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Autore: Angel TR    23/05/2022    4 recensioni
Una Miki numero due.
[Devilman Crybaby! Verse | Accenni di shoujo-ai]
{Partecipa alla Challenge "I like that quote said the month" indetta da Mari Lace sul forum di Efp}
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Si dice che le donne siano creature delicate, come fiori, come uova, come qualsiasi cosa che possa essere schiacciata in un momento di negligenza. Se mai ci avevo creduto, non era più così. {Circe, Madeline Miller}


L'altra


Le graziose sneakers consunte sollevano fontane di polvere e ghiaia al loro passaggio, testimonianza della velocità quasi sovrumana della loro proprietaria. Le lunghe gambe slanciate e appena riscaldate dalla luce del sole che muore dietro i grattacieli della città si piegano e si slanciano, macinando i metri in lunghe e poderose falcate. "La Strega", la chiamano i compagni, almeno quelli buoni e gentili; "la Straniera", invece, quelli che le gettano occhiate invidiose e snob, nascondendo la loro inferiorità sotto il presunto stato di purosangue giapponesi.
Miki Makimura non ci fa molto caso, continua a correre e a sorridere a tutti, troppo al di sopra dei loro effimeri sentimenti umani per lasciarsi scalfire.
Quando passa al tuo fianco, sorride anche a te. Sorpresa, interrompi il tuo stretching per un minuto per ricomporre la tua espressione assorta e ricambiare il sorriso.
Da quando è entrata lei in squadra è finita con il fagocitare tutto quello che prima ti apparteneva non di diritto ma perché te lo eri guadagnata con tanta fatica e sudore: il tuo ruolo di apripista, il tuo record nella staffetta, la stima degli altri nei tuoi confronti, persino il tuo nome. Lei è rimasta Miki – o, forse, lo è diventata – e tu, Miki Kuroda, sei diventata Miko.
L'altra Miki, una Miki numero due, non all'altezza della famosa Miki Makimura, regina della staffetta.
I tuoi occhi percorrono la sua figura atletica che sembra stata scolpita appositamente per correre, così diversa dalla tua, appesantita da curve procaci che ti rendono l'oggetto delle risatine e delle battutine sporche dei maschi. Ti infastidiscono ma ci hai fatto il tarlo e vai avanti.
Quello che invece proprio non sopporti è la cortese indifferenza di Miki. Ti guarda e sembra vedere oltre la tua maschera di brava ragazza, sembra vedere gli strati di invidia e odio sepolti sotto la voce mielosa con la quale la saluti. E chissà se vede ancora oltre quei sentimenti meschini, se vede quello che scoppietta e ribolle e si agita da qualche tempo proprio al centro del suo essere, come una bestia inferocita e in gabbia, quando il tuo sguardo si posa sulla sua espressione decisa, determinata – quella decisione e determinazione che possiede solo quando le sue gambe galoppano sulla pista o quando difende Akira dai bulletti.
Miki si ferma e si piega sulle ginocchia per prendere fiato, i calzoncini si alzano sulle cosce mettendo in mostra una porzione di natiche. Il tuo stretching si scompone, perde grazia. La bestia ruggisce, azzanna le sbarre dietro cui hai tentato di intrappolarla. Si dice che le donne siano creature delicate, come fiori, come uova, come qualsiasi cosa che possa essere schiacciata in un momento di negligenza. Se mai ci avevi creduto, non è più così. A ogni modo, per ora le sbarre reggono e tu tiri un sospiro di sollievo; la domanda è: per quanto tempo ancora?
A un tratto senti i suoi occhi verdi da straniera su di te e ti rendi conto della scena cui ha appena assistito: il tuo sguardo affamato sul suo corpo, il tuo stretching interrotto. È chiaro persino alla volutamente ingenua Miki Makimura. Lei sa, ha scorto la belva dietro il visetto acqua e sapone eppure le sue labbra si piegano in un sorriso amichevole. Tu volgi gli occhi a terra, chini il capo, colpevole come un condannato a morte.
Ma Miki Makimura non è come te: lei è una signora e sfreccia sulla pista, la plastica delle graziose sneakers ormai staccata nei lati, simbolo del costante allenamento, corre, le braccia come mulinelli per reggere il ritmo, i denti serrati per non ingoiare aria inutile, e vola via dagli esseri umani, via dal garbuglio di sentimenti che non riesci a decifrare, via.


N/D: giustizia per Miko!

  
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