Anime & Manga > HunterxHunter
Ricorda la storia  |      
Autore: Jason_Trth Hrtz    29/05/2022    1 recensioni
«Ti ci vuole disciplina, Kurapika…» Kuroro massaggiò con la punta delle dita, ed estrema lentezza, le cosce scoperte di Kurapika, che in risposta al leggero stimolo le avvinghiò intorno alla sua vita.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Kurapika, Kuroro Lucifer
Note: What if? | Avvertimenti: PWP
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: I Dream of Red
Autore: Jason_Trth Hrtz
Fandom: Hunter x Hunter
Pairing: KuroKura (Kurapika x Kuroro)
Rating: 
arancione
Parole: 1424
Avvertimenti: orgasm control, Dom/sub, accenni Brat!Kurapika, canon divergence, pwp, mention of face slapping, body slapping, accenno subspace, aftercare, possibile OOC per Kurapika (io l'ho scritto come me lo immaginavo in uno scenario del genere e senza i precedenti del canon tra lui e Kuroro, ma ovviamente ognunə è liberə di pensarla diversamente
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, sono proprietà di Yoshihiro Togashi
Note: Sono consapevole del fatto che la KuroKura nel fandom italiano di HxH non sia molto ben vista e che, giustamente, molti lamentano la tossicità della stessa per via di ciò che accade nel canon. Avete ragione ad indignarvi, tuttavia:
 
1) solitamente leggo storie KuroKura che si sviluppano in modo diverso rispetto al canon (AU oppure storie che non contemplano il massacro dei Kuruta.) Spesso sono "What If". Altra variante comune è: Kurapika e Kuroro si incontrano senza sapere l'uno la storia dell'altro, poi Kurapika scopre il ruolo di Kuroro nella morte del suo clan e si vendica.
 
2) questa storia, come indicato nei tag, è una “canon divergence” che conserva solo alcune caratteristiche del canon, quindi andrebbe letta con la consapevolezza che Kuroro non ha rovinato la vita a Kurapika e non l'ha reso praticamente orfano.
 
3) i nomi dei personaggi e/o gruppi di persone usati in questa storia verranno scritti secondo la personale preferenza dell'autore. Ho notato che ad alcuni non piace usare “Kuroro” “Kurapika”, ecc… C’è chi preferisce “Chrollo” o tutte le altre varianti usate all’interno del fandom, io preferisco usare “Kuroro” perché se non sbaglio in Giapponese significa “nero” e mi sembra molto calzante per la sua figura. Tutto qui. Non è mia intenzione imporre ad altri come chiamare questi personaggi (e altri), ma in questa storia (e altre) questi sono i nomi che userò. Spero sia accettato lo stesso e non visto come una mancanza da parte mia. ♥
 
4) nel mio immaginario per loro due Kurapika ha 21-23 anni quando incontra Kuroro e quest'ultimo ha circa 26 anni.
 
Dopo questi chiarimenti, riuscirete a leggere questa raccolta senza sentirvi in colpa e/o senza accusare me di essere un "deviato mentale"?
Sì? Perfetto. Buona lettura!
No? Potete tranquillamente evitare di leggere la storia e risparmiarvi il fastidio di leggere qualcosa che con molte probabilità non vi piacerà.
 
Buona lettura! ♥

 

                                   Jason.
 
 
Voglio ringraziare @ame tsuki per avermi fatto da beta!
 




 
I DREAM OF RED

 
 
«Smettila di perdere tempo, maledizione!»

«Ti ci vuole disciplina, Kurapika…» Kuroro massaggiò con la punta delle dita, ed estrema lentezza, le cosce scoperte di Kurapika, che in risposta al leggero stimolo le avvinghiò intorno alla sua vita.

«Sii paziente e forse questa volta potrei decidere di farti venire» sentenziò Kuroro.

Kurapika appoggiò meglio la testa sul cuscino morbido e inarcò la schiena, contorcendosi mentre il vibratore dal rivestimento in silicone nero non dava tregua alla sua entrata lubrificata a dovere, come a mostrare lo stato della sua eccitazione a un apparentemente incurante Kuroro. Lo stesso che sorrideva mellifluo a ogni lamentela e capriccio di Kurapika, mentre intanto lo guardava dall’alto in basso con quegli occhi tanto grigi e glaciali da vestirlo di brividi; non sapeva se a causa della stimolazione continua che stava ricevendo o del peso di quello sguardo che viaggiava lungo tutto il suo corpo nudo e sudato.
Poteva solo dimenarsi e ansimare, nella speranza che Kuroro avesse finalmente pietà dello stato in cui lo aveva ridotto e si decidesse a farlo venire una volta per tutte.
 
La sua mente gli ricordò tristemente che Kuroro era capace di molte cose, ma avere pietà di qualcuno non era tra queste.
 
Nonostante questo, aveva provato a raggiungere un orgasmo per conto suo, sfruttando la vicinanza tra i loro corpi e l’attrito provocato dai vestiti di Kuroro a contatto con la sua pelle incandescente, ma puntualmente due mani color avorio e dalla stretta simile all’acciaio gli bloccavano il bacino, sulla superficie semi-rigida del letto che usavano durante queste pratiche, impedendogli così di raggiungere il piacere tanto agognato.
Era in quei momenti che Kurapika lo insultava e malediceva. Solitamente, come punizione immediata per la sua impertinenza, riceveva degli schiaffi sulle cosce o in faccia, ma tutto ciò non faceva altro che eccitarlo di più, e Kuroro questo lo sapeva bene.
Kurapika sarebbe venuto solo quando Kuroro lo avesse ritenuto opportuno. Il pensiero di avergli lasciato tale controllo lo fece gemere dal piacere. 
 
—ooOoo—
 
 
All’ennesimo culmine interrotto, Kurapika non potette trattenersi dal cominciare a parlare a ruota libera nella sua lingua natia; ormai la sua mente in tutt’altra dimensione. Quasi non respirava, talmente impetuosa era la fiamma che ardeva sotto la sua pelle.

Kuroro non poteva capire le parole di Kurapika in quella lingua, eppure i suoni quasi strozzati e le tonalità profonde che raggiungeva la voce di Kurapika bastavano a fargli intuire la natura di quelle frasi interminabili e sussurrate tra i denti. Ed era in quei momenti che Kuroro capiva che Kurapika era realmente vicino al suo limite. Spettava quindi a lui decidere se continuare quella tortura o farlo venire e terminare la sessione.

Ciò che lo affascinava e incuriosiva allo stesso tempo era come Kurapika non si rendesse conto del suo switch improvviso alla sua lingua d’origine. All’inizio aveva avuto il sospetto che Kurapika usasse quella carta per fingere di non poter sopportare oltre, cercando così di ottenere da lui quello che voleva, ma gli era bastato guardarlo pochi attimi negli occhi, languidi e rossi come il rubino, per capire che Kurapika non stava fingendo.

La consapevolezza di averlo ridotto a una massa quasi incosciente e succube del piacere che solo lui sapeva somministrargli bastava a soddisfare momentaneamente la sua fame di lui.

Così, compiaciuto di aver ancora una volta adempiuto sia ai suoi piaceri sia a quelli di Kurapika, gli tenne sollevata l’eccitazione tra l’indice e il medio della sua mano affusolata e piena di graffi superficiali—provocati da un Kurapika incessantemente insoddisfatto, mentre con il pollice e il palmo della stessa mano gli massaggiava i testicoli. Una volta attirata l’attenzione di Kurapika su di lui e quello che stava facendo, bastò leccargli l’erezione dalla base fino alla punta già turgida e bagnata per farlo venire con un grido, seppur vinto.
 
—ooOoo—
 
 
Kurapika prese lunghi respiri, si coprì la fronte sudata con un avambraccio e chiuse gli occhi, cercando di farli ritornare del loro solito colore castano. Un uso prolungato degli “Occhi Scarlatti” gli procurava giorni interminabili di mal di testa. Li riaprì quando Kuroro gli afferrò il retro delle cosce e lo trascinò a sé, ai piedi del letto. Lo fece sedere, aiutandolo a rimanere dritto, per poi tirarselo addosso. Kurapika gli avvolse le braccia intorno alla vita e poggiò la fronte nell’incavo del suo collo; il suo respiro umido bagnò la pelle di Kuroro.

La consapevolezza che per l’ennesima volta Kuroro non si era scomposto di una virgola, mentre Kurapika era da raccogliere e immergere con tutta la testa direttamente dentro una vasca da bagno, talmente era fisicamente provato e ricoperto dei suoi stessi liquidi corporei, lo infastidì.

Decise di mordergli il collo, fino a lasciare un segno ben evidente anche al di sopra del collo dei vestiti. Tutti lo avrebbero visto, ma per una volta voleva fregarsene del solito pudore che lo aveva da sempre contraddistinto.
 
—ooOoo—
 
 
Era stato lento nello svolgere l’azione, doveva essere più stanco del previsto dopo l’ultimo orgasmo provato, eppure Kuroro rimase immobile e lo lasciò sfogarsi su di lui. Quando Kurapika ebbe finito e si separò leggermente da lui, ammirò il suo operato con una luce diversa negli occhi: un luccichio che minacciò di tingere un’altra volta il suo sguardo. Le labbra rosse, precedentemente viziate dai denti di Kuroro, sfoggiarono un sorriso che gli sfumò le guance di un rosa intenso.

«Meglio?» sussurrò roco Kuroro a un Kurapika ancora imbambolato sul livido che andava formandosi sul collo latteo di Kuroro.

Gli massaggiò i capelli biondi sulla nuca, seppur gli risultasse difficoltoso visto quanto Kurapika aveva sudato. Il movimento ripetitivo delle sue dita rilassò ulteriormente Kurapika e presto se lo ritrovò nuovamente tra le sue braccia. Lo prese di peso e si diresse in cucina, lo poggiò sul piano dell’isola in marmo e si impegnò affinché bevesse qualche sorso d’acqua a temperatura ambiente. Gli spinse una barretta proteica tra i denti, facendola a pezzi e imboccandolo con le sue stesse mani; seppur facesse ancora i capricci—come poco prima durante la sessione.

«Vuoi farti un bagno o vuoi riposare?» gli chiese Kuroro carezzandogli una guancia. La pelle abbronzata era ancora calda e arrossata, se dall’eccitazione o gli schiaffi ricevuti non si riusciva a dirlo.

«Solo se mi strofini tu…» sbiascicò già con gli occhi semi-chiusi Kurapika, pur riservandosi un risolino. L’allusione chiara a entrambi.
 
—ooOoo—
 
 
«Quello era sottinteso, Kurapika». Kuroro gli sollevò il volto per farsi guardare negli occhi. L’impresa fu ardua, considerata l’evidente spossatezza che al momento governava ogni muscolo di Kurapika. Quando finalmente riuscì a focalizzare con suoi occhi ballerini il viso dell’altro, notò che un’espressione stirata gli avvolse come un velo i tratti del volto.

Kuroro sorrideva poco, Kurapika ne era consapevole—lui stesso non era tra gli individui più goliardici della sua fascia d’età, eppure si morse le labbra a quella ennesima dimostrazione di totale controllo, perfino delle proprie emozioni.

«Ricordati che per questo mese non puoi toccarti da solo» aggiunse in fine Kuroro.

Un brivido percorse la schiena di Kurapika, fino a fargli arricciare le dita dei piedi. Improvvisamente era ritornato abbastanza sveglio da poter affrontare quelle ultime mosse sulla scacchiera.

Kurapika ricordava perfettamente la sua punizione, ma contraddire qualsiasi ordine gli desse Kuroro faceva ormai parte della sua routine. Raccolse le ultime forze rimaste in corpo per inscenare l’ennesimo capriccio:

«Non è giusto, però!» sbuffò. Le gambe dondolarono da sopra il ripiano dell’isola, non riuscivano a toccare terra per almeno trenta centimetri.

Questa volta Kuroro si limitò a inarcare le sopracciglia e a sollevare un angolo della bocca, intuendo il gioco di Kurapika.

«È quello che ottieni quando scegli di non seguire i miei ordini durante le sessioni». Gli strinse i fianchi nei palmi delle sue grandi mani, affondando i pollici nelle ossa del bacino nudo, spostandolo con il sedere fino al bordo della superficie in marmo. Per rimanere in equilibrio, Kurapika doveva principalmente dipendere dalla presa di Kuroro su di lui; se si fosse spostato all’improvviso, stanco com’era, come minimo sarebbe atterrato pesantemente sulle piastrelle dure del pavimento. Non sarebbe stata la fine del mondo, ma l’antifona che Kuroro gli aveva lanciato con quel gesto era bastata a rimetterlo metaforicamente al suo posto.

Voleva venire almeno un altro paio di volte mentre Kuroro lo lavava e continuava a prendersi cura di lui, quindi avrebbe smesso di provocarlo.

Almeno per questa volta.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > HunterxHunter / Vai alla pagina dell'autore: Jason_Trth Hrtz