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Autore: crazy lion    23/06/2022    1 recensioni
Tom riesce a prendere in braccio Jonathan, che ha due mesi. E ha una cosa molto importante da dirgli, anche se è piccolo.
Disclaimer: i personaggi non sono miei, ma sono proprietà di Ken Follett. La fanfiction non è a scopo di lucro.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA VERITÀ

 
Tom camminava per il chiostro del priorato di Kingsbridge. Era domenica, quindi non lavorava. Incontrò Johnny Otto Pence che, seduto su un muretto, dava da bere il latte al piccolo Jonathan, il bambino che Francis aveva trovato nella foresta. Il figlio di Tom, ma nessuno lo sapeva.
"Posso darglielo io?" chiese, dopo aver salutato entrambi.
Il giovane frate avrebbe anche potuto rispondere di no, perché ai suoi occhi Tom non aveva nessun diritto sul piccino, ma sorrise.
"Certo. Poi portatelo a dormire nel nostro dormitorio. C'è una culla accanto al mio letto."
"Grazie."
Tom prese in braccio il piccolo, che aveva due mesi, e lo cullò. Poi, con la salvietta con un angolo ritorto a spirale che Johnny gli aveva porto, allattò il bambino immergendola nel secchio di latte di capra, Il bambino succhiò felice e Tom sorrise. Anche il bambino, quando ebbe finito di mangiare, lo fece. Era uno dei suoi primi sorrisi, dato che Tom sapeva che i bimbi iniziano a farli davvero intorno alle otto settimane di vita.
"Devo dirti una cosa" gli sussurrò all'orecchio. "Sono io tuo padre. Capito? Sono il tuo papà."
Provò la sensazione di essersi liberato da un grande fardello. Gliel’aveva detto, anche se il bambino era troppo piccolo per capire. E l’aveva fatto proprio per quello. Subito dopo, si sentì tremendamente in colpa per averlo abbandonato. Ricordava ancora che Ellen l'aveva fatto ragionare , quando aveva rivisto il bambino, dicendogli che non sarebbe mai riuscito ad allevarlo. E forse era vero, ma Tom non si sarebbe mai liberato dal senso di colpa.
"Papà!" esclamò qualcuno alle sue spalle.
Era Martha, che arrivava correndo.
"Andiamo nel dormitorio dei frati" le disse il padre. "Jonathan deve dormire."
Si sedettero vicino alla culla e la bambina chiese di poterlo prendere in braccio.
"Come ho fatto con il mio fratellino" disse. "Dov'è, papà?"
Per un attimo Tom pensò di dirle la verità, ma poi cambiò idea. Martha aveva sette anni, era piccola e di sicuro se lo sarebbe lasciato scappare con Alfred o con qualcun altro. Forse gliel'avrebbe detto quando la piccola sarebbe stata più grande.
"Certo."
Tom non rispose alla sua domanda. Non sapeva cosa dire. Le posò in grembo il bambino, dicendo di tenergli le mani sotto le ascelle e la testina sollevata.
"Posso cantargli la canzone che gli cantava la mamma?"
Agnes le aveva raccontato più volte, perché Martha l'adorava, la storia di un re e di una regina che vivevano nel magico regno di Scottral e che avevano una figlia. Le cantava anche una ninnananna in proposito.
"Sono sicuro che a Jonathan piacerà" asserì Tom, e sorrise.
Martha aprì la bocca e cominciò a cantare.
Dormi principessina,
non dire una parola.
 
Un giorno tu dovrai portare la corona.
Quel giorno arriverà, ma non devi preoccuparti,
avrai sempre la mamma e il papà qui ad aiutarti.
 
E se qualcosa cambia?
Non dovrai avere paura,
il regno fiorirà dopo la neve in primavera.
 
E se la primavera tarda ad arrivare
con la tua dolce magia la potrai richiamare.
 
Scottral rispetterà ogni tua saggia decisione
ricordando te, il tuo regno e il tuo nome.
Certo, lui non era una principessa, non era nemmeno una femmina, ma chi se ne importava? Il piccolo sbadigliò e si addormentò fra le braccia di Martha.
"Hai una voce bellissima" sussurrò il padre. "Ora, però, dobbiamo metterlo a dormire."
Lo prese con delicatezza e lo mise nella culla.
Restarono con lui fin quando si vegliò e Johnny Otto Pence venne a prenderlo. Perlomeno, si disse Tom, suo figlio e sua figlia avevano passato un po' di tempo insieme.
 
 
 
NOTA:
la ninnananna è stata scritta da Emmastory.
   
 
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