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Autore: AMYpond88    31/05/2022    4 recensioni
Raccolta di missing moments Satosugu (o Sugusato?), senza ordine cronologico.
Un po' di fluff, tanto angst
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Geto Suguru, Gojo Satoru
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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[Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà dei loro rispettivi proprietari. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro]


Suguru è sicuro di poche cose. Una di queste è che le biblioteche sono un posto silenzioso.
Anche lì, anche in una scuola tutt'altro che ordinaria quale è l'istituto di arti occulte. E Suguru vi si rifugia proprio per questo. Perché le biblioteche sono un luogo silenzioso.
O almeno dovrebberlo esserlo.
Sbuffando, il flusso di pensieri interrotto dall'ennesima sguaiata risata, posa un libro in cima alla pila ai suoi piedi, prima di volgersi verso la fonte del rumore.
Certo, come se non sapesse quale, o meglio chi, possa essere la causa del trambusto.
"Idiota" mastica a mezza voce, alzando gli occhi al cielo. Perché deve sempre essere così?

Non che Satoru Gojo non sappia di essere in una biblioteca o ne ignori tacite regole. Semplicemente non se ne preoccupa.
Ride di gusto ad un frase sussurrata tra i denti da Shoko.
Ride, i capelli davanti al viso e i soliti occhiali da sole leggermente calati sul naso, come se non fosse un problema. Come se nessuno nella stanza lo stesse guardando storto. Ma stai ancora parlando del trambusto, Suguru?
O forse è perché il tuo maledetto migliore amico è bello da far male e la sua risata ti fa l'effetto di un pugno allo stomaco?
Smettila, smettila di ridere così se non con me. Vorresti urlarglielo. Smettila, fai troppa luce (E qui è sempre più buio).

"Ehi! Suguru".
Non si accorge di essersi incantanto, così come ha finito per dimenticarsi dei libri ai suoi piedi... finendo per inciamparci sopra, cadendo a terra.
Nel tempo che ci mette a mettersi almeno seduto, Gojo, mani in tasca ed espressione strafottente, si avvicina con il cipiglio del gatto che gioca la sua preda, invece che finirla.
"Ehi, non ti serve stare a terra per guardarmi dal basso".
Cielo. Come è irritante.
Suguru si dipinge in volto la sua espressione più neutra, o almeno ci prova, oggi non è proprio dell'umore per le sbruffonate di Gojo.
"Ti ricordo che sono alto un metro e ottanta", sbuffa.
"Assolutamente", risponde l'altro. Il sorriso tanto spalancato che Geto ha paura si possa crepare quel bellissimo viso che si ritrova.
"Solo dieci centimetri meno di te".
Morde, solo per sentirsi rispondere con sufficienza:
"ma certo".
Quanto vorrebbe levargli dalla faccia quell'espressione arrogante. Se prendendolo a pugni o baciandolo fino a che avesse avuto fiato, doveva ancora deciderlo.
Si porta una mano tra i capelli, continuando a reggere lo sguardo del ragazzo di fronte a lui.
"... vai a farti fottere Satoru".
Capisce al volo di aver detto la cosa più sbagliata, precisamente quando sul volto di Gojo si dipinge il suo sorriso più malefico, quasi un ghigno. Il ragazzo si sporge verso di lui, abbassando un soffio gli occhiali, fissandolo al di sopra delle lenti con quei maledetti occhi (ma si possono definire in modo tanto banale?)
I capelli di Satoru ora gli solleticano la guancia, mentre il suo respiro si infrange sulla sua pelle. Una volta era stato tirato attraverso un muro da una maledizione. Avrebbe voluto che ricapitasse con gli scaffali in quel preciso istante.
Poi Gojo apre bocca, con lo stesso tono di un bambino viziato che sta per farla grossa, ma sa bene che se la caverà con la solita tirata d'orecchi.
"Ti offri volontario? Comincio ad annoiarmi ad aspettare".
Il suo cuore perde un battito.

Suguru è sicuro di poche cose, una delle quali quanto possa essere indecifrabile la sua espressione. A quanto pare si sbaglia.
Gojo sa leggerlo come un libro aperto e dalla sua espressione deve essere molto compiaciuto di ciò che vede in quelle pagine. Si rialza trionfante, ridacchiando.
"Allora mi stai chiedendo un appuntamento..."
Geto rimane immobile, la schiena schiacciata contro gli scaffali, guardando Satoru dargli le spalle e allontanarsi. Non si è nemmeno accorto di aver tenuto il fiato.
Si alza, raccogliendo i volumi sparsi sul parquet. Non si aspetta di sentire cantilenare la voce di Satoru ancora una volta.
"Comunque la risposta è sì..."

Suguru è sicuro di poche cose nella vita. Tra queste che rimarrà a fissare quei libri, di nuovo scivolati dalle sue mani, ancora per molto.
   
 
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