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Autore: Rinrose13    20/06/2022    1 recensioni
Per anni Morax aveva vissuto la vita in bilico fra il desiderio di lasciarsi alle spalle il passato doloroso e l'impossibilità di lasciare andare il suo popolo. Adesso, mortale e con una nuova identità, vive una vita serena, seppur ancora segnata dai terribili ricordi del tempo che fu.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa, Zhongli
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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A Hisae.
I nostri cammini si sono incrociati per caso, spero sempre che continueremo a camminare vicine, così da poter continuare a sognare insieme❤
PS
Ringrazio tutti quelli che pazientemente mi hanno segnalato orrori e quant'altro, siete preziosi, senza di voi le mie storie sarebbero dei disastri.

-

"Oh no!"
Una voce delicata, dolce e squillante che Zhongli ormai conosceva bene.
L'uomo dagli occhi ambrati camminò verso la fonte di quelle lamentele, vicino ad un campo di fiori gialli poco fuori il porto di Liyue, nei pressi di una bellissima cascata d'acqua cristallina.
"Aoi" la chiamò, facendola voltare.
La giovane se ne stava con le caviglie a mollo, un grande cesto tra le mani.
Una scia di fiori colorati stava lentamente seguendo il corso dell'acqua.
"Ho rovesciato i fiori! HuTao non sarà contenta" disse lei.
Lui sorrise, chinandosi per raccogliere due bellissimi fiori gialli che se ne stavano calmi nella brezza mattutina, sulla riva del fiumiciattolo ai piedi della cascata.
La ragazza uscì dall'acqua, strizzando i lembi del suo vestito bianco, ormai macchiato dalla mattinata trascorsa a contatto con il terreno umido.
Zhongli posò i due solitari boccioli dentro il cesto per poi avvicinarsi alla giovane, per baciarne le labbra imbronciate. Lei arrossì, sciogliendosi nel dolce abbraccio del suo amante. Lui baciò la pelle delicata tra l'incavo del suo collo e la spalla, facendola ridacchiare maliziosamente.
"HuTao non si arrabbierà. Troveremo altri fiori, piuttosto, non dovresti stancarti così tanto" disse lui, ravviandole i lunghi capelli castano ramati, che se ne stavano sparsi e disordinati sulle spalle esili della giovane.
"Non sono stanca, tu piuttosto non dovresti essere a lavoro?" sorrise lei.
Lui la osservò brevemente, beandosi della sua bellezza così delicata.
"In teoria, lo sono" aveva risposto, sorridendo.


Ricordava perfettamente quando, due anni orsono, i loro occhi si erano incrociati per caso nella caotica piazza di Liyue, piena di persone e vita che scorreva lenta attorno a lui, che silenzioso e pieno di segreti camminava tra loro, celandosi dietro un'identità che pareva stargli stretta, soprattutto quando i ricordi minacciavano di soffocarlo.
Anche allora, lei aveva rovesciato un cesto colmo di fiori. Alcune persone si erano offerte di aiutarla, mentre altre avevano semplicemente sorriso, camminandole accanto.
Zhongli si era avvicinato per prestarle assistenza, mentre lei continuava a ripetere che andava tutto bene, che non c'era bisogno di perdere tempo ad aiutarla.
Era la prima volta dopo tanti anni che qualcuno suscitava in lui una curiosità tale da distrarlo dalle sue consuete attività quotidiane.

La stessa curiosità l'aveva scatenata Lumine, la sua carissima amica che ancora ora viaggiava per il mondo, alla ricerca del suo gemello perduto.

"Mi dispiace, si è sporcato i vestiti" disse lei, rimuovendo la polvere dagli scuri pantaloni dell'uomo.

Un contatto.
Lei non si sentiva intimorita?

Lui sorrise bonario, alzandosi lentamente e aiutando la giovane a fare altrettanto.
I suoi vestiti non erano tipici di quella zona "Non provieni da Liyue, vero?" chiese lui. Lei sollevò lo sguardo per osservarlo meglio. Arrossì, distogliendo immediatamente gli occhi "No. Vengo da Mondstadt. Ho portato....un po' di denti di leone ed alcuni semi, di fiori delle mie zone. Stavo cercando...la Wangsheng Funeral Parlor" disse.
"Una splendida coincidenza, il nostro incontro. Si da il caso che io sia il loro consulente. Il mio nome è Zhongli, spero di poterti aiutare al meglio."
Aveva parlato piano, posandosi una mano sul petto e chinando la testa in segno di rispetto.
Lei aveva sorriso in risposta, spostandosi un ciuffo ribelle dalla pelle diafana del viso.
"Lieta di fare la sua conoscenza, sono qui per firmare il contratto con il direttore, per la fornitura di fiori e decorazioni per...le cerimonie."
"Oh, i contratti sono la mia specialità. Credo che sia importante rispettarne le regole scritte e quelle non scritte, per la loro perfetta riuscita." disse l'uomo. Lei lo fissò, sbattendo gli occhi per diverse volte, probabilmente confusa dalle sue parole.
Ma Zhongli non aveva aggiunto altro.

Zhongli l'aveva scortata fino agli uffici. HuTao si era mostrata subito entusiasta e aveva accolto con felicità quella giovane ragazza che aveva una grandissima conoscenza di fiori e piante di ogni sorta.
"Oh...mi sono appena accorta di non essermi presentata, mi chiamo Aoi" disse la giovane rivolta a Zhongli, al termine dell'incontro con la giovane direttrice.
"Aoi, è sempre un piacere incontrare nuove persone, soprattutto quando hanno una storia interessante da condividere con me."
Lei aveva aperto la bocca per replicare, ma nulla era uscito da quelle labbra rosee e delicate. Solo un espressione incuriosita, in quegli occhi così limpidi.
Aoi portava fiori e bellissime decorazioni ogni giorno. Fiori freschi, ancora bagnati dalla rugiada. Colti con delicatezza dalle mani di qualcuno che non aveva mai fatto male a nessuno. I fiori non venivano strappati, ma recisi in maniera quasi commovente. Usati per accompagnare chi aveva abbandonato quel mondo così caotico, che per seimila anni Zhongli aveva osservato e regnato, insieme alle altre divinità.
Aoi era una creatura fragile, curiosa. Zhongli stava lentamente scoprendo i suoi segreti, la sua bellezza così sorprendentemente intensa.
Era cresciuta con i suoi nonni, che alla morte dei suoi genitori erano diventati il suo punto di riferimento. Era rimasta sola e aveva deciso di viaggiare per vendere i suoi bellissimi fiori, che Zhongli aveva scoperto venivano coltivati dalle sue esili mani. Quando HuTao le richiedeva qualche fiore più particolare, la giovane prendeva il suo bel cesto intrecciato e si avventurava nella natura, alla ricerca di quei boccioli freschi e colorati che crescevano nei dintorni del porto.
A volte, Zhongli l'accompagnava, raccontandole storie del passato che lei assorbiva con curiosità.
Un giorno in particolare, si erano fermati nei pressi di una statua, una statua dedicata a Rex Lapis.
Il suo passato, che ormai sembrava distante un'eternità.

Lei aveva sollevato il viso verso quella pietra, osservandone i contorni erosi dal tempo e accarezzandone la ruvidezza con le mani.
"Lui è Rex Lapis?"
"Sì. Morax, il dio dei contratti. Ha tanti nomi. Ha una storia millenaria, una storia complicata. Molti valorosi guerrieri hanno perso la loro vita, per difendere i più deboli, per servirlo. Molte persone hanno dovuto lasciare indietro gli affetti più cari. Ma sai, l'acqua può cambiare il suo percorso. Le montagne rimangono sempre qui, imponenti e silenziose. La storia delle sue gesta, come quelle degli altri potenti dei rimarrà per sempre impressa sulla carta, e verrà tramandata ai posteri. La guerra non va dimenticata, ma ricordata. Il sangue innocente versato deve essere un monito per coloro che verranno. Sembra affascinante, ma la sua è stata una vita di solitudine e sacrifici."
Lei lo aveva guardato ed improvvisamente i suoi occhi si erano riempiti di lacrime.
"Perché piangi?" le aveva chiesto. Lei aveva scosso la testa e aveva preso la sua mano senza parlare. L'aveva stretta tra le sue e aveva ripreso la sua marcia, senza guardarsi indietro. Era stata la prima volta che si era avvicinata così tanto, aveva abbattuto quel muro di severità che lo circondava.
In quel esatto momento aveva ripensato a quando, più di tremila anni prima, aveva stretto tra le braccia Guizhong, osservandola mentre, morente e inconsapevole, portava via con sé l'ultima briciola di vita che brillava nell'anima di Zhongli, ormai corrotta dalla guerra e dal sangue di coloro a cui aveva tolto la vita durante quel conflitto insensato.
Quella scintilla pareva essersi riaccesa quando aveva incontrato i suoi amici, ma non aveva ripreso a brillare come allora, come quando aveva amato. Aoi sembrava invece in grado di farlo sentire di nuovo vivo.

Speranza.

Si era sempre sentito intoccabile, potente ma quando Aoi era accanto a lui, si sentiva vulnerabile.

Quel giorno il cielo si era scurito e prima che potessero tornare al porto di Liyue, un enorme temporale si era abbattuto su di loro, costringendoli a trovare riparo presso un tempio ormai abbandonato a se stesso e consumato dalle intemperie. Zhongli aveva rimosso la sua giacca, per porgergliela. Aoi aveva tentato di rimettere in ordine il groviglio di capelli che le si erano inesorabilmente appiccicati alla pelle, come anche le vesti bianche, che ormai erano diventate trasparenti. Lui aveva distolto lo sguardo educatamente e aveva aspettato che lei si coprisse la parte più esposta. Entrambi avevano osservato la pioggia che lambiva il terreno, mentre solitarie gocce filtravano dal tetto danneggiato.
"Mi dispiace, non volevo obbligarti a rimanere qui. Mi avevano detto che sarebbe piovuto, ma volevo davvero trovare questi fiori...". I glaze lily in questione se ne stavano poggiati nel cestino, a brillare di una luce bluastra, ad osservare in silenzio quei due individui, le cui vite si stavano intrecciando lentamente, senza che loro ne fossero pienamente consapevoli.

Da quel giorno in particolare, Aoi aveva iniziato a domandargli di Rex Lapis. Della sua storia. Della storia di coloro che avevano combattuto accanto a lui.
Zhongli aveva cominciato a pensare a lei con una tale intensità da farlo preoccupare.
Era ancora in grado di amare? Anche dopo aver perso Guizhong, era davvero in grado di donarsi ad un altra creatura?
Una mattina in particolare, lui e HuTao stavano aspettando che Aoi si presentasse con i suoi fiori profumati e le sue candide vesti. Ma avevano aspettato invano, per diverse ore.
Una donna al porto aveva detto di aver visto Aoi quella mattina, che come di consueto stava rinfrescano i fiori di seta che crescevano nei pressi del porto. Zhongli si era recato presso la terrazza, con la speranza di trovarla lì, ma una sensazione soffocante lo aveva pervaso.
Aveva cominciato a cercarla, laddove era consueta andare, ma aveva trovato solo il suo cestino, ormai divelto.

No.

Dopo diverse ore, era riuscito a rintracciare degli Hilucurt, che aveva prontamente eliminato. Aveva continuato a cercarla con urgenza, fino a che non l'aveva trovata, spaventata e nascosta dentro una piccola grotta. Lei si era messa a piangere e lui l'aveva abbracciata forte.
"Stai bene?" le aveva chiesto. Un piccolo taglio le solcava il volto, le vesti erano strappate e sporche, ma lei sembrava stare bene.
"Mi dispiace, ho visto...ho visto un fiore particolare e l'ho...l'ho colto ma una pianta li ha attaccato. Sono arrivati altri mostri, sono riuscita a scappare ma...i fiori. Non ho consegnato i fiori. Non ho rispettato il contratto" aveva detto, tutto d'un fiato.
"Il contratto è stato rispettato. Tu sei andata a raccogliere i fiori come richiesto, va tutto bene"
Lui l'aveva riaccompagnata a casa e aveva atteso che si calmasse e cambiasse. Zhongli aveva osservato con attenzione gli interni di quella piccola abitazione. Libri, tanti libri. Sulla storia. Sui fiori. Sopratutto su quelli. Il giardino era pieno di piante, fiori colorati che provenivano da tutta Teyvat. Una foto sbiadita, tazze spaiate.
Quando lei fece nuovamente il suo ingresso nella piccola stanza si mise a preparare il tè. Ma le mani le tremavano talmente tanto che non riusciva nemmeno a versarlo. Lui si avvicinò, togliendole delicatamente di mano la teiera per poter versare il tè al posto suo.
Lei l'osservò per un lungo secondo, soffermandosi sulle dita lunghe e affusolate.
Non l'aveva mai visto senza guanti.
Aveva allungato una mano delicata, per accarezzargli il dorso della mano.
Quando aveva sollevato lo sguardo, i loro occhi si erano incrociati. Come quel giorno, in quella piazza affollata.
Lui le accarezzò il viso, le labbra carnose. Aveva letto da qualche parte che il tempo si ferma, quando due amanti si scambiano un bacio. Ma a Zhongli sembrò quasi che, al contrario, avesse ricominciato a scorrere, dopo anni di dolorosa stasi.

"Non mi stai ascoltando, vero?" la voce di Aoi l'aveva riportato al presente, strappandolo da quei ricordi così dolci. "Pensi che Lumine verrà presto a trovarci? Mi aveva promesso alcuni semi di Sakura. A Inazuma c'è un grande albero sacro che fa dei fiori meravigliosi. Mi piacerebbe piantare alcuni".
"L'aspetteremo" aveva detto Zhongli, criptico come sempre.

Aoi sapeva. Sapeva che lui non era un semplice umano, per questo aveva pianto, quel giorno sotto la statua. Aveva pianto perché poteva solo immaginare il dolore e la solitudine che l'avevano attanagliato, per tremila lunghi anni dopo che aveva fondato il porto di Liyue.
Dopo che aveva perso tutto e tutti.
Quando lui gliel'aveva confermato, lei l'aveva accarezzato per ore, senza parlare. Come se volesse portare via il suo dolore, come se volesse guarirlo dalle ferite invisibili che solcavano la sua anima.

La vita degli umani era fatta di abitudini. Piccoli riti che scandivano le giornate. Zhongli non aveva mai fatto troppo caso a queste cose, ma la sua vita con Aoi gli aveva regalato la possibilità di vivere una strana normalità.
Il suo momento preferito della giornata era la notte. Quando la quiete prendeva il posto degli allegri suoni della foresta, quando il giorno, stanco, andava a riposare, lasciando il posto alla notte così scura e silenziosa.
Quando le mani di Aoi si posavano su di lui, per spogliarlo dei suoi abiti. Era un gesto intimo, dolcissimo. Ogni bottone, ogni stringa veniva rimossa lentamente. Era una tortura, quasi come l'attesa della battaglia, quando si è consapevoli degli orrori che si dovranno affrontare e si desidera che il tempo scorra più in fretta.
Ma la battaglia che li attendeva era molto più dolce.

Zhongli era un amante attento.

Aoi sapeva di essere fortunata. Poteva godersi una parte di lui che nessuno conosceva. I suoi baci erano lunghi e passionali, le sue carezze delicate ma decise. Adorava la sensazione delle sue dita che percorrevano il suo corpo, senza fretta.
La sovrastava, senza soffocarla, passando il palmo della mano aperta sui suoi capezzoli sensibili e turgidi per osservarne la reazione.
Il ventre arrotondato dalla vita che lentamente stava crescendo dentro di lei e il suo monte di venere. I movimenti erano talmente lenti da farla quasi impazzire.

Attesa.

La sua bocca era delicata e calda, mentre una scia di baci bagnati la facevano contorcere dolorosamente.

"Zhongli".

Quel nome che gli era sembrato non appartenergli per così lungo tempo aveva adesso un significato così importante, pronunciato dalle labbra di colei che amava.
Adorava accarezzare il centro del suo piacere, bagnandosi del suo nettare, scorrendo la punta delle dita su quel fascio di nervi che la faceva gemere di piacere.
Il suo corpo era caldo e accogliente. Lo abbracciava ogni qual volta che si univano, mentre le loro dita si incrociavano e stringevano, come i loro corpi caldi.
Poteva prevedere quando il piacere ultimo l'avrebbe travolta, osservando come i suoi occhi di cielo si serravano e la sua bocca si apriva lentamente.
Quando il suo corpo era ancora scosso dall'orgasmo, Zhongli si sfilava dal suo corpo, per baciare le sue carni fermenti. Lei lo pregava, in una sorta di delirio passionale, mentre lui torturava la sua pelle calda, per poi riappropriarsi del suo corpo ancora e ancora.

Questo era il suo posto nel mondo.

Aveva vagato per secoli, senza mai sentirsi parte di niente.
Aveva perso tutto.
Incontrato nuovi amici, nuove persone. Vecchie conoscenze, vecchi amici.
Ma Aoi era diversa.
Lei aveva ridato speranza, al suo cuore ormai avvizzito.
Sapeva che ogni viaggio avrebbe avuto una conclusione. E sapeva, osservando la sua amata che dormiva serena, che la sua sarebbe stata accanto a lei.
Per sempre.

-

Per tutti i fan della ship Zhongli e Childe...piace anche a me. Ma Avevo voglia di scrivere questo piccolo pezzo, mi sentivo ispirata. A presto*-*
   
 
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