Primavera
È primavera quando lo incontra di nuovo dopo tanti, tantissimi anni – gli sembrano infiniti, ma la sua percezione del tempo si è alquanto distorta da quando ha iniziato a diventare un adulto.
I ciliegi sono in fiore e le giornate si allungano ogni giorno sempre più, scaldate dolcemente dai raggi del sole.
E caldi sono anche i pensieri di Ryoga nel momento in cui Kaito lo saluta, un guizzo di sorpresa a incorniciargli il volto, le labbra incurvate in un sorriso microscopicamente lieve, ma che Ryoga riesce a cogliere alla perfezione.
Dopotutto anche gli squali hanno una vista acuta, sapete?
Non si affidano solo al loro olfatto – anche se Ryoga non può fare a meno di scaldarsi ancora di più nel momento in cui il profumo di Kaito gli investe le narici.
È il profumo del ritorno, quello di un pezzo di un puzzle rimasto incompleto per tanto tempo che finalmente ritrova il suo posto.
Si parlano – e forse anche un po' si detestano – come se si fossero salutati solo il giorno prima; come se Kaito non fosse andato a studiare astronomia in America e come se Ryoga non fosse andato in Australia per diventare un biologo marino.
È tutto sospeso, incredibilmente leggero e bello – e caldo, e Ryoga si domanda se l'estate non sia piombata all'improvviso per fargli un dispetto.
Le solite frasi di circostanza – da quanto tempo, come stai, complimenti per la laurea – e poi mille petali di fiori iniziano a danzare intorno a loro, sospinti da un venticello leggero che scaccia un po' tutto quel bollore.
È tutto così romantico da dare il voltastomaco, ma Ryoga inconsciamente è felice.
Sembra quasi che lui e Kaito si trovino in un altro mondo, quando invece sono ancora fermi vicino l'entrata del negozio di elettronica dove si sono incontrati – ritrovati.
Improvviso, fulmineo e imprevedibile, Kaito gli domanda se potranno incontrarsi ancora.
Pare quasi impacciato.
E ancora di più si rivela esserlo Ryoga, in quel sì che apre ufficialmente le porte a una nuova possibilità.
Per entrambi.