Fumetti/Cartoni americani > The Owl House
Ricorda la storia  |      
Autore: DDaniele    21/06/2022    0 recensioni
[The Owl House]
Gus e Mattholomule fanno un pigiama party a casa di Gus. La storia partecipa alla Gustholomule Week 2022 Giorno 2 sviluppando il prompt “Sleepover.”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
   Gus aprì la porta della sua camera da letto, superò con un passo la soglia e si voltò sorridente verso Mattholomule che lo seguiva. Gus notò che Mattholomule rimaneva dall’altro lato della porta, stranamente intimidito e cerimonioso come se entrare nella casa dei Porter rappresentasse l’accesso a un mondo fantastico e favoloso nel quale Mattholomule avesse bisogno di ricevere un permesso specifico per compiere ogni più piccola azione. Con un brilluccichio divertito negli occhi, Gus registrò nella sua mente questa informazione su Mattholomule, un giovane mago che solitamente celava le sue insicurezze dietro un atteggiamento sprezzante e litigioso che, nelle intenzioni del ragazzo, serviva a dissimulare i suoi momenti di debolezza. Ovviamente, questi tentativi di distrazione spesso facevano cilecca, se non addirittura subivano un’escalation fino a far scoppiare veri e propri disastri, ma Mattholomule vi ricorreva comunque spesso. Elaborando queste osservazioni in pochi istanti, Gus invitò Mattholomule ad entrare nella sua camera. Ora che aveva ricevuto il permesso, Mattholomule strinse le maniglie del borsone in cui aveva risposto i suoi panni per la notte e la giornata successiva ed entrò nella stanza. Gus sorrise intenerito dell’insolita timidezza dell’altro.
   “Se vuoi, puoi metterti in pigiama già da adesso. Si sta più comodi.” Così dicendo, Gus indicò con le mani i suoi abiti, che consistevano in un pigiama blu felpato che lo manteneva al caldo contro il freddo dei primi di Dicembre. Ai piedi portava degli spessi calzini di lana bianca. “Io intanto prendo il tuo materasso dall’armadio.”
   “Va bene,” rispose Mattholomule. Poggiò il borsone ai piedi del letto di Gus e lo aprì per prendere il suo pigiama, composto di pantaloni lunghi e di una maglietta a maniche lunghe di pile verde palude. Un colore insolito, che però stava bene con la frangetta castana del ragazzo e il suo viso dal mento spigoloso. Mattholomule prese gli indumenti e con due gesti veloci si sfilò gli stivaletti che indossava. Abbassò quindi le mani per prendere il lembo inferiore della sua tunica pesante e cominciare a svestirsi, ma si accorse che Gus, nonostante avesse detto che avrebbe preso il materasso, rimaneva fermo sul posto ad osservarlo con un’espressione assorta.
   “Ehm, ti dispiace? Mi vorrei cambiare.” Il viso di Gus avvampò di un rosso fiamma. “Eh? Certo, certo!” Gus si girò su se stesso a una velocità tale che quasi inciampò sui suoi stessi piedi. Dopo aver ripreso l’equilibrio, Gus si lanciò pressoché correndo verso l’armadio e ne spalancò le anche. Diede mostra di osservare con attenzione l’interno del mobile sebbene sapesse perfettamente dove si trovasse il materasso, il cui angolo bianco sporgeva dal ripiano più in alto, ma finse di non vederlo in modo da dare a Mattholomule il tempo di spogliarsi e a lui stesso di superare l’imbarazzo che lo aveva colto. Dopo aver tergiversato per un paio di minuti, Gus si sollevò sulle punte dei piedi, prese il materasso, chiuse l’armadio e portò il materasso verso il suo letto, sistemandolo parallelo ad esso. Il maghetto dalla carnagione scura aveva tenuto lo sguardo basso verso terra durante tutte queste operazioni per non dare a Mattholomule l’impressione che volesse sbirciare, ma adesso si decise ad alzare gli occhi dal suolo per fare sembrare il suo comportamento naturale.
   Gus si rese conto che Mattholomule aveva già finito di cambiarsi e che indossava un pigiama uguale in tutto al suo tranne che per il colore, blu il proprio, verde palude il suo. Inoltre, Mattholomule stava osservando la bacheca sulla parete destra della camera dove Gus aveva appeso le foto di lui in compagnia dei suoi amici. Al centro della disposizione si trovava la foto di gruppo scattata durante il ballo di Grom, con Luz al centro che cingeva con un braccio la testa di una Amity arrossita dall’imbarazzo e palesemente innamorata della coetanea umana, Willow e lo stesso Gus. A destra di questa si trovava una foto che ritraeva solo due ragazzi: Gus e Mattholomule, il primo che troneggiava sul secondo facendo il simbolo della vittoria con le dita.
   “Non immaginavo che avessi una mia foto in camera tua” disse Mattholomule con un tono di voce lievemente più dolce del solito. Sembrava quasi lusingato. “Sì,” disse Gus, “ho foto con tutti i miei amici: Luz, Willow, Amity… Non ne ho ancora una con King e Hunter, devo rimediare. Oh, guarda, ne ho addirittura una con il preside Bump!” Così dicendo, Gus indicò una sequenza di tre foto come quelle scattate nei cabinati dei luna park in cui Luz e Willow sghignazzavano divertite guardando verso il centro della scena, dove si trovava il preside Bump e sopra la sua testa si reggeva Gus, sdraiato con una posa drammatica con la mano portata sulla fronte. Mattholomule ridacchiò per l’assurdità della posizione scelta da Gus.
   Dopo aver guardato il resto delle fotografie, Mattholomule spostò la sua attenzione verso la scrivania alla sinistra della bacheca. La superficie del mobile era occupata da libri di studio e su vari aspetti del regno umano. Mattholomule, appassionato anch’egli come Gus di ogni cosa che riguardava il mondo degli umani, allungò la mano per prendere un volume sulla fauna marina, quando notò un involto con un cartellino che diceva “i tesori di Gus.” Incuriosito, Mattholomule prese l’involto con una risata divertita e cominciò ad aprirlo. Dietro di lui, Gus si rese conto troppo tardi di cosa aveva catturato l’attenzione di Mattholomule. “No, aspetta, non lo aprire.”
   Ma Mattholomule aveva già finito di aprire l’involto e vi aveva trovato gli oggetti che lui stesso aveva portato a Hexside come dei finti reperti umani: un uovo con su disegnato un teschio e un sasso di forma squadrata su cui il mago in erba aveva incollato una sequenza di numeri a mo’ di tastierino di un cellulare.
   “Ma questi… sono i finti reperti umani che avevo portato al club di apprezzamento del mondo umano. Credevo che il preside li avesse buttati via da tempo. Come mai li conservi tu a casa?” chiese Mattholomule a Gus.
   “Beh, ecco,” Gus faticò ad articolare una risposta, “anche se sono falsi, denotano un grande ingegno. E poi,” aggiunse incespicando sulle parole, “nutro da sempre una forte passione per i manufatti derivati, ovvero quegli oggetti creati da maghi e stregoni a imitazione degli originali umani” concluse Gus con nervosismo. Chi è che si nascondeva dietro delle scuse per dissimulare i suoi sentimenti? si chiese sarcastico Gus tra sé e sé.
   “Manufatti derivati? Mai sentiti nominare” disse Matholomule con uno sbuffo ilare. “Sono solo spazzatura che merita di essere gettata via” così dicendo, Mattholomule prese senza tante cerimonie l’involto nel pugno della mano destra e si avviò verso il secchio dell’immondizia che si trovava ad un angolo della camera di Gus. Dopo che Mattholomule fece qualche passo nella direzione del secchio, Gus intuì l’intenzione di Mattholomule, si frappose davanti a lui e afferrò con le sue la mano di Mattholomule. “Non buttarli. Non so spiegarti bene il perché, ma sono importanti per me.”
   Così dicendo, Gus prese la mano di Mattholomule, ne aprì delicatamente il pugno chiuso e si riprese l’involto dei suoi ‘tesori,’ dopodiché li ripose sulla scrivania, esattamente nella posizione in cui si trovavano prima. Un’atmosfera di disagio calò sui due maghetti. Per lasciar passare quella sensazione negativa, Gus tornò all’armadio e ne prese una morbida trapunta per la notte per Mattholomule. La sua superficie esterna era decorata con tante stelle dalla forma stilizzata che si illuminavano quando veniva spenta la luce. Gus la portò verso il materasso che aveva preparato per Mattholomule. Rimanendo in silenzio, questi aiutò Gus a rimboccare la spessa coperta sotto il materasso e dopo a prendere il cuscino. Collaborando alla sistemazione del letto, l’attimo di nervosismo tra i due passò.
   Gus, accortosene, riprese a parlare con fare giocoso. “Sai cosa volevo fare in questo pigiama party?” “Non lo so, Augustus, cosa volevi fare?” Rispose Mattholomule con fare fintamente piccato. Gus rimase interdetto per un istante, ma poi si rese conto che l’altro aveva ricominciato a prenderlo bonariamente in giro come faceva al suo solito chiamandolo con il suo nome completo, quindi non ci fece molto caso. Piuttosto continuò a dire: “La scorsa volta che ho fatto una congiura notturna con Willow e Luz, volevo animare una figure. Invece, abbiamo dato vita alla casa! È una lunga storia,” disse Gus ridendo divertito al ricordo della sua disavventura, “un sacco di persone ci hanno visto alla “guida” della casa e ci hanno scattato delle foto! Tutta Penstagram parlava di noi! Comunque, stavolta voglio riprovare ad animare la figure.” Finito di spiegare, Gus si lanciò trafelato verso la scrivania dove prese il bambolotto di un uomo muscoloso che fletteva i muscoli delle braccia in una posa da culturista e sulla maglia rossa campeggiava a caratteri cubitali gialli la scritta ‘Beefy Bob,’ Bob il Muscoloso.
   Mattholomule prese il bambolotto dalle mani di Gus con un ghigno divertito. “Vuoi animare la bambola,” “figure,” si inserì Gus nel discorso di Mattholomule per correggerlo, “la bambola, dicevo,” ribadì Mattholomule per non dargliela vinta, “di un tipo che flette i muscoli? Augustus, c’è qualcosa che vuoi dirmi?” Gus beccheggiò senza trovare le parole per ribattere. “Se ti piacciono i muscoli, posso accontentarti.”
   Così dicendo, Mattholomule si arrotolò le maniche del pigiama svelando due braccia molto sottili e per niente muscolose. Ridendo, Mattholomule le piegò portando le mani chiuse a pugno verso il viso fingendo di flettere dei muscoli non esistenti e trattenendo il fiato per sottolineare i muscoli del petto e delle braccia che continuavano a non esserci nel corpo gracile del maghetto dodicenne.
   “Smettila” disse Gus imbarazzato. Mattholomule scoppiò a ridere, rilassò i muscoli del corpo e si ricoprì le braccia con le maniche del pigiama in pile. “Proviamo ad animarla allora. Dove ci sistemiamo?” “Sul tuo letto,” rispose Gus.
   I due si sederono sopra il materasso sistemato a terra per Mattholomule mettendosi l’uno di fronte all’altro. Gus sistemò al centro tra loro la figure di Beefy Bob. Solo allora, Gus si rese conto che, per animare l’omino come nella congiura lunare, avrebbe dovuto prendersi per mano con Mattholomule. Al solo pensiero il cuore gli salì in gola. Mattholomule, invece, sembrava perfettamente a suo agio e protese le mani verso Gus. Deglutendo sonoramente, Gus allungò le mani e prese quelle di Mattholomule nelle sue.
   Non appena prese le mani dell’altro maghetto, Gus avvertì come una scossa, ma non per la magia che fluiva dal suo corpo per riversarsi nella figure che avrebbe dovuto prendere vita. Si trattava di una scossa e di una magia diverse, nate dal contatto così intimo che Gus provava tenendo le mani di Mattholomule. Queste erano molto calde e Gus si accorse che aveva una pelle per così dire molto elegante per la sua elasticità e sottigliezza. Prima di accorgersi delle sue azioni, Gus prese a sfregare le sue dita all’interno delle mani chiuse di Mattholomule per godere del loro tepore e scoprire tutte le curvature della sua pelle. Mattholomule disse con voce imbarazzata: “Augustus, ti stai concentrando sulla bambola?”
   Per tutta risposta, Gus si slanciò come in trance nella braccia di Mattholomule e lo abbracciò forte. Mattholomule non si aspettava questo gesto. Era consapevole dei suoi sentimenti per Gus e che lui lo ricambiava, tuttavia non si sentiva pronto a dichiarare il suo affetto all’altro maghetto e anche questi sembrava tergiversare ed evitare di fare la prima mossa. Ora, invece, Gus lo abbracciava forte a sé. “Possiamo rimanere un po’ così?” gli chiese Gus. “Va bene,” rispose Mattholomule.
   Poco dopo, Gus sembrò aver preso una decisione, si sciolse dall’abbraccio e con un gesto veloce e impulsivo scostò la coperta dal materasso mentre teneva una mano sulla schiena di Mattholomule. Si mise sotto la coperta e, sempre senza dire una parola, scostò la coperta dai piedi di Mattholomule per fare entrare anche lui sotto la coperta. Gus si sdraiò sul fianco sinistro e Mattholomule sul fianco destro, stando faccia a faccia. Con un sospiro, Gus cinse Mattholomule in un nuovo abbraccio e si portò la testa del suo innamorato sul petto, la sua mano destra sulla schiena di Mattholomule. In questo modo, Gus cinse Mattholomule in un caldo abbraccio con tutto il suo corpo. Con la mano sinistra, Gus prese il lembo della coperta e se la sistemò sopra di loro sin oltre le teste, coprendo tutto il loro corpo. Con un gesto circolare del suo dito della mano libera, Gus usò la magia per spegnere la luce della stanza. L’oscurità li avvolse e le stelle della coperta brillarono come piccoli punti nel cielo che cullavano i due maghetti con il loro tenue bagliore. Gus baciò Matthomolule sulla fronte e rimasero abbracciati finché si addormentarono.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > The Owl House / Vai alla pagina dell'autore: DDaniele