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Autore: MayaPatch    01/06/2022    0 recensioni
Un'antica minaccia attacca il villaggio dei Patch. Sta cercando qualcosa e vuole ottenerla a tutti i costi. La tribù è alle strette e lo Shaman King, per evitarne l'estinzione, richiama i guerrieri più forti e li resuscita. Gli undici Officianti hanno un nuovo incarico: proteggere la loro gente e affrontare la nuova minaccia. A dargli una mano, una vecchia conoscenza.
(Versione alternativa al sequel di Shaman King)
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hao Asakura, Nuovo personaggio, Silva
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Non immaginate quanto sia contenta di aver rimesso mano ad una storia vecchissima! Saran passati oltre dieci anni, ormai sono cresciuta e, con me, anche i miei personaggi :D
Sì, ho anche la storia di Ark da mandare avanti, ma ormai sono vicina alla fine dell’università, quindi avrò anche più tempo per scrivere. Spero di tornare ad essere produttiva come un tempo!

Intanto vi lascio qui il link al mio google drive. Il documento in questione contiene le informazioni sulla mia tribù preferita e ciascun personaggio: QUI

Cap1 by MayaPatch

Era notte fonda al villaggio Patch. I vialetti erano vuoti e non un rumore proveniva dalle strutture color sabbia.
Una bambina dai capelli biondi si muoveva furtivamente tra le abitazioni. Si nascose dietro una di esse e si guardò attorno, voleva assicurarsi che non ci fosse nessuno. Prima di ripartire, si aggiustò il vestitino bianco e la piuma nei capelli.

«Sei sicura di quello che stai facendo, Alumi?» sussurrò improvvisamente un coyote dal pelo bianco.

«Silver Tail, è un compito importante. Le è stato affidato direttamente dalla Veggente» intervenne un serpente corallo femmina.

«Ma entrare nella sala dei cimeli non è permesso. Figuriamoci rubarne uno!» esclamò il canide con sdegno.

«Oh, state zitti. Mi farete scoprire! - li rimproverò la bambina stizzita- E comunque non devo rubarlo. Devo nasconderlo. Lo rimetterò al suo posto, dopo»

Silver Tail spostò lo sguardo dal serpente ad Alumi, sospirò «E va bene. Spero solo che ne valga la pena. Mi ricorda troppo quello che ha tentato di fare tuo padre»

«Silver Wing, nella piuma» disse Alumi. Un’aquila dal piumaggio marrone apparve al suo fianco e si impossessò dell’oggetto indicato. Un paio di ali argentee apparve sulla schiena di lei. Volare era più rapido e le bastava tenersi ad un’altezza tale da non essere notata.

Il Grande Spirito torreggiava al centro del villaggio, vorticando su se stesso in un gioco di spiriti e luce. Prima di arrivare alla sala, Alumi gli volse lo sguardo e sussurrò “Fa’ che vada tutto bene” 

Come previsto, non c’era nessuno. D’altronde, chi avrebbe mai provato interesse in oggetti cari solo ai Patch? Eppure, la previsione parlava di un oggetto rubato: un antico fermaglio con una piuma, l’unica che, secondo la leggenda, sarebbe stata donata dal Sacro Messaggero ai custodi prescelti dal Grande Spirito, la tribù Patch.

La bambina prese la chiave che le era stata consegnata dalla Veggente ed entrò nella sala. Chiusasi la porta alle spalle, si appoggiò ad essa e tirò un sospiro di sollievo «Bene, ora prendiamo il cimelio e nascondiamolo»


Qualche giorno dopo, Alumi correva tra gli edifici, le mani sulla testa per proteggersi dal crollo dei mattoni. Ovunque regnava il caos, tra le urla di chi fuggiva e gli sciamani che si combattevano a suon di OverSoul.

«Mamma?» chiamò Alumi, guardandosi attorno dopo essere giunta ad un edificio più isolato. Non la trovò, forse era rimasta indietro. Fece per andare a cercarla ma il crollo di un muro vicino e di uno dei totem la obbligò a rintanarsi nella struttura alle sue spalle.

«Che spreco di tempo. Spero che gli altri siano arrivati a destinazione» commentò una voce femminile con fare annoiato.

La bambina si nascose dietro un vaso per le vivande. Si sporse quanto bastava per guardare chi aveva parlato. Senza dubbio era una donna, ma fu l’aspetto a lasciare Alumi di sasso. La pelle scura, i capelli neri e il vestiario erano tipici delle popolazioni dei Nativi. Sul volto, la donna aveva un disegno, un tatuaggio, probabilmente. La bambina non sapeva cosa significasse quella forma simile ad una freccia con la punta verso il basso. Rimase a fissarla per un po’ quando, per nascondersi, urtò il vaso, facendolo spostare di qualche centimetro. Alumi trattenne il respiro e fece a mala pena in tempo a spostarsi all’indietro per evitare i mattoni che caddero in seguito ad un attacco. Per lo spavento, urlò, tenendosi la testa tra le braccia e rannicchiandosi contro il muro.

«Ma tu guarda, chi abbiamo qui? Un leprottino in trappola.» la donna era ancora all’esterno dell’edificio e guardava Alumi con un ghigno.

Dal canto suo, la piccola alzò lo sguardo e a mala pena capì cosa aveva davanti: un’ombra scura e informe avvolgeva il braccio dell’intrusa. Era un OverSoul?

«Attraction!» esclamò un’altra voce, maschile.

La donna fu trascinata da una forza invisibile verso la direzione della voce e poi sbalzata in avanti con una forza spaventosa.

Alumi si alzò ma non osò muoversi dal suo posto. Volse lo sguardo verso l’alto, dove prima c’era il tetto. Ciò che vide la lasciò di stucco: una enorme creatura dello stesso colore della roccia torreggiava sulla struttura. I segni bianchi sul suo corpo erano inequivocabili: Spirit of Earth, uno dei cinque spiriti elementali, figli del Grande Spirito.

«Hei, piccola! Tutto bene? Siamo arrivati appena in tempo!» esclamò la voce maschile con allegria. Il sorriso sul volto del giovane sciamano dai capelli castani era rassicurante e benevolo.

«Asakura Yoh…» mormorò Alumi. I suoi occhi azzurri erano sgranati e colmi di meraviglia.

Una serie di tuoni rimbombò in lontananza, facendola sobbalzare.

«Ren ci sta dando dentro, a quanto vedo. Non cambierà mai - commentò Yoh con fare divertito - Alumi, giusto? Vieni con me, ti porto al sicuro» le porse una mano.

La bambina sapeva di essere al sicuro e accettò quella mano senza esitazione.

«Tieniti» raccomandò Yoh dopo essere salito sul palmo gigantesco di Spirit of Earth, che si alzò in volo e li scortò dal resto del gruppo.

Da lì, era possibile vedere le conseguenze di quell’attacco improvviso. Era perfino intuibile il punto da cui gli aggressori avevano fatto irruzione: dalla grotta nord si estendeva una scia di distruzione. E, da dove erano entrati, gli intrusi stavano tentando la fuga.

Spirit of Thunder aveva smesso di attaccare. Attorno a lui si estendeva una bolla di colore azzurro. Sotto di esso erano raggruppati i Patch rimasti, o almeno parte di essi. Alumi aveva visto gruppi interi fuggire verso la foresta che cresceva attorno al Grande Spirito. Sapeva che, in caso di pericolo, quella foresta era dotata di un sistema di sicurezza che disorientava gli avventori, spingendoli a perdersi tra gli alberi. Forse anche sua madre era lì.

Anche gli altri spiriti elementali non attaccavano più. Rimanevano immobili, forse in attesa di ordini.

«Ragazzi, avete già finito?» chiese Yoh, giunto in loco.

Lo sciamano con i capelli a punta e gli occhi gialli incrociò le braccia al petto con espressione poco soddisfatta «Ci hai raccomandato di uccidere il numero minore di persone e di limitare i danni il più possibile. Inoltre non ha più senso infierire, sono bastati un paio di attacchi per farli fuggire a gambe levate»

«Codardi! Attaccare di notte!» commentò un ragazzo con i capelli azzurri con le punte verso l’alto.

«Ed è quello che fanno gli aggressori, Horo Horo: cogliere di sorpresa il nemico» disse il ragazzo con i capelli a punta.

«Non c’è bisogno che me lo spieghi, Ren» rispose Horo Horo con stizza.

«È lei Alumi ?» domandò un altro sciamano, aveva i capelli verdi e un mantello in tartan dello stesso colore. Sorrise con dolcezza e allungò la mano verso la bambina.

«Mi chiamo Lyserg Diethel» alle sue spalle c’era lo spirito che aveva fatto parlare di sé durante lo Shaman Fight: Spirit of Fire, appartenuto ad Hao Asakura.

Alumi gli strinse la mano e annuì «Alumi Niumbirch»

«Comunque - iniziò Ren - sono passati a mala pena due anni dalla fine del Torneo e ci sono già problemi»

SpiritiSign by MayaPatch

Nella Comunintà dello Shaman King, Hao Asakura era in attesa. Sedeva sul suo bianco scranno in pietra e osservava il vuoto luminoso davanti a lui.

Il tempo sapeva essere molto beffardo. Questa volta, gli eventi si erano ripetuti ma con esito differente e, probabilmente, più catastrofico, per una tribù come quella dei Patch.
Dodici anni dopo, come in un loop, la tribù intrusa aveva attaccato con le stesse modalità, ma era cambiato qualcosa.

Samari, il capo tribù in carica, aveva comunicato col Grande Spirito, chiedendo consiglio. Chiunque venisse ucciso dagli avversari non poteva essere resuscitato. Inoltre, alcuni feriti non potevano essere curati.
Il risultato fu che i nemici non solo distrussero buona parte degli edifici, attaccando anche le semplici famiglie non combattenti, ma uccisero anche un gran numero di persone, facendo calare sulla tribù Patch il terrore dell’estinzione.

Così come era iniziato, l’attacco era terminato improvvisamente e il nemico si era ritirato.

Hao aveva mandato i suoi consiglieri, ormai ex officianti del torneo, a controllare nella Comunità dedicata e farsi dare informazioni. Quando un morto non poteva essere resuscitato significava che qualcosa lo stava trattenendo lontano dal Grande Spirito o che era stato distrutto. Neanche lo Shaman King poteva fare qualcosa, se a mancare era la materia prima: lo spirito, latore della memoria dell’individuo. Grazie ad esso era possibile ricostruire perfino il corpo fisico, partendo dalle ceneri.

«Shaman King»

I pensieri di Hao furono interrotti da una voce maschile atona, non era un bel segno. Il re abbassò lo sguardo e fece un cenno col capo. «Magna. Che notizie mi porti?»

Il Patch dai voluminosi capelli ricci si inchinò in segno di rispetto, la sua espressione era seria, ma il pugno tremante al fianco tradiva la sua rabbia «Nella Comunità Patch sono presenti sessantaquattro spiriti, su un totale di duecentoventisette morti dichiarate. Non troviamo gli altri, ciò conferma quello che ti ha riferito Lip.»

Hao poggiò il mento sul palmo della mano sinistra «È peggio di quanto mi aspettassi. Su un migliaio di membri, quel numero fa paura»

Magna non rispose.

Il re tirò un lungo sospiro «Mi chiedo cosa sia cambiato dal precedente attacco. Ricordo che tutti i morti erano stati resuscitati. Insegnare questa pratica ai vostri guaritori è stata un’ottima idea. Ma perché adesso non è possibile?»

Incrociò le dita delle mani e guardò in alto, aveva bisogno di un parere «Raggiungi gli altri e aggiornami quando possibile. Devo pensare»

Il Patch si inchinò di nuovo e sparì.

Sapeva che si trattava solo di una proiezione, ma il suo modo di agire e pensare era identico a quello di suo fratello. Gli aveva tenuto compagnia quando aveva più bisogno, così lo chiamò: «Yoh, devo parlarti»

Yoh Asakura si manifestò al suo fianco, ancora di aspetto giovane, come Hao se lo ricordava «Situazione spinosa?»

Il re si alzò dal trono, portò le mani dietro la schiena e passeggiò lentamente «Sono indeciso – iniziò – Credo che, al momento, il villaggio non abbia una protezione concreta. I guerrieri più forti erano loro e il Consiglio è ancora in fase di ricostruzione perché ci sono dei posti vacanti. Quella tribù è importante per il Grande Spirito. Potrebbe non esserci più alcuno Shaman Fight in futuro, se accadesse qualcosa. E il Grande Spirito non avrebbe più dei Guardiani che proteggono il luogo sacro»

«Vuoi mandarli lì?» tagliò corto Yoh.

Hao annuì col capo, era quello che voleva sentirsi dire «Invece di mandarli in giro per le Comunità e controllare la situazione, credo che siano più utili tra i vivi. È fondamentale che indaghino e proteggano la tribù. Il loro Furyoku attuale eguaglia quello degli sciamani di classe Kami. Qualsiasi diavoleria abbiano inventato quegli individui, i ragazzi sapranno fronteggiarla. Per quanto riguarda i loro compiti qui, mi servirò delle loro proiezioni»

La proiezione di Yoh esibì un sorriso «Chissà come la prenderanno. Intanto tu farai qualche ricerca?»

«Non appena riceverò qualche notizia in più. Mi serve un punto di partenza»

Radim si immischiò improvvisamente nella conversazione «Punto di partenza per cosa?»

«Non mancare di rispetto al nostro re» lo redarguì Magna con tono severo.

«Non fa niente. Tanto ho già preso una decisione. Piuttosto, perché siete già qui? Hanno finito?» chiese lo Shaman King. Si era seduto nuovamente sul trono e guardava il gruppo di Patch.

Kalim sospirò, era visibilmente spossato «Il numero è salito a duecentosettantatré. Pare non ce ne siano altri, per ora. E speriamo che non aumentino»

«Sono frustrato! Non poter fare nulla è così…» esclamò il Patch con gli occhiali da sole, gesticolando.

«In realtà qualcosa potete farlo: tornerete tra gli infelici» intervenne lo Shaman King.

«Infelici?» Radim lo scrutava con un sopracciglio sollevato.

Hao sbuffò «I vivi. E li aiuterete.»

Dopo aver esclamato un “Ah”, Radim sollevò gli occhiali, aveva gli occhi sbarrati e fissava Hao con stupore «Cosa? Ho sentito bene?»

L’Asakura dai capelli lunghi ghignava con la sua solita malizia «Sì. È stata una scelta rapida ma non priva di dubbi. Il rischio che finiate come quelle vittime è alto, ma mandarvi lì è la scelta ideale. Eravate i guerrieri più potenti. Con la resurrezione, dovreste guadagnare un quantitativo notevole di furyoku. La vostra presenza solleverà il morale e farà sentire gli altri più al sicuro. Potrebbe anche far desistere i nemici da un nuovo attacco»

«Per quanto tempo rimarremo lì?» domandò Silva.

Hao rifletté, non ci aveva pensato. Sarebbero rimasti lì, per precauzione? Oppure sarebbero tornati al Grande Spirito? Si concesse qualche secondo prima di rispondere: «Dipenderà dalla situazione. Per ora concentriamoci sulle cose concrete. Avvertite Lip e Rap, che diano la notizia e facciano preparare quanto serve. I vostri corpi sono stati recuperati già al tempo e custoditi con riguardo. Non sarà difficile resuscitarvi. Sono lo Shaman King, dopo tutto»

SpiritiSign by MayaPatch

«Bentornato.»

Era la voce femminile che sentì quando aprì gli occhi azzurri. Si mise a sedere e si guardò attorno. Era avvolto in un telo dai disegni tribali colorati e ai suoi piedi era adagiata la tenuta da combattimento. I cinque anelli attendevano di essere nuovamente indossati. La divisa da Officiante era, invece, appesa su una gruccia poco distante. Sorrise. Era di nuovo a casa.

Silva si volse alla sacerdotessa che era in piedi affianco al letto e lo guardava con un dolce sorriso «Ti ringrazio. È bello essere qui»

«La resurrezione sembra essere andata bene. Posso allontanarmi. Per qualsiasi problema, sono fuori la porta»

«Benissimo. Qui sembra tutto a posto, non credo mi manchino pezzi» ironizzò Silva, stiracchiandosi e guardandosi mani e braccia. Ma non era tempo di indugiare oltre. Non vedeva l’ora di rimettersi in piedi. Erano passati quattordici anni, probabilmente il villaggio non era cambiato, ma la nostalgia era tanta.

Quando si fu vestito e uscì dalla stanza, vide gli altri riuniti a discutere. Li raggiunse e chiese di cosa si stesse parlando così animatamente.

Chrom, che era stato resuscitato insieme a loro, rispose con una sollevata di spalle e un sospiro: «Stiamo cercando di organizzarci. Ci sono diverse cose da controllare: gli ingressi alle grotte, i corpi di chi non è stato resuscitato, i totem di protezione…»

«Sarebbe più saggio mandare solo una persona a controllare i corpi, voi altri potete dividervi» disse Magna.

«Voi altri?» fece eco Radim.

«Sì. Preferirei controllare di persona la situazione all’ospedale. Vorrei avvertire lo Shaman King il prima possibile. Trovare qualcosa che gli sia utile è la priorità. Se quella gente può essere resuscitata in qualche modo, sarà lo Shaman King a deciderlo, dopo aver fatto le sue ricerche» rispose Magna con tono tranquillo.

Lo sciamano con gli occhiali lo guardò dapprima con sospetto e poi il suo volto si illuminò «Oh, certo, lo Shaman King. Dimenticavo che sei il suo pupillo. Immagino che sia una mansione che ti ha affidato»

Magna rispose con un ghigno beffardo «Allora, è deciso»

Silva rifletté e poi guardò l’amico di vecchia data: «Hei, Chrom, che ne dici se andiamo a controllare i totem? Vieni con noi, Nichrom?»

Riteneva che fosse giusto coinvolgere anche il fratello minore di Chrom. Per quanto si fossero incontrati nuovamente nel Grande Spirito, ora potevano passare del tempo anche tra i vivi, il che rendeva l’esperienza più preziosa. Non sarebbe stato lui ad impedirgli di recuperare.

Il ragazzino sembrò colto alla sprovvista dalla proposta, ma non rifiutò.

«Benissimo! Allora noi ci dividiamo e controlliamo le entrate!» annunciò Bron.

Il modo in cui ognuno aveva reagito alla resurrezione era stata più che positiva. Lo Shaman Fight aveva sollevato tensioni e perfino inimicizie. Lo stress era stato tanto. Silva fu ben felice di essere tornato e non per un altro torneo. In quel momento erano tutti lì per collaborare ed essere utili. In cuor suo sperò che gli sarebbe stata data l’opportunità di essere nuovamente loro stessi e di andare d’accordo.

  
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