Anime & Manga > Anna dai capelli rossi
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Autore: crazy lion    15/06/2022    4 recensioni
Anna ha fatto uno strano sogno e il giorno dopo scopre di avere gli stessi poteri delle Driadi, le ninfe dei boschi. Quali saranno? A cosa serviranno?
Disclaimer: i personaggi non sono miei ma degli autori che li hanno ideati. La storia non è a scopo di lucro.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Anna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL POTERE DI ANNA
 
Anna si svegliò riposata. Aveva tredici anni e andava ancora a scuola, ma era estate, quindi questa era chiusa. Era agosto e aveva già finito tutti i compiti per le vacanze. Era felice per questo. Fece colazione con pane e latte e miele e poi uscì.
“Torna per l'ora di pranzo!” le urlò Marilla.
“Mangio da Diana e sto con lei fino a stasera, se ai suoi non dispiace” mentì la ragazzina.
Non le piaceva dire bugie, ma desiderava stare fuori tutto il giorno. Corse nel bosco e vide delle donne che scendevano da alcune scale sugli alberi.
“Ma le piante erano normali l'ultima volta che le ho viste. Che succede?” si chiese.
Poi si ricordò del sogno fatto la notte appena passata. Aveva sognato di possedere gli stessi poteri delle Driadi, le ninfe dei boschi. Forse  erano loro quelle che stava vedendo.
“Siete delle Driadi?” chiese a una di loro.
“Sì, ciao. Io mi chiamo Victoria. Tu chi sei?”
“Anna, sono un'umana.”
“E come mai puoi vederci?” domandò un'altra, che non si presentò. “Nessun umano può, a meno che…”
“A meno che?”
Anna era sempre più confusa. Perché quella Driade la teneva sulle spine? Perché aveva interrotto quella frase a metà? Ci pensò Victoria a spiegare,
“A meno che, per qualche motivo, tu non abbia dei poteri magici come noi. Vedi quella quercia laggiù? Ha un ramo spezzato. Avvicinati e mettici la mano.”
Anna obbedì, ma tanto non sarebbe successo niente. Quando toccò il ramo, questo tornò normale.
“Oh mio Dio! Ho i poteri delle Driadi!” esclamò.
“Vieni” le disse Victoria. “Ti mostro la mia casa.”
Salirono insieme le scale di legno che Victoria, spiegò ad Anna, aveva costruito modellando la quercia sulla quale stavano salendo.
“Non guardare giù, mi raccomando.”
Entrarono in una spaziosa casa in legno.
“Mamma, sei tornata!”
Una Driade sui cinque anni le corse incontro,
“Ciao, Isabelle. Questa è Anna, un'umana che ha acquisito i nostri poteri, anche se non ha ancora visto niente di quello che possiamo fare.2
Anna, che adorava i bambini, si mise a giocare con la piccola con alcuni giochini di legno.
“Li ho creati io da un albero. Vuoi provare?” chiese Victoria.
“Sì.”
La ninfa le portò un ramo caduto e la ragazzina ci passò sopra le mani. Pensò a giochi per bambini e si crearono delle stupende bamboline di legno, vestite con abiti eleganti. sabelle strillò di gioia.
“Ti piacciono?”
“Sì Anna, tanto.”
La ragazza passò tutta la mattina a giocare con la bambina, poi mangiò assieme a lei e alla madre. Pranzarono con i frutti di bosco: more, lamponi e mirtilli. Poi Isabelle andò a riposare in un'altra stanza dove c'erano due giacigli di paglia.
“La lascio sempre dormire un po', il pomeriggio. Gioca così tanto che si stanca presto” disse Victoria.
Aveva una voce dolce e melodiosa.
“Grazie per avermi fatto passare del tempo con lei. Chi è suo padre?”
“Un elfo che mi ha lasciata quando ha scoperto che ero incinta.”
Che bastardo pensò Anna.
“Mi dispiace tantissimo. Lei lo sa?”
“Sì, gliel’ho detto.”
“Scendo a vedere cosa fanno le altre.”
“D'accordo. Sta' attenta alle scale.”
“Tranquilla!”
Anna scese, insicura, i gradini, e quando fu nel bosco vide che alcune Driadi stavano strappando dei fili d'erba. Si avvicinò e si schiarì la voce per rivelare la sua presenza.
“Sì?” chiese una di loro.
“Che state facendo?”
“Costruiamo gli abiti che ci servono” rispose una ninfa.
Anna strappò alcuni fili d'erba, pensò a una tunica e se la ritrovò in mano. Era di seta. se la  infilò dopo essersi tolta la sua. Le stava benissimo.
“Caspita!” esclamò. “Allora ho davvero i vostri poteri.”
“Vai al fiume e prova a scaldare l'acqua. Io sono Vanessa, comunque” le disse un'altra ninfa.
“D'accordo Vanessa, grazie.”
Ci andò, e quando toccò l'acqua questa si scaldò immeditatamente.
“Posso fare il bagno anche se sono umana?” chiese.
Non sapeva chi le avrebbe risposto, probabilmente nessuno.
Venne fuori una testa gocciolante e poi un bellissimo corpo di donna.
“Sono una Naiade, una ninfa die fiumi. Ho sentito, assieme alle mie sorelle, che hai riscaldato l'acqua. Questo significa che hai dei poteri.”
I capelli della Naiade erano azzurri, a differenza di quelli delle Driadi che erano verdi.
“Sì, anche se non capisco perché.”
“Non serve saperlo. A volte è meglio lasciare certe cose nel mistero. Fatti pure il bagno, non ci disturbi.”
“Grazie.”
“Figurati.”
Anna si spogliò e si immerse nell'acqua. Sperò che nessun umano la vedesse in quello stato, ma non se ne preoccupò più di tanto. Si lavò il corpo e i capelli, poi si asciugò distesa al sole, ma scoprì che con un gesto della mano poteva asciugarsi i capelli.
La sera, dopo cena, le ninfe danzarono e suonarono il flauto di Pan, che Anna non aveva mai visto. Pur non essendo brava in questo ballò anche lei e fu felice di  rivedere Victoria e Isabelle.
“Devo tornare a casa, ora” disse. “A presto.”
Tutte le ninfe la salutarono a malincuore, soprattutto Victoria e Isabelle, che le si gettò tra le braccia.
“Non andare!” esclamò. “Ti prego.”
“Devo, Matthew e Marilla mi staranno aspettando.”
La bambina capì e tornò dalla madre, mentre Anna si allontanava dalle ninfe. Toccò un albero con un  ramo spezzato e scoprì di non avere più quel potere. Pazienza, era durato solo un giorno, ma si era divertita, l''aveva utilizzato ed era felice così.
   
 
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