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Autore: Strypgia    13/06/2022    0 recensioni
Shinji fa qualcosa di leggermente diverso quando Asuka gli propone di baciarsi... e tutto cambia. Improvvisamente non sono più soli e iniziano a diventare più forti di quanto non fossero mai stati. E dal loro nuovo legame iniziano a scaturire dei cambiamenti. La guerra agli angeli, e i piani della Seele e della Nerv non saranno più gli stessi.
Una nuova puntata ogni venerdì.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Kaworu Nagisa, Rei Ayanami, Shinji Ikari
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1: Fiocchi di neve, palle di neve, valanghe



Due mesi prima…
 
“Ehi, Shinji, ti va di baciarci?” Asuka picchettava un dito sul tavolo, fissandolo e tenendo la testa poggiata sul braccio.



Shinji non riusciva a credere che quelle parole confuse fossero quelle che aveva appena sentito dire e si tolse gli auricolari dello SDAT. “Cosa?”
 
“Baciarci. Un bacio? Non hai mai baciato, vero? Allora facciamolo.”
 
Doveva essere un trucco. Asuka così gentile all’improvviso… anche più che gentile, con lui? “Perché?”
 
“Perché sono annoiata.”
 
Era decisamente un trucco. “Perché sei annoiata? Ma…”
 
“Non vuoi baciare una ragazza nel giorno dell’anniversario della morte di tua madre? Hai paura che ti stia guardando dal paradiso?” gli disse con uno sguardo malizioso.
 
“Per nulla.”
 
“Oppure hai paura?”
 
La sua rabbia aumentò. “Non ho paura di un bacio!”



“Ti sei lavato i denti, vero?”
 
Lui annuì.
 
“Allora eccomi, arrivo.”
 
Asuka gli si avvicinò, fermandosi abbastanza vicino da permettergli di vedere il suo cuore palpitare in gola. Shinji si sentì arrossire mentre chiudeva gli occhi in attesa. Dopo che nulla accadde per qualche istante, aprì di nuovo gli occhi e trovò Asuka che lo fissava a pochi centimetri di distanza, con un’espressione illeggibile.
 
“Non respirare, mi fai il solletico.” Dei polpastrelli sottili gli schiacciarono il naso appena prima che le sue labbra incontrassero quelle di Asuka.
 


La mente e il corpo di Shinji si bloccarono. ‘Sta accadendo! Sta accadendo davvero!’ Aveva paura di muoversi, paura di pensare, paura di fare qualsiasi cosa che potesse svegliarlo da questo sogno. Aveva quasi paura anche di respirare, ma non ce n’era bisogno perché le dita di lei già gli bloccavano il naso. La bellissima ed esotica ragazza straniera che era letteralmente l’oggetto di più di una sua fantasia lo stava baciando. Quelle labbra morbide e soffici erano premute contro le sue e la sensazione era incredibile. La testa gli girava per la sensazione vertiginosa della lingua di lei che esitava a sondare la sua, il profumo di balsamo alla fragola dei suoi capelli, il calore del suo corpo così vicino…
 
…e, purtroppo, la mancanza di ossigeno. Cominciò a sentirsi più stordito per l’apnea che per la pura scarica ormonale, ma il bacio era così bello che non voleva che finisse mai. Le ginocchia cominciarono a cedergli. Doveva fare qualcosa! Se fosse collassato, il bacio si sarebbe interrotto!
 


Cercò disperatamente la cosa più vicina a cui aggrapparsi e rimanere in piedi: Asuka. Le sue mani si aggrapparono disordinatamente sui fianchi e sul dorso di lei, tirandola verso di sé mentre cercava di stabilizzarsi. Con un leggero tonfo, i loro corpi si scontrarono.
 
Shinji stava per lasciare che i loro corpi si allontanassero, quando sentì la mano di lei lasciare il suo naso e posarsi sulla sua spalla. L’altro braccio si appoggiò su quello di lui, con la mano che premeva contro la sua scapola. Una pressione piuttosto decisa, a pensarci bene. Ad Asuka non dispiaceva affatto che si trovassero l’uno contro l’altra in questo modo. Anzi, stava iniziando ad emettere mugolii di felicità. Le uscivano ‘Mhmm’ e altri suoni simili dall’aria sempre più soddisfatta, mentre la sua lingua si scontrava contro quella di Shinji in modo improvvisamente molto più vigoroso. Il braccio di Asuka lo strinse ancora più forte.
 
Anche Shinji, di riflesso, la strinse più forte. ‘Un momento… le… le sta piacendo quanto a me? Forse di più? Questo… questo non è baciarsi per noia o per curiosità, non più…’ L’irritazione che provava inizialmente per averlo spinto a baciarla era quasi del tutto sparita, sostituita da una crescente sorpresa. ‘Le… le piace. Le piace baciarmi. Vuole baciarmi. Baciare ME?!’ Si accese una luce nei suoi occhi. ‘Io le piaccio?’ Di certo, almeno, non stava interrompendo il bacio.
 
I loro corpi non avevano ancora smesso di oscillare dopo lo scontro iniziale. L’ondeggiamento aumentò lentamente fino a che non si trovarono a camminare all’indietro attraverso la sala da pranzo verso il soggiorno, tenendosi ancora stretti l’uno all’altra. Il loro percorso errante e alla cieca si concluse con i talloni di Shinji che andarono a sbattere contro una delle poltroncine davanti alla TV. Shinji cadde all’indietro contro la poltrona, mentre la loro presa reciproca fece trascinare giù anche Asuka, che finì distesa sopra di lui.
 
L’impatto a terra interruppe brevemente il bacio. Shinji aprì la bocca per dire qualcosa, sorpreso da quell’inciampo, ma le labbra di Asuka incontrarono nuovamente le sue prima ancora che potesse riuscire a pronunciare una sillaba. Shinji non protestò, le sue braccia avvolsero ancora di più Asuka, assaporando la sensazione di calore e del suo corpo contro di lui. Le sue mani accarezzarono lentamente il dorso di lei muovendosi su e giù. Aveva ancora le vertigini, ma era una sensazione che non voleva finisse. Si sentiva come se qualcuno gli avesse staccato la testa e la stesse facendo roteare per il soffitto.
 
Non avrebbe saputo dire quanto tempo rimasero lì sdraiati. Alla fine, il ritmo quasi frenetico dei loro baci rallentò fino a diventare più dolce e rilassato. Infine, si fermarono per una pausa più lunga, respirando a fatica, le fronti una contro l’altra. Shinji si sforzò di pensare a cosa dire.
 


“Wow. È stato… uhm… wow.”
 
“Già.” rispose lei altrettanto dolcemente. I suoi occhi ancora chiusi.
 
Il cervello gli girava ancora per lo stupore. Non riusciva a trovare nulla di coerente da dire. Tuttavia, la sua bocca continuava a correre senza consultarlo.
 
“Sei bellissima.”
 
Questa frase fece aprire gli occhi di Asuka. Il suo sguardo blu scintillante lo bloccò. “Cosa?”
 


“Avevi ragione, non ho mai baciato nessuno prima d’ora e sono così felice che sia stata tu il mio primo bacio ed è stato incredibile e sei così bella e credo di volerti bene davvero e oh cavolo adesso smetto di parlare.”
 
Un pesante silenzio scese su di loro. Pen-Pen sgambettò fuori dal suo freezer, li guardò, scosse la testa e tornò di nuovo nel suo freezer dopo essersi preso una birra. Shinji deglutì rumorosamente.



All’improvviso, Asuka parlò. “Dillo di nuovo.” chiese a bassa voce.
 
Lui diventò immediatamente teso. “Uhm… dire di nuovo cosa?”
 
“Quello che hai appena detto. Dillo di nuovo.”
 
“Sono contento che sia stata tu il mio primo bacio, è stato incredibile, sei bellissima e io…” deglutì di nuovo. “Penso di volerti bene?”
 
Altro silenzio.
 
Asuka voltò la testa, seppellendo il suo viso sul collo di Shinji. “Dici davvero?”
 
Shinji cercò di non tremare. Non poteva vedere i suoi occhi e la sua voce era… C’era qualcosa di profondo nel suo tono, ma non riusciva a capire cosa. Tuttavia, ebbe la sensazione che avrebbe dovuto essere davvero sincero su ciò che avrebbe detto dopo.
 
“Sì.”
 
Un silenzio ancora più lungo.
 
“Anche io ti voglio bene.”
 
Le orecchie di Shinji insistettero sul fatto che fossero davvero quelle le parole sussurrate da Asuka, con una voce quasi impercettibile. Lui si bloccò, le sue braccia che ancora la avvolgevano. “Come?”
 
Lei alzò il capo guardandolo di nuovo negli occhi. “Pensi che sia il tipo di ragazza che bacia chiunque?” chiese bruscamente, con un po’ del suo tipico ardore che tornava a farsi strada nella sua voce.
 
“Hai appena detto che volevi baciarmi perché eri annoiata!”
 
“Ho mentito.” Gli occhi di Asuka si staccarono da quelli di Shinji. “Volevo baciarti. Volevo sapere cosa si provasse.”
 
“Davvero?” Una parte distante del cervello di Shinji cercò di intervenire osservando che i suoi ultimi contributi alla conversazione non erano stati così rilevanti. “Perché?”
 
“Non lo so! Continuo a pensarci e basta! Non dovrei essere attratta da ragazzi come te! Dovrei volere un vero uomo come Kaji! Non dovrei nemmeno chiedermi cosa si prova a baciare te, ad avere le tue braccia attorno a me! Non dovrei sentirmi così bene quando lo faccio! Non dovrei sentirmi così bene a stare qui con te! Non dovrei volere che tutto questo non finisca mai…” Il suo sfogo si esaurì nella confusione. “Perché devi essere tu?”
 
“Io… non lo so?”
 
Asuka gonfiò le guance per la frustrazione. “Beh… perché ti piaccio, allora?”
 
“Perché sei la ragazza più bella che abbia mai visto. Perché sei brillante, hai gli occhi più belli di chiunque altra e sei così dannatamente viva. Tu… tu mi sproni, mi smuovi, mi prendi come nessun altro. Io… non so mai come parlarti, ma… mi piace vederti sorridere.”
 
Asuka arrossì un poco. “Anche… anche tu hai dei begli occhi.” Sbatté le palpebre. “Aspetta, se provi tutte queste cose per me, perché non hai mai risposto alle altre volte in cui ho cercato di ‘flirtare’ con te? Sono settimane che cerco di spingerti a fare qualcosa!”
 


“Aspetta, altre volte? Quali altre volte?”
 
“Quando una ragazza ti si avvicina in bikini usando il suo seno per spiegarti la fisica, allora sta cercando di attirare la tua attenzione!”
 
“Oh.”
 


Oh? E durante il nostro training di sincronizzazione? Siamo stati soli tutta notte e ti ho anche invitato nella mia stanza, ma non hai fatto nulla di nulla!”
 
Shinji aggrottò le sopracciglia. “Non mi hai per nulla invitato ad entrare, mi hai detto di restare fuori! ‘Le impenetrabili mura del geco’, così mi hai detto!”
 
“Gerico! Io… aspetta, tu… Tu non conosci questa storia? È nella Bibbia! Le mura di Gerico caddero, Third! Volevo che tu entrassi!”
 
Shinji cercò invano di chiudere la sua bocca spalancata. “Cosa?! Ma… eravamo soli! Potevamo… Io… Io non lo sapevo! Il mio sensei non mi ha mai parlato della Bibbia!”
 
Asuka si limitò a sgranare gli occhi verso Shinji. “Quale sensei?”
 
“Quello con cui mio padre mi ha abbandonato dopo che mia madre è morta in un incidente con l’Eva! Non che tu possa capire.” disse lui. Non era un ricordo piacevole. Chiuse forte gli occhi mentre l’immagine dolorosa di suo padre che se ne andava tornava a farsi spazio nella sua mente.
 


Ma quando li riaprì, Asuka lo stava fissando come se avesse visto un fantasma. “È successo lo stesso a me.”
 
Shinji sbatté le palpebre. Non poteva essere vero quello che aveva appena detto.
 
Asuka lo strinse a sé ancora più forte, mentre i suoi occhi guardavano lontano. “Mia madre… C’è stato un incidente con l’Unità 02… Lei… è morta, alla fine. Mio padre… non è stato in lutto per molto.” La sua bocca si contrasse amaramente. “Quindi sì, Third Children, so esattamente cosa si prova!”
 
Shinji rimase a bocca aperta, con la mente che cercava di venire a patti con questa scioccante rivelazione. Asuka… aveva provato la sua stessa perdita? Le era stata strappata sua madre, quando era ancora più giovane di lui? Lei… era come lui?
 
“Tuo padre ti ha abbandonato dopo che tua madre se n’è andata.” disse.
 
Lei lo guardò di nuovo intensamente. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma si fermò. La sua fronte si aggrottò per un attimo. “È una cosa che ritorna sempre nei tuoi incubi. Il ricordo continua ad inseguirti quando cerchi di dormire.” disse infine. Era una domanda a metà.
 
Shinji annuì lentamente, senza distogliere lo sguardo. Il ricordo di Asuka che gemeva nel sonno, piangendo per la sua Mama, gli attraversò la mente. “È difficile dormire. Senti freddo e solitudine di notte, perché nessuno ti ha più abbracciata.” rispose infine. Era ancora meno una domanda. Non c’erano domande. Erano connessioni. Confessioni.
 
Asuka lo lasciò appena finire prima di rispondere. “Non hai mai avuto molti amici prima di venire qui. Nessuno ha mai voluto parlare con te solo perché sei tu.”
 
Lei sapeva… Questa era la sua vita. E quella di lei? “Tuo padre non ha mai dato spiegazioni o chiesto scusa per averti lasciata sola.”
 
“Nessuno ha mai cercato di capire il tuo dolore. A nessuno importava.” I suoi occhi erano magnetici, la sua voce ipnotica.
 
“Ti manca ogni giorno, ma non hai nemmeno una foto, a malapena un ricordo. Nessuno ti parla di lei.” Gli sembrava quasi che non fosse più la sua voce a parlare.
 
Le braccia di Asuka si strinsero ancora di più intorno a Shinji, quasi in una presa disperata. “E non c’è mai stato motivo di parlarne con nessuno, perché non c’era nessuno al mondo che potesse capire cosa significasse essere un pilota di Evangelion.” disse a bassa voce.
 
Il silenzio si fece pesante tra loro. Shinji notò vagamente che stavano respirando all’unisono, con i volti a pochi centimetri di distanza.
 
“Tu sei come me.”
 
Lui sbatté le palpebre. Non era sicuro di chi dei due avesse iniziato la frase per primo. Il loro training di sincronizzazione aveva sicuramente lasciato il segno.
 
Asuka sbatté le palpebre a sua volta, ma si riprese più in fretta. Un sorriso le iniziò ad attraversarle il volto e lasciò Shinji decisamente abbagliato. Il volto di Asuka era radioso, trasformato da uno sguardo di felicità diverso da quello che le aveva visto prima. Non un sorrisetto, non un sorriso presuntuoso e superbo, ma un sorriso vero, sincero. “Tu, tu sai. Sei carino, ti piaccio, mi vuoi bene, sei un baciatore fantastico e sai cosa si prova.” Le sue braccia lo strinsero in un abbraccio impetuoso. “Tu sei mio, Third Children!”
 
Asuka chinò il capo per incontrare di nuovo le sue labbra. Era molto più aggressiva di prima, ma lui la accolse con la stessa foga. Questa volta non era solo la scarica di ormoni. C’era una crescente consapevolezza, una sensazione di profondo legame. Lei sapeva! Lui capiva! Non sono solo! Non sono sola!
 
Di nuovo, il tempo sembrò loro sparire. Shinji non aveva idea di quanto avessero continuato questa volta prima che qualcosa finalmente si imprimesse nella sua mente, oltre alla sensazione calda ed elettrizzante della rossa tedesca tra le sue braccia o alla crescente felicità di aver incontrato qualcuno che poteva davvero immedesimarsi in ciò che aveva passato.
 
Bip. Un sibilo.
 
I loro occhi si aprirono contemporaneamente. Quella era la porta d’ingresso! Misato era a casa! Merda! Scattarono in piedi e si separarono, sistemandosi frettolosamente i vestiti e cercando di nascondere i volti arrossati e i capelli spettinati. Asuka prese il telecomando e accese la TV. L’annunciatore della NHK cominciò a parlare delle previsioni del tempo per domani.
 
Suoni baritonali di una voce maschile provenivano dall’ingresso e si mescolavano ai mugugni di Misato. Kaji era tornato a casa con lei. Apparvero sulla porta che dava sulla sala da pranzo, dove lui e Asuka si erano dati il primo bacio. Il braccio di Misato era stretto intorno alle spalle di Kaji e lei si appoggiava pesantemente a lui per sostenersi. Le sopracciglia di Kaji si alzarono quando vide Shinji in piedi nel soggiorno. “Ciao, Shinji-kun. Dammi una mano con lei. Deve andare a letto.”
 
“Ah, s-sì, Kaji-san.” Shinji si spostò rapidamente per sostenere Misato dall’altro lato. Insieme accompagnarono il Maggiore che camminava incespicando verso il suo futon. Kaji le tolse delicatamente la giacca e la fece sdraiare, scostandole i capelli dal viso e lasciandolo sprofondare rapidamente nel sonno, adagiata comodamente sulle lenzuola.
 


Kaji guardò con affetto il direttore operativo della Nerv, con un sorriso malinconico sul volto. Fece un cenno a Shinji e Asuka. “Bene, è ora che vada. Buonanotte ragazzi.”
 
Asuka trasalì sorpresa, riuscendo finalmente a guardare Kaji in faccia. Aveva passato il minuto precedente a cercare di impedirgli di vedere quanto fosse ancora rossa in volto. “Non ti… non ti fermi per la notte? Potresti…”
 
Kaji fece un sorriso ironico e con la mano strinse il risvolto del suo abito da cerimonia. “Mi prenderebbero tutti in giro se domani mi presentassi al lavoro con questo addosso.”
 


“Ma…” Asuka alzò per metà la mano mentre Kaji si diresse verso la porta. Mentre Shinji si incamminò per seguirli e raggiungerla, Asuka si fermò improvvisamente e rimase immobile quando lui e Kaji svoltarono nel corridoio per andare verso la porta.
 
Kaji sorrise alle sue spalle mentre usciva. “Per favore, prenditi cura di Katsuragi. Ci vediamo, Shinji-kun. Buonanotte.”
 
“Buonanotte.” La porta si chiuse con un altro sibilo. Con la coda dell’occhio, Shinji scorse Asuka in piedi in fondo al corridoio, vicino alla sala da pranzo, con un’espressione leggermente triste sul suo volto. “Qualcosa non va?”
 


“Profumo alla lavanda.” disse Asuka. “Quello di Misato. Era addosso a Kaji. Stanno davvero di nuovo insieme. Avrei dovuto saperlo. Per tutto il viaggio dalla Germania fino a qui Kaji non ha fatto altro che parlare di lei ed era distratto, anche quando ho cercato di…” Asuka arrossì. “N-Non importa! È… è tardi. Dovremmo… andare a letto anche noi.” Per qualche motivo, arrossì ancora di più.
 
Shinji cercò di non lasciarsi cadere le braccia. Qualunque magia ci fosse prima nell’aria, sembrava proprio che ora fosse stata spazzata via. Il momento era passato. “Giusto.” mormorò sconsolato. Tornò in camera sua e si cambiò con un paio di pantaloncini larghi e una maglietta leggera per dormire. Prima di arrivare al letto, si fermò al centro della stanza e chiuse gli occhi. Si concesse un intero minuto per godersi il ricordo di come ci si sentiva a stringere Asuka e baciarla. Sospirò sia per il piacere del ricordo che per la tristezza del fatto che era tutto finito. Si avvicinò alle lenzuola per infilarsi nel letto.
 
“Cosa stai facendo?”
 
Si bloccò e si girò. Asuka era in piedi davanti alla porta della sua stanza, braccia conserte, mentre lo fissava.
 
“Sto… andando a letto? Come hai detto tu.” rispose confuso. “Io…” Si bloccò di nuovo. Gli immancabili trasmettitori A-10 di Asuka non c’erano. I suoi capelli erano sciolti e sembrava averli spazzolati per andare a letto. Le ricoprivano il capo come una liscia e luminosa cascata di fuoco. Shinji ebbe l’improvviso e intenso desiderio di passarci le dita attraverso. Le cambiavano l’aspetto. Non l’aveva mai vista così. Era decisamente splendida. E sembrava ancora più bella.
 
“Tu cosa? E cosa stai fissando, Third?”
 
“I tuoi… i tuoi capelli… sei bellissima. V-voglio dire, ti ho vista senza trasmettitori A-10 solo dopo la doccia. Sembri così diversa con i capelli spazzolati così. Sei fantastica…”
 
Le mani di Asuka volarono alla sua testa. “Io… li tolgo per andare a dormire. E poi ho detto che noi dovremmo andare a letto, Third. Andiamo. Il mio è più grande.”
 
Shinji sbiancò. “Cosa?! Noi?! I-i-io… Asuka?” Non oppose però resistenza quando lei lo prese semplicemente per mano e lo condusse attraverso lo stretto corridoio verso la propria stanza.
 
“Baka. Siamo stati interrotti. Stavamo ancora parlando. E mi piaceva quello che stavamo facendo.” Si fermò al lato del letto con le spalle ancora rivolte a lui, ma continuò a tenergli la mano. “Non solo i baci, ma anche… il resto. Stare abbracciati intendo. Sentivo calore e… non mi sentivo più sola. ‘È difficile dormire. Senti freddo e solitudine di notte, perché nessuno ti ha più abbracciata’ hai detto.” Infine, si voltò di nuovo verso di lui. “Tu conosci quella sensazione. Anch’io la conosco e non mi piace per nulla. Hai mai sentito prima quel calore o quella sensazione piacevole che abbiamo provato mentre ci tenevamo abbracciati?”
 
L’espressione di Asuka era come un libro aperto. Non l’aveva mai vista così. I suoi occhi lo scrutavano, non con ostilità, solo… cercando di ritrovare quella sensazione di connessione. Il cuore di Shinji cominciò a battere ancora più forte di quando lei disse ‘noi dovremmo andare a letto’.
 
Shinji deglutì. “No, mai. Non che io ricordi.” disse.
 
“Non vuoi continuare a sentirti così?”
 
Deglutì di nuovo. “Sì?” rispose titubante.
 
Asuka si limitò ad annuire. “Lo voglio anch’io. E Misato dorme come un sasso, non c’è nessun altro qui e tu sei sempre il primo ad alzarti comunque. Quindi se… vogliamo passare la notte insieme per tenere lontani freddo e solitudine, possiamo farlo. Nessuno lo saprà tranne noi. E io…” Asuka chiuse gli occhi e fece uscire le parole a forza. “Io non voglio rimanere sola… Shinji.”
 
‘Questo deve essere un sogno. Questo deve essere un sogno.’ “Asuka, io… nemmeno io voglio stare da solo, ma… ho paura.” ammise. La mano di Shinji tremava nella mano di lei. ‘Questo deve essere un sogno… o un trucco.’
 
“Tu sei come me.” gli ricordò Asuka a bassa voce, guardandolo dritto negli occhi. “Pensi che non ne abbia anch’io? Ma siamo piloti Eva.” Sorrise in modo incerto. “Possiamo affrontare qualsiasi cosa, giusto?”
 
Gli lasciò la mano e si sedette sul letto. Si spostò per fargli spazio, poi alzò lo sguardo verso di lui, chiedendogli silenziosamente di sedersi accanto a lei.
 
Shinji cercò di smuovere il proprio corpo, ma si sentiva come congelato. ‘Questo deve essere un sogno!’ Aveva già avuto sogni simili. Le parole di Misato della notte precedente riecheggiarono nella sua mente. ‘Non cambierà mai nulla se non deciderai di fare il primo passo.’ Fece in modo che la sua mano destra la smettesse di contrarsi nervosamente in continuazione. “Asuka… mi prometti che non è un trucco? Non è una specie di gioco? Pensi davvero tutto questo?”
 
In risposta, Asuka si limitò a fissarlo per un momento prima di sollevare la larga maglietta gialla sopra la testa e gettarla dietro di lui, ben lontana da loro. “Ecco. Se ci beccano, non negherò nulla. Questo ti dimostra che sono abbastanza seria? Penso davvero quello che ho detto, Third Chil… Shinji. Te lo prometto. Ora vieni qui, baka! Ho freddo!” Asuka si sdraiò e tirò le coperte, con i suoi occhi blu zaffiro che ancora fissavano i suoi.
 
Shinji rimase a bocca aperta di fronte alla visione celestiale alla quale aveva appena assistito e si tolse lentamente la maglietta facendola cadere ai suoi piedi. Sollevò il lato delle lenzuola e scivolò nel letto accanto a lei, lasciando un’attenta distanza di pochi centimetri tra di loro. Per poco non levitò ad un metro dal materasso quando sentì le braccia di Asuka avvolgerlo e stringerlo in un abbraccio, pelle a pelle.
 


“Mhmm… che calduccio.” sussurrò Asuka. “Sei caldo. Mi piace.”
 
Anche lui sentiva calore. Così tanto al punto da essere quasi sorpreso che il vapore non gli uscisse dalle orecchie. Si sentiva decisamente confuso. Un piccolo pizzicotto di Asuka sul suo fianco lo riportò di nuovo sulla Terra abbastanza da capire che lei gli stava parlando. “Quando qualcuno ti abbraccia, dovresti abbracciarlo anche tu, baka.” Il suo comando fu un poco sminuito dal rossore che le illuminava le guance e dall’incapacità di incontrare i suoi occhi. Esitante, come se stesse per abbracciare una tigre col mal di denti, anche Shinji le fece passare le braccia attorno. Ai polpastrelli, la sua pelle sembra più liscia del più raffinato tipo di seta. Avrebbe giurato di sentire dell’elettricità scorrere sotto le sue mani. ‘È così calda.” pensò incantato.
 
Asuka si irrigidì quando le braccia di Shinji l’ebbero avvolta per la prima volta, ma poi si sciolse improvvisamente nel suo abbraccio. Dopo un lungo momento trascorso a godere di questa sensazione, gli parlò dolcemente. “Non è forse meglio questo invece di freddo e solitudine?”
 
Shinji non poté fare altro se non concordare con lei. Il suo cuore batteva ancora all’impazzata, ma allo stesso tempo si sentiva così a suo agio e vivo che non voleva muoversi. Annuì. “Mi piace.”
 
“Anche a me.” Asuka affondò il viso sul suo collo e rimase in silenzio per un minuto. “Shinji… me lo prometti che questo non è un sogno? Io non… Non voglio svegliarmi da sola e odiare ancora tutto e tutti.” chiese. “Non voglio che tutto questo finisca.”
 
“Tu sei come me.” le fece eco lui. “Asuka, anch’io ho paura che sia tutto un sogno, ma non mi sono mai sentito così bene. Resterò, finché me lo permetterai.”
 
“Stanotte. E domani? E il giorno dopo? Dico davvero, Shinji. Non voglio che tutto questo finisca. Non voglio svegliarmi mai più sola e al freddo.”
 
Shinji cercò di evitare che il cuore gli uscisse dal petto. Asuka, la ragazza piena di fierezza e ardore, stava chiedendo a lui… cosa? Di rimanere con lei? Di stare con lei? Come se pensasse davvero che lui potesse rifiutare? Se questo fosse stato un sogno, Shinji ci sarebbe rimasto il più a lungo possibile. “Finché mi vorrai. Te lo prometto.”
 
Con sua grande sorpresa, Asuka si mise a ridere. “Ho… ho detto qualcosa di sbagliato?”
 
Asuka scosse la testa. “È una cosa da pazzi. Un bacio e siamo a questo punto? Un bacio e tutto d’un tratto ti trasformi in Mister Dolcezza? Sembri così serio, come se fossi pronto a… a…”
 
“A saltare in un vulcano per te?” proseguì Shinji con un piccolo sorriso.
 
Asuka sogghignò. “Hai iniziato a suonare il violoncello e hai passato anni a raggiungere livelli quasi professionistici, e tutto perché nessuno ti ha detto di smettere. Hai intenzione di fare con me allo stesso modo finché non ti dirò di smettere?” Il suo tono di voce voleva essere canzonatorio ma, anche se Shinji non era molto bravo a leggere la maggior parte degli schemi sociali, riuscì a sentire la nota di serietà, quasi speranzosa, che si celava in quella frase. Asuka teneva davvero a quella domanda. E lui non sapeva davvero come risponderle.
 
Beh, sapeva come avrebbe voluto risponderle, ma ‘voglio aiutarti in qualche modo e stare con te per sempre’ gli sembrava un po’ troppo e troppo frettoloso. Anche se la rossa tedesca era sempre stata nei suoi pensieri sin da quando si erano incontrati la prima volta, esitava ancora a fare qualcosa che potesse farla allontanare di nuovo. Ma non voleva comunque lasciarla andare. Non si era mai sentito così bene in vita sua.
 
“Io non…” Deglutì. “Non ho mai avuto nessuno, Asuka. Se tu… mi vuoi bene, e vuoi che ti abbracci e resti con te, allora… non ci rinuncerò finché tu me lo permetterai. Mi piace tutto questo. Mi piaci tu. Se… se vuoi che ti tenga stretta a me, lo farò, a patto che lo faccia anche tu.”
 
Il sorriso di Asuka si stampò fermamente sul suo volto a queste parole. “Oh, lo farò, Third Children. Sei mio! Mi piace tutto questo, e non permetterò a nessuno di portarmelo via o di portarmi via te. Né gli angeli, né la Nerv, né Misato, né Wondergirl, nessuno. Viviamo insieme, ci alleniamo insieme, combattiamo insieme e ora…” Arrossì di nuovo, ma non perse il contatto con i suoi occhi. “Stiamo insieme. Ti sembra una buona idea?”
 
Shinji poté solo annuire.
 
“Me lo prometti?” incalzò lei. “Penso che tu sia un baka, ma il tipo di baka che mantiene le promesse. E faccio già affidamento su di te per combattere contro gli angeli. Quindi me lo prometti?”
 
“Sì. V-voglio dire, te lo prometto. Insieme, tu e io.” Dire queste parole ad alta voce lo emozionarono.
 
Gli occhi di Asuka brillarono di un qualcosa che lui non riuscì a comprendere, e sembrava che lei volesse dire qualcosa, ma tutto ciò che disse fu “D’accordo.” Lo avvicinò a sé per un altro bacio. O lui la avvicinò. Nessuno dei due seppe dirlo.
 
Il tempo passò. Non sapeva dire quanto. Non gli importava. L’unica cosa contava era la sensazione di stringere a sé qualcuno che lo volesse accanto.
 
Già. Come ci si sentiva. Ci si sentiva bene. Molto bene. Anzi, stava per diventare troppo bello. Si fece indietro con riluttanza. Aveva bisogno di un secondo per far tornare a funzionare abbastanza il cervello da formare delle parole. “Ehm… Asuka?”
 
La risposta fu altrettanto confusa. “Mmmhmm?”
 
‘Oh, cielo, è così bello sentirla accanto’ “Ehm… noi… io… espansione termica.” Le parole uscirono in un piccolo sussurro, quasi lieto del fatto che il fioco chiarore della luna nella stanza di Asuka gli permettesse di nascondere il suo volto mortificato. “Noi… Io…”
 
“Ah… sì, beh… Devo dire che… sei… uhm… un po’ difficile da non notare.” Il suo respiro era quasi ansimante. “Io… noi… non possiamo. Voglio dire… non… io non…” Il suo sussurro si fece ancora più flebile. “Non abbiamo nessun… tipo di… uhm… protezione.”
 
Shinji per poco non svenne. ‘L’ha… l’ha detto davvero… se ne avessimo avuto…?’
 
“Voglio dire… Io… Misato ne ha un po’ in camera sua, forse, se…” continuò lei, quasi tra sé e sé. “Asuka!” Riuscì a malapena a trattenersi in un sussurro esplosivo più che in un mezzo urlo. “Noi… dici sul serio?!”
 
“Non provare a farmi credere che non sei interessato o che non ci hai mai pensato anche tu, baka. Non la dai a bere a nessuno.” Guardò in basso, in mezzo a loro. “Ma… no. Non… non stanotte. Non così.”
 
“Tu ci… ci avevi pensato?” chiese lui.
 
Lei gli rivolse uno sguardo caldo e allo stesso tempo sarcastico. “Dimmi che tu non l’hai fatto.” lo sfidò.
 
Silenzio.
 
“È proprio quello che pensavo.” Lo baciò di nuovo. “Maniaco. Lo sapevo.”
 
“Ehi, hai appena ammesso di averlo pensato anche tu!”
 
“Non ho detto che è una cosa brutta. E comunque, non diremo nulla a Misato di questa notte.”
 
“Nulla?”
 
“Non credi che la prima cosa che direbbe sarebbe qualcosa del tipo ‘Oh no! Voi due dovete essere tenuti separati, per evitare che accadano altre cose simili!’?” Sbuffò di nuovo. “Ci trattano come bambini, ma siamo soldati. Potremmo morire in qualunque giorno, in qualunque battaglia… Non permetterò a nessuno di dirmi come posso o non posso vivere. Se qualcuno lo scoprisse, ci farebbe smettere e probabilmente… probabilmente ci farebbe vivere separati.” Sembrava molto infelice al solo pensiero. “Scommetto che mi farebbero andare in camera con Wondergirl o qualcosa del genere. Bleah. Quindi dobbiamo fingere di essere… come prima.”
 
“Anche con i miei amici? O i tuoi?”
 
“Pensi che i tuoi amici Babbei sarebbero capaci di mantenere un segreto come questo? Dovremo solo… comportarci come facciamo sempre, quando saremo in pubblico.”
 
“Già, mi sa di sì…”
 
Asuka lo baciò di nuovo, questa volta più dolcemente. “Non sarà poi così male, mio dolce baka-Shinji. Quando saremo soli…” Le sue labbra si incurvarono in un sorrisetto malizioso e si avvinghiò a lui.
 
“Oh, cielo…”
 
“Quando saremo soli… sarai tutto mio.”
 
 ---
 


Il mattino aveva appena iniziato a schiarire il cielo prima dell’alba quando Shinji si svegliò. Sbatteva le palpebre mentre tentava di scostare dal viso delle lunghe ciocche di capelli rossi e si chiedeva come mai il letto gli sembrasse così strano e avesse una specie di peso sul petto. I suoi occhi si spalancarono quando i ricordi incominciarono a farsi più vividi. ‘Oh, cielo… allora non era un sogno?’ Abbassò lo sguardo senza muovere il capo per averne conferma. Sì, il Second Children era avvinghiato saldamente a lui e stava usando il suo petto come cuscino, sorridendo dolcemente nel sonno. ‘No, era davvero reale. Oh, cielo…’
 
Si sfilò attentamente da sotto di lei e si alzò dal letto. Asuka emise qualche versetto di infelicità quando le fu tolto il suo caldo ‘cuscino’, ma si rasserenò quando Shinji le sistemò le coperte e lei si adagiò nel posto caldo rimasto libero.
 
Rimase per un attimo accanto al letto, cercando di imprimere nella memoria quell’immagine. Era accaduto davvero. Tutto quanto. Perfino… Arrossì. Perfino quella parte. ‘Niente protezioni non vuol dire che non ci sia nulla che possiamo fare, Third.’ aveva detto Asuka, e ne aveva dato anche dimostrazione. E poi, quando si fermarono per poi addormentarsi, lei gli aveva sussurrato di nuovo, a bassa voce, ‘Ti voglio bene anch’io.’ Questo significava per lui più di qualsiasi altra cosa avessero fatto.
 
“Finché mi vorrai, te lo prometto.” disse dolcemente. “Insieme, per sempre.”
 


Si voltò e uscì per iniziare a preparare la colazione per tutti e qualche medicinale per il dopo sbornia di Misato. Non vide però un occhio azzurro cristallo che si spalancò in preda allo shock mentre lo guardava andarsene.


FINE DEL CAPITOLO 1

   
 
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