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Autore: Eririchan    05/06/2022    1 recensioni
AU scritta in modo assolutamente scherzoso.
Vicende che avvengono tra i banchi di scuola e il campo di volleyball della suddetta.
Presente (e molto) il Pairing HoroxRen e probabilmente anche RenxMaiden e YohxAnna, ma non saranno centrali.
Che dire, spero di farvi ridere.
Genere: Comico, Parodia, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Anna Kyoyama, Horo Horo, Ren Tao, Yoh Asakura
Note: AU, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Erano diversi giorni che il prof Chrom era assente, così la classe di Yoh e gli altri si ritrovò con un supplente. Si chiamava Pino, e non era affatto nato per fare il docente.
 
- Non può mettermi due volte quattro in un giorno! – si lamentò forte Horo Horo.
 
- Non è che posso, devo, se ti ostini a non studiare. –
 
Horo Horo prese in mano i due compiti incriminati: - Non è colpa mia! Io non capisco niente di matematica! Tutti questi numeri sono insensati! –
 
L’insegnante iniziò a cancellare la lavagna: gli avrebbe fatto un disegnino. Chissà se così riusciva a spiegarsi meglio. – Sono temperature, Usui, temperature! Devi solo calcolare l’escursione termica e allora vedrai che in Europa fa più freddo rispetto all’Hokkaido! –
 
A quelle parole, Anna non nascose uno sbadiglio. Mezz’ora dopo, però, pure sbadigliare era diventato noioso, così lanciò un astuccio sul coppino di Horo Horo. Mentre Lyserg le fece i complimenti per la mira, il supplente si prodigò a trovare il colpevole. Anna diede la colpa a Chocolove, visto che l’astuccio era il suo, e così l’afroamericano si beccò una sgridata.
 
Peccato che Horo Horo iniziò a sanguinare sulla nuca: Chocolove si ostinava a tenere nell’astuccio una serie di ditali in ferro stile Nana Osaki e, nel lanciarlo, Anna aveva fatto uscire uno di questi… così l’afroamericano si beccò anche una nota.
 
Cinque minuti dopo, Horo Horo si ritrovò in infermeria.
 
- Mi raccomando, - gli ribadì nuovamente Yoh prima di tornare in classe, - non farla più grossa del necessario come al solito. –
 
- E perdermi l’occasione di saltare qualche ora? Non sarebbe da me… -
 
Appena Faust l’infermiere comparve, entrambi i ragazzi sbiancarono: aveva il suo solito aspetto emaciato, con tanto di occhiaie e sorriso isterico, tuttavia stavolta aveva anche troppe siringhe tra le mani.
 
- Credo di stare benone, in effetti… - mormorò l’ainu.
 
- Buon per te, ci vediamo! – e così dicendo, Yoh se la filò.
 
Horo Horo gli stava ancora dando del vigliacco quando Faust gli si avvicinò. – Buongiorno Horo Horo! Un altro strappo muscolare? Stavolta ho tutta la morfina che serve! –
 
- Ehm… grazie Faust, ma non serve. Mi basta un cerotto qui, dove c’è un taglietto. –
 
Il biondo perse all’istante il sorriso. Solo un cerotto? La sua arte medica non poteva cadere così in basso! Assolutamente no, avrebbe usato la morfina appena comprata, in un modo o nell’altro.
(S)Fortunatamente, bussarono alla porta di nuovo.
 
- È occupat… - Horo Horo non finì di dirlo che l’uscio si aprì ed entrò Ren.
 
- La sala d’attesa è fuori, incerotto questo qui e arrivo subito! – esclamò Faust con rinnovato entusiasmo: Ren sembrava stare malissimo e si teneva lo stomaco con fare dolorante… che gli servisse della morfina?!
 
- Ren! Che ti è successo?! – esclamò Horo Horo preoccupato. Il cinese, tuttavia, lo liquidò con un gesto della mano, si avvicinò al lettino e si sedette accanto all’ainu. Sempre tenendosi lo stomaco.
- Sto… bene… una favola. –
 
Appena Faust si accorse del rivolo di sangue sulla sua bocca, spinse Horo Horo giù dal lettino, gli mise in mano un cerotto e lo sbatté fuori dalla porta.
 
Dopo un’ora, l’ainu era ancora fuori dalla porta. Fissava quell’uscio in attesa che si aprisse e ne uscisse Ren pronto a dargli spiegazioni. E in effetti delle spiegazioni le ottenne, ma da Jeanne, che arrivò in quel momento: - Hovo Hovo, dov’è Ven?! –
 
Lui la squadrò. Quella R moscia era sempre più odiosa ogni giorno che passava.
 
- È dentRo. – marcò lui.
 
Lei lo guardò indispettita, capendo la presa in giro. Poi però fece un nuovo, largo, sorriso.
 
Quando Ren uscì dall’infermeria, si trovò un Horo Horo accucciato e una Jeanne chinata dietro di lui. Gli ci volle un po’ per capire che stava apponendo un cerotto dietro al collo del ragazzo.
 
- Che state facendo? –
 
- (R)en! – esclamò lei abbracciandolo forte. – Lo stavo cu(r)ando come ho fatto con te! Lo sai che sono un’ottima guarit(r)ice! –
 
- Mi hai solo messo un cerotto perché io non ci arrivavo… - puntualizzò l’azzurrino, improvvisamente rosso in viso. Dovette spostare lo sguardo perché la visione di quei due abbracciati lo disturbava non poco. – Comunque… che ti è successo? –
 
Ren sbuffò. Poi spiegò: - Quel bastardo di Nichrom mi ha mandato due energumeni per vendicare suo fratello. Li avrei gonfiati di botte se solo non avessero giocato sporco. –
 
- Nichrom chi? –
 
Jeanne si staccò dal cinese e spiegò: - Il fvatello minore del prof Chvom! Ho visto tutto pevché evo in giavdino a fav volare un po’ Shamash, la mia colombella. Sono a(rr)ivati due tizi bizza(rr)i che, dopo avev pavlato con Ven, lo hanno massacvato. –
 
Horo Horo rimase un attimo scioccato: sentirle dire le r doppie era anche peggio. Tuttavia lo sconvolse di più quel che la ragazza fece dopo: mentre Ren arrossiva a provava a cambiare discorso, dicendo che non era niente, Jeanne si accoccolò a un braccio del Tao e aggiunse: “fortuna che con un bacetto la bua và via!”. Senza r, ovvio.
 
Ren si schiarì la gola e si scostò in malo modo dalla ragazza. – COMUNQUE! Ora sono come nuovo, appena lo rivedo lo prendo a pugni con il libro di testo di suo fratello! –
 
Horo Horo rimase zitto. Eloquentemente zitto. Così Ren, arrossito sugli zigomi, lo prese per un braccio e lo trascinò via. – Torna in classe Maddy, io devo parlare con questo qui. – la ragazza ci rimase molto male, ma Ren non esitò a svoltare l’angolo con Horo Horo senza guardarsi indietro.
 
Appena fu sicuro che nessuno li stava seguendo, Ren lasciò l’amico, incrociò le braccia e gli disse: - Prima che tu dica qualcosa: non è come sembra. –
 
Horo Horo aveva lo sguardo perso e non riusciva a formulare nemmeno una frase di senso compiuto. Quello che aveva detto Jeanne…
- Parlo con te. – lo riscosse il moro. Ma tutto quello che ottenne fu uno sguardo indecifrabile.
 
Ren sbuffò. Alzò gli occhi al cielo e disse: - Innanzitutto volevo solo che non ti preoccupassi. Nichrom ce l’ha con me perché è il fratello del prof Chrom. Hai presente? Quello che per colpa mia è andato in depressione e poi è finito in manicomio. –
 
- Tu… cosa? –
 
Finalmente l’ainu aveva parlato. Anche se sembrava non aver capito una parola. Quindi Tao Ren si ripeté: - Il prof Chrom. L’ultima volta che è venuto a scuola gli ho fatto una domanda sui neutrini ed è corso via. Sono stato convocato addirittura dal preside: a quanto pare è diventato insegnante dopo che il mondo scientifico ha rifiutato la sua teoria sui neutrini… ho toccato un nervo che lo ha mandato in depressione e poi in manicomio, per questo suo fratello ce l’ha con me: dice che ho ucciso suo fratello. –
 
Horo Horo si grattò la testa: - “Ucciso”… in effetti abusiamo di questo termine. Però, Ren… Chrom a parte, che intenzioni hai adesso? –
 
Ren fece spallucce. – Te l’ho detto, troverò quel Peyote e quello Zick e li pesterò. Poi sarà il turno di Nichrom e… -
 
- Non intendevo quello, intendevo con Jeanne. Da quel che ho visto siete molto uniti… questa cosa della rissa vi ha avvicinati, mi sembra… -
 
Entrambi arrossirono e iniziarono a guardare soffitto e pavimento. Balbettarono a turno qualcosa di incomprensibile, poi Ren riuscì ad articolare una frase: - Non è come sembra. Non ero in me quando mi ha… quello che ha detto. –
 
- Quindi non state insieme? Eppure lei sembra crederlo davvero. –
 
- Oh, senti! Ma perché t’importa tanto?! –
 
- Perché la chiami Maddy e ti fai dare baci sulla guancia e chissà dov’altro. –
 
- Intendo perché ti interessa sapere che rapporto ho con lei! Vuoi provarci tu perché ti piace più di Tamiko? –
 
- Non essere ridicolo! –
 
- Ma lo hai detto tu che c’è un’altra, no? –
 
- Ho detto un’altra persona, Ren! –
 
Ren aprì la bocca per replicare ma suonò la campanella: una marea di studenti si riversò nei corridoi, pronta per tornare a casa dopo una lunga giornata di scuola.
 
Non era il luogo adatto per continuare quella conversazione. In più quel pomeriggio sarebbero andati a casa di Yoh per un allenamento speciale programmato dal signor Mikihisa.
I due ragazzi si guardarono negli occhi seri, poi esclamarono all’unisono: “ne riparliamo un’altra volta”.
 
All’uscita della scuola, Horo Horo vide Jeanne aspettare Ren trepidante, ma questi la sorpassò con disinvoltura e praticamente corse in macchina. Di sicuro disse a Jun di mettere in moto e partire subito, perché la vettura guidata da sua sorella schizzò via in pochi secondi.
 
Horo Horo sospirò. Niente, non c’era riuscito nemmeno stavolta a dirglielo. Beh, non che avesse intenzione di farlo a tutti i costi, ma la piega che stava prendendo la situazione non prometteva niente di buono. Non a un passo dalla finale.
   
 
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