Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Euridice100    23/05/2022    1 recensioni
Raccolta di drabble, flashfic e oneshot scritte per il FeBruAbba 2022 e non solo | Rating variabile
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bruno Bucciarati, Leone Abbacchio
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dancing in my storm
II - Heist (FeBruAbba2022 Prompt #8)
 
(La casa di carta!AU)
 
 

 
I mese
 
- Come ti hanno coinvolto in questo colpo? - 
- Niente nomi e niente legami, è la prima regola. - 
Il ragazzo ghigna.
- Ti ho fatto una domanda, non una proposta di matrimonio. Quella arriverà dopo. -
Abbacchio alza gli occhi al cielo. Questo qui lo metterà nei guai. Meglio stargli alla larga.

 

 
II mese
 
Le braccia incrociate dietro la nuca, Buccellati studia la forma delle nuvole.
- Siamo vicini al mare, – dichiara all’improvviso.
- E come lo sai? -
- Chi cresce vicino al mare non ne dimentica l’odore. -
- Io sono cresciuto in una città di mare e non-
- Ma io sono figlio di pescatori. Ho imparato a nuotare prima ancora che a camminare. Ma aspetta, – Buccellati si puntella sui gomiti in uno scatto – Sbaglio o l’irreprensibile Abbacchio ha appena svelato qualcosa sul suo passato? – lo scruta con esagerato sospetto prima di scoppiare in una risata cristallina. Il volto di Abbacchio prende fuoco. Non per la presa in giro, ovviamente. È colpa del sole – È grave, sai? Molto, molto grave. Lo dirò al Boss. -
- L’accento ci ha traditi il primo giorno. -
- Questo non ti giustifica. Ormai sappiamo già una cosa su entrambi. E queste cose sono come una valanga – se inizia non la fermi. Chissà, – si stende di nuovo sul prato – Magari un giorno arriverai a dirmi il tuo nome. -
Le guance dell’altro non accennano a schiarirsi.
È primavera, ma – deve ammetterlo – il sole è innocente.
 


 
III mese
 
È solo al terzo richiamo che Buccellati si riscuote.
- Scusami. Oggi ho la testa altrove. -
L’ho notato, è la replica silenziosa di Abbacchio. Non è il solo commento che vorrebbe fare.
Non c’è però bisogno di aggiungere altro: quasi gli avesse letto la mente, Buccellati mormora: – Tu credi che ce la faremo? -
Abbacchio batte le palpebre stranito. Perché questa domanda?
- Il Boss ha un piano per ogni evenienza. E noi formiamo una gran bella squadra. -
- Abbacchio – sì o no? -
Il più alto pensa all’impegno che tutti stanno mettendo. Alle loro diverse abilità. All’energia che si respira quando nominano quelle banconote – sembra quasi di sentirle tra le dita, ancora calde di stampa, tanta è la passione con cui ne parlano.
- Sì. Ce la faremo. - 
- E se non dovessimo farcela? -
È così strano vedere Buccellati insicuro. È una scena cui forse non dovrebbe assistere – è spiare attraverso un velo squarciato. Razionalmente non ha senso, è stato Buccellati stesso a dar voce ai suoi timori, eppure…
Eppure Abbacchio non si pente di quest’intimità inopportuna. Si pente più di non poter tirare un pugno a chi o cosa ha instillato il dubbio nell’altro.
- In tal caso, ci ricorderanno come una banda di raccattati con soprannomi da rosticceria, – Buccellati ridacchia e qualcosa nel petto di Abbacchio si rischiara – Io e Risotto abbiamo detto di usare nomi di città, ma voi avete preferito dar retta a dei mocciosi... -
- I soldi mi servono per far curare mio padre. Non posso fallire. -
Quando gli altri fanno riferimenti indebiti al loro passato, Abbacchio prova solo fastidio. Invece, quando è Buccellati a violare la regola, una parte in lui quasi desidera accada. 
Ma conosce le conseguenze di questa situazione.
Le ha già vissute sulla propria pelle. Non intende replicare.
- Non dev-
- Lo so, – parole sputate a denti stretti, ringhio più che frase – Ma non lo sto dicendo al mondo. Lo sto dicendo a te. -
Mescolare sentimentalismi e lavoro porta sempre guai.
- Non devi comunque. E non perché è un ordine del Boss, ma perché è vero – solo se non ci conosciamo possiamo agire a sangue freddo. E proprio perché tu non puoi fallire devi essere il più rigoroso. - 
- Anche con te? -
- Perché? Che differenza c’è tra me e gli altri? -
Chi sono io per te?
Abbacchio spera che la risposta giusta arrivi subito.
Buccellati esita per un istante.
- Nessuna. Non c’è nessuna differenza. -
Una speranza esaudita solo per metà.
 - La lezione sarà già iniziata. Dobbiamo sbrigarci, – Abbacchio s’incammina verso la villa. Non controlla se Buccellati lo stia seguendo.
Si evitano per tre giorni.
Quando ricominciano a parlarsi, non la smettono più.
 

 

IV mese
 
Buccellati ha un incisivo scheggiato. Risotto non sorride spesso, ma quando succede gli compaiono le fossette. Le ciglia che incorniciano gli occhi blu di Buccellati sono lunghissime. Prosciutto è di un’eleganza impeccabile, mai un capello fuori posto. La generosità di Buccellati prima o poi gli si ritorcerà contro. Pannacotta ha un potenziale immenso, peccato non possa più metterlo a servizio della società. Se Buccellati si mette in testa un obiettivo, niente e nessuno lo farà desistere. Narancia ama la musica tanto quanto lui e gli fa un sacco di domande, magari un giorno si deciderà a provare ad ascoltare qualcosa di diverso dall’hip-hop. In camera di Buccellati regna il caos. Quando Gelato e Sorbetto vanno a correre insieme, tornano dopo ore. Lui e Buccellati vorrebbero solo imitarli. Mista implora il Boss di non far iniziare la rapina in giorni in qualunque modo ricollegabili al numero 4. Buccellati non mangia le mele. Abbacchio sogna Buccellati ogni notte.
 
Niente nomi, niente legami.
 
- Perché sei qui? -
- Anche il piano più sofisticato ha bisogno di soldati. -
- Eri un soldato? -
(Ero tante cose.)
 
Ma puoi chiudere le persone in una villa per cinque mesi
e pretendere non creino legami?
 
- Quando mio padre guarirà, gli regalerò una villa a Capri e andremo a vivere lì. E tu verrai con noi. Avremo solo vestiti firmati, faremo festa e prenderemo il sole tutto il tempo. -
- Ma se sto cinque minuti al sole mi ustiono. -
Buccellati alza le spalle con noncuranza.
- Vorrà dire che ti riempirò di crema. -
Non distoglie lo sguardo, anzi, fissa l’altro finché non si trattiene più e scoppia a ridere.
Abbacchio sospira rassegnato.
- Peggio dei tredicenni. -
 
Se chiudi il mondo fuori, aprirai un mondo dentro.
Il Boss stesso se ne rende conto con un ragazzo dai capelli ricci.
 
- Non voglio perdere i contatti con nessuno di voi. -
- La vedo dura. Ci conosciamo poco e, a colpo fatto, dovremo stare quanto più lontani possibile. -
- Ma non posso fingere di non aver trascorso tutto questo tempo con Nari, Panni, Mista... -
- Resteranno nei tuoi ricordi. Da lì non li può cancellare nessuno. - 
Il fumo dell’ennesima sigaretta smezzata si perde nell’aria in grandi volute.
- Se ti incontro per strada, non riuscirò a far finta di non conoscerti. -
 
- Comunque vada, sono contento di averti conosciuto. -


 
V mese
 
La notte che precede il suo debutto, e con ogni probabilità epilogo, da rapinatore Abbacchio non riesce a prendere sonno. Si volta e si rivolta nel letto, labirinti di pensieri in testa.
In fondo, quella di domani non sarà una situazione davvero inedita. Cambia solo il lato della barricata.
In fondo, hanno studiato ogni singolo dettaglio. Devono solo mantenere la calma. Sono pronti.
In fondo, si sta preoccupando di un altro più che di se stesso. Proprio ciò che non doveva succedere.
Si alza. Lega i capelli, li slega. Si rimette i pantaloni. Mentre lo fa, mentre si avvia nel corridoio, mentre bussa alla porta di una stanza il cui disordine non dovrebbe conoscere, nella sua mente c’è finalmente silenzio.
- Nervoso per domani? – gli chiede Buccellati. Abbacchio non risponde. È seduto sul suo letto, a pochi passi da lui, a fissarlo tamponarsi i capelli ancora umidi di doccia – È normale. Di sicuro anche il Boss lo è, almeno un po’. Ma pensa al momento in cui i sol-
- Buccellati. -
- Sì? -
(Stavolta la stanza è più ordinata del solito.)
- Promettimi una cosa. 
(Si vede che questa è l’ultima sera. Anche a cena l’aria era elettrica.)
Il giovane resta in attesa.
(Domani a quest’ora potrebbero essere in una pozza di sangue.)
- Promettimi che domani non ti farai ammazzare. -
È Buccellati a tacere, ora. Colma la breve distanza tra loro, in un attimo è di fronte a lui. Abbacchio è immobile. Il sangue gli romba nelle orecchie quando l’altro lo attira a sé.
Il battito del suo cuore.
Vuole sentirlo sempre quel battito, sempre, ogni giorno.
Buccellati lascia correre le dita tra i suoi capelli
- Non possiamo prometterci ciò che non dipende da noi. -
Abbacchio lo sa. Non è uno sprovveduto. Ma deve sentirglielo dire – perché ha già perso tanto e rivede il colpevole ogni giorno allo specchio, ma se c’è una lezione, una cazzo di lezione che ha imparato da tutto questo è che puoi importi tutte le regole del mondo, ma quando succede non dipende dalla tua volontà, e quando succede va detto, bisogna chiamare le cose e le persone col loro nome, non lasciarle marcire in un angolo, perché poi…
- Tu mi piaci. E devi saperlo prima di domani. -
La scelta sbagliata alle volte è l’unica giusta.
Buccellati continua a carezzargli i capelli. La sua presa si è fatta più forte.
- Abbacchio – restiamo insieme stanotte. -
Abbacchio si stacca. Alza la testa. Gli occhi blu di Buccellati sono il mare.
 
- Leone. Mi chiamo Leone. -
 
***
 

Stavolta ho preferito usare "Buccellati" e non "Bucciarati" per l'assonanza col dolce siciliano.

 
N.d.A.: Nel 2018 ho commesso un errore fatale.
Ho visto il primo episodio de La Casa De Papel.
Risultato? Ci sono ancora sotto.
Perché sarà trashissima, insensata, tutto quel che volete, ma adoro questa serie (e Berlín) e lo dichiaro con orgoglio. E poiché adoro anche gli AU e JoJo (e Berlín), eccomi qui.
Questa storia ha un senso? No. La amo (quasi quanto Berlín)? Sì. Se vorrete lasciare un feedback mi farete tanto tanto contenta.
Sono anche su Twitter, Tumblr e Ao3, dove pubblico le traduzioni; qui, invece, la playlist BruAbba, in continuo aggiornamento.
Grazie per aver letto fin qui e a presto, spero! ♥♥♥
Euridice100
 
P.S.: NON SI RIPUBBLICANO LE STORIE ALTRUI SENZA PERMESSO E SENZA I DOVUTI CREDIT.
   
 
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