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Autore: White_Moon_Owl    27/05/2022    0 recensioni
Non è tanto la notizia del matrimonio in sé a sconvolgerla: anche se nessuno ci crede, in fin dei conti Kari è romantica e il fatto di avere un marito tutto per sé non le dispiace.
Il problema sta proprio nel soggetto che le hanno affibbiato: Lord Elden Syntrel, un personaggio dal passato (e, secondo molti, anche dal presente) turbolento che di nobiliare ha giusto il titolo. L'idiota la sta guardando come il cacciatore guarda la preda e sta già blaterando di avere ogni intenzione di farle sfornare almeno dodici figli.
Ah! Anche no, grazie. Diventare una specie di fattrice non rientra proprio nei suoi piani.
Peccato che nessuno però abbia chiesto la sua opinione. Oh, poco male. Lei non ha bisogno del permesso di nessuno per fare ciò che desidera, perché lei è una strega.
E se nemmeno a questo fatto nessuno ci crede, be', non è un problema suo.
***
Una storia di ragni, streghe, fuorilegge e Calici della Vita Eterna.
SI SEGNALANO: molteplici menzioni di ragni, serpenti, ratti e insetti vari; linguaggio a tratti discutibile e possibili scene hot (se Kari sarà dell'umore giusto)
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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Le cose si muovono più in fretta di quanto non si fosse aspettata e Kari sente puzza di bruciato.

Anche se capita spesso che le sfuggano le sottigliezze del vivere civile, è piuttosto sicura di non aver capito male. Stando a quanto lo zio Lew le aveva spiegato quando le aveva parlato per la prima volta del suo imminente matrimonio, Kari si era immaginata che ci sarebbero state alcune settimane - se non alcuni mesi - di corteggiamento, un periodo in cui i due promessi sposi si sarebbero potuti annusare e misurare a vicenda. Non si era certo illusa che il suo futuro compagno le regalasse degli oggetti luccicanti o che sfidasse a duello gli altri maschi per il privilegio di accoppiarsi con lei, ma aveva comunque dato per scontato che Lord Syntrel facesse qualcosa per conquistarla.

E invece no.

L'uomo aveva offerto un pranzo discretamente gustoso ai suoi ospiti, ma poi si era intrattenuto conversando esclusivamente con lo zio Lew. Di tanto in tanto aveva rivolto la parola anche alla zia Martha, ma aveva ignorato nella maniera più completa Kari.

Perché diamine dovrei sposarti? Pensa la ragazza incrociando le braccia davanti al petto e lanciando al suo promesso sposo uno sguardo carico di disappunto. E, a maggior ragione, perché dovrei sposarti domani?

Nonostante l'indifferenza mostrata nei suoi confronti, infatti, Lord Syntrel sembra avere una gran fretta di convolare a giuste nozze. E la cosa le puzza.

Non per la prima volta, si chiede se per caso l'uomo veda in lei una sorta di curiosità, un animaletto domestico da ingabbiare e da mostrare ai suoi amici dicendo ecco, questa è la ragazza selvaggia allevata dai lupi. È cresciuta nella foresta, pensate. I suoi genitori sono morti in un tragico incidente quando lei era ancora in fasce. Tutti la davano per morta e invece eccola qui: viva e vegeta e intenta a servirci un tè.

Rispondendo a un'abitudine antica, Kari si porta la mano destra alla bocca e chiude le labbra sulla punta del pollice destro. Indossa un guanto di raso, ma non importa: succhia anche quello.

Se ci pensa meglio, però, quella ricostruzione dei fatti non la convince. E non tanto perché i suoi genitori non sono morti in un incidente o perché lei non è stata allevata dai lupi, ma perché il posto giusto per tenere un animale in cattività è una gabbia e non un letto.

Anche se non lo conosce, non pensa davvero che Lord Syntrel voglia sposarla per fare colpo sui propri amici.

Quella fretta, quindi, la insospettisce: più ci pensa e più si convince che i suoi zii le stiano nascondendo qualcosa.

Finito il pranzo, gli occhi del padrone di casa si soffermano brevemente su Kari. "Se non vi dispiace, mi piacerebbe scambiare due parole con vostra nipote" dice, rivolgendosi allo zio Lew.

La zia Martha aggrotta la fronte, chiaramente presa alla sprovvista da quella richiesta. "Da soli?" chiede. La voce le trema un po' ed è palese che la giudichi una cosa inopportuna.

Lord Syntrel le rivolge un sorriso indulgente. "Chiedo scusa, Lady Edensaw. Anch'io, al pari di vostra nipote, sono poco avvezzo a seguire le regole della società civile."

Quell'affermazione sorprende Kari. "In che senso?" chiede, sporgendosi verso di lui e appoggiando entrambi i gomiti sul tavolo.

"Kari!" la voce della zia Martha è scandalizzata e la ragazza intuisce che non avrebbe dovuto rivolgersi al suo promesso sposo senza essere prima interpellata da lui. Che idiozia.

Lord Syntrel ignora però la donna più anziana. "Nel senso, mia cara, che in gioventù non mi sono sempre comportato in maniera esemplare. Tutto quello che vedete è mio, ma ho dovuto lottare per averlo. I metodi che ho utilizzato per conquistarlo sono considerati da alcuni poco ortodossi, e mentirei se dicessi che non c'è chi mi considera un infiltrato, indegno del ruolo che copro."

Kari non capisce molte cose, ma le dinamiche all'interno di un branco le sono invece piuttosto chiare. Il suo futuro marito viene dal basso, ha conquistato il potere con la forza e ora gli serve qualcosa che cementi la sua posizione.

"Quindi è per questo che avete tutta questa fretta di sposarmi, giusto? Nessun'altra fanciulla ha accettato di diventare vostra moglie e avete paura che cambi idea anch'io."

Il viso di zia Martha si fa terreo, quello di zio Lew paonazzo, ma Lord Syntrel non sembra particolarmente turbato dalle sue parole.

"Non esattamente" replica in tono leggero. "La decisione di prendere moglie è maturata in me solo in tempi recenti, e voi siete la prima fanciulla alla quale mi sono rivolto. Ho pensato che il nostro passato non convenzionale, se così vogliamo chiamarlo, potesse costituire un elemento su cui costruire il nostro futuro insieme. Non credete?"

Quella spiegazione la convince poco. Molto poco. "Non saprei" replica lentamente, scandendo bene le sillabe. "Dipende da quale futuro state pensando per me: la vostra casa mi sembra molto bella, ma intendete forse tenermi richiusa tra le sue mura?"

L'uomo si stringe nelle spalle. "Non necessariamente, sebbene io ritenga che, dopo la vostra infanzia movimentata, un po' di comodità non possa che essere di vostro gradimento."

Non è la risposta che sperava di sentire. "E," continua, soprassedendo momentaneamente sulle parole dell'uomo, "continua a non essermi chiaro perché desideriate sposarmi già domani. Non sarebbe meglio rispettare un periodo di... corteggiamento, diciamo?"

Lord Syntrel agita una mano come per scacciare una mosca. "Non ne vedo il motivo. Voi mi piacete e sono sicuro che insieme saremo felici."

Kari non manca di notare che non ha chiesto il suo parere sulla faccenda. E, a giudicare da come la sta guardando, è consapevole del peso della sua omissione.

"Dunque, mia cara?" riprende senza darle la possibilità di replicare. "Siete disposta a passeggiare con me in giardino? Vostra zia può seguirci, naturalmente, e assicurarsi che la nostra condotta sia impeccabile e appropriata."

"Ma certo che lo desidera" risponde in sua vece lo zio Lew.

Kari fa le spallucce. La conversazione appena avuta con lui l'ha quasi convinta del fatto che sposare quell'uomo non sia una buona idea, ma una passeggiata gliela può anche concedere.

Dieci minuti più tardi si ritrova in giardino a camminare lentamente all'ombra verde degli alberi che fiancheggiano il viale principale, la mano infilata educatamente nel cerchio creato dal braccio destro del suo futuro sposo.

La zia Martha li segue a qualche decina di metri di distanza, ma Kari non riesce a concentrarsi su di lei: la sua attenzione è tutta incentrata sull'odore amarognolo che circonda Lord Syntrel. È così famigliare che il fatto di non riuscire a riconoscerlo la innervosisce.

"Usate qualche essenza particolare?" sbotta senza riuscire a trattenersi.

"Chiedo scusa?"

Kari si schiarisce la voce. "Avete un odore che non riesco a riconoscere, come di una qualche erba aromatica. Usate qualche essenza naturale per la cura della vostra persona?"

Lord Syntrel la studia per qualche istante con la coda dell'occhio, poi scuote il capo. "Non commenterò il fatto che la mia fidanzata mi annusi come farebbe il mio segugio, ma vi risponderò: non ho idea di che cosa stiate parlando. Mi lavo con del comune sapone, così come fanno tutte le persone civili, e non utilizzo alcun olio o pomata."

Bugiardo, pensa lei. È assolutamente convinta che l'uomo le stia mentendo e, anche se non riesce a indovinarne il perché, il fatto che lo stia facendo è già sufficiente per metterla in allerta e suggerirle prudenza. Nella sua mente, Kari attira a sé le zampe e si raggomitola in un angolo della sua tela, ostentando indifferenza nel momento stesso in cui prepara l'agguato.

"Sono la vostra fidanzata?" chiede, lasciando cadere l'argomento precedente. "Non ricordo di avere ricevuto da voi una proposta di matrimonio formale."

Il suo fidanzato non perde un colpo. "Ho chiesto la vostra mano a vostro zio e lui me l'ha concessa. Capisco che il concetto possa sembrarvi sorprendente, ma questo è sufficiente per ritenerci fidanzati. Non abbiatene a male: ho agito in questo modo solo perché, conoscendo la vostra scarsa familiarità con il cerimoniale, ho pensato di risparmiarvi uno stress inutile."

"Molto generoso da parte vostra" commenta lei, senza preoccuparsi di nascondere il sarcasmo che gronda dalle sue parole.

"Vero?" replica lui; e Kari non ha dubbi: la sta prendendo in giro.

Oh, ma non sai con chi hai a che fare, buffone, pensa mentre gli rivolge un affabile sorriso da volpe.

"Sognate un matrimonio sfarzoso?" fa ancora Lord Syntrel.

Kari finge di pensarci qualche istante. "In realtà, sì. Sapete, quando la mia famiglia mi ha trovata, ero poco più di una bestiola selvatica. Mi ci è voluto qualche anno per capire cosa volesse dire essere una fanciulla umana e per comprendere quale fosse il mio posto all'interno della società. Questo ha fatto sì che io mi perdessi tanti degli eventi mondani che trasformano in donna una bambina. Ora che sono un adulta, e una donna come si deve, desidero avere un matrimonio memorabile: voglio invitati, e balli, e dolci a non finire."

Lord Syntrel si mostra dispiaciuto. "In questo temo di non potervi accontentare, mia cara. Ci sposeremo troppo presto per poter invitare più persone di quante non siano già qui con noi, e le grandi cerimonie richiedono dei preparativi più lunghi di quelli che possiamo permetterci. Ma vi prometto che non sono queste, le cose che contano davvero in un matrimonio."

"Avete ragione, naturalmente" concede lei. "Posso però chiedervi quali sono secondo voi le cose davvero importanti?"

"I figli" replica lui senza battere ciglio.

"I figli" gli fa eco lei. Deve ammettere che quella risposta la prende un po' alla sprovvista, non ultimo perché non riesce a capire se l'uomo sia sincero o meno. Anche se non è ancora riuscita a trovare una spiegazione convincente del perché desideri tanto sposarla, non si aspettava che Lord Syntrel avesse fretta di generare degli eredi.

"Esattamente" conferma lui. Il suo sguardo muta e si fa più penetrante: quando i loro occhi si incontrano, per un breve istante Kari si sente simile a un cerbiatto al cospetto di un lupo. "Ne voglio almeno una dozzina."

Lo smarrimento che si è brevemente impossessato di lei evapora nel giro di un istante. "Una dozzina!" ripete, scoppiando in una risata sguaiata.

Qualche decina di metri più indietro, zia Martha tossicchia rumorosamente: è improbabile che abbia colto i dettagli della discussione, ma è evidente che non ha apprezzato quella risata così rumorosa.

Lord Syntrel rimane serio. "Non sto scherzando" replica con una ruga profonda in mezzo agli occhi.

Kari serra la mascella nel tentativo di recuperare un certo contegno e lo scruta da capo a piedi, cercando di indovinare i suoi pensieri. "Mh" si limita a dire, soppesandolo con lo sguardo.

"Non desiderate avere dei bambini?" la incalza lui. Il modo in cui ritorna sull'argomento stride con il tono casuale, quasi annoiato, con cui pone la domanda.

La giovane solleva una spalla. "Non saprei. Se devo essere sincera, non ci ho mai pensato."

E invece ci ho pensato, eccome, corregge invece il tiro nel privato della sua mente. Per ora non  mi interessa generare alcun marmocchio, soprattutto non con te.

"Non fa niente" replica il suo fidanzato. Il suo tono comprensivo le fa scorrere un brivido freddo lungo la schiena. "Cambierete certamente idea." Così dicendo, l'uomo contrae il braccio destro quel tanto che basta perché la mano di Kari, sistemata nell'incavo del suo gomito, rimanga incastrata tra il bicipite e l'avanbraccio. 

La ragazza non ha bisogno di essere un'esperta di relazioni umane per riconoscere il gesto per quello che è: un tentativo, forse inconscio e forse no, di ancorarla a sé.

Buona fortuna, pensa con un sorrisetto.

"Perché sorridete? La prospettiva vi piace?"

Quell'uomo la disturba. Non è in grado di stabilire se sia realmente inconsapevole dei suoi sentimenti o se invece abbia intuito ciò che le passa per la testa e reciti il ruolo del fidanzato entusiasta solo per provocarla.

Kari cerca di di dire che sì, ora che ci pensa la prospettiva le piace molto, ma è troppo: la bugia le muore sulle labbra.

Il suo subconscio le propone però un'immagine bizzarra: dodici creaturine, piccole repliche di lei e dell'uomo che le sta accanto, che si contorcono e agitano un numero considerevole di braccia, chiedendo di essere nutrite.

Mossa dall'istinto, allunga la mano libera e con due dita tasta il ventre del suo fidanzato, saggiandone volume e consistenza. Lui sobbalza e Kari nasconde un fremito di piacere.

"Cosa state facendo?" sbotta, guardandola con occhi sgranati.

Lei si sforza di emettere una risatina. "Ma niente, mio caro: stavo solo sentendo se avete un po' di carne sulle ossa. Se mangiate bene. I miei futuri bambini avranno bisogno di un sacco di cibo, soprattutto se avete realmente intenzione di generarne una dozzina."

Stavo cercando di capire se la tua pancia può essere un buon posto in cui far crescere una dozzina di ragnetti, pensa. Però non lo dice: anche quello sarebbe probabilmente troppo.

   
 
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