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Autore: Caroline94    08/06/2022    1 recensioni
Ci volle un po' ma quando finalmente la porta si aprì, Diana apparve in pigiama, arruffata e insonnolita oltre ogni dire.
“Che c’è? Chi è?” biascicò, faticando a metterlo a fuoco con gli occhi gonfi e il buio che li circondava “Martin, spero per te che siamo in pericolo di vita, oppure…” cominciò, sbadigliando, ma il ragazzo si fiondò dentro chiudendosi la porta alle spalle.
“Una cosa del genere” rispose “Tu stai bene?” domandò.
“Stavo bene finché non sei arrivato tu” lo rimbeccò lei.
“Non crederai mai a cosa mi è successo!” esclamò, ancora poggiato con le mani alla porta “Hai appena tentato di uccidermi” informò, riprendendo fiato dopo la corsa.
La ragazza, dapprima troppo stordita dal sonno, sgranò gli occhi “Cosa!?” esclamò.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billy, Diana Lombard, Martin Mystère
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Chiesa di Beckerville era tetra e oscura, proprio come quando l’avevano lasciata tre giorni prima: abbandonata ed in un sinistro stato di decadenza.
Martin e Billy si ritrovarono a percorrere cautamente i corridoi scricchiolanti, calpestando polverosi tappeti e parquet muffiti.
“Un bel posticino per celebrare un matrimonio” commentò Billy, stando più vicino possibile a Martin.
“Certo, se sei un fantasma” rispose lui, tranquillo come ogni volta che avevano a che fare con qualcosa di assurdo e paranormale “Troviamo Diana e riprendiamo a calci nel sedere questo ectoplasma, così potrò tornare a dormire tranquillo.”
Svoltarono l’angolo e giunsero davanti le porte chiuse della sala principale; si guardarono, annuendo con un gesto deciso del capo, poi spinsero i battenti. Il tappeto rosso, liso dal tempo e dal recente scontro, attraversava la navata che portava all’altare vuoto. Stesa ai suoi piedi vi era il corpo inerme di Diana, infilata in un vecchio abito da sposa.
“Chissà perché ho un déjà-vu” mormorò Martin, prima di precipitarsi verso l’amica.
“Abbiamo trovato Diana, adesso possiamo andarcene? Non mi piace questo posto” mormorò Billy, guardandosi intorno ansioso, mentre Martin controllava che Diana stesse bene.
“È solo svenuta” informò “Ma non possiamo andarcene se prima non fermiamo una volta per tutte questo fantasma” aggiunse.
“Temevo lo avresti detto” sospirò Billy rassegnato.
Un colpo improvviso li fece sobbalzare entrambi e, con un sonoro scricchiolio, i battenti del portone si chiusero di schianto. Avevano appena avuto il tempo di metabolizzare l’accaduto che un movimento alle loro spalle gli annunciò che Diana si era svegliata.
La ragazza sorrise, guardandoli con i suoi gelidi occhi verdi sfumati di viola.
“Benvenuti, ragazzi” sorrise, per poi alzarsi in volo di qualche metro da terra. I due indietreggiarono.
“Sai, Billy, credo di aver capito cosa sta succedendo!” esclamò Martin “Me ne sono accorto quando Diana è scappata dalla Torrington invece di sparire nel nulla: il fantasma non ha preso le sembianze di Diana… il fantasma è Diana!”
“Stai dicendo che è posseduta?” chiese Billy, nascondendosi dietro di lui “E come facciamo a tirarlo fuori?!”
“Questo potrebbe essere un problema” ammise lui.
Diana si adagiò lentamente sul piedistallo dove fino a pochi giorni prima vi era il quadro, e sorrise in modo sinistro.
“Ed ora diamo il via alla cerimonia!” esclamò, allargando le braccia: nuvole di fumo viola si sprigionarono dal pavimento, inondando la sala, stringendosi intorno ai due ragazzi.
“Martin, cosa facciamo?” domandò Billy, spostandosi al centro della stanza.
“Ehm… ci sto pensando” rispose lui, mettendosi schiena contro schiena con il ragazzo.
“Beh, pensa in fretta o non ne usciremo bene!”
Diana rise malignamente e Martin iniziò a sudare freddo.
“Ehi, senti, perché non ne parliamo?” domandò “Sì, insomma una chiacchieratina fra uomini! Che te ne pare?” chiese sorridendo forzatamente.
“Martin, che stai facendo?” bisbigliò Billy.
“Improvviso” rispose il ragazzo, tra i denti, senza smettere di sorridere.
Diana si voltò verso di lui, con sguardo gelido.
“Insomma, so che ce l’hai a morte con lei per averti piantato sull’altare ma, sai come si dice: morto un papa se ne fa un altro!” esclamò, tentando di suonare incoraggiante e amichevole.
“Cosa…?” sibilò Diana, incredula “Sono tutte menzogne! Fu lui a fuggire!” urlò: la voce, improvvisamente amplificata, risuonò sulle pareti costringendoli a tapparsi le orecchie.
“Che cosa!?” esclamarono in coro.
“Ma questo non è possibile: nel diario che abbiamo trovato nella casa abbandonata c’era scritto che la sua Clarice lo aveva lasciato il giorno del matrimonio!” informò Martin.
La ragazza emise un verso di disprezzo “Quel diario fu scritto da lui per proteggersi le spalle dall’opinione cittadina, poiché mi lasciò il giorno prima delle nozze per fuggire con un'altra donna!” rivelò, lasciando entrambi allibiti.
“Ma questo significa che tu…” cominciò Billy.
Io sono Clarice!” rispose Diana, incollerita.
“Ok, questo non me l’aspettavo” ammise Martin, dopo un attimo di sbigottimento.
“Quando fui lasciata ero disperata, tanto che mi tolsi la vita. Fu lui a trovare il mio cadavere, nascondendolo sotto la chiesa, per poi spargere la voce che ero fuggita abbandonandolo sull’altare” ringhiò.
“Che meschino!” commentò Martin, indignato. Billy acconsentì annuendo vigorosamente.
“Ma noi cosa centriamo?” chiese.
“Voi avete disturbato la mia tormentata solitudine… e pagherete per questo!” i suoi occhi divennero viola e il fumo si alzò fino al soffitto.
“Propongo di darcela a gambe!” esclamò Billy.
“Proposta accolta!” rispose Martin. Insieme si tuffarono nel fumo, correndo fino alla porta ma solo per andarci a sbattere contro. Gemendo dal dolore, Martin materializzò la Lama Laser dall’U-Watch e ruppe la serratura, fiondandosi nel corridoio.
 
 
Nascosti nella biblioteca i due ragazzi riprendevano fiato mentre tentavano di organizzarsi, seppur con qualche difficoltà.
“Insomma, Diana è posseduta da una sposa infuriata che vuole ucciderci e noi siamo intrappolati qui dentro” ansimò Billy “Non è esattamente una situazione da cui è facile uscire.”
“No, infatti” rispose Martin, sbarrando la porta con degli scaffali “Ma non possiamo andarcene e lasciare Diana qui.”
“Qualche idea?”
“Nessuna, al momento.”
Il ragazzo sospirò ed andò a sedersi davanti agli scaffali, accanto a Billy. Alzò un ginocchio e vi poggiò il braccio, con sguardo spento.
“Diana aveva ragione” mormorò “Se avessi distrutto subito quel quadro questo non sarebbe successo.”
“Non è stata colpa tua, Martin” tentò di confortarlo l’altro.
“Sì, invece!” ribatté lui, zittendolo “Se l’avessi ascoltata, ogni tanto, certe situazione avremmo potuto evitarle! Mi sento così stupido!”
Strinse i pugni, abbandonando la fronte sul ginocchio con un sospiro. Certo, Diana sapeva essere noiosa, pesante, irritante e saccente... ma era pur sempre sua amica. Anche se poteva sembrare arrogante quando elargiva consigli con aria di superiorità lo faceva solo per aiutarlo, ma lui era sempre stato troppo testardo e pieno di sé per darle ascolto e i risultati erano evidenti. Sospirò e si portò una mano ai jeans alla ricerca del cellulare.
“Chiamo il Centro e chiedo rinforzi” informò, estraendo l'apparecchio dalla tasca; insieme ad esso, però, scivolò fuori anche l'anello che aveva trovato fuori la chiesa, diversi giorni prima: aveva completamente dimenticato di averlo. Lo prese, sospettoso, e lo esaminò più da vicino: era identico a quello indossato dal fantasma, con l'unica differenza che le pietre erano bianche anziché viola. Il suo cervello lavorò così in fretta che fece fatica a stare dietro ai suoi stessi pensieri ma, in un attimo, la consapevolezza lo colse con ferocia inaudita, facendogli sgranare gli occhi: erano i loro anelli di fidanzamento.
Certo, aveva senso: il fantasma si era impossessato di Diana tramite il proprio anello, anche se questo non spiegava lo strano comportamento della donna nei suoi confronti. A meno che...
"Martin?" lo chiamò Billy, vedendo che il ragazzo continuava a restare immobile a fissare la propria mano.
"È questo anello" decretò lui, infine.
"Che?"
"L'anello" ripeté lui, alzando lo sguardo "Clarice ha preso possesso del corpo di Diana tramite il proprio anello di fidanzamento" spiegò "Questo invece apparteneva al tipo che avrebbe dovuto sposare. L'ho trovato fuori la chiesa due giorni fa: era questo ad attirarla verso di me, era per questo che il fantasma si comportava in quel modo assurdo nei miei confronti" realizzò.
"Scusa ma non capisco" ammise Billy, perplesso.
"Ricordi quando siamo entrati in camera di Diana e, per un attimo, è sembrato che lei sapesse che eravamo lì?"
"Sì?"
"Non era Diana a saperlo ma il fantasma: aveva sentito la presenza dell'anello all'interno della stanza" spiegò, alzandosi in piedi "Questo anello le ricorda l'ex fidanzato che lei, nonostante tutto, ama ancora. Una parte di lei ne è ancora assuefatta: ecco perché non veniva fisicamente in camera ma mandava solo un pezzò di sé stessa" aggiunse con gli occhi che brillavano.
"Aspetta, vuoi forse dire che quell'anello..." disse Billy, iniziando a capire.
"...è l'unica cosa che forse può fermarla" completò Martin, trionfante "Se riusciamo a sfruttarlo a dovere possiamo distruggere il fantasma una volta per tutte."
"E come pensi di fare?" chiese il ragazzo, alzandosi, leggermente ansioso.
Martin ci rimuginò su qualche istante, infine annuì, serio "Torniamo di sotto" decretò, infilandosi l'anello all'anulare sinistro "Siamo invitati ad una cerimonia."
 
 
 
Martin sapeva che probabilmente stava andando incontro a morte certa ma, in fin dei conti, non era la prima volta che lo faceva. Non aveva un piano preciso, a dir la verità, l'unica cosa certa era che doveva trovare Diana e, con lei, Clarice... quello che sarebbe successo dopo solo la sorte l'avrebbe deciso.
Scese le scale con calma, ostentando una sicurezza che in quel momento non era sicuro di avere, e, arrivato nel corridoio, prese aria nei polmoni e invocò il nome di Clarice a gran voce. Attese, tendendo le orecchie a ogni possibile rumore, ma l'ansia era così tanta che l'unica cosa che sentiva era il cuore battergli furiosamente in gola. Poi, dopo degli istanti che parvero interminabili, un lieve rumore di passi rieccheggiò tra le mura: da dietro l'angolo, con una tranquillità disarmante e lo strascico del vestito che ripuliva la polvere dal pavimento, apparve Diana. Seria e austera lo trafiggeva con i suoi occhi, in quel momento, di un viola intenso.
Inspirò e inclinò lievemente il capo di lato, osservando con pacato interesse la sua figura: "Sì?" domandò calma.
Ok, non era questa la reazione che si era aspettato e, se doveva dirla tutta, quella tranquillità rendeva la ragazza anche più spaventosa di quando aveva urlato loro contro minacce di morte. Ma cercò di raccogliere tutta la dignità e la sicurezza che possedeva e fece un passo avanti: "Voglio parlare con te" asserì e sperò che Billy fosse pronto ad intervenire nel caso le cose si fossero messe male.
Lei sbatté le palpebre una sola volta, lentamente, e congiunse le mani davanti a sé, sul corpetto dell'abito usurato dal tempo: "Ti ascolto" decretò, infine.
Beh, non stava andando poi così male. In un certo senso non riusciva a capire se fosse davvero interessata a conversare con lui o lo stesse semplicemente accontentando perché già sapeva che, alla fine, l'avrebbe avuta vinta lei.
Qualunque fosse il motivo Martin non aveva altra scelta che andare avanti.
"So che sei arrabbiata, lo capisco..." iniziò "...e mi dispiace di essere entrato quì, averti disturbata e aver distrutto il tuo ritratto. Io ero davvero convinto che qui dentro ci fosse il fantasma del tuo ex" disse, cercando di suonare il più affabile possibile "Se avessimo saputo la verità non avremmo mai fatto nulla di tutto questo. Beh, in un certo senso la colpa non è nostra, siamo stati tratti tutti in inganno dalle cose scritte in quel diario, e vorrei davvero che ci fosse un modo per rimediare al torto che ti abbiamo fatto."
Si era preparato il discorso prima di scendere, era vero, ma lo scenario che aveva immaginato era totalmente diverso da quello in cui si ritrovava in quel momento. Il fatto che la donna non sembrava intenzionata a proferire parola non rendeva la situazione semplice. Deglutì constatando che lei continuava a fissarlo, senza mutare espressione e senza parlare, quindi dovette improvvisare.
"C'è qualcosa che posso fare per farmi perdonare? Qualunque cosa... magari possiamo metterci d'accordo: io riparo il danno, tu ci ridai Diana e ci lasci andare" concluse speranzoso.
Il silenzio che ne seguì fu intenso e pesante. Clarice sembrò pensarci sopra sul serio e, per un attimo, il ragazzo sperò davvero che accettasse l'accordo... ma ogni aspettativa si sgretolò definitivamente quando la ragazza drizzò il busto, ergendosi in tutta la sua altezza, e assottigliò lo sguardo.
"Rifiuto" rispose, gelida, e Martin fece un passo indietro istintivamente "Nessuno di voi tre lascerà questo posto..." decretò mentre il fumo iniziava a riempire il corridoio, stavolta fuoriscendo da sotto la gonna del suo abito "...le vostre membra giaceranno qui dentro, per sempre!" tuonò, gettando contro di lui delle lingue di fumo. Ormai senza più idee a cui appellarsi, Martin fece l'unica cosa che l'istinto gli suggerì: alzò la mano con l'anello davanti a sé, chiudendo gli occhi e aspettando neanche lui sapeva cosa.
Per i successivi istanti non accadde assolutamente niente e Martin si azzardò ad aprire gli occhi: il fumo lo circondava ma senza toccarlo. Diana era ancora in piedi davanti a lui ma i suoi occhi erano vitrei e fissava come in trance la sua mano sinistra: era l'occasione perfetta!
Tenendola in bella vista si avvicinò lentamente a lei, attento a non fare alcun movimento sospetto, mentre il fumo si apriva lentamente al suo passaggio: se la sua teoria era giusta, avrebbe dovuto distruggere l'anello per sbarazzarsi definitivamente dello spirito ma prima doveva arrivarci. Una volta che fu abbastanza vicino posò cautamente la mano sul suo braccio sinistro; Clarice non reagì, fortunatamente, e Martin ne approfittò per far scorrere le dita verso le sue. Appena sfiorò l'anello, però, la donna rinsavì e provò a respingerlo.
In preda al panico, saldò la presa sulla sua mano e le afferrò la nuca spingendola verso di sé, affondando le labbra nelle sue. Era la prima volta che baciava la vera Diana e non riuscì a trattenere il vuoto allo stomaco che quasi lo fece sussultare, anche se non sapeva a cosa associarlo: aveva un buon sapore di ciliegie, probabilmente dovuto al suo lucidalabbra, e la sua bocca era più morbida di quanto sembrasse di solito; sperava davvero che la cortina di fumo lo coprisse alla vista di Billy o si sarebbe gettato dal campanile di quella chiesa se qualcuno fosse venuto a sapere che aveva baciato Diana.
Clarice s'irrigidì, forse presa alla sprovvista, e lui ne approffittò per sfilarle l'anello in un breve momento di lucidità. Lei lo spinse bruscamente via e i suoi occhi divennero due pozze completamente nere: ringhiò e gli si gettò contro, sbattendolo a terra, tentando di riprendersi il gioiello. Martin, stordito dal bacio e dalla botta alla testa, fu lento a reagire e cercò di scrollarsela di dosso con scarso successo.
"Billy!" urlò a pieni polmoni, afferrando il volto di Diana per allontanarla da sé. Un'ombra si catapultò fuori dal fumo alle sue spalle e Martin gli lanciò l'anello. "Fallo, adesso!"
Billy brandì la lama laser e il ragazzo afferrò Diana per le spalle per impedirle di fermarlo; quando l'arma colpì il gioiello, spezzandolo in due, un forte fascio di luce invase il corridoio. Diana ruggì a pieni polmoni, i suoi occhi e la sua bocca emanarono luce viola che si raccolsero sul soffitto fino a formare la lugubre figura di una donna in abito da sposa: Clarice li guardò un ultima volta, poi chiuse gli occhi e si dissolse. Il fumo sparì e il corpo di Diana si accasciò esanime sul petto di Martin che, per una volta, non ebbe nulla di ridere sull'eccessivo contatto fisico.
Billy si lasciò andare ad un lungo sospiro esausto e si sedette per terra, appoggiandosi con la schiena alla parete. "Fammi un favore, Martin" esalò "Se un giorno ti sposerai, non invitarmi al tuo matrimonio."
Lui chiuse gli occhi, abbandonando la testa sul pavimento, stringendo Diana a sé. "Puoi contarci, amico."
   
 
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