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Autore: komova_va    12/06/2022    0 recensioni
In una mattina di giugno a Milano accadde un fatto assai insolito, di quelli che nessuno era in grado di spiegarsi con la logica o con la ragione; era successo e basta, e i presenti potevano soltanto prenderne atto e accettarne le conseguenze. La circostanza in questione era l’improvvisa e inspiegabile sparizione di Irene Cipriani.
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Irene Cipriani sparisce all'improvviso e Rocco Amato smuove mari e monti per ritrovarla.
[Personaggi: Irene Cipriani, Rocco Amato, Pairing: Irocco]
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In una mattina di giugno a Milano accadde un fatto assai insolito, di quelli che nessuno era in grado di spiegarsi con la logica o con la ragione; era successo e basta, e i presenti potevano soltanto prenderne atto e accettarne le conseguenze. La circostanza in questione era l’improvvisa e inspiegabile sparizione di Irene Cipriani, avvenuta tra-

Comu di Irene Cipriani, aspetta un secondo, ma che sul serio dici?

…L’improvvisa e inspiegabile sparizione di Irene Cipriani, avvenuta tra la notte del dodici giugno e…

No guarda ti interrompo già subito perché non è proprio possibile, quella, Irene io la conosco se permetti e quella sera stava proprio con me, eravamo fuori a passeggiare insieme, qua per forza ti stai sbagliando tu.

…Tra la notte del dodici giugno e la mattina del tredici, dopo che la ragazza in questione era  ritornata a casa accompagnata dal suo fidanzato con il quale aveva trascorso la serata. La sua coinquilina Stefania aveva detto a tutti di averla salutata al suo rientro e di essersi fermata a scambiare qualche parola con lei in cucina, dopodiché le due si erano date la buonanotte e Irene si era chiusa in camera, in procinto di andare a dormire. Il giorno dopo, ogni traccia di lei era andata perduta.

A-aspetta un attimo, come sarebbe a dire ogni traccia era andata a perduta scusa? Non capisco… Io ho salutato Irene e poi è andata a dormire. E mo’ come sarebbe che non si trova?

Il letto era in perfetto ordine, ogni cosa nella sua stanza era al proprio posto…

Ecco, e già qua si capisce che ti sbagli e che non stai parlando della mia Irene perché quella invece ci vive proprio nel disordine, le cose nella sua stanza non erano a posto neanche il primo giorno che è arrivata, per cui non ci credo manco pe’ niente che chista è lei.

…Ogni cosa nella sua stanza era al proprio posto, ma della diretta interessata nemmeno l’ombra. Dove fosse, non era chiaro a nessuno. Stefania diceva di essersi svegliata molto presto, come ogni lunedì mattina, per andare al lavoro, ma che Irene doveva essere già uscita perché aveva trovato la porta della sua stanza aperta e nessuna traccia della sua coinquilina. Nella notte non aveva sentito nessun rumore, nessuno spostamento, proprio niente di niente, eppure lei era una con il sonno leggero. 

Eh che c’è di strano, magari Irè è uscita presto per delle commissioni e ha fatto piano per non svegliare Stefania…

E poi, d’altra parte, tutti sapevano che Irene Cipriani era una persona che in primo luogo odiava svegliarsi presto, se avesse potuto avrebbe dormito fino a tarda mattinata senza il minimo segno di vergogna o pentimento, e secondo, un elefante sarebbe stato probabilmente più silenzioso di lei nel spostarsi per la casa. Se Irene Cipriani faceva qualcosa, sicuramente si sentiva.

Vabbè e mo’ che c’entra questo?

Tutte le persone all’interno della palazzina vennero interrogate ma nessuno aveva sentito niente, né un rumore sospetto né una qualche indicazione che potesse far pensare ad un fattaccio, ad un’effrazione, una rapina, o qualcosa di addirittura peggiore.

Seh, per carità. Amunì, facciamola finita co’ ‘sta pagliacciata che è meglio, Irene sta bene e non è andata da nessuna parte, e adesso te lo dimostro.

 

Quella strana voce narrante che pareva sapere tutto di tutti aveva proprio stufato Rocco, ché quando è troppo è troppo. Irene sparita, andata via nel cuore della notte, mo’ pure di rapina stava a parlare e di fattacci… ma che erano tutte ‘ste fissarie? Irene stava bene e lui ne era sicuro, punto. E adesso glielo avrebbe fatto vedere. Indignato da tutte quelle chiacchiere insensate, il ragazzo si alzò di scatto e uscì all’improvviso dall’appartamento dove viveva con sua zia Agnese, per andare a fare visita alla sua fidanzata Irene che abitava poco distante. I passi nel pianerottolo risuonarono più pesanti di un macigno, pieni di tutta l’inquietudine e la preoccupazione che lo aveva pervaso. Irene sparita, no, non esisteva proprio. Del resto che ne poteva sapere una voce, no? L’aveva vista l’altra sera ed erano stati insieme, e poi l’aveva riportata a casa. Che poteva essere successo nel frattempo? Però, non si sa mai, giusto per controllare un salto nell’appartamento della sua fidanzata lo voleva fare comunque, che almeno così si levava ogni dubbio dalla testa una volta per tutte.

Bussò tre volte alla porta di ingresso, poi abbassò il braccio e attese pazientemente che gli venisse aperto. Si trattò di una questione di secondi in realtà, anzi, di istanti perfino, perché subito dopo la porta si spalancò davanti ai suoi occhi. Ecco, visto, era tutto a posto, Irene stava bene e…

-Rocco?

-Stefania?

-Rocco senti tu non è che hai visto Irene? Perché ‘sta mattina mi sono alzata e lei non c’era, ho trovato la porta della sua camera aperta e…

-Io veramente ero venuto apposta per salutarla… - spiegò Rocco, che immediatamente sbiancò. All’improvviso tutte le chiacchiere su rapine e fattacci si materializzarono nella sua testa con vivide immagini di cui avrebbe volentieri fatto a meno ed ebbe voglia di correre via e scappare. Eppure, per qualche ragione, rimase come paralizzato. -N-non c’è? Sei sicura? Hai guardato bene?

-Sì Rocco sono sicura, il letto è fatto, la camera è in ordine ma lei è sparita. Avevo pensato che fosse con te… 

Oh Signore, ci mancava solo la camera in ordine. Era un bel guaio, un guaio di quelli seri. Qualcosa doveva essere successo di sicuro, per forza. -No Stefà io Irene non l’ho vista. Ma non è che è voluta andare al Paradiso un po’ prima oggi, magari non ha dormito bene e voleva andare a lavorare per distrarsi un poco?- tentò di ipotizzare lui, ben poco convinto di quella spiegazione un po’ improvvisata. Irene non era proprio il tipo e lui dentro di sé lo sapeva, se lo sentiva nelle ossa. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere senza avvisare Stefania.

-Non lo so, speriamo… anche se mi sembra strano, questo comportamento non è da lei. Speriamo che non sia successo niente di grave.

-Ma no che grave Stefà, vedrai che adesso la troviamo, che deve essere successo, - replicò lui, nervoso. Tuttavia, dentro di sé aveva un brutto, bruttissimo presentimento.

 

…o qualcosa di addirittura peggiore. Inizialmente si provò ad ipotizzare che Irene fosse semplicemente andata al lavoro un po’ prima quella mattina e tutti i suoi amici e conoscenti, preoccupati dalla sua scomparsa, si misero subito a cercarla lì. Venne controllato ogni angolo, ogni reparto, ogni ufficio, lo spogliatoio, il magazzino… eppure niente, Irene non era nemmeno là. Dal giorno alla notte, la giovane commessa pareva scomparsa nel nulla, come dissolta in una nuvola di vapore che si poteva soltanto percepire e sfiorare ma non trattenere.

 

Rocco aspettò qualche secondo in silenzio senza dire niente, in attesa che la voce narrante continuasse quella storia strana ed inquietante. Non perché gli piaceva, certo, ci mancava solo, però in tutta quella confusione pareva l’unica che aveva capito come stavano davvero le cose. Magari se l’ascoltava zitto e buono scopriva pure come andava a finire e riusciva a ritrovare la sua Irene, o anche solo a trovare qualche indizio. Una pista, un’idea, un qualcosa. E invece, proprio ora che si era zittito e voleva starla a sentire, all’improvviso non diceva più niente.

Oh, ma ti sembra il modo scusa?, Protestò lui, con una certa indignazione. Voglio sapere dov’è Irene e tu per me sai qualcosa. Avanti, parla, amunì.

 

Anche il suo fidanzato brancolava nel buio per quanto riguardava le ricerche, anzi, era proprio il più spaesato di tutti quanti. Il che, se ci pensiamo, era abbastanza ironico, soprattutto visto e considerato che il vero responsabile della sparizione di Irene Cipriani non era nient’altro che lui, Rocco Amato in persona.

 

Oh oh oh aspetta, ma che sta dicendo questa? Quando è troppo è troppo! Io adesso prendo e me ne vado al Paradiso, che Irene sicuramente starà là con la signorina Moreau. Scemo io che ti do retta, ‘ava.

Peccato che il ragazzo fosse troppo preso dai sensi di colpa per riuscire ad ammetterlo anche solo a se stesso.

Oh ma come sarebbe ‘sta storia? Non diciamo babbiate ah, che se no finisce che mi incavolo sul serio.

Rocco infatti era piuttosto sicuro di non avere niente a che fare con la sparizione di Irene, ma proprio niente, figuriamoci, lui che non avrebbe fatto del male ad una mosca ed era il primo ad essersene preoccupato, e non provava il benché minimo senso di colpa al pensiero… 

 

Beh… forse, va bene forse un po’ in colpa si sentiva, però che c’entra scusa quello mica perché Irene era scomparsa per colpa sua, non c’entrava niente con… Cioè, sì, forse un poco c’entrava con Irene, ma mica perché l’aveva fatta sparire lui, non diciamo fissarie. Il suo senso di colpa era causato più che altro da… da un’altra cosa che ora non è importante dire, no? Che senso c’ha. L’importante era mettersi a cercare Irene e ritrovarla, che sicuro idda stava al Paradiso e lui stava qui a diventare matto per niente.


Angolo autrice
Questa storia è una testimonianza del mio deperimento psicofisico. No, sto scherzando, può sembrare tutto molto insensato ma alla fine un senso c'è ed è tutto perfettamente normale, bisogna solo aspettare. Questo è soltanto il prologo in cui viene esposta la situazione iniziale, nei restanti capitoli si vedrà lo sviluppo della storia e si scoprirà che fine ha fatto Irene. Se siete curiosi, continuate a leggere.
   
 
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