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Autore: FreddyOllow    24/05/2022    1 recensioni
Mi soffermo a guardare quel sorriso lieve, gli occhi di un grigio ipnotico e mi ci perdo. Mi ci perdo come la prima volta che ti ho incontrata. Una sera come tante, ma pregna di magia. La stessa magia che ho sempre temuto, perché troppo codardo da farmici trasportare. Mi hai preso per mano e mi hai portato in un viaggio infinito. Mi hai stretta tra le tue braccia, mostrato l'universo in un sorriso, il big bang in un bacio sfuggente. Quella sera la velocità della luce eravamo noi e viaggiavamo nell'universo pur restando nello stesso posto, nel solito posto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questo racconto va letto ascoltando questa canzone.


https://www.youtube.com/watch?v=LGz98WdA2vA






Ricordo ancora i tuoi passi, la tua voce, i tuoi silenzi. Ricordo le tue storie, le tue parole, ogni cosa, eppure ti sento ancora vicina, anche se non ci sei più.
Un brutto incidente e tutto finisce. I sogni svaniscono, i ricordi tormentano, ma l'amore resta. Tutto ciò che ho di te è solo una foto. Noi due su un sentiero sterrato, lontani dal mondo, lontani da tutto. Mi soffermo a guardare quel sorriso lieve, gli occhi di un grigio ipnotico e mi ci perdo. Mi ci perdo come la prima volta che ti ho incontrata. Una sera come tante, ma pregna di magia. La stessa magia che ho sempre temuto, perché troppo codardo da farmici trasportare. Mi hai preso per mano e mi hai portato in un viaggio infinito. Mi hai stretto tra le tue braccia, mostrato l'universo in un sorriso, il Big Bang in un bacio sfuggente. Quella sera la velocità della luce eravamo noi e viaggiavamo nell'universo pur restando nello stesso posto, nel solito posto.
E ora tutto quello che mi rimane è solo una foto. Una foto che riguardo da giorni, settimane. Il tempo, il mio tempo, sembra essersi rallentato, capovolto. Cerco nel vento il tuo profumo, una risata in una stanza vuota, ma ogni cosa tace e i silenzi pesano come macigni. I tuoi vestiti sono ancora nell'armadio, i tuoi trucchi sul lavandino, i tuoi libri preferiti sul comodino. Di notte allungo una mano e trovo solo uno spazio vuoto, enorme, un buco nero che mi risucchia nel dolore. Allora affondo la faccia nel tuo cuscino e mi perdo nel tuo odore, nel passato, nei ricordi in cui voglio riposare per sempre.
Ricordo l'uscita in barca, la terra ferma svanire all'orizzonte. Noi e il mare. La melodia delle onde che si infrangono sullo scafo, la pace dei sensi sotto coperta. Il tuo sapore addosso, la tua pelle sulla mia. I nostri sguardi che si incrociano, le labbra che si cercano.
Il Nirvana in terra.
Poi ti fermi e mi guardi con quegli occhi vivaci, da sognatrice. - Vorrei restare qui per sempre.
- Anch'io.
- Allora facciamolo.
- Non possiamo.
- Perché?
- Lo sai perché.
Ma tu sapevi che saremo rimasti a lungo. Due mesi cullati dalle onde, accarezzati dal sole e amati dalle stelle. La luna che ci guardava da lassù, sorrideva alle nostre risate.
Poi quella tempesta e il panico. Le onde che si innalzano e sbattono contro lo scafo. La pioggia che picchia con prepotenza, le raffiche di vento che sferzano da ogni dove come a volerci spazzare via.
Ma giunti al porto, ti sei calmata. Quella tempesta non ti ha portata via la voglia del mare, la voglia di solcare le onde, di immergerti nelle sue maestose e misteriose profondità. E quando riemergevi con quella maschera e il sorriso di una bambina, mi guardavi e mi spruzzavi d'acqua con quelle pinne che erano diventate una parte di te.
- Guarda, sono una sirena!
Sorridevo come non avevo mai fatto prima. Erano le piccole cose, le più insignificanti, che mi facevano ridere e sorridere.
E adesso ho solo una foto che sto consumando a furia di guardarla. Cerco ogni dettaglio, qualcosa di nuovo, qualcosa che parla di te. Ma tutto è immutato, statico, come i ricordi che si aggrovigliano tutti in una volta. Scruto un ricordo, ma un altro ha già preso il sopravvento. Le emozioni si mischiano, si amalgamano e fanno male. Vorrei gridare al mondo questo dolore, ma il mondo è muto. Lo è sempre stato, finché sei arrivata tu. Allora ogni nota ha cominciato a suonare, a vivere di vita propria. Il mondo ha assunto colori mai visti e il cielo si è schiarito. Il sole mi ha scaldato, il vento mi ha rinvigorito e tu mi hai portato in un sogno in cui era possibile costruire qualcosa di solido. Mi hai insegnato a guardare il presente, dando un'occhiata al futuro e senza perdere di vista il passato. Mi hai guidato verso il Paradiso e la vista era bellissima. Ma prima che ci potessimo entrare, tutto è finito. Nulla è eterno. Sei andata via lasciando un vuoto incolmabile, un vuoto che mi schiaccia, mi annienta.
E ora riguardo la foto per l'ennesima volta, prigioniero di un circolo ossessivo che finirà per uccidermi, ma non posso farci niente. Non posso dimenticare, reprimere e nemmeno accettare. Non voglio. Tutta la mia felicità è racchiusa in quella foto e io voglio essere nuovamente parte di quella foto e vivere nel tuo sorriso per sempre.
   
 
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