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Autore: Charly_92    22/05/2022    1 recensioni
[modificata in una longfic!]
Sparrabeth in due atti. Elizabeth e Jack, ognuno a modo suo, ripensano l'uno all'altra, in quegli interminabili 10 anni in mare che tengono lontano Will.
"I looked at you and you looked at me/I thought of the past, you thought of what could be"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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III
 
È una notte placida con il mare calmo e il cielo trapuntato di stelle quella che vede il capitano Jack Sparrow a comando della Perla Nera, unico uomo presente sul ponte. Il pirata accarezza il legno del timone della sua amata nave, l’unica che abbia mai sentito sua da sempre, per cui ha tanto lottato, inseguendone il tortuoso percorso, fino a riconquistarla.
È il momento che in assoluto preferisce: gli uomini a dormire sottocoperta, mentre lui, passero notturno, rimane a osservare le costellazioni e a tagliare come una lama quella distesa d’acqua, in totale silenzio, se non per il suo pensare ad alta voce.
Sì, Jack parla con la Perla, o perlomeno gli piace pensare che sia così, come se la polena prendesse vita e sembianze di una donna tanto misteriosa quanto irresistibile, cui lui è sempre stato devoto e fedele, come mai è capitato per altre in carne e ossa.
Il pirata apre ancora una volta la sua bussola, guarda l’ago impazzire girando vorticosamente, fino a rallentare la sua corsa, indicando un punto al di là dell’orizzonte.
Sospira alzando gli occhi al cielo: mannaggia sibila a denti stretti, soffocando l’istinto di lanciare quell’arnese infernale in fondo all’Oceano.
“Come dici mia cara? Devo seguire la rotta?” Mormora, col tono suadente di un amante.
“Ma è quella rotta” Continua, stringendo più forte le mani sul timone.
Ecco che una voce maliziosa si fa strada nella sua testa: Curiosità.
La sua mente ritorna a quella conversazione avuta con Elizabeth, ventilandole persino la possibilità di sposarla, un giorno, chiaramente tradito dal rhum in corpo.
Perché io e te siamo uguali. Jack lo pensa davvero: se si concentra, riesce a vederla lì a fianco a lui, un sorriso radioso stampato sul volto, i lunghi capelli biondi lasciati sciolti in balia del vento, la pelle che ha odore di sole e salsedine, poi gli occhi: in quegli occhi ha visto fame. Fame di avventura e di libertà, di essere anche lei un passero che solca il mare, senza padroni, senza legami, senza obblighi, senza regole se non quelle dettate dalla propria coscienza.
Elizabeth, dal canto suo, l’ha sempre definito un brav’uomo e, in effetti, con lei vicino ha sempre agito in maniera fastidiosamente altruista per i suoi gusti, per quelli di un qualsiasi pirata degno di nome perlomeno. Eppure, l’approvazione e riconoscenza della ragazza ha scoperto essere per lui più importanti di qualsiasi Codice, etica o morale. Non che lui ne abbia mai avute molte.
“Ah al diavolo!” Finisce per dirsi, riaprendo quella maledetta bussola, con l’intenzione di darle ascolto questa volta.
“E sia! Portami all’orizzonte!” Sussurra alla Perla.
Una visita di cortesia alla signora Turner dopo dieci anni non oltraggerà la sua figura.
Vorrai sapere quale gusto ha
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Jack ha detto alla ciurma che hanno un appuntamento con una vecchia conoscenza, di cui tuttavia non rivela il nome. Scende da solo su quella spiaggia candida e incontaminata, la bussola stretta nella mano destra. Si sta guardando intorno quando intravvede un bambino che indossa un piccolo tricorno e impugna una spada giocattolo.
“Ehi!” Lo richiama facendogli segno con la mano di avvicinarsi, il piccolo non esita ad andargli incontro, affascinato da quello sconosciuto venuto dal mare.
“Buongiorno signore! Chi siete? Un pirata?” Mormora Henry speranzoso con gli occhi spalancati dall’eccitazione.
“Molto perspicace figliolo! Io sono il Capitano Jack Sparrow!” Gli risponde quello, togliendosi il cappello ed esibendosi in uno scenografico inchino.
“CAPITAN JACK SPARROW?” Urla il ragazzino, gli occhi sbarrati.
“Conosci il mio nome?” Mormora il pirata, non senza un certo compiacimento.
“Mia mamma racconta sempre di voi!” Una donna quindi. Il compiacimento è ancora maggiore.
“Qual è il tuo nome ragazzo?”
“Henry Turner!” Turner? Ha sentito bene? Le sopracciglia di Jack spariscono sotto la bandana per lo stupore e la bocca forma una “o” aperta.
“… E quello di tua madre?”
“Elizabeth Swann! Moglie di William Turner!” Mannaggia. Quindi quell’eunuco di Turner ha persino procreato! Notevole…
“…Mi porteresti da lei, di grazia?” Mormora in tono suadente e apparentemente disinteressato.
“Certo! Seguitemi!” Esclama Henry, entusiasta di quella visita e di portare a casa sua un capitano pirata, anzi, il capitano pirata per eccellenza!
______________
 
Elizabeth sta facendo le faccende di casa e si sta chiedendo quando Henry tornerà a casa, perché non manca molto prima del buio e lei deve preparare la cena, quando sente la sua voce squillante da dietro la porta accompagnata da un bussare insistente. “Mamma! Mamma! C’è una sorpresa per te! Apri la porta!” Elizabeth sorride tra sé, pensa che Henry abbia di nuovo catturato qualche animale sulla spiaggia o raccolto dei fiori per lei, quindi apre la porta e…
“È il Capitano Jack Sparrow!” Esclama entusiasta il bambino e, dietro di lui, appare una figura dinoccolata dalla postura buffa, l’aria un po’ stralunata, il viso cotto dal sole, gli occhi penetranti e il sorriso sardonico che la guarda e le dice: “Come va Lizzie?”
“Jack…” Esala lei e, per un attimo, crede che sia un sogno o che sverrà come la prima volta che si sono conosciuti, quando lui si era tuffato senza esitazioni per salvarla dall’annegamento e le aveva aperto il corsetto con un coltello, facendole sputare l’acqua accidentalmente inghiottita.
“Jack! Sei proprio tu!” Esclama infine, la bocca che si apre in una risata gioiosa, mentre corre ad abbracciarlo.
Il pirata non si aspettava un gesto così spontaneo e lì per lì sobbalza lievemente al suo tocco e rimane rigido con le braccia penzoloni per poi, alla fine, ricambiare l’abbraccio. Sente il profumo dei suoi capelli. Restano così per un po’, mentre quasi dieci anni di lontananza si sgretolano tutti in quel contatto così raro tra loro eppure familiare.
“Sei sempre uguale… Fonte della giovinezza?” Chiede poi lei ridacchiando, prendendolo vagamente in giro, ma non si stupirebbe se la risposta fosse affermativa.
“Complicazioni sono sopraggiunte, ma non è ancora detto che abbia abbandonato quei piani…”
La prende tra le braccia facendola sobbalzare a sua volta e si esibisce in un casquet da ballerino consumato.
“E tu sei sempre incantevole…”
“… Il solito adulatore.”
Ribatte lei ridacchiando ancora, un po’ imbarazzata da quegli occhi così sfacciatamente piantati nei suoi, il sorriso sghembo così affascinante. Elizabeth sta per chiedergli cosa ci fa da quelle parti – allora non mi ha dimenticata – ma la conversazione viene interrotta da Henry che chiede se Jack possa restare a cena e, senza aspettare una risposta, corre ad apparecchiare la tavola per tre, un numero così insolito per quella casa.
La serata viene monopolizzata dal piccolo, entusiasta per quella visita così inaspettata e che sua madre conosca il vero Capitan Jack Sparrow. Jack dal canto suo non si tira indietro e racconta con il suo solito modo affabulatorio e sgangherato le proprie avventure e si sente ancora più orgoglioso quando scopre che Henry le conosce alla perfezione, complici i racconti di lei.
Il bambino è ancora troppo innocente per notare le occhiate furtive che i due si scambiano, lui più spudorato, irretito dalla sua bellezza rimasta intatta, anzi, con un tocco di maturità datole dagli anni e dall’essere madre che la rendono ancora più affascinante della ragazza acerba che aveva conosciuto, lei più timorosa, perché il suo sguardo la fa sentire nuda e batterle il cuore troppo forte per le circostanze. Il tempo corre veloce ed Elizabeth deve metterci del bello e del buono per convincere Henry ad andare a dormire, non prima di strappare la promessa a Jack di un duello con la sua spada di legno.
Una volta rimasti soli, il pirata la invita ad una passeggiata sulla spiaggia in riva al mare. All’inizio prevale il silenzio, c’è un certo imbarazzo, perché nessuno dei due ricorda l’ultima volta che sono rimasti soli a parlare. Entrambi hanno mille domande che frullano nelle loro teste, ma nessuno dei due trova il coraggio di cominciare.
“… Non ho mai visto Henry così felice, era così entusiasta all’idea di conoscerti! Non ci poteva credere!” Dice infine Elizabeth sorridendo.
“Tu pensa, ti ho conosciuta praticamente in fasce e ti ritrovo non solo sposata, ma anche con un pargolo! Sei una mamma, Elizabeth! Un’avventura decisamente per persone coraggiose e audaci, seconda forse solo al matrimonio!”
“Un’avventura che tu non hai alcuna intenzione di percorrere!”
“Diciamo che preferisco bottini ben più sicuri e meno capricciosi…”
“Sei sempre il solito!”
“Però lo dici come se apprezzassi, o sbaglio?”
Elizabeth china il capo, perché teme che, nonostante l’oscurità, lui noti che è arrossita.
“E William? Quando torna dal suo compito di traghettatore di anime?”
“Questione di mesi, Henry non vede l’ora…”
“E tu?” L’interrompe Jack.
“… Sì. Sì certo!” Elizabeth si maledice per aver esitato in quella risposta.
“Non era questo che immaginavo per te…” Mormora lui, guardando il mare e la Perla in lontananza.
“Cosa intendi dire?”
“Che una piratessa fino al midollo, Regina da me stesso eletta, meritava una sua nave, il mare sconfinato e mille avventure, invece…”
“Credimi Jack, è stata un’avventura anche crescere un figlio da sola per quasi dieci anni su quest’isola senza Will accanto…”
“Non ne dubito, solo… Dura eh?”
“… Sì.” Sospira alla fine lei, senza riuscire a guardarlo. “Mi sono sentita molto sola”.
“Mi dispiace, in fondo ti ho condannato io a questo destino…”
“Non dirlo neanche per scherzo Jack. Hai salvato Will da morte certa, non ti sarò mai riconoscente abbastanza per questo. Sei stato molto coraggioso…”
“O vigliacco… Impressionante quanto spesso questi due tratti coincidano…”
“Se anche fosse, grazie lo stesso, davvero. L’ho sempre sostenuto che sei un brav’uomo…”
“Condannare un uomo a un destino del genere e la sua amata a un’eterna solitudine mi rende un brav’uomo? Hai sempre avuto una strana visione delle cose ragazza…”
“Sei tu che non vuoi vedere la parte migliore di te, ma alla fine sei sempre riuscito a tirarla fuori…”
“E a che prezzo… Intrappolato nello scrigno di Davey Jones!” Ecco. Erano arrivati a un punto di non ritorno. Non ne avevano mai più parlato da quando era successo.
“Jack, lo sai… Era l’unico modo…” Comincia stancamente Elizabeth.
“Oh no gioia, decisamente quel bacio non era l’unico modo!” Risponde piccato lui. ”Tu mi desideravi! L’ho sentito! Volevi provare a fare qualcosa solo per te stessa…”
“Lo sai quanto mi sono sentita in colpa dopo, non ho esitato a venirti a salvare…”
“Non mi hai mai detto cosa ne pensava del nostro tête-à-tête il tuo caro William…”
“Adesso smettila, è acqua passata!”
“La fai facile tu! Hai avuto la botte piena e la moglie ubriaca come si suol dire…”
Lo schiaffo di Elizabeth è così fulmineo che Jack non lo vede nemmeno arrivare, lei barcolla per il contraccolpo, fregandosi la mano dolente, una rabbia crescente in petto.
“Facile? Facile?! Hai il coraggio di dire che la mia vita in questi ultimi anni è stata facile?! Che ne sai, tu, sempre a zonzo a fare razzie con la tua nave e la ciurma a seguito e chissà quante notti passate a Tortuga a divertirti, a ubriacarti di rhum… Che ne sai delle mille ansie di una madre sola, della solitudine sfiancante, degli incubi ogni notte nel terrore che Will non tornasse… Non sai niente di me Jack Sparrow, non sono più la ragazzina che hai conosciuto, perciò taci! Non mi farò certo fare la morale da te per un gesto di dieci anni fa!” Trema da capo a piedi, la voce rotta dalle lacrime che minacciano di uscire, cosa che mai vorrebbe, non davanti a lui, per cui si sfrega violentemente gli occhi per impedirlo, respirando a fondo tra i denti.
Jack ha ancora la mano appoggiata sulla guancia bruciante, gli occhi bassi e un profondo senso di vergogna e rimorso.
Ha decisamente esagerato. Si risente per un bacio come una ragazzina qualsiasi! Eppure sì, anche se non l’ha mai ammesso, quel gesto l’ha ferito… O peggio, gli è dannatamente piaciuto. “Scusa…” Borbotta. “Mi dispiace. Non intendevo farti del male.”
“Che sei venuto a fare Jack Sparrow?” Sbotta lei in risposta, le braccia spalancate e gli occhi al cielo.
“Dimmelo tu, perché io non lo capisco.” Dopo un silenzio che pare interminabile, Jack riprende la parola: “Volevo… Vedere come te la cavavi. E scopro che lo fai egregiamente, non che avessi grandi dubbi… Sei sempre stata più forte di me.”
“E hai ragione… Non sei più la ragazzina petulante, confusa e scostante che ho conosciuto su un’isola come questa davanti a un falò… Sei diventata una donna meravigliosa. E, se posso, sei ancora più bella di come ti ho lasciata.” Mormora poi, guardandosi la punta degli stivali per tutto il tempo, il tricorno ben calato sugli occhi. Non è certo abituato a discorsi del genere, anzi, per i suoi standard è stato dannatamente sincero, cosa che ammorbidisce Elizabeth perché sa quanta fatica gli costi.
“E tu invece sei il solito pirata smargiasso, bugiardo e irritante che mi fa infuriare… Salvo poi saltare fuori con frasi del genere da vero gentiluomo. Sei un bell’enigma, Jack Sparrow.”
“E lo adori.”
“Sembri molto sicuro…”
“Oh sì, non riesci a resistere… Ricorda: siamo molto più simili di quanto pensi…”
“Ecco che ricominci con la solita storia…”
“Ne sono convinto. Due gocce d’acqua, tesoro.”
“Sei incorreggibile!”
“Oh e non hai ancora visto niente…” E così dicendo, prima che Elizabeth se ne renda conto, Jack l’ha presa in braccio e sta correndo verso l’acqua.
“Jack! No! Non… Non oseresti!” Osa invece. Ben presto sono entrambi zuppi, a spintonarsi l’uno con l’altro come due bambini, ridendo e spruzzando tutt’intorno. È bello rivederla sorridere, lo conforta. Si avvicinano sempre di più, finché si ritrovano a pochi respiri l’uno dall’altra, le mani impegnate in una lotta svogliata, mentre la luce della luna illumina il volto di Elizabeth, i capelli bagnati, i vestiti umidi che fanno intravedere le sue piccole forme perfette. Jack sente il respiro mancargli a quella visione e una potente ondata di desiderio impadronirsi di lui, mentre i loro occhi sono come incatenati da una forza invisibile.
“Elizabeth…” Sussurra, con un tono così sensuale che lei non può impedirsi di rabbrividire. Come a rallentatore, porta le dita ingioiellate a toccarle le labbra, avvicinandosi inesorabilmente, e sicuramente la bacerebbe, se non fosse che lei lo respinge con un “No.” secco, uscendo dall’acqua e sedendosi sulla sabbia, scura in volto.
“Dimmi che non lo vuoi anche tu…”
“Non lo voglio.”
“Perché non ti credo?”
“Perché sei obnubilato dal tuo desiderio, ma se sei venuto qui per irretirmi come una ragazzina ingenua bastava che pagassi una qualsiasi a Tortuga…”
“Non è la stessa cosa… Loro non le desidero come mi succede… Ora, con te.”
“Mi sedurresti sapendo che Will è là fuori che attende da dieci anni di rivedermi?”
“Solo perché non ti vedo felice Elizabeth, se mai in trappola.”
“Ti sbagli, ho scelto il mio destino e ne sono felice. Ho fatto la cosa giusta.”
“Ma non sempre la cosa giusta e quella che ci rende felici coincidono! Vieni con me!”
“Ma quanto rhum ti scoli ultimamente? Ti è andato di volta il cervello?”
“Sono serio. Non posso sopportare di saperti qui sola, bloccata su un’isola sperduta. Tu aneli la libertà, il vento tra i capelli, l’odore di salsedine, il ponte di una nave, lo so, non puoi negarlo che ti manca!”
“Sì, mi manca…” sussurra infine Elizabeth, quasi impaurita di dirlo ad alta voce.
“Allora vieni… Un’ultima avventura prima del ritorno del tuo amato William…”
“E Henry?”
“Semplice, verrà con noi! Ne sarà entusiasta e ho giusto bisogno di un mozzo svelto sulle sartie a far da vedetta…” È una proposta così allettante e insperata che Elizabeth non sa come rifiutare. Non vuole rifiutare.
“… Posso pensarci fino a domattina?” Mormora infine.
“Certamente!”
“E mi prometti che non insisterai nello starmi troppo intorno?”
“Diciamo che farò del mio meglio perché il brav’uomo da te tanto decantato prevalga, ma non posso assicurartelo… Pirata!”
“Buonanotte Lizzie.” Mormora poi, dandogli un bacio sulla fronte con le labbra calde, per poi voltarsi e incamminarsi verso la Perla. Lei ringrazia perché non può vedere, con suo sommo compiacimento, che è arrossita per l’ennesima volta.
“Buonanotte Jack.” Mormora infine al mare, stringendosi le braccia attorno al petto rabbrividendo di freddo, incamminandosi verso casa, la testa che è un turbine di pensieri.
 
The Author's corner: rieccomi qua, contro ogni previsione. Semplicemente, non ero convinta che questi due si fossero ancora detti tutto. Non per me, almeno. Non garantisco continuità, ma almeno un tentativo nel costruire una long - la mia prima! - voglio farlo.
E chissà dove ci porterà stavolta il mare... Se qualcuno , in questi mari ormai poco frequentati, passasse e lasciasse una recensione sarebbe di enorme stimolo per me. E comunque scrivere di Jack è tanto difficile quanto stimolante e mi fa accorgere ti come sia innamorata di questo personaggio come il primo giorno. Non che Elizabeth sia da meno. Al prossimo capitolo! Yo oh!
 
  
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