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Autore: Clodie Swan    23/06/2022    3 recensioni
Questa storia partecipa al contest “Manuale di Sopravvivenza Vol.2” indetto da Spettro94 sul forum di Efp
In un lontano impero, da secoli regna incontrastata la dinastia Attlan, avvalendosi dei servigi delle leggendarie guerriere danzatrici, le Onirjn, in grado di uccidere i loro nemici evocando un fuoco dolce e letale. Gokan, uno studioso della Reticenza Ausurpa, la famosa e più antica università dell’Impero, ha maturato la ferrea volontà di scrivere una tesi sul misterioso legame tra le Onirjn e la casata reale Attlan. Da dove hanno avuto origine queste donne? E perché sono totalmente asservite all'imperatore? Gokan sa bene che questa ricerca potrebbe costargli la vita, ma guidato dal suo ingegno, è disposto a rischiare tutto per scoprire la verità in nome dell'amore per la conoscenza e... per Aryn, un'Onirjn di cui è innamorato, destinata ad una vita che non vuole.
La storia, secondo le regole del contest, termina con un cliffhanger. Sarà il giudice a decidere il finale e a decretare se il protagonista sopravvivrà alla prova.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2


 

La missione che l'imperatore aveva affidato loro quella notte, si stava svolgendo senza intoppi. Le sette Onirjn avevano scovato le spie che stavano tramando contro l'imperatore ed erano riuscite a trovare il mandante, un ricco nobile della resistenza, di cui già avevano qualche sospetto. Introdursi nella villa fuori città in cui questi viveva fu semplicissimo. Furtive e invisibile, nella loro tenuta nera con il viso scoperto, si mossero come ombre sul tetto della casa pronte a scendere nel cortile interno con un solo salto. Si mossero tutte insieme come una sola persona e atterrarono leggiadre senza fare il minimo rumore.
Il loro arrivo però doveva essere stato previsto perché si ritrovarono a combattere contro uno stuolo di guardie armate. Le superavano almeno tre volte di numero e non sembravano affatto dei novellini. Dovevano essere degli assassini professionisti.
Bene.” pensò Aryn sorridendo dietro la maschera. “La cosa si sta facendo divertente.” Ad un cenno convenuto le sette giovani donne sciolsero un nodo della loro divisa con un gesto strapparono via il travestimento. Rimasero vestite con il loro costume tradizionale: il corpetto d'oro a maniche corte che lasciava nudo l'addome ed il pantalone rosso ricamato che fasciava stretta la loro vita e cadeva morbido fino alle caviglie. Erano a piedi nudi.
I loro nemici rimasero sconcertati vedendo che i loro avversari erano delle donne dalla straordinaria bellezza, ma in un istante si resero conto di chi avevano davanti. “Le Onirjn!” gridò qualcuno terrorizzato.
Le sette donne sorrisero amabilmente e piegarono un ginocchio in posizione d'attacco ma offrendo la mano verso i soldati come ad invitarli gentilmente a ballare.
“Danzate con noi!” sussurrò ciascuna Onirjn suadente, prima di gettarsi nel combattimento. La punta delle loro dita cominciò ad infiammarsi....
Le Onirjn combattevano come demoni, vorticando come delle girandole infuocate. Con dei riflessi rapidi e pronti, rispondevano a mani nude contro le spade, disarmando i rivali finché non raggiunsero il loro scopo: intrecciare le loro dita insieme a quelle dei loro bersagli.
“Brucia.” mormorarono con dolcezza, mentre una spirale di rosso e oro avvolgeva i corpi di quegli uomini che sospirando di gioia, si tramutavano in cenere. Proprio quando le Onirjn stavano avendo la meglio Sawda decise di fare di testa sua. Lasciò il combattimento per andare in cerca del bersaglio principale all'interno della villa, senza sapere che c'erano altre guardie armate pronte ad accoglierla. Le sue compagne dovettero dividersi per andare ad aiutarla trovandosi in seria difficoltà perché i loro aggressori, vedendole in numero ancora più ridotto, ripresi dallo shock quando avevano visto dissolversi i loro compagni, stavano passando al contrattacco.
Sawda, nel frattempo poteva solo difendersi e parare i colpi senza riuscire a toccare nessuno degli avversari. Le Onirjn la trovarono mentre li teneva a bada facendo ruotare il suo corpo in circolo, sferzando colpi con le gambe, volteggiando sulle mani posate a terra. Quella mossa le era valso il soprannome di Lama Scarlatta. Aryn capì che non avrebbe resistito a lungo e con un salto si librò in aria piombando giù in picchiata facendo cadere in colpo solo una decina di soldati. Se Sawda era la Lama Scarlatta, lei era la Freccia d'oro. Ben presto vennero raggiunte anche dalle altre che nel cortile avevano finito di sconfiggere tutte le guardie e insieme riuscirono a sopraffare i nemici e a farli danzare.

Pochi istanti dopo si ritrovarono in una stanza piena di cenere brillante. Oro e rossa.

“Sei stata incosciente, Sawda!” la rimproverò Aryn infuriata. “Dovevi attenerti al piano.”

“Rischiavamo di farci sfuggire il loro capo! A volte bisogna seguire l'istinto.”la rimbeccò l'altra. “E direi che lo abbiamo perso. Non c'è traccia di lui.”

“Non è ancora detto.” ribatté Aryn. Le Onirjn seguirono la procedura abituale: perquisirono la casa e lasciarono andare tutte le donne ed i bambini. I servi rimasti si arresero. Alla fine trovarono il padrone nascosto in un armadio nella sua stanza da letto.

“Per ordine dell'Imperatore, Wang Jon Attlan, ti dichiaro in arresto.”sentenziò Aryn invitando due delle compagne, Vari e Havi a legare il prigioniero con delle speciali manette. Dorji e Farya trovarono una carrozza e vi attaccarono uno dei cavalli. Se all'andata erano andate senza alcun mezzo di trasporto, ne avevano bisogno ora per condurre con loro il prigioniero. L'uomo tremando salì a bordo terrorizzato e lasciò perfino che gli mettessero un cappuccio sopra la testa. Taka si mise alla guida e si dichiarò pronta a partire. “Procediamo.” disse Aryn preparandosi a salire.

“Chi ti credi di essere Aryn? Il capo?” le chiese furiosa Sawda. “Chi ti ha autorizzato a dare ordini?”

“Sto solo ripristinando il controllo, dopo il tuo colpo di testa. Abbiamo sempre agito come una squadra, seguendo una strategia. Non capisco cosa ti sia preso.”

“Forse dimentichi che presto verrò nominata Onirjn Suprema? Chi ha vinto le selezioni?”rispose fiera l'altra con le braccia incrociate sul petto.

“Lo so bene, ma questo non centra nulla.” osservò Aryn severamente “Partorire il futuro imperatore non ti autorizza a metterci in pericolo.”

Sawda la raggelò con lo sguardo e rimase sorpresa leggendo il rimprovero anche negli occhi della altre compagne.

“Per fortuna, tra un po' ci libereremo di te, dico bene?”

Aryn non si scompose. “Non mi sta cacciando nessuno. Sono io a voler andare in esilio.”

“Bene.” gongolò Sawda “Quando tornerai tra cinque anni, forse sarò io ad addestrare tua figlia. Sarò ben felice di farlo.”

Aryn non rispose alla provocazione e invitò le compagne a salire nella carrozza. “Si sta facendo tardi.” disse con un tono stanco. “Torniamo a casa.”

 

***
 

Aryn si alzò con calma la mattina dopo, nella sua camera, godendosi il giorno di libertà che l'imperatore aveva concesso alle Onirjn per riprendersi dalle fatiche della notte precedente. Dopo un bagno rilassante, si avvolse in una vestaglia di seta bianca e grigia, e mentre sorseggiava una tazza di tè cominciò a sfogliare la corrispondenza che le era stata portata. Di solito erano comunicazioni interne che regolavano gli allenamenti e gli impegni delle Onirjn, non avendo contatti con il mondo esterno, i loro stessi familiari non potevano scrivere loro, per questo fu colpita da una lettera indirizzata a lei dalla Consigliera Samana Barjhusk. Cosa poteva volere? Conosceva Samana da molti anni, ma non erano mai state in confidenza tale da scriversi. Lesse rapidamente il messaggio e rimase allibita. “Gokan?”mormorò incredula.

Era una mattina ventosa quando sua madre l'aveva caricata su una carrozza per portarla nella capitale. Aryn aveva cinque anni e ricordava Rayn, sua madre, nei suoi eleganti abiti rossi ricamati d'oro che le raccomandava di non portare niente perché al palazzo avrebbe trovato tutto ciò che le serviva. Dovette lasciare anche la sua bambola preferita, Chibi, che aveva perso un occhio. Il suo papà ci aveva cucito un bottone per sostituirlo.

Ti prego, non portarmela via!” gemette suo padre all'improvviso. L'avvinghiò a sé come se non potesse lasciarla andare mai più.

Rayn rimase impassibile. “Sapevi che questo giorno sarebbe arrivato, Hitu. Ti avevo preparato.”

Non sarò mai pronto: è la mia bambina.”protestò l'uomo disperato.

Sta andando a servire l'imperatore, come me. È un grande onore.”

Hitu guardò la moglie tra le lacrime. “Che onore c'è in questo? Non la rivedrò mai più. Non voglio che vada via. Che venga l'imperatore in persona a strapparmela dalle braccia.”

Rayn cominciò a muovere le dita nell'aria disegnando dei cerchi e si avvicinò verso il marito. “Sai cosa succederà se non obbedisci.” disse con voce spenta. “Non posso impedire a nessuno, nemmeno a te che gli ordini dell'imperatore siano eseguiti.”

Aryn spaventata si era sciolta dall'abbraccio ed era corsa verso sua madre. “Mamma, no! Verrò con te. Non fare male a papà.”strillò cingendole la vita.

Hitu singhiozzò rassegnato e si inginocchiò di fronte alla figlia. “Sarai sempre la mia bambina, buona e gentile?” le chiese asciugandosi gli occhi.

Aryn annuì e lo strinse forte. “Un giorno tornerò, papà. Te lo prometto.”

Stava per salire sulla carrozza con sua madre, quando una voce familiare cominciò a gridare il suo nome. Un bambino dai capelli neri spettinati e le ginocchia sbucciate, stava correndo trafelato verso di lei. Non appena l'ebbe raggiunta si piegò in due per riprendere fiato. Aveva la sua stessa età ma era molto più basso di lei.

Volevo salutarti.”sussurrò il bambino con gli occhi pieni di tristezza. “Mi mancherai.”Aryn sorrise e lo cinse con le braccia. Il bimbo arrossì.

Tieni.” disse sfilandosi il ciondolo di giada che portava al collo. “Te lo regalo.” Il gioiello aveva una forma rotonda e al suo interno vi era intagliata la forma di un drago.

Il bambino guardò sorpreso il ciondolo. “Io non ho niente da regalarti, ma sarò un tuo amico per sempre. Promesso.”

Questo è un regalo.”replicò lei.

Rayn li interruppe dicendo che non potevano più rimandare la partenza e la fece salire sul carretto. Diverse persone nel frattempo si erano fermate incuriosite ad osservare la scena, fissando suo padre che continuava a singhiozzare, in piedi davanti alla loro casa, senza curarsi di nessuno. Il suo amico andò accanto ad Hitu e gli prese la mano per consolarlo. Aryn agitò la mano verso di loro, continuando a salutarli mentre la carrozza si allontanava. “Addio, papà. Addio, Gokan.”

 

Aryn tornò con la mente al presente e rilesse il biglietto di Samana Berjushk.

Alla Onirjn Aryn Ligon.

Su richiesta dell'Imperatore siete invitata a presentarvV ad un colloquio con il dottor Gokan Shingan, della Reticenza Ausurpa. Oggetto dell'incontro sarà la tesi di dottorato che il Dottor Shingan sta per redigere sulla storia delle Onirjn.

Confidando nella Vostra collaborazione, siete attesa nel salone giallo dell'Ala Est, alle ore sedici pomeridiane.

I miei omaggi, Samana Berjushk. Consigliera dell'Imperatore.

 

“Che cosa hai in mente, Gokan?”mormorò preoccupata Aryn.

 

  
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