Tira un vento gelido che fa rabbrividire mentre il respiro si condensa in una nebbia sottile.
È un freddo diverso da quello morbido e pastoso delle pomate che gli spalmavano sui lividi in ospedale.
L’ospedale .
Un luogo di calvario che si interseca tra i suoi pensieri con un certo grado di disordine. Un brutto incubo che adesso pare surreale.
Quando Colin si è svegliato nel suo letto d’agonia non c’erano fiori, orsacchiotti di peluche e palloncini colorati ma aghi, fiale e lenti gocciolii.
Dolore .
Immagini nitide ma sfuggenti gli scorrono dietro le palpebre chiuse.
Cerca di aiutare il suo cervello a richiamare qualche ricordo: le tabelline, un primo pessimo appuntamento sono evaporati nell’aria come residui di una vita precedente.
E quei post-it colorati a cui è costretto a far continuamente ricorso diventano una specie di laboratorio chimico dove mettere le mani a caso ora su una droga calmante, ora su un veleno pericoloso.
Ricordi. Memoria .
Una sacca da viaggio, il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé.
Vuoto d’oblio.
Colin si guarda intorno: montagne che svettano superbe con le loro cime innevate, rigidi rami di alberi spogli nudi, dritti e ritorti che sembrano membra di esseri umani, un cielo grigio e gonfio proprio come sente la sua testa in questo momento.
Everwood, Colorado .
Il paese nel quale è nato e cresciuto è adesso un territorio sconosciuto.
Un pickup lo avvicina imperterrito tra sobbalzi e scoppiettii della marmitta.
Bright si esibisce in un’elegante frenata sul ghiaccio increspato mentre Amy apre lo sportello del passeggero come una regina proibita.
Amicizia .
Una dolce responsabilità.
Per Colin però questi due ragazzi (il migliore amico e la fidanzata nella sua vita di prima) sono soltanto due visi riconosciuti su una foto.
Due sconosciuti.
“Sei pronto per il ritorno a scuola?”
Lui vorrebbe fuggire, dimenticare quel poco di passato che non gli appartiene ma ha difronte questa bellissima ragazzina con i lunghi capelli biondi, gli occhi a mezzaluna pieni di aspettative, le labbra piegate in un rassicurante sorriso di incoraggiamento.
Sembra una fata e Colin, per la prima volta da mesi, ritrova delle certezze.
Ha un po' meno paura di questo mondo nuovo nel quale è approdato.
Il suo cuore, i suoi sensi si aprono ed accolgono colori, odori, sapori che prima respingevano.
Il ragazzo smarrito ora si sente forte e capace di proseguire.
Ora vede quel Paese Straniero con occhi nuovi.