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Autore: Star_Rover    25/06/2022    6 recensioni
Jari e Verner sono uniti fin dall’infanzia da un legame che nel tempo è diventato sempre più intenso e profondo. Nell’inverno del 1915 però i cambiamenti sociali e politici che sconvolgono la Finlandia finiscono per coinvolgerli, così i ragazzi sono costretti a separarsi per seguire strade diverse.
Nel 1918 i destini dei due giovani tornano a incrociarsi sullo sfondo di una sanguinosa guerra civile.
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Il Novecento, Guerre mondiali
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IX. Divise verdi
 

Lasciare la terra natia fu doloroso per tutti i volontari che avevano scelto di arruolarsi, al momento della partenza regnava un’atmosfera silenziosa carica di amarezza, tra volti mesti e cupi. Nonostante ciò ognuno di loro era consapevole che quella sarebbe stata una sofferenza necessaria. Il desiderio di proteggere e liberare l’amata patria dal dominio russo ardeva negli animi dei giovani finlandesi.
Lauri e Jari furono sorpresi nel trovare anche Yrjö tra i loro compagni, entrambi erano convinti che egli avesse preso la sua decisione. All’istante furono colti da sensazioni contrastanti, in parte lieti di ritrovare l’amico, ma allo stesso tempo sospettosi e incerti sulle sue intenzioni.
Yrjö si preoccupò subito di fornire le dovute spiegazioni: «non avrei potuto lasciarvi soli. Ho compreso che è mio dovere combattere al vostro fianco»
I due giovani si commossero nel sentire quelle parole, ammirarono il coraggio dell’amico e riconobbero l’importanza di quella prova di fedeltà. Lauri però non aveva dimenticato le loro animate discussioni.
«Credevo che non volessi avere nulla a che fare con l’Organizzazione»
Yrjö rimase fedele a sé stesso: «è vero. Non avevo intenzione di prendere parte a una rivolta, ma adesso le cose sono cambiate, questa è una guerra che deve essere combattuta in prima linea»
L’amico poté comprendere le sue motivazioni, eppure non riuscì ad abbattere del tutto il suo muro di diffidenza.
«Ricordo bene quel che mi hai detto. Consideravi tutti noi come assassini, se sei qui significa che hai cambiato idea a riguardo»
«Non condivido alcun genere di violenza, non penso che questa sia una guerra giusta, ma riconosco che non c’è altro modo per difendere la nostra patria e liberare il nostro popolo»
Lauri non lo contradisse, limitandosi ad approvare le sue parole restando in silenzio. Jari invece esternò sincera ammirazione.
«Ero certo che alla fine non ci avresti abbandonato. Sono contento che tu sia qui con noi» 
Yrjö si sforzò di sorridere, era consapevole che il rapporto tra loro non sarebbe più stato lo stesso dopo tutto quel che era accaduto, ma sentiva che erano destinati ad affrontare insieme quella guerra.
 
Il viaggio si rivelò lungo e faticoso. Per raggiungere e superare il confine i giovani finlandesi furono costretti a marciare nella neve, tra le montagne e le lande desolate, attraversando ogni villaggio con il timore di essere scoperti dalle guardie russe. Lungo il percorso trovarono il supporto dei civili, i quali non esitarono a proteggere e soccorrere i valorosi protettori della patria. Ma i volontari non poterono riporre piena fiducia nemmeno nei loro connazionali, anche tra di loro potevano nascondersi vili traditori. Fortunatamente Jari e i suoi compagni incontrarono soltanto collaborazionisti veramente devoti alla loro stessa causa. Trovarono altri membri di organizzazioni indipendentiste, militanti e attivisti filotedeschi, ma anche semplici cittadini disposti ad offrire cibo e riparo a un gruppo di giovani stremati e affamati.
Dopo giorni di cammino riuscirono a raggiungere il confine con la Svezia, superata la frontiera poterono considerarsi al sicuro. Il viaggio però era appena iniziato e ad attenderli c’era una perigliosa traversata.
 
***

Jari credeva che una volta raggiunta la Germania avrebbe ricevuto il medesimo trattamento degli altri militari. Era un volontario, ma aveva superato i test fisici e gli esami per il reclutamento senza alcuna difficoltà, dunque riteneva che fosse suo diritto essere considerato a tutti gli effetti come un soldato.
Il giovane rimase deluso nello scoprire che in realtà i servizi segreti tedeschi avevano provveduto a integrare i nuovi arrivati come civili. Bernhard gli assicurò che ciò sarebbe servito a rendere meno sospetta la loro presenza, ma Jari non esitò ad obiettare.
«Non siamo turisti in vacanza, siamo qui per combattere!»
«Non preoccuparti, quando l’addestramento sarà terminato saremo tutti riconosciuti come soldati dello Heer»
Jari sbuffò: «ad essere sincero non mi piace il modo in cui ci hanno trattato quegli ufficiali. Credono di avere a che fare con dei ragazzini e non con dei veri combattenti»
«Non devi dimenticare che abbiamo scelto di arruolarci in un esercito straniero, combattiamo per la Finlandia, ma qui siamo al servizio della Germania. Siamo stati avvertiti prima dell'arruolamento, è nostro dovere sostenere e servire il Reich tedesco. Ciò significa anche che dovremo obbedire agli ordini dei nostri superiori»
Jari non riuscì a trattenersi dal commentare: «forse per te è più facile accettare queste condizioni»
Winkler tentò di ignorare la sua provocazione: «questa alleanza è già abbastanza complessa e delicata, non abbiamo bisogno di creare altre tensioni»
«Sto solo cercando di capire al meglio la situazione»
Il suo compagno giunse direttamente al punto: «i tedeschi sono nostri alleati. Saranno loro ad addestrare e finanziare il nostro esercito, dunque è nostro interesse essere qui»
«Non metto in dubbio la fiducia dimostrata. Voglio solo accertarmi che a noi sia riservato il dovuto rispetto»
«Ti ricordo che per il Granducato di Finlandia e l’Impero russo siamo colpevoli di tradimento, al momento la Germania è anche l’unica nazione che può fornirci protezione»
«Sono consapevole delle conseguenze delle nostre scelte»
Winkler guardò l’amico negli occhi: «il nostro obiettivo è dimostrare ai tedeschi di essere davvero disposti a combattere questa guerra»
Jari si limitò ad annuire, era sempre convinto delle proprie scelte, allo stesso tempo era conscio di non avere alternative.
 
Il campo di Lockstedt, un accampamento sperduto nel mezzo della campagna dove erano alloggiati i volontari finlandesi, diventò ben presto una base militare a tutti gli effetti. I giovani aspiranti soldati furono sottoposti ad un addestramento ancor più rigido e severo di quello riservato alle reclute tedesche. I comandanti vollero mettere alla prova la resistenza fisica e la dottrina dei loro uomini. Le esercitazioni erano lunghe e noiose, ma necessarie perché dei civili che non si erano mai approcciati al mondo militare prima di quel momento potessero raggiungere gli obiettivi prestabiliti.
La disciplina prussiana ebbe un’ottima presa sui finlandesi, poche settimane di addestramento furono sufficienti alla messa in pratica sul campo di diverse manovre e tattiche con estrema dedizione ed efficienza. Gli ufficiali tedeschi poterono considerarsi soddisfatti dei loro allievi, i quali superarono di gran lunga le aspettative generali. Alcuni di loro iniziarono anche a provare una certa soggezione nel constatare che in diversi casi le abilità di tiro, la resistenza di marcia e le prestazioni atletiche dei finlandesi superavano quelle dei loro connazionali. Dal punto di vista tecnico la creazione di un reparto speciale di volontari era stata un successo, i finlandesi potevano essere una preziosa risorsa per la Germania. La loro sorte però era ancora incerta.
 
Per Jari e i suoi compagni la permanenza nell'Holstein non fu affatto un’esperienza gradevole. I finlandesi furono alloggiati in misere baracche, a loro erano concesse poche ore di riposo su scomode brande di legno ed erano sottoposti a turni estenuanti di lavoro e addestramento. La lingua tedesca, seppur per di più limitata a ordini e lessico militare, non era familiare a quasi nessuno di loro. Jari cercò di imparare il più possibile da Winkler, costringendo l’amico a insegnarli qualcosa di nuovo in ogni momento libero della giornata. Questo però non fu sufficiente a rendere più semplice l’apprendimento.
Anche il cibo risultò come un problema per i finlandesi. Nessun piatto teutonico aveva un sapore abbastanza gradevole per i gusti nordici, e anche se per necessità si ingurgitava ogni cosa le scarse porzioni non erano di certo sufficienti a colmare lo stomaco di quei giovani affamati e stremati dalla fatica.
La parte peggiore della giornata però era sempre la sera, quando sopraggiungeva la tristezza e la malinconia per la Patria lontana. La speranza restava l’unico conforto.  
 
***

Durante le settimane di addestramento Jari ebbe modo di conoscere meglio i suoi compagni. Molti erano studenti che come lui si erano lasciati sopraffare dall’ondata di patriottismo che ormai da tempo aveva invaso la Finlandia. Tra di loro c’erano medici, avvocati, ingegneri e letterati. Seppur questi rappresentassero la maggior parte dei volontari erano presenti anche comuni cittadini, marinai, lavoratori e contadini.
Jari trascorse un intero pomeriggio alla postazione di tiro a fianco di un operaio di Tampere. Durante le pause i due affrontarono diverse conversazioni. Ben presto si ritrovarono a parlare delle ragioni che li avevano portati ad abbandonare la terra natia.
«Sapevo di non avere alcun futuro, in quell’ambiente non c’è nulla per quelli come me. Ero stanco di sopportare ogni genere di maltrattamenti e soprusi. Nella Finlandia dominata dai russi non mi attende altro destino che morire di fame e di stenti. A questo ho preferito scegliere di provare a cambiare le cose, se dovrò perire sul campo di battaglia almeno potrò andarmene con onore»
Dialogando con lui Jari non poté evitare di pensare a Verner, probabilmente anche lui si trovava a vivere in condizioni non molto differenti. Da quando aveva lasciato il suo villaggio non aveva mai smesso di pensare al loro addio. Era consapevole di averlo deluso, ma non aveva alcun rimorso per le sue scelte. Riteneva di aver fatto la scelta giusta, per quanto dolorosa. Aveva abbandonato la sua terra per il bene delle persone che amava. Voleva lottare per un futuro migliore. Poteva comprendere le motivazioni di Verner, l’amico si riteneva tradito e abbandonato. D’altra parte Verner non aveva nemmeno voluto ascoltare le sue ragioni, si era dimostrato talmente testardo da non riuscire a capire che era anche per lui che aveva deciso di combattere quella guerra.
Il ragazzo avvertì una fitta al petto, quella rottura aveva lasciato un vuoto incolmabile dentro di sé. Continuare a ricordare ciò che aveva perduto avrebbe causato soltanto sofferenza.
Jari tornò tristemente alla realtà, il passato appariva già lontano. La sua vita aveva preso una svolta del tutto differente, da quando aveva scelto di dedicare la sua esistenza alla lotta per la Libertà tutto era cambiato. Aveva dovuto rinunciare a tutto ciò che amava, alla sua terra, ai suoi cari e anche ai suoi sogni. I progetti per il futuro erano svaniti.
Pur non avendo alcun rimorso Jari non poté far nulla per lenire quel dolore. Purtroppo anche Verner faceva parte di quel passato che si era lasciato alle spalle. Non poteva sapere se il destino avrebbe potuto farli ritrovare, in ogni caso nulla sarebbe potuto tornare come prima.
Jari prese un profondo respiro, la sua sorte era incerta come quella della sua Patria.
 
***

Lauri fu il più entusiasta del gruppo nello scoprire di essere stato assegnato al reparto d’artiglieria. Prima di ritrovarsi davanti a una mitragliatrice non aveva mai provato particolare interesse per le armi. Era sempre stato un buon tiratore, con il suo fucile da caccia era praticamente infallibile. Al campo d’addestramento però la questione era ben diversa. Si divertiva a mirare ai bersagli e provava un brivido di esaltazione ogni volta che premeva il grilletto e udiva l’assordante scoppio degli spari, sentiva il sangue scorrere nelle vene il cuore battere nel petto. Ormai avvertiva come familiare e addirittura piacevole l’odore della polvere da sparo e il calore della canna fumante. Non soffriva nemmeno più la fatica nel trasportare la pesante attrezzatura nelle campagne desolate o nello scavare trincee nel fango.
Inizialmente preferiva ignorare il fatto che prima o poi quelle sagome inanimate utilizzate come bersagli sarebbero diventati uomini in carne e ossa. Forse sul campo di battaglia questo non avrebbe avuto molta importanza. Sparare per primo era una legge di sopravvivenza in prima linea. Era per questo che erano qui, per combattere…e inevitabilmente anche per uccidere.
Lauri tentò di scacciare quei pensieri dalla sua mente. Era tutta colpa di Yrjö, era lui a tormentarlo con i suoi dilemmi morali. Trovava assurdi certi suoi discorsi, era convinto che al momento di agire nemmeno lui avrebbe esitato a premere il grilletto.
Lauri era determinato a fare il suo dovere, ma allo stesso tempo desiderava mantenere la sua promessa e fare tutto il possibile per tornare a casa. Aveva più motivazioni per combattere quella guerra, per lui non esistevano solo grandi ideali, in gioco c’era anche il suo futuro.
A volte mentre attendeva che il suo compagno tornasse alla postazione di tiro con munizioni e rifornimenti si ritrovava a contemplare il paesaggio con aria assorta fino a rendersi conto di quanto quel luogo risultasse estraneo ai suoi occhi. Allora avvertiva la mancanza di casa e veniva colto dalla malinconia. Per non cedere allo sconforto provava ad immaginare il suo ritorno, pensando a quando finalmente avrebbe potuto stringere nuovamente la moglie tra le braccia. Aveva progetti per il loro futuro, di certo desiderava dei figli.
Sognava di far crescere la sua famiglia in una Finlandia libera, dove finalmente avrebbe regnato la pace.
 
***

Il treno correva sulle rotaie accompagnato dal ritmico rumore metallico e dallo sbuffare della locomotiva.
Bernhard osservò il panorama della campagna della Bassa Sassonia scorrere davanti ai suoi occhi. Il paesaggio bucolico suscitò in lui sensazioni di pace e tranquillità. Per quanto quei luoghi fossero differenti dalle gelide lande nordiche sentì comunque qualcosa di familiare. Non poteva ignorare quel senso di appartenenza, quella terra era anche la sua terra.
Era convinto di trovarsi nel posto giusto, in Finlandia non avrebbe potuto raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Organizzazione. In quell’occasione però non erano soltanto le questioni politiche a interessarlo.
Non avrebbe mai potuto rinnegare parte della sua identità, quello per lui era anche un viaggio alla scoperta di sé stesso.
Il giovane tentò di fare del suo meglio per non lasciar trasparire troppo il suo entusiasmo e la sua emozione. Il maggiore Bayer era seduto vicino a lui insieme ad altri due giovani ufficiali. Il comandante ripose il giornale e offrì al suo ospite una sigaretta.
Bernhard accettò per cortesia, se ne portò una labbra e l’accese con un fiammifero.
«Dunque come è stato il ritorno a casa?» domandò Bayer con vivo interesse.  
Bernhard si sentì lievemente a disagio: «non ero mai stato in Germania, sono contento di essere qui. Le mie radici appartengono a questa terra, ma la ragione per cui sono qui è la Finlandia. Come tutti i miei compagni desidero liberare la mia terra e il mio popolo»
Il tedesco parve deluso da quella risposta, probabilmente la considerò poco patriottica, in ogni caso rispose con accondiscendenza.
«Devo ammettere che la fedeltà alla Causa è davvero ammirevole»
«Voglio servire la Germania e combattere per la Finlandia» ribadì con fermezza.
«Sì, certo. Comprendo perfettamente la sua posizione.
I due giovani ufficiali, rimasti in rigoroso silenzio, si scambiarono uno sguardo enigmatico, Bernhard non seppe se considerare quel gesto come un segno buono o cattivo.
Bayer riprese il discorso: «che cosa pensa dei suoi compagni finlandesi?»
 Winkler non esitò a rispondere: «sono giovani ardimentosi e volenterosi. Sono determinati a combattere e sono disposti a morire in nome dei loro ideali»
Il maggiore mantenne un’espressione seria e severa.
«Si dimostreranno fedeli all’Impero tedesco in ogni circostanza?»
Winkler confermò: «posso assicurarle che tutti i miei compagni sono uomini d’onore»
«Immagino che lei sappia quanto sia importante questa alleanza per entrambe le parti»
«Sì, certamente»
Il comandante espirò una nube di fumo con aria pensierosa.
«Questo viaggio a Berlino deciderà le sorti dei suoi connazionali. Sarà dovere dei miei superiori valutare se questi uomini potranno essere degni di far parte dell’Esercito tedesco»
«Non ho dubbi a riguardo» affermò Bernhard guardando il suo interlocutore negli occhi.
Bayer sorrise, mostrandosi compiaciuto dalla sua determinazione e convinzione.
 
***

A differenza dei suoi compagni Yrjö non si era lasciato travolgere dall’entusiasmo bellico. La guerra per lui non era la grande avventura che tutti immaginavano perlopiù in modo irrealistico e infantile. Yrjö considerava quella guerra un male necessario, non poteva evitarlo, solo per questo riteneva che fosse suo dovere combattere. Sentiva costantemente la necessità di ricordare a sé stesso le motivazioni per cui aveva scelto di arruolarsi. Nella sua mente ripensava spesso alle parole del professor Juntunen, il quale aveva tenuto un breve discorso agli studenti che avevano scelto di partire come volontari per il fronte.
 
La nostra eredità per voi, i giovani e le future generazioni della Finlandia, è di lasciarvi ciò che riteniamo più prezioso: fiducia nel futuro della Finlandia come paese indipendente e libero, fede incrollabile nella legittimità della lotta per la libertà e per la vittoria, anche quando tutto sembra senza speranza, la volontà e il coraggio di combattere in ogni momento per questa causa
 
Yrjö credeva fermamente nei propri ideali, questo però non era sufficiente a giustificare il peso delle sue azioni. L’unico conforto che poteva trovare era la consapevolezza di non aver tradito i suoi compagni. In fondo era per loro che aveva scelto di partire. Voleva mostrare il suo supporto e restare a fianco dei connazionali disposti a morire per la libertà.
Ultimamente si era riavvicinato ai suoi studi frequentando costantemente l’infermeria del campo. Il dottor Lange, un tedesco che parlava fluentemente la lingua svedese, era un uomo gentile e disponibile. Aveva preso Yrjö in simpatia, apprezzando l’interesse e la passione che il ragazzo dimostrava per la medicina e per il suo mestiere. Il giovane aveva colpito positivamente il medico, il quale un giorno si decise ad azzardare una proposta.   
«Sai, stavo pensando che avrei davvero bisogno di aiuto, mi sarebbe utile qualcuno che conosca bene il finlandese. So che eri uno studente di medicina, ti andrebbe di diventare mio assistente?»
Yrjö rimase sorpreso, incredulo davanti a quella possibilità.
«Perché lo sta chiedendo a me? Potrebbe trovare qualcuno con molta più esperienza» replicò con umiltà e modestia.
Lo sguardo di Lange si incupì: «credimi, nessuno è pronto ad affrontare quel che troveremo al fronte. Se ti sto offrendo questa opportunità è perché ritengo che tu abbia le potenzialità per ricoprire al meglio questo incarico»
 Yrjö aveva riflettuto qualche istante, ma dentro di sé aveva già preso la sua decisione.
«Sarei davvero onorato di accettare»
 
***

Quella sera Jari e Lauri si ritrovarono al Café Schütt, uno dei pochi locali dove i finlandesi potevano trascorrere il tempo in libera uscita. Gli abitanti del villaggio avevano ben accolto i volontari, agli occhi dei civili erano considerati come eroi giunti da lontano per aiutare la Germania a vincere la guerra. Ben presto si era creata una naturale armonia tra i giovani delle due nazionalità.
Da un tavolo in disparte Lauri osservò i suoi compagni che animavano il salone tra brindisi e danze.
«A quanto pare loro si stanno divertendo» commentò.
Jari bevve un lungo sorso di birra: «nessuno ti vieta di unirti alla festa»
L’amico scosse la testa: «un tempo non avrei esitato a bere un bicchiere di più e a ballare con qualche bella ragazza, ma adesso non mi interessa più nulla di tutto questo»
Jari fu sorpreso da quelle parole, Lauri era veramente cambiato da quando aveva preso sul serio la sua relazione, a suo parere questo poteva solo essere positivo. Aveva sempre mal sopportato l’immaturità del suo compagno.
In quel momento i due amici furono raggiunti da Yrjö. Il nuovo arrivato si sedette al tavolo mostrandosi particolarmente turbato.
«Qualcosa non va?» domandò Jari con apprensione.
«Non avete saputo quel che è successo?»
Lauri negò, anch’egli si era allarmato nel vedere il suo compagno così preoccupato.
«Sono giunte notizie dalla Finlandia. Alcuni nostri compagni sono stati arrestati dai gendarmi russi mentre tentavano di superare il confine. C’è stato uno scontro a fuoco, purtroppo non sappiamo altri dettagli»
Jari si rattristò per la sorte dei suoi connazionali, Lauri invece non si perse in sentimentalismi e rispose in modo più pragmatico.
«Dunque sarà sempre più difficile trovare nuovi volontari, adesso che i russi hanno scoperto le nostre vie di fuga per la Svezia il rischio è molto più alto»
Yrjö non volle pensare al peggio: «non credo, anzi, sono certo che questo accaduto contribuirà a diffondere ancor più desiderio di ribellione e rivalsa nei nostri compatrioti»
«Mi auguro che sia così» disse Lauri.
Jari tentò di risollevare l’animo dei presenti: «dobbiamo continuare ad avere fiducia e speranza per la Finlandia»
I due amici concordarono con le sue parole, al termine di quel breve discorso alzarono i loro boccali.
«Per la Finlandia!»
 
***

Il mattino seguente Bernhard si presentò indossando una divisa da ufficiale. L’inconfondibile uniforme verde degli Jäger era stata spogliata di ogni distintivo per essere utilizzata dai volontari finlandesi ufficialmente integrati nello Heer.
Winkler sfoggiava con orgoglio la giacca con i bottoni d’ottone e gli stivali lucidati, ai suoi compagni non era passato inosservato il fatto che egli avesse preso davvero sul serio la sua carriera nell’Esercito tedesco. In questa situazione i primi dubbi e sospetti non avevano atteso a diffondersi. 
Osservando l’amico così fiero del suo grado di superiore anche Jari non poté evitare di formulare certi pensieri.
«Dunque il viaggio a Berlino ha avuto il suo effetto» commentò freddamente.
Bernhard rispose seriamente: «il nostro destino è stato deciso, ad essere sincero le cose sono andate meglio del previsto»
«Spero che non ti stia dimenticando la vera ragione per cui siamo qui»
Bernhard sollevò lo sguardo.
«Credi che giurando fedeltà alla Germania abbia tradito i miei doveri nei vostri confronti?»
«No, affatto. Voglio solo accertarmi che non ti stiano venendo strane idee»
«Questa promozione non mi ha dato alla testa» replicò in sua difesa.
«Desidero solo metterti in guardia. Tutte queste adulazioni potrebbero essere sospette»
«Stai insinuando che i tedeschi abbiano intenzione di ingannarci?»
«Razionalmente è un’ipotesi che non possiamo escludere»
«Non ho motivo per credere che sia così. Anzi, vuoi sapere che altro è stato deciso a Berlino?»
Jari lo invitò a continuare.
«I tedeschi hanno accettato di fornire le loro risorse per la nostra causa. Le loro navi cariche di armi e munizioni raggiungeranno le coste Finlandesi…è solo l’inizio, ma quando scoppierà la rivolta non saremo impreparati. Stiamo costruendo le basi per questa alleanza, come puoi ben vedere non ho dimenticato la vera ragione per cui abbiamo deciso di arruolarci»
Jari si pentì per essere giunto a conclusioni troppo affrettate. Forse Bernhard aveva davvero sfruttato la situazione a suo vantaggio, ma questo non gli aveva impedito di continuare ad agire per il bene della Finlandia.
Il tedesco si rivolse al compagno con serietà: «adesso voglio parlarti come tuo comandante. Devo sapere se potrai concedermi la tua fiducia da questo momento in poi»
«Ero disposto ad affidare la mia vita nelle tue mani quando eri considerato come un criminale, non esiterò a fare lo stesso in guerra»
Winkler sentì il peso di quella responsabilità: «ti prometto che non verrò mai a meno della mia parola, come ufficiale e come uomo»
«Mi dispiace, non avrei dovuto mettere in dubbio la tua onestà»
Bernhard accettò le sue scuse, dopo qualche istante di silenzio riprese la parola.
«In ogni caso ero venuto da te per riferirti notizie importanti»
«Di che si tratta?»
«La richiesta del maggiore Bayer è stata approvata»
Jari sussultò: «questo significa che presto parteciperemo ai combattimenti?»
Winkler annuì.
«A partire da domani le truppe finlandesi saranno mobilitate, potremo dire addio al campo di Lockstedt. La nostra prossima meta sarà la prima linea»
Jari trasalì, nonostante la naturale preoccupazione il suo corpo fu scosso da un brivido di eccitazione. Finalmente era giunto il momento di entrare in azione.
   
 
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