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Autore: Anonimadelirante    15/06/2022    1 recensioni
[Outer Banks ]
JJ risponde: «A metà strada fra Gulfport e Long Beach» ma lo fa sapendo di mentire, perché la risposta alla domanda Da quanto tempo sei innamorato di Kiara Carrera? è lunga, e tortuosa e complicata, esattamente come tutte le cose nella sua vita.
La bugia migliore è un dettaglio falso fra molti dettagli veri.
(JJ/Kie, surf trip, optimistic futur!fic)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N/A: continuo ad essere ossessionata da OBX? Sì. Continuo a ricordare di mettere un punto alle frasi solo ogni dieci righe? Sì. Continuo a guardare video sui Jiara e a leggere fanfiction ADORABILI sempre sui Jiara e più in generale su JJ? Sì. L’irl continua a fare schifo? Sì. Continuo a scrivere invece di dormire? Sì.
Tutto nella norma, quindi.


TW: si parla di un attacco di panico appena passato, e di negligenza nella cura di alcune (5) tartarughe marine in un acquario immaginario. Di uno scontro con una guardia di sicurezza e di uso ricreativo di droghe leggere come da canone. E-- linguaggio, credo? sempre, come da canone, voglio dire, sono i Pogue..? Non le persone più studiate della terra, a dire il vero. soprattutto, non JJ. Ehm, già. Be safe, please.



Ambientata in un improbabile futuro post-canone molto felice in cui Pope è al college, Sarah, Cleo e JB vivono felici e contenti alle OBX e i Jiara VANNO A FARE IL LORO MALEDETTO SURF TRIP, YAAAAZ BICCCIISSSSS!!!1!1!!

 

 

 

 

 


 


A metà strada fra Gulfport e Long Beach


negare, negare, negare

 

 


In seguito, dopo che JJ ha reiteratamente dichiarato, per almeno una decina di volte, di essere un amico di merda e più in generale una persona orribile, e dopo che Pope ha soffocato sbadigli in altrettante rassicurazioni, dopo che gli ha giurato che fra lui e Kie le cose sono apposto, super-distese, e che hanno chiarito in circa otto occasioni diverse quanto siano più sereni come amici che come-- qualunque strana altra combinazione abbiano tentato di essere, e che questo attacco di panico alle quattro di notte a tre stati di distanza – sì, Jayge, questo preciso attacco di panico – è la punizione cosmica per non averlo ascoltato tutte le volte in cui gli ha ripetuto che fumare tutta quell’erba gli avrebbe fatto male e che a lungo andare avrebbe danneggiato il suo cervello e che i problemi devono essere risolti in maniera pro-attiva ed essere così rilassati non poteva essere un bene per nessuno; dopo tutte queste cose, quando finalmente il respiro di JJ si è calmato, e le sue risate si sono fatte solo leggermente acquose e non un disastro di autocommiserazione e disprezzo per sé stesso come fino ad una decina di minuti prima; dopo che il cuore di Pope ha smesso di battere all'impazzata perché il suo primo pensiero, quando ha visto il nome di JJ sullo schermo – e, okay, no, non proprio il suo nome, ma Jjellyfish, perché Jay è un idiota e conosce la password del suo bloccoschermo meglio della propria – è stata che fossero morti, schiantati in un fosso, e per qualche ragione la polizia avesse deciso di chiamare lui per riconoscere i cadaveri – e sì, certo, questo è perché sta studiando davvero troppo, in questo periodo, ed è stanco e stressato e non è mai stato così lontano dagli altri Pogue come in questo momento, e ucciderebbe per fumare una canna in compagnia del suo migliore amico, ma di certo non darà a JJ la soddisfazione di sentirglielo ammettere; dopo tutte queste cose, diceva, Pope gli chiede, ma piano, dolcemente, più che altro per instradare i suoi pensieri verso un vortice più piacevole e meno autodistruttivo del precedente: «Da quanto?»




Dopo aver baciato Kiara Carrera, dopo aver fatto sesso con Kiara Carrera, dopo il miglior pomeriggio della sua intera fottuta vita, dopo--
Dopo aver soffocato nel panico e nell’autocommiserazione, nel terrore schiacciante; dopo essersi allontanato sul ciglio della strada quel tanto che basta per non svegliarla, ma non abbastanza da perdere comunque di vista il Twinkie; dopo aver chiamato Pope in una spirale di scuse non proprio coerenti; dopo che Pope gli ha chiesto, stanco, ma calmissimo: «Da quanto?»
JJ risponde: «A metà strada fra Gulfport e Long Beach» ma lo fa sapendo di mentire, o quanto meno di star travisano di proposito, perché la risposta alla domanda Da quanto tempo sei innamorato di Kiara Carrera? è lunga, e tortuosa e complicata, esattamente come tutte le cose nella sua vita. Ed è anche molto semplice, allo stesso tempo, perché lui è Jay e lei è Kie e la risposta più vera e sincera alla domanda di Pope sarebbe Da sempre – ma se JJ è sicuro di qualcosa è che l'unica cosa in suo potere che lo abbia mai portato da qualche parte è negare, negare, negare.
Così. Nega, e nega e nega.
Con Pope, con sé stesso – in passato, con JB. Mai con Kiara, però: non ha mai mentito a Kiara, non su quello che provava per lei, ma se c'è un lato positivo nell'essere un contaballe universalmente riconosciuto come tale è che le possibilità che qualcuno ti creda, anche quando non hai la forza di nascondere attivamente la verità, sono notevolmente basse.
Così. JJ ha passato la vita a negare, negare, negare – con sé stesso, con Pope, con JB, più di recente persino con Sarah e Cleo, quelle impiccione – la possibilità che i suoi sentimenti per Kiara fossero qualcosa – qualcosa di reale, e vero e tangibile e impossibile da soffocare, non importa quanto ci abbia provato; qualcosa che l'ha cresciuto ed allevato esattamente quanto i pugni di suo padre, gli abbracci stretti di Bree, le occhiate preoccupate ed impotenti di Ricky, le carezze schivate della signora Heyward, Pope e le sue digressioni sui cadaveri. Gli si sono gonfiati nel petto fino al punto di non lasciarlo più respirare se non attraverso di loro, penosamente, faticosamente, giorno per giorno, istante per istante, da quando la conosce, da quando i Pogue sono diventati quattro e non più solo tre.
Così JJ ha imparato a sopravvivere agli spintoni di suo padre, all'assenza di sua madre, agli scherzi brutali di Ricky e i suoi amici, che da strafatti sono tutt'altro che simpatici, ed ha imparato a schivare le carezze della signora Heyward così bene che dopo un po' hanno smesso di arrivare. Ed è stato educato dagli abbracci stretti di Bree, dalle adorabili divagazioni di Pope su tutto quanto di schifoso ed affascinante c'è da conoscere sulla morte. Ed è cresciuto attorno ai propri sentimenti per Kie come una pianta parassita attorno a qualcosa di così vero e luminoso ed innegabile da far male.
Esattamente come un'ostrica con un boccone di sabbia, ha cercato di respingerli e negarli e sarebbe stato così facile, se Kie fosse stata Sarah Cameron o Stephanie Wilson o Katerine Johnson, ma Kie è sempre stata solo Kie, e lui non ha potuto far altro che cicatrizzarsi attorno a lei, come pelle attorno alla scheggia di vetro di una bottiglia di birra o alla spina di un riccio di mare – come un’ostrica, per l’appunto, attorno ad uno sputo di sabbia.
Così, quando Pope gli chiede Da quanto?, lui risponde Da qualche parte fra Gulfport e Long Beach, perché dirgli Da tutta la vita sembra ridicolo e drammatico ed inutilmente crudele, per entrambi: perché Pope è un idiota, e starebbe male per lui, invece di incazzarsi, invece di dire Io l’ho amata per primo o, meglio ancora – più vero più giusto più sensato – Lei ha amato me, per primo. Ma Pope non direbbe mai una cosa del genere, non la penserebbe neanche, perché Pope è Pope – dolcissimo e leale e mai abbastanza pronto a difendere i propri organi interni appallottolandosi a terra, in una rissa, mai abbastanza svelto a portarsi le braccia attorno alla testa per proteggersi quel magnifico, brillante cervello che si ritrova, quindi JJ sbuffa, e ridacchia, ed ingoia le lacrime ed il senso di colpa, e soffoca questa sensazione orribile che gli si arrampica contro le pareti dello stomaco come muffa sul legno marcio di un relitto e dice A metà strada fra Gulfport e Long Beach.


La bugia migliore è un dettaglio falso fra molti dettagli veri. Così.
Siamo andati a visitare l'acquario di Gulfport. Io non ero d'accordo-- da quando un surf trip ha a che fare con delle visite ad acquari e musei? Ma conosci Kie e sai chi fra noi due ha più probabilità di averla vinta in una discussione, così, ah. Andiamo all'acquario, no? E poi. È un'idea di merda, l’ho già detto? Non solo perché ci sono io in un luogo chiuso, con un sacco di gente – genitori e famiglie e bambini, Pope, chi mai porterebbe i propri figli a guardare foche e delfini attraverso un vetro? Voglio dire, a tre passi da una spiaggia? Quando c’è un’alternativa? Che razza di mostri? – ma anche perché c'è Kie, Kie, non so se hai presente, mora, tette grandiose, questa agghiacciante tendenza animalista, per l’appunto: Kie. Kie davanti a foche e delfini attraverso un vetro. 
E devo ammetterlo, guarda, c'è questo corridoio pazzesco, con appeso sul soffitto lo scheletro di una balena e tu ci devi passare sotto se vuoi andare dalla stanza delle razze a quella delle meduse e-- ed è tipo enorme e... e potrei essere stato un po' contento di essere lì, in quel momento, perché, sai, il mare era piattissimo, amico, zero onde proprio, quindi non avremmo potuto comunque surfare, ed io ero nello stomaco di una balena e bevevo frappé mentre Kie leggeva questo lunghissimo cartellone con descritte cose banali tipo l'accoppiamento dei cetacei, ma a voce alta, anche per me, che è una cosa carina e molto da Kie – e molto vostra, da Pogue, in generale, non solo ignorare il fatto che sia così stupido da non riuscire a leggere cose così lunghe, ma anche condividerle con me come se non fosse poi chissà qualche grosso problema-- sì, va bene, Pope, tieniti stretto le mutande, non sono stupido, è un disturbo neurologico, si chiama dislessia, d’accordo, bla bla-- fammi finire. Dicevo, sono piuttosto soddisfatto, e sto bevendo un frappé alla menta con pezzetti di cioccolato fondente mescolati dentro ed onestamente rimarrei nel corridoio della balena ancora per un po', ma Kie è, tipo, super eccitata, e ci sono le tartarughe marine, appena dopo la sala delle razze, quindi non mi lascia vivere, d'accordo? Mi prende per la mano e mi trascina oltre questi bambinetti urlanti che strillano perché si può mettere la mano nella vasca e cercare di accarezzare le mante, e. E poi. Impazzisce. Dà di matto completamente. Comincia a imprecare ed è a tanto così da una crisi di nervi, sul serio, sai come… non lo so, hai presente, quando è così arrabbiata che sembra stia per mettersi a piangere, però non piange, e fa quella voce un po’ stridula e mezza spezzata che ha quando la merda sta per colpire il ventilatore e tu ti senti malissimo perché è quasi certamente colpa tua – cioè, io, io mi sento malissimo perché quasi certamente è colpa mia, o al massimo di JB, tu non hai questo talento incredibile nel farla incazzare – e poi si dirige verso una guardia. Dico sul serio, una guardia. Voglio dire, non è una guardia tipo Shoupe, certo, quindi, ehm, non è esattamente davvero armata? Ha, tipo, un taser ed un manganello e niente di, uhm, attivamente letale come una pistola? Ma Kie ha già urlato in faccia allo sceriffo che è un incompetente e probabilmente anche corrotto, quindi, non lo so, mi fa più o meno lo stesso effetto ogni volta – super eccitante e un po’… terrorizzante? Del tipo, è una guardia, è armata, non dovresti sfidare la fortuna-- lo so, Pope, ma io sono io, Kie è… d’accordo, comunque, stavo dicendo, così lei comincia ad urlare contro la guardia di sicurezza dell’acquario e io le vado dietro, perché, insomma, cosa avrei dovuto fare? E dico tipo Kie, che cazzo, Kie, cosa diavolo sta succ--, ma lei non ascolta e onestamente lì per lì non capisco neanche cosa esattamente l’abbia fatta scattare, perché, ah ah, sì, siamo in un acquario, lo dicevo che sarebbe stata un’idea del cazzo, no? Ma ci stavamo abbastanza divertendo, fino a quel momento. Comunque. La guardia, prevedibilmente, non è felice, e le dice, tutto serio e tronfio e con quell’espressione di merda che hanno le forze dell’ordine quando sanno di avere una scusa per darti cinque minuti d’inferno, Signorina, si calmi, che è-- esattamente l’opposto di quello che dovresti dire a Kie per farla calmare, comunque, e lei è lì, nel bel mezzo della sala delle tartarughe marine che urla di quanto siano orribili gli esseri umani e del perché il mondo sta finendo e che la vita di queste tartarughe è terribile, come fate a non capirlo, è così crudele, e la guardia è tutta rossa in faccia e quindi cerco di allontanarla, ovviamente, ma, di nuovo, fra noi due chi è che l’ha sempre vinta? Così lei ancora urla un po’, e la guardia urla a sua volta di stare zitta, cazzo, che è esattamente l’ultima cosa al mondo che puoi dire ad una persona come Kie, e poi le si avvicina, tipo, con la mano sul manganello che porta appeso alla cintura e io mi metto in mezzo, perché--ovviamente, e lui mi strattona un po’, tipo per farci capire che fa sul serio e che ci vuole fuori di qui ora e mi fa cadere il frappé, il che è una stronzata, perché mi piaceva, ma va bene, chi se ne frega del frappé. Be’, a parte Kiara, che, ehm, lo sai com’è, iper-protettiva, e se c’è una cosa che può farla incazzare più di cinque tartarughe in una vasca troppo piccola a quanto pare è che la guardia di un merdoso acquario mi spinga e mi butti a terra il frullato…? Non sono del tutto certo di cosa l’abbia fatta incazzare così, di questa situazione, onestamente. Comunque, per farla breve. Usciamo-- veniamo cacciati a pedate dall’acquario e. Ehm. Siamo lì, nella piazza, e Kie sta facendo quella cosa che fa sempre quando smette di vederci rosso, ma è ancora tremendamente incazzata, cioè mi gira attorno continuando ad inveire contro, ah, contro qualunque cazzata le passi per la testa, immagino, la plastica in mare e le vasche di dimensioni sbagliate, e la visione antropocentrica dell’uomo che sta mandando tutto a puttane, e io penso – be’, penso che sia bellissima, il che non è esattamente una novità, lo so, ma… tipo, davvero bellissima, da togliere il fiato. E non… voglio dire, ho gli occhi, d’accordo? Lo so che è uno schianto. Ma intendo… non solo perché ha un fisico da urlo e ha scelto di passare la sua estate con me, di tutte le persone, ma anche per… ah, lo sai. Perché è Kiara, ecco. Per come è fatta – per come è fatto il suo cervello e per tutte le cose che-- pensa, dice e fa? Non lo so, sembra strano da dire a voce alta. Tipo, super patetico. Va bene. Allora, ehm. Ci rimettiamo in viaggio perché una città che accetta un acquario del genere è, ehm, chiaramente una città di merda? Ovviamente. Non ha neanche bisogno di dirlo. Così, eh. Siamo per strada e non possiamo fumare per calmarci perché stiamo guidando e tu sei, tipo, onnipresente nei nostri pensieri e ti incazzeresti a morte anche a tre stati di distanza grazie ai tuoi poteri psichici da Yoda e oddio, sarebbe così irresponsabile, non che tu l’abbia mai fatto, eh? Ipocrita. Così metto su Spotify una playlist con delle canzoni di Bob Marley e Kiara è, uhm, rigidissima sul sedile per i primi cinque secondi e poi super felice di cantare, esattamente come sempre..? E, non lo so, ho questa sensazione, nello stomaco. No. Nei polmoni. Come se fossero ricoperti di maldette alghe, okay? Super-viscidi ed è… complicato respirare? Ma, tipo, non necessariamente in senso cattivo..? Non lo so. È… difficile da spiegare, ma tu ci sei già passato e sei più bravo di me con le parole, quindi hai sicuramente capito. Così penso: cazzo. Cazzo cazzo cazzo. E sono quasi tentato di fare inversione e tornare alle Outer Banks, ma, tipo, a che servirebbe? Ormai il danno è fatto. E poi siamo dalle parti di Long Beach e Kie alza gli occhi dal telefono e per un attimo penso che riprenderà a litigare sul fatto che sto guidando troppo a lungo, che è una delle nostre litigate standard, ultimamente, e io mi preparo perché col cazzo che la faccio guidare quand’è ancora così chiaramente sconvolta, anche se non sembra più troppo sconvolta a dire il vero, ma lei dice solo che fra due mesi è stato organizzato un picchetto davanti all’acquario, quindi qualunque cosa facciamo in questi due mesi va bene, basta che torniamo a Gulfport per la protesta e io non so cosa… Freno di botto e per poco non sfondiamo il parabrezza con la testa – lo so, non credevo di essere sconvolto a mia volta, non mi sarei messo in macchina altrimenti, Gesù, Pope, rilassati, stiamo bene. Dicevo. Accosto e lei è preoccupatissima e per qualche ragione è apparentemente convinta che io stia sanguinando di nascosto da diverse miglia e-- oh, JB sicuramente le avrebbe risposto Sanguino per te, piccola, oh mio dio, come ho fatto a non pensarci, che occasione sprecata, una battuta geniale. No? No, d’accordo, comunque non importa perché non ho detto niente. Mi sono sporto in avanti e l’ho baciata.
E lei ha ricambiato.

 


(Non gli dice: E c’è il fatto che da quando siamo partiti dormiamo assieme – voglio dire, non… non in quel senso? Platonicamente. Del tutto platonicamente. È che. Non so. È un po’… un po’ più facile addormentarsi, quando so che è viva, al sicuro, e non, che ne so, affogata tentando di fare qualcosa di assurdo ed assolutamente stupido come salvarmi la vita tenendomi a galla nel bel mezzo del cazzo di oceano? E, ehm. Dopo Poguelandia… dopo che abbiamo rischiato di morire in un fottuto arrembaggio e nel conseguente naufragio e poi di malnutrizione e credevo seriamente che sarebbe andato tutto davvero a puttane… credo che, ah, sia solo meglio, sai, se c’è qualcuno vicino a me, di notte. Tipo, molto più facile. Non si tratta necessariamente di Kie. Cioè, ovviamente si tratta di Kie, ma. E non si tratta esattamente neanche del tesoro perché – voglio dire, anche prima, allo Chateau. Anche, uhm, con te e JB? Sono sempre state le notti migliori quando ci addormentavamo ammassati sul divano. E, tipo, chiaramente non era programmato, perché ho montato personalmente un secondo letto estraibile quando io e JB abbiamo camperizzato il Twinkie. Ma. Non sono del tutto dispiaciuto del fatto che nessuno dei due abbia mai esattamente voglia di montarlo, quando ce n’è già uno abbastanza grande per entrambi perennemente a disposizione. Ed è un po’ imbarazzante, per via di, sai, erezioni mattutine, ma Kie è cresciuta con noi tre, voglio dire, quante volte ci siamo addormentati tutti quattro nello stesso letto? Dubito che sia la prima volta che le capita di svegliarsi con qualcosa di interessante premuto contro. E comunque non ha mai fatto nessun commento. Il che, a pensarci bene, è super-frustrante perché se soltanto riuscissi a mettere in parole che-- che la amo e la amo da sempre e non cambierebbe assolutamente niente perché non ha mai dovuto fare altro che essere sé stessa perché perdessi completamente la testa per lei, allora, forse..? Ma poi mi dico sempre che è una stronzata, ed è il genere di stronzata che sarei assolutamente in grado fare, il genere di stronzata che manderebbe tutto a puttane e, onestamente, preferirei morire, cazzo, piuttosto che essere io a rovinare tutto. Ti immagini? Dopo i fottuti Limbrey e i Cameron e quel pazzo del padre di JB e Denmark Tanny, ovviamente dovrei essere io a distruggere ogni cosa. Sarebbe così da me. 
Comunque, ah. Non credo che… voglio dire, non sono mai io a suggerire di condividere il letto perché-- a dire il vero, non lo ha mai suggerito neanche lei? È solo, uhm. Succede e basta? Voglio dire, è davvero una palla, montare l’altro. E surfare e girare l’America on the road… lo so che sembra tutto una vacanza, ma è stancate – fisicamente, intendo. E, sì, non è certo la prima volta che ci addormentiamo abbracciati, non vuol dire niente. E tutte le volte che è successo a Poguelandia? E prima, e dopo..? Così, sì. Non credo che significhi nulla. O, insomma, per me è un grande affare ovviamente, ma chiaramente non lo è per Kie. Il che è-- perfetto, davvero. Non c’è bisogno di… incasinare ulteriormente le cose. Sul serio. 
E ci sono notti in cui mi si addormenta con la testa premuta contro il petto, ed è-- , uhm. Sono le volte in cui si addormenta per prima, chiaramente, ma questo non significa che io non dorma, perché, ah, si scopre che avere Kie con l’orecchio contro il tuo cuore ti costringe a respirare con molta, molta calma per non iperventilare. E quindi, sì, a quanto pare fare lunghi respiri profondi è tipo una delle tecniche utilizzate dai militari per addormentarsi, e non dovrebbe essere esattamente una sorpresa, ma funziona. Non chiedermi come lo so. La cosa dei militari. Cleo, ecco come lo so. È stra-in fissa con questa roba, lo sai meglio di me. Molto più di quanto non lo sia mai stato io quando avevo tipo dodici anni e credevo sinceramente che l’esercito non fosse del tutto una stronzata e potesse essere una cosa, per andarmene di casa. Come Kie non mi abbia preso a calci per farmi cambiare idea è ancora un mistero, per me. Comunque, alla fine sono rinsavito, per fortuna, perché altrimenti non sarei qui, a prendere respiri profondi per non svegliarla. O, sì, a volte mi addormento prima io, e, ehm, di solito succede quando lei sta leggendo qualcosa sul suo cellulare e allora mi corico un po’ storto, perché la luce dello schermo mi dà fastidio e finisco sempre per usare il suo stomaco come cuscino e lei non dice mai niente – respiri profondi e, sai, tutto il resto, così… E fa sempre questa cosa – questa cosa di giocare coi miei capelli e, tipo, come fossi un gatto? Mi fa, tipo, i grattini dietro l’orecchio ed è… così strano, amico, da dire a voce alta, che cazzo. Comunque. Sono le mie notti preferite. Sì. Quindi. ’Fanculo.
E. E è successa una cosa, una volta, perché quando mi accarezza il capo lo fa… lo fa così piano, come se fossi fragile, il che è-- voglio dire, stranamente divertente, no? Tipo, sono la peggior testa di cazzo che conosca, ma è comunque così… attenta, non lo so. Comunque. Si ferma sempre sulla cicatrice che ho sulla tempia, e l’accarezza, e sembra... sembra che le tremi la mano, tipo? Sembra uno di quei momenti che si dilatano nel tempo come macchie di petrolio sulla superficie del mare, sai cosa intendo, no? Quelli che se sopravvivi senza soffocare nella sensazione che di esplode nel cuore, dovresti parlarne con qualcuno, tipo. E mi accarezza la cicatrice del macete di quello stronzo sulla Coastal Venture, dicevo, e ne ripassa i contorni, tutta strana e delicata, proprio non da Kie, come tocco, e una volta non sono riuscito a trattenermi e le ho chiesto: Kie, va tutto bene?


Non gli dice di come Kie si sia fermata, le dita tremanti, in bilico sulla sua pelle, e di come la sua voce suonasse come una bottiglia di birra in frantumi contro uno scoglio.
«Certo» ha sussurrato, e poi ha tentato di ritirare la mano, ma JJ è sempre molto bravo ad agire senza pensare, e gliel’ha bloccata contro la proprio fronte: «Non mi dà fastidio» ha mormorato, perché non era né ubriaco né fatto e quindi senza alcuna scusa per il ti prego non smettere che gli grattava sulla lingua. «Sono solo… cosa c’è che non va, Kie?»
Perché, ah. Perché a Kiara non tremano le mani, mai, non quando sta girando una canna, né quando sta districando una tartaruga ferita e furiosa da una lenza, e neanche quando sta intrecciando braccialetti di conchiglie.
«Niente» ha ripetuto lei, con voce leggermente meno rotta, ma comunque non sua – ma non ha ritirato la mano. L’ha girata, però, in modo che i loro palmi fossero uno contro l’altro, ed ha intrecciato le dita con quelle di JJ. Siccome era ridicolo ed un po’ scomodo, tenersi per mano sopra la sua fronte, Jay se l'è portate al petto, e ha stretto le labbra e chiuso gli occhi: «Sai che se c’è qualcosa che non va puoi dirmelo, vero?» ha indagato dopo qualche respiro in silenzio.
«Certo» ha risposto Kiara, questa volta suonando sicura, saldissima e persino un po’ spavalda, come quando sono in spiaggia e gli indica un’onda che si sta gonfiando lungo la linea dell’orizzonte e dice Quella, e lui scuote la testa e replica Non se arrivo prima io, così JJ non ha insistito, e per un po’ è sembrato che si sarebbero addormentati così, tenendosi per mano sopra il suo cuore, il che sarebbe stato dolcissimo e veramente doloroso, ed entrambe le cose per lo stesso motivo.
Poi, però, così piano che se non fosse stato per il fatto che erano arrotolati l’uno attorno all’altra come coralli sul fondale non l’avrebbe sentita, Kie ha detto: «È solo che-- odio questa cicatrice. E allo stesso tempo sono… sono così incredibilmente grata del fatto che esista, perché--»
E questo, be’. A JJ è sempre sembrato strano, che John B insistesse tanto perché rimasse a dormire allo Chateau per settimane, aspettando che i lividi dell’ultima sbronza di suo padre si riassorbissero, e non è mai stato del tutto certo del perché Pope se la prendesse tanto con lui, quando attaccava briga con più kook di quanti ne potesse affrontare senza uscirne male, e non è mai riuscito a comprendere come mai Kiara lo seguisse su ogni scoglio e su ogni onda e su tutti gli alberi della palude, lamentandosi di quanto fosse stupido e sconsiderato e pericoloso, ma arrivando sempre in cima, eppure… eppure, in qualche modo, immagina, è solo – solo quello che fanno i Pogue, quello che sono i Pogue: una famiglia. Ed il fatto che lui sia il membro meno fondamentale non vuol dire che gli altri non si preoccupino per lui, a quanto pare. Ci ha messo così tanto per capirlo, e davvero non è del tutto certo che potrà mai accettarlo. Ma questa – le dita che tremano e la rabbia e l’impotenza e sentirsi il cuore esplodere di riconoscenza per il solo fatto che Kie sia lì, con lui, viva e fantastica (che Pope sia al college, e che Sarah e JB e Cleo stiano bene, a poco più di uno squillo di distanza) – questa è una cosa che può capire. Di più, è una cosa che sente nel profondo del suo stomaco. Così, alla spiegazione stentata di Kiara, ha annuito: «Sì» le ha detto, con un brivido, ed è stato come uno di quei momenti davanti al fuoco, quando si sporge per accenderle la canna che tiene fra le labbra col proprio accendino perché lei ha già le mani occupate dall’ukulele, come quando gli indica un’onda all’orizzonte e lui scuote la testa, ma entrambi le nuotano comunque incontro. Uno di quei momenti incredibili, senza logica, in cui sembrano condividere una corsia preferenziale l’uno per i pensieri dell’altra, e riescono a capirsi senza bisogno di nessuna parola. «Sì» ha ripetuto «Lo so. Anch’io.»
E Kiara non ha detto altro, non ha sciolto la presa sulla sua mano – si è sporta per baciargli la tempia e si sono addormentati così, con le dita intrecciate contro il cuore di JJ, e la sua testa pesante contro lo stomaco di Kie.


Non dice a Pope quanto dolce e doloroso e terribile meraviglioso e terrificante sia stato – come rendersi conto di essere a largo e non capire da che parte sia la riva. E scoprire che in realtà non gli importa affatto.

 


Non gli dice A volte mi sembra di soffocare. Kie dice che è tipo… tipo stress-post-traumatico? Il che è-- ridicolo, va bene? Quale stress? Voglio dire, quale stress più del normale essere un Pogue? Ma Kie dice che ora il mio cervello è, non lo so, come se avesse capito che adesso che è finita può rilassarsi e, ah, non riesce più ad assorbire neanche i piccoli disagi della vita di tutti i giorni..? Ridicolo. Non lo dice, ma so che pensa che sia perché ora che mio padre è… dovunque cazzo sia, e che io non sono più dove lui crede che sia, io stia finalmente cominciando a sublimare i miei traumi – lo so perché non lo dice a me, ma quanto pare lo ha detto a Sarah. Sarah. Prima di tutto, se c’è una persona ad avere il diritto di essere completamente fuori di testa, con tutta la merda che ha passato, quella è Sarah, non io. Sì, lo so, non devo confrontare il dolore, eccetera. Ma andiamo. E poi… perché cazzo Kie parla di me al telefono con Sarah, comunque? Non dovrebbe essere, tipo, stufa? Mi ha fra le palle tutto il giorno e per la mezz’ora che passa a chiamare la sua migliore amica parlano di me? 
Comunque, anche se è vero che-- che non sono mai stato tanto bene fin vita mia e allo stesso tempo non, ah, non ho mai avuto tanti attacchi di panico per stronzate assolute e senza senso – il che è, amico, così fottuto, perché, insomma: come posso essere così felice e così spaventato? Insieme? Dicevo, anche se è vero, spero tanto che Kie abbia torto sulla faccenda del sublimare i propri traumi perché c’è solo tanto spazio così, nella testa di una persona, per la merda, e vorrei davvero non dover spendere tutta la mia fetta di oro per andare in terapia, ma.
Tipo. Mi sa tanto che. Non è l’idea peggiore del mondo? Voglio dire, quando torneremo?


Non gli dice Saresti fiero di me.

 


Non gli dice Sono innamorato di Kie da tutta la vita, così come non gli ha mai detto: Ti ricordi quella volta a dieci anni quando io e John B abbiamo saltato scuola e non vi abbiamo detto niente perché eravate già due secchioni rompipalle e voi credevate che avessimo tipo la scarlattina e siete venuti allo Chateau e ci avete trovati ubriachi perché il padre di JB aveva lasciato una birra alla nostra portata e-- una birra, Pope. Quant’eravamo piccoli? E, sì, tu ci hai lasciato i compiti e te ne sei andato perché… credo fossi un po’ incazzato per essere stato escluso? Ma ti giuro che io e Bree eravamo in totale buona fede e comunque tuo padre voleva che aiutassi tua madre a fare qualcosa nel negozio, che immagino fosse un codice per dire che avresti studiato tutto il giorno nel retro? Be’, comunque. Kie è rimasta. Ed era… così incazzata, ti giuro. Ma lo è stata per tipo… i primi tre minuti? E poi ha cominciato a prenderci in giro, su quanto fossimo ridicoli, e dovevamo esserlo davvero, e ad un certo punto JB è corso in bagno per vomitare e io, non lo so, ero ubriaco e lei era Kie e-- non era neanche… neanche la più carina della classe, no? Voglio dire, oggettivamente parlando. Aveva l’apparecchio e non-- non lo so. Sembrava sempre a disagio, come se volesse grattarsi via la pelle. Che strana età. A John B piaceva Rebeka Hamilton, in quel periodo. Credo che tu avessi una cotta per… Deborah Wilson? E io. Avevo i crampi allo stomaco, ma non volevo ammettere che stavo per vomitare perché Kie aveva quello sguardo da… da Siete patetici e non so perché sto qui a sopportare la vostra merda, ma divertito, no? Affettuoso, anche. Dolcissimo. Lo sai come. Ce lo ha sempre, con me, con noi. E, uhm. Potrei averle chiesto di sposarmi.
Voglio dire. Non che io voglia sposarla veramente. O che lo volessi allora. Non credo che avessi neanche del tutto chiaro-- e sicuramente non voglio sposarla ora, perché è Kie ed è-- sarebbe ridicolo, in ogni caso, e nessuno dei due crede nell’istituzione del matrimonio. Voglio dire, guarda i miei. Guarda che mostro alla Gone Girl è la coppia dei suoi. Non siamo cresciuti… come te, con i tuoi genitori che sono così schifosamente innamorati e felici, e io non sono JB, non credo che la vita sia una favola e Kiara non è una principessa e…. Ma credo che a dieci anni chiederle di sposarmi fosse un po’ come dirle che la trovavo la più carina della classe, nonostante l’apparecchio e quei vestitini osceni che le comprava sua madre, tutti fiori e pizzi, assolutamente non da Kie. Che non mi importava di Rebe e Debbie, tipo per niente, anche se poi ho finito per baciare Rebekah al gioco della bottiglia, tipo quattro giorni dopo, quindi, uhm. Non il massimo della coerenza, ma. Così. E. Riconosco che. Non sia stata una gran mossa, ma. Ma la faccia che ha fatto, Pope, come se avesse ingoiato un limone marcio. E la risata che ha sbuffato, tipo, ah, non so. Tipo, strozzata, okay? Falsissima. Così, io le dico Kie, voglio sposarti, e lei fa una smorfia e ride e scuote la testa ed Abbiamo dieci anni, Maybank, dice, il che è. Ah. Sì. E non voglio sposarti. Sposerei John B, piuttosto che sposare te. Che schifo. Smettila.
E a quel punto John B torna, verde in faccia, e ci chiede cosa si è perso e lei dice Niente, JJ fa lo stronzo e mi prende in giro. E JB mi tira un calcetto e. 
E io schizzo in bagno a vomitare, perché, dai.
Quindi, sì. Non credo di avertelo mai raccontato. E non credo neanche che Kie se lo ricordi, ma.
Ogni volta che penso, sai – ogni volta che penso che forse il modo in cui mi guarda Kie certe volte… lo sguardo che ha ogni tanto, quando mi volto e lei distoglie gli occhi e si morde un labbro e poi alza le spalle e dice qualcosa a caso sul clima o-- sì, ogni tanto mi dico che non sono solo io, ma poi. Penso a quando avevamo dieci anni. E, sì, sai. È decisamente una porta chiusa, quella.
Non ho intenzione di ripetere l’esperienza.

 


Non gli dice Ad un certo punto si è staccata da me abbastanza tempo da dire che era un’idea davvero stupida e che forse avremmo dovuto fermarci e parlarne e io le ho risposto che le idee stupide danno i migliori risoltati, ma-- Pope, non gli dice, A metà strada fra Gulfport e Long Beach potrei aver fatto la peggiore cazzata della mia vita, perché la amo da quando ho memoria e non posso perderla e non posso perdere te e siete tutto ciò che ho, per favore, non odiarmi, per favore, fa che lei non mi odi.


Quindi, immagina, Pope – che è una persona razionale e lo conosce abbastanza da sapere che controllare i suoi impulsi è l’ultima delle cose che è in grado di fare – probabilmente prende atto del fatto che JJ è solo JJ, cioè veramente uno schifo nel ragionare sulle conseguenze, e – spera – arriverà da solo alla conclusione che a metà strada fra Gulfport e Long Beach abbia pensato qualcosa del tipo Ah, Kiara Carrera. È sexy, ed è qui, ed è la mia migliore amica, cosa potrebbe mia andare storto? E l’ha baciata.
È un bene che non possa leggergli nel pensiero perché altrimenti sarebbe un problema nascondergli quanto bravo sia stato per quasi quindici anni, in realtà, a soffocare i propri impulsi.
È un bene perché così può decidere di pensare che sì, JJ è solo uno stronzo egoista, ma che ha anche solo un problema a controllarsi, che non ha pensato, che non lo avrebbe fatto se gli fosse venuto in mente che lui e Kie potessero essere ancora una mezza cosa, in qualche modo – non che ha passato mesi e mesi e mesi a mordersi la lingua per impedirsi di sbottare Perché, Pope? Perché proprio Kie, fra tutte le ragazze dell’isola? Perché proprio la stessa ragazza di cui sono innamorato da prima ancora di rendermi conto di cosa significasse?
Così, dice Fra Gulfport e Long Beach, e Pope sospira, dall’altro capo del telefono, e probabilmente si stringe il setto nasale fra pollice ed indice, scuotendo affettuosamente il capo. E decisamente non dovrà mai sapere quanta merda Jay abbia ingoiato negli anni per riuscire ad arrivare fin qui integro e mandare tutto a ‘fanculo per un singolo momento di mancanza di autocontrollo. E non dovrà sentirsi in colpa per qualcosa di stupido ed impossibile da controllare come essere stato innamorato di Kie, ad un certo punto, e di essere stato ricambiato spezzandogli il cuore.
Come diceva, la miglior bugia è un dettaglio falso in un mare di dettagli veri.)

 

 

 

 


Pope, sbadigliando incoerenti cazzate sulle lezioni di domani-oggi-fra meno di tre ore, cazzo, gli dà quella che si suppone essere la sua benedizione diagnosticandogli una cherofobia fulminante, di qualunque stronzata si tratti, proibendogli di fumare per almeno una settimana e intimandogli di tornare da Kie e di essere felice, per l’amor del cielo, Maybank. Dio mio, perché devi sempre rendere tutto così folle. Ed altri improperi che se ripetuti di fronte al signor e alla signora Heyward gli farebbero certamente guadagnare un mese di punizione. Così, sentendosi ancora viscido di sudore freddo, ma riuscendo a respirare molto meglio, JJ arranca per il ciglio della strada fino a tornare al Twinkie e poi si arrampica sul tetto, dove hanno trascinato il materassino per vedere le stelle. John B sarebbe super-fiero di loro, perché non esiste qualcosa di più romantico, che fare l’amore sotto un cielo stellato, ma la verità è che non hanno programmato alcunché – la verità è che passano la metà delle loro notti intrecciati l’una all’altro ad inventare costellazioni dalle storie sempre più stupide dai tempi di Poguelandia e adesso è solo un’abitudine come un’altra. Non è niente di così stucchevole come lo renderebbe JB se fosse lui ad analizzare la faccenda, davvero. È solo… una cosa. In realtà, hanno fatto sesso decisamente prima di decidere di passare la notte sul tetto del Twinkie. Sul retro del Twinklie, sul materasso che convincono due notti su tre, ancora mezzi vestiti. E poi anche sul tetto del Twinkie, sì, d’accordo, ma tanto ormai il danno era fatto, no? E poi si sono addormentati così, nudi e sudati e soddisfatti, a mala pena coperti dal telo da spiaggia che usano per proteggere il materasso dalla sabbia durante il giorno, e la pelle di Kiara, illuminata solo dalla luna e dalle stelle, sembrava velluto.
E poi, be’. Forse Pope ha ragione e JJ ha qualche problema a lasciarsi essere felice per più di tre secondi e mezzo senza sentire qualcosa come duecentomila campanelli d’allarme risuonargli contro i timpani.
Quando le si avvicina, Kie apre un occhio, e poi lo richiude, e soffoca uno sbadiglio: «Sei andato a vantarti con JB?» si informa, con un tono che se non la conoscesse come la consce prenderebbe per canzonatorio, ma che in realtà nasconde non troppo bene un’angoscia che JJ non è sicuro di capire fino in fondo, ma che in qualche modo lontanamente comprende.
JJ potrebbe mentire, potrebbe farsi dare dello stronzo ed andare avanti con la sua vita, ma al momento è un po’ oltre, questo genere di sforzo mentale: «Ho… non-- avevo bisogno di parlare con Pope.»
E la voce deve uscirgli più piccola e strozzata di quello che credeva perché Kie apre entrambi gli occhi e lo fissa per un lungo istante, prima di allungare una mano per accarezzargli i capelli: «Tutto bene?» domanda. E siccome è notte, ed è così stanco, e guarda dove l’ha portato negare i suoi sentimenti, JJ risponde: «Ho-- meglio, ora, credo.»
Kiara sorride, piccola, stanca, ma affettuosa: «Bene» mormora. Poi, però, le si scava una rughetta in mezzo alle sopracciglia e si stropiccia il viso come per svegliarsi: «È, uhm» borbotta, sbadigliando. «È stata una serata così spiacevole?»
E ovviamente Kiara deve trarre conclusioni così ridicolmente sbagliate, perché – ah, perché lei è Kie e lui è JJ e quando mai le cose possono andare lisce? Ma poi la voce di Pope nella sua testa sbotta qualcosa come Maybank, per l’amor del cielo, metti insieme la tua merda ed è-- quasi certamente non quello che direbbe Pope in una situazione del genere, forse più quello che direbbe Cleo, ma, in qualche modo, funziona comunque, perché invece di uscirsene con una risata amara e mandare tutto a puttane – restiamo amici, non c’è bisogno che cambi nulla, non parliamone mai più – JJ fa questa cosa assolutamente innovativa di… lasciarsi pensare davvero, prima di rispondere.
«No» dice alla fine, dopo un silenzio imbarazzantemente lungo che ha chiaramente mandato fuori di testa Kiara, perché ora è seduta e lo sta fissando, i capelli sparati in ogni direzione e la guancia tutta stropicciata dal sonno – Dio, davvero adorabile – e gli occhi sgranati come caravelle portoghesi spiaccicate contro uno scoglio. «No, davvero. È stato-- grandioso. È solo che tu e Pope…» deglutisce.
Kie sbatte le palpebre una, due, tre volte, e dev’essere indicativo di quanto bene lo conosca, il fatto che non esploda in una tirata femminista su come lei non appartenga a nessuno e di come il suo corpo sia di sua esclusiva proprietà, il che sarebbe… molto vero, ovviamente, ma anche molto lontano dal problema effettivo di JJ. La guarda annuire a scatti e poi tornare a coricarsi, fissando il cielo stellato sopra di lei, rifiutandosi categoricamente di incrociare i suoi occhi. Dopo un po’, JJ le si corica accanto con un sospiro. Immagina che sia il massimo che possa pretendere dalla vita. Ha dovuto fare questa stronzata di ammettere i propri sentimenti per Kie – tipo, condividerli con la classe con serietà e non come fossero uno scherzo ormai ben consolidato fra loro – ed è andata bene per un totale di cinque ore, e adesso ne pagherà il prezzo in silenzi gravidi di imbarazzo per i prossimi dieci anni. Se non che, Kie è Kie e lui non è mai stato esattamente il primo della scuola, quindi potrebbe anche sbagliarsi, perché dopo quelli che potrebbero essere secondi come minuti come ore Kie domanda: «E Pope cosa dice?»
E forse – solo forse – condivide con lui lo stesso orribile tarlo nello stomaco, lo stesso terrore soverchiante di aver fatto qualcosa che potrebbe anche solo lontanamente ferire i sentimenti di una delle persone che amano di più al mondo. E JJ a volte dimentica che non è solo lui, a considerare i Pogue la sua unica vera famiglia, che Kie e i suoi genitori non si parlano da quasi due anni, che Cleo è sola al mondo, che JB ha perso ogni cosa, che Sarah ha pianto fra le sue braccia fino ad addormentarsi, sussurrandogli con voce grumosa dal dolore, Sei il miglior fratello che avrei mai potuto desiderare, perché Rafe non può essere la metà di quello che sei tu? Perché mio padre deve fare così schifo?, che Pope si prenderebbe una pallottola per ognuno di loro, che ha rischiato di rinunciare a tutti i suoi sogni, per l’illusione condivisa di un tesoro da scovare. Si schiarisce la voce, un po’ stordito, e si costringe a guardare le stelle e non lei: «È… contento per noi. Credo? Cioè, sicuramente. Più-- rilassato di quanto immaginassi, a riguardo.»
«Sì?» bisbiglia Kie così piano che quasi fatica a sentirla. «Bene. Bene, perché, Jay-- io non…» inciampa nel suo stesso respiro ed adesso si stanno guardando, al diavolo le stelle, c’è Kiara Carrera a meno di un respiro da lui, e cova nel suo sguardo la sua stessa gioia, le sue stesse ansie. Quando le loro dita si incontrano, non è del tutto sicuro di chi dei due abbia allungato la mano verso l’altro, ma non importa davvero: gliele stringe, e lei ricambia la stretta e forse non dovranno fare altro per tutto il resto della loro vita, per capirsi. Come quando individuano la stessa onda da cavalcare esattamente nello stesso momento, o quando siedono l’una accanto all’altro di fronte ad un falò. «Lo so» mormora. «Lo so. Anch’io.»
Ed è Anch’io preferirei vivere col cuore spezzato piuttosto che spezzarlo a Pope, ed è Anch’io credo di non poter più respirare in altro modo, ora che so come si fa attraverso i tuoi baci, ed è Anch’io ti amo, ed è Anch’io ho paura di perderti, di perdere quello che abbiamo, di perdere la mia famiglia, di aver sbagliato tutto, perché questo è il più terrificante salto nel vuoto della mia fottuta esistenza e--
E poi Kiara lo sta baciando, e, onestamente, che bisogno c’è di fare nient’altro, nella vita, davvero.
Si stacca comunque per prendere fiato, ad un certo punto, e non sa a che livello stia scherzando e a che livello no, quando le accarezza un’anca e le mormora contro il collo: «Mi dispiace che la tua giornata sia stata una tale merda, comunque. Sai, con il tizio dell’acquario e tutto il resto. Povere tartarughe.»
Kiara ride, una vibrazione che lo scuote come una corrente direttamente da dietro lo stomaco, ed è esattamente come decine d’altre volte in cui sono stati incollati insieme dal caldo e dalla salsedine, sulla spiaggia, a ridere di stronzate con gli altri, ma circa ottocento volte meglio: «Sì, be’. In pomeriggio è migliorata un pochino, sai.»
«Oh, sì?» sbuffa anche lui una risata, baciandole piano la pelle tesa del ventre. «Solo un pochino? Mi si spezza il cuore, Carrera, questo è il genere di giudizio che può davvero ferire l’ego di un uomo, sai?»
E Kie alza gli occhi al cielo e sorride, e lo guarda da sopra a sotto, e: «Ho passato dieci anni della mia vita a sentirti vantare di cosa puoi fare con la lingua, Maybank, ma tutto ciò che posso dire al momento è che non hai del tutto esagerato sulle dimensioni del tuo-- ego» replica felicemente, facilmente, tutta allegra e sfacciata ed assolutamente… assolutamente Kiara, in ogni fibra del suo essere. È un po’ un sollievo, ad essere onesti, perché, a JJ, Kie piace esattamente così com’è, e sarebbe stato davvero  tutto una merda se avesse cominciato ad essere strana e rigida e silenziosa com’era quando lei e Pope si giravano attorno. «Ah» bisbiglia allora, senza fiato per la felicità e per l’eccitazione e per l’assoluta, brillante gratitudine, mordendole un lembo di pelle appena sotto l’ombelico per il solo gusto di guardarla contorcersi. «La prendo per una sfida, Carrera.»
«È quello che è» risponde lei, con lo stesso esatto luccichio negli occhi di quando puntano la stessa onda e si tratta solo di capire chi dei due sarà più veloce a raggiungerla.
È quello che è. È persino meglio di quello che credeva sarebbe potuto essere se solo si fosse lasciato sperare, se JJ dovesse essere del tutto onesto con sé stesso. Cosa che, al momento, per una volta nella vita, è totalmente disposto ad essere.

 

 

 


La mattina seguente, dopo quella che potrebbe ammettere, se messa alle strette e assolutamente contro voglia, essere stata la migliore notta della sua esistenza; dopo che JJ l’ha svegliata succhiandole un livido sul collo, borbottando che aveva fame, tipo ora, dai, Carrera, non essere pigra, si è alzato il vento, stanotte, com’è possibile che tu non te ne sia accorta, il mare è perfetto, andiamo, perché JJ Maybank è la singola persona più iperattiva che conosca, persino più di JB, ed è francamente un po’ adorabile, tutto sommato, tutto allegro ed eccitato come un marmocchio davanti al primo gelato della stagione, mentre la fa rotolare via dal materasso per poterlo lanciare nel retro del Twinkie senza nessun riguardo per l’ordine, cazzo, Jay, questo van è peggio dello Chateau, com’è possibile avere tanto casino in sei metri per tre; dopo che l’ha convinta a guidare fino alla spiaggia più vicina solo insinuando che forse non nel aveva la forza perché poteva darsi che fosse sfinita per qualcosa che è successo stanotte, Kie?, perché è un deficiente e lei è… non molto meglio di lui, per quanto riguarda questo genere di interazioni, a dire il vero; dopo aver cavalcato alcune delle migliori onde della stagione, perché Jay è tante cose, ma soprattutto una specie di veggente per quanto riguarda le correnti e i venti marini; dopo che sono crollati prenda di un attacco di risa sulla spiaggia che cominciava appena a popolarsi, il sole brillante nel cielo, riflesso nel mare, e riflesso nello sguardo di JJ irrimediabilmente calamitato dalle sue labbra; dopo averlo preso in giro a riguardo, solo per avere una scusa per restituire il favore di quella mattina e mordergli il più grandioso succhiotto della sua carriera appena sotto la giugulare, sull’osso sporgente della clavicola; dopo essere arrancati spalla contro spalla fino al bar più vicino ed aver ordinato più caffè e waffle e pancake del consigliabile – solo dopo tutte queste cose, Kiara accenderà il telefono. Scorrerà le notifiche che si sono accumulate nella notte – per lo più aggiornamenti di canali YouTube di attivisti che segue e foto di surfisti e posizioni di yoga sul suo feed di Instagram, sua cugina dal Canada che le scrive su Facebook ed un paio di messaggi sgrammaticati da parte di Cleo, JB e Sarah, che a quanto pare hanno deciso di ubriacarsi e dimostrare la loro mancanza di sobrietà sulla chat Whatsapp che hanno in comune ed un cuore rosso e pulsante di sottotesti affettuosi da parte di Pope, in quella privata. Allora, alzerà lo sguardo verso JJ e la sorprenderà scoprirlo a sorriderle tranquillamente, col viso inclinato e le guance gonfie di cibo, con un’espressione che in realtà ha piuttosto spesso, quando la guarda, da… quando ha memoria, davvero.
«Cosa?» borbotterà lui, scambiando la sua risata sorpresa per una presa in giro invece che semplicemente per gioia e sconcerto e una stretta al cuore per la realizzazione, per l’affetto soverchiante che la travolge anche solo guardandolo.
«Niente» risponderà lei, allora. Si sporgerà oltre il tavolo per baciargli via la panna e lo sciroppo d’acero dalle labbra e poi si alzerà: «Vado a chiamare Sarah» dirà.
E JJ, perché è JJ, scuoterà la testa e nasconderà il suo sorriso dietro la tazza: «Ti odierà, perché è chiaramente in post-sbronza» le assicurerà, con la semplicità delle cose certe. «E tu lo sai.»
E lei annuirà, alzando un angolo solo della bocca: «Lo so» replicherà. «Ma non mi importa, perché devo vantarmi con lei di essere finalmente riuscita ad entrare nelle mutante di JJ Maybank, sai, non so se lo hai presente, biondino, rompipalle, il secondo miglior surfista delle Outer Banks. Dopo di me, s'intende.»
E: «Sei una sbruffona ed una pessima amica!» le urlerà dietro JJ, lanciandole contro il cappellino che porta sempre in testa, ma la sua risata l’accompagnerà fino a fuori dal locale semi-deserto, fin sulla spiaggia, sostituita solo dallo sciabordio dello onde, e dal segnale acustico della telefonata appena inoltrata.
Così, Kie raccoglierà il cappello, se lo calerà sui capelli ancora umidi con la visiera dietro la nuca, alla maniera di Jay, gli farà una smorfia dalla finestra del bar solo per ricevere un dito medio ed un sorriso affettuoso in cambio, ed aspetterà che la voce ghiaiosa di una Sarah in palese post-sbornia soffi, nel microfono: «È meglio che tu abbia una buona ragione per chiamare a quest’ora, Kiara Carrera» per arricciare il naso e ridere.
«Credo proprio di averla, Sarah Cameron.»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(Also, ho scritto questa fic principalmente alle quattro di notte, che è la ragione per cui JJ ha un attacco di panico in questo determinato orario e non un po’ prima o un po’ dopo. Ed è anche probabilmente la ragione primaria, ma non l’unica, per cui risulta così sconnessa. Ne vado comunque piuttosto fiera, tutto sommato, considerato la roba che sto scrivendo in questo periodo e scegliendo di non pubblicare per non rendermi eccessivamente ridicola. È anche un po’ un esperimento di cambio POV perché c’è stato un tempo in cui scrivere fic multi!pov era l’unica cosa che ero in grado di fare, ma adesso a quanto pare ne ho perso la capacità — e il fatto che, nonostante ci sia un paragrafo scritto fondamentalmente in una specie di prima persona, non mi faccia del tutto schifo è davvero una gran cosa, per me. Spero che l’IC sia mantenuto, in particolare in suddetto paragrafo in prima persona perché cercare di immaginare come avrebbe parlato un JJ Maybank selvatico in preda al panico è stato un po’ un inferno. E spero vi piaccia leggerla almeno la metà di quanto è stato divertente/frustrante per me scriverla. Ci tengo comunque a precisare che più della metà delle opinioni qui scritte sono dei personaggi, e non mie, perché, tanto per dire A, non mi sognerei mai di rompere le palle a qualcuno che fuma erba quanto fa Pope sia qua che nella serie, perché, dai, ridicolo davvero, e B, le guardie degli acquari non sono dei demoni, e più in generale le forze dell’ordine… vabbè, JJ è di parte, mi parte ovvio. E comunque l’unico acquario in cui io sia mai stata è quello di Genova, almeno quindici anni fa, e il mio ricordo è molto poco chiaro se non che c’ERA LO SCHELETRO DI UNA BALENA FICHISSSSIMOOOOO in generale ero una bambina piuttosto entusiasta dell’esperienza. Immagino altresì che moralmente sia complicata, la questione degli acquari, almeno quanto quella degli zoo, e, ehm, non so se sarei altrettanto a mio agio ad andarci adesso, con la consapevolezza di ciò che la visione antropocentrica che l’uomo ha del mondo sta facendo al nostro pianeta… sì, Kie è il mio animale guida, viva le tartarughe marine, totem di saggezza e bellezza, abbasso qualunque forma di sfruttamento, sociale e non, ETC.
Plus: niente, nelle coordinate geografiche che ho inserito nella fic ha la benché minima accuratezza – a Gulfpor, incidentalmente, si trova davvero un acquario (che non ho mai visitato, ma che credo sia a norma, nella realtà, non sono qui per calunniare nessuno, licenze poetiche, bla bla). E immagino che a questo punto che nella mia testa Pope vada al college tipo nel Tennesse, per qualche ragione..? Btw, tutte le mie conoscenze a proposito delle aree geografiche qua citate si fermano a questo, dico davvero. E, sì, sono una persona orribile, ma no, non mi sono presa la briga di controllare la spiaggia più figa per fare surf a Long Beach, né se ci sia lì nei dintorni un baretto in cui rifocillarsi (anche se… voglio dire… lo suppongo?). Immaginatevi una specie di diner oppure quello che preferite, voglio dire, chi sono io per dirvi che fare?
Also 2: credo che questa sia ufficialmente la fanfic più felice e spensierata della mia intera produzione. E, sì, comincia con un attacco di panico, perché, ehm. Sì. But still.
Also 3: please, ignoriamo quello che sembra essere uno schema, e speriamo che io sia capace di scrivere anche di altro, per quel che riguarda OBX, che di attacchi di panico in piena notte..? In fondo, due sono solo una coincidenza, non davvero uno schema. No? Dite che Teen Wolf e Sherlock non sono fonti affidabili su cui basare le proprie convinzioni?
Also 4: sto scrivendo così tanto su OBX, in questo momento, davvero, state collegati perché sono quasi certa che pubblicherò ancora a breve AHAH, come no, a breve, certo almeno un’altra OS o altre dieci, dipende come gira)

 
  
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