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Autore: Strypgia    17/06/2022    1 recensioni
Shinji fa qualcosa di leggermente diverso quando Asuka gli propone di baciarsi... e tutto cambia. Improvvisamente non sono più soli e iniziano a diventare più forti di quanto non fossero mai stati. E dal loro nuovo legame iniziano a scaturire dei cambiamenti. La guerra agli angeli, e i piani della Seele e della Nerv non saranno più gli stessi.
Una nuova puntata ogni venerdì.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Kaworu Nagisa, Rei Ayanami, Shinji Ikari
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.1: Il mattino dopo





Asuka si sentiva al caldo. Comoda. Qualcuno la teneva abbracciata. Poteva sentire il battito regolare di un cuore proprio accanto al suo orecchio. Era piacevole. Non voleva svegliarsi. Era la prima volta, da troppo tempo ormai, che non veniva trascinata fuori dai suoi sonni agitati dal suono di una sveglia. Tuttavia, fu svegliata comunque dall’improvviso aumento di quel battito e poi dall’allontanarsi del calore nel quale si stava accoccolando. Mormorò qualche lamentela assonnata, ma il calore se ne andò comunque. Sentì qualcuno ricoprirla delicatamente con le lenzuola e, a malincuore, si rannicchiò nel punto più caldo del materasso.
 
“Finché mi vorrai, te lo prometto.” disse dolcemente una voce. “Insieme, per sempre.”
 
‘Oh, che cosa carina. Detesto stare da sola. Stanno parlando con me?’ pensò assonnata. Un attimo, Asuka conosceva quella voce. Ma non l’aveva mai sentita così da vicino e così dolce prima di ieri sera… L’occhio non appoggiato alle lenzuola si aprì di scatto. ‘Oh. Oh merda. È successo davvero. Abbiamo…’ Poté vedere la nuca familiare del Third Children che usciva dalla sua stanza. Lontano dal suo letto. Dove avevano passato la notte… insieme.
 
Il leggero colpo della porta della sua stanza che si chiudeva fu come un colpo di pistola. Asuka scattò in piedi, il cuore che le batteva all’impazzata. L’improvviso solleticare dell’aria fresca sulla sua pelle e una rapida occhiata verso il basso le diedero conferma: ieri sera aveva lanciato la maglietta attraverso la stanza per dimostrare al Third che faceva sul serio. Non aveva idea di dove fossero finiti i suoi pantaloncini. Aveva avuto altri pensieri in quel momento. Arrossì di un rosso acceso quanto il suo Evangelion, mentre i ricordi di ciò che avevano fatto dopo quel momento le inondavano la mente che si stava ancora svegliando. Era un bene Misato fosse completamente fuori gioco e che non avessero vicini!
 
Raccolse rapidamente gli abiti per la giornata, prese i trasmettitori neurali A-10 e aprì la porta. Nessuno in vista. L’unica cosa che poté sentire fu il flebile rumore del suo collega pilota che preparava la colazione. Nessuna traccia di Misato. Bene. Via.
 
Uscì dalla porta e si diresse silenziosamente verso la cucina. Sfortunatamente, la disposizione dell’appartamento la costringeva a passare per la sala da pranzo accanto alla cucina per arrivare al bagno. Ma finché Shinji era girato di spalle, poteva riuscire ad arrivarci senza che lui la vedesse. Per il momento non lo avrebbe guardato negli occhi. Il che, in questo momento, sembrava davvero un’ottima idea.



Qualche piccolo passo e poté vederlo. Era di fronte al tavolo, intento a preparare qualcosa per la loro colazione. Una rapida e silenziosa corsa e fu in bagno, con la porta a soffietto che si chiuse di scatto alle sue spalle. Finalmente al sicuro.
 


Il riflesso nello specchio però sosteneva il contrario. La ragazza al suo interno sembrava sul punto di dare di matto. ‘Ok, Sōryū… COSA DIAVOLO È SUCCESSO IERI SERA?’ Aveva… aveva funzionato. Era riuscita finalmente a far capire a quel baka ottuso, ignorante e cieco che stava cercando di farlo reagire ai suoi segnali riguardo al fatto che lei… pensava che fosse carino. Un po’. E aveva funzionato. Lo aveva baciato. Lui l’aveva stretta a sé. Si erano baciati ancora. Era stato davvero bello. Si erano parlati. Connessi. Erano andati a letto insieme. Erano…
 
Si mise una mano sulla bocca per fermare un’improvvisa risata folle. Avevano… fatto tutto ciò che due adolescenti potevano fare senza rischiare una sorpresa nove mesi dopo. E ogni cosa era stata straordinaria e vertiginosa come il primo bacio. ‘Chi avrebbe mai pensato che il Third Children fosse così bravo in… quelle cose?’ si chiese euforica. E soprattutto, lui aveva promesso di esserci anche stasera. E la notte dopo. E quella dopo ancora.
 
‘Ok, Sōryū, smettila di evitare la questione. Certo, perdere punti-purezza è stato divertente e non vedi l’ora di rifarlo, ma non è per questo che ti stai nascondendo in bagno, con la paura di guardarlo negli occhi, vero? Lui… ha detto delle cose ieri sera. Ha fatto una promessa. L’ha appena fatto di nuovo. Quello stupido, goffo e ottuso baka… tu gli vuoi bene. E lui ne vuole a te. Lui capisce cosa si prova. Lui è come te. Tu non sei sola. E vuole stare con te.’ “Il che è dannatamente terrificante…” sussurrò.
 
Poteva ammetterlo ora, in una parte della sua mente un po’ più consapevole. Era piuttosto carino. Era educato e schivo al punto da farla impazzire, ma era anche gentile, delicato e sapeva essere così stupidamente coraggioso quando proteggeva gli altri. ‘Si è tuffato in un vulcano senza pensarci due volte per salvarmi. Nessuno ha mai fatto niente di simile per me.’ Era un pilota di Eva d’élite, come lei, un ‘ottimo partito’, come dicevano alcune ragazze della scuola. A volte mostrava una scintilla di energia e rabbia, quando lei lo provocava, che segretamente la elettrizzava. Il modo in cui lui reagiva, facendo di tutto per essere alla sua altezza, che la faceva impegnare con altrettanta costanza per stare al suo passo. La faceva sentire viva. Era… un bravo ragazzo. Aveva ripetuto la sua promessa questa mattina, quando pensava che lei stesse dormendo. Non diceva quelle cose perché lei lo sentisse. Lo pensava veramente. E ora voleva stare con lei.
 
Tutto quel che potesse desiderare. Peccato che non avesse la benché minima idea di cosa fare ora. ‘Ok, Sōryū, volevi prendere la tigre? L’hai presa. E adesso?‘Non avevo esattamente un piano per la seconda parte! E ora mi sto nascondendo in bagno perché ho paura che appena ci guarderemo diventeremo entrambi più rossi dei miei capelli, Misato lo capirà e mi farà andare a vivere con Wondergirl. Allora Shinji si renderà conto che può avere di meglio che una brutta, inutile, presunta pilota quale sono e si troverà qualcun’altra, perché ogni cosa bella nella mia vita sparisce e nessuno mi vuole e…’
 
“No!” urlò al suo stesso riflesso sullo specchio. “No no no! Me l’ha promesso! Lui mi vuole bene! Mi ha tenuta stretta a sé! Non lascerò che se ne vada!” Tutte le sue preoccupazioni più recondite di non essere all’altezza del Third Children le ribollivano ancora dentro. Aveva avuto bisogno di Shinji per sconfiggere Galghiel e Israfel. Aveva sconfitto Sandalphon da sola… ma Shinji aveva dovuto salvarle la vita. Shinji aveva ucciso Matrael: lei era stata solo uno scudo umano. Aveva dato il colpo di grazia a Sahaquiel… ma solo dopo che Shinji era riuscito a bloccarlo da solo. Per non parlare dei tre angeli che aveva ucciso prima ancora che lei arrivasse. Diamine, la dottoressa Akagi aveva ucciso Iruel! La vecchia in camice da laboratorio aveva ucciso da sola con una tastiera tanti angeli quanti ne aveva uccisi lei con il suo Eva!
 
Asuka reagì. Era un pilota di Eva d’élite! Non aveva nessuna paura in battaglia! Non si sarebbe certo lasciata intimorire ora! Ieri sera aveva avuto paura, paura che Shinji avrebbe mancato di nuovo i suoi segnali, ma questa volta aveva risposto! Ed era stato fantastico! Aveva promesso che non sarebbe finita! Fissò lo specchio finché lo sguardo preoccupato non svanì. Il sorriso che lo sostituì era un po’ fragile, ma sembrava piacevole.
 
“Gli piaccio. Pensa che io sia bellissima. Ora sono qui e farò in modo che ce le metta tutta per starmi al passo contro gli angeli. Lui è come me. Tutto quello che può fare ‘l’invincibile Shinji-sama’, posso farlo anch’io! E dovrà tenermi testa in ogni caso! Non posso perdere!” Si mise i trasmettitori A-10 e iniziò a legare le code dei suoi capelli dietro ai dispositivi neurali prima di impegnarsi con colpi di spazzola che le facessero brillare le chiome.
 
Finalmente soddisfatta del risultato, si ammirò allo specchio. Si pavoneggiò un poco. “Pensa che io sia bella? Oggi lo lascerò a bocca aperta!” Aveva un aspetto fantastico. Si voltò verso la porta del bagno, fece un respiro profondo e la aprì.
 
Uno zombie le si avvenò contro. “Bagnooooo…” mormorò, con le braccia che annaspavano ciecamente davanti a lei, avvicinandosi sempre più…
 
Asuka sbiancò. “AAAAAAA!”
 


Misato chiuse ancora di più gli occhi e si mise le mani sulle orecchie. “AAAgh! Non così forte! E spegni quella luce! Oh, cielo, la mia testa!”
 
Asuka si allontanò a fatica dal Maggiore in preda ai postumi della sbornia e cercò di riportare le pulsazioni a livelli normali. Aveva quasi avuto un infarto! Misato le passò accanto barcollando, continuando a mugugnare. La porta del bagno si chiuse di scatto dietro di lei. Un momento, questo significa che ora si trovava nella sala da pranzo… Il suo sguardo si spostò a sinistra.
 
Eccolo. Stava uscendo dalla cucina con la colazione su un vassoio. Quando lei apparve, lui alzò lo sguardo e gli spuntò un sorriso sulle labbra.
 


Il che significa che venne colto di sorpresa quando il suo alluce andò a sbattere contro la gamba del tavolo dolorosamente. Riuscì ad appoggiare il vassoio sul tavolo senza rovesciare nulla, ma poi cominciò a saltellare in giro lamentandosi per il dolore e tenendosi il piede dolorante.
 
‘Beh, è stato un modo un po’ strano di iniziare la giornata…’ Asuka scosse la testa. Anche se in modo doloroso per Shinji, l’incidente aveva almeno rotto il ghiaccio. Anche il sorriso che aveva iniziato a rivolgerle era stato rassicurante. Aveva un bel sorriso, ed era apparso così, automaticamente, non appena l’aveva vista. Proprio come quello che stava comparendo a lei.



‘Sōryū, è meglio che impari a controllare queste espressioni se ti è piaciuto quello che è accaduto ieri sera. Misato scoprirà che voi due vi volete bene davvero e comincerà a sorvegliarvi come un falco per evitare che succeda qualcosa del genere!’ si ammonì. Strinse i denti. Giusto. Controllo. Dovevano rimanere tranquilli quando c’erano altri nei dintorni.
 
“Shinji?”
 
Shinji alzò gli occhi dal suo piede. Sorrise nervosamente. “C-ciao, Asuka. Voglio dire, buongiorno. Ehm…” Si bloccò, un po’ incerto.
 
“Abbiamo poco tempo per parlare, giusto il tempo necessario a Misato per farsi la doccia e uscire, quindi dovremo fare in fretta. Siediti.”
 
Shinji si sedette di fronte a lei, le mani che si muovevano nervosamente davanti a lui. “Ehm… sì?”
 
“Ti… ti ho sentito stamattina.”
 
Shinji arrossì. “Ehm… io…”
 
“Non… non c’è nulla di cui preoccuparsi, ok? Mi piace che tu lo abbia detto quando pensavi che non potessi sentirlo. So che dicevi sul serio, proprio come… ieri sera.” Lei stessa arrossì un po’. “Sì, ok, anche le altre cose, ma intendo… tutto quello che abbiamo detto. Lo penso veramente. E sono felice che lo pensi anche tu.” Shinji stava ricominciando a sorriderle come prima. Asuka stava per ricambiare, ma si fermò. “E mi piace quando mi sorridi così… ma non possiamo continuare.”
 
Il sorriso di Shinji crollò. “No…” disse, la sua voce era vuota.
 


Asuka si allungò per afferrargli la mano. “Non in quel senso, baka! Stanotte mi terrai ancora stretta a te, Third Children! Me l’hai promesso! Quello che voglio dire è che… non possiamo… essere ‘sorrisi e abbracci’ in questo modo. Non finché c’è Misato nei dintorni.”
 
La presa disperata di Shinji sulla mano di Asuka si allentò. Il colore torno sul suo viso. “Oh, giusto.” Sospirò di sollievo. “Ho… capito. Credo.”
 
“Mi è piaciuta la notte appena trascorsa, Shinji. Mi sono svegliata sentendomi bene. Non mi sveglio mai così. Non voglio smettere. Ma se Misato ci scopre, è la prima cosa che ci farà fare. Se scopre che siamo… che ci vogliamo davvero bene, ci controllerà. Quindi non possiamo permettere che ci scopra, o che lo sospetti. E questo significa che dobbiamo comportarci come prima, giusto?” argomentò Asuka.
 
“Immagino di sì. Anche a scuola?” Shinji guardò le loro mani strette con uno sguardo un po’ triste. “Vorrei che non fossimo obbligati a farlo. Ormai non riesco a guardarti senza sorridere, Asuka.” Alzò timidamente lo sguardo verso di lei. Proprio come aveva detto, iniziò a sorridere. “Però… però siamo soli nel tragitto per andare a scuola, giusto? Potremmo… magari tenerci per mano? Almeno per una parte?”
 


‘Dannazione, Shinji. Smettila di essere così carino.’ Asuka si schiarì la gola. “Ahem! Forse. Se siamo in un posto dove nessuno ci può vedere. Dovremo stare attenti. Non voglio finire a vivere con Wondergirl, capito? Se qualcuno ci vede, negheremo tutto.” Gli strinse le mani ancora una volta prima di ritrarre le sue. Il calore delle sue dita era troppo seducente e sapeva che se si fosse lasciata andare avrebbe continuato a stringerle finché Misato non fosse uscita e li avesse trovati così. “A scuola, però, saremo come sempre. Quindi… quando ti urlo contro perché sei un baka… sappi che non lo penso davvero, ok?”
 


“Lo… lo so.” Shinji annuì. “Va… va bene. Perché so che quando siamo a casa potrò vedere la vera Asuka. Perché so che… tu sei come me.”
 
Un brivido le corse lungo la schiena. ‘La vera me?’ Lo soppresse. ‘Smettila. Non sono inutile. Io sono l’élite, il top. Dovrà correre per starmi al passo.’ Mantenne il viso calmo. Lasciò che la sua mano si allungasse per afferrare di nuovo quella di Shinji. Le sue dita lunghe e delicate si intrecciarono nuovamente con quelle di lei. Asuka poteva quasi sentire la sensazione di rassicurazione scorrere attraverso la loro stretta. “Come me. Ora facciamo colazione e muoviamoci, prima che Miss Sbronza abbia abbastanza tempo per guardarci dritti negli occhi.”

   
 
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