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Autore: k_Gio_    27/05/2022    2 recensioni
In un futuro indefinito qualcuno sta organizzando un compleanno. Ma non va come dovrebbe.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inej Ghafa, Kaz Brekker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Kaz»
«Mmh?» 
«Kaz»
« Cosa?» Kaz posò la cassetta con la verdura sul tavolo e si voltò a guardarla. 
« Non devi dirmi nulla?» chiese Inej appoggiata al bancone della cucina. 
Lui la guardò, un piccolo ghigno che stava cercando in tutti i modi di nascondere.
« Beh sì, già te lo volevo dire ieri sera in realtà… questa camicia da notte sta diventando troppo stretta. Se la tua pancia continuerà a crescere così probabilmente esploderà. Non che mi lamenterei nel caso succedesse»
«Kaz!» e gli lanciò lo strofinaccio, «sei uno shevrati!» 
Lui non riuscì a trattenersi oltre e rise alla sua finta faccia offesa. Raccolse lo strofinaccio e dopo averlo posato accanto alla cassetta si avvicinò a sua moglie. 
«Uno shevrati molto fortunato» e posandole le mani sui fianchi si inchinó per posarle un dolce bacio sulle labbra «Buon compleanno Inej». 
Lei per  tutta risposta si alzò sulle punte prendendogli il volto con le mani e approfondì il contatto. 
A tutta quell'irruenza Kaz si staccò e tra un bacio e l'altro riuscì a dire «Se non mi fai finire di cucinare arriveranno tutti e non ci sarà nulla da mangiare». 
«I miei genitori porteranno di sicuro qualcosa» ribatté lei con una mano ferma tra i suoi capelli e tenendolo lì dove voleva. 
«Inej! Che pessima padrona di casa che stai dimostrando di essere» e nonostante ciò smettere di baciarla gli risultava comunque difficile. Avrebbe fatto quello per tutta la vita se avesse potuto scegliere. 
Ma gli ospiti sarebbero davvero arrivati ad un certo punto e si era impegnato per cucinare, quindi che sua moglie la smettesse di distrarlo. «Avanti, vai a cambiarti e fammi finire» 
«Va bene,» acconsentì allontanandosi di malavoglia «anche se forse rimanere in camicia da notte e aspettare che esploda sarebbe un bello spettacolo» 
«Già… ma non credo che i tuoi genitori apprezzerebbero. E preferirei che fosse uno spettacolo riservato al sottoscritto» fece scorrere le mani su quella pancia che cresceva ogni giorno di più, per poi scendere e lasciare un bacio anche lì. 
 
Quando tornó in cucina era dove lo aveva lasciato, solo un po' più infarinato. La sentì prendendere una tazza di tè e con non poca fatica, come ultimamente stava succedendo sempre più spesso, issarsi sul bancone e sedersi, sorseggiando la bevanda calda. Non ci volle molto prima che gli giungesse alle orecchie il suono di biscotti che venivano spostati nella scatola di latta che le aveva messo vicino, alla ricerca dei suoi preferiti.
«Quella crostata sembra molto buona» disse con nonchalance, la bocca mezza piena. 
Kaz sorrise senza girarsi «Lo scopriremo stasera. Ma la marmellata è venuta bene» 
«Dopo essermi arrampicata su quell'albero per cogliere le albicocche migliori il minimo che potessi fare era cucinare una buona marmellata»
«Siamo un po' polemici stamattina» sbuffó divertito. 
«Scusa» disse un po' mortificata mettendosi un altro biscotto in bocca «non volevo esserlo». 
Kaz posò il coltello e mise le verdure nella pentola, poi le si avvicinò. Con il suo solito sorriso innamorato. 
«Sei solo incinta Nej, lo so che di solito non lo sei… non così tanto almeno» accettò il pizzicotto che ne seguì, più che meritato. «Sei molto bella». 
Nel suo vestito giallo Inej si ritrovó ad arrossire, come se non fosse abituata a sentire quelle parole quasi ogni giorno da che si erano conosciuti. Si portó una ciocca dietro l'orecchio. 
«Grazie. Anche tu non sei male, trovo che la farina ti dia un tocco in più.»
«Lo penso anche io» disse serio. E risero entrambi. 
«Ripulisco la cucina e facciamo una passeggiata?»
«Mi sembra perfetto»
E così fecero. 
Camminando nei campi intorno alla loro casa Inej si fermava di tanto in tanto per cogliere qualche fiore, che poi passava a Kaz che ormai teneva in mano un bel mazzo variopinto. 
Si sdraiarono all'ombra di un albero da frutto, godendosi l'aria fresca di quella mattina estiva. Kaz si ritrovò ad accarezzare pigramente quel pancione che presto sarebbe sparito. Toccare Inej gli dava un inspiegabile senso di pace. 
«Se dico di non vedere l'ora che questo bambino esca da me per poter tornare ad arrampicarmi come prima sono un mostro?»
«Direi di no, ma se ti fa stare meglio posso assicurarti che continui ad essere molto silenziosa quando cammini» 
«Ne dubito, ma grazie. Tuo fratello non dovrebbe essere già qui?» 
Kaz sospirò «Se Jordie non arriva in ritardo non è lui. Te lo ricordi che porta quei suoi amici dell'università, vero?»
«Sì, Jesper e Wylan, me li ricordo. Sono simpatici. Ci siamo divertiti quando siamo andati a trovarlo a Ketterdam»
«Basta che non combinino guai»
«Con i miei parenti, i nostri amici, e con Jordie, Jesper e Wylan sotto lo stesso tetto?! Ma come ti viene in mente»
«Mi sta prendendo in giro signora Rietveld?»
«Non mi permetterei mai signor Rietveld»
 
La giornata procedette così come si erano aspettati se non meglio. Arrivarono tutti e tra risate e chiacchiere la giornata giunse al termine. Gli amici di Jordie erano divertenti come si ricordavano, i parenti di Inej non avevano fatto fatica ad entrare in sintonia con il resto dei loro conoscenti. 
Kaz guardava la sua famiglia divertirsi, la sua Inej che rideva alle storie del ragazzo zemeni, mentre sedeva sul divano accanto a sua madre che le teneva una mano. 
Sentiva di essere felice come non lo era mai stato. 
Kaz
Vedere Inej così contenta era ciò che gli bastava in quella vita. 
Kaz
Non avrebbe cambiato nulla. 
Kaz


 
A poco a poco la vista tornò chiara. I volti sopra di lui diventavano sempre più nitidi. 
Le voci ovattate iniziarono a definirsi, stralci di conversazione gli giunsero alle orecchie. 
«…una sorpresa... Non doveva essere lì...»
«... è colpa sua, noi non c'entriamo niente, Inej». 
Inej. 
La sua testa  pulsava, e nonostante fosse sdraiato sembrava che tutto intorno a lui stesse girando. Si portò una mano alla tempia. 
«Kaz! Kaz mi senti?». La sua voce un balsamo per le sue orecchie che ancora gli fischiavano un po’.
Nonostante il senso di nausea si costrinse a parlare. 
«Sì»
La sentì sospirare di sollievo. Una mano che sfiorava la sua. Lui gliela strinse forte. 
«Cos'è successo?»
«Ti sei ritrovato in mezzo ad una prova di fuochi d'artificio. Sono esplosi male e sei andato a sbattere la testa. Hai rovinato la sopresa per Inej» disse tutto d'un fiato Jesper sopra di lui da qualche parte. 
«Non volevamo che finisse così, ma non ti abbiamo visto arrivare e» si accodò Wylan.
Kaz alzó una mano, l'unica cosa che davvero gli interessava era Inej che ancora davanti a lui lo guardava preoccupata. 
«Sto bene» la voce più rauca del solito. 
«Se hai pensato che toglierti di mezzo fosse un buon regalo di compleanno, beh, non lo è. Sai fare di meglio Brekker» e gli baciò la mano ancora stretta nella sua. 
«Lo so. Anche se non credo sarà mai abbastanza per te Inej»
«Oh santi, Kaz Brekker che mostra di provare qualcosa di umano. È  più grave di quello che pensavamo. Andiamo a cercare un guaritore.»
Jesper e Wylan lasciarono la stanza di corsa mentre Kaz cercava di mettersi seduto senza successo. 
«Mi hai fatto preoccupare Kaz»
«Non volevo. E andarmene così sarebbe stato davvero da idiota.»
«In effetti si. Manisporche fatto fuori da dei fuochi d'artificio…» e sorrise spostandogli una ciocca di capelli dalla fronte, stando attenta a non toccarlo troppo. 
E Kaz provó una fitta al petto, il sogno appena fatto gli tornò alla mente prepotente. Voleva toccarla, voleva essere toccato ma sentiva il suo corpo che si era già spinto troppo verso il limite.
Un nodo alla gola che non sapeva sciogliere, si sentì vulnerabile.
La promessa che le aveva fatto, del far cadere la sua armatura era ancora valida, e ogni giorno anche quando lei era in mare, cercava di onorarla, per rendersi degno del suo amore. Per essere ciò che lei meritava. Probabilmente non avrebbero avuto la vita di quel sogno, ma poteva continuare a provare a darle tutto quello che era in suo potere per renderla felice in quella vita non benedetta dai santi. 
«Ti amo Inej»
L'aveva colta di sorpresa, glielo leggeva in faccia. Se lo erano già detto, ma lui faticava ad esternare più di tanto, nonostante i progressi li stesse facendo. Il volto di lei si sciolse in uno di quei sorrisi così dolci che gli facevano perdere la testa. 
«Ti amo anche io Kaz»
«E buon compleanno, sei molto bella»
«Va bene, ora inizi a preoccupare anche me. Credo che ti serva davvero un guaritore Kaz. La botta in testa  deve essere stata più forte di quanto avessimo pensato. Resta sveglio, che stanno arrivando»
Kaz annuì, continuando a guardarla mentre lei gli raccontava il suo ultimo viaggio per tenerlo sveglio. 





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Non so cosa dire in realtà, l'altra volta era il compleanno di Kaz, a questo giro di Inej. Ma non era premeditato, era solo il pretesto per mettere insieme questa cosa.
E nulla, questo è l'insieme di sogni strani, donne incinte che mi circondano e relativi figli, e anche lezioni di psicopatologia che hanno  creato tutto ciò. 
Forse sono OOC però sfido chiunque dopo una botta in testa a rimanere lucido, che sia Manisporche o meno. Mi andava di essere crudele in modo diverso, cioè mi è uscita fuori pure più dolce di quanto avessi preventivato all'inizio, ma è il risultato che conta xD almeno credo.

 
  
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