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Autore: Frida Rush    26/05/2022    0 recensioni
Telespalla Bob x Adult!Bart Simpson
Da un'idea di Milady_Silvia
Bart è giudice della corte suprema, intrappolato in una vita che gli sta stretta. Bob e l'alcool sono la sua valvola di sfogo
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bart Simpson, Telespalla Bob
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-E la tua famiglia?-
Bart si riscosse come da un profondo sonno, guardò l’amante di sbieco e si alzò dal letto ormai sfatto.
-La mia famiglia cosa?- domandò mentre, barcollando, raggiungeva il comò di legno della camera da letto di Bob. Afferrò un’altra bottiglia di birra e tentò di aprirla.
-La tua famiglia lo sa che di notte il loro stimato giudice della corte suprema viene in casa mia a farsi scopare?-
Bob non poteva vedere l’espressione sul volto ormai brillo di Bart, dato che questi gli dava le spalle, ma poteva bene immaginarla. Lo sapeva che l’aveva messo in imbarazzo, con tutto l’alcool che aveva ingerito poi, le sue difese erano praticamente nulle. Rimase steso di fianco sul letto, il lenzuolo a coprire leggermente il ventre nudo, osservava la schiena giovane e robusta di Bart. Lo sentì togliere il tappo alla bottiglia e lo vide girarsi verso di lui. I suoi occhi azzurri erano liquidi.
-Vuoi andare a dirlo a mia moglie?- lo provocò il giovane, ma Bob sorrise meschino, vedendolo chiaramente sulla difensiva.
-Potrei, ma non ho alcun interesse nel fare la spia-
Bart tracannò metà della birra in pochi secondi, Bob si soffermò a guardare il suo corpo nudo, martoriato da lividi e segni di morsi, trofei dei precedenti rapporti avuti con lui. Si soffermò sulla pancetta appena accennata, le gambe robuste e il pube decorato con ciuffi di peli biondi. Il pomo d’Adamo che si muoveva lentamente mentre il liquido gli scendeva in gola.
Era sempre così, dalla prima volta in cui era successo. Bart che bussava insistentemente alla porta del suo piccolo ma sofisticato appartamento, già brillo e sfatto, Bob che lo scopava e Bart che si tratteneva quel poco che bastava per bere ancora un po’ in sua compagnia, per poi scomparire nella notte. Bob era sicuro che se Bart non avesse ricoperto un ruolo tanto importante nella società avrebbe iniziato anche a fare uso di droghe. Se Bob fosse stato migliore, se fosse stato più premuroso nei suoi confronti… forse l’avrebbe aiutato, forse lo avrebbe trascinato in una clinica per uscire dal tunnel della dipendenza dall’alcool. Ma Bob era pur sempre Bob e per quanto avesse superato il rancore che provava nei confronti del più giovane, non era il suo fidanzato. Non erano amici, non erano compagni, non erano niente. Bob era ben consapevole di essere solo quello che Bart si faceva per sfuggire alla realtà. Non glielo aveva mai detto, ma non era difficile capirlo, come non era difficile capire che Bart non voleva essere aiutato, men che meno da lui. Non che Bob volesse essere più di quello per Bart, anche se vederlo in quello stato gli provocava brutte sensazioni. Lo vedeva spento.
A Bob, però, tutto quello non dispiaceva.
-Buon per te- rispose seccamente il giudice, ormai la vista appannata, le orecchie che percepivano i suoni ovattati e il cervello che iniziava ad abbandonarlo, immerso in quel mare di alcool.
-Non credi di aver bevuto abbastanza?- domandò Robert dopo un po’, alzandosi dal letto e raggiungendo l’amante che, nel frattempo, aveva già in mano un’altra bottiglia di birra. Lo abbracciò da dietro, le mani incrociate sule suo petto nudo e gli posò il mento sulla spalla. Bart era più basso di lui di almeno dieci centimetri.
-Se mi vomiti sul pavimento ti mando il conto della tintoria- gli sussurrò all’orecchio facendogli venire i brividi –Con tutti i soldi che hai te lo puoi permettere, no? I miei tappeti sono molto pregiati-
Bart scosse la testa, come se volesse scacciare via la sensazione di stordimento dovuta alla birra e poi la gettò all’indietro.
-Che rompicoglioni che sei, Robby Bobby- riuscì solo a sussurrare prima di girarsi e mettersi di fronte a lui, allacciandogli le braccia al collo.
Abbassò il viso per evitare gli occhi caldi dell’uomo.
Dio, doveva proprio fargli pena… Bob doveva provare disgusto nel vederlo conciato in quel modo. Di giorno rinomato e stimato giudice della corte suprema, con una moglie che lo amava infinitamente e di notte alcolista senza freni che cercava rifugio tra le braccia dell’uomo che, un tempo, voleva ucciderlo.
Si faceva schifo.
Si faceva schifo nel sentirsi simile a suo padre, troppo. Suo padre, che cercava rifugio nella birra per scappare da una vita che, evidentemente, gli stava stretta. La famiglia, il lavoro, i figli…
Era troppo.
Evidentemente era una cosa di famiglia. Avrebbe tanto voluto essere come Lisa, la sua sorellina che era quasi fuggita in un altro stato con la scusa prima di frequentare il college e poi di lavorare senza sosta come ricercatrice.
E invece eccolo lì, incastrato in una vita che aveva cercato volutamente, credendo che la fama, le attenzioni e l’essere ben visto dagli altri avrebbero potuto renderlo felice. Eccolo lì, incastrato tra le braccia di Bob, che però sembrava non giudicarlo, né farlo sentire in colpa.
Gliene fu grato.
Mentre teneva la testa bassa, Bart scorse le parole tatuate in rosso sul petto di Bob: DIE BART DIE.
Si domandò come fosse essere morti.
Venne colto da un moto di nausea improvviso e alzò la testa, aggrappandosi di più al collo dell’uomo.
-Devo andare a casa- mormorò, le gambe che gli cedevano. Bob lo resse con forza, ringraziando gli anni di prigione, dove per sfogare la rabbia e la frustrazione stava quasi sempre buttato in palestra assieme al fidato Snake.
-Dove vuoi andare, ubriaco marcio come sei?- fu la risposta del più grande, che lo trascinò nuovamente sul letto. Si sedette a gambe incrociate sul materasso e si portò Bart sulle cosce. Gli passò un braccio sotto la testa e lo vide che lo guardava, con occhi sognanti e lucidi.
-Oh…- mormorò Bart, allungando una mano verso il suo viso, afferrandogli gentilmente un ciuffo di capelli rossi –Ti preoccupi per me, Robby Bobby?-
Il cuore dell’uomo ebbe un sussulto. La brezza fresca estiva che entrava dalla finestra aperta colpì i loro corpi nudi, la notte nera e senza stelle. Bob gli prese la mano calda con la propria, che era gelida, e gliela strinse. Passò poi le dita sul polso, sull’avambraccio, fino alla spalla, poi posò l’intero palmo sulla sua guancia dalla belle abbronzata, lasciandola a contatto con essa.
Come aveva fatto a ridursi in quel modo? Quel ragazzino vispo, pieno di voglia di vivere, di combattere, che col tempo aveva anche capito di ammirare per quel temperamento… si era convertito in una copia di suo padre.
Bart era un angelo caduto in rovina, che non riusciva a rialzarsi.
Bob abbassò il viso verso di lui, ignorando l’odore dell’alcool, solleticandogli il viso con i capelli rossi, gli poggiò le labbra sulla fronte, rimanendo immobile fino a quando non lo sentì addormentarsi.
  
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