riesce, Shige-nii, anche se sembri andare in crisi quando questa tua maschera si crepa... Ti amo. Cosa dovrei fare?”  fra i due calò il silenzio, rimasero semplicemente a studiarsi.
Dopo essersi preparato mentalmente, Morishige lo ruppe il silenzio. -Ti amo...- disse.
Per un attimo Mayu sussultò e perse la capacità di respirare, pensava di morire sul posto.
-Come un familiare...- continuò il ragazzo e Mayu accarezzò l'idea di gettarsi dalla finestra mentre Morishige continuava: -E' un sentimento più forte di un'infatuazione ed è diverso...- “In realtà non so cosa sia una famiglia in senso affettivo. Questo mi rende un bugiardo che parla di qualcosa che non conosce? Ma non saprei spiegarmi in altro modo...” -Comunque, non avrei la minima idea di come gestire un rapporto, né da un punto di vista sentimentale, né... beh, fisico.- le disse scrollando le spalle con un po' di nervosismo, poi si pentì di aver precisato l'ultima parte.
-Nemmeno io.- disse Mayu. “E posso aspettarti tutto il tempo che vuoi...” -Non ho pensieri impuri su di te...- “...che sia disposta ad ammettere. Aspetta, cosa diavolo ho detto?!” -N-nè sui ragazzi in generale! O sulle ragazze!- “No, aspetta! Se gli faccio credere di non avere pulsioni non è peggio?! Perchè l'ho fatto?”
-Beh, sei un'adolescente... è normale se...- Morishige si interruppe, per quanto volesse conoscere Mayu in ogni più piccolo dettaglio della sua anima, preferiva ignorare il discorso “pruriti” I due stavano cominciando ad avere difficoltà ad incrociare gli sguardi.
Morishige si schiarì la voce. -Tornando a noi... penso sarebbe una sorta di tradimento se una persona che consideri come un fratello e con cui hai un certo tipo di confidenza ci provasse con te, no?- osservò il ragazzo con tono serio. -E' un tipo di sentimento e rapporto diverso...- “Sembra... sembra quasi che cerchi di autoconvincermi... Non è così. Non provo quel tipo di sentimento per Mayu... Giusto? Sbagliato?” -Pensi lo stesso, giusto?-
“Non me lo chiedere, ti prego...” Mayu deglutì.
Vedendo che la ragazza teneva lo sguardo basso e sembrava in difficoltà, Morishige abbandonò qualunque proposito di continuare la conversazione. La abbracciò, sembrava molto inquieta e indifesa in quel momento. -Qualunque pensiero ti sconvolga in questo momento, stai tranquilla. È tutto a posto. È tutto com'è sempre stato...- a volte sentiva un'attrazione non proprio fraterna nei confronti della ragazza, ma erano sensazioni caotiche e lo spaventavano. Inoltre era probabile che non fossero neanche causate da Mayu in quanto Mayu, ma in quanto ragazza.
Si rese conto di non aver preso in considerazione cosa provava Mayu. Nonostante fosse irrequieto cercò di rivolgersi alla ragazza aggrappata alla sua giacca nel modo più tranquillo e rassicurante possibile. A come reagire alla risposta, ci avrebbe pensato dopo. -Tu per me cosa...-
-E-era solo un ragionamento ipotetico, Shige-nii! È tutto a posto come sempre, sul serio!- disse ridendo nervosamente.
Ma era la solita Mayu. Morishige non percepiva nulla di preoccupante nella sua espressione e nel suo tono, così si tranquillizzò. In realtà, era lui quello che più aveva bisogno di una relazione rassicurante, calma, casta e familiare. Non si era sentito più a casa da quando era morto suo nonno. I suoi genitori erano piuttosto gelidi, assenti e disattenti. Sua madre sembrava anche spaventata da lui. Forse avrebbe voluto un figlio più socievole e allegro, ma Morishige non si sentiva in colpa perchè lei non aveva fatto nulla affinché crescesse normale.
Sapeva che anche Mayu aveva dei problemi familiari, ma lei non faceva trasparire i suoi disagi all'esterno e sapeva essere rassicurante e disponibile nei confronti di chiunque. La trovava forte nonostante in quel momento sembrasse una bambina imbarazzata.
-Sai, ho l'impressione che in realtà tu sia più matura di me.- la incoraggiò senza pensarci.
Separandosi da lui ancora piuttosto arrossata, Mayu lo guardò con stupore.
Morishige si chiese se non avesse fatto qualche errore. -Che c'è? Non è che io non ti faccia mai complimenti o non riconosca le tue doti. Ci sono cose in cui sei più abile tu e altre in cui sono meglio io, non ho problemi ad ammetterlo.-
Mayu sorrise beffarda. -Se sono più matura, allora, mi prenderò cura di te.- “E ti aspetterò...”
-Ne sarei onorato.- rispose Morishige prendendole la mano e facendo un lieve inchino. -Basta che non mi costringi a tenere in mano una lucertola o qualcosa del genere...-
-Eh?-
-Niente, era una scemenza che mi è venuta in mente ripensando a qualcosa di cui parlavano il tizio enorme e il folletto malefico.-
-In realtà non mi dispiacerebbe avere il mio animale preferito e la mia persona preferita così vicini! Sarebbe esteticamente molto soddisfacente! Potrei farti un mare di foto mentre tieni dei rettili.- scherzò, mentre Morishige rabbrividiva. -Tranquillo! Ti proteggerò io! Con me sei al sicuro!- rise poggiandogli le mani sulle spalle.
Morishige si abbassò verso di lei per osservarle meglio il viso, era incuriosito da quell'atteggiamento insolitamente dispettoso.
La ragazza arrossì ma non distolse lo sguardo, Morishige si sentì a disagio non ricordandosi l'obbiettivo originale e i due rimasero ad osservarsi per diversi imbarazzanti secondi.
-Suzumoto, Morishige, uno strano ragazzino mi ha detto di riportarvi questo abito...- disse Kishinuma entrando nell'aula. -Ho interrotto qualcosa?- chiese inizialmente allegro. Poi notò Morishige che, dopo quello che non capiva se fosse un sospiro di sollievo o uno sbuffo, aveva assunto un'espressione indecifrabile, mentre Mayu sembrava direttamente spiritata. -S-Suzumoto, per caso ti ho fatto qualcosa di male? È da un po' di giorni che mi lanci occhiate strane... e omicide... forse passare troppo tempo con Morishige non ti fa bene...-




Angolo dell'autrice:

Questa storia è nata tutta dalla sciocca scenetta con Shinguchi Korekiyo che ho scritto in questa storia. Ma in realtà avevo pensato già tempo fa ad una storia che coinvolgesse Morishige, Ouma e il club di teatro. Più che altro perchè li vedevo entrambi molto legati al tema della recitazione.
Ho pensato per quasi tutto Danganronpa V3 che in realtà il talento di Ouma dovesse aver a che fare con la recitazione, anche se ad una seconda lettura ho notato più insistentemente altre caratteristiche del personaggio.
La storia del vestito invece è stata a causa di uno scarabocchio in cui l'ho vestito come Beatrice di Umineko... Beh, V3 ha il tema delle bugie, in particolare Ouma ne è rappresentante, c'è una presunta maga, delle presunte magie così durante il gioco ho insistentemente pensato ad Umineko e quello scarabocchio ne è stato il risultato.
Sono stranamente soddisfatta del risultato di questo crossover. Inizialmente mi sembrava strano ma mi sono sentita abbastanza a mio agio a far interagire i personaggi e spero che il risultato posso piacere anche a voi e che nel caso non conosceste i personaggi di Danganronpa V3 il tutto non vi risulti troppo strano e confusionario... scusatemi per questo e per eventuali errori.
Sono anche contenta di aver di nuovo scritto di Morishige dopo parecchio tempo. È uno dei personaggi a cui sono più affezionata in generale di qualsiasi cosa.
Non mi aveva fatto né caldo, né freddo nell'anime e nel primo gioco, ma mi è piaciuto molto vedere in Book of Shadows cosa c'era nella testa del personaggio, il perchè dei suoi comportamenti e il suo modo di interagire con altri personaggi. Mi ha fatto tenerezza in un certo senso... Può suonare estremamente strana come cosa, ma sono abbastanza intraumatizzabile, quindi invece di provare sopratutto disgusto, ho finito per provare sopratutto pena, per Morishige, per i cadaveri, e anche per quando si comportava in modo diffidente davanti a complimenti e modi di fare amichevoli. È un personaggio inquietante, ma molto interessante per me. Mi è piaciuto anche nel capitolo extra di Blood Drive e in Hysteric Bithday lui e Kishinuma mi hanno fatto abbastanza ridere (e sentire a disagio allo tempo stesso in qualche scena)
Dopo aver detto che il personaggio è inquietante, forse è un po' strano scriverlo in una situazione molto normale, ma è stato rilassante!
Spero che la storia possa esservi piaciuta, mi scuso per questo lungo angolo ma avevo delle cosa che volevo precisare.

Precisazioni su elementi ripresi ed ispirati da vari giochi di corpse party, in caso servisse:

Kishinuma e Morishige a “braccietto”: In un capitolo extra di Blood Covered (ambientato nella scuola normale) Morishige e Kishinuma si scontrano facendo cadere gli occhiali del primo che vengono in seguito calpestati dal secondo. Visto che Morishige non può tornare a casa in autonomia senza occhiali, si aggrappa a Kishinuma e si fa accompagnare.
Mayu vedendoli fraintende la situazione. La scena viene citata in Hysteric Birthday e si ironizza sul fatto che Mayu potrebbe averla presa piuttosto male.

Problemi di salute e famiglia di Morishige: Nel capitolo extra di Blood Drive Morishige spiega di essere stato spesso malato quando era più piccolo al punto di passare molto tempo da solo. Dice anche che la madre è spaventata da lui e di avere un rapporto freddo col padre, ma che era legato a suo nonno.

Costumi da maid: la situazione del costume da maid è ispirata ad una situazione in Hysteric Birthday in cui Morishige e Kishinuma sono costretti ad indossare un costume da maid e uno da sposa. Se il costume da maid viene fatto indossare da Morishige, lui comincia inspiegabilmente a credere effettivamente di essere una maid masochista e che Kishinuma sia la sua padrona. Viene suggerito da Kishinuma che la causa del comportamento di Morishige sia una possessione demoniaca causata dal costume, in questa storia invece perderebbe il controllo perchè tanto stressato da entrare troppo nel ruolo.
Anche in Hysteric Birthday, quando svanisce la modalità maid, Morishige va nel panico.

Morishige e Kizami: In un capitolo extra di Blood Covered, Morishige nella Heavenly Host, si scontra con Kizami e cade. Kizami raccoglie il suo cellulare e prima di restituirglielo nota le foto. Riconosce Morishige come simile a lui e la cosa sembra metterlo di buon umore (lo stesso non si può dire per Morishige) A giudicare dal capitolo extra di Blood Drive in cui i due si riincontrano, Kizami non aveva frainteso, è consapevole che le persone delle foto non sono state ridotte in quello stato da Morishige.
In questo AU senza tutta la situazione di Sachiko. Kizami considererebbe Morishige simile a sé per istinto, notando che entrambi portano una maschera per sembrare ben integrati nella società e rispettabili nonostante non siano socievoli e nascondano la loro natura.
Al di la del giudizio di Kizami non so se considerarli affini o meno. Forse prima o poi qualcosa su Kizami e Morishige devo scriverla...

Corpse Party: Hysteric Birthday è una visual novel basata su situazioni assurde e sopra le righe, situazioni comico demenziali (che dal mio punto di vista non funzionano benissimo) reazioni umane bizzarre(ma ha senso visto il contesto sopra le righe) forse elementi horror? (sono quasi intraumatizzabile e spesso non mi accorgo degli elementi orrorifici e disturbanti, quindi non lo so, il fanservice può essere disturbante per me ma non so se lo indicherei come horror) parodizzazione di situazioni dei giochi originali, fanservice strano e... fanservice strano?
Avvicinatevi a questo spin off a vostro rischio e pericolo.
  
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