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Autore: Mixxo    19/06/2022    1 recensioni
"Aggrapparsi a un fantasma non è ciò che la riporterà indietro."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Remnants 3 Kaedra apre la botola con una manata, gli odori della foresta le riempiono le narici. Piazza la mano sul terreno, respira affannata.
«...è un’arma.»
Fissa Liliyan, quella chiude gli occhi, sorseggia dalla tazza. Sposta lo sguardo su Ostara che ricambia lo sguardo placida.
«La ragazzina è un’arma.»
«Lo è.» Si limita a ripeterle.
Le mani di Kaedra tremano, si tira su dalla botola e la chiude sbattendola. «Lei non ne è consapevole, giusto?»
Liliyan alza le spalle. «Chiedi cose che non sappiamo, Reggente.»
«Dovete saperlo!» Kaedra si avvicina a passi rapidi, le si ferma di fronte. «Sei l’archivista della Corona, dovresti avere tutte le informazioni riguardanti il passato!»
Liliyan abbassa lo sguardo sulla tazza di caffè, fa oscillare il liquido nerastro. «Il lavoro affidatomi dal vostro predecessore è più lungo di quello che sembra, Reggente. Specie per una persona sola.» Alza lo sguardo. «Non devo catalogare solo gli avvenimenti di questo piccolo mondo, ma anche i fatti di quelli adiacenti. Attualmente i dati riguardanti la Corona sono parecchio arretrati, più o meno a quando siete diventata Reggente.»
Kaedra si morde il labbro, apre la mano, su di essa appare un diario. Lo tende verso Ostara. «Questo l’ho trovato lì sotto, sai dirmi cosa c’è scritto in breve?»
Ostara chiude gli occhi. «Quando tornerò un essere umano, la Corona avrà bisogno ancora di protezione. Spero che possa crescere felice lo stesso... Kaedra sarà con lei, in fondo. Penso la chiamerò Hitomi.»
Kaedra stringe il diario. «...Voleva andarsene? Perché?!»
«Il compito di Aegis è magnifico, dare vita a nuovi mondi e seguirli nel loro sviluppo... Ma penso che ogni creatura vivente debba compiere il suo ciclo vitale nella sua interezza.»
Kaedra deglutisce, scuote la testa. «N-non ha senso...» La mano che tiene il diario trema. Respira a denti stretti, la vista si appanna, serra gli occhi e porge a Ostara il diario. Appena sente la mano leggera si volta e inizia a camminare a passo spedito, le lacrime le scorrono sul viso.
Sente la voce di Liliyan mentre si allontana. «Non era pronta.»

Kaedra si siede sul divano, raccoglie le ginocchia al petto, fissa lo schermo di fronte a sé.
Hitomi sta ancora cercando il tastino segreto all’interno della casetta. Chissà se aveva provato a chiedere a Dina. Un bicchiere di carta pieno di liquido fumante entra nel suo campo visivo. Sposta lo sguardo, Selene si stravacca sul divano accanto a lei. «Ti hanno fatto deragliare un treno?»
Kaedra rimane a fissarla critica. “Ci sta almeno provando a tirarmi su il morale. Dovrei esserle grata.” Lo sguardo torna sullo schermo.
Selene si schiarisce la voce. «La bambina non è chi pensavi.»
Kaedra annuisce.
«E ti senti una merda per aver tentato di sostituire Prim con lei.»
Kaedra nasconde il viso tra le ginocchia. “Ci ha provato a tirarmi su di morale ma ha il tatto di un treno in corsa.”
Selene appoggia il bicchiere sul tavolino di fronte al divano, tira fuori da una tasca un sacchettino, lo apre lentamente. «O meglio ti senti una merda per aver creduto che lei fosse Prim.»
Kaedra piega le labbra in una linea. “Ha fallito miseramente a tirarmi su il morale, e sta mettendo il carico sopra.” Alza la mano ed afferra il bicchiere abbandonato sul tavolo. Lo porta alle labbra. Amaro, fin troppo.
«Questo non è tè.»
«Ma dai.»
Gli occhi di Kaedra tornano sullo schermo a fissare la ragazzina dai capelli candidi intenta a ribaltare la stanza in cerca del pulsante.
«...Pensi di passare il resto della giornata a fare la stalker, o pensi di voler agire effettivamente, così da non sembrare una gattara depressa su un divano?»
Kaedra si gela sul posto, sbatte gli occhi e si volta verso Selene. «Ouch.»
Selene si alza, si afferra un polso e si stiracchia, inarcando la schiena. «Andiamo a vedere la placca della città?»
«A che scopo?»
«Per te non lo so, a me piace ricordarmi i successi che ho avuto.»
Kaedra socchiude gli occhi. «Come mai niente placca per l’orso?»
Vede la calma sparire degli occhi spalancati di Selene. L’Ohi! nervoso che le esce dalla bocca le provoca una risata incontrollata. Batte le mani divertita.
«Non una parola su quell’orso!»

Kaedra si chiede da quanto tempo non percorreva le strade della Corona con effettiva calma. Le casette bianche tutte uguali tra loro non avevano alcun tratto distintivo se non i numeri sequenziali fissati accanto all’entrata delle porte. Ogni quattro abitazioni vi era una statua con le fattezze di Selene, ma con abiti più eleganti di quelli che la ragazza indossava normalmente.
«Come mai non ti vesti più in quel modo?» Domanda Kaedra indicando una delle statue.
«Una gonna così lunga e spalle coperte con questo caldo? Ci sono metodi più efficienti per torturarsi.»
«Ma ti sta tanto bene.»
Selene porta la mano ai capelli e li scuote. «Potrei andare in giro vestita con un costume da pollo e mi donerebbe comunque.»
«Un giorno lo farai davvero.»
Selene deglutì «...Dammi una settimana per farmelo da sola.»
«Una tuta mech non vale.»
«Ricordami perché ti sto aiutando.»
«Perché mi vuoi bene?»
«...No è perché occupavi il divano.»

Kaedra si ferma davanti una casa bianca dagli infissi esterni in legno. I due piani e le dimensioni di ognuno fanno sembrare l’edificio molto più grande delle altre abitazioni. Vicino alla porta, oltre al numero “1” scritto con caratteri lievemente più grandi vi è una placchetta di legno. Ricordava ancora i cerotti che aveva dovuto applicare sulle dita ustionate di Prim, ma la ragazza non aveva ammesso repliche riguardo al come fare la placchetta.
«La pirografia è un’intricata forma di masochismo,» sentenzia Selene.
Kaedra annuisce mentre appoggia la mano sulla scritta.
«Pinguino grasso.» Rilegge. Emette uno sbuffo divertito. Come le era venuto in mente qualcosa di così stupido?
«Continuo a non trovarci un senso.»
Kaedra si volta. «Un pinguino grasso rompe il ghiaccio!»
Selene inarca un sopracciglio.
«Ogni volta che Prim iniziava a creare il suo mondo si fermava sulla sua progettazione,» Kaedra passa la mano sulla scritta, una vena malinconica traspare nella voce. «Passava giorni a fissare fogli con appunti su religioni dei mondi degli altri aegis, le loro mappe, le usanze...»
“Non stava creando qualcosa di suo.”
«...Io le ho detto di cominciare a creare qualcosa. Non le mancava il tempo per correggere più avanti.»
«Ed il pinguino?»
«Era una metafora! Devi iniziare da qualche parte, e cosa si fa quando si inizia a conversare con qualcuno? Si “rompe il ghiaccio”!»
Selene è passata da uno sguardo perplesso ad uno esasperato. Apre e richiude la bocca un paio di volte in cerca di una reazione. «Avete una linea di pensiero tutta vostra voi.»
«Lo leggo come un complimento.» Canticchia Kaedra.
Selene vorrebbe ribattere, ma il ruggito che si estende per tutta la Corona la fa voltare di scatto.
Kaedra aguzza la vista verso il cielo stellato. Spalanca gli occhi. «Quello è un problema con un pessimo tempismo!»
  
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