Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    22/06/2022    6 recensioni
(Sequel di "The War of Ice and Nightmares - La Battaglia del Crogiolo")
Dopo gli eventi del primo libro, Mr Cold - la variante di Jack Frost che per poco non aiutò Pitch Black a dare il via ad una nuova Dark Age - si ritrova finalmente libero dal giogo del suo padrone, e comincia a seminare il caos per tutto il Multiverso. Questo attirerà l'attenzione della MVI - la Multiverse Variant Intelligence - i cui membri non si fermeranno davanti a nulla pur di assicurare lo Spirito alla giustizia.
Nel frattempo, menti assai più spietate e dagli obbiettivi maligni, pianificano di ribaltare completamente l'ordine naturale della creazione stessa...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Eccovi un nuovissimo capitolo! Questa volta siamo riusciti ad aggiornare in tempo ;)




Capitolo 7 – Old faces

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Insane, inside the danger gets me high
Can't help myself got secrets I can't tell
I love the smell of gasoline
I light the match to taste the heat
I've always liked to play with fire
Oh-oh, woah, oh-oh
I've always liked to play with fire
Oh-oh, woah, oh-oh
I've always liked to play with fire... "

Play with fire – Sam Tinnesz
 


<< Ufficiale James Pleiades Hawkins, al tuo servizio. >>
Il ragazzo lo accolse con un tono di vivo sarcasmo e un sorriso impertinente.
<< Tecnicamente, sono Jim per gli amici… ma dal momento che tu non lo sei di certo, niente confidenze. E niente movimenti bruschi. >>
Aggiunse l'ultima frase con tono minaccioso, gli occhi assottigliati. La presa sulla sua sciabola era salda, e la lama non si muoveva di un millimetro dalla gola di Cold.
<< Jim, no! >> gli urlò Doppler, uscendo dal suo nascondiglio << Vattene di qui! Questi tizi sono completamente pazzi! >>
<< Andrà tutto bene, Dottore, promesso >> lo rassicurò il giovane ufficiale, osservando attentamente i potenziali avversari nella stanza.
Cold deglutì silenziosamente. Malgrado fosse passato molto tempo da quando si era dovuto preoccupare delle armi mortali, di certo anche un colpo così ravvicinato gli sarebbe stato fatale. Era arrogante, ma non stupido.
Forzò un sorriso disinvolto.
<< Molto bene, James… oh, posso chiamarti James, sì? È un bel nome. Molto comune, certo, ma fa il suo dovere >> aggiunse scherzosamente << Dimmi, James… perché mi stai puntando contro la tua spada? Ho fatto qualcosa per offenderti? Ne dubito, visto che non credo di averti mai incontrato prima di adesso. >>
<< Niente di personale >> gli dovette riconoscere il ragazzo << Ma sono stato addestrato a fare fronte alle situazioni più disparate, e ad agire prontamente. Dunque si dà il caso che tu, caro il mio rinominato scorpione... abbia scritto a caratteri cubitali “sociopatico iperattivo” sulla tua faccia di letame. >>
Lo fissò, con sguardo eloquente.
<< Sono un ufficiale, fatti due conti. >>
<< Ah, un tutore della legge! >> esclamò lo spirito, con tono consapevole << Sì, mi era sembrato di sentire un lieve fetore di autorità. Senza offesa, ma il tuo tipo non mi è mai andato a genio... quasi quanto gli eroi. >>
Il suo sguardo si fece improvvisamente affilato.
<< Voglio darti un consiglio, James: questa situazione è al di là delle tue competenze. Ti consiglio di allontanarti il più in fretta possibile e dimenticare di averci visto. Lo dico per il tuo bene, davvero. >>
<< Siete venuti voi a disturbare questo pianeta e questa città! >> ribatté Jim, in tono duro << Mi compete eccome tutto questo. Soprattutto visto che tu hai dichiarato intenti terroristici nei confronti di altri pianeti! >>
<< Terrorismo... che parola forte >> sbuffò Cold, per poi indicare Kozmotis << Ecco, è lui quello che si occupa di quel genere di cose. Io, d'altro canto, voglio solo un po' di sano divertimento! Che c'è di male in questo? >>
<< Chiudi il becco >> sbuffò, il ragazzo, oltremodo irritato.
Fissò Kozmotis dritto negli occhi, ma con la voce si rivolse ad Elsa.
<< Ragazza, non ho idea di chi siate né che cosa ci facciate qui, ma la Gendarmeria è stata allertata. Hai poco tempo per spiegarmi cosa diavolo succede, perciò ti consiglio di dirmi tutto alla svelta, o vi farò arrestare dal primo all’ultimo. >>
L'ex regina si morse nervosamente il labbro.
<< Chi siamo ha poca importanza >> rispose con tono al limite tra il professionale e l'angosciato << Ma devi sapere che l'oggetto che il tuo prigioniero tiene in mano è MOLTO pericoloso, e sono stata mandata a recuperarlo. Devi consegnarmelo subito, o le conseguenze per questo mondo potrebbero essere catastrofiche! >>
<< Oppure potresti consegnarlo a me... >> si intromise Kozmotis, fissando freddamente il ragazzo << e non ridurrò il tuo mondo e i suoi abitanti ad un mucchietto di ombre striscianti. >>
<< Wow, amico >> commentò il cadetto, sinceramente inquietato ma, come al solito, dedito al sarcasmo per smorzare la tensione << adesso stai pur sicuro che mi hai convinto a darti in mano un manufatto potenzialmente letale. >>
Dentro di sé, Jim era in conflitto. Certo, aveva ascoltato la loro conversazione precedente e attualmente l'individuo più raccomandabile sembrava proprio la ragazza con la treccia… ma come poteva fidarsi? Per quel che ne sapeva, erano tutti dei potenziali criminali che si erano traditi a vicenda per conquistare tutti il grande bottino, e che cercavano di manipolarlo per metterci le mani sopra. Era una cosa da pirati, sapeva bene come funzionasse.
Se veramente quell'oggetto era tanto pericoloso, avrebbe dovuto prenderlo lui e consegnarlo alle autorità, no? Però... il tono di lei sembrava autentico. Ma non poteva esserne sicuro, molti criminali erano dei magistrali manipolatori.
C'era anche da dire che non aveva la garanzia che in mano al suo governo quel misterioso oggetto sarebbe stato sicuro, considerato il terribile attacco che avevano appena subìto. Quei pazzi erano spaventosamente forti, dotati di incredibili capacità pseudoscientifiche.
Si rese conto di avere ben poca scelta: doveva fidarsi di colei che sembrava più affidabile. Ma anche volendo farlo, c'era il tizio con gli occhi gialli nelle loro vicinanze. Se non se la fosse giocata bene, sarebbe saltato loro addosso in un istante.
All'improvviso, una voce familiare gli risuonò nelle orecchie.
<< Tempo scaduto! >> disse Cold, tirandogli una testata.
Troppo sorpreso per poter reagire in tempo, il ragazzo incespicò all'indietro, permettendo all'oscuro spirito di allontanarsi dalla sua lama.
<< Be’, è stato molto divertente >> disse, offrendo al resto dei presenti un inchino beffardo << Ma temo sia arrivato il momento di salutarci. Adieu! >>
Fece per entrare nel portale...
<< Oh, no, non lo farai! >> urlò Jim, afferrandolo per il cappuccio. Ma non aveva calcolato la vera forza dell’oscuro spirito, e così entrambi caddero dentro il vortice di luce.
<< Jim! >> urlò Doppler, scioccato, mentre Elsa si lanciava subito all’inseguimento dei due. Fu presto seguita da Kozmotis, che scomparve nel portale con un turbinio di sabbia nera.
Appena un secondo dopo… il vortice si chiuse. 
 
                                                                                                     * * *

Un esplosione di fuoco illuminò la biblioteca del museo, riducendo in cenere ciò che restava degli scaffali.
Al centro dell’esplosione, Malefica ed Eda erano impegnate in un serratissimo stallo magico, i rispettivi bastoni puntati contro l’avversaria, uniti da fruste di energia arcana.
Quando si separarono, un rapido gesto ad opera della fata fu sufficiente per disperdere il fumo in eccesso.
<< Saluti, mon cherì >> giunse una voce familiare nella sua testa << Temo che il nostro gruppetto si sia imbattuto in qualche… piccolo imprevisto. >>
Malefica strinse gli occhi.
<< Parla chiaro, Facilier >> ringhiò mentalmente.
Lo stregone Vudù esitò a rispondere.
<< Abbiamo perso il frammento. >>
<< Che cosa?! >> sbraitò la donna, questa volta ad alta voce.
Eda la fissò stranamente.
<< Qualcuno dovrebbe lavorare sul suo controllo della rabbia >> disse con torno scherzoso.
Malefica le lanciò un’occhiata fulminante.
<< Bada a come parli, strega >> sibilò minacciosa << Ti uccidere seduta stante… se non dovessi attendere a questioni di natura più pressante. >>
Questa volta, fu il turno dell’avversaria di apparire indignata.
<< Cosa?! Ma ci stavamo divertendo così tanto! >>
<< Oh, credo che avremo modo di divertirci in altre occasioni >> la “rassicurò” Malefica, con un sorriso predatorio << Rammenta bene, strega del caos. Sarò io, e IO soltanto a porre fine alla tua vita. >>
E pronunciate tali parole, scomparve tra le fiamme di un fuoco smeraldo, abbandonando la biblioteca.
<< Promesse, promesse >> sbuffò Eda, con un roteare degli occhi. Se non altro, la loro battaglia era stata piuttosto interessante.

                                                                                                    * * *

She Ra deviò l’ennesimo fendente, sprigionando un turbinio di scintille.
La banchina su cui lei e Vader stavano combattendo era diventata una zona di guerra, praticamente irriconoscibile. Le navi ancora attraccate erano a pezzi, le abitazioni circostanti ridotte ad un cumulo di macerie e la devastazione perpetrata dal loro scontro era stata tanto vasta da raggiungere anche la periferia cittadina.
Entrambi i combattenti erano stanchi, visibilmente provati dalla battaglia. Il corpo della donna era ricoperto di graffi e tagli da capo a piedi, mentre l’armatura del suo avversario presentava numerose ammaccature e fili sporgenti.
Brevemente, She Ra si chiese cosa mai avrebbe potuto costringere un guerriero così abile e potente ad indossare così tante parte meccaniche.
Piegando le ginocchia, si preparò a compiere un balzo verso di lui… e fu allora che Vader sollevò la mano destra. Subito dopo, un totale di cinque gendarmi venne trascinato di forza dalle macerie, sollevandosi a mezz’aria.
Cominciarono a toccarsi la gola, nel vano tentativo di contrastare la forza invisibile che li stava lentamente soffocando.
She Ra si fermò all’istante, gli occhi spalancati e pieni di terrore.
<< Arrenditi… o li ucciderò tutti >> disse Vader, minacciosamente.
La donna strinse i denti, il corpo illuminato da un bagliore dorato.
<< Vigliacco! >>
<< No >> ribattè l’avversario, impassibile << Voglio solo aiutarti a liberarti di ogni debolezza. >>
E, detto questo, piegò un dito sul palmo aperto. Appena un secondo dopo, il collo di uno dei gendarmi scattò come uno stuzzicadenti spezzato, e il suo corpo scivolò inerte a terra.
<< No! >> urlò She-Ra… ma nel momento in cui fece un passo avanti, Vader si limitò a stringere la presa.
<< Arrenditi >> ripetè l’Oscuro Signore dei Sith.
L’ex principessa cominciò a passare lo sguardo da lui ai suoi prigionieri.
<< Io… >>
Si udì il suono di qualcosa che si rompeva, e presto un altro corpo scivolò ai piedi del Sith.
<< Basta! >> lo pregò She-Ra << Ti prego, smettila! >>
<< Solo tu puoi far sì che io smetta >> fu la fredda risposta del Cyborg.
La donna si morse il labbro.
Lei… non poteva arrendersi. Non ad un simile mostro. Non a qualcuno tanto simile a Hordak! Non di nuovo!
Ma… poteva lasciare davvero che degli innocenti venissero uccisi davanti ai suoi occhi? No… ovviamente no. Perché lei era la Principessa del Potere, l’eroina di Etheria… e proteggere le persone era suo dovere.
Fece per aprire bocca… ma all’improvviso, un lampo di fiamme verdi esplose accanto a Vader.
Il Sith si limitò ad inclinare la testa, mentre un totale di tre figure familiari fuoriusciva dal fuoco.
<< Avete trovato il frammento? >> domandò bruscamente.
Malefica esitò a rispondere.
<< Ci sono state complicazioni >>  disse, visibilmente scontenta << Dobbiamo riorganizzarci. >>
Per un attimo, il respiro sibilante di Vader fu l’unico suono udibile nella zona.
Poi, lentamente, le ottiche rosse del Cyborg incontrarono ancora una volta gli occhi di She-Ra.
<< Al nostro prossimo incontro, Principessa del Potere. >>
E mentre Facilier utilizzava un globo di vetro per aprire un portale, Vader spezzò il collo degli ostaggi restanti.
She Ra non riuscì nemmeno ad urlare. Il suo corpo era completamente paralizzato, la sua mente una tabula rasa, incapace di registrare quello che era appena successo.
Lentamente, camminò fino ai cadaveri di coloro che non era riuscita a salvare, mentre Vader e il resto dei suoi alleati scomparivano all’interno del vortice di luce.
Si chinò in avanti e tastò il polso di uno degli ostaggi, nella vana speranza di sentire il suo battito cardiaco. Quando ciò non avvenne, la realizzazione del suo fallimento la colpì con la forza di un treno in corsa.
Chiuse gli occhi e sbattè violentemente un pugno a terra.
<< Dannazione! >>

                                                                                                                    * * *


In un altro universo…

Un soffio di vento animò la foresta scozzese, alimentato dal cinguettare degli uccelli.
Al centro della radura, Merida Dunbroch fissò intensamente i bersagli di fronte a lei: un totale di quattro uomini di paglia, completamente immobili, mossi solo occasionalmente dalla fredda aria autunnale.
La principessa scozzese chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.
<< Dentro e fuori >> borbottò, espirando lentamente << Dentro… e fuori >>
Ripetè l’azione almeno tre volte, le mani tese davanti a sé. Al contempo, tra le pallide dita cominciarono a danzare delle fiammelle azzurre.
Erano solo un assaggio del potere che si era sviluppato dentro di lei, quando aveva toccato per la prima volta il frammento del Crogiolo.
Gli occhi azzurri di Merida rimasero a scrutare quelle linguette di fuoco, illuminandosi di un debole bagliore. A quel punto, cominciò a ripetere il mantra che Elsa le aveva insegnato quasi un anno prima.
<< Io sono il fuoco. Le fiamme sono parte di me. Loro non mi controllano… >>
Le fiamme cominciarono a crescere, assumendo la forma di globi fluorescenti. Poi, danzarono a tutta velocità verso i bersagli, riducendoli ad un ammasso di ceneri fumanti.
Quando il fuoco prese a diffondersi nei dintorni, la ragazza compì un brusco movimento con le mani, e allora i bagliori bluastri scomparvero in un turbinio di scintille.
A testimonianza della loro creazione? Solo i resti dei bersagli e alcune macchie nere sul terreno erboso.
<< Sì! >> esclamò Merida, sollevando i pugni con uno sguardo vittorioso.
<< Vedo che hai migliorato molto il tuo controllo >> giunse una voce familiare alle sue spalle.
La ragazza si voltò e il suo sguardo incontrò il volto sorridente della madre, la Regina Elinor Dunbroch.
Merida ebbe appena il tempo di aprire la bocca… prima che un esplosione di fiamme prendesse vita alle sue spalle, illuminando i resti dei bersagli come una gigantesca torcia.
Sul volto della rossa si dipinse un’espressione impanicata. Senza perdere tempo, cominciò ad agitare le mani, riuscendo ad estinguere il fuoco.
Sospirò sollevata.
<< Non abbastanza, a quanto sembra >> disse, offrendo al genitore un sorriso tirato.
La donna lanciò un’occhiata guardinga in direzione dell’enorme macchia brulla che si era formata dopo l’esplosione.
<< Non importa quante volte abbia già visto i tuoi doni. Non ci si abitua mai >> ammise << Ma sono contenta che tu abbia almeno deciso di non allenarti più entro i confini del castello. Gli Spiriti solo sanno che ho già abbastanza gatte da pelare con i tuoi fratelli. >>
Merida annuì saggiamente. << Sono più pericolosi di qualunque incendio che potrei creare. >>
Entrambe ridacchiarono, poi la Regina guardò la figlia con un cipiglio preoccupato.
<< E… come vanno le voci? >> domandò esitante.
La ragazza sì irrigidì appena. Sapeva molto bene a cosa si stesse riferendo la donna.
Anche dopo la sconfitta di Pitch, Merida aveva continuato ad avere incubi e visioni del temibile Uomo Nero.
Malgrado fosse morto, non era riuscita a dimenticare ciò che aveva visto QUELLA volta. Quando il frammento del Crogiolo si era fuso con lei, permettendo alla giovane principessa e allo spirito di unire le loro menti.
Ancora rammentava gli orrori di cui era stata testimone. I mondi che bruciavano, le innumerevoli anime trasformate in Fearlings… e la risata agghiacciante dell’Uomo Nero in persona, che la scrutava con quei suoi occhi malevoli.
<< Sono passati mesi dall’ultima volta in cui le ho sentite >> le rispose, con tono rassicurante << Ormai, la voce di Black è solo un ricordo lontano. A volte, mi sembra quasi che fosse solo un sogno… o un incubo. >>
E proprio come la madre, ancora aveva difficoltà a credere a tutto quello che aveva passato poco più di un anno fa.
Per un attimo, si ritrovò ancora una volta ai piedi del cratere, lo stesso da cui aveva scorto il cubo nero che l’avrebbe resa un bersaglio per la più pericolosa minaccia mai affrontata dal Multiverso. Rammentò di come era stata salvata da due spiriti invernali, Jack Frost ed Elsa, e di com’era stata trascinata in un altro mondo. Ricordo di aver combattuto al fianco di draghi e vichinghi contro eserciti di mostri da incubo… e i poteri che si erano sviluppati dentro di lei, indomiti come uno bosco in fiamme.
Le ci era voluto un po’ per convincere i suoi genitori di tutto quello che aveva passato, ma niente al mondo avrebbe potuto negare l’evidenza di ciò che era riuscita a guadagnare.
Alzando lo sguardo, si rese conto che il volto di Elinor aveva assunto un’espressione molto più cupa.
<< Tutto bene? >> le chiese, preoccupata.
La donna sussultò.
<< Oh… certamente. È solo che… ecco… >>
<< Mamma >> la interruppe Merida, facendosi avanti e prendendole le mani << Di qualunque cosa si tratti, ricordati che posso gestirla. Sono la principessa ereditaria, dopotutto. >>
Il visto della regina fu attraversato da una miriade di emozioni. Infine, ella sospirò stancamente e offrì alla figlia un triste sorriso.
<< Tuo padre mi ha mandato un’altra lettera dal fronte >> rivelò << L’invasione Sassone sta procedendo molto più velocemente di quanto previsto. Potrebbero superare la costa prima della fine dell’autunno. E con l’Inverno alle porte, il nostro regno subirebbe una grave carestia di viveri. >>
Gli occhi di Merida si spalancarono preoccupati.
L’Invasione Sassone era cominciata pochi giorni dopo il suo ritorno al Regno di Dunborch, tanto rapida quanto inaspettata. Molte terre della Gran Bretagna erano già cadute sotto i colpi della potenza straniera, e la Scozia rimaneva uno dei pochi paesi che ancora resisteva alla loro avanzata.
<< Ma abbiamo gli altri clan dalla nostra parte… >>
<< Temo che non sarà abbastanza, figlia mia >> la interruppe Elinor << I Sassoni ci superano in numero e strategia. Per non parlare delle innovazioni militari che hanno portato dal continente. >>
I suoi occhi puntarono verso una direzione indefinita, quasi volessero scrutare al di là della foresta e scorgere ciò che si stava svolgendo sulle coste del Regno.
<< Senza nuovi alleati… non credo che riusciremo a ricacciarli indietro. Non questa volta >> ammise tristemente.
Merida sussultò.
<< Mandami al fronte >> disse con un’espressione assolutamente determinata << Potrei esservi utile! Con i miei poteri, potrei sbaragliare qualunque esercito… >>
<< Ma non sei immune ad archi e frecce, Merida >> ribattè la madre, duramente << Non importa quanto tu sia potente: sei ancora un’umana di carne e sangue. Un colpo a distanza ben piazzato metterebbe subito fine alla tua vita. >>
La rossa si morse nervosamente il labbro. << Ma… >>
<< E lo hai detto tu stessa >> continuò Elinor, posandole una mano sulla spalla << Sei la principessa ereditaria. Il futuro del regno! Se i Sassoni dovessero arrivare fin qui… sarà tuo compito proteggere il popolo e assicurarti la prosperità del nostro casato. Mi capisci? >>
E sì, Merida lo capiva assai bene.
Non era più la Principessa ingenua di qualche anno prima. Ora, sapeva che i sacrifici erano necessari per assicurare la sopravvivenza di un reame… e con il tempo, anche lei sarebbe stata costretta a farne.
<< Voglio solo che papà torni a casa >> borbottò dolcemente.
Elinor avvolse le braccia attorno alla sua esile figura.
<< Anche io, figlia mia >> le sussurrò tra i capelli selvaggi << Anche io. >>
Entrambe rimasero così per un po’, mentre il sole cominciava a discendere oltre l’orizzonte.
La regina si tirò indietro, le labbra arricciate in un sorriso gentile.
<< Non fare tardi per cena >> la avvertì << Questa sera Holga ha preparato l’haggins che ti piace tanto. >>
Merida gemette esasperata.
<< Mamma, non sono più una bambina! >>
<< Per me lo sarai sempre >> ridacchiò l’altra, scompigliandole i capelli ricci.
La rossa sbuffò.
<< Vedrò di non fare tardi >> cedette, pur senza un sorrisetto di suo.
Elinor annuì soddisfatta e cominciò ad allontanarsi. Merida la vide scomparire tra gli alberi e tornò a scrutare ciò che restava dei bersagli.
<< Sì, devo decisamente migliorare il mio controllo >> borbottò a se stessa.
Fu allora che il mondo tutt’attorno esplose in un bagliore di luce.
Un forte vento cominciò a smuovere l’erba di fronte a lei. Un vento dall’aria assai MOLTO familiare. Potente, contenuto… e innaturale.
Un vortice di schiuma si materializzò sotto gli occhi della Principessa. Ed ella avrebbe potuto riconoscere ovunque un simile fenomeno. Lo aveva testimoniato più volte, durante la sua folle avventura. Quello… era sicuramente un portale dimensionale!
Ebbe appena il tempo di spostarsi, prima che una coppia di figure sbucasse dal varco, rotolando sul terreno erboso. Due ragazzi, per la precisione.
Uno di loro era vestito con una strana uniforme, i capelli castani raccolti in un codino. Quelli dell’altro, invece, erano pallidi come neve appena caduta.
Fu questi il primo a rialzarsi in pieno, roteando un bastone ricoperto di ghiaccio e spuntoni fino alla punta arrotondata.
Il suo sguardo incontrò quello di Merida… e loro occhi si spalancarono in riconoscimento.
<< Tu! >> urlarono all’unisono, i volti contratti da espressioni rabbiose.
Mr Cold – perché era sicura che si trattasse di lui - gemette stancamente e alzò la testa verso il cielo intriso di bagliori scarlatti.
<< Sul serio?! Tra tutti gli universi in cui potevi mandarmi, hai scelto proprio quello di Pel di Carota?! >> urlò tutto d’un fiato << Il Multiverso deve davvero odiarmi. >>
Merida, d’altra parte, puntò istintivamente le mani verso di lui.
<< Che cosa ci fai qui? >> domandò ferocemente. L’ultima volta che si erano visti, l’Oscuro Spirito aveva aiutato lei e i suoi alleati a sconfiggere Pitch Prime… ma certamente, la rossa non aveva dimenticato il modo in cui le aveva dato la caccia per recuperare il frammento di Crogiolo, né il tempo che aveva passato come sua prigioniera.
Cold tornò a guardarla.
<< Raffredda i bollenti spiriti, rossa. Non so qui per te. >>
I suoi occhi puntarono verso un cerchietto metallico poco distante.
<< Ma per quello… >>
Allungò una mano e fece per prenderlo… ma prima che le sue dita potessero anche solo sfiorarlo, una palla di fuoco lo costrinse a retrocedere.
Voltandosi, vide che Merida aveva assottigliato pericolosamente lo sguardo.
<< Non so che cosa stia succedendo, ma conoscendoti dubito che sia qualcosa di buona >> lo incalzò  << Allontanati da quell’oggetto! Qualunque cosa sia… >>
<< Focosa come sempre, vedo >> sbuffò Cold, con un sorrisetto << Mi erano mancati i nostri tet-at-tet. Quando avrò finito, mi piacerebbe recuperare il tempo perduto. >>
Le diede un occhiolino, cosa che fece rabbrividire la rossa.
All’improvviso, un sonoro gemito attirò la loro attenzione. Entrambi si voltarono, e Merida scoprì che il ragazzo uscito dal portale assieme a Cold si era finalmente ripreso.
Il sorriso dell’eterno adolescente divenne un ghigno in piena regola.
<< Ma fino ad allora… >>
Prima che la rossa potesse fare qualsiasi cosa, balzò dietro allo sconosciuto, lo afferrò per un braccio e gli puntò il bastone alla gola.
<< Fa un altro passo e lo riduco ad un’opera d’arte finlandese >> minacciò, fissando intensamente la rossa.
Gli occhi del ragazzo si spalancarono in allarme, e anche Merida non riuscì a trattenere un sussulto. Non aveva la minima idea di chi fosse… ma non poteva certo lasciarlo nelle grinfie di questo psicopatico.
<< Non… ascoltarlo >> gracchiò lo sconosciuto << Prendi quell’oggetto! >>
Cold alzò gli occhi al cielo.
<< Eroi >> sbuffò << Siete tutti così sentimentali… >>
Qualcosa schizzò dal portale ancora aperto, finendo contro l’Oscuro Spirito e il suo ostaggio: una giovane donna dai pallidi capelli raccolti in una morbida treccia, vestita interamente di bianco.
Cold si portò una mano alla testa.
<< Ed ecco la regina dei ghiacci >> borbottò, mentre fissava infastidito la nuova arrivata.
Quando questa si rimise in piedi, gli occhi di Merida si spalancarono sorpresi.
<< Elsa? >> borbottò.
L’ex regina sbattè lentamente le palpebre, mettendo a fuoco la figura della rossa.
<< Merida… Dunbroch ? >> domandò lentamente, come se non ne fosse del tutto sicura.
La rossa inarcò un sopracciglio. Si era forse dimenticata di lei?
Fece per chiederglielo… e fu allora che una quarta figura si fece strada oltre il portale. Un uomo alto e dal fiso affilato, i capelli neri sparati verso l’alto e un paio di occhi gialli come il sole stesso.
Il cuore di Merida mancò un battito. Perché quello… era il volto della stessa persona che aveva accompagnato i suoi incubi nell’ultimo anno.


Track 12: https://www.youtube.com/watch?v=ZWhgdMT9ltI

<< Black! >> sibilò << Tu, schifosa ombra strisciante… >>
<< Non ho tempo per questo >> la interruppe l’uomo, agitando la mano e colpendola con un viticcio di sabbia nera.
Mentre il corpo della ragazza rotolava a terra, i suoi occhi gialli puntarono verso Cold… il quale aveva tra le mani un cerchietto molto familiare.
<< Dammi quel frammento >> ringhiò, il corpo avvolto da un’aura color pece.
L’eterno adolescente fece finta di pensarci su.
<< Che ne dici di… no? >>
Sollevò il bastone nello stesso istante in cui Kozomtis gli scaraventò addosso un torrente di sabbia nera. La magia del ghiaccio incontrò quella avversaria, generando una potente esplosione.
Cold perse la presa sul frammento del Graal e Il corpo di Jim venne sbalzato dalla forza del contraccolpo, finendo addosso a Merida.
Sopra di lei, il ragazzo la fissò imbarazzato.
<< Ehm… salve? Mi chiamo Jim… >>
<< Sta giù! >> lo avvertì la rossa, portandolo a terra. Appena un secondo dopo, una lancia di ghiaccio passò sopra di loro, andandosi a conficcare contro un albero.
Elsa si mise subito davanti alla coppia, ergendo un muro di ghiaccio per proteggerli dalla pioggia di attacchi collaterali.
<< Non possiamo permettergli di prendere quel frammento! >> disse, lo sguardo puntato verso il cerchietto metallico.
Merida sussultò.
<< Intendi un frammento del Crogiolo? >> domandò preoccupata.
Elsa la fissò sorpresa.
<< Cosa? No! Un frammento del Santo Graal! Se finisse nelle mani sbagliate, provocherebbe sconvolgimenti terribili in tutto il Multiverso. >>
La rossa gemette miseramente.
<< Un altro frammento dell’Apocalisse? >> sbuffò con un cipiglio << Mi state prendendo in giro?! >>
E, detto questo, si lanciò verso l’artefatto, lasciandosi alle spalle un Jim visibilmente confuso.
<< Giuro che la testa sta per esplodermi >> borbottò, portandosi una mano alle tempie.
Nel mentre, di fronte a lui infuriava una battaglia senza esclusione di colpi. Proiettili di magia volavano in ogni direzione, sradicando alberi, deformando l’ambiente circostante e lasciandosi dietro strutture di ghiaccio miste a sabbia nera.
A un certo punto, Cold riuscì ad allontanare Kozomits con il suo fidato bastone, poi evocò una lama di ghiaccio e intercettò quella di Elsa, prima che potesse raccogliere  il frammento.
I due presero a duellare ferocemente, ma uno strato di stalattiti costrinse l’ex regina ad arretrare.
Gli occhi di Cold si posarono sul premio tanto ambito.
<< Ah! >> esclamò, issando il frammento con uno sguardo vittorioso… fino a quando una palla di fuoco non lo mandò a sbattere contro un albero.
Perse la presa sull’artefatto, che finì tra le mani di Merida.
<< Ah! >> ribattè la rossa, indicando l’eterno adolescente con un sorrisetto.
Questi la fissò infastidito.
<< Molto maturo >> borbottò, mentre le sparava un guizzo di magia glaciale. La principessa lo incontrò con un torrente di fiamme, e presto i due avversari si ritrovarono uniti da un bagliore rosso e azzurro che illuminò tutta la radura.
Merida strinse gli occhi e lanciò un urlo, aumentando l’intensità del suo attacco. Sorpreso, Cold volò in aria per evitare di esserne investito.
Quella ragazza… era molto più forte di quanto ricordasse. Non che la cosa lo sorprese più di tanto, visto che aveva guadagnato quel potere da un macchinario capace di modellare l’intero Multiverso.
All’improvviso, Merida colse una sfocatura con la coda dell’occhio.
Voltandosi, sollevò la mano destra ed evocò una spada di fuoco, intercettando la falce di Kozmotis. L’ex Generale assottigliò lo sguardo, facendo pressione sul manico dell’arma.
<< Tu… hai la magia dei Fearlings dentro di te. Perché mi combatti… >>
<< Oh, sta zitto >> sbuffò la rossa, calcandogli lo stomaco e tirandosi indietro. Ma prima che potesse anche solo riprendere fiato, Cold si lanciò su di lei.
Entrambi rotolarono a terra e passarono alle mani, sembrando più una coppia di balordi ubriachi che persone capaci di controllare due aspetti fondamentali della natura.
Il frammento scivolò presa di Merida, finendo ai piedi di Jim.
Il ragazzo sbattè lentamente le palpebre. Cautamente, si avvicinò all’oggetto e lo prese tra le dita.
<< Ce l’ho! >> urlò ad Elsa.
Una voce alle sua spalle urlò: << E invece no! >>
E prima che il giovane marinaio potesse anche solo voltarsi, Cold lo colpì con un calcio alla testa, spedendolo a testa.
Senza mai perdere quel suo sorrisetto, l’Oscuro Spirito prese il frammento ed evocò un altro portale.
Si voltò per offrire ai suoi avversari un ultimo saluto beffardo… e fu allora che scorse un totale di quattro figure che correvano a tutta velocità verso di lui.
<< Ugh, non di nuovo… >>
Fu tutto quello che riuscì a dire, prima di essere spinto dentro il portale. Il resto dei combattenti seguì subito dopo, e così i loro corpi si ritrovarono a sfrecciare lungo i bordi del tunnel spaziale.
Il mondo attorno a loro divenne un turbinio di luci e colori, mentre l’eternità del Multiverso si palesava davanti ai loro occhi. Sembrava di essere all’interno di una lavatrice riempita con arcobaleni e cristalli!
Merida si avvinghiò a Cold, afferrandogli la faccia con una mano e cercando di usare l’altra per rubargli il frammento.
L’Oscuro Spirito grugnì infastidito.
<< Togliti di dosso! >> ringhiò, spingendola addosso a Jim. Con la coda dell’occhio, vide Kozmotis con la falce sollevata e rotolò di lato, lasciando che la lama s’infilasse nei bordi del tunnel, sprigionando una cascata di frammenti argentati.
Cold rotolò su se stesso… e fu allora che Elsa si lanciò contro di lui, spingendolo attraverso la parete multicolore.
Il tunnel spaziale cominciò a collassare su se stesso, separando il gruppo di combattenti.

                                                                                                       * * *


In un altro universo…


Un lampo di luce illuminò il bagnasciuga di un oceano tempestoso. Seguì la comparsa di un vortice sospeso nel vuoto dell’aria.
Merida e Jim schizzarono fuori dal portale, rotolando su un terreno sabbioso.
Granelli e pietrisco scivolarono nella bocca della rossa, facendola sputacchiare disgustata.
<< Ugh… penso che sto per vomitare >> borbottò il ragazzo affianco a lei.
Merida scosse la testa e si tirò in piedi. Guardandosi attorno, scoprì che erano finiti sul limitare di una spiaggia sabbiosa… e che il portale alle loro spalle era sparito.
Di Cold, Pitch Black ed Elsa? Nessuna traccia.
<< Dannazione >> sussurrò << Dannazione a tutti loro! >>
Era finita in un altro mondo… di nuovo! La storia di un anno fa si stava ripetendo davanti ai suoi occhi.
<< Ehm… va tutto bene? >> le chiese il suo compagno di viaggio, scrutandola preoccupato << Sei ferita? >>
La rossa prese un lungo respiro calmante e si voltò verso di lui.
<< Oi, cosa stai facendo… >>
Prima che il ragazzo potesse finire la domanda, lo afferrò per il bavero dei suoi vestiti e lo tirò verso di sé, fino a quando non furono praticamente naso a naso.
<< Ascoltami bene, ragazzo >> gli ringhiò in faccia << Il mio paese è nel pieno di una guerra, ho passato l’ultimo anno a combattere contro poteri che non ho mai chiesto, e sono ad un passo dall’incenerire questa intera spiaggia. Quindi ti conviene spiegarmi per filo e per segno cosa sta succedendo, o i nome di tutti gli dei mi assicurerò di rendere i tuoi prossimi minuti un inferno sceso in terra! Sono stata chiara? >>
Lo sconosciuto deglutì sonoramente.
<< Cristallina >> rispose con un sorriso nervoso.
Merida annuì soddisfatta e lo lasciò andare.
<< Comincia a parlare >> ordinò bruscamente, le braccia incrociate davanti al petto.
E così, il ragazzo le raccontò tutto ciò che era successo quel giorno, da quando si era svegliato fino al momento in cui era finito su questa spiaggia. Narrò di come la sua città era stata attaccata da uno strano gruppo di malviventi dotati di poteri sconosciuti, dell’oggetto che cercavano, di come aveva provato a fermarli… finendo in un portale.
Merida rimase in silenzio per qualche secondo, contemplando le parole del ragazzo.
<< Come hai detto di chiamarti? >> gli chiese.
<< Jim >> rispose lui, offrendole un piccolo inchino << Ufficiale Jim Hawkins, signorina. Molto piacere. >>
La rossa inarcò un sopracciglio. << Ufficiale? >>
<< È un termine marinaresco >> spiegò il ragazzo << Lavoro su una nave. >>
Merida strinse le labbra. Sì, decisamente proveniva da un mondo diverso dal suo.
<< Capisco >> commentò << Beh, Signor Hawkins, la informo che si trova in un altro mondo. O meglio, in un’altra realtà. >>
Il ragazzo la fissò come se le fosse appena cresciuta una seconda testa. Ma quando la principessa mantenne un’espressione impassibile, scorse un lampo di paura che gli attraversava gli occhi azzurri.
<< Tu… non stai scherzando, vero? >>
<< Temo di no >> confermò Merida, passandosi una mano sui capelli cespugliosi << Ma fortunatamente per te, credo di avere qualcosa che potrebbe riportarci a casa. >>
Con un sorrisetto orgoglioso, tirò da sotto il vestito lo stesso marchingegno che Cold aveva usato per aprire il portale che li aveva condotti fin lì.
<< Glie l’ho strappato poco prima che ci separassimo. Ora, se solo riuscissi a capire come funziona… >>
Cominciò ad armeggiarci sopra, rigirandoselo tra le mani. Aveva giusto qualche vago ricordo della tecnologia vista nel mondo di Jack Frost, quindi non era affatto sicura di come doversi comportare. Tuttavia, poteva per lo meno tentare!
Ma dopo circa un paio di minuti, ancora non era riuscita ad aprire un portale.
Jim fece un cauto passo verso di lei.
<< Ehm… posso provare? Ho una certa familiarità con questo tipo di tecnologie… >>
<< Posso farcela da sola! >> sbottò la rossa, facendolo indietreggiare.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e si tirò indietro con uno sguardo infastidito. Nel mentre Merida riprese ad armeggiare con il dispositivo.
Eppure, malgrado i suoi migliori tentativi di capirlo, la situazione rimase praticamente invariata rispetto a prima.
<< La mia offerta è sempre valida >> sì offrì Jim, porgendole una mano.
La ragazza si morse il labbro, poi sospirò rassegnata.
<< Va bene… >>
Si fermò di colpo.
Nell’aria c’era qualcosa di strano. E lei aveva cacciato abbastanza volte nella foresta… da riconoscere un suono di passi umani, quando ne udiva uno. Ma in questo caso, ne stava udendo molti, appartenenti ad almeno una decina di persone.
<< Arriva qualcuno >> sussurrò a Jim, assumendo una posizione pronta al combattimento. Il ragazzo fece altrettanto, tenendo alta la spada.
Meno di un minuto dopo, dalla cima della spiaggia sopraggiunse un gruppo di umani vestiti con abiti in pelle e armature metalliche dall’aria primitiva.
Alcuni di loro avevano strani elmi provvisti di corna aguzze. In testa al gruppo, invece, spiccava un uomo dalla corporatura molto più minuta rispetto agli altri.
Aveva un visto affilato coronato da corti capelli bianchi, completamente vestito di nero, con le mani strette attorno a quella che aveva tutta l’aria di essere una balestra.
<< Bene, bene, bene >> disse lo sconosciuto, con una voce pesantemente accentata << Questa sì che è una sorpresa. Abbiamo seguito quel lampo di luce con la speranza di trovare qualche preda… ma sembra che ci siamo imbattuti in qualcosa di molto più interessante. >>
Merida strinse gli occhi. Non le piaceva affatto il modo in cui li stava guardando.
<< E tu chi diavolo sei? >> domandò brusca.
L’uomo simulò un’espressione sorpresa.
<< Ma dove sono finite le mie buone maniere? >> disse con un sorrisetto, per poi cimentarsi in un inchino beffardo << Mi chiamo Grimmel. Grimmel il Grifagno. Sono sicuro che abbiate già sentito parlare di me. >>
Merida e Jim si lanciarono occhiate guardinghe.
<< No, direi di no >> disse Merida, con tono innocente << A te suono qualche campanello? >>
<< Neanche uno >> rispose Jim, beffardo << Forse non sei così famoso come credi. >>
<< Bada a come parli! >> ringhiò una donna muscolosa << Vi trovate al cospetto del più grande Cacciatore di Draghi dell’intero continente! >>
Merida strabuzzò gli occhi. “Draghi?” pensò nervosamente “Come quelli di Hiccup e Astrid?”
Forse erano finiti in un mondo simile al loro. O forse… proprio nello stesso mondo da cui provenivano.
<< Suvvia, Verka, è chiaro che qui abbiamo a che fare con una coppia di stranieri >> disse Grimmel, sembrando più divertito che offeso dalle parole dei due ragazzi << Possiamo perdonare la loro ignoranza. >>
I suoi occhi tornarono a scrutarli con fare indagatore.
<< Anche se mi chiedo come siate riusciti ad arrivare fin qui >> borbottò contemplativo << Questa zona è un fertile terreno di caccia per gli Incubi Orrendi. Come avete fatto a superare il banco di nebbia? >>
<< La nostra nave è affondata a qualche chilometro da qui >> rispose Jim, che già si era aspettato una domanda di questo tipo << Siamo riusciti a raggiungere la costa prima di annegare. >>
Grimmel li soppesò con lo sguardo per quasi un minuto buono.
<< Ma davvero? E quanto tempo fa è successo? >>
<< Circa mezz’ora fa. >>
<< Strano che i vostri vestiti siano così asciutti >> commentò Grimmel, indicandoli divertito.
Jim imprecò mentalmente, tuttavia riuscì a mantenere un’espressione fiduciosa.
<< Può darsi che sia successo molto prima. Non sono mai stato molto bravo a tenere il tempo >> aggiunse, picchiettandosi la testa.
Il Cacciatore annuì pensieroso.
<< Forse >> disse << O forse avete sconfinato senza permesso in una delle riserve di caccia di Berk. In entrambi i casi, penso che dobbiate venire con noi. Per la vostra sicurezza… e per rispondere ad alcune domande. >>
Merida fece un cauto passo davanti al compagno di disavventure.
<< Possiamo cavarcela da soli… >>
<< Tu fraintendi, mia cara >> la interruppe Grimmel, il cui sorriso si era fatto molto più selvaggio << Non era una richiesta. >>
Merida strinse gli occhi.
Quindi volevano prenderli prigionieri? Per quale ragione? Solo per aver sconfinato in una zona di caccia?
Sospirò mentalmente. Qualunque fossero le intenzioni di quest’uomo, di certo né lei né il suo compagno avevano tempo da perdere con simili sciocchezze.
<< Va bene >> borbottò. Poi, allungò le mani e sparò un getto di fiamme contro il gruppo.
<< Per gli dei! >> esclamò uno degli uomini, mentre gli altri si buttavano ai lati per evitare il colpo.
Gli occhi di Grimmel si spalancarono sorpresi. Al contempo, Merida sorrise ferocemente e cominciò a sparare palle di fuoco in rapida successione.
Alcuni cacciatori riuscirono a riprendersi dalla sorpresa iniziale e tentarono di colpirla con le loro asce. Jim fu rapido a intercettare gli assalti con la sua fidata spada, costringendoli a retrocedere.
Ma fu in quel momento… che entrambi i ragazzi sentirono una fastidiosa puntura al collo.
Lentamente, alzarono le mani e le loro dita toccarono qualcosa di aguzzo. Dopo esserseli staccati, scoprirono che si trattava di una coppia di dardi.
Tornarono a fissare il gruppo di aggressori… e videro Grimmel con la balestra puntata verso di loro, il volto arricciato in un sorrisetto.
Merida fece per dire qualcosa, ma all’improvviso fu colpita da una profonda sensazione di stanchezza. Chiuse gli occhi e cadde a terra, rapidamente seguita da Jim.
Grimmel si avvicinò alla coppia svenuta.
<< Oh, sì >> ridacchiò << Tu sei… una persona decisamente interessante. >>
Si voltò verso i suoi scagnozzi.
<< Caricateli sulla nave! >> ordinò << E mettete un paio di ceppi sulle mani di questa ragazza. Bludvist si è appena assicurato una nuova aggiunta all’arena! >>




 
Boom! Ve lo aspettavate il ritorno di Merida?
Quando l’avevamo lasciata nella storia precedente, non ci era sembrato giusto abbandonarla a se stessa con i suoi nuovi poteri lovecraftiani, quindi abbiamo deciso di riportarla in questo secondo capitolo e approfondire la sua storia.
E sì, Cold, Elsa, Merida, Jim e Kozmotis sono stati separati dal collasso del portale, finendo in punti diversi.
E di nuovo sì… Merida e Jim sono finiti nelle mani di Grimmel, il diabolico villain di Dragon Trainer 3. E non solo, visto che abbiamo citato anche un altro antagonista della saga molto conosciuto.
E visto che sono entrambi vivi, immagino che alcuni di voi avranno già capito che questa versione di Dragon Trainer non è andata esattamente come nei film… affatto.
Ci vorrà un po’ per pubblicare il prossimo capitolo, perché per il mese di Luglio sarò impegnato con uno stage di ricerca in Sud Africa.
Quindi, alla prossima!
  
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