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Autore: pattydcm    10/06/2022    0 recensioni
Fox non si sarebbe mai aspettato che il suo incarico sotto copertura sarebbe stato del tutto messo in secondo piano dall'arrivo di Mirco Neigo nella sua vita. Il giovane, infatti, lo coinvolgerà in un'avventura ai limiti della realtà, portandolo a diventare la guida vivente di un guardiano di anime.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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 31 La caduta
 
Fox ripiega con cura i pantaloni di tela leggera e li sistema all’interno della cabina a loro assegnata sulla spiaggia di pertinenza dell’hotel Miramare. Onde evitare un ulteriore assalto da parte delle loro fans, ha deciso di anticipare il sopralluogo alle sette del mattino. Infatti, sono presenti in spiaggia solo alcuni anziani e alcuni gabbiani alla ricerca di cibo, che con i loro garriti rendono l’atmosfera ancora più surreale.
<< Ne sei proprio sicuro? >> gli domanda Mirco, alzando appena lo sguardo a incontrare il suo.
Gli occhi carichi di terrore di questo ragazzo lo innervosiscono e per questo si affretta a volgere altrove la sua attenzione. La domanda che gli ha posto dopo la lunga sequela di ipotesi formulate nel piccolo giardino dinanzi la scuola di danza gli è ronzata per la testa per tutto il resto della giornata, togliendogli anche il sonno. Questa volta non è andato neppure a cercarselo l’ennesimo legame indissolubile nel quale restare intrappolato. Ha fatto tutto quel maledetto moccioso la cui presenza costante percepisce nella testa.
<< Io, davvero, non so più come dirti che tra le poche certezze che ho su me stesso, quella di essere un ottimo nuotatore è la più forte >> risponde assicurando al polso il braccialetto al quale è appesa la chiave della cabina. << Senti, oltre a cercare omicidi commessi altrove con lo stesso modus operandi, fai anche una ricerca sulle persone scomparse in questa regione e vedi se per caso erano originarie di qui. Non si sa mai che con la scusa del vederli lasciare la regione per studiare o lavorare il nostro amico li abbia fatti fuori altrove. Ah, e tieni tu il mio cellulare. Di lasciarlo qui non mi fido. Ci rivediamo in hotel a mezzogiorno, vale? >> conclude porgendogli lo smartphone.
Senza dargli il tempo di ribattere si allontana in fretta da lui, fermo accanto alla cabina. Avverte, però, il peso del suo sguardo spaventato e vinto da un assurdo senso di colpa si ferma, passa la mano tra i capelli e ripercorre i suoi passi.
<< Si può sapere perché sei così preoccupato? >> gli chiede brusco, infastidito da quei continui occhi bassi e colpevoli.
<< Non me lo perdonerei se ti accadesse qualcosa >> sussurra lui, alzando appena lo sguardo.
<< Mirco, è una semplice ispezione. Cosa vuoi che possa accadermi? >> cerca di rassicurarlo posando le mani sulle sue spalle. << Starò via meno di un’ora, recupererò i vestiti e passerò il resto della mattina a macinare ipotesi. Dovresti essere preoccupato della valanga di parole che ti vomiterò addosso piuttosto che di quanto sto per fare >> tenta di sdrammatizzare e il ragazzo abbozza appena un sorriso. Volge lo sguardo al mare calmo alle loro spalle ed è terrore puro quello che ha dipinto in volto.
<< Mi hai già spiegato perché il mare ti spaventi così tanto, ma ho sentito che c’era dell’altro. Vuoi dirmi, per favore, cosa ti terrorizza al punto da fare fatica anche solo a rivolgergli lo sguardo? >>.
Dopo numerosi sospiri, con un filo di voce Mirco gli racconta di un brutto incontro che ha avuto a quattro anni la prima e unica volta in cui i suoi genitori lo portarono al mare in Liguria. Stava giocando sulla battigia quando aveva visto una bambina poco più grande di lui camminare sulla superficie dell’acqua, proprio come gli era stato detto avesse fatto Gesù. Questa gli aveva sorriso, invitandolo a raggiungerla e lui, curioso, aveva accettato. Quando l’acqua gli era arrivata al petto la bambina gli aveva detto ‘E adesso guarda!’ per poi scendere lentamente sotto la superficie, come se i suoi piedi fossero appoggiati ad una pedana che pian piano si stava andando a fondo. Quando lei era del tutto scomparsa ai suoi occhi, si era sentito afferrare per i piedi da qualcosa che lo ha bruscamente tirato giù. Spaventato aveva aperto gli occhi sottacqua e aveva visto la bambina di prima sorridergli ancora, del tutto indifferente del pericolo che gli stava facendo correre. Attimo dopo attimo, però, tutto di lei aveva preso a mutare, spaventando Mirco ancor di più del ritrovarsi privo d’aria. Aveva cercato di dimenarsi e scalciare via da sé il mostro che quella bambina era diventata. Questi, però, lo fissava con i suoi occhi rossi incandescenti e il sorriso folle, tenendogli stretti i piedi tra le mani dalle lunghe dita artigliate, senza avere alcuna intenzione di permettergli di scappare.
Ancora una volta Fox si rende conto di come Alex lo porti a conoscenza di frammenti della vita di Mirco attraverso i sogni nei quali gli si manifesta. Quella bambina proprio come Perla si era trasformata in un mostro deciso a trascinarlo a fondo. Mirco, però, ha vissuto tutto questo nella realtà e non in sogno. Quel mostro lo stava davvero per uccidere e lui ancora oggi trema al ricordo di quel momento traumatico.
<< La sua risata infernale. Boja, mi sembra ancora di sentirla nella testa >> dice il ragazzo, portando una mano alla fronte. << Continuava a gridare ‘Sono miei, maledetto. Miei e non li avrai!’ e io non capivo a cosa si riferisse. Ero terrorizzato dai suoi occhi, dal suo volto, da quel sorriso largo e cinico. Mi sono salvato per miracolo e da allora, come ti ho già detto, ho una vera e propria fobia non solo del mare, ma di tutti i corsi d’acqua >>.
Colpito dalle sue parole, l’unica cosa che Fox riesce a fare è tentare di rassicurarlo massaggiandogli le braccia magre dalla pelle accapponata. Ora gli è ancora più chiaro perché questo ragazzo sia nervoso e tema che possa accadergli qualcosa, soprattutto adesso che sta andando in mare per indagare sui suoi fantasmi.
<< Posso immaginare quanto sia stato traumatico quel momento. Ciò che è pericoloso per te, però non lo è per me >> gli dice cercando il suo sguardo.
<< No. Tu sei protetto >> concorda Mirco, fissando il diaspro. Lo prende tra indice e pollice ed è un sospiro di sollievo quello che ora gli sfugge. << Stai comunque attento, per favore >>.
<< Stai tranquillo, sottiletta, veglierò io su di lui >> .
<< Oh, allora sì che sei in una botte di ferro! >> sbuffa Mirco, alzando gli occhi al cielo. Porta poi la mano al torace e una piccola espressione di dolore gli oscura il viso. << Bada che c’è un esorcismo sempre pronto per te, moccioso! >> lo minaccia, guardando accigliato il vuoto al suo fianco.
Fox sbuffa, stufo di ritrovarsi preso in mezzo ad un’altra delle loro liti. Vanno avanti da quando, la sera precedente, Marco si è proposto di fargli da spalla in questa indagine e lui, invece, ha avuto la folle idea di dirsi più tranquillo nel saperlo con Mirco in modo che potesse, per quanto possibile, fare le sue veci. Questa proposta ha aperto la strada ad una serie di battutine, litigi e discussioni tra i due come solo i bambini dell’asilo sanno fare peggio.
<< Mi sento un padre single in vacanza con i figli >> sbotta, passando la mano sul viso stanco. << Ne ho abbastanza di tutte queste storie. Tu fila in biblioteca a fare il tuo lavoro e tu >>, dice, volgendo appena lo sguardo alla presenza gelida del fratello al suo fianco, << smettila di dargli addosso. Andiamo! >> esclama, camminando deciso verso il bagnasciuga.
<< E così sarebbe colpa mia, eh? >> ribatte Marco seguendolo in acqua.
“Io non capisco perché tu ti accanisca così tanto contro di lui! Qualunque motivazione ci sia, però,  faresti bene a finirla. Sei più grande di lui, Cristo, dai il buon esempio!” esclama, portandosi a largo a bracciate.
Marco continua a perorare la sua causa con lo stesso sfiancante ardone che era solito mettere in campo in vita. Che fosse arrogante e dall’offesa facile lo ricordava bene e rendersi conto di come non sia cambiato neppure di una virgola lo destabilizza. Pensava, infatti, che, nonostante la morte lo avesse colto in giovane età, suo fratello potesse essere ‘cresciuto’ con lui in questi anni in cui gli è rimasto accanto.
<< Sarei io quello che non è cresciuto? Anche tu mi sembra stia per mettere in atto una delle cazzate che eravamo soliti fare da bambini >>.
Ho avuto un ottimo maestro”.
<< Non dare a me la colpa delle tue azioni, Liber! Ti ho detto fin da subito di non essere d’accordo col tuo piano, ma vedo che continui a voler andare lassù da solo >>.
L’altra volta ero troppo impegnato a farmela sotto per poter ispezionare come si deve quel palazzo. Ora, senza Mirco al seguito avrò sicuramente più possibilità di non incappare nei suoi fantasmi”.
<< Ma davvero? E come fai ad esserne così sicuro? >>.
Per un motivo molto semplice, Reporter” risponde smettendo di nuotare, ormai giunto al porto. “Se ci fosse il reale rischio che le vittime di quel pazzo possano in qualche modo nuovermi, Alex mi impedirebbe di compiere questa azione sconsiderata”.
<< Certo, mettiamo la nostra vita nelle mani di una guida che senza farsi alcun problema ci ha invasi e gettati in questo casino! >> lo canzona Marco. << Il piccolo particolare di cui non stai minimamente tenendo conto, però, è che potresti imbatterti accidentalmente nel nostro pazzo omicida >>.
<< Ne dubito >> ribatte tranquillo, arrampicandosi sulle rocce fino a giungere sul molo. << Il concorso di bellezza è appena iniziato. Se dovesse decidere di tornare all’opera dopo anni di inattività non lo farebbe adesso. Attenderebbe la fine di questa sagra, per dare meno nell’occhio, non credi? >> .
<< Ovvio, non può che essere così >> sospira Marco, vinto dall’impotenza di non stare riuscendo a fargli cambiare idea.
<< E, infatti, è così. Ci sono ancora troppe zone d’ombra e l’unico modo che ho per vederci chiaro è ispezionare il posto con calma >>.
<<  Certamente. Vado in avan scoperta >> conclude Marco la cui gelida presenza sente di colpo venire meno.
<< Ehi, stai attento! >> esclama, raggiungendo il sentiero sul quale Andrea li ha condotti.
Le parole di suo fratello sono state fin da subito capaci di insinuare il tarlo del dubbio nella sua non poi così solida certezza di stare agendo nel migliore dei modi. Affidarsi ad Alex, infatti, non è per nulla una buona idea, ma l’adrenalina che sta sentendo ancora adesso scorreregli sotto pelle lo spinge a silenziare quella che forse è la voce della ragione e ad andare avanti.
Non è solo l’adrenalina, però, a tenere a bada i dubbi insinuati da Marco. L’idea di potersela cavare anche in questa situazione è avvalorata dalla consapevolezza di aver già avuto a che fare in passato con un folle che ha tentato di uccidere sia lui che sua madre e che per anni ha messo entrambi in situazioni pericolose dalle quali in qualche modo sono sempre riusciti a uscire vivi. In un certo senso, questa convinzione lo ha sempre accompagnato in tutte le azioni folli che ha deciso di compiere in questi anni di lavoro sotto copertura e l’essere riuscito a uscirne incolume non ha fatto altro che rinforzarla.
Potrei questa volta cadere e farmi seriamente male” pensa, ma subito una risatina sarcastica gli sfugge dalle labbra. No. Questa possibilità sembra proprio non poter essere contemplata ed è anzi con un’enfasi maggiore che spinge con le braccia per forzare le sue spalle larghe ad attraversare la breccia sul muro di cinta del palazzo scoperta dal bambino.
Si alza in piedi contemplando i graffi che si è procurato un po’ dappertutto, mentre scuote via la polvere da gambe e braccia. Solo quando volge lo sguardo al desolato giardino nel quale è sbucato si rende conto di quanto il cuore gli batta all’impazzata.
<< Il posto è deserto >> lo informa Marco comparendo nuovamente al suo fianco.
<< Lo senti? >> gli chiede guardandosi attorno.
<< Cosa? Io non sento niente >>.
<< Infatti. Questo silenzio non è naturale. Dovremmo sentire la risacca del mare e il rumore del vento e invece non si sente assolutamente niente >> .
<< Come se questo palazzo lasciasse fuori da sé ogni cosa >>.
<< E quel che non mi lascia tranquillo è non sapere se anche l’altra volta era tutto così silenzioso, ma non ci ho fatto caso, oppure se è segno di qualcosa di potenzialmente pericoloso >>.
<< Beh, siamo ancora in tempo a fare dietro front >>. 
<< No. Qui è tutto strano. Se mi fermo davanti ad ognuna di queste stranezze non ne ricaverò mai nulla >> dice Fox, muovendo i primi passi su quest’erba secca al punto da graffiargli le piante dei piedi.
Con la rassicurante presenza di Marco accanto, perlustra il perimetro del palazzo, lasciando viaggiare lo sguardo su ogni parete esterna in modo da disegnare mentalmente una planimetria di questo luogo. Solo quando si ritiene soddisfatto dei dati raccolti all’esterno si ferma davanti al portone d’ingresso.
<< Conti di perlustrare allo stesso modo ogni ala del palazzo? >> gli domanda Marco con una nota di preoccupazione nella voce.
<< Perderei solo tempo prezioso >> risponde lui, scuotendo il capo. << I dati che abbiamo ci permettono di escludere il pian terreno e l’ala est, per non parlare delle cantine >>.
<< Non ci resta che raggiungere subito la terrazza, allora >> concorda Marco e dopo qualche istante di esitazione Fox compie il primo passo per salire i tre gradini che portano al portone.
Un innaturale vento gelido lo accoglie, portando il diaspro che ha al collo a divenire rovente. Tenendo la piccola pietra lontana dal torace, sale con circospezione i gradini della maestosa scalinata centrale ritrovandosi ben presto al pianerottolo. Decide di tenersi a debita distanza dalla porta sprangata che conduce all’ala ovest, stanza dei giochi del serial killer, e raggiunge subito la terrazza. L’abbagliante luce solare gli ferisce gli occhi rubandogli alcuni minuti necessari per scacciare il baluginio prima di osservare attentamente questo luogo.
Le piastrelle sbrecciate e screpolate dovrebbero essere roventi sotto i suoi piedi già provati dalla lunga camminata e dall’erba secca del giardino. Le trova, invece, fredde come fosse piena notte anziché prima mattina, particolare di per sé già parecchio inquietante. Cerca di non badarci troppo e si muove cauto, un passo alla volta, verso la ringhiera della terrazza.
<< Questo è l’unico affaccio sul mare >> nota, sporgendosi a guardare le onde infrangersi contro la parete rocciosa.
Un adulto fa presto a procurarsi una barchetta e prendere il largo con il suo cadavere da occultare. Il loro serial killer, però, ha iniziato a mietere vittime da bambino e un bambino deve arrangiarsi con quello che ha sotto mano. Quale luogo può essere migliore del mare per gettare via ciò di cui ci si vuole liberare per sempre?
Aveva già notato il cumulo di grossi massi accatastati nell’angolo della terrazza adiacente la portafinestra. Portarli fin lassù non deve essere stato semplice per un  bambino e questa constatazione lo porta ad aprire un’altra ipotesi ancor più inquietante.
 << Mi stai dicendo che quando la vittima non era più utile ai suoi scopi, la tirava giù dai ganci ai quali l’aveva appesa, la trascinava fino a qui, prendeva una di quelle rocce gliele assicurava alla vita, la issava fin sulla ringhiera e da qui la lasciava cadere in mare? Come può un bambino fare da solo tutto questo? >> gli chiede Marco scettico.
<< Non sono sicuro fosse da solo >>.
<< Pensi abbia un complice? >>.
Lo schiaffo improvviso del vento gelido gli toglie il fiato. Sente colare sul labbro superiore un rivolo di sangue e si protegge da un nuovo attacco coprendo il viso con le mani. Questo vento strano gli gira attorno un paio di volte prima di allontanarsi e solo dopo un lungo istante Fox riesce a scostare le mani dal viso.
Una pozzanghera scura si è creata attorno ai suoi piedi. Si propaga da lì un odore nauseante e gli ci vogliono alcuni istanti di attonito stupore per rendersi conto che quella non è altri che una pozza di sangue denso e freddo. Con un balzo ne esce fuori e striscia i piedi sulle mattonelle nell’automatico tentativo di ripulirli, mentre controlla di non avere ferite tali da giustificare tutto quel sangue.
Sotto i suoi occhi terrorizzati, però, lentamente dalla macchia inizia a disegnarsi una lunga striscia di sangue che termina la sua corsa contro la porta finestra della stanza delle torture all’interno della quale è probabile che continui. Fox ripercorre a ritroso con lo sguardo la scia di sangue dalla porta alla balconata, anch’essa ora macchiata dello stesso rosso cupo.
<< Li appoggiava lì prima di gettarli di sotto. Caspita, capitano, ci hai preso >> dice Marco con voce tremula.
  << Non aveva alcuna paura di essere scoperto. Si sentiva… si sente al sicuro qui >> deduce Fox con un filo di voce.
Un grido acuto, inumano e spaventoso, si leva dalla stanza delle torture. Il vento lo avvolge ancora una volta togliendogli il fiato e quando si allontana permettendogli di riaprire gli occhi, Fox si ritrova a incontrare lo sguardo di una donna.
Gli sorride appena appoggiata contro la portafinestra, del tutto a suo agio nonostante sia completamente nuda dinanzi a lui. Sulla pelle bianca come la neve ricadono i lunghi capelli neri, che sposta con un cenno del capo scoprendo il seno pallido.
“Non può essere reale!” razionalizza Fox, sbattendo più volte le palpebre, mentre il diaspro che ora tiene stretto nel pugno pulsa come un piccolo cuore.
<< Questa storia non mi piace per nulla >> sta dicendo Marco, che come lui starà sicuramente guardando con sospetto l’incedere lento della donna, che, rivolgendogli uno sguardo seducente, sta percorrendo la scia di sangue come fosse un red carpet. Raggiunge la ringhiera insanguinata e lì si ferma ad osservare per un lungo istante il bellissimo panorama.
<< L’estate eterna è per chi non teme la morte e tu, uomo, non la temi >> dice, volgendo a lui lo sguardo enigmatico.
<< Chi sei tu? >> le chiede, provando quel timore del quale lei è convinta sia privo.
<< Io? Io so chi sono e so chi sono stata. Tu, piuttosto? Tu sai chi sei? >> domanda inclinando appena la testa come un gatto curioso.
La domanda che gli ha posto continua a girargli per la testa, confondendogli le idee. In queste settimane il suo aver indossato molte maschere che lo hanno portato a non vivere la sua vita ma quelle di personaggi inesistenti è stato l’argomento preferito di Alex e ora sembra che questa donna inquietante voglia tirarlo nuovamente fuori. Il sorriso di lei si trasforma in una risata di schermo ai suoi danni che si aggiunge alla domanda ancora in loop, il cui volume aumenta sempre più al punto da fargli dolere la testa.
<< Piccolo uomo, sei confuso e cerchi di mettere ordine dentro di te prendendoti cura di ciò che non ti riguarda. Può essere pericoloso, non lo sai? >> gli dice, sporgendo la mano verso di lui per quella che sembra voler essere una carezza.
Quando, però, sta per raggiungerlo, la bella mano bianca di lei si tinge di rosso. Fox guarda attonito il colore scarlatto e solo dopo alcuni istanti si rende conto che non è tintura quella che le ricopre le dita. Le unghie sono state strappate con una violenza tale da portare via parte di alcune falangette e mentre poco per volta si avvicina al suo viso la mano sembra mostrargli le barbare torture che devono esserle state inferte.
<< Sei protetto >> constata la donna contrariata, ritraendo la mano che torna ad essere bella e priva delle orribili mutilazioni. Il suo sguardo, ora severo, guarda con rimprovero il piccolo diaspro che ha al collo, che oltre a divenire sempre più caldo ha anche iniziato a brillare.
<< Sì, è protetto, è anche bene! Quindi levati di torno, bellezza! >>.
Marco si frappone tra lui e questa donna pronto a difenderlo da un suo eventuale attacco. Un debole bagliore dorato lo circonda da capo a piedi rendendo la sua apparizione ancora più shoccante agli occhi di Fox. La donna, però, ride della sua minaccia. Solleva appena la mano e quello che sembrava essere il semplice gesto di chi scaccia via una mosca fastidiosa, genera un vento forte e gelido che investe in pieno il custode facendolo scomparire.
<< Marco! >> esclama Fox spaventato, sulla scia del grido del fratello. << Cosa gli hai fatto, maledetta? >> domanda alla donna gettandosi verso di lei.
<< Oh, anima inquieta che antepone l’altrui benessere al proprio >> ride del suo attacco, afferrandogli entrambi i polsi con quelle mani gelide che tornano a mostrare le mutilazioni subite. Con semplicità si oppone alla sua furia, muovendo appena un passo verso di lui.
<< Un custode dai poteri ridotti e la debole luce di una strega bianca. La tua protezione non può nulla contro di me, piccolo uomo >> gli dice lei con voce sensuale, mentre gli rivela il suo vero volto. Come attravessasse una barriera capace di cancellare l’incantesimo con il quale si mostra bellissima ai suoi occhi, man mano che si avvicina a lui le labbra che prima erano curvate in un sorriso apparentemente dolce, ora sembra siano state strappate, così come buona parte dei denti, il naso e le orecchie. Il cuoio capelluto e la pelle del viso, invece, sembrano essere stati bruciati e nel volto così devastato sono presenti solo gli occhi, ma privi di palpebre.
<< Sei entrato qui con l’intento di scoprire segreti che non ti appartengono. Tu che insegui la verità, dimmi: fino a che punto sei disposto a spingerti pur di conoscerla? >>.
Fox tenta di liberarsi dalla morsa d’acciaio che è la stretta delle mani di lei senza però riuscirci. Inizia allora a prendere a calci il corpo scarnificato e privo di grandi porzioni di muscoli con l’unico risultato di farla esplodere in una grassa risata.
<< A quanto pare hai cambiato idea, piccolo uomo. Vorresti fuggire lontano dalla verità, ma ecco che invece io ti ci porto >>.
La donna gli libera i polsi per poi subito stringerlo in un crudele abbraccio. Il puzzo del suo corpo putrefatto lo investe dandogli la nausea e con sorpresa si rende conto che le è bastato un solo balzo per sollevare entrambi da terra e restare in equilibrio sulla ringhiera con lui tra le braccia. Per la prima volta, la tanto amata distesa d’acqua azzurra che vede sotto di sé gli incute timore.
“Sono spacciato!” pensa, volgendo lo sguardo terrorizzato al volto mutilato e orribile della donna. Questa compie un passo nel vuoto e poi insieme cadono giù
   
 
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