Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Giuly_2_21    03/06/2022    0 recensioni
Noemi è una giovane ragazza italiana appassionata di anime che riesce finalmente a realizzare il suo più grande desiderio: trascorrere una normale vacanza in Giappone insieme a suo fratello.
Peccato che l'aggettivo "normale" sia andato a farsi benedire quando, per puro caso, incontra Monkey D. Luffy, Giorno Giovanna, Josuke Higashigata e Ceasar Zeppeli mentre stanno fuggendo da "loro".
Ma come e per quale motivo sono arrivati nel nostro mondo?? Chi sono questi "loro"?? E soprattutto, cosa farà Noemi?? Li aiuterà o li abbandonerà a loro stessi??
Leggete per scoprirlo!!
Genere: Avventura, Commedia, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caesar Anthonio Zeppeli, Giorno Giovanna, Josuke Higashikata, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Anime Multiverse Series'
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PRIMA DI INIZIARE...

1. Questa storia è incentrata principalmente su personaggi ed eventi de "Le Bizzarre Avventure di JoJo", tuttavia parla anche di personaggi ed eventi di "One Piece"; "Attack on Titan"; "My Hero Academia"; "One Punch Man"; "Tokyo Ghoul" e "Tokyo Ghoul Re". Perciò se non avete visto almeno fino alla saga di Whole Cake Island di "One Piece"; la 4° stagione di MHA; la 2° di AoT; tutto "Tokyo Ghoul" e "Tokyo Ghoul Re" sappiate che potrebbero esserci degli spoiler (più o meno gravi). Per "One Punch Man" nessun problema.

2. Quasi tutti i personaggi presenti nell'opera non mi appartengono, bensì sono stati scritti da H. Araki; E. Oda; H. Isayama; S. Ishida; K. Horikoshi; ONE e Y. Murata. 

3. Per pure e semplici questioni pratiche, sebbene la storia sia ambientata nell'estate 2020, il COVID-19 non si è mai propagato e la pandemia globale non è mai avvenuta.

4. Porta sfiga; quindi lo saltiamo.

5. Questa storia è presente anche su Wattpad sul mio profilo "GiulyBeffy"

6. E niente... buona lettura!!

NOEMI POV

Stavo volando verso il Giappone!!

Finalmente dopo quasi un anno di suppliche e sacrifici (e notti in bianco passate a studiare) avevo convinto i miei a lasciarmi partire. Così il 21 giugno 2020, dopo vari saluti, baci, pianti e raccomandazioni (manco stessi partendo per la guerra), lasciai l'Italia diretta a Tokyo. Ancora non riuscivo a credere che a distanza di poche ore avrei messo piede nella Terra del Sol Levante, patria del sushi e dei miei amatissimi anime. Era tutto così fantastico!!

Avrei voluto dire lo stesso del cibo dell'aereo, però. Intendiamoci, non sono schizzinosa riguardo il cibo, soprattutto se a digiuno dalla mattina (avevo saltato il pranzo visto che il mio volo partiva da Malpensa alle 14 e arriva a Tokyo alle 10 del mattino), ma in confronto persino la pastina dell'ospedale sembrava un pasto degno di Buckingham Palace. Alla fine mangiai solo alcune alette di pollo fritto, l'unica cosa dal sapore decente che offriva la compagnia aerea.

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Oh. Scusate. In tutto questo non mi sono nemmeno presentata a voi, cari lettori.
Sì. Sono in grado di spaccare la quarta parete (Deadpool, scansati!!).

Allora lasciate che vi racconto un po' di me mentre mangio.

Mi chiamo Noemi Valpiana, ho 16 anni (compiuti il 24 marzo 2004) e ho appena finito il 2° anno del Liceo Scientifico sezione Scienze Applicate.
Vivo in una città dispersa tra le montagne piemontesi (non vi dirò il luogo esatto; non voglio che mi venite a cercare) insieme ai miei. Oltre a loro, la mia famiglia è composta da mio fratello maggiore Riccardo o Ricky (24 anni) e dal mia gatta nera Stella (senza contare la mia cara nonnina e la sorella di lei ovvero la mia prozia Iolanda o Iole).

É proprio grazie a Ricky se i miei mi hanno dato il permesso di andare in Giappone da sola. Infatti è da ben due anni che mio fratello lavora alla YSA (Yoshibata Space Agency), un'agenzia aerospaziale privata fondata di recente (nel 2017 a essere precisi) dal ricercatore miliardario Akira Yoshibata e già molto rinomata a livello internazionale, a tal punto che perfino che alcuni ricercatori della NASA lavorano lì.

(S)fortunatamente questa agenzia  possiede un'unica sede situata nel Kanto, a un'ora di auto dalla periferia di Tokyo. Perciò mio fratello, poco dopo aver finito l'università e aver vinto un  concorso per lavorare là, si è dovuto trasferire laggiù.

Poiché io e Ricky non ci vediamo da molto e andare in Giappone è uno dei miei sogni del cassetto da quando avevo 5 anni (l'altro è quello di diventare un ingegnere informatico), ho pregato i miei di andare in vacanza là, ma mi ero scontrata con vari problemi:

1. Mia madre ha paura di volare (dopo il viaggio di nozze in Quebec ha giurato di non prendere mai più un aereo in vita sua);

2. Mio padre può prendere le ferie solo per 2 settimane e, a detta sua, è meglio sfruttarle per andare al mare qui in Italia, che, cito testualmente, "per andare in un paese estero e costoso dove c'è più smog che aria";

3. Qualcuno doveva occuparsi di Stella dato che non potevamo portarla in Giappone;

4. A detta dei miei, era meglio non disturbare Ricky, preso come era dal lavoro.

Ironia della sorte, è stato Ricky stesso a proporre ai miei di far venire solo me lì in Giappone, lasciando a casa loro e Stella. 

Dopo varie preghiere da parte di entrambi, i miei hanno ceduto, a patto che prendessi dei buoni voti a scuola. Intendiamoci, io non sono certo una secchiona, ma nemmeno una che prende tante insufficienze quanti "Muda Muda" pronuncia Dio Brando in un minuto. L'unico mio piccolissimo difetto è che ho il brutto vizio di ridurmi sempre all'ultimo per studiare, cosa che mi limita e mi fa fare spesso degli strafalcioni incredibili, i quali mi vengono spesso (per non dire sempre) rinfacciati dai miei, ormai abituati alla carriera scolastica impeccabile di mio fratello.

Comunque quest'anno diedi il massimo, riuscendo a evitare debiti e soprattutto a uscire con voti discretamente alti, specie di inglese e informatica, due delle mie materie preferite.

E come poteva essere altrimenti dato il mio innato talento nel hackerare qualunque cosa. Non che fossi entrata nei sistemi del Pentagono; ma se dobbiamo dirla tutta se gran parte dei tablet/telefoni/PC delle mie amiche e della mia famiglia sono sfuggiti a virus vari ed eventuali è merito della sottoscritta.

Oltre ad hackerare, sono discretamente brava nella creazione di piccoli strumentini elettronici dagli usi più disparati (come noterete più avanti) e so parlare più o meno bene il giapponese (parlare, non scriverlo; i kanji sono troppo complicati per i miei gusti).

Bene, penso di avervi dato abbastanza informazioni su di me...

"E me non mi presenti?? Ci sono anch'io!!"

Ah, giusto. La tipa che parla sopra è la mia coscienza o voce della ragione. Di tanto in tanto appare per darmi dei consigli o insultarmi, Dipende dal contesto.

"Che bella presentazione. Complimenti"

Grazie. Procediamo...

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Dopo un pasto così povero da far venire un infarto multiplo a mia nonna e a mia zia Iole, l'unica altra cosa degna di nota fatta durante il viaggio fu cercare di dormire, azione non facile quando non sei su un comodo materasso di piume, ma su un sedile di pelle col condizionatore sparato dritto in faccia e un bambino che piange sul sedile davanti (perché non si zittiva quel nano bastando?!). Entusiasmante, no?? Ma non mi andava l'idea di trascorrere il mio primo giorno di vacanza sul divano di mio fratello distrutta dal Jet Lag.

Dopo un tempo infinito (che in realtà erano solo 13 ore di volo, ma dettagli) venne annunciato l'arrivo e dopo i vari check out e il recupero dei bagagli, misi piede dell'enorme e affollato aeroporto di Tokyo.

Ad aspettarmi in mezzo alla folla c'era un ragazzo dai capelli corti, riccioluti e neri e gli occhi azzurrissimi (praticamente la mia copia al maschile). Appena mi vide, sorrise e si sbracciò per farsi notare, non senza ricevere qualche occhiataccia. In tutta risposta, io corsi verso di lui, placcandolo nemmeno fosse un action figure di One Piece limite edition.
Mancava solo che urlassi ONII-CHAN a squarciagola ed eravamo a posto.

-Sono passati 2 anni eppure rimani sempre una nanerottola - mi prese in giro Ricky.
-Senti chi parla; chi è che deve sempre mostrare la carta di identità quando prende l'alcool perché è alto un metro e un tappo?? - gli risposi rinfacciandogli i suoi 165 cm di altezza.
-Come dice papà, meglio prendere un sgabello...- iniziò Ricky.
-...che sbattere contro le credenze- concludemmo in coro, scoppiando poi a ridere.

Quando mi era mancato lui e la sua risata.

-Comunque, come è andato il viaggio??- mi chiese poi prendendomi la valigia e avviandosi verso l'uscita.

-A parte per il cibo, tutto bene- risposi seguendolo.
-Capisco, allora appena arriviamo a casa, ti preparo una bella carbonara da far invidia a zia Iole-
-Io ti adoro- dissi raggiante  e con l'acquolina in bocca.
-Lo so, modestamente- rispose sorridendo.

Caricammo i bagagli nel bagagliaio e salimmo in auto diretti a casa sua.
Il resto della giornata la passai a sistemare camera mia, visitare la casa (non ci misi molto dato che erano 5 stanze in croce) e il vicinato (vicinato... diciamo più il bosco circostante) insieme a mio fratello. Programmammo poi le varie uscite e visite alle fiere, musei, ecc. cercando di incastrarle con i vari impegni del signorino. Alla fine uscì una tabella di marcia tutto sommato accettabile. Peccato che si sarebbe rivelata del tutto inutile.

Ma allora non potevo ancora sapere che a distanza di pochi, anzi pochissimi giorni, quella vacanza tanto attesa si sarebbe trasformata nella più bizzarra delle avventure mai vissute in tutta la mia misera esistenza (e lo sarebbe stata anche per molte altre persone tra cui mio fratello)...

   
 
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