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Autore: Rack12345    17/06/2022    0 recensioni
Terzo capitolo della saga "New Avengers: Together".
Stavolta i nostri eroi di problemi ne avranno davvero tanti: tra amici scomparsi, nemici che minacciano pianeti - per fortuna non la terra per questa volta! -, viaggio tra mondi, viaggio nel tempo. Insomma ne vedremo tante!
Troveremo una Alexis un po' cambiata in seguito a tutto ciò che è successo con sua zia Hermione e con la perdita del bambino. Ma non temete: il suo buon cuore è sempre lì.
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Attenzione! Per qualche capitolo questa storia sarà un cross-over! Potete leggerlo nella descrizione, ma ho una nuova fissa per una serie tv che mi sta obbligando a fare questo cross-over. Sto parlando di Outlander =) Si tratterà di pochi capitoli.
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Rack
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New Avengers: Together
Journey to Asgard and...


Prologo




*        *          *
 



Qualche giorno dopo la fine della lotta contro Hermione Karlatos...


Thor e Jane passeggiavano nei giardini reali, fuori dall'immenso palazzo dorato di Asgard.
Di tanto in tanto, Thor guardava la sua compagna sfiorarsi il pancione.
Jane Foster era incinta di cinque mesi, ormai, e Thor poteva dire di essere l'uomo più felice in tutto l'universo.
Quando Jane aveva scoperto di essere incinta, loro due si erano da poco lasciati, così lei aveva deciso di tenere la cosa per sé, in maniera quasi egoistica, per paura di dover poi rendere conto a qualcuno di quel bambino. Colui che portava in grembo sarebbe stato l'erede al trono di Asgard, per quanto a lei questa cosa non sarebbe mai andata giù.
Thor, però, le era stato molto grato quando si era ricreduta. Era stata lei stessa a contattarlo, nei giorni successivi alla fine della battaglia contro Hermione Karlatos, per comunicargli la cosa, anche se ormai era incinta già da cinque mesi. Jane si era resa conto che non era giusto privare Thor di quella felicità, e che alla fine quel bambino avrebbe avuto il suo sangue. Chissà, forse anche la sua forza. Sarebbe stato un semidio? Come si gestisce un neonato semidio? Aveva concluso che avrebbe senza dubbio avuto bisogno di aiuto.
Thor le aveva proposto di restare ad Asgard almeno fino al parto, poi avrebbe deciso lei cosa fare.
Jane aveva il suo lavoro, le sue ricerche, la sua vita sulla terra. Era stata sicura fin da subito che, una volta dato alla luce il bambino, poi sarebbero tornati insieme sulla terra e Thor avrebbe potuto vederlo ogni volta che avrebbe voluto, così come il bambino sarebbe potuto tornare su Asgard ogni volta che gli sarebbe andato.
Tuttavia,  Jane non aveva tenuto conto del fatto che probabilmente lei non aveva mai smesso di amare il dio del Tuono, e Thor ben presto si accorse della stessa cosa.
Erano tornati insieme quasi subito, e Jane sulla terra quasi non avrebbe voluto tornarci mai più.
Non aveva solo riscoperto l'amore per Thor, ma anche quello per Asgard, luogo dal quale era rimasta estremamente affascinata fin dalla sua prima visita, anni prima.
Ad ogni modo, Thor aveva deciso che non c'era più motivo di rimandare.
Si amavano, Jane portava in grembo suo figlio.
Era giunto il momento.
Si fermò di punto in bianco e Jane fece la stessa cosa. Quando vide il dio del tuono inginocchiarsi, per poco Jane non si strozzò con la stessa aria che stava respirando.


-Sposami, Jane Foster.-

Aveva detto Thor, tirando fuori dalla tasca un anello d'oro con tre pietre: un diamante al centro e due rubini più piccoli ai lati.
Quell'anello era appartenuto a sua madre, Frigga. Jane lo sapeva, e si sentì onorata a riceverlo.

La ragazza si inginocchiò per arrivare all'altezza di Thor ed abbracciarlo con foga.

-Oh mio dio, certo che sì.- disse, trattenendo qualche lacrima di felicità.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*          *         * 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nel presente, quattro mesi dopo...

Thor stringeva suo figlio, nato da pochi giorni, tra le braccia, avvolto in un manto blu notte, per riparare il piccolo Blake dall'aria frizzantina dell'alba.
Si fermò dietro ad una quercia e con la mano libera bloccò anche Jane che camminava a passo svelto dietro di lui. Gli occhi e le orecchie vigili avevano avvertito un movimento nel cielo. Sollevò lo sguardo e si assicurò che l'ennesima di quelle maledette navi spaziali che sorvolavano il cielo di Asgard ormai da qualche settimana passasse senza vederli.
Riprese a camminare, Jane lo seguiva.

Arrivarono ad un cerchio di pietre immerso nel bosco.

-Che razza di luogo è questo?- chiese Jane guardandosi intorno. -Sento uno strano ronzio.-

Thor annuì. -E' normale.-

Il dio del tuono scoprì il volto di suo figlio, che aveva gli occhietti color del cielo in tempesta aperti e calmi. Si scambiarono un lungo sguardo. Thor non sapeva quando l'avrebbe rivisto, anzi, nella peggiore delle ipotesi poteva dire che non sapeva proprio se lo avrebbe rivisto mai.
Con un dito sfiorò il profilo del volto di quel bambino che troppe poche ore aveva tenuto tra le braccia per dovergli già dire addio.
Passò il fagottino a Jane, decidendo di mettere fine alla tortura di dover pensare all'incertezza del futuro della sua famiglia.

-Dovete andare.-

-Non voglio lasciarti. Non vogliamo.- disse Jane con una lacrima che le scendeva solitaria dal volto.

-Lo so, amore mio.- rispose lui. -Ma voi siete gli unici a poter viaggiare senza che nessuno se ne accorga. Devi chiedere aiuto agli Avengers. E sarete più al sicuro, qui io e mio fratello non possiamo fare molto per proteggervi senza rischiare le vite del popolo di Asgard.-

Sospirò, poggiò la fronte quella dell'amata, mentre le accarezzava i capelli e si inebriava del suo profumo per un'ultima volta.

Jane non disse nulla. Sapeva che era ciò che doveva fare, non avrebbe protestato oltre. Aveva semplicemente esternato ciò che pensava.

Thor la accompagnò al centro del cerchio di pietre. Le diede un lungo bacio, poi baciò suo figlio sulla fronte, che continuava a guardare i suoi genitori con occhi svegli e furbi.

-Fate attenzione.- disse, per poi uscire dal cerchio di pietre.

Jane teneva lo sguardo fisso su suo marito.
-Quando vuoi, Heimdall.- sussurrò con voce tremante.

Un fascio di luce avvolse lei e il bambino.

Thor rimase solo per qualche secondo.
Solo lui e il profumo di Jane che gli era rimasto impresso fin nei polmoni.  









 
*        *          *











Intanto sulla Terra...


James Bucky Barnes guardava fuori dalla finestra del suo appartamento a Park Slope.
Era primavera, e i tipici alberi che costeggiavano le vie del quartiere erano ricoperti di fiori, così come lo erano le strade.
Ma lui vedeva alberi spogli e secchi.
Dalle immense finestre entrava un sole splendente che creava all'interno della casa un ambiente più dorato della città da cui veniva Thor.
Ma per lui era tutto grigio.

Bevve l'ultimo sorso di birra rimasto nella bottiglia e la abbandonò sul tavolo. Notò che ce ne erano già altre due vuote lasciate lì.
Strinse le labbra, contrariato. Prese le tre bottiglie le gettò nel cesto della spazzatura.
Non avrebbe mai voluto ridurre la casa che lui e Alexis avevano scelto ad un magazzino.
Neanche ora che Alexis non c'era da un po'.

Il suo telefono vibrò, lo tirò fuori dalla tasca.
Era la notifica di una nuova notizia da un quotidiano online. Lesse solo il titolo, il resto faceva troppo male.

"L'angelo degli innocenti colpisce di nuovo..."

Lasciò il telefono sul tavolo della cucina, sospirò tirando fuori una sedia da sotto il tavolo e ci si buttò di peso.
Puntellò i gomiti sul tavolo e si passò le mani tra i capelli mentre cercava di ricacciare indietro qualche lacrima. Non ci riuscì. Si accasciò con la testa sul tavolo e dopo pochi minuti si addormentò.

Sognò...
  
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