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Autore: Justice Gundam    28/05/2022    1 recensioni
Il Confine dell'Oceano, un gruppo di rigogliose isole nelle vicinanze del Primo Continente. Un gruppo di coloni, facenti parte di una spedizione del Regno di Estania, in cerca di un luogo dove iniziare la loro nuova vita. Gli avventurieri che vegliano su di loro e mantengono la sicurezza. Ma una minaccia terribile incombe su di loro: un esercito di insetti giganteschi e creature insettoidi è apparso all'improvviso e minaccia l'incolumità degli abitanti. Una manciata di esperti, maghi e combattenti saranno gli unici in grado di proteggere i coloni del Confine dell'Oceano da questa mostruosa invasione...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Pathfinder: L'Isola degli Insetti Giganti

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Risposte alle recensioni

 

 

 

Farkas - In effetti è vero, dovrei cercare di aggiornare un po' più spesso...

Il colore delle scaglie dei dragonidi dipende dai genitori. Certi colori, tra cui il rosso di Draig e l'argento di Albion, denotano una famiglia di una certa importanza.

Cerco sempre di dipingere i soldati semplici come competenti, per quanto ad un certo punto non possano fare più di tanto contro le vere minacce che gli eroi si trovano ad affrontare.

I gremlin sono folletti conosciuti per la loro natura malevola, il loro crudele senso dell'umorismo e le loro abitudini distruttive. Ne esitono varie sottospecie, e quella che hai visto nel capitolo precedente era un Vexgit, un tipo di gremlin specializzato nel distruggere meccanismi.

I millepiedi fanno parte dei diplodopi, che è in effetti una sotto-famiglia degli artropodi (come lo sono anche gli insetti e gli aracnidi).

 

Lo gnefro (o gnèfru) è, nella cultura popolare dell'Umbria e in particolare della zona della città di Terni, della Valnerina, e della città di Rieti, una creatura leggendaria che è solita vivere in gruppi più o meno numerosi nei pressi della cascata delle Marmore e lungo il fiume Nera tra la cascata stessa e la fine della Valnerina. Secondo la tradizione popolare questa creatura è di fatto assimilabile a una sorta di folletto o gnomo di bassa statura (inferiore a un metro) che si diverte ad importunare i viandanti. Secondo alcune teorie appare ai viandanti esclusivamente di notte, a volte con l'aspetto di un bambino grazioso e altre con le fattezze di una specie di piccolo gnomo con pelle ruvida e cresposa.

Detto questo, nell'ambito di Pathfinder, gli gnefri sono gremlin che hanno vissuto molto a lungo nel mondo degli umani, e hanno finito per perdere gran parte della loro intelligenza e poteri magici. Sono pessimi combattenti e la sola cosa che concede loro un significativo vantaggio in uno scontro è la loro empatia naturale con insetti e altri artropodi privi di intelletto.

 

 

 

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Capitolo 7 - Il tempio di Deskari

 

Albion storse un po' il naso quando Hipolito applicò una garza imbevuta di strani succhi vegetali sulla ferita che il millepiedi gigante gli aveva inflitto. L'effetto del veleno si era almeno un po' indebolito, grazie anche alle cure dell'halfling druido, e adesso il dragonide argentato riusciva a muovere meglio le braccia e le gambe. Tuttavia, immaginava che non fosse il caso di sforzarsi troppo, almeno non per il momento. Riuscì a mettersi un po' più comodo e appoggiarsi con la schiena ad un albero vicino, per poi gettare un'occhiata a Serena - la giovane warlock dava l'impressione di accusare un po' di più gli effetti del veleno, visto che aveva ancora un po' di vertigini e capogiri.

 

"Come vi sentite adesso, ragazzi?" chiese Damien, riordinando il suo laboratorio alchemico portatile. "Il veleno di quel millepiedi vi fa ancora effetto?"

"Ancora un po'. Ma credo che potrò rialzarmi nel giro di un'ora, al massimo..." rispose il paladino. "Vi ringrazio del vostro aiuto. Saremmo stati in difficoltà senza la tua esperienza, Hipolito."

 

Nonostante tutto, l'halfling non potè fare a meno di sentirsi lusingato. "Mi fa piacere aver potuto dare una mano, paladino Albion." rispose. "Lady Serena, ve la sentite di proseguire? Credo che i nostri compagni torneranno tra non molto."

"Grazie per l'interessamento, Hipolito, ma ce la faccio..." mormorò la ragazzina. Cercò di rialzarsi, ma venna colta da un capogiro e si tenne la tempia con una mano mentre si sedeva di nuovo a terra. "Hmm... forse farei meglio ad attendere ancora un po'. Non sono ancora... nel pieno delle forze."

 

"Spero che i nostri compagni tornino presto, in ogni caso..." affermò Damiàn. "Questo posto mi mette i brividi, se devo essere sincero. Finora non siamo stati attaccati da altri di quegli insetti, ma... credo che sia solo questione di tempo prima che qualche altro di quei mostri ci assalga."

"E' un po' strano." disse Hipolito, ragionando ad alta voce. "Certo, non è inusuale imbattersi in insetti di dimensioni abnormi nelle aree selvagge e meno civilizzate del Primo Continente... e in generale, di Nexos stesso. Ma... se devo essere sincero, non ho visto molte altre forme di vita in quest'isola. Gli insetti, normali o giganti, sono le specie dominanti. Come mai? Da cosa deriva?"

 

"Non lo so, ma se vi preoccupate di questo... vi informo che ci siamo imbattuti in qualche altra forma di vita qui attorno." intervenne la voce di Pepa. Si sentì il rumore di rami e foglie che venivano mossi, e da dietro essi riapparvero la donna dai capelli rossi e Draig, di ritorno dalla loro esplorazione, con grande sollievo del resto del gruppo. "Eccoci qui, ragazzi. Spero che non vi siate preoccupati troppo."

Draig annuì e fece un gesto di saluto con la mano, e finalmente Albion si sentì abbastanza solido sulle gambe da alzarsi in piedi ed accogliere il suo amico. "Tutto okay, ragazzi. Siamo contenti di rivedervi sani e salvi." rispose il dragonide paladino, con un sorriso sollevato. "Piuttosto, com'è andata l'esplorazione? Cosa avete trovato?"

 

"Cose da non credersi." rispose Draig, indicando il sentiero che avevano percorso. "Non molto lontano da qui c'è un sentiero che penetra più in profondità nella giungla, e abbiamo visto passare un gigantesco scorpione che portava sul groppone alcuni gnefri. Secondo Pepa, c'è il caso che gli gnefri stiano controllando questi insetti giganti."

"Sì, ho sentito dire che gli gnefri hanno una certa affinità con insetti ed artropodi." rispose Hipolito. "Sia normali che giganti."

"Anche se effettivamente questa ipotesi non spiega varie cose." continuò Pepa, mentre si sedeva per ispezionare le sue armi e controllare se il suo arco fosse in buone condizioni. "Per esempio, non si spiegherebbe perchè starebbero mandando questi insetti giganti ad attaccare la nostra colonia."

 

"Mi sembra abbastanza ovvio." rispose Serena, mentre controllava di essere abbastanza ben ferma sulle gambe. "Vogliono che i coloni se ne vadano da qui."

Pepa si sfregò il mento indecisa. "Sì, in effetti quello che dici avrebbe senso." rispose. "Però... resta il fatto che gli gnefri non sono esattamente gente che ha bisogno di ampi territori, e di solito hanno una mentalità troppo limitata per pensare a conquiste militari o cose del genere. Vivono in maniera alquanto semplice, oserei dire primitiva. Quindi non credo che avrebbero bisogno di cacciarci via. Ci sarebbe comunque posto per tutti."

 

"Quindi... pensi che ci sia qualcuno che tira i fili agli gnefri? Che li sta usando come pedine?" chiese Damiàn. "Beh, in effetti avrebbe senso. Forse, se seguissimo la stessa strada che quegli gnefri hanno percorso, potremmo sapere di più di quello che sta accadendo."

"Potrebbe essere pericoloso. Non sappiamo cosa ci aspetta, e finiremmo per affrontare quei folletti maligni nel loro territorio." commentò Albion. "Non dico di non andare, ma dovremo essere prudenti."

 

Anche il più impulsivo Draig riconobbe l'ultilità della prudenza in quel caso. "Sì, Draig ha ragione. Ho visto io stesso le dimensioni di quello scorpione. Non ho una gran voglia di finire in quelle tenaglie." affermò. "Ma se ci addentriamo nella tana di quegli gnefri, sarà inevitabile affrontarli."

"In tal caso... credo che faremmo meglio ad aspettare qui per un po'. Cercherò di preparare un po' di antitossine." affermò Damiàn, rimettendo rapidamente mano al suo laboratorio alchemico portatile. "Con le ghiandole velenifere di quel millepiedi gigante, dovrei essere in grado di prepararne una certa quantità. Non è proprio la stessa cosa che il veleno di uno scorpione, ma dovrebbe comunque fare il suo lavoro."

 

"A proposito, voi come vi sentite?" chiese Pepa. "Serena, Albion... riuscite a continuare?"

La ragazzina mora disse di sì con la testa. "Mi servirà ancora... al massimo un'oretta, poi sarò a posto." rispose. "Devo ammettere che sono curiosa di vedere cosa ci aspetta nella tana di quegli gnefri. E' praticamente la prima volta che vedo delle creature fantastiche così da vicino..."

"Anch'io mi sento meglio. Aspettiamo che anche Lady Serena stia bene, e poi... cominciamo a dare un'occhiata da quelle parti, e vediamo se questi gnefri c'entrano davvero qualcosa con questa invasione di insetti giganti." affermò Albion. Damiàn aveva già preparato nuovamente il suo laboratorio portatile, e stava armeggiando con delle provette, riversando in esse il veleno che era rimasto in modo da diluirlo e distillarlo.

 

Nessuno di loro poteva negare che erano tutti un po' nervosi per quella spedizione. Pepa, in particolare, si ritrovò a chiedersi se al suo gruppo sarebbe toccata la stessa sorte che spettava a molti avventurieri esordienti. Così pochi di loro ottenevano la fama, le ricchezze, gli onori che cercavano. Per molti di quei giovani, l'unico destino era una fossa e una lapide senza nome.

 

Lei stessa l'aveva visto accadere con i suoi stessi occhi. A volte, era davvero solo un colpo di fortuna a fare la differenza tra vita e morte, come un lancio di dado andato male...

 

 

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Qualche ora dopo...

 

"Ci siete tutti? Signor Damiàn, Hipolito, voi restate in mezzo." si raccomandò Albion, prendendo la testa del gruppo mentre si addentravano nella fitta ed oscura foresta, l'alabarda ben stretta tra le mani. "Lady Serena, Draig... voi rimanete nelle retrovie. Così se dovessero attaccarci alle spalle, potrete proteggere i nostri compagni... e se abbiamo i nemici davanti, potrete intervenire rapidamente. Signorina Pepa, noi restiamo davanti e facciamo da avanguardie. Se necessario, le posso chiedere di andare in avanscoperta?"

 

"Nessun problema." rispose Pepa, tenendo pronto il suo arco ed incoccando una freccia, in modo da essere già pronta a scagliarla se ci fosse stato qualche pericolo. "Lì dietro, tutto a posto? Non ci sono..."

Pepa non fece in tempo a concludere la frase prima che qualcosa si muovesse tra le fronde degli alberi sopra di lei... e ne scese un insetto gigante delle dimensioni di un cane da caccia! La mostruosa creatura puntò verso la gola della giovane donna, che reagì d'istinto e si scansò con un grido di sorpresa, poi scagliò la freccia da distanza ravvicinata, con abbastanza forza da inchiodare a terra il mostruoso insetto, che si contorse per un attimo prima di immobilizzarsi... ma altri due scesero dagli alberi e cercarono di attaccare il gruppo! Per un attimo, gli avventurieri ebbero la possibilità di vederli bene: erano insetti lunghi ed appiattiti di colore bruno-rossiccio, con delle lunghe antenne segmentate, ali atrofizzate e delle grosse pinze dove avrebbe dovuto esserci la coda.

 

Senza perdere tempo, uno di quegli insetti si lanciò all'attacco e cercò di afferrare il braccio destro di Serena, che si ritirò in tempo e afferrò saldamente la sua mazza ferrata, per poi sferrare un colpo micidiale che scagliò di lato la forbicina gigante. Lo strano insetto si rialzò rapidamente e si ritirò tra gli arbusti, forse alla ricerca di prede più facili. Hipolito si ritrovò a doversi difendere da un'altra forbicina gigante che stava cercando di tenerlo fermo contro il suolo... ma per fortuna, Draig intervenne prima che il mostruoso insetto potesse attaccare: afferrò saldamente le pinze poste sulla coda della creatura, e la sollevò di peso per poi scaraventarla via! Con un tonfo e un fruscio inquietante, lo strano insetto atterrò a sua volta tra le fronde e scappò come il suo simile prima di lui.

 

"Uff... c'è mancato poco!" grugnì Draig, per poi gettare un'occhiata ad Albion, che era rimasto lì fermo con l'alabarda sollevata, in procinto di attaccare i mostruosi insetti. "Albion, tutto okay? Non hanno punto nessuno, vero?"

 

"No, per fortuna no..." rispose Albion con un sospiro di sollievo. Diede un'occhiata al resto del gruppo, per accertarsi che stessero tutti bene, e poi al corpo senza vita della prima forbicina gigante che li aveva attaccati. "Beh, questa non me l'aspettavo... Ero preparato... che so, ad una formica gigante, o una vespa gigante, ma... una forbicina? Sul serio?"

"Beh... sono insetti anche loro, dopotutto." rispose Damiàn. "Mi piacerebbe poter portare con noi a Pasiega questo insetto, ma... in questo momento abbiamo cose più importanti da fare. Meglio lasciarlo qui."

 

"Non sono velenosi questi insetti, vero?" chiese Serena, camminando attorno al corpo della forbicina gigante morta e guardandola con curiosità.

Pepa scosse la testa. "No, per fortuna no... però quelle pinze possono essere usate per catturare le prede, oppure per difendersi." rispose. "Sono insetti onnivori, quindi è probabile che volessero fare di noi uno spuntino... e quando li abbiamo respinti, hanno deciso di cercare qualche altra preda."

"Comincio... veramente a non sopportare più tutti questi insetti giganti." commentò Damiàn, innervosito dalla minaccia da poco sventata. "Prima riusciamo a giungere alla fine di questo mistero, meglio mi sentirò."

 

"Non me la sento di contraddirla, signor Damiàn..." dise Hipolito, togliendosi di dosso un po' di polvere mentre si rialzava con l'aiuto di Serena.

Albion prese in mano la situazione, richiamando l'attenzione del gruppo sulla missione che ancora li aspettava. "Okay, signori... è stato un attacco a sorpresa in piena regola, ma dobbiamo farci forza e proseguire su questa strada. Signorina Pepa... può dare un'occhiata alla strada davanti a noi, e confermare se qualche insetto gigante è passato da queste parti?"

 

La giovane dai capelli rossi preparò un'altra freccia e annuì. Si affrettò a dare un'occhiata alla strada, e il suo sguardo acuto rilevò ben presto delle strane impronte simili a solchi, la cui forma, posizione e dimensione era effettivamente compatibile con quella delle zampe di un insetto gigante. Forse quello scorpione gigante che lei e Draig avevano visto prima?

 

"In effetti qui è passato qualcuno di recente, paladino Albion." affermò Pepa dopo un attimo di riflessione. Il gruppo accorse per dare un'occhiata all'impronta, disponendosi in un semicerchio ordinato attorno a Pepa. "Se seguiamo questa pista, dovremmo arrivare a quegli gnefri di cui vi parlavo... e forse, a qualche indizio in più."

"Sì, sembra proprio l'impronta di uno scorpione gigante." disse Hipolito. Pepa storse il naso infastidita - quell'halfling non stava aggiungendo nulla di utile a quello che lei aveva già detto - ma non fece alcun commento. "Messer Damiàn, credo che dovremo tenere pronte le antitossine. Una sola puntura da parte di una di quelle bestie può essere davvero pericolosa."

 

"Se non altro, adesso abbiamo una buona idea di cosa ci aspetta..." commentò Albion. "Okay, ragazzi, tutti nella formazione di prima. Tenete gli occhi bene aperti... e state attenti a qualsiasi cosa si muova."

Draig imbracciò la sua lancia e annuì con determinazione. Quei maledetti insetti erano in grado di nascondersi ovunque, e in quel fitto fogliame, i nascondigli che avrebbero potuto usare erano praticamente infiniti...

 

 

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Alcuni minuti di marcia più tardi...

 

"Oookay... questa proprio non me l'aspettavo!" commentò Hipolito, osservando  incredulo ciò che era apparso dietro una collinetta ricoperta di erba e muschio. All'improvviso, nel bel mezzo di quella foresta apparentemente intonsa dalla civiltà, si erano trovati davanti un grande edificio di pietra grigia lavorata in maniera un po' grezza ma efficiente - un edificio ad un solo piano, ma dall'aspetto impressionante, parzialmente ricoperto di muschio e piante rampicanti, chiaramente un tempio dedicato a chissà quale divinità!

 

Per quanto fosse chiaramente in uno stato di degrado, si comprendeva bene che quel tempio non era abbandonato. E a giudicare dall'aspetto esteriore, non doveva essere dedicato ad una divinità benevola. La facciata era decorata di strani ornamenti dall'aspetto inquietante e bassorilievi che rappresentavano insetti mostruosi e altre creature orripilanti, mentre il tetto spiovente era reso ulteriormente impraticabile da lunghi e sottili spuntoni di ferro che uscivano dal cornicione. Essendo un paladino, Albion riusciva a percepire un'aura maligna che aleggiava attorno a quel posto... una sensazione di oppressione e disagio che si faceva sempre più marcata man mano che si avvicinavano. Ai lati dell'ingresso si trovavano due statue che rappresentavano qualche creatura mostruosa, simile ad un centauro insettoide che teneva tra le mani una minacciosa falce.

 

E la cosa più notevole era che le impronte che Pepa aveva individuato e stava seguendo proseguivano verso l'ingresso del tempio, salendo una piccola rampa di scale e raggiungendo infine una grande arcata d'ingresso, abbastanza grande da permettere l'ingresso anche a creature ben più grandi di un essere umano. Non appena il gruppo si era reso conto di cosa avevano davanti, i ragazzi si erano nascosti tra le fronde degli arbusti più vicini, in modo da avere migliori possibilità di sfuggire ad eventuali guardie... poi, avevano cercato di muoversi attorno al tempio per vedere se ci fossero altri ingressi, e in generale, per rendersi conto di cosa potesse essere quel posto.

 

"Cosa ci fa una costruzione come questa... nel bel mezzo di una foresta vergine, per giunta?" si chiese Pepa.

 

L'attenzione di Albion era stata attratta da un altro elemento - per l'esattezza, le due statue piazzate ciascuna ad un lato dell'arcata d'ingresso. Aguzzando meglio la vista, il dragonide paladino riuscì a distinguere meglio i dettagli di quelle statue terrificanti... e il sangue gli si gelò nelle vene quando riconobbe la mostruosità che rappresentavano: un'orribile bestia che ricordava una sorta di osceno centauro, umanoide dalla vita in su, con la testa di una locusta con grandi occhi compositi e terrificanti mandibole uncinate, oltre che numerosi spuntoni che spuntavano dalla testa, come dei capelli. Ma la metà inferiore del corpo era quella di una enorme locusta, con sei robuste zampe ricoperte di spine. Un paio di grandi ali onsettoidi spuntavano dalla schiena della creatura raffigurata, nelle cui mani brandiva una falce fatta di ossa saldate assieme e scolpite. Era un essere orrendo ed abominevole, una visione da incubo che non poteva essere uscita che da qualche luogo di caos e malvagità...

 

"Che Bahamut ci protegga... quella... è una rappresentazione di Deskari!" mormorò Albion, gli occhi sgranati.

"Deskari?" sussurrò Pepa, che sentiva quel nome per la prima volta. "E chi sarebbe?"

Serena serrò gli occhi, e un'espressione di rabbia e raccapriccio disturbò per un attimo il suo contegno stoico e distante. "Deskari è uno dei tanti principi demoniaci dell'Abisso, la dimensione del caos e del male. Per l'esattezza, è il Principe Demoniaco delle Locuste." spiegò la giovanissima warlock. "In effetti, è uno dei più potenti e pericolosi. Lo chiamano anche il Signore delle Schiere di Locuste... oppure l'Ambasciatore dell'Apocalisse. E' una creatura rapace, che brama di conquistare altri mondi e sterminare ogni forma di vita non demoniaca."

"E allora... perchè diavolo qualcuno vorrebbe venerare una simile creatura?" si chiese Hipolito, incredulo e disgustato.

 

Damiàn scosse la testa. "Purtroppo, sono in molti quegli sciocchi che vendono le loro anime alle alte potenze del Male. Siano essi demoni, diavoli, daemon... o qualsiasi altra cosa." spiegò. "Troppo spesso persone accecate dall'avidità, dalla disperazione, dalla sete di potere stipulano dei patti con gli immondi pensando soltanto al potere che otterranno nell'immediato, senza riflettere su quali saranno le conseguenze per la loro anima."

"E nel caso di Deskari... molti cultisti di un certo rango sono consapevoli di quali siano i suoi piani, e stipulano quindi ulteriori patti per vendere le loro anime, nella speranza di essere ricompensati diventando demoni dopo la morte." spiegò Serena. "Sì, lo so... non è un argomento di cui fa piacere discutere..."

 

"Quello che ci basta sapere è che il culto di Deskari è una minaccia per tutte le genti civilizzate. E anche la nostra colonia è in pericolo se li lasciamo fare." affermò Albion. "Dobbiamo entrare in quel tempio e cercare, per quanto possibile, di sventare i loro progetti."

 

"Cerchiamo un'altra via d'ingresso... l'entrata principale mi sembra davvero troppo ovvia." proseguì Hipolito. "Tanto più che... mi sembra di vedere qualcuno là davanti!"

 

Draig voltò lo sguardo verso il minaccioso ingresso del tempio di Deskari, e vide che in effetti due piccoli umanoidi dalla pelle azzurrina e dalla testa sproporzionata si erano piazzati vicino alle statue di Deskari e stavano facendo la guardia, per quanto con evidente svogliatezza. Due gnefri, quasi identici a quelli che lui e Pepa avevano visto poche ore prima, accompagnati da altri quattro insetti giganti: quattro orride pulci grandi come cani, ricoperte di placche chitinose di colore rosso-marroncino, con sei zampe lunghe ed esili fatte appositamente per il salto, e un paio di mandibole aguzze tra le quali guizzava una disgustosa lingua simile ad un tubo.

 

"Sono gnefri, vero?" chiese lo halfling druido. "E quegli insetti che sono con loro... sono pulci giganti."

Albion storse il naso e fece una smorfia di disgusto. "Scommetto che se ci mordessero, ci farebbero qualcosa di più che un semplice prurito, vero?" chiese con ovvio sarcasmo.

Sperando che i folletti dalla testa enorme non si fossero ancora accorti di loro, gli avventurieri scivolarono nuovamente tra la vegetazione e tornarono indietro, sperando di trovare qualche altro ingresso. Sicuramente, un tempio dedicato ad un principe demoniaco doveva avere qualche via di fuga, pensò tra sè Albion, nel caso i cultisti fossero stati attaccati da qualcuno che voleva consegnarli alla giustizia. Ovviamente, doveva essere una via di fuga che non fosse facilmente visibile dall'esterno...

 

Il gruppo raggiunse la parte posteriore del tempio, decisamente più spoglia e dall'aspetto un po' meno minaccioso rispetto alla parte frontale. Se non altro, lì non si vedevano statue dedicate a qualche blasfemo mostro mezzo-locusta, nè bassorilievi che rappresentavano scene di morte e rovina. Si trattava semplicemente di una facciata di pietra grigia del tutto spoglia, con l'eccezione di alcuni radi rampicanti e del muschio che cresceva su alcune zone. La parete sembrava quasi interamente liscia, fin troppo regolare per essere il tempio di una creatura del caos come Deskari.

 

"Okay, adesso cominciamo a cercare." sussurrò Albion. "Draig, Serena... voi potreste dare un'occhiata in giro, giusto in caso ci fosse qualche altro gnefro o insetto gigante?"

Draig sogghignò lievemente, eccitato all'idea di un combattimento degno della sua abilità. "Ci puoi scommettere, fratello. Non mi sfuggirà niente!" affermò, tenendo ben stretta la sua lancia.

 

Serena inclinò la testa da un lato con espressione un po' dubbiosa. "Fratello?" chiese.

"Oh, è un modo di dire. Draig mi chiama così perchè l'intesa tra noi è tale che potremmo benissimo essere fratelli." spiegò Albion alzando le spalle. "Okay, Serena, tu e Draig restate qui e avvertiteci se c'è qualcosa che non va. Noi ci occuperemo di cercare qualche passaggio che entri nel tempio."

"Aspettate, paladino Albion. Non ci sarà bisogno di cercare palmo a palmo." disse Damiàn, alzando una mano per offrirsi volontario per un primo tentativo. "Credo di avere un incantamento divinatorio che ci permetterà di localizzare eventuali passaggi segreti senza difficoltà."

"Come?" chiese stupita Pepa. "E perchè non lo hai detto subito, scusa?"

 

Il mezzelfo strizzò un occhio in segno di intesa. "Perchè il raggio d'azione di questo incantesimo è limitato. Non posso lanciarlo sull'intero tempio e scoprire subito quante porte segrete ci sono e dove." spiegò. "Mi spiace, ma non sono io a decidere come funzionano gli incantesimi. La magia è una scienza, come la fisica o la matematica, e anch'essa ha le sue regole."

Pepa storse il naso, un po' delusa. Probabilmente si era aspettata che i maghi fossero capaci di fare qualcosa in più con la magia di cui si vantavano tanto. "E va bene..."

 

Come se le avesse letto nel pensiero, Damiàn fece un piccolo sorriso e proseguì la spiegazione, anche mentre si apprestava a lanciare l'incantesimo. "Non siate delusa, signorina Pepa. Modificare gli incantesimi per raggiungere risultati che prima non si riuscivano ad ottenere fa anch'esso parte dello studio della magia." affermò il mezzelfo mago. "E' tutta questione di comprendere le regole della magia e sapere come manipolare le energie arcane per ottenere risultati sempre più versatili! Detto questo... Che i segreti si rivelino a me e i sentieri occulti appaiano agli occhi della mia mente!"

Damiàn pronunciò la formula magica e chiuse gli occhi, concentrandosi in modo da mantenere gli effetti dell'incantesimo. Nel giro di pochi secondi, il mezzelfo visualizzò nella sua mente la presenza di passaggi segreti... ed ebbe la conferma che in effetti ce n'era uno. Incoraggiato, Damiàn si concentrò ancora di più... e riuscì ad individuarne la posizione e, qualche istante dopo, anche un meccanismo vicino che avrebbe permesso di aprire il passaggio segreto!

 

"Molto bene, signori. Ho scoperto che, in effetti, c'è un passaggio che ci permetterà di entrare nel tempio." annunciò, aprendo gli occhi di scatto. Draig e Pepa si erano già piazzati per coprire le spalle al resto del gruppo, e si voltarono per primi verso il mezzelfo mago mentre quest'ultimo si dirigeva verso un punto, circa a metà della facciata posteriore del tempio. "Da queste parti ci dovrebbe essere un pulsante, o comunque una leva per attivare un meccanismo di apertura. In questo modo potremo accadere al tempio senza ulteriori problemi."

"Interessante... vediamo un po'!" disse Serena. La giovane warlock raggiunse la parete e cominciò a cercare a tentoni finchè la sua mano non afferrò una decorazione appenavisibile che ricordava molto la testa di una formica mostruosa scolpita nel muro. Con attenzione, la ragazzina cercò prima di premerla per farla rientrare nel muro, poi di tirarla verso di sè... ma la testa di pietra non si mosse di un millimetro, e Serena storse il naso, pensando che forse non era quello il meccanismo giusto...

 

Poi, un'idea si fece strada nella sua mente, e Serena provò a ruotare la testa dell'insetto in senso antiorario... e un istante dopo, un cupo rumore di pietra smossa risuonò da un punto lì vicino, e una lastra di pietra infissa nella parete cominciò ad aprirsi, guidata da una serie di meccanismi occulti! Serena e i suoi compagni guardarono compiaciuti mentre il passaggio si apriva con un acuto cigolio di meccanismi, rivelando un corridoio che scendeva per un breve tratto nel sotterraneo.

 

"Come volevasi dimostrare." affermò Damiàn con un certo orgoglio.

 

"Ottimo lavoro, signor Damiàn, Lady Serena." Albion volle congratularsi con i suoi compagni. "Adesso però dobbiamo stare attenti quando entriamo là dentro. Non abbiamo la più pallida idea di cosa ci aspetti in quel covo di cultisti."

"In tal caso... restiamo uniti ed entriamo con prudenza." rispose Pepa, mettendo da parte per una volta i suoi pregiudizi nei confronti degli halfling. Se non altro, meglio fare squadra con uno di loro - o anche con più di uno - piuttosto che andarsi a ficcare in bocca ad un gruppo di cultisti di Deskari.

 

Albion prese la testa del gruppo, formando una fila ordinata che si chiuse con Draig che faceva da retroguardia. Pepa estrasse una torcia e la accese, in modo da fare un po' di luce al gruppo mentre si addentravano nel passaggio segreto e nei meandri di quel luogo infido...

 

 

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Il corridoio proseguì per un lungo tratto, e finalmente sbucò in una stanza dall'aspetto alquanto inusuale: fu Albion il primo a dare un'occhiata all'interno, e il suo olfatto acuto percepì chiaramente la puzza di carne rancida, unita ad un tenue, quasi impercettibile, odore di acido. Il dragonide paladino, tenendo pronta la sua alabarda, entrò con prudenza nella sala rettangolare, il cui pavimento era disseminato di pezzi di ossa e frammenti di carne e cartilagine. In quel momento, Albion non aveva nessuna voglia di chiedersi a che tipo di creature appartenessero.

 

Lungo le pareti erano stati piantati dei ganci ai quali erano attaccati anelli di corda e strane selle di cuoio, mentre sulla parete alla sinistra del dragonide c'era una piccola lavagna di ardesia nera sulla quale era stato scritto qualcosa.

Tuttavia, non era quello il particolare che colpì Albion nel momento stesso in cui entrò nella stanza. Piuttosto, fu un suono sommesso ed inquietante, un ticchettio che riecheggiava sinistramente nella sala... e un istante dopo, due figure dall'aspetto mostruoso scivolarono fuori da un recinto di mattoni, osservando fameliche il paladino!

 

"Maledizione, ci sono già dei problemi..." grugnì Albion, avvertendo i suoi compagni del pericolo imminente. Mentre i suoi compagni si preparavano a combattere, Albion puntò l'alabarda contro le due figure, che gli apparvero davanti con fare aggressivo: due scorpioni grandi come lupi, con delle robuste tenaglie e una lunga coda che terminava con un pungiglione ricurvo. I loro corpi erano ricoperti da spesse corazze chitinose dai colori inusuali - uno degli scorpioni era di un acceso colore rosso vermiglio, mentre l'altro era blu, un colore scuro che gli permetteva di mimetizzarsi un po' meglio nell'oscurità.

 

Draig si piazzò immediatamente a fianco del suo compagno, mentre Damiàn lanciava un semplice incantesimo Luce che creò una sfera luminosa sopra le teste del gruppo, in modo che potessero vedere meglio i loro avversari. Hipolito caricò una pietra nella sua fionda, mentre Pepa incoccava una freccia e Serena alzava la mano destra, avvolta di un'aura di luce viola. I due scorpioni giganti, guidati unicamente dal loro istinto di predatori, scattarono verso i due dragonidi, e quello rosso cercò di agguantare Albion nelle sue micidiali chele. Con un fendente della sua alabarda, il paladino riuscì a ferire lo scorpione, aprendo un taglio di notevoli dimensioni sulla superficie della tenaglia.

 

"Non lasciatevi colpire dai pungiglioni sulle loro code!" esclamò Hipolito. Dopo aver preso la mira, il piccolo halfling scagliò un proiettile dalla sua fionda e riuscì a colpire la coda dello scorpione blu, senza fargli troppo male ma impedendo al mostruoso aracnide di sferrare un affondo contro Draig. Il dragonide rosso approfittò di quel momento per cercare di sferrare un potente affondo contro la bestia corazzata. La punta della sua lancia rimbalzò contro la robusta corazza della bestia, ma riuscì a farla indietreggiare e a dare a Draig il tempo di posizionarsi un po' meglio.

 

Lo scorpione blu non ebbe il tempo di sferrare un altro attacco. Un raggio di energia viola si dipartì dal palmo della mano alzata di Serena e colpì la schiena del mostruoso artropode, mentre Pepa scoccava una freccia che colpì lo scorpione blu ad una tenaglia, piantandosi nella sua corazza. La bestia si contorse e indietreggiò, e Draig sferrò un altro affondo con la sua lancia. questa volta, la punta in acciaio si infilò in un punto debole della corazza e riuscì a ferire lo scorpione gigante, che però reagì con riflessi fulminei, e sferrò un affondo con la cuspide posta sulla coda. Colto di sorpresa, Draig non riuscì ad evitarlo... ma si spostò quel tanto che bastava affinchè il pungiglione velenoso colpisse la sua corazza e non affondasse nella carne.

 

"Draig!" esclamò Albion, mentre cercava di tenere occupato l'altro scorpione. Tirò un sospiro di sollievo quando vide il suo amico staccarsi il pungiglione dall'armatura, e poi sferrare un poderoso colpo dall'alto verso il basso con la sua lancia, impalando lo scorpione blu! La bestia venne colta da uno spasmo frenetico e frustò l'aria con la coda, decisa a battersi fino all'ultimo, e Draig dovette retrocedere per evitare di essere punto per davvero.

 

Pur ferito mortalmente, lo scorpione blu avanzò verso il suo bersaglio... solo per ricevere un altro raggio di energia oscura da parte di Serena, e una freccia ben piazzata da parte di Pepa. L'arco della ranger scattò, e la freccia si piantò in uno dei tanti occhi dello scorpione gigante, che finalmente crollò.

Albion e Damiàn, da parte loro, stavano facendo un buon gioco di squadra contro lo scorpione rosso. Il mago si teneva a debita distanza dalle tenaglie e dal pungiglione del mostro, usando incantesimi d'attacco basilari ma comunque dannosi per colpire la bestia, che in qualche modo cercava di passare attorno ad Albion per attaccare. Ma il fiero paladino, brandendo la sua alabarda con maestria, rispondeva colpo su colpo e costringeva la bestia a stare lontano. La lama dell'alabarda era già riuscita a colpire un paio di volte, aprendo delle profonde ferite nella corazza dello scorpione.

 

"Raggio di Gelo!" esclamò nuovamente Damiàn. Il mago mezzelfo puntò l'indice contro lo scorpione rosso e scagliò dalla punta del dito un raggio di energia azzurra che colpì la bestia ad un fianco, facendola rabbrividire. Un colpo di tenaglia fece un graffio sul braccio di Albion, ma il paladino riuscì a mantenere la distanza di sicurezza, e deviò il pungiglione con il manico della sua arma.

Deciso a concludere lo scontro il prima possibile, prima che i cultisti fossero attirati dal rumore della lotta, Albion spalancò la bocca, rivelando due file di piccoli denti aguzzi... e una sfera luminosa di colore bianco-azzurrino che si formava al suo interno. Dalle fauci spalancate del dragonide scaturì un raggio di energia azzurro che irradiava freddo, con il quale Albion colpì in pieno lo scorpione rosso, ricoprendo la sua corazza chitinosa di un sottile strato di gelo.

 

Per un paio di secondi, lo scorpione rosso continuò ad avanzare e agitò scompostamente le chele e il pungiglione... ma alla fine, il soffio gelido di Albion ebbe la meglio su di lui, e il gigantesco aracnide crollò al suolo e smise di muoversi, giacendo a terra in mezzo ad un sottile strato di ghiaccio.

Albion chiuse la bocca e interruppe il soffio di energia gelida, poi riprese fiato e si assicurò che i due scorpioni fossero davvero morti. Una volta che potè vedere che non c'era più alcuna reazione da parte delle due bestie, il dragonide argentato disse di sì con la testa. "Bene. Questi due sono stati eliminati. E per il momento, non sembra che gli abitanti di questo tempio si siano accorti di noi." affermò. "Riprendiamo la formazione di prima e iniziamo da qui ad esplorare questo posto. Ma state attenti... percepisco un'aura malvagia che aleggia qui attorno. Non dobbiamo farci cogliere impreparati."

"Come abbiano fatto poi questi scorpioni ad avere una simile pigmentazione... non me lo spiego davvero!" disse Hipolito. La sua curiosità riguardo ogni tipo di creatura vivente ebbe la meglio su ogni altra considerazione, e l'halfling si avvicinò ai corpi senza vita dei due scorpioni giganti per esaminarli meglio. "Hmm... non sembra che li abbiano colorati apposta. Anzi, sembra proprio che sia la loro colorazione naturale! Da dove vengono? Sono una specie che non ho mai visto..."

 

"Se hai finito di fare le facce da salame guardando quelle bestiacce..." lo interruppe Pepa. "C'è qualcos'altro a cui mi piacerebbe rivolgere la nostra attenzione. Perchè non date un'occhiata lassù?"

"Lassù? Cos'hanno quelle..." cominciò a chiedersi Serena, mentre volgeva lo sguardo alle corde e alle selle appese alle pareti. "Hmm... hanno un aspetto un po' particolare, in effetti. Non sono selle che si usano per cavalli."

Pepa annuì lentamente. "Esatto. E se i miei occhi non mi ingannano... sono dello stesso tipo di quelle che io e Draig abbiamo visto quando quello gnefro a cavallo di quello scorpione gigante ci è passato accanto. Questo conferma che effettivamente stanno usando gli insetti giganti di questo posto per condurre le loro azioni."

"Sì, lo stile, il design è proprio quello." confermò Draig. "Anche se queste selle sono un po' più piccole."

 

"E io che pensavo che addestrare insetti giganti non fosse possibile." commentò Damiàn. "Meglio proseguire... sperando di non imbatterci in qualche mostruosità abissale..."

 

 

oooooooooo

  

 

In piedi in mezzo al pentacolo disegnato sulla piattaforma, la figura insettoide aprì le mandibole e picchiettò un paio di volte sul terreno con il manico della sua falce, prima di cominciare ad intonare un'inquietante cantilena che suonava quasi come il frinire di una cicala modulato in modo da imitare la voce di un essere umano. Le minuscole figure che attorniavano il pentacolo si prostrarono in segno di sottomissione, mentre la creatura insettoide staccava una mano dal manico della sua falce e cominciava a tracciare alcuni segni in aria, come se volesse disegnare qualcosa con la mano artigliata.

 

"Oh, sommo Deskari! Signore delle Schiere di Locuste!" esclamò l'insettoide con voce nasale e penetrante. "Ascolta le nostre preghiere! Coloro che vengono qui per profanare le nostre terre... ti offriremo le loro carni e le loro anime! Ti chiediamo assistenza, e la tua benedizione, affinchè i nostri nemici vengano sconfitti, e i tuoi fedeli possano prosperare!"

 

Il pentacolo nel quale l'insettoide stava in piedi si illuminò, emettendo una strana ed innaturale luce violetta che illuminò in confuso le fattezze del mostruoso sacerdote, mentre numerose vocine acute cominciarono a gracchiare parole di preghiera e di lode all'orrido Principe Demoniaco delle Locuste, e altre emisero dei ripugnanti gorgoglii.

 

"Venite... venite, miei fedeli!" esclamò il sacerdote demoniaco. "La vita si nutre di vita! Offriamo al nostro signore una vita che lo soddisfi!"

 

Un mugolio sommesso, colmo di terrore e disperazione, sovrastò per un istante la mostruosa cantilena degli gnefri, mentre alcuni dei folletti malvagi trascinavano verso il sacerdote insettoide una giovane donna mora vestita di stracci, legata ed imbavagliata, con dei chiari segni di maltrattamenti sul volto e sulle braccia. Con uno strattone, gli gnefri costrinsero la donna ad inginocchiarsi di fronte al sacerdote che officiava quel rito... mentre dietro di lui, una lastra di marmo si apriva nel pavimento, rivelando una fossa piena di orride larve che si contorcevano. Ognuna di esse era di dimensioni abnormi - le più piccole erano lunghe come un dito di un uomo, mentre le più grandi arrivavano addirittura al metro e mezzo di lunghezza - con dei corpi biancastri e rigonfi, e delle mandibole uncinate ed affilate!

 

Mentre la vittima lanciata un grido di terrore soffocato dal bavaglio che le copriva la bocca, il mostruoso sacerdote si avvicinò a lei e le prese il mento con una mano artigliata.

 

"Non avere paura. Le tue carni e il tuo sangue saranno il nutrimento delle creature del sommo Deskari." affermò l'insettoide, e sollevò le mandibole in quello che poteva essere l'equivalente di un ghigno. "Voi umanoidi, venuti qui a sottrarci quello che ci appartiene... dovreste essere contenti del fatto che vi concediamo un destino così nobile!"

   

Poi, afferrò la donna con la mano libera e la scaraventò nella fossa.

La vittima ebbe appena il tempo di lanciare un grido terrore cieco prima che le larve le si gettassero addosso, stridendo e mordendo...

 

    

oooooooooo

 

 

CONTINUA...   

 

  
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