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Autore: Anown    11/06/2022    1 recensioni
Duncan, il giovane principe di Atene si stava dirigendo a Creta con i fanciulli scelti come sacrifici per una missione.
La storia è una sorta di parodia del mito di Arianna.
Coppie: Gwen/Duncan-Duncan/Courtney Courtney/Scott
Accenni: Gwen/Trent Leshawna/Harold (non sono sicura di classificarli come coppia in senso romantico in questa storia... ma in realtà a causa del contesto potrei avere dubbi su tutte le coppie... uhm...)
Personaggi: Courtney, Duncan, Harold, Leshawna, Scott, Dawn, Gwen, Heather
Personaggi più secondari: DJ, Ellody, Kitty, Emma, Zoey, Scarlet
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, LeShawna, Scott | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Harold si era assopito solo da pochi secondi, ma la voce dell'intrusa arrivò puntuale come al solito nella sua testa.
-Ehi! Mia olivetta!- lo chiamò con tono allegro la Musa che da qualche tempo aveva cominciato a invadere il suo spazio mentale approfittando dello stato di addormentamento.
-Leshawna, guarda che il mio nome è Harold...- il ragazzino protestò debolmente. Ci si stava abituando ma si sentiva ancora un po' infastidito. Quel trattamento gli sembrava inadatto rivolto a un giovane uomo di quasi quindici anni! Ma nonostante la sensazione di essere preso in giro, gli piaceva stare con quella persona.
-Ho avuto una giornata davvero orrenda!- la Musa cominciò a lamentarsi avvicinandosi al corpo del ragazzo all'interno del sogno. -Sono stata evocata da non so quanti aspiranti poeti incapaci! Poi c'è quella piattola di Apollo! È ancora convinto di essere a capo di noi sorelle e non fa altro che seccarci con quelle fisse da precisino del cavolo che però si crede tanto incredibile!- poi ridacchiò maligna. -Magari uno di questi giorni lo eviro e prendo io il comando...- Harold percepiva lo scherzo ma gli sembrava comunque compiaciuta mentre fantasticava su quel proposito.
“Forse l'essere la Musa della poesia epica la predispone all'esaltarsi per la violenza?” osservò incuriosito poi gli venne in mente un particolare. -Non dovresti averci fatto un figlio con Apollo?- si lasciò sfuggire a voce alta.
-Eh... Chi ha messo in giro una simile calunnia?- domandò la Musa con una falsa serenità che l'asciava presagire un rischio di incenerimento immediato, ma Harold non se ne preoccupò molto.
-Uhm...- appena in tempo il ragazzo ricordò ed evitò di fare altre domande. Indipendentemente dal fatto che la persona a cui si riferiva venisse figlia o nipote a quella Musa, restava il fatto che era morta in circostanze tragiche. “Una divinità può comunque soffrire per la morte di una persona cara... Almeno credo...”
Nonostante fossero più o meno della stessa statura, la donna senza difficoltà e senza chiedergli alcun permesso, lo sollevò e se lo mise sulle ginocchia intenzionata a continuare la sua sequela di lamentele e cose a caso che le venivano in mente.
“Forse mi ha scambiato per una bambola...” ipotizzò un po' infastidito “Oppure per una prostituta... Suppongo che i clienti che finiscono per raccontarti frustrazioni e storia loro vita, siano meglio di quelli violenti. Ma perchè sto pensando a questo?!” si chiese imbarazzato.
-Uh... Pulcino? Guarda che siamo nella tua mente. Posso tranquillamente sentire quello che pensi!-
Non poteva metterla a fuoco, ma sentiva dal tono di presa in giro che stava sorridendo ed era molto divertita. Harold emise un suono acuto che ricordava vagamente uno squittio e arrossì vistosamente.
-Potrei anche offendermi, guarda.- precisò la Musa con tono leggero. -Rispetto ai miei colleghi e colleghe mi sembra di essere molto poco molesta, inappropriata, maniaca, violenta...-
-Ti comporti come se fossi un animaletto buffo... ma credo di non potermi aspettare di meglio da una divinità.- rispose lui innocentemente.
-Mi piace la tua capacità di accontentarti!-
-Già... ma mi servirebbe un favore.- disse Harold assumendo un tono più serio. -Egeo, il sovrano di Atene si è ammazzato buttandosi da una scogliera e sembrerebbe colpa di Duncan che si è scordato di cambiare il colore delle vele della nostra nave.
Il poveretto avrebbe pensato che il significato delle vele nere fosse che Duncan era schiattato e per il dolore si sarebbe ammazzato... oppure ha starnutito perdendo l'equilibrio...
Alla fine il risultato è che ci ritroviamo Duncan come sovrano... che è già un potenziale problema! Ma alla fine se siamo sopravvissuti ad Egeo...- Harold si scosse rendendosi conto di star divagando.
-Il problema è che Duncan sta anche diventando paranoico. È convinto che sia tutta colpa della maledizione di Courtney. Tua sorella, la musa della storia, ti ha detto niente in proposito? Puoi chiederle se è paranoico lui o...-
-La principessa non è riuscita a mandare una vera maledizione ma sì, diciamo che abbandonare una persona a cui devi la vita non porta esattamente fortuna.-
Harold era un po' stupito, si era convinto che fosse tutta colpa della sbadataggine di Duncan e del suo paparino.
-Lo sapevo!- si lamentò Duncan.
Harold scese dalle gambe della Musa -Che ci fai qui?!- esclamò sentendo ulteriormente violata la sua privacy.
-Pulcino... Vuoi che per punirlo gli impedisca di parlare se non in rima o canticchiando motivetti imbarazzanti?- chiese Leshawna mettendola come se volesse prendere le sue difese. Harold si sentiva un po' commosso. -Del resto ha invaso il mio territorio privato, 'sto stronzo!- sibilò successivamente la ragazza...
-Sarebbe la mia mente il tuo cosa?- nonostante si stesse affezionando a lei, Harold cominciò improvvisamente a provare uguale fastidio per gli invasori.
Nel frattempo Duncan provava ad avvicinarsi a loro con qualche difficoltà. -Ma perchè è tutto così oscuro e pieno di forme fumose e confuse!? Non ho mai sognato niente del genere...- si sfogò mentre andava a sbattere su un oggetto che contro le sue aspettative si era rivelato solido.
-Indovina...- mormorò scocciato, il ragazzetto con problemi alla vista.
Riuscendo a raggiungerli, Duncan per sicurezza fece un lieve inchino alla Musa -Scusa l'intrusione, ma mi serviva entrare in contatto con te.-
-Pronto... L'invaso sono io!- protestò Harold.
-Ti perdono. Avanti che vuoi, ex-principino?- chiese Leshawna in modo apparentemente semi-cortese.
-Vi odio...- sussurrò Harold.
-Perchè Courtney è ancora arrabbiata con me? Le ho mandato Justin a recuperarla. Dovrebbero tutti innamorarsi di lui a prima vista! Suppongo di dover essere lusingato per il fatto che nonostante ciò non mi abbia dimenticato, ma...-
-Questa è un'altra storia molto divertente che mi ha raccontato mia sorella!- disse la Musa apparentemente di ottimo umore. -Pare che il tuo soccorritore non sia mai giunto a destinazione, era troppo occupato a provarci col suo riflesso in uno specchio d'acqua e alla fine ci è anche caduto dentro!-
Duncan non sapeva se ridere o piangere.
-Ma c'è una buona notizia...- continuò Leshawna. -Il bel faccino è stato rapito da delle ninfe di fiume che per ringraziarti del regalo potrebbero premiarti con un'ottima pesca se mai andassi da quelle parti, yeeeeeh!- disse la musa applaudendo.
Duncan si sentiva preso per il culo, ma cercò di continuare a mostrarsi civile e rispettoso. -E quindi? Ora che faccio per far finire la sfortuna?-
-Cosa vuoi che ti dica? Vai a salvare la fanciulla. Prostrati, umiliati e chiedile perdono.- disse Leshawna con un ghigno compiaciuto. Duncan si trattenne per non bestemmiare.
-Non capisco...- Harold continuava a rimuginare. -Visto che dovremmo essere esseri inferiori, perchè vi passare il tempo a rapirci, insidiarci e offendervi se non vi ringraziamo ogni due minuti?-
-Beh, voi vi considerate superiori ai gatti, eppure mi sembra che vi piaccia averli in casa e giocare con loro, no olivetta mia?- rispose la Musa accarezzandogli la testa.
-Uhm...- il ragazzino cominciò a chiedersi se non provasse piacere nell'innervosire e sottomettere. “E' la Musa della poesia epica... della conquista e dell'attitudine tirannica?”
-E poi se potessi vedermi sono sicura che non saresti affatto scontento della mia compagnia!- cantilenò la donna.
-Ah! Non credo proprio!- rispose Duncan abbastanza stufo dell'atteggiamento borioso di quella donnaccia. Del resto non aveva mai sentito parlare di esseri umani danneggiati in qualche modo da una Musa e Harold sembrava parlarle liberamente. -Avrai anche delle forme abbondanti, ma sei la cosa meno graziosa e femminile che abbia mai...- per qualche motivo il ragazzo non riuscì a terminare la frase.
-Leshawna...?- Harold la chiamò con un po' di timore.
-Si, gioiello?-
-Perchè sento tipo il rumore di un pesce fuori dall'acqua che sta saltellando disperatamente aspettando la morte?-
-Sei piuttosto intuitivo! Tranquillo, è una trasfigurazione innocente, non lo farò morire soffocato... A proposito... Che pensiero stavi formulando sulla mia voce?-
Il ragazzino si lasciò sfuggire uno squittio. -Anche se hai una tonalità insolita che mi spinge a immaginarti poco femminile la tua voce è molto gradevole...-
-Ma che carino che sei... Ok, ti sei salvato!- disse scompigliandogli i capelli.
-Ora scusami ma dovrei svegliarmi. ho un pessimo presentimento...-
-Ah ok...- la Musa sospirò in un primo momento delusa. -Bene. Mi avete divertito abbastanza per questa notte, adorabili piccoli umani.- ammise in tono pacifico. -Però...- la Musa posò una mano sulla spalla del ragazzetto. -Perchè prima hai finto di essere spaventato da me?- chiese perplessa.
Harold rimase per un attimo imbambolato. -Mi sembrava la reazione più opportuna... è che non sono molto bravo a reagire in modo normale...- ammise il ragazzo. -La prossima volta cercherò di spaventarmi in modo più spontaneo se così ti compiace!- disse con zelo.
-E-e... non era questo che... Beh, lasciamo perdere.-
-Ok... ora posso svegliarmi? Ho una certa di fretta di sbarazzarmi... di un peso...-

Quella mattina a Nasso c'era un'aria così silenziosa e pacifica da far pensare che il Dio del vino, dopo aver distrutto più o meno accidentalmente un villaggio, se ne fosse andato.
-Ma sei pazza?!- poi un'acuta voce femminile ruppe la quiete illusoria. Una ragazzina bassina e dalla chioma chiara ne stava riprendendo un'altra alta e castana.
-Attenta a come ti rivolgi a me.- rispose altezzosa la principessa di Creta e candidata a futura sposa di una divinità. -Scott può decidere liberamente, se trova plausibile la mia idea forse...-
-Aspe'...- intervenne Scarlett. -Ti stai davvero affidando al buon senso della divinità della follia? Che razza di bugiarda! Questo è spregevole persino per me!- la rossa non sapeva più se ridere o allontanarsi il più velocemente possibile da quella psicolabile.
Una ragazza dai capelli rosso sangue e l'espressione perplessa intervenne con un sorriso nervoso. -Scusate, potreste spiegarmi di cosa stavate parlando?- disse Zoey intimidita, poi la sua espressione si fece improvvisamente minacciosa -Con quelle vocette stridenti è impossibile seguirvi!-
A rispondere fu Scarlett -Vuole convincere Dioniso a prendere possesso dell'Olimpo.-
-Ah. Allora è tutto ok.- disse Zoey con aria tranquilla attirandosi occhiatacce delle sue compagne. -Mica è possibile che accetti.- chiarì la rossa.
-E perchè no?- chiese Courtney mentre, offesa, tirava fuori dalla tunica un lungo rotolo di carta di cui cominciò a leggere tutti i punti. -Gli Dei sono per la maggior parte criminali. Quando intervengono nella vita umana è per creare danni. Mi sembra che le forze naturali funzionino bene anche senza di loro. Le preghiere rivolte loro non vengo esaudite. Sono pure incompetenti nei loro campi, onestamente non mi fiderei di una Dea dei matrimonio che si fa fare le corna un giorno sì e l'altro pure. Si offendono facilmente e spesso non se la prendono con chi li ha offesi ma con l'oggetto passivo della loro gelosia. Esempi: Amanti di Zeus uccise da Era, tizie punite perchè una terza persona ha detto che erano più “inserire caratterista” di “inserire divinità che possiede quella caratteristica”...-
Scarlett la interruppe. Un po' perchè erano tutte cose scontate, un po' perchè temeva che la schermatura data dalla presenza del Dio del vino non bastasse e che qualche divinità ascoltando decidesse di far piovere fiamme dal cielo. Inoltre c'era una piccola grande falla nel ragionamento della principessina. -E tu per risolvere la situazione metteresti il tutto nelle mani di Dioniso che è stato stato il primo a seminare morte e distruzione per diffondere i suoi culti?-
-Mi sembra non abbia fatto tutto da solo...- fece notare Courtney con un'occhiata affilata.
-Già... io, la personalità malvagia di Zoey e altri seguaci abbiamo dato una mano.- affermò Scarlett senza traccia di pentimento mentre Zoey si scusava sotto voce. -Ma questo non cambia il fulcro della mia obiezione.-
-Beh, Scott si è chiaramente redento...- disse Courtney con una traccia di dubbio nella voce.
-La verità è che pensi che sia più facile da manipolare, vuoi tu il potere.- la rimproverò Dawn mentre Scarlett sembrò divertita.
-Vista la tua ingenuità non mi stupisce poi così tanto che tu sia stata abbandonata sulla spiaggia da un presunto promesso sposo appena conosciuto.- commentò la fulva velenosa.
Courtney era ferita e imbarazzata. -Io davvero non capisco... Lo sto facendo per il bene degli esseri umani!- disse recuperando la sua energia. -Libertè, fratenitè, egalitè!-
Le tre Menadi si scambiarono degli sguardi confusi. -Perchè questa qui si inventa le parole?- sussurrò Zoey.
-E' pazza...- commentò rassegnata Scarlett.
-Senti Courtney...- Dawn sospirò e tentò un approccio razionale. -Che detronizzare gli Dei non porterebbe sconvolgimenti naturali potrebbe essere falso... si dice che un tempo il sovrano dell'Oltretomba venne imprigionato e che durante quel periodo era impossibile morire per quanto si fosse combinati male.-
-Già! Fu un episodio davvero patetico!- disse Zoey scoppiando a ridere ricordando un racconto di infanzia.
-Ed infatti il Sovrano dell'Oltretomba può rimanere lì dov'è! Nonostante la cattiva fama non ha mai causato problemi agli esseri umani in vita.- disse Courtney come se dipendesse davvero da lei il destino degli Dei.
Dawn riprovò a farla ragionare -Courtney, sul serio... come dovrebbe una sola divinità, nata come semidio, competere contro gli Olimpi? Non è nemmeno possibile ucciderli, dovrebbero essere tenuti prigionieri per il resto dell'eternità...-
Courtney guardò verso il basso sentendosi una bambina che prendeva troppo sul serio le storie in cui i cattivi per quanto potenti veniva annichiliti. Sapeva anche lei che non era realistico detronizzare tutti gli Olimpi. -Infatti non dovete preoccuparvi.- la principessa di Creta sospirò e ritrattò. -Ho solo dato a Scott un suggerimento. Se esiste qualche modo di metterlo in pratica lo troverà, altrimenti pazienza. Voi vi agitate davvero troppo.-
-Forse perchè sappiamo con che folle abbiamo a che fare e non ci fidiamo del suo buon senso?- fece notare Scarlett.
-Già.- la Zoey cattiva sembrava tornata. -Non posso credere che tu voglia rendere l'umanità antipatica a dei bambini dotati di poteri inimmaginabili tramite una ribellione fallimentare solo perchè sei stata mollata.-
-Io cosa?!- esclamò Courtney accaldata.
Ma Zoey continuò a cercare di irritarla -Oppure lo fai perchè ti senti perduta e senza una casa in cui tornare? Beh, potevi pensarci prima di seguire il principe dagli occhi azzurri!- disse la ragazza con un sorriso ferale.
Courtney provò a ribattere ma si sentiva abbattuta dopo aver passato la mattina a discutere da sola contro le ragazze. Avrebbe voluto qualcuno che stesse dalla sua parte anche se capiva quanto fosse improbabile e immatura la sua idea.
“Vorrei che Scott fosse qui!” aveva accettato quel pensiero imbarazzante. Era stata abbandona da tutti. Dal ragazzo che sembrava promettergli una vita migliore, dalla sorella che non aveva voluto seguirla, ma Scott la faceva sentire importante, ammirata e l'ascoltava....
“Forse se Gwen ci fosse stata, Duncan non mi avrebbe abbandonata...  a Duncan sembrava importare di lei... già...” le venne un terribile dubbio e ricordò gli sguardi che sua sorella e il suo promesso sposo si erano scambiati. Era solo un'ipotesi... ma bastava a farla sentire furiosa.
-Possiamo parlare in privato?- chiese Dawn con un'aria seria, ma allo stesso tempo rassicurante.
Courtney annuì e insieme si inoltrarono nel bosco.
-Chiami Dioniso col suo nome umano...- mormorò Dawn.
-Ha detto che gli fa piacere.-
-Se gli vuoi davvero bene e non stai solo cercando di sfruttarlo ti pregherei di non mettergli in testa strane idee...-
Courtney sbuffò -Quanti anni avrà un Dio? Mille? Pensi davvero che una diciassettenne possa manipolarlo?-
-Avrà una ventina d'anni...- sentendolo Courtney sgranò gli occhi. -E' più grande di noi, ma è comunque piccolo e immaturo. Considera che è nato da una donna umana. Era uno dei tanti figli semidei illegittimi prima di essere premiato per...- Dawn sospirò e si corresse. -Prima che facesse talmente tanti danni da dover essere tenuto buono con un posto sull'Olimpo.
Courtney... tu e lui forse siete simili. Cercate entrambi una casa o meglio delle persone che vi facciano sentire a casa.-
-Queste sono solo illazioni! Sicura di non star proiettando i tuoi sentimenti su di noi?!-
Dawn annuì senza scomporsi. -Credo che il vero motivo per cui è sceso di nuovo qui sulla terra sia questo. Non la noia, non si sentiva davvero accolto. Infatti sai cos'è la prima cosa che ha provato a fare?-
Courtney rimase in silenzio, non le piaceva provare a indovinare senza avere niente su cui basarsi.
-Ha cercato di andare nell'Oltretomba per recuperare la madre.- la biondina rispose con un sorriso triste. -E' un mammone che non ha mai conosciuto la madre e il fatto che ci sia una donna che sembra poterlo influenzare mi spaventa abbastanza...- ammise la ragazza. -E' finalmente guarito dalla follia con cui Era l'aveva maledetto, ora abbiamo la possibilità di vivere in pace e potrà sembrare paradossale, ma credo lo voglia anche lui... La follia, la libertà dalla società e le convenzioni... tutto molto bello in teoria, ma ciò che davvero la vita intelligente brama è stare bene e in armonia con sé stessi e gli altri, sentirsi amati e accettati. Tutto abbastanza difficile se te vivi ammazzando e abusando degli altri e con la costante paura che qualcuno ti ammazzi, sevizi o schiavizzi, no?-
-Beh, ma sotto gli Dei...- Courtney provò ad obbiettare.
-Gli Dei non sono più criminali degli uomini, solo più potenti ed è un bel problema visto che quella che hai suggerito è una guerra impossibile da vincere.-
-Grazie Dawn... credevo che a fare schifo fosse il palazzo di mio padre, tu invece mi riveli che a fare schifo è tutto il mondo!- la principessa si sfogò.
-Mi spiace ma è così...- disse Dawn scrollando le spalle con freddezza.
-Tanto per chiarirci e per non avere problemi in futuro...- disse Courtney sembrando abbastanza nervosa. -A te Scott piace?- chiese infine la principessa di Creta.
Dawn sgranò gli occhi con aria confusa poi li socchiuse infastidita. -Suppongo di essere sulla strada di affezionarmi a lui... le sue azioni abominevoli sono come quelle di un animale agitato. Non posso ritenerlo responsabile come un essere umano normale, ma non potrei mai amare una creatura simile.- disse seria osservando Courtney come se volesse comunicarle che avevano una morale differente.
-Ehi...- mormorò Courtney con aria scontrosa.
-E in realtà non posso innamorarmi in generale...- disse Dawn con un sorriso nervoso cercando di sembrare meno accusatoria.
-Non dirlo a voce troppo alta... sia mai ti senta Afrodite...- Courtney si guardò intorno irrequieta. “Quella bagascia sarà la prima a tuffarsi di testa dal monte Olimpo...” nonostante il suo sogno fosse sempre più irreale, era comunque consolante immaginarsi una vendetta su quell'impicciona dannosa.
Dawn sorrise dando l'impressione che la sua mente fosse al sicuro. -C'è un altro motivo per cui Dioniso potrebbe essere differente dagli altri semidei. Si dice che Zeus fosse particolarmente innamorato di sua madre, ma nei fatti sembra che loro si vedessero solo per fare sesso e onestamente, come ci si possa affezionare ad una persona tramite il sesso, per me è completamente incomprensibile. Non capisco neanche che differenza dovrebbe esserci fra l'avere rapporti con una persona o con un'altra. Alla fine si tratta sempre degli stessi movimenti, no?- non sembrava schifata, ma genuinamente confusa su quelli che per lei erano comportamenti incomprensibili.
Courtney provò ad andarle incontro -Beh... in effetti per come viene trattato nei miti l'amore sembra tutto estetica e questione di accoppiamento ma in realtà...- la ragazza si interruppe mentre Dawn continuava a osservarla con estrema curiosità. -In realtà è proprio un inganno per spingere all'accoppiamento e alla prosecuzione della specie! Se non fosse tutta una questione sessuale anche le divinità vergini si innamorerebbero senza problemi, no?!- disse Courtney irritata capendo che anche per lei non era niente più di quello.
-Ah, peccato...- Dawn mosse le spalle non dando particolari segnali di dispiacere.
-Però sarebbe bello se questo inganno potesse portare a stare con una persona con cui si va effettivamente d'accordo...- aggiunse la principessa di Creta con un po' di tristezza.
-Beh, può succedere suppongo.- disse dolcemente Dawn dandole una pacca sulla spalla.
“Non ho bisogno di essere confortata!” pensò l'orgogliosa principessa di Creta.
-Però sto bene così come sono... non mi interessa innamorarmi.- confermò Dawn con aria tranquilla. -Siamo sulla buona strada per diventare amiche quindi a maggior ragione non devi temere che sia interessata al tuo promesso sposo.-
-In realtà non ho ancora deciso se... beh, grazie comunque.- Courtney era un po' spiazzata, a meno che sua sorella non fosse contabile, non aveva mai avuto delle amiche.

Tornate dalle altre le trovarono con un'espressione terrorizzate. Scott era con loro e si voltò verso Courtney con entusiasmo.
-Cara, ho trovato un modo per realizzare il tuo bellissimo progetto!-
Dawn sgranò i freddi occhi azzurri e guardò Courtney con la speranza che facesse cambiare idea a Scott.
La principessa di Creta sorrise nervosamente -B-beh... m-ma è assolutamente perfetto!-
Dawn sentì qualcosa dentro di lei che si spezzava...

I preparativi erano quasi ultimati e Duncan era pronto per un nuovo viaggio per mare, ma non dal punto di vista mentale. “Forse l'incontro con un mostro marino mi farebbe sentire meno in ansia di incontrare di nuovo quella ragazza... Poi che cosa dovrei fare? Dovrei sposarla davvero alla fine?”
-Ehi Duncan!- DJ lo chiamò con un tono vivace. Forse l'aveva perdonato o era contento all'idea di recuperare la principessina di Creta facendo giustizia.
-Ehi...-
-AHAHAA?!- il gigante saltò per aria vedendo Duncan in faccia. Fece un tonfo notevole.
-Attento che rischi di bucare la nave!- Duncan lo sgridò. -Che ti è preso?-
-A-ah scusa... è che hai talmente una brutta cera che mi hai fatto spaventare...- confessò l'uomo con imbarazzo.
Duncan brontolò, aveva passato una brutta nottata...

Si era svegliato cadendo dal giaciglio in seguito ad un calcio di Harold.
Mentre il ragazzino lo osservava con aria inquietante e rancorosa Duncan si era giustificato dicendo -Mi sono messo a dormire accanto a te solo perchè volevo essere certo di poter entrare nel tuo sogno, mi serviva parlare con la tua amica... Prenditela con la strega che mi ha suggerito questo metodo!-
Dopo un po' di ascolto era riuscito a decifrare cosa stava mormorando ossessivamente Harold mentre stava rannicchiato con aria irrequieta. Era qualcosa del tipo “a causa tua non mi vorrà più sposare nessuno...”
-Tanto sei orbo e tutto storto. Che possibilità di sposarti avevi?- questa risposta fece incupire ancora di più la testa rossa. Alla fine un po' per pena, un po' per poca voglia di beccarsi un'altra maledizione, Duncan era rimasto tutta la notte a tentare di tranquillizzarlo “E' più una cosa da femmine, ma non mi fido di un ragazzino orbo che chiacchiera amabilmente con una donna evidentemente malvagia e dotata di poteri sovrannaturali...”
Ma il ragazzetto orbo aveva di nuovo tirato fuori strani discorsi sul diventare sua moglie e o ricevere un risarcimento, e o una posizione influente e Duncan non capiva più se scherzasse, volesse fregarlo o se pensare che nessuno volesse sposarlo gli mettesse davvero panico fino a quel punto.

-Duncan... ci sei?!- DJ lo stava scuotendo poi si ritrasse di nuovo spaventato dalla sua brutta faccia.
Duncan era un po' compiaciuto. -Scusa, stavo rivivendo un incubo fatto ieri...- nel mentre DJ si era già dileguato.
-Ehi, ma ci sei anche tu?- disse il gigante docilmente mentre si chinava al livello di un ragazzino rosso che rannicchiato che teneva con sé una lancia.
-Harold, ti sei confuso, quello non è il tuo solito bastone.- lo avvertì Duncan.
-Oh... lo so... lo so...- mormorò il ragazzo con aria stranamente minacciosa mentre accarezzava l'asta della lancia indirizzando verso di lui la punta. -Grazie del pensiero.- sospirò e assunse un'aria più tranquilla. -Ma mi spiegheresti gentilmente perchè sono stato trascinato qui?-
-Ho pensato che la tua amica potesse tornarmi utile, sarà anche una divinità minore, ma...-
L'aria si fece improvvisamente gelida. -Chi sarebbe una divinità minore?- disse una voce femminile e minacciosa, potente come un tuono. Una donna di statura medio bassa ma abbastanza in carne e particolarmente formosa si materializzò dal nulla sulla nave con aria molto altezzosa.
Duncan soppresse un sorriso. “E' avvenuto prima di quanto pensassi ma come mi aspettavo... Sapevo che la Musa doveva essere una tipa scontrosa. Gestirla sarà complicato, ma è meglio averla a portata di mano.”
-Le mie scuse mia signora...- riprovò ad essere rispettoso. -Mi serviva richiamare la vostra attenzione.-
La donna conservò un'aria minacciosa, sembrava volesse incenerirlo con lo sguardo. -A nessuno piace sentirsi sfruttato.- disse Harold probabilmente in sua vece.
-Ma è anche nel tuo interesse essere qui. Non vuoi assicurarti che al tuo passatempo non capiti niente di male?- disse Duncan indicando il ragazzetto con la lancia.
-Sono... sono un ostaggio?!- realizzò il soggetto in diversi secondi.
Nel mentre la Musa si scrocchiava le nocche con fare teatrale.
Duncan cominciava ad innervosirsi. -Non puoi far accadere nulla di strano alla nave... o a me... potrebbe avere ripercussioni su...-
-Ma davvero?- disse Leshawna con tono beffardo. -Mi basterebbe rivelare il mio vero aspetto e l'unico sopravvissuto sarebbe proprio il mio pulcino non vedente.-
-Eh? Sei davvero così brutta? Il tuo vero aspetto non potrà essere molto peggio di quello che hai ora.- anche se il buon senso gli diceva di essere cauto, una parte di lui non riusciva a non volerla provocare e sottomettere. “E' una Musa... avrà potere sulla mente umana ma non può avere influenza sulla realtà.” pensò Duncan preparandosi a qualche illusione.
-Duncan...- Harold lo richiamò con un tono titubante. -Guarda che le divinità non possono apparire col proprio vero aspetto davanti agli umani a meno che non ne vogliano la morte. La vista di una divinità li incenerirebbe all'istante...-
Duncan si bloccò mentre Leshawna sembrava sfidarlo con un ghigno. Duncan decise di chiamare un aiuto -Consulente tattico!-
Da sottocoperta si udì la voce di Ellody. -Senti, io studiavo scienze! Non ne so niente di divinità!- protestò la ragazza. -E forse mi sto pentendo del mio percorso di studi...-
-Ma alla fine perchè no!- disse improvvisamente Leshawna -Rimarrò volentieri ad assistere alla tua disfatta dal vivo!-
-...E' una predizione?- chiese Duncan con tono minaccioso.
-Chissà... Chissà...- cantilenò la Musa con un sorrisetto velenoso.


Angolo dell'autrice:

Duncan che sottovaluta i poteri di una Musa... povero dolce figlio dell'estate! (Citazione alle Cronache del ghiaccio e del fuoco, serie di libri che quasi sicuramente non verrà mai completata! A differenza di questa e delle mie altre fanfiction con più capitoli! Eh... eh eh... EHEHEHEHE o_O Almeno spero, Aiuto!)
Speravo di poter rileggere più velocemente ciò che avevo scritto, ma è un periodo un po' tanto pessimo, mi dispiace ç_ç
Detto questo, spero che questo capitolo possa piacervi!
Come al solito, sentitevi liberi di dirmi cosa ne pensate.
  
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