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Autore: CatherineC94    02/06/2022    1 recensioni
Aberforth immagina.
Questa capacità è sempre stata l’unica cosa che non gli ha permesso di affogare nella propria melma acida, costituita da dolori troppo antichi. Suo fratello invece pianifica. Aberforth lo sa bene, Albus Silente il gran emerito idiota di tutto il mondo magico ha un cervellone esponenziale che non può essere paragonato a nessun altro.
Sono però figli della stessa madre. Essere parte di quel patrimonio genetico a volte gli causa un forte voltastomaco, anche perché le persone non riescono a collegare quella sorta di vicinanza parentale quando incrociano il suo sguardo. Così si lambicca, nel semplice tepore della sua stanzetta al secondo piano del pub. Quando fuori piove i momenti ritornano prepotenti davanti agli occhi e non ne può più di sentire le ciarle che nella sua testa si affollano.
l Raccolta di tre drabbles, tre momenti.
#Aurelius #Siberforth #Aberforth/Augusta
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Aberforth Silente, Augusta Paciock, Credence Barebone, Sibilla Cooman
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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A più riprese
 
 
Lo sente gemere dall’altra stanza, nell’aria mista alla sua bile l’odore di infuocata morte che aleggia cupa.
«Dovresti stargli vicino» dice quel mentecatto di suo fratello.
Aberforth immagina.
Questa capacità è sempre stata l’unica cosa che non gli ha permesso di affogare nella propria melma acida, costituita da dolori troppo antichi.
Suo fratello invece pianifica.
Aberforth lo sa bene, Albus Silente il gran emerito idiota di tutto il mondo magico ha un cervellone esponenziale che non può essere paragonato a nessun altro.
«Padre» sussurra flebile.
Aberforth non sa parlare, affonda, scappa.
Quando si volta però, il volto è bagnato.
 
 
 
 
 
 
«La stanza puzza» le dice Augusta.
Aberforth rotea gli occhi al cielo, non risponde.
Augusta lo sa che non vuole rispondere, si gira dall’altra parte ed accende una sigaretta.
Aberforth l’osserva.
«Che paura» la blandisce, anche perché con lei non funziona alcun discorso di senso compiuto visto che fa sempre e solo di testa sua.
Augusta nemmeno gli presta attenzione, persa come sempre in un mondo tutto suo.
«Stai attenta a dove metti piedi» le suggerisce mentre con foga animale tracanna del liquido ambrato.
Augusta si abbottona la camicia di seta, per poi alzarsi verso la porta.
«Soffoca tu» gli dice.
 
 
«Questa notte gli spiriti sono inquieti» gli dice con voce gutturale.
Aberforth soffoca una rispostaccia.
Sibilla annusa l’aria, poi muove le mani flebile con tutti quei luridi pendagli che si abbiglia addosso.
«La puzza di capra mi discosta dalle mie visioni!» l’accusa stizzita.
Aberforth osserva  scettico quei fanali da moscone impazzito.
«La capra dovrebbe divorarti» le dice voltandosi dall’altra parte.
«Imperatrice capovolta, fante, eremita, la torre...mmhh…sventura imminente!».
Aberforth non la sopporta più, si alza di scatto stringendola malamente da dietro.
«Se per te sarà una sventura, per me non credo proprio» le dice lascivo.
Intanto affonda, l’acre corrode ogni cosa.
 
 


Note.
Ogni tanto mi faccio viva, spero vi piaccia.

 
   
 
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