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Autore: Fiore di Giada    01/06/2022    0 recensioni
[Sandokan]
─ Marianna, da tempo la mia vita è lontana dai precetti cristiani. E non ho intenzione di diventare un bigotto. Però... mi sento indegno di pregare per questa persona. Che valore hanno le preghiere di una persona come me? ─ concluse, quasi parlando tra sé.
Chinò la testa e lasciò che il cappello coprisse il suo viso.
D'istinto, la ragazza gli prese le mani e gliele strinse.
─ Hanno più valore di quanto tu creda. ─ affermò, decisa.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo notturno, d'un intenso colore cobalto, era illuminato dalla luce madreperlacea della luna piena.
Un debole vento spirava tra le piante del giardino, riempiendo l'aria di note delicate e forti, e i raggi dell'astro notturno inargentavano il mare.
A passo lento, Yanez passeggiava nel giardino del palazzo reale del Kiltar. In quel momento, desiderava la quiete.
Per lui, quello era un giorno doloroso, carico di memorie strazianti.
Sospirò e, con un gesto nervoso, allontanò le lacrime, che minacciavano di rotolargli sulle guance. In Oriente, aveva costruito una nuova esistenza e si era scrollato il peso della sua triste infanzia.
Aveva conosciuto l'amore di una famiglia, per quanto non di sangue.
Con loro, aveva imparato a vedere il mondo in un modo differente.
Si era liberato dalle catene dei pregiudizi verso i non europei, che, nel vecchio continente, erano ritenuti selvaggi e crudeli.
Accennò ad un sorriso ironico. Sandokan, con lui, si era rivelato gentile e premuroso, nonostante le loro diversità.
Aveva saputo andare oltre la sua pelle bianca, che era simile a quella dei mandanti dello sterminio della sua famiglia.
Non lo aveva colpevolizzato, come tanti altri avrebbero fatti, ubriachi di dolore e rabbia.
Questa sua nobile intelligenza, così rara e sublime, era ben superiore alla presunzione di molti ricchi europei.
Era stato il primo a vedere non il suo volto, ma il suo cuore.
Si fermò davanti ad una piccola cappella, simile ad un gazebo, a pianta ottagonale, il tetto sormontato da una croce.
Qui nessuno mi disturberà. Grazie, Sandokan. ─ mormorò. Certo, il tempo aveva portato tanti mutamenti, ma non aveva cancellato dalla sua memoria quel ricordo dolce e amaro.
Ogni tredici aprile si chiudeva in quella cappella, solo.
Aveva chiesto di non essere disturbato da nessuno, se non in casi d'estrema necessità, e Sandokan, pur perplesso, aveva acconsentito.
Aveva intuito la sua necessità e aveva rispettato il suo desiderio di silenzio e raccoglimento.
Entrò e, cauto, quasi temesse di disturbare la quiete del giardino, chiuse la porta dietro di sé.

L'ambiente era illuminato dalla luce di due candele, collocate a poca distanza l'una dall'altra, e le fiamme creavano sui muri di pietra e sul pavimento giochi sempre mutevoli di luce e d'ombra.
Al centro, era collocato un altare e, a poca distanza, era presente un inginocchiatoio ligneo e da alcuni vasi di fiori, contenenti orchidee policrome, si spandeva un penetrante profumo.
Il giovane si avvicinò all'altare, fece il segno della croce e si sistemò sull'inginocchiatoio.
Poi, mise la mano in una tasca e trasse un rosario di perle di corallo, terminante in un crocifisso d'argento mirabilmente lavorato.
Le sue dita, quasi timorose, sfiorarono il gioiello. Quel monile era sopravvissuto alle tante sfide da lui affrontate.
Nessun grano era stato perduto.
Forse, era racchiuso il suo spirito?
Chissà, magari aveva lo stesso potere dello zuck.
Ovunque voi siate, grazie nonna. Grazie di tutto. ─ mormorò. Nei suoi primi, dolorosi e difficili anni, lei gli aveva fatto conoscere un frammento d'amore familiare.
Magdalena de Gomera, pur essendo una cattolica fervente, non aveva riversato su di lui una condanna insensata.
La religione aveva sì lasciato la sua impronta su di lei, ma non aveva corrotto il suo cuore caritatevole.
Aveva spesso litigato col suo amatissimo figlio primogenito, affinché lui, un figlio illegittimo, non fosse condannato ad una esistenza miserabile.
Pur deprecando l'adulterio, aveva saputo vedere in lui un suo nipote, al pari dei figli legittimi di suo figlio.
Quante volte l'aveva difeso dalle prepotenze dei suoi fratellastri?
Di questo gliene sarebbe stato grato.
La morte gliel'aveva sottratta in modo repentino, quasi rapace.
Un fatale colpo apoplettico l'aveva strappata alla vita.
Almeno non avete sofferto. ─ mormorò. Diverse epidemie avevano colpito il suo paese natio e l'agonia dei malati era stata straziante.
A lei, per fortuna, era stato risparmiato un destino tanto crudele.
Strinse il rosario tra le dita e cominciò a sgranarlo, mentre le sue labbra mormoravano preghiere.

Ad un tratto, abbandonò le braccia lungo i fianchi e sospirò. Che senso aveva una simile preghiera?
Si era dimenticato della sua condizione?
La sua condotta di vita, così gaudente, era lontana dai principi cristiani.
L'affetto per sua nonna, pur sincero, non bastava.
Il dio cristiano non accettava i ribelli alla sua legge e li condannava ad una sofferenza straziante.
Ai suoi occhi, era indegna la preghiera di un uomo come lui, pur animata dalle migliori intenzioni.
Si sentiva quasi offeso, ne era sicuro.
Vendicava la sua autorità ferita colpendo il lato più vulnerabile del suo cuore.
Le sue mani, che ancora stringevano il rosario, tremarono, le lacrime bagnarono le sue guance e, d'istinto, chinò la testa. Niente di lui era puro.
Doveva accettare una simile verità e cessare di elevare preghiere indecenti alla sua memoria.
Però, tale consapevolezza trapassava la sua anima, come un pugnale avvelenato.
Come un macigno, sentiva su di sé il peso di una promessa non mantenuta.
E per lui era inammissibile non mantenere la parola data.

Una mano, leggera, si posò sulla sua spalla.
Yanez sussultò e il rosario scivolò dalle sue mani, cadendo sul pavimento con un tonfo.
Devo prendere lezioni di malese aggiuntivo? Voglio stare da solo. ─ esclamò, irritato. Non voleva farsi vedere debole.
Devi chiudere meglio la porta, Yanez. ─ replicò una voce femminile, ironica.
Il giovane si girò e, accanto a lui, riconobbe Marianna.
La ragazza aggrottò la fronte e, per alcuni istanti, osservò l'amico. Lo spirito di Yanez riverberava nei suoi occhi cerulei e rivelava una natura coraggiosa, che non temeva nulla.
Tale indole, nonostante i primi attriti, aveva attirato anche lei e Yanez de Gomera, per lei, era diventato un fratello d'elezione.
Eppure, in quella giornata, era lugubre e cupo.
Cosa gli era accaduto?

Un debole sospiro fuggì dalle labbra del giovane.
Marianna, scusami. Ma, per me, questo è un luogo di pace. Non mi sembra di chiedere troppo. ─ mormorò, sconsolato.
Marianna si inginocchiò e gli posò una mano sul viso.
Hai ragione. Ma non puoi chiedere a chi ti vuole bene di stare in silenzio a guardare la tua tristezza. ─ replicò lei. Anche Sandokan non capiva la richiesta del suo amico.
Yanez non era mai stato religioso, eppure cercava il silenzio in quella chiesa.
Lei, Marianna, capendo la preoccupazione dell'amato, gli aveva assicurato che avrebbe provato a parlarci.
Ne era certa, la loro origine europea avrebbe costituito un contatto.

Non sono mai stato un baciapile. Anzi, odio quei soggetti. Ma, tempo fa, feci una promessa ad una persona a me cara. Una promessa che non posso mantenere. ─ cominciò.
La giovane italo – inglese, sempre più perplessa, aggrottò le sopracciglia e arricciò un poco le labbra.
Dinanzi all'espressione sconcertata di lei, il portoghese sorrise.
Marianna, da tempo la mia vita è lontana dai precetti cristiani. E non ho intenzione di diventare un bigotto. Però... mi sento indegno di pregare per questa persona. Che valore hanno le preghiere di una persona come me? ─ concluse, quasi parlando tra sé.
Chinò la testa e lasciò che il cappello coprisse il suo viso.
D'istinto, la ragazza gli prese le mani e gliele strinse.
Hanno più valore di quanto tu creda. ─ affermò, decisa.
Stupito, il lusitano alzò la testa e i suoi occhi cerulei, incerti, si rifletterono in quelli viola di lei. Perché lei era così convinta delle sue parole?
Per quanto sincere, gli parevano assurde.
Dio va ben oltre la meschinità dei suoi ministri. Cerca l'immensità di un cuore nobile, non la grettezza di un regolamento. ─ iniziò lei. Cominciava a intuire le ombre sempre celate dal sorriso ironico di Yanez.
Forse, erano un ricordo di un passato doloroso.
Tu hai commesso molti errori e ne farai altri. Ma non cambia la nobiltà del tuo cuore. Solo chi ha un animo limpido sente il peso dei propri sbagli e soffre per l'impossibilità di mantenere una promessa. ─ terminò lei.
Yanez, stupito, sbarrò gli occhi e aprì un poco le labbra, mentre il cuore accelerava i suoi battiti. Lui... Lui aveva un cuore nobile?
Una tale affermazione pareva un'esagerazione, eppure non poteva negare di provare piacere per quelle parole.
Un vivo rossore colorò le sue guance e le sue labbra si sollevarono in un sorriso. Avvertiva un calore vivificante irradiarsi lungo tutto il suo petto e scacciare la tristezza.
Marianna, con le sue parole, si era mostrata intelligente e gentile, degna dell'amore di Sandokan.
Ti ringrazio, Marianna. Vorresti pregare con me? Lei sarebbe felice, ne sono sicuro. ─ domandò.
Lei sollevò le labbra in un sorriso.
Certo. ─ rispose. Era felice di una tale richiesta.
Yanez, di solito così schivo, aveva rivelato una parte della sua anima più pura.
Poco dopo, lei si inginocchiò e la chiesa risuonò di preghiere.








   
 
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